LA SCELTA DEI SISTEMI D'ARMA PER I MODERNI TIRATORI
SCELTI
La selezione del sistema d’arma (Weapon System) va fatta
in riferimento alle due organizzazioni meccaniche disponibili sul mercato
internazionale in questo settore, quali:
- Il modello a ripetizione ordinaria (bolt action) = è
il sistema più leggero, semplice e robusto, nonché quello
che rende più facile il recupero dei bossoli dopo l’esplosione dei
colpi (N.B. questo è essenziale per i tiratori scelti delle
FF.AA.)
- Il modello semiautomatico (semi-auto) = è il sistema
più pesante, più complesso (meccanicamente), ma anche quello
più stabile e dotato del maggior potere di fuoco (N.B. questo
sistema a volte rende critico il recupero dei bossoli di risulta)
A prescindere dalla scelta finale, il sistema d’arma DEVE assolutamente
possedere le seguenti caratteristiche (o altrimenti NON sarà
possibile nessun tiro di precisione):
- Canna pesante (heavy barrel) per massimizzare
la stabilità, la rigidità e la dissipazione termica
- Canna di elevata qualità (match grade barrel)
con 6 rigature a passo costante per massimizzare la precisione
- Calciatura in materiale sintetico (synthetic stock) per
evitare modifiche del punto di impatto dovute a variazioni meteorologiche,
climatiche o ambientali
- Serbatoio da 3 - 4 colpi nell’eventualità che sia necessario
colpire più bersagli
- Scatto alleggerito (ma NON a rottura di cristallo!!)
- Calciolo in gomma piena per massimizzare la stabilità
dell’arma
- Cannocchiale di puntamento di elevata qualità
Dall’analisi di questo elenco si può comprendere facilmente
come il 98% circa delle armi che vengono commercializzate come “...fucili
di precisione...” NON possono essere considerati tali perché
non ne hanno le caratteristiche. Si noti che per poter parlare correttamente
di fucile di precisione è necessario che l’arma in questione sia
dotata di TUTTI i requisiti prima citati e non solo di alcuni di essi.
Studiando attentamente i cataloghi delle principali ditte produttrici di
fucili di precisione si possono notare almeno tre elementi che indicano,
piuttosto palesemente, il fatto che il fucile definito dalla ditta “X”
come “...fucile di precisione...” o “...fucile per tiratori scelti...”
sia semplicemente del fumo negli occhi dei clienti (i quali spendono spesso
decine di milioni per un solo esemplare...). Questi tre elementi sono:
- La canna (barrel) = praticamente il 99% delle canne montate
sui c.d. “fucili di precisione” sono canne assolutamente normali
con SOLE 4 rigature ricavate per rotomartelltura (= è la tecnica
attualmente destinata alla produzione di massa) o, peggio ancora, per brocciatura
(= una tecnica del XIX secolo, oggi totalmente desueta); è IMPERATIVO
che il fucile di precisione abbia una canna da competizione con 6 rigature
a passo costante
- La calciatura (stock) = la quasi totalità di quelli
che vengono eufemisticamente definiti “...fucili di precisione...”
adotta delle comuni e squallide calciature in legno che sono quanto di
più inadatto esista per equipaggiare un fucile di precisione a causa
delle continue alterazioni biologiche a cui il legno è, naturalmente
e continuativamente, sottoposto (a prescindere dal trattamento protettivo
cui è stato sottoposto); è IMPERATIVO che il fucile di
precisione abbia una calciatura in materiale sintetico di natura complessa
(fibra di vetro / resina epossidica oppure kevlar / grafite possibilmente
con anima di Alluminio aeronautico)
- L’incassatura (bedding) = la quasi totalità dei c.d.
“...fucili di precisione...” attualmente in commercio utilizza
un banalissimo fissaggio dell’azione alla calciatura senza nessun tipo
di incassatura (bedding) sia essa su fibra di vetro (glass-bedding)
o su canotti (pillar bedding); è IMPERATIVO che il fucile
di precisione abbia un’incassatura eseguita con tolleranze millesimali
nel modo più preciso possibile o sarà impossibile qualsiasi
forma di “...tiro di precisione...”
A causa dell’enorme complessità costruttiva di queste armi,
esse non vengono definite come “...fucili di precisione...” ma,
piuttosto, come sistemi d’arma per tiratori scelti (Sniper Weapon System)
o, più semplicemente, sistemi d’arma (Weapon System).
segue - gli elementi costitutivi essenziali del sistema d’arma
per tiratori scelti
In maniera alquanto sintetica possiamo
affermare che il sistema d’arma è costituito da 5 elementi principali:
- La canna
- La calciatura
- L’azione
- Il pacchetto di scatto
- L’ottica di puntamento
segue - la canna
Cominciando con la canna (barrel), essa rappresenta, a ragion
veduta, il “...vero cuore...” della precisione di qualsiasi sistema
d’arma. Onde evitare di spendere denaro inutilmente, DEVE essere chiaro
fin dal principio che le canne attualmente utilizzate nelle produzione
industriale, anche se definite come “....canne di precisione...”,
NON offrono assolutamente il grado di precisione richiesto dalle esigenze
delle FF.AA. moderne. Per avere il massimo in termini di precisione intrinseca
è IMPERATIVO che le canne NON siano di tipo ordinario (standard
grade barrel), bensì da competizione (match grade barrel).
Le canne da competizione sono facilmente riconoscibili per le seguenti
caratteristiche:
- Realizzazione esclusiva tramite procedimento
di bottonatura
- Non meno di 6 rigature a passo costante
- Costruzione in solo acciaio inossidabile
- Acciaio con bassissimo grado di porosità superficiale
- Volata, camera di cartuccia e culatta rifinite manualmente
- Finitura interna di tipo semi - manuale o, addirittura, manuale
- Variazione massima (ammessa) di foratura (sui pieni di rigatura)
compresa tra i 25 ed i 50 millesimi di mm
Per quanto concerne il procedimento costruttivo, lo standard attuale
della produzione industriale è costituito dalla rotomartellatura.
Se ben fatta, consente di realizzare canne di buona fattura e di buona
precisione, anche se il livello di precisione intrinseca delle canne realizzate
con questo procedimento è nettamente inferiore a quello della canne
da competizione. Una parte del tutto residuale delle canne attualmente
prodotte dalla grande industria viene realizzata tramite il procedimento
di brocciatura (broach-type barrel), una tecnica del XIX secolo
del tutto desueta e superata dagli attuali standard produttivi. Purtroppo,
specie in Europa centrale, esistono ancora canne realizzate con questa
tecnica del tutto superata che vengono vendute come “...canne per fucili
di precisione...”: naturalmente i risultati al poligono dimostrano palesemente
la bassissima qualità di questi prodotti!! Per questo motivi le FF.AA.
devono tassativamente indirizzarsi verso “vere” canne da competizione
realizzate per bottonatura (button-type barrel). L’unica modalità
di costruzione alternativa alla bottonatura è la tecnica del taglio
singolo (single-cut rifled barrel). La bottonatura è la tecnica
oggi più diffusa a livello artigianale è può essere
descritta come segue:
- Un profilato cilindrico viene forato “in asse” da una
punta sottodimensionata
- Una matrice ad invito conico in Carburo di Tungsteno
(o in acciaio speciale) viene trascinata lungo il foro realizzato in
precedenza
- La matrice a profilo conico si “centra” lungo il foro
ed imprime le rigature all’interno dello sbozzato
- Lo sbozzato viene successivamente lavorato fino ad assumere
la forma desiderata
Con questa tecnica si realizza un centraggio automatico dell’asse
di rigatura rispetto all’asse della canna e si ottengono variazioni
lungo i pieni di rigatura compresi tra i 25 ed i 50 millesimi di mm: con
la brocciatura o la rotomartelltura questi risultati sono impensabili.
È poi essenziale l’operazione di lappatura, perché più
la canna è lucidata al suo interno e più aumenteranno la
vita operativa media e la precisione intrinseca. Inoltre, più la
lappatura è “...a regola d’arte...”, più le operazioni
di manutenzione e pulizia saranno facilitate. Per quanto riguarda il materiale
si è già detto che DEVE assolutamente trattarsi di acciaio
inossidabile della migliore qualità perché:
- È più facile da lappare
- Resiste meglio alla corrosione determinata dagli agenti esterni
- Resiste meglio all’usura cagionata dal passaggio del proiettile
- Ha una minore porosità superficiale
Quasi tutte le canne da competizione di produzione attuale sono
lappate in maniera semi - manuale o addirittura manuale. Le canne migliori
tra quelle attualmente in circolazione sono quelle prodotte da Lilja,
Shilen, Hart, Schneider, Douglas e Krueger. A ragion veduta
si può dire che più o meno si equivalgono, anche se un discorso
a parte lo meritano le canne prodotte dalla Lilja. Si tratta delle canne
che hanno il monopolio assoluto nelle competizioni di Bench - Rest e
possono essere definite a giusta regione come un prodotto sui generis poiché
sono le uniche canne ad essere rifinite “totalmente a mano” nel
vero senso della parola. Naturalmente sono molto costose ed i tempi di
attesa, considerando che l’azienda è di tipo semiartigianale, sono
molto lunghi. Per gli armaioli che costruiscono fucili di precisione di
altissimo livello vale la pena aspettare, mentre per le FF.AA. che hanno
esigenze ben diverse i tempi devono necessariamente essere più ristretti.
Le canne attualmente più diffuse tra le FF.AA. sono quelle prodotte
da Shilen, Hart, Schneider e , più raramente, Douglas.
Ad esempio il modello M- 40 A1 / A2 dei Fucilieri di Marina americani utilizza
delle canne prodotte dalla Hart, il McMillan M - 86 adottato dagli Incursori
di Marina americani utilizza canne prodotte dalla Douglas, mentre il Robar
SR - 90 adottato da numerose FF.AA. e di Polizia utilizza canne prodotte
dalla Schneider. Il prezzo di queste canne oscilla mediamente tra le 800.000
ed 1.000.000 di lire, dal che si deducono due importantissime considerazioni:
- Si tratta di prodotti estremamente economici se paragonati a
quelli normalmente in circolazione sul mercato e reclamizzati piuttosto
eufemisticamente come “...canne di precisione...”
- Possono essere acquistati per “ricondizionare” (= sostituire
la canna di) sistemi d’arma già in possesso delle FF.AA.
le cui canne hanno esaurito la vita operativa media o risultano palesemente
imprecise
In ogni caso è essenziale diffidare dalla canne reclamizzate
come “...canne da competizione...” quando provengono dalla produzione
di massa!! Tre parametri molto importanti che i vertici delle FF.AA. DEVONO
tassativamente considerare in sede di scelta della canna sono i seguenti:
- Il passo di rigatura
- La lunghezza totale
- Il numero delle rigature
Supponendo, come logica e buonsenso vorrebbero,
che il sistema d’arma sia camerato per il calibro 7,62x51 mm NATO,
la canna dovrà avere una lunghezza compresa tra i 550 ed i 650
mm, un diametro esterno di circa 20 - 22 mm ed un passo di rigatura compreso
tra 1 giro in 10 e 1 giro in 12” (N.B. si ricordi che per questo calibro
è necessario che la palla, in rapporto a quella che è la
lunghezza della canna, compia un numero di giri su se stessa compreso tra
1,7 e 2,4). Per canne inferiori ai 650mm di lunghezza, il passo di
rigatura di 1 giro in 12” è ottimale per le palle di peso medio,
cioè per quelle comprese tra i 155 ed i 175 grs., mentre per
pesi di palla superiori è preferibile optare per passi da 1 giro
in 11” (o, meglio ancora, di 1 giro in 10”). Va sempre ricordato che più
la canna è CORTA (cioè ha una lunghezza pari o inferiore ai
600mm o si avvicina ai 550mm) e più il passo deve essere “stretto”
(ad esempio 1 in 10”) mentre più la canna è LUNGA (cioè
più si avvicina a 650mm di lunghezza totale) e più il passo
deve essere “largo” (ad esempio 1 in 12”). Ad esempio, il passo di
1 giro in 12” con canna di lunghezza NON inferiore ai 610mm (24”) è
OTTIMALE con palle di peso medio: fino ai 300 m con questa combinazione
si ottengono risultati interessanti in termini di precisione!! Oltre ai
610mm (cioè oltre i 24" tipici di molte armi civili) si può
usare comunque il passo di 1 giro in 12" anche con palle relativamente pesante,
solo che le FF.AA. non sempre possono impiegare canne "lunghe", per
cui la scelta del passo potrebbe risultare problematica!! Dal momento che
nelle FF.AA. le distanze di ingaggio dei bersagli sono ben oltre i 300 m,
la scelta più lungimirante sarebbe quella di optare per una
canna non troppo lunga con un passo di rigatura di tipo intermedio, come
ad esempio quello di 1 giro in 11”: il Remington M - 24 SWS adotta un passo
da 1 giro in 11,25”. La scelta della Remington può considerarsi
ottimale perché consente l’utilizzo sia di palle di peso medio
(168 grs.), sia di palle di peso medio-pesante (180 - 190
grs.). In realtà, esiste la possibilità di effettuare un
compromesso che permette di utilizzare canne con passi di 1 giro in 12”
anche da parte delle FF.AA.. Si tratta di realizzare contemporaneamente
le seguenti condizioni:
- Usare canne con non meno di 6 rigature (N.B. se la canna ha
meno di 6 rigature, è conveniente che la sua lunghezza sia prossima
ai 26”, perché si ottiene una stabilizzazione ottimale solo se il
numero di giri compiuti dalla palla su se stessa è compreso tra
1,7 e 2,4)
- Usare palle di peso non superiore ai 175 grs., spinte a velocità
prossime agli 800 m/s con canne di lunghezza non eccessivamente
ridotta (N.B. per palle di peso superiore devono valutarsi in
maniera combinata il passo di rigatura e la lunghezza totale della canna)
- Usare palle con coefficiente balistico il più elevato
possibile e con sezione di guida (driving band) di dimensioni
adeguate
- Usare palle a profilo accuminato e con base rastremata
- Usare, ove possibile, canne di lunghezza non inferiore ai 25”
Per esaltare ulteriormente la precisione intrinseca
molti costruttori (specie a livello artigianale) preferiscono utilizzare
canne con rigature poligonali o semipoligonali. L’esempio più
eclatante è rappresentato dai primi Mc-Millan M40 (versioni
A1 ed A2) ed M86, i quali utilizzavano canne poligonali con passo
di 1 giro in 12” (sempre con 6 rigature), e davano eccellenti risultati
con le cartucce tipo M118 ed equivalenti. Prima di procedere oltre è
preferibile fare alcune specificazioni sulla stabilizzazione giroscopica
dei proiettili e sul significato reale del concetto di stabilità.
Spesso si sente dire che un certo passo di rigatura "...è o
non è in grado di stabilizzare un certo peso di palla ..." senza
dare ulteriore spiegazione. In realtà occorrerebbe distinguere
tra stabilità dinamica (Sd) e stabilità giroscopica
(Sg) prima di poter affermare con sicurezza se un certo proiettile risulta
o meno stabilizzato da un dato passo di rigatura. In termini estremamente
semplificati, la stabilità dinamica è un parametro che
indica con quale rapidità e con quale livello di sincronia le frequenze
di oscillazione verticale ed orizzontale (v. voce a se) si smorzano al passare
del tempo, mentre la stabilità giroscopica è un parametro
che indica la capacità di un proiettile di far prevalere (durante
il suo moto di avanzamento verso il bersaglio) il moto di rotazione assiale
rispetto al moto di rotolamento lungo il proprio asse verticale. Fino
agli anni ’50 del XX secolo si riteneva che per avere un proiettile perfettamente
stabile fosse sufficiente ottenere la condizione Sg > 1. Successivamente
si è osservato come Sg ed Sd fossero inscindibilmente collegati
fra loro, e come fosse dunque necessario rivedere il criterio generale di
stabilità dei proiettili. Attualmente si ritiene che un proiettile,
per essere stabile, debba rispettare la seguente condizione:
Sg > [1 / Sd(2 - Sd)]
Invece di ritenere necessario e sufficiente, ai fini della stabilità,
un valore di Sg superiore a 1, oggi si ritiene fondamentale che il primo
membro della disequazione sia maggiore del secondo. In sintesi, le condizioni
di stabilità possono essere così riassunte:
- i fattore di stabilità giroscopica (Sg) deve SEMPRE essere
MAGGIORE di 1
- il fattore di stabilità dinamica (Sd) deve SEMPRE essere
COMPRESO tra 0 e 2
In altre parole, il fattore di stabilità giroscopica
(Sg) deve essere superiore a 1, mentre il fattore di stabilità
dinamica (Sd) deve essere compreso tra 0 e 2. Normalmente si cerca di
avere una Sd con valori prossimi all’unità (ad esempio 0,8 - 1,2)
in maniera tale da ottenere comunque un valore di Sg positivo. Si noti
che se Sd fosse “troppo piccolo” (ad esempio Sd superiroe a 0,5)
o “troppo grande” (ad esempio Sd > 1,5) la palla risulterebbe
comunque dinamicamente instabile in entrambi i casi, a causa della presenza
di oscillazioni ad alta o bassa frequenza. Posto che deve essere Sg maggiore
di 1 e Sd compreso tra 0 e 2, solitamente si sceglie di lavorare con valori
di Sd < 1 ma comunque il più vicino possibile all’unità,
condizione che permette di avere una palla giroscopicamente STABILE ma
con una LIEVE instabilità dinamica, che però è destinata
a livellarsi con il passare del tempo. In termini concreti, questo significa
che il passo di rigatura NON deve mai essere scelto a caso e, in particolare,
che NON deve mai essere scelto un passo troppo “stretto” rispetto
alle reali esigenze operative. Un passo di rigatura troppo stretto o troppo
giusto finirebbe per determinare fenomeni oscillatori ad alta frequenza
che inficerebbero la Sd della palla. Un esempio eccellente in questo senso
è dato dalla Federal Gold Medal con palla da 168 grs. tipo
HPBT lanciata a poco meno di 800 m/s in un’arma con un passo di rigatura
di 1 giro in 12”. Alla bocca, pur essendo Sg pari a 1,7, la palla è
INSTABILE sotto il profilo DINAMICO dal momento che si manifesta un lento
movimento epiciclico che sembra (almeno in teoria) destinato a crescere
progressivamente. La soluzione più corretta a questo problema sembrerebbe,
almeno in linea teorica, quella di optare per un passo di rigatura più
stretto, come ad esempio quello di 1 giro in 10”. Sempre in linea teorica,
la stabilità perfetta sotto il profilo dinamico si otterrebbe con
un passo di 1 giro in 7”, che determinerebbe, tra l’altro, una Sg pari
a 5 (alla bocca). In realtà, l’utilizzo di un passo di rigatura troppo
stretto va a pregiudicare la precisione, tant’è vero che i tiratori
di Bench-Rest preferiscono utilizzare la cartuccia in commento
con armi dotate di un passo di rigatura di 1 giro in 14”. La ragione,
apparentemente inspiegabile, di questa scelta è che si preferisce
convivere con un piccolo movimento epiciclico destinato comunque a smorzarsi
con il passare del tempo, piuttosto che avere un proiettile apparentemente
stabile ma destinato a produrre ampi mutamenti di traiettoria sulla lunga
distanza. Naturalmente il movimento epiciclico sarà tanto maggiore
quanto minore la coassialità della munizione utilizzata. Di solito
la tolleranza, in termini di coassialità, dovrebbe essere di ±
0,005 mm anche se la media (escludendo la ricarica specialistica) è
di ± 0,05 mm. Espandendo ulteriormente il discorso, per cercare
di ottenere i migliori risultati in termini di precisione è opportuno
sfruttare i seguenti artifici costruttivi:
- Usare cartucce il più lunghe possibile (in riferimento
al singolo calibro) = più la cartuccia è lunga, più
lo spazio che la palla dovrà percorrere prima di impegnare la
rigatura è ridotto e, di conseguenza, sarà ridotto il valore
delle frequenze di oscillazione della palla
- Usare palle di peso medio o medio alto (in riferimento al
singolo calibro) = più la palla è pesante e più
l’inerzia di cui è dotata sarà elevata e, di conseguenza,
minore sarà il valore delle frequenze di oscillazione della palla
Premesso ciò, il comportamento del proiettile
può ricadere entro quattro casi fondamentali che possono così
essere sintetizzati:
- Proiettile giroscopicamente STABILE con piccoli angoli di imbardata
e maggiormente stabile con ampi angoli di imbardata (N.B. movimenti
periodici di imbardata e beccheggio di qualsiasi ampiezza sono sempre
possibili)
- Proiettile giroscopicamente INSTABILE con piccoli angoli di
imbardata ma decisamente più stabile con angoli di imbardata
più ampi (N.B. sono sempre possibili movimenti di imbardata
e di beccheggio)
- Proiettile giroscopicamente STABILE con piccoli angoli di imbardata
ma decisamente meno stabile con angoli di imbardata più ampi
- Proiettile giroscopicamente INSTABILE con qualsiasi angolo di
imbardata (N.B. la comparsa di qualsiasi movimento di imbardata o
beccheggio è destinato a crescere esponenzialmente con il passare
del tempo)
In termini più semplificati, la rotazione impressa dalla
rigatura combinata con il fatto che nessuna cartuccia è perfettamente
coassiale spinge la palla a muoversi secondo un movimento che in geometria
viene definito come epiciclico e che si caratterizza per la compresenza
di due distinte frequenze di oscillazione. Queste frequenze sono dette:
- Verticale (yawing frequency), o di beccheggio,
derivante dal fatto che il proiettile tende ad andare verso l’alto ogni
volta che è inserito nella camera (anche manualmente)
- Orizzontale (pitching frequency), o di imbardata,
derivante dal fatto che il proiettile tende a ruotare verso destra a
causa della tipologia della rigatura
Va sottolineato che ogni successivo movimento
della palla ha un’ampiezza minore del precedente a causa, principalmente,
dello smorzamento della frequenza di imbardamento. Più precisamente
le due frequenze, di beccheggio e di imbardamento, tendono a smorzarsi
all’aumentare della distanza pur se in tempi diversi. In linea del tutto
generale, è la frequenza di beccheggio che tende a smorzarsi per
prima, mentre quella di imbardata tende a smorzarsi più lentamente.
Tornando all’esempio precedente, cioè quello relativo alla Federal
Gold Medal, si può notare che, tra i 180 e i 200 m la punta della
palla oscilla attorno all’asse della medesima di 1,7 - 1,8°. Tra i 520
ed i 550 m la frequenza di beccheggio è praticamente scomparsa,
mentre quella di imbardata continua a smorzarsi e l’oscillazione della
palla è passata a 2,2 - 2,3°. Superati gli 800 m la frequenza
di imbardata continua a smorzarsi mentre l’oscillazione della palla si
attesta sui 4,8 - 5°, valore che rimarrà stabile anche oltre
i 1000 m. Quello che si vuole dire è che il fattore di stabilità
giroscopica aumenta con il crescere della distanza a causa del fatto
che Sg è direttamente proporzionale al quadrato del rapporto tra
velocità assiale (P0) e velocità alla bocca (V0). Siccome
la velocità alla bocca diminuisce più rapidamente della
velocità assiale, Sg cresce all’aumentare della distanza. Nel caso
in esame, Sg passa da un valore di 1,7 (alla bocca) ad uno di 5,9 (a 1000
m) e, cosa importante, non si registrano variazioni significative sia
con il passo di 1 giro in 10”, sia con il passo di 1 giro in 14”. Taluni
potrebbero meravigliarsi del fatto che Sg aumenta al crescere dell’oscillazione
della punta del proiettile, tuttavia, questa oscillazione non è
un fattore limitante la stabilità giroscopica, bensì l’espressione
di una lievissima instabilità dinamica causata da un movimento
di imbardata a bassa frequenza. Questo movimento, come si è già
visto, cresce progressivamente fino ad una certa distanza (solitamente
fino a 750 - 800 m) per poi stabilizzarsi su di un certo livello a causa
principalmente dell’azione di una serie di forze non lineari (principalmente
a causa del c.d momento di Magnus) che agiscono sui proiettili lanciati
nell’atmosfera terrestre. Quello che si vuole dire, conclusivamente, è
che dal punto di vista costruttivo si preferisce avere una Sg alta e, contemporaneamente,
convivere con una lieve instabilità dinamica comunque destinata
a stabilizzarsi. Questo è il motivo per il quale la quasi totalità
dei costruttori opta, in riferimento al calibro 7,62 NATO, per il passo
di rigatura di 1 giro in 12”, cioè per un passo che teoricamente
non sarebbe idoneo a garantire una stabilizzazione (dinamica) perfetta. Sempre
per lo stesso motivo la quasi totalità dei costruttori moderni afferma
che è possibile utilizzare “palle pesanti” (180 - 190 grs.)
in armi con passo di rigatura di 1 giro in 12”. Come si è visto NON
si tratta di una affermazione del tutto CORRETTA sotto il profilo scientifico,
ma che in realtà dimostra una certa valenza sotto il profilo pratico:
si sceglie il compromesso invece di ricercare a tutti i costi un’utopia.
È chiaro che “per usare correttamente questo compromesso”,
moltissimo (se non tutto), dipende dall’utente finale, il quale deve:
- Realizzare una cartuccia il più coassiale
possibile, cioè con eccentricità MINIMA (minimum run-out)
- Realizzare una cartuccia il più lunga possibile in riferimento
all’arma da utilizzare
- Tenere conto delle dimensioni della camera di cartuccia e dell’inizio
di rigatura (N.B. tutte le armi camerate per il 7,62 NATO e destinate
all’armamento delle FF.AA. possiedono una camera con un inizio di rigatura
molto più lungo del normale)
Passando a munizionamento decisamente più POTENTE, per
sistemi d’arma camerati, ad esempio, in calibro .300 Winchester Magnum,
il passo di rigatura sarà TASSATIVAMENTE quello di 1 giro in 10”
(necessario per stabilizzare palle di peso compreso tra i 190 ed i 220
grs.), il diametro esterno sarà di 22 - 25 mm e la lunghezza totale
sarà compresa tra i 650 ed i 750 mm. Per il .338 Lapua Magnum
il passo di rigatura richiesto è di 1 giro in 10”, mentre per
il 7 mm Remington Magnum è di 1 giro in 9”. Il principio
fondamentale da rispettare nella scelta della canna è che più
la munizione è potente, più la stessa DEVE essere lunga
(per consentire la corretta combustione della polvere) e pesante (per
diminuire il rinculo ed il rilevamento). La canna DEVE essere pesante
non solo per diminuire il rilevamento ed il rinculo, e quindi per rendere
l’utilizzo del sistema d’arma il meno gravoso possibile, ma anche per
ridurre il più possibile la c.d. “fase armonica” all’atto
dello sparo. Quando il proiettile passa lungo la canna, questa inizierà
a vibrare lungo il proprio asse longitudinale in maniera non dissimile dal
fenomeno del moto armonico. Per essere più chiari, all’atto dello
sparo la canna inizia a vibrare, dalla culatta alla volata, in maniera analoga
a come se venisse colpita sulla culatta con una vigorosa martellata! Più
la canna è pesante, più e dotata di inerzia all’impulso dato
dal proiettile, per cui più la canna è pesante e più
la fase armonica della canna sarà minimizzata. La riduzione della
fase armonica è importantissima ai fini della precisione perché
se dovesse essere troppo elevata, la palla lascerebbe la volata con un angolo
a che si verrebbe a formare tra l’asse della canna e la traiettoria del
proiettile in volo: questo angolo a è il c.d. “angolo di uscita”.
Si noti che se a dovesse essere sensibilmente maggiore di 0,1° (α>>0,1°),
i risultati sul bersaglio, in termini di precisione, sarebbero a dir
poco patetici!! Questo è il motivo ESSENZIALE per il quale tutti
i sistemi d’arma di precisione degni di questo nome utilizzano canne
da competizione di tipo pesante. Premesso che, normalmente, l’angolo
di uscita di un sistema d’arma destinato al tiro di interdizione è
attorno agli 0,010°, in linea di massima si può aggiungere
che:
- Se l’angolo d’uscita è inferiore a
0,025° - 0,020° e prossimo a 0,010°, l’arma può essere
proficuamente utilizzata, ad esempio, per fini addestrativi
- Se l’angolo d’uscita è inferiore a 0,075° e prossimo a 0,020°,
l’arma può comunque essere utilizzata, ad esempio, per fini addestrativi
o di studio
- Se l’angolo d’uscita è compreso tra gli 0,050° e gli 0,075°,
l’arma è ancora in condizioni di essere utilizzata, ma le sue condizioni
vanno segnalate al competente Addetto all’Armamento ed al Munizionamento
- Se l’angolo d’uscita è compreso tra gli 0,050° e gli 0,10°,
l’arma è immediatamente da revisionare
- Se l’angolo d’uscita è superiore agli 0,10° l’arma va scartata
(o revisionata)in quanto o la canna “é troppo leggera”
per effettuare del tiro di interdizione, oppure la rigidità strutturale
dell’intero sistema d’arma sta venendo meno
Volendo misurare l’ampiezza dell’angolo di uscita di un qualsiasi
sistema d’arma, è necessario ricorrere a strumenti di misura
estremamente complessi e sofisticati (fotocamere, sensori di prossimità,
sofisticati software di gestione, modelli matematici approntati
ad hoc per l’analisi del fenomeno) che dovrebbero riuscire a cogliere
l’oscillazione impercettibile della canna nel lasso di tempo compreso
tra l’inizio del movimento della palla nella rigatura ed il momento in
cui la stessa lascia la volata. Questi strumenti dovrebbero poi riuscire
a tenere DISTINTI (cosa alquanto difficile) i fattori INTRINSECI dell’oscillazione
(N.B. si tratta essenzialmente della struttura della canna, con particolare
riferimento alla sua rigidità, alle sue dimensioni ed alla velocità
di propagazione del calore e delle vibrazioni) dai fattori ESTRINSECI della
medesima (N.B. principalmente si tratta della coassialità della
cartuccia rispetto alla camera di scoppio e della coassialità tra
palla e bossolo), che insieme sono responsabili della formazione dell’angolo
di uscita. Per dovere di correttezza, va comunque sottolineato che, sotto
il profilo pratico, all’utente finale il valore effettivo dell’angolo d’uscita
NON interessa molto. Più che altro si tratta di un parametro che
interessa alle Aziende produttrici di armi lunghe in almeno tre fasi costruttive,
e cioè:
- Durante la fase del c.d. “studio di fattibilità”
che precede l’inizio della produzione vera e propria
- Durante la fase di realizzazione dei prototipi
- Durante il passaggio tra fase prototipale ed inizio della produzione
vera e propria
Ad ogni modo, per chi lo desidera, esiste un
metodo INDIRETTO che consente di calcolare, con grossolana approssimazione,
il valore dell’angolo di uscita, il che permette di valutare (approssimativamente)
l’efficienza di un determinato binomio arma - munizione. Per dovere di
correttezza va sottolineato che, in nessun caso, questo metodo consente
di valutare il livello di precisione assoluta di un determinato sistema
d’arma, ne tantomeno permette di confrontare tra di loro due o più
armi!! Partendo da alcune semplici cognizioni di trigonometria (per
le quali si rimanda il lettore ad un testo specialistico), è possibile
sostenere che l’angolo d’uscita è pari a:
α = arctang (FDB : Db)
LEGENDA
- α = angolo d’uscita (espresso nel sistema
arco - ora o sessagesimale che dir si voglia)
- FDB = Fattore di Dispersione Balistica
(misurata in metri o, più precisamente, misurata in mm sul
bersaglio cartaceo ma successivamente convertita in metri, prima dell’operazione
matematica, per rispettare il principio di omogeneità delle unità
di misura)
- Db = distanza dal bersaglio (misurata
in metri)
Particolare attenzione da parte del lettore merita senza dubbio
il Fattore di Dispersione Balistica (FDB), un parametro alquanto
bistrattato e sul quale esiste parecchia confusione!! In termini tecnici,
esso corrisponde alla MEDIA, misurata in mm, dell’ampiezza delle rosate
ottenibili da uno specifico sistema d’arma realizzate alle seguenti condizioni:
- Utilizzo di un sistema d’arma la cui canna
sia perfettamente PULITA ed ASCUITTA
- Utilizzo di un solo tipo di munizioni (N.B. deve essere effettuata
una prova diversa per ogni tipo di munizioni, poiché i dati ottenuti
NON devono assolutamente essere mescolati!!)
- Utilizzo di munizioni il più coassiali possibili (N.B.
in ogni caso vanno scartate munizioni con eccentricità superiore
a ± 0,050mm)
- Realizzazione in laboratorio a CAS (per il significato, v. voce
a se)
- Utilizzo di NON meno di 100 cartucce appartenenti allo stesso
lotto
- Esecuzione pratica tramite realizzazione di rosate da non meno
di 3 e non più di 5 colpi
- Realizzazione delle singole rosate con intervalli di NON meno
di 2 minuti primi tra un colpo e l’altro per garantire un minimo
di raffreddamento alla canna
- Effettuazione di operazioni di pulizia intermedie ogni 10 -
15 colpi per evitare il depositarsi di un eccessivo livello di residui
di combustione (N.B. si tratta di applicare del solvente, di asciugare
e di lasciare raffreddare la canna)
Si rammenta che la prova per la misurazione del FDB (che in parole
povere corrisponde al valore MEDIO dell’ampiezza della ROSATA realizzata
da un determinato sistema d’arma) NON deve essere confusa ne con quelle
che prevedono l’esecuzione di rosate di tipo “ampio” (ad esempio
10 o 20 colpi), ne con quelle relative all’esecuzione del c.d. “tiro
rapido”: si tratta di cose completamente diverse che NON devono (e
non possono) essere confuse tra loro!! In ogni caso è ESSENZIALE
che, per ogni tipologia di munizioni, vengano effettuate quante più
prove possibili, così come è necessario che vengano effettuate
prove pratiche con tutti i tipi di munizioni disponibili (N.B. ovviamente
vanno scartate a priori tutte le munizioni non destinate al tiro di interdizione).
Questo è IMPORTANTE perché, più dati ci sono e più
sarà precisa la misurazione della rosata e, di conseguenza, tanto
più sarà precisa la valutazione dell’angolo d’uscita. Una
volta calcolato il valore dell’angolo d’uscita, è necessario fare
alcune precisazioni, e cioè che:
- Nell’ambito del SINGOLO calibro, le variazioni
dell’angolo d’uscita sono pressoché infinitesimali (e quindi
trascurabili) per tutta la gamma delle munizioni impiegabili (con la
sola eccezione delle munizioni con palle iperleggere o pesanti e/o superpesanti),
per cui si può affermare che l’angolo d’uscita rimane pressoché
costante al variare del peso di palla (almeno entro
un gamma piuttosto ampia)
- Nell’ambito del SINGOLO calibro, le variazioni dell’angolo d’uscita
sono direttamente dipendenti (in maniera maggioritaria) dalla
coassialità tra palla e bossolo e dalla coassialità tra
camera di scoppio e cartuccia, per cui i sistemi d’arma a ripetizione
ordinaria tendono ad essere più precisi di quelli semiautomatici
(con la sola eccezione di quelli dotati di canne molto pesanti e sistemi
di alimentazione di tipo “orizzontale”)
La procedura testé delineata permette
di ottenere il valore del presunto angolo d’uscita, il quale DEVE necessariamente
“...essere preso con beneficio di d’inventario...” da chi ha
effettuato i calcoli!! Ed è proprio a causa della sua approssimazione
che la sua valenza pratica è molto limitata, così come,
sempre per lo stesso motivo, NON si può (e non si deve) utilizzare
questo valore per esprimere concetti o grandezze che nulla hanno a che
fare con esso. Un esempio concreto potrà forse chiarire meglio
il significato di questa precisazione. Il punto essenziale di tutto questo
discorso è che, all’atto pratico, NON si può contestualmente
affermare che l’angolo d’uscita è adimensionale (affermazione
scientificamente corretta) e, subito dopo, affermare che “...posso utilizzare
l’angolo d’uscita per misurare l’ampiezza delle rosate eseguite con il
fucile X alla distanza Y utilizzando le munizioni Z...”, quando la
rosata, per sua natura intrinseca, è DIMENSIONALE!! Dovrebbe essere
di dominio comune il fatto che, dopo avere effettuato una rosata di prova,
ci reca a misurare la medesima con un righello graduato in mm (o in cm),
NON con un goniometro, ne ci si mette ad effettuare la misurazione della
rosata, direttamente dalla piazzola di tiro, tramite un teodolite!! Non
si può misurare l’ampiezza di una rosata (per definizione dimensionale)
con un’unità di misura angolare (per definizione adimensionale).
Ragionando per assurdo, sarebbe un po’ come entrare in panetteria e dire
qualcosa del tipo “...buongiorno, vorrei un litro di pane...”!!
In altre parole, l’angolo d’uscita NON dice tutto della precisione di un
determinato sistema d’arma, perché a parità di angolo d’uscita,
utilizzando due munizioni diverse (o anche utilizzando gruppi di munizioni
simili, l’uno più eccentrico dell’altro) si otterranno risultati
che potrebbero essere anche radicalmente DIVERSI in termini di precisione
sul bersaglio. Questo è chiaramente dimostrabile quando l’angolo
d’uscita viene misurato in laboratorio tramite gli strumenti appropriati,
invece che a tavolino, con il calcolatore tascabile, dove si crede di ottenere
(o si vuole ottenere) il risultato che più fa comodo a seconda dei
casi!L’ossessione di voler misurare a tutti i costi l’ampiezza delle rosate
utilizzando un sistema per la misurazione degli angoli, è un tipico
esempio di sciatteria intellettuale ravvisabile (alla data della presente
pubblicazione) su numerose “riviste di settore” (italiane ed estere),
sulle cui pagine molti “...presunti esperti di balistica esterna...”
(che spesso frequentano le sedi UITS solo perché lavorano per una
certa testata, o che addirittura non hanno nemmeno fatto il servizio militare
e parlano di armi...) pontificano le loro assurde teorie pseudo-scientifiche.
Queste teorie, che hanno il loro substrato intellettualoide in certa sub-cultura
di origine statunitense (in base alla quale tutto DEVE essere tassativamente
inquadrato entro schemi fissi, rigidi e prestabiliti, per cui ogni cosa
DEVE poter essere misurata e/o valutata entro parametri assoluti finalizzati
a creare una “...scala di valori...” da utilizzarsi, non si sa
bene per quali scopi...), sono state acriticamente riportate in Italia
(ma anche nel resto dell’Europa), in maniera del tutto automatica, sulla
base del semplice presupposto che “...se una cosa viene dall’America va
bene perché l’America sta più avanti di noi; se una cosa viene
dall’Italia o dall’Europa allora non va bene perché è automaticamente
negativa, arretrata, sbagliata, etc. ...”. A parte la lurida esterofilia
che connota i ragionamenti ed i discorsi di questi pittoreschi personaggi,
quello che conta in concreto è che le loro elucubrazioni pseudo-intellettuali
non hanno la benché minima base scientifica!! Tanto per fare un
esempio di questa testé ricordata “sciatteria intellettuale”,
su alcune riviste di settore (italiane e non) è comparsa più
volte una domanda del tipo “...a quanti MOA corrisponde un rosata di
50 mm a 200 m?” L’esperto di turno, con un ragionamento senza capo
ne coda, ed del quale non erano resi noti i presupposti o le motivazioni
scientifiche, spiegava ai lettori che la rosata equivaleva a “... 0,8591
MOA”!! In realtà, una rosata di 50 mm a 200 m si misura in mm
(o in cm) NON con un qualsivoglia sistema di misurazione angolare, per
cui ne la domanda posta, ne la risposta data dal “saccente di turno” hanno
un senso sotto il profilo scientifico!! Una rosata da 50 mm a 200 m misura
semplicemente 50 mm, e l’unico commento che si può fare è
che NON è una rosata degna di un sistema d’arma di precisione: fine
del discorso!! Se si vuole, partendo da questi due dati è possibile
tentare di calcolare (matematicamente) il PRESUNTO angolo d’uscita dell’arma
oggetto del presente esempio, ma con la NECESSARIA avvertenza che non sarà
in ogni caso un risultato preciso ed attendibile per i seguenti motivi
(N.B. la vera misurazione andrebbe fatta in laboratorio, non a tavolino
con il proprio calcolatore tascabile!!)
- Non sono precisate le Condizioni Atmosferiche
Operative (e non si sa se le CAO coincidano con le CAS, oppure no)
- Non sono specificate le munizioni impiegate
- Non esiste un numero sufficiente di dati che permettano di effettuare
una misurazione almeno di tipo preliminare
- Si tratta, in ogni caso, di una misurazione indiretta
Utilizzando la formula indicata in precedenza, il presunto angolo
di uscita sarà pari a:
α = arctang (FDB : Db)
α = arctang (0,05 : 200)
α = arctang 0,00025
α = 0,01432°
Il risultato trovato rappresenta l’angolo d’uscita misurato con
il sistema sessagesimanle (o arco - ora). Volendo, è possibile
moltiplicare il risultato trovato per 60, ottenendo così il valore
dell’angolo d’uscita, espresso in minuti primi, pari a 0,8954'. Ma, una
volta eseguiti questi calcoli, NON si può dire che la rosata in commento
“...misura 0,8954 MOA...” o di “...avere calcolato il MOA della
rosata...”. Matematicamente parlando sarebbe una grossa fesseria!!
In altre parole, sulla base dei pochi dati a disposizione (per altro parziali
ed incompleti), si può affermare, con estrema cautela, che l’arma
dell’esempio sopra esposto dovrebbe avere un (presunto) angolo d’uscita
di 0,01432°. Naturalmente si tratta di un dato che “...va preso
con le molle...” e che va verificato sia con altri tipi di munizioni,
sia (essenzialmente) con una più attenta analisi in laboratorio!! A
supporto di questa affermazione si sottolinea che, anche se in apparenza il
dato di 0,01432° sembrerebbe essere molto positivo (N.B. tendenzialmente
dovrebbe essere α < 0,1°), in realtà una rosata simile è
tipica di un qualsiasi fucile e NON di un sistema d’arma di precisione!! Per
convincersene, basta pensare che un fucile realmente preciso, a 200 m realizza
rosate dal diametro di 20 mm od inferiori. Questo indica chiaramente come
il dato trovato non corrisponda al valore dell’effettivo angolo d’uscita!!
Ne consegue, inoltre (e si ribadisce quanto espresso in precedenza), che
tutto questo non ha nulla a che vedere con l’affermare arrogantemente (come
da anni si continua a fare) che “...il fucile X produce una rosata di 0,01432°
(o 0,8594 I) a 200 m ...” ne, tantomeno, con altre affermazioni scientificamente
insulse del tipo “...abbiamo effettuato il calcolo del MOA ed abbiamo
appurato che, per il fucile X, è pari a 0,8594...”. (N.B. per
il MOA , la confusione che lo circonda e per mancato uso del vocabolario
Italiano - inglese, si rimanda il lettore alla voce a se). Un’altra vera
e propria “...bestemmia scientifica...”, sempre connessa a questo
argomento, riguarda il fantomatico “...confronto di rosate...” tra
due ipotetici “fucili di precisione” in ordine ai quali non viene fornita
nessun tipo di specificazione. Ad esempio, tempo fa è comparso un
articolo dove il solito esperto di turno chiedeva piuttosto arrogantemente
ai lettori se, a loro avviso “... fosse più preciso il fucile X,
che produceva una rosata di 1,8 cm a 76 m, oppure il fucile Y che produceva
una rosata da 6,4 mm a 28 m...”. Qualsiasi studente della Scuola dell’Obbligo
che abbia un minimo di padronanza nell’applicazione del sistema metrico decimale
e delle equivalenze, risponderebbe all’esperto di turno (più o meno
educatamente) di tornarsene sui banchi di scuola!! Inoltre, stante il fatto
che “...il nostro esperto...” ha palesemente violato principio di omogeneità
nell’impiego delle unità di misura, questa domanda non ha assolutamente
alcun senso scientifico!! Ciò significa che le rosate DEVONO tassativamente
essere espresse TUTTE in mm, oppure in cm. Ancora, è ormai di dominio
comune (per altro da numerosi decenni!) che, se proprio si desidera effettuare
un paragone, la misurazione delle rosate va effettuata sulla STESSA identica
distanza, e NON a distanze diverse!! Questi esperti ignorano completamente
il vecchio adagio in base al quale “la precisione sul bersaglio
è il prodotto dell’uniformità dei componenti chiamati a svolgere
un determinato compito”: sono molteplici i fattori che entrano in gioco
e che possono dare risultati diversi in termini di precisione sul bersaglio!
Va poi ricordato che, tra questi molteplici fattori, ci sono polveri che
manifestano drastici segni di decadimento, in termini di precisione, al
di là (o in prossimità) di certe distanze, per cui sarebbe
errato dire che “...il fucile X è meno preciso del fucile Y...”
non tenendo conto di questo importante aspetto. Ad ogni modo, secondo
l’autore di questo fantomatico confronto fra rosate, “...per misurare
se è più preciso il fucile X od il fucile Y occorre confrontare
il rapporto tra i diametri delle rosate e le relative distanze, in maniera
tale da ottenere un unità di misura adimensionata ... tramite la
quale calcolare l’angolo sotto il quale si osserva la rosata dal punto
di origine del tiro...”. In primo luogo, il nostro esperto si è
dimenticato che “...mettendo tutti insieme appassionatamente mm, cm e m...”
non si ottiene assolutamente nulla al di fuori di un’immensa castroneria
matematica!! A parte questo, non solo sarebbe il caso che, prima di scrivere,
“...il nostro esperto...” desse una rapida occhiata ad un buon dizionario
della lingua italiana, in quanto la parola “adimensionata” NON esiste nella
nostra lingua, ma sarebbe altresì il caso che questa persona evitasse
di scrivere se NON sa ASSOLUTAMENTE di che cosa sta parlando !! Infatti,
l’inciso “... sotto il quale si osserva la rosata dal punto di origine
del tiro...”, non solo non significa NULLA in lingua italiana, ma è
assolutamente PRIVA di qualsiasi significato scientifico!! Ovviamente l’autore
di queste castronerie scientifiche non se ne preoccupa minimamente, così
come non si preoccupa di rispondere a domande del tipo:
- Quali sono gli scopi dello studio?
- Perché non si utilizzano unità di misura omogenee
prima di eseguire i calcoli?
- Cosa si vuole misurare in concreto?
- Perché non si usano le unità di misura in maniera
pertinente ?
- Quali sono le conclusioni?
Quello che lascia esterrefatti, in tutti questi
discorsi, è l’ossessione di volere a tutti costi confrontare
tra di loro grandezze non omogenee al fine di trovare, non si sa bene
tramite quale artificio, un qualcosa che sia “...il migliore in assoluto...”!
Questa ossessione di trovare la cosa che sia “...migliore del mondo...”
è la stessa che ha prodotto altre inequivocabili “...schifezze
pseudo - intellettuali...” quali:
- Il fattore potenziale → si tratta di un’idiozia prodotta
tempo fa negli USA (per opera di alcuni giornalisti scriventi sulle
riviste del settore armiero), ed importata pedissequamente
in Italia (da persone poco attente), il cui scopo è quello di
individuare l’arma migliore in assoluto (a prescindere dal tipo, ma basandosi
su parametri fissati arbitrariamente e senza alcuna logica)
- Il potere d’arresto → si tratta di una castroneria pseudo
- scientifica prodotta negli USA volta ad individuare il calibro migliore
del mondo, non in base a criteri scientifici, bensì in base ai
capricci ed agli umori di chi ha il solo interesse di dimostrare che “...il
calibro migliore del mondo è il .45 ACP...” (cioè un prodotto
americano, perché tutto quello che non viene dagli USA è,
per i sostenitori di queste assurdità, del tutto inefficiente)
- Il quoziente d’intelligenza → si tratta di un’altra bestialità
pseudo - scientifica sorta negli USA (ad opera degli studiosi
di criminologia), all’incirca negli anni ‘30, originariamente
per meri scopi di discriminazione sociale e / o razziale (N.B. l’idea
originaria era quella di dimostrare che i criminali erano tutti
poco intelligenti, e che quindi tutti i soggetti intellettualmente poco
dotati fossero automaticamente inclini al crimine ... peccato che l’evoluzione
scientifica ha dimostrato l’esatto contrario, e cioè che la maggior
parte dei criminali sono estremamente intelligenti!!), e successivamente
diffusasi a macchia d’olio per banali motivi di costume (N.B. a seconda
di come si supera un determinato numero di test di deduzione logica,
è possibile calcolare il valore del quoziente intellettivo di un
dato individuo ... peccato che la medicina moderna ha dimostrato
che, allo stato attuale, non ci sono modi per misurare l’esatta entità
dell’intelligenza umana, facoltà per altro non misurabile, ma
esistono solo metodologie per valutarne indirettamente solo alcuni aspetti
!!! )
Tutto questo non significa che bisogna rigettare la cultura degli
altri Paesi, ma significa semplicemente che non bisogna prendere automaticamente
per oro colato tutto quando viene dall’estero. Ci sono già troppe
persone che soffrono di esterofilia cronica in Italia, per cui sarebbe
veramente il caso di iniziare realmente a ragionare con la propria testa
per arrivare a capire se una cosa “...funziona davvero o se si tratta
di una mera castroneria...”!! Terminata questa lunghissima, ma DOVEROSA,
digressione scientifica, analizziamo gli altri motivi per i quali si rivela
necessario l’impiego di una canna di tipo pesante nei sistemi d’arma destinati
al tiro di interdizione. Un altro motivo per il quale vengono adottate
canne pesanti è quello di favorire al massimo la dissipazione termica.
Dal momento che la dissipazione termica è direttamente proporzionale
alla superficie radiante, più il diametro esterno della canna è
elevato, più la dissipazione termica sarà elevata, e quindi
la canna tenderà a raffreddarsi più velocemente (rispetto
ad una di tipo non pesante) a parità di colpi sparati. Per questo
motivo, durante la seconda metà degli anni ‘90 del XX secolo hanno
cominciato a diffondersi le canne c.d. “scanalate” (fluted barrel),
cioè canne da competizione di tipo pesante con delle leggere scanalature
longitudinali che vanno, più o meno, da circa 100 mm dopo la camera
di cartuccia a circa 50 mm dietro il vivo di volata. Si tratta di un espediente
ingegnoso che AUMENTA ancora di più la dissipazione termica: un esempio
eccellente di questa tecnica si può trovare sul Robar SR - 90
(v. voce a se). Venendo al numero di rigature, lo standard attuale per le
canne da competizione è di 6 rigature a passo costante. Per questo
motivo è necessario diffidare di tutti quei sistemi d’arma che adottano
canne da sole 4 rigature pubblicizzate come “...canne per fucili di precisione...”.
Il semplice passaggio da 4 a 5 rigature da già delle notevoli differenze
in termini di precisione, mentre il passaggio da 4 a 6 rigature determina
una modifica impressionante nella precisione intrinseca alle brevi e medie
distanze: con canne simili, rosate (di 3 colpi) da 10 - 15 mm a 100 m diventano
assolutamente normali!! E' comunque vero che, come accade per tutte le cose,
anche in questo caso ci possono essere delle eccezioni.
segue - l'azione
Passando all’azione (action), essa rappresenta l’organizzazione
meccanica dell’arma e, com’è già stato detto in precedenza,
può essere di tipo ordinario (bolt action) o semiautomatico
(semi - auto). L’azione di tipo ordinario, o ad otturatore girevole
- scorrevole che dir si voglia, rappresenta l’organizzazione meccanica
più diffusa nel settore delle armi di precisione per i seguenti
motivi:
- Maggiore semplicità costruttiva
- Maggiore facilità di manutenzione ordinaria e straordinaria
- Maggiore silenziosità di funzionamento
- Minore possibilità di rotture, inceppamenti o malfunzionamenti
- Minore peso in assetto operativo (= maggiore portabilità)
Il consiglio che si può dare in questa
sede per quanto concerne il sistema d’arma da adottare, è che
le FF.AA. scelgano un fucile a ripetizione ordinaria realizzato “...per
assemblaggio...”, cioè costruito con i migliori “pezzi”
presenti sul mercato mondiale. I migliori sistemi d’arma attualmente in
circolazione sono realizzati con questa tecnica, e a tutti gli effetti si
può dire che si tratta delle armi più precise, più
robuste e più economiche specie se paragonate ai “...fucili di
precisione...” della produzione di massa. La maggiore semplicità
costruttiva di questa organizzazione meccanica e la conseguente scarsa possibilità
di inceppamento rendono questi sistemi d’arma particolarmente adatti all’impiego
da parte delle FF.AA. Si tenga conto del fatto che queste armi si trovano
spesso a dovere funzionare in ambienti particolarmente disagevoli dove un’arma
di tipo semiautomatico potrebbe trovare non poche difficoltà a funzionare
correttamente. Un altro vantaggio importante delle armi a ripetizione ordinaria
è costituito dalla loro silenziosità di funzionamento. Essendo
operate manualmente dal tiratore, non ci sarà alcun rumore dovuto
a molle “...che si aprono...”, otturatori che “sbattono” o
altri tipi di rumori che possono rivelare al nemico la presenza di un tiratore
scelto. Uno dei principali difetti delle armi semiautomatiche è proprio
quello della loro eccessiva rumorosità, tant’è vero che sono
pochissime, allo stato attuale, le armi di questo tipo che possono considerarsi
del tutto “...silenziose...”. Va poi aggiunto che il funzionamento
di tipo manuale consente di ottenere un altro vantaggio in termini di precisione
intrinseca del sistema d’arma. Spesso si dice, piuttosto presuntuosamente,
che “...le armi a ripetizione ordinaria sono sempre più precise
di quelle semiautomatiche...” senza spiegarne la ragione. Il motivo
NON deve essere ricercato nella singola appartenenza ad un genus piuttosto
che ad un altro ma, piuttosto, ad una singola fase del funzionamento di questi
sistemi d’arma che è la fase di cameratura. Nelle armi a ripetizione
ordinaria, dal momento che il funzionamento è manuale, la fase di
cameratura avviene in maniera molto morbida e SENZA compromettere la coassialità
delle munizioni. Nelle armi semiautomatiche, viceversa, la fase di cameratura
è, almeno di norma (poiché esistono delle eccezioni), abbastanza
“violenta” e tale da alterare la concentricità dei proiettili:
naturalmente la differenza tra una munizione concentrica ed una non concentrica
è ENORME in termini di precisione!! Un ulteriore vantaggio delle armi
a ripetizione ordinaria è quello del peso totale INFERIORE rispetto
a quello delle armi semiautomatiche. A livello indicativo, il sistema d’arma
“ideale” per le FF.AA. dovrebbe pesare circa 6,5 Kg “...in assetto
operativo...”, cioè carico e dotato di ottica e se si pensa, ad
esempio, che il PSG - 1 pesa attorno ai 9 Kg le conclusioni sono subito fatte.
Naturalmente tutto questo non significa che le armi semiautomatiche siano
inferiori o peggiori di quelle a ripetizione ordinaria poiché le prime
hanno vantaggi che le seconde non hanno, ad esempio:
- La fase armonica nettamente ridotta
- Il rinculo ridotto
- La celerità di tiro nettamente superiore
Per quanto concerne il tipo di azione utilizzato per la costruzione
dei sistemi d’arma di maggior pregio, normalmente le armi prodotte sul
mercato americano vengono realizzate partendo dall’azione Remington modello
700 BDL (cioè quella c.d. corta) o, più raramente, sull’azione
Winchester modello 70. Viceversa le armi costruite in Europa sono realizzate
partendo dalle azioni prodotte rispettivamente dalla Mauser o dalla Sako,
avendo cura di scegliere tra quelle un “...po’ datate...” poiché
le azioni più recenti hanno perso molta della qualità di
un tempo. Si tenga presente che un sistema d’arma realizzato per assemblaggio
è molto più preciso, più affidabile e più
resistente di qualsiasi altro prodotto in serie e, soprattutto, costa
molto meno!! L’azione deve poi essere fissata il più rigidamente
possibile alla calciatura tramite una particolarissima operazione denominata
incassatura o accoppiamento (bedding). Questa operazione può
essere fatta in due modi (solitamente considerati come) alternativi:
- Su fibra di vetro (fiberglass - bedding,
altresì noto come glass-bedding) = in questo caso si rimuove
una parte sottilissima del materiale componente la calciatura posta sotto
l’azione e la si sostituisce con della fibra di vetro liquida, la quale
asciugando forma un letto di materiale duro e compatto sul quale l’azione
si fisserà rigidamente
- Su canotti di Alluminio (pillar bedding) = in questo
caso si allargano i fori di passaggio delle viti di tenuta e si inseriscono
dei canotti di Alluminio i quali permetteranno di fissare l’azione
in maniera estremamente rigida
La prima forma di incassatura è estremamente
complessa e richiede l’intervento di un armaiolo estremamente esperto
a causa del fatto che il letto in fibra di vetro deve essere uniforme
e dotato di tolleranze centesimali (= cioè del centesimo di mm!!)
per quanto concerne la rugosità superficiale. Una volta asciutta,
la fibra di vetro deve risultare perfettamente liscia e priva di imperfezioni
al tatto, mentre grumi, fessure od altre imperfezioni devono essere totalmente
assenti. Si tenga presente che esistono molti ad affermare di “...essere
in grado di effettuare un buon bedding...” ma la realtà è
che solo pochi professionisti sono in grado di fare correttamente questa
operazione!! Allo stato attuale, in Italia solo 2 o 3 persone al massimo
sanno realizzare questa operazione correttamente, mentre la maggioranza
degli armaioli sono dei semplici “...creatori di croste...”, nel
senso che si limitano ad applicare lievi quantitativi di fibra di vetro
liquida sulla calciatura ottenendo risultati abbastanza approssimativi!!
I più impreparati asportano materiale e lo sostituiscono con la fibra
di vetro SOLO sul fondo dell’azione (rear) e sotto il tassello di
rinculo (recoil lug), mentre un vero professionista è in grado
di realizzare un letto uniforme di questo materiale per tutta la lunghezza
dell’azione. Chiaramente un operazione del genere è molto lunga e
costosa, per cui le FF.AA. difficilmente possono indirizzarsi verso armi
così elaborate. Si consideri poi che esistono in commercio molte armi
che vengono pubblicizzate “...poiché dotate di glass bedding...”,
mentre in realtà sono state semplicemente verniciate con della resina
epossidica!! Ad ogni modo, è per ovviare ai costi ed alla complessità
di questa procedura che si è andato diffondendo in questi ultimi
anni la c.d. incassatura su canotti (pillar bedding). Questa procedura
offre dei notevoli vantaggi sull’incassatura tradizionale poiché è
molto più semplice e non richiede il grado di esperienza necessario
per realizzare la canonica incassatura su fibra di vetro. Si tenga poi presente
che attualmente esistono in commercio calciature di elevatissima qualità
che semplificano ancora di più tutte le operazioni di incassatura.
Calciature dotate di anima in Alluminio aeronautico come quelle prodotte
dalla H - S Precision (v. voce a se) consentono di realizzare un’ottima
incassatura semplicemente unendo l’azione alla calciatura medesima e stringendo
opportunamente le viti con l’apposita chiave dinamometrica (torque wrench).
A tal proposito si rammenta che le viti di tenuta dell’azione vanno serrate
partendo PRIMA dalla vite anteriore e passando POI a quella posteriore. Se
le viti fossero tre, quella intermedia (cioè quella solitamente posta
davanti alla guardia del grilletto) deve subire un blando serraggio, comunque
di valore non equivalente a quello delle due viti restanti. Il valore del
serraggio varia, subordinatamente alla tipologia della calciatura, secondo
uno schema che può così essere riassunto:
(Caso 1)
- Calciatura in legno, con o senza trattamento conservativo, senza
operazioni di incassatura = 3,40 - 3,95 ± 0,05 Nm
(Caso 2)
- Calciatura in legno, con o senza trattamento conservativo, con
operazioni di incassatura su fibra di vetro = 4,55 - 5,10 ± 0,05
Nm
(Caso 3)
- Calciatura in materiale sintetico, varie tipologie, con operazioni
di incassatura su fibra di vetro = 6,25 - 6,80 ± 0,05 Nm
(Caso 4)
- Calciatura in materiale sintetico, varie tipologie, con operazioni
di incassatura su canotti di alluminio o di acciaio = 6,80 - 7,35 ±
0,05 Nm
(Caso 5)
- Calciatura in materiale sintetico, varie tipologie, con anima
in alluminio aeronautico = 7,35 - 7,50 ± 0,05 Nm (N.B. alcune
calciature possono richiedere anche valori di 8 Nm)
Più ci si avvicina al corretto valore
di serraggio, più la rosata si restringe. Se questo valore dovesse
essere superato, i colpi inizieranno a disporsi verticalmente sul bersaglio.
Qualora ciò si verifichi, è sufficiente allentare leggermente
le viti (normalmente di circa 0,5 Nm) per ottenere il valore di serraggio
corretto. L’operazione di serraggio delle viti di tenuta tramite chiave
dinamometrica è ignorata da molti, mentre in realtà dovrebbe
essere perfettamente chiaro che si tratta di un’operazione fondamentale
per avere un’arma in perfetta efficienza. Il motivo risiede nel fatto che
tramite questa operazione l’azione viene vincolata il più rigidamente
possibile alla calciatura in modo da “...non muoversi tra un colpo e
l’altro...” sotto l’azione del rinculo. Molti dei migliori fucili della
produzione semiartigianale (mondiale) attualmente in circolazione sono
realizzati sfruttando la tecnica dell’incassatura su canotti ed i risultati
in termini di precisione sono eccellenti. La calciatura (stock) è
“...il collante...” che unisce tutti i componenti del sistema d’arma
e rende effettivamente possibile il suo utilizzo sul campo. La sua caratteristica
principale deve essere quella di mantenere bloccato il più rigidamente
possibile la canna e l’azione durante il trasporto ed il fuoco sul bersaglio,
il che significa che non deve piegarsi, flettersi o stortarsi in nessun
caso al variare di umidità, temperatura e pressione. Questo è
il motivo per il quale è IMPERATIVO che la calciatura NON sia di
legno e, qualora lo fosse, è necessario che venga sostituita con
una realizzata in materiale sintetico. Il legno è sottoposto a continui
mutamenti interni ed esterni di natura biologica, ed è altamente
sensibile alle variazioni esterne di umidità, pressione e temperatura,
dilatandosi, restringendosi o torcendosi su se stesso. Questa elevata
sensibilità agli agenti atmosferici si traduce, in pratica, in
una palese variazione del punto d’impatto ed in una perdita conseguente
dell’azzeramento. È abbastanza intuitivo comprendere che le calciature
in legno sono da scartare nella maniera più assoluta e che in sede
di valutazione per l’acquisto di un qualsiasi sistema d’arma, il Ministero
della Difesa e le FF.AA. devono scartare l’ipotesi di acquistare armi dotate
di calciature realizzate in legno. Purtroppo in passato è stato commesso
più volte l’errore di acquistare sistemi d’arma (a prezzo elevato)
reclamizzati quali “...fucili di precisione per impieghi speciali...”
inspiegabilmente dotati di calciature in legno, con il solo risultato (per
le FF.AA.) di avere speso molti soldi e di avere a disposizione armi di
mediocre precisione. Per questo motivo è necessario:
- O acquistare nuovi sistemi d’arma con calciature in materiale
sintetico
- O “ricondizionare” adeguatamente i sistemi d’arma già
ad inventario delle FF.AA. sostituendo la calciatura originale con una
in materiale sintetico
Queste calciature, comunemente definite come “...realizzate
in materiale composito...” vengono costruite in due modi:
- Con un guscio esterno in fibra di vetro ed un’anima in resina
epossidica
- Con un anima di Alluminio aeronautico ricoperta da un impasto
di Kevlar e Grafite
Particolare attenzione da parte delle autorità competenti
(all’acquisto finale) deve essere posta sul fatto che esistono in commercio
molte calciature in materiale sintetico, ma solo pochissime sono realizzate
in materiale idoneo all’impiego da parte delle FF.AA. e possono, di conseguenza,
garantire la precisione richiesta. Il 90% circa della calciature in materiale
sintetico attualmente in circolazione è costituito da due semplici
gusci di policarbonato saldati tra loro, e ad un esame visivo ciò
appare abbastanza evidente perché:
- È possibile localizzare facilmente il punto di
saldatura dei due gusci
- Se colpite leggermente sulla superficie esterna, queste calciature
“suonano a vuoto”
Allo stato attuale le calciature MIGLIORI sono
quelle prodotte dalla McMillan e dalla H - S Precision.
La prima è una ditta per certi versi “storica”, che da
anni produce calciature in materiale sintetico per le FF.AA. americane
e che da molti anni a questa parte è titolare dell’appalto per
la fornitura di calciature per i Fucilieri e per gli Incursori di Marina
statunitensi. Due fucili realizzati con le calciature prodotte dalla McMillan
sono rappresentati dai modelli M-40 ed M-86. Il primo, camerato per il
calibro 7,62x51 mm NATO, è da oltre trent’anni il fucile dei tiratori
scelti dei Fucilieri di Marina americani ed è anche utilizzato dai
reparti speciali delle Forze dell’Ordine americane (principalmente DEA ed
FBI). Il secondo è utilizzato dagli Incursori di Marina americani
ed è disponibile nei calibri 7,62x51 mm NATO e .300 Winchester Magnum.
Per quanto riguarda le calciature prodotte dalla H - S Precision, esse
sono diventate famose per essere utilizzate dalla Remington nella costruzione
del modello M - 24 SWS, poi adottato dall’Esercito americano come fucile
di precisione per i loro tiratori scelti (v. voce a se). Le calciature prodotte
da queste due ditte si equivalgono, tuttavia esiste una importante differenza
tra quelle prodotte dalla H - S Precision e quelle realizzate dalla McMillan,
infatti le prime sono dotate di un’anima di Alluminio aeronautico che facilita
enormemente tutte le operazioni di incassatura dell’azione, il che si traduce
in un notevole risparmio di tempo e di denaro. In sintesi, è quindi
fondamentale che la scelta delle FF.AA. sia limitata alle sole calciature
prodotte da queste due ditte a causa della loro comprovata affidabilità.
Le uniche calciature che possono competere con quelle delle ditte testè
citate sono quelle, realizzate in fibra di vetro ed alluminio, commercializzate
dalla Accuracy International, il cui presidente e fondatore è
Malcolm Cooper, un pluridecorato campione internazionale di tiro
nella specialità con arma libera. Va infine rammentato che, in tempi
abbastanza recenti, alcune ditte europee (Mauser e Blaser tra le altre)
hanno iniziato la commercializzazione di calciature in leghe aerospaziali.
segue - il pacchetto di scatto
Per quanto riguarda lo scatto, è NECESSARIO che il sistema
d’arma sia dotato di un pacchetto di scatto appositamente realizzato
per il tiro di precisione, il che significa:
- Che il peso di sgancio NON deve essere elevato come quello di
un fucile d’assalto o NON sarà possibile ottenere risultati
apprezzabili in termini di precisione
- Che il peso di sgancio NON deve essere troppo ridotto al fine
di evitare partenze accidentali dei colpi
Solitamente, la maggioranza dei sistemi d’arma attualmente in
circolazione è dotata di pacchetti di scatto regolabili da circa
900 a 2000 grammi e, quasi sempre, il peso dello scatto tipico si aggira
sui 1500 grammi. Si può a ragion veduta considerare il peso di
1500 grammi come il migliore compromesso tra le esigenze di sicurezza
e di precisione, per cui è consigliabile che le FF.AA. si indirizzino
su pacchetti di scatto tarati, o comunque regolabili, su questo livello
di durezza. Per migliorare il più possibile la vita operativa del
pacchetto di scatto è necessario che gli armieri di Reparto:
- Puliscano l’interno utilizzando la c.d. “benzina bianca”
(cioè il comune combustibile per accendini) o altri idrocarburi
estremamente volatili, evitando in tutti i modi di utilizzare lubrificanti
di densità medio - alta i quali attirerebbero solo impurità
e sporcizia con il rischio di provocare malfunzionamenti
- Evitino di modificare in qualsiasi modo l’interno dello scatto
alterando le dimensioni dei piani di lavoro, la lunghezza delle molle
o qualsiasi altra cosa possa ridurre sotto il limite di sicurezza
il valore del peso di sgancio
- Verifichino a scadenze regolari l’esatta entità del peso
di scatto, con particolare riferimento alla fase antecedente e susseguente
all’utilizzo operativo da parte del personale specializzato
segue - l'ottica di puntamento
Concludendo con l’ottica di puntamento, in questa sede ci si limiterà
a dire che è IMPERATIVO che il sistema d’arma scelto dalle FF.AA.
sia dotato di un’ottica di puntamento (sniper-telescope, più
spesso abbreviato in sniper-scope) che metta il tiratore in grado
di sfruttare tutta la precisione intrinseca di cui esso è dotato.
La produzione europea è nettamente superiore a quella americana
o asiatica, anche se presenta il difetto di avere:
-
Costi elevati = la qualità superiore delle ottiche
di puntamento europee come quelle realizzate da Zeiss, Swarovski, Kahles
o Schmidt und Bender è ampiamente riflessa dal loro prezzo
di listino
-
Reticoli poco adatti al tiro di precisione = la quasi
totalità delle ottiche di puntamento europee utilizza reticoli
specifici per la caccia o, più raramente, per il tiro sui bersagli
cartacei (come tali inadatti alle esigenze delle FF.AA.), mentre quelli
specifici per il tiro di interdizione possono essere montati solo su ordine
specifico del cliente il che comporta, naturalmente, un aggravio monetario
ulteriore
-
Struttura esterna poco adatta all’utilizzo da parte delle
FF.AA. = la quasi totalità delle ottiche di puntamento europee,
salvo rarissime eccezioni, ha torrette difficilmente regolabili e troppo
delicate per l’uso da parte delle FF.AA.
Il più grosso difetto delle ottiche europee è forse
rappresentato dall’estrema difficoltà con cui possono essere effettuate
le regolazioni “...
sul campo...” da parte del tiratore scelto.
Salvo poche eccezioni, le ottiche di produzione europea hanno torrette
protette da un minuscolo coperchio che possono essere regolate, a seconda
dei modelli, con una moneta, con un cacciavite o, nei modelli più
recenti, direttamente a mano dal tiratore. Inutile dire che il solo fatto
di realizzare “...
dal vivo...” una simile regolazione, se già
è complesso e rischioso per le Forze dell’Ordine, è addirittura
impensabile da parte di un tiratore scelto delle FF.AA.!! Tranne rarissime
eccezioni rappresentate da alcuni modelli prodotti dalla
Schmidt und
Bender o dalla
Hensoldt, tutti gli altri cannocchiali da puntamento
europei sono carenti sotto questo punto di vista. Un’altra limitazione delle
ottiche di puntamento europee è rappresentata dal reticolo adottato
dai vari fabbricanti. Nella quasi totalità dei modelli, i reticoli
utilizzati sono adatti SOLO ed esclusivamente o per l’attività venatoria
o per il tiro di recisione ai bersagli cartacei, ma NON per il tiro di interdizione.
Purtroppo accade spesso che vengano acquistati cannocchiali di puntamento
con reticoli totalmente inadatti, il che comporta spreco di denaro pubblico,
difficoltà addestrative e limitazioni operative veramente notevoli.
Il reticolo più adatto per il tiro di interdizione è il c.d.
“
reticolo Duplex” o, più semplicemente, “
Duplex”: si
tratta di particolare reticolo, specifico per il tiro di interdizione, brevettato
dalla
Leupold & Stevens molti anni fa (v. voce a se). Un parametro
importante che deve essere attentamente valutato in sede di acquisto è
il disegno stesso del reticolo, il quale deve essere dotato di capacità
telemetriche per facilitare il lavoro del tiratore. A causa della complessità
della sua missione, il tiratore DEVE avere la possibilità di effettuare:
- Compensazioni in deriva ed in alzo
- Valutazioni degli anticipi
- Valutazioni empiriche delle distanze
Per effettuare valutazioni simili è necessario utilizzare
un reticolo per ciò appositamente realizzato, dal momento che reticoli
da caccia o da tiro a segno sono completamente inefficienti sotto questo
punto di vista. Un reticolo poco noto ma molto efficiente sotto questo
profilo è il reticolo # 103 prodotto dalla
Kahles.
Attualmente è disponibile in due variazioni, la prima (# 103) utilizzata
dal modello da 6x42 mm, la seconda (# 104) adottata dal modello da 10x40
mm e le loro caratteristiche sono le seguenti:
-
Reticolo 103 su ottica 6x42 mm = è composto da
un filamento orizzontale di tipo “
Duplex” e da un filamento verticale
per metà sottile e per metà spesso ed è dotato di
una linea a stadie tarata fino a 800 m (v. voce a se)
-
Reticolo 104 su ottica 10x42 mm = è composto da
un filamento orizzontale di tipo “
Duplex” e da un filamento verticale
per metà sottile e per metà spesso ed è dotato di
una linea a stadie tarata fino a 1000 m (v. voce a se)
Altamente efficienti, specie per compensare l’effetto del vento
o per calcolare gli anticipi, sono i c.d.
reticoli millesimali di
tipo puntiforme (
mil - dot reticle) o, più semplicemente,
reticoli millesimali. Il reticolo millesimale è un altro
brevetto della
Leupold & Stevens che venne realizzato sul
finire degli anni ‘70 per soddisfare le esigenze dei tiratori scelti
del Corpo dei Fucilieri di Marina americani. Questo reticolo è
attualmente utilizzato dalla Leupold & Stevens nei cannocchiali della
serie Mk - IV ed è adottato da numerose FF.AA. (v. voce a se).
Un ultimo dettaglio di estrema importanza è costituito dalle protezioni,
da momento che è assolutamente necessario proteggere l’ottica
durante il suo utilizzo con specifici coprilenti in materiale plastico
antiurto. Sotto questo profilo le ottiche europee sono deficitarie perché
o sono sprovviste di coprilenti o sono disponibili come optional dei coprilenti
in gomma che sono quanto di più inadatto ci sia per proteggere
le lenti durante le operazioni militari. La gomma si deforma, si secca,
si taglia e, in poche parole, non è adatta ad essere utilizzata per
realizzare dei coprilenti ad uso delle FF.AA.. Esistono comunque ditte specializzate
che realizzano coprilenti in policarbonato, estremamente resistenti,
per la quasi totalità delle ottiche di puntamento attualmente in
commercio.
segue - Remington M-24 SWS versione A1
Si tratta del sistema d’arma che ha vinto la gara d’appalto indetta
dall’Esercito americano per l’adozione del nuovo fucile di precisione
per tiratori scelti. La versione di base è camerata per il calibro
7,62x51 mm NATO, mentre la versione “
speciale” per il tiro a lunga
distanza è camerata per il calibro .300 Winchester Magnum. È
stato realizzato dalla Remington con i migliori componenti esistenti sul
mercato fra i quali vanno ricordati:
- Una calciatura in Kevlar e Grafite con anima in Alluminio aeronautico
prodotta dalla
H - S Precision
- Un’azione Remington modello 700 BDL
- Un cannocchiale di puntamento Leupold modello
Mk - IV M3
da 10x40 mm con torrette ribassate, reticolo millesimale e
coprilenti integrale in policarbonato
- Una canna pesante da competizione
Il sistema d’arma è stato progettato, nella versione base,
per dare il meglio di se con la munizione
NATO tipo M - 118, anche
se i risultati con munizionamenti di tipo diverso sono comunque di tutto
rispetto. Un po’ discutibile appare la scelta di adottare una canna a
5 rigature in luogo delle canoniche 6 rigature tipiche delle canne da competizione
attuali. Il passo e la struttura della rigatura, derivata pare dal modello
sovietico R-5, è stato scelto dai tecnici della Remington “...
per
evitare un’eccessiva deformazione al proiettile durante l’attraversamento
della canna...”. Discussioni tecnico - teoriche a parte, si tratta
certamente di un sistema d’arma che può interessare le FF.AA. stante
l’eccellente rapporto qualità - prezzo. Il costo di un singolo pezzo
è di circa 2500 dollari americani, il che è molto poco se
si pensa ai numerosi sistemi d’arma acquistati in passato dalle nostre
FF.AA., per decine di milioni, ma di qualità nettamente inferiore.
Come ultima nota va segnalato che, in caso di acquisto, è preferibile
rivolgersi direttamente alla Remington piuttosto di passare per il tramite
degli importatori italiani, dal momento che i rari esemplari arrivati
in Italia sono stati venduti alla spropositata cifra di oltre 12.000.000
di lire!!
SCHEDA TECNICA
FABBRICANTE = Remington Arms Company, 620 Green Valley
Road, Suite 304 Greensboro, NC 27408 - 7725 USA
MODELLO = 24 - A1 SWS (Sniper Weapon System)
TIPO = fucile di precisione a ripetizione ordinaria
CALIBRO = 7,62 x 51 mm (.308 Winchester)
MECCANICA = azione Remington 700 specificamente modificata
CANNA = con 5 rigature derivata dal sistema sovietico tipo
R5 da 610mm (24”) con passo di 1 giro in 11,25”
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite serbatoio verticale da 4 colpi
SCATTO = in due tempi; l’arma monta un pacchetto di scatto
tipo M40X a tre leve, completamente modificato dal Remington Custom Shop
ESTRATTORE = tipo Remington, a gancio, solidale alla testa
dell’otturatore
ESPULSORE = tipo Remington, a pistoncino, solidale alla
testa dell’otturatore
MIRE = l’arma monta di serie un cannocchiale di puntamento
Leupold Mk4 M3 da 10 ingrandimenti; possibilità di applicare
le mire metalliche in caso di emergenza
SICURA = tipo Remington classico, a 2 posizioni posta dietro
la coda dell’otturatore
IMPUGNATURA = a pistola
PESO = circa 6,5 Kg (arma scarica con ottica)
MATERIALE = calcio H - S Precision in Kevlar e Grafite
con anima in Alluminio aeronautico già predisposta per le operazioni
di pillar bedding; canna custom specificamente realizzata con rigatura
tipo R5; azione Remington in acciaio legato
LUNGHEZZA = 109 cm circa
FINITURA = calcio in composito completamente nero; parti
metalliche brunite in nero antiriflesso
NOTE = l’arma rappresenta la conversione del nuovo sistema
d’arma dei tiratori scelti delle FF.AA. statunitensi per il XXI secolo
e si caratterizza per soddisfare le specifiche governative in termini
di precisione garantendo rosate di diametro inferiore a 48 mm a 300 m
utilizzando le cartucce M118 “
Special Ball” prodotte dall’Arsenale
di Lake City; il calcio è dotato di serie di 3 punti d’aggancio
per la cinghia di trasporto ed ha un calciolo completamente regolabile
in lunghezza; la canna da competizione, di tipo pesante, si contraddistingue
per adottare un curioso sistema a 5 rigature (diversamente dalle 6 tradizionali
utilizzate nelle canne custom) di derivazione sovietica che pare in grado
di dare migliori risultati in termini di precisione intrinseca almeno con
certi tipi di munizioni
segue - McMillan M-40
Il McMillan M - 40 è il sistema d’arma utilizzato dai tiratori
scelti dei Fucilieri di Marina americani da molti decenni a questa parte.
Si tratta di un’arma semiartigianale costruita attorno ad un azione
Remington modello 700 BDL cui sono stati uniti una canna da competizione
(solitamente una Hart), un calcio McMillan in fibra di vetro e resina
epossidica ed un cannocchiale di puntamento
Unertl da 10x40 mm.
Si tratta, in altre parole, del capostipite di una linea di fucili semiartigianali
“
dedicati” in maniera esclusiva al tiro di interdizione che ha
raccolto un enorme numero di consensi negli USA e nel resto del mondo.
L’arma è costruita per dare il meglio di se con la cartuccia M-118
o, in alternativa, con la recente Federal “
GM” con palla da 175
grs. tipo HPBT. L’uso di munizioni diverse da quelle consigliate dalla
casa costruttrice implica un decadimento delle prestazioni balistiche proporzionale
al livello qualitativo della munizione utilizzata. Attualmente, oltre a
costituire il sistema d’arma in uso presso i Fucilieri di Marina statunitensi,
il McMillan M - 40 rappresenta la scelta di numerosi Reparti militari
e Corpi di Polizia non solo negli USA ma anche in molti altri Paesi del
mondo. In estrema sintesi si tratta di un sistema eccellente che potrebbe
interessare le nostre FF.AA. non solo per le ottime qualità strutturali,
ma anche per il prezzo estremamente competitivo (circa 1700 dollari americani).
Al pari di tutti gli altri sistemi d’arma di questo livello, esso necessita
di una manutenzione costante e del cambio della canna ogni 5000 colpi circa.
SCHEDA TECNICA
FABBRICANTE = Mc Millan Gunworks, Inc., 302 West Melinda
Lane, Phoenix AZ 85027 USA
MODELLO = 40
TIPO = fucile di precisione a ripetizione ordinaria
CALIBRO = 7,62x51 mm (.308 Winchester)
MECCANICA = azione Remington 700 specificamente modificata
CANNA = Hart da competizione di tipo pesante (senza scanalature
di raffreddamento) lunga 610 mm (24”) con camera di cartuccia e vivo di
volata rifiniti a mano e 6 rigature destrorse con passo di 1 giro in 11”
(1 giro in 12” nei modelli più vecchi basati su canne originali
Mc-Millan/Wiseman)
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite serbatoio verticale da 4 cartucce
SCATTO = in due tempi, completamente regolabile da 1100
a 1800 grammi
ESTRATTTORE = tipo Remington, a gancio, solidale alla testa
dell’otturatore
ESPULSORE = tipo Remington, a pistoncino, solidale alla
testa dell’otturatore
MIRE = mire metalliche assenti; arma già predisposta
per il montaggio dell’ottica
SICURA = tipo Remington classico, a 2 posizioni posta dietro
la coda dell’otturatore
IMPUGNATURA = a pistola
PESO = circa 6 Kg
MATERIALE = canna custom da competizione in acciaio aeronautico;
calciatura in fibra di vetro con anima in resina epossidica, già
dotata di pillar bedding; azione in acciaio legato di alta qualità
LUNGHEZZA = circa 110 cm
FINITURA = calcio in fibra di vetro di varie colorazioni
completamente insensibile agli agenti atmosferici; parti metalliche
con trattamento anticorrosione in grado di soddisfare le specifiche militari
# 810 imposte dal Ministero della Difesa americano (
MIL - STD - 810
Environmental Test Methods)
NOTE = l’arma fa attualmente parte dell’inventario degli
Fucilieri di Marina statunitensi; la calciatura in fibra di vetro con
anima in resina epossidica è disponibile in varie colorazioni
(nero, grigio, marrone, verde oliva) ed è già dotata di
maglie a sgancio rapido per la cinghia di trasporto; normalmente l’arma
è venduta completa di bipiede Harris di tipo pieghevole e con puntali
in gomma
segue - McMillan M-86 SR
Il McMillan M - 86 SR rappresenta il derivato di maggior successo
del modello M- 40 per quanto concerne i sistemi d’arma destinati al
tiro di interdizione destinati al tiro su distanze medio - brevi. Attualmente
è disponibile in due versioni, quella di base, camerata per il
calibro 7,62x51 mm NATO, e quella per il tiro a lunga distanza camerata
per il calibro .300 Winchester Magnum. Entrambe i modelli sono stati adottati
da numerosi Enti fra Reparti militari e Corpi di Polizia e, tra l’altro,
fanno parte dell’inventario degli Incursori di Marina americani. Similmente
al suo predecessore si tratta di un’arma robusta, precisa ed incredibilmente
ben fatta e merita senza dubbio grande attenzione da parte delle nostre
FF.AA. Il prezzo estremamente competitivo di circa 1800 dollari e l’elevata
qualità lo fanno sicuramente preferire a molti sistemi d’arma più
costosi ma molto meno precisi.
SCHEDA
TECNICA
FABBRICANTE = Mc Millan Gunworks, Inc., 302 West
Melinda Lane, Phoenix AZ 85027 USA
MODELLO = 86 SR (Sniper Rifle)
TIPO = fucile di precisione a ripetizione ordinaria
CALIBRO = 7,62x51 mm (.308 Winchester)
MECCANICA = azione Mc Millan originale tipo “
Signature”
CANNA = Hart da competizione di tipo pesante (senza scanalature
di raffreddamento) lunga 610 mm (24”) con camera di cartuccia e vivo di
volata rifiniti a mano e 6 rigature destrorse con passo di 1 giro in 11”
(canna originale Mc-Millan con rigatura poligonale e passo da 1 giro in
12” per i modelli più vecchi)
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite serbatoio verticale da 4 cartucce
SCATTO = in due tempi, completamente regolabile da 1100
a 1800 grammi
ESTRATTORE = a gancio, solidale alla testa dell’otturatore
ESPULSORE = a lamina, di derivazione Mauser
MIRE = mire metalliche assenti; l’arma monta di serie un
cannocchiale di puntamento Leupold serie Mk IV- M1 fisso (10x o 16x)
o variabile a scelta del cliente (Vari X III 3,5 - 10x40)
SICURA = a due posizioni posta dietro la coda dell’otturatore
IMPUGNATURA = a pistola
PESO = circa 6 Kg, scarico e completo di ottica
MATERIALE = canna custom da competizione in acciaio aeronautico;
calciatura in fibra di vetro con anima in resina epossidica, già
dotata di pillar bedding; azione in acciaio legato di alta qualità
LUNGHEZZA = circa 110 cm
FINITURA = calcio in fibra di vetro di varie colorazioni
completamente insensibile agli agenti atmosferici; parti metalliche
con trattamento anticorrosione in grado di soddisfare le specifiche militari
# 810 imposte dal Ministero della Difesa americano (
MIL - STD - 810
Environmental Test Methods)
NOTE = l’arma fa attualmente parte dell’inventario degli
Incursori di Marina statunitensi, sia nel calibro .308 Winchester, sia
nel calibro .300 Winchester Magnum, insieme ai Mc Millan modelli
87, 88 e 89; la calciatura in fibra di vetro con anima in resina epossidica
è disponibile in varie colorazioni (nero, grigio, marrone, verde
oliva) ed è già dotata di maglie a sgancio rapido per la
cinghia di trasporto; normalmente l’arma è venduta completa di bipiede
Harris di tipo pieghevole e con puntali in gomma
segue - Robar SR-90
Questo sistema d’arma rappresenta uno dei modelli più prestigiosi
della produzione semiartigianale statunitense. Attualmente i suoi prodotti
più famosi sono i modelli SR-60 ed SR-90. Il primo (Sniper Rifle
60) è un sistema d’arma estremamente robusto, affidabile, facile
da utilizzare per chiunque ed in grado di garantire rosate da 10 - 12 mm
a 100 m. Essenzialmente è strutturato su di un calcio in fibra di
vetro con anima di resina epossidica (lo stesso utilizzato dai Marines
americani per oltre 25 anni nei loro fucili M40 - A1) dotato di sistema d’accoppiamento
su canotti d’alluminio (
pillar bedding) e su una canna da competizione
prodotta dalla Schneider, mentre tutte le parti metalliche sono protette
con uno strato di Solfuro di Cromo in grado di soddisfare le specifiche
del Ministero della Difesa americano (MIL - C- 13924 B) per la resistenza
alla corrosione da agenti atmosferici. Il secondo (Sniper Rifle 90) è
il modello di punta attualmente prodotto dalla ROBAR ed è il risultato
della collaborazione pluriennale di
Robbie Barrkman con i Corpi di
Polizia americani e stranieri. Si caratterizza per un calcio totalmente
regolabile in Kevlar e Grafite con anima in alluminio aeronautico già
predisposto per il pillar bedding, una canna da competizione di tipo pesante
prodotta dalla Schneider con scanalature di raffreddamento e vivo di volata
rifinito a mano, bipiede regolabile, sistema di puntamento Leupold serie
“
Ultra” e trattamento delle parti metalliche (esterne) in Solfuro
di Cromo.
SCHEDA TECNICA
FABBRICANTE = ROBAR, 21438 N. 7th Avenue, Suite B,
Phoenix, AZ 85027 USA, tel. 001/602/581 - 2648, fax 001/602/582 - 0059
MODELLO = Sniper Rifle 90 (SR - 90)
TIPO = fucile di precisione a ripetizione ordinaria
CALIBRO = 7,62 x 51 mm (.308 Winchester)
MECCANICA = azione Remington 700 BDL altamente modificata
CANNA = Schneider da competizione di tipo pesante con scanalature
di raffreddamento, lunga 610 mm (24”) con camera e volata rifinite a
mano e dotata di 6 rigature destrorse e passo di rigatura da 1 giro in
11”
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite serbatoio verticale da 4 colpi
SCATTO = Remington accuratizzato a mano del peso di circa
1100 grammi
ESTRATTORE = a gancio, solidale alla testa dell’otturatore
ESPULSORE = a pistoncino, solidale alla testa dell’otturatore
MIRE = mire metalliche assenti; l’arma monta di serie un
cannocchiale di puntamento Leupold Mk-IV M1 da 10 ingrandimenti
SICURA = a due posizioni posta dietro la coda dell’otturatore
IMPUGNATURA = a pistola, ma di tipo fortemente squadrato
rispetto agli modelli prodotti dalla ROBAR
PESO = circa 5,5 Kg scarico e senza ottica
MATERIALE = canna custom da competizione (match grade heavy
barrel) di tipo pesante dotata di scanalature di raffreddamento (fluted
type) in acciaio aeronautico; calcio in Kevlar / Grafite con anima in Alluminio
aeronautico 6061 - T6 già predisposta per semplificare al massimo
tutte le operazioni di accoppiamento su canotti metallici (pillar bedding)
LUNGHEZZA = circa 110 cm
FINITURA = calcio in composito di colore nero; parti metalliche
esposte ricoperte di Solfuro di Cromo; parti metalliche interne ricoperte
di NP3 o, in alternativa, di Polymax
NOTE = calciatura in composito di tipo ambidestro, con
calcio regolabile ed astina rastremata del tutto particolare costruita
esclusivamente dalla McMillan per la ROBAR; l’arma garantisce rosate
di circa 8mm a 100m con munizioni di alta qualità (ricaricate
o commerciali); si tratta del modello di punta attualmente prodotto dalla
ROBAR ed è stato fornito ai principali Corpi di Polizia statunitensi;
su richiesta, l’arma è fornita completa di custodia per il trasporto,
kit di pulizia, cinghia, bipiede Harris di tipo pieghevole, etc.
segue - Parker-Hale M-85
Il Parker - Hale M-85 è il diretto successore del
Parker
- Hale M-82 che per molti anni è stato al fianco delle FF.AA.
britanniche e di molti altri Paesi del Commowealth (Australia, Nuova Zelanda,
Canada, etc.) e non. Si tratta di un fucile di precisione basato sulla
classica ed estremamente affidabile azione Mauser unita ad una canna pesante
e ad un calcio in materiale sintetico. La canna è interamente flottante
e garantisce la massima precisione per circa 5000 colpi, dopo i quali
deve essere necessariamente sostituita pena il marcato decadimento dei
risultati di tiro. Pur essendo dotata di mire metalliche, l’arma è
predisposta per accogliere una vasta pluralità di sistemi di puntamento
diurni e notturni, molti dei quali omologati anche in sede NATO. Con le
sole mire metalliche è possibile ottenere una rosata media di 30x60
mm a 300 m utilizzando le Federal serie “
Gold Medal” con palla
da 168 grs. HPBT. Utilizzando ottiche di puntamento da 6 o 10 ingrandimenti
l’arma garantisce un centro perfetto al primo colpo a 600 m di distanza,
mentre studi statistici hanno rivelato che esiste circa l’85% delle
possibilità di colpire al primo colpo un bersaglio posto a ben
900 m di distanza!! Come molte armi progettate nello stesso periodo di
quella in commento, anche l’M-85 è stato costruito attorno ad una
cartuccia con palla blindata da 150 grs., vale a dire in riferimento alla
cartuccia NATO tipo M-80 ed ai suoi equivalenti (vedi voce a se). Non essendo
la cartuccia M-80 una munizione eminentemente destinata al tiro di interdizione,
chi la volesse utilizzare per il predetto scopo deve necessariamente
indirizzarsi verso la ricarica specialistica o partendo direttamente dalle
“
vecchie” M-80 (smontandole, livellando la polvere, reinserendo
coassialmente la palla e rimontandole), oppure lavorando su componenti
“
sciolti” reperiti ex-novo. Va però detto che con una canna
così lunga, almeno in via teorica l'arma dovrebbe poter stabilizzare
palle fino a non oltre 190grs. di peso, per cui chi ricarica dovrebbe avere
ampia libertà operativa. La calciatura, prodotta in esclusiva dalla
Mc-Millan ma denominata
GRP, è realizzata in materiale
sintetico e presenta una notevole resistenza agli agenti atmosferici ed
al trattamento rude del campo di battaglia. È estremamente interessante
notare come la sola applicazione di una calciatura di qualità elevata
sia, di per se, in grado di determinare un contenimento sensibile del diametro
medio delle rosate ottenibili. Il prezzo estremamente concorrenziale e
la notevole facilità di gestione e di manutenzione ne fanno un’arma
estremamente interessante e della quale il Ministero della Difesa
farebbe bene ad interessarsi: un grosso risparmio sul bilancio e molti
anni di servizio senza problemi sono garantiti!! Come ultima nota, la casa
costruttrice ricorda che il passo di rigatura di 1 giro in 12” lunga 650mm
stabilizza palle fino ad un massimo di 190grs. di peso, per cui le munizioni
standard NATO tipo M-118 risultano ottimali per questo tipo di arma. Si
consiglia, ove possibile, l’utilizzo delle Lapua
D-46 con palla
da 170 grs. in mancanza della cartuccia NATO tipo M-118.
SCHEDA TECNICA
FABBRICANTE = Parker Hale limited, Golden Hillock
Road, Birmingham B11 - 2PZ Regno Unito
MODELLO = M-85 Sniper Rifle
TIPO = fucile di precisione per impieghi speciali
CALIBRO = 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA = sistema a ripetizione ordinaria di derivazione
Mauser
CANNA = da 650 mm con 4 rigature destrorse a passo costante
di 1 giro in 12”
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite caricatore prismatico amovibile
da 10 colpi
SCATTO = in due tempi, regolabile da 900 a 2200 grammi
(con pretaratura di fabbrica a 1500 grammi)
ESTRATTORE = a unghia di derivazione Mauser
ESPULSORE = fisso a lamina, di derivazione Mauser
MIRE = mirino a lama protetto da alette e diottra regolabile
fino a 900 m con possibilità di applicare ottiche di puntamento
diurno di vario tipo
SICURA = a due posizioni posta dietro la coda dell’otturatore
IMPUGNATURA = a pistola
PESO = 5,7 Kg
MATERIALE = acciaio trilegato per le parti metalliche,
materiale sintetico in vari colori per la calciatura
LUNGHEZZA = 1210 mm
FINITURA = parti metalliche nere opache antiriflettenti,
calciatura disponibile in vari colori e mimetizzazioni
NOTE = la presenza di specifici intagli a coda di rondine
sul castello consentono l’applicazione di una vasta pluralità di
sistemi di puntamento diurni e notturni contemplati da diversi STANAG
NATO; la canna, ricavata per rotomartellatura, presenta un passo di 1 giro
in 12” ed ha una vita operativa media di circa 5000 colpi; la calciatura
è disponibile in diverse colorazioni quali
NATO Green,
Jungle
Camo (toni di verde con striature marroni),
Desert Camo (varie
tonalità di marrone),
Arctic Camo (bianco e grigio chiaro)
e
Urban Camo (varie tonalità di grigio) ed è regolabile
in lunghezza tramite appositi spessori
segue - Accuracy International modello PM “SRS”
Il modello PM “
SRS” della Accuracy International è
stato progettato e realizzato su esplicita richiesta del
Ministero
della Difesa britannico per sostituire il desueto Lee-Enfield L42
quale fucile di precisione per tiratori scelti. Adottato del Ministero della
Difesa con la sigla L96 / A1, questo fucile è l’attuale sistema d’arma
utilizzato dai tiratori scelti dell’Esercito e dei Fucilieri di Marina
britannici, i quali possono contare su uno strumento in grado di garantire
il 100% di possibilità di colpire un bersaglio a 600 m in qualsiasi
condizione climatica ed operativa. La canna, in acciaio inossidabile, è
realizzata per rotomartellatura ed è cromata internamente, inoltre
è totalmente libera di oscillare lungo l’astina. La calciatura è
in Alluminio e fibra di vetro, ed è dotata di un bipiede integrale
cui può aggiungersi eventualmente un terzo appoggio ribaltabile posto
vicino al calciolo. Le mire metalliche sono tarate fino a 700 m, tuttavia
l’arma è fornita di serie con un cannocchiale di puntamento Hensoldt
da 10x40 mm con reticolo illuminabile tipo “
Betalight” e lenti trattate
al Fluoruro di Magnesio, che consentono una trasmissione della luce
del 92% circa. Sono poi disponibili a richiesta ottiche prodotte dalla tedesca
Schmidt und Bender, due di tipo fisso (6x42 mm e 10x40 mm) ed una di tipo
variabile (2,5 - 10x56 mm). Il modello PM “
SRS” presenta alcune
varianti di rilievo fra cui si segnalano i modelli:
-
“Covert PM” = è la versione silenziata del modello
base camerata in calibro 7,62x51 mm NATO e destinata al SOLO tiro
di precisione fino ad un massimo di 300 m con munizioni subsoniche
-
“Super Magnum PM” = è il “
fratello maggiore”
del modello base ed è camerato nei calibri 7 mm Remington Magnum,
.300 Winchester Magnum e .338 Lapua Magnum
-
“AW - PM” = è il modello che ha vinto la
gara d’appalto bandita dal
Ministero della Difesa svedese
(N.B. = “
AW” sta per
Arctic Warfare) per la fornitura di
un nuovo fucile di precisione per le proprie FF.AA. (più
noto con la sigla PSG-90) e si caratterizza per il particolare meccanismo
anticongelamento di cui è dotato
-
“AWP” = è l’ultimo nato della famiglia ed è
basato su di una meccanica super collaudata, una calciatura ergonomica
ed una canna a sei rigature in grado di mantenere costanti nel tempo
le prestazioni balistiche
Si tratta anche in questo caso di un ottimo sistema d’arma ad
un prezzo molto elevato ma, al contempo, estremamente concorrenziale
se paragonato a quello di altri sistemi (più costosi ma meno
efficienti!!) che hanno già interessato, seppur marginalmente, il
nostro Ministero della Difesa. Allo stato attuale, infatti, alcuni reparti
delle nostre truppe Alpine sono equipaggiate, anche se parzialmente, con
il modello “
Super Magnum PM” in calibro .338 Lapua Magnum. Si è
trattato di un’ottima scelta che meriterebbe di essere maggiormente estesa
anche ad altri reparti, con particolare riferimento a quelli più
frequentemente impegnati nella operazioni internazionali di pacekeeping:
non è più il tempo di utilizzare i vetusti Garand M1 - D per
il tiro di interdizione!!
SCHEDA TECNICA
FABBRICANTE = Accuracy International, P.O. Box 81, Portsmouth,
Hampshire, PO3 5SJ, Regno Unito
MODELLO = L96 / A1 - PM “SRS” (Sniper Rifle System)
TIPO = fucile di precisione per impieghi speciali
CALIBRO = 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA = ripetizione ordinaria di derivazione Mauser
CANNA = ricavata per rotomartellatura, lunga da 655 mm
con 6 rigature destrorse a passo costante di 1 giro in 12”
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite caricatore prismatico amovibile
da 6 colpi
SCATTO = in due tempi
ESTRATTORE = a gancio, posto sulla testa dell’otturatore
ESPLUSORE = a pistoncino, posto sulla testa dell’otturatore
MIRE = mirino a lama protetto da alette e diottra regolabile
fino a 700 m con possibilità di applicare dispositivi di mira
ottici di vario tipo
SICURA = a due posizioni posta dietro la coda dell’otturatore
IMPUGNATURA = a pistola con ampio foro di passaggio per
il pollice
PESO = 6,5 Kg completo di ottica
MATERIALE = Alluminio e fibra di vetro per la calciatura,
acciaio legato per l’azione e la canna
LUNGHEZZA = 1124 mm
FINITURA = disponibili a richiesta vari tipi di finiture
(nero opaco antiriflesso, mimetico standard, mimetico artico, mimetico
urbano, etc.)
NOTE = arma con sistema di puntamento ottico standard costituito
da un
Hensoldt da 10x40 mm; disponibili a richiesta cannocchiali
Schmidt und Bender 6x42 mm e 10x40 mm, oppure
Hensoldt 6x42mm
con reticolo illuminabile tipo “
Betalight”; la canna, ricavata
per rotomartellatura, è garantita per una vita operativa media
di circa 10000 colpi;
segue - lo strano caso dell’Heckler & Koch modello PSG-1
Un sistema d’arma che ha interessato alcuni Reparti altamente
specializzati delle nostre Forze dell’Ordine è stato l’Heckler
& Koch modello PSG - 1. Stante la sua struttura (è un’arma
lunga e pesante) e la sua destinazione d’uso (è un’arma destinata
essenzialmente alle forze dell’ordine) un po’ particolari, in questa sede
verrà fatta una trattazione ai soli fini della completezza informativa.
Si tratta di un sistema d’arma realizzato sul finire degli anni ‘70 con
l’unico intento dichiarato da parte del costruttore “...
di fornire
un sistema d’arma nel quale si fondessero in maniera organica tutti i
vantaggi delle armi semiautomatiche con la precisione intrinseca delle
armi a ripetizione ordinaria...”. Dal punto di vista costruttivo
si tratta, sotto molteplici aspetti, di un sistema d’arma veramente sui
generis. I VANTAGGI principali del PSG - 1 sono rappresentati dall’incredibile
velocità di ripetizione del colpo unita ad una stabilità
fuori dal comune, ai quali devono aggiungersi la scarsa “...
rumorosità
di funzionamento...” ed un’eccellente precisione intrinseca. Estremamente
rilevante sotto il profilo qualitativo sono l’alimentazione di tipo orizzontale
e la canna di tipo lungo e pesante. La prima caratteristica è
importante perché evita di pregiudicare la coassialità
palla/bossolo durante la fase di completamento del ciclo di fuoco. La
seconda caratteristica è altresì importante perché
la lunghezza della canna permette una corretta combustione della polvere,
mentre il peso elevato limita le vibrazioni all’atto dello sparo, INIBENDO
così la formazione di una fase armonica spuria. La canna del PSG-1
è altresì particolare perché questo sistema d’arma
è stato il primo ad essere dotato di una canna realmente flottante,
risolvendo così un problema tecnico che aveva precluso (per anni)
la costruzione di armi semiautomatiche idonee al tiro di interdizione:
la stessa filosofia costruttiva è stata utilizzata per armi come
il Walther WA2000 e lo Stoner SR-25. Pur essendo dotato di una canna di
tipo mediocre (per quanto concerne la finitura e la struttura interna),
il PSG - 1 è stato progettato in maniera ECCELLENTE sotto il profilo
della fase armonica, per cui, pur avendo la canna solo 4 rigature (N.B.
si tratta in realtà di una particolarissima rigatura semi -
poligonale ricavata per rotomartellatura), esso è caratterizzato
da un angolo di uscita prossimo a zero, il che si traduce in un’elevatissima
precisione intrinseca. La precisione è aumentata anche a causa
dell'assenza di prese di gas o di pistoni che sono solitamente presenti
sui fucili semiautomatici. Sul punto si noti che tutte quelle persone che
si avvicinano con disprezzo o presupposizione verso i sistemi d’arma semiautomatici
(destinati al tiro di interdizione, s’intende) si sono dovute ricredere
circa le reali potenzialità del PSG-1. Tanto per fare un
esempio banale, a 300 m, utilizzando munizioni Lapua “
Match” con
palla Scenar da 185 grs. (appartenenti ad un lotto che si può
considerare “...
scaduto...” a causa dell’età), si è
ottenuta una rosata media (di 10 colpi) di 30x40 mm sparando con un intervallo
di 1 secondo tra un colpo e l’altro. La munizione, appartenendo ad un
lotto abbastanza risalente, non ha dato i risultati esattamente sperati,
tuttavia, utilizzando munizioni diverse appartenenti ad un lotto più
recente si possono migliorare ulteriormente questi risultati, i quali sono
comunque di tutto rispetto ricordando che le armi semiautomatiche tendono
“...a fare sbattere...” la cartuccia durante il ciclo di fuoco alterando
la concentricità della palla (fenomeno del quale il PSG-1 è
esente). Un’altra prova interessante, questa volta di tiro rapido, è
stata condotta con le Federal serie “
Gold Medal”, note in tutti i
Paesi NATO per essere “...
le migliori munizioni in calibro 7,62x51 mm
esistenti al mondo...”. Anche i meno competenti sanno che queste
cartucce hanno un livello di precisione intrinseca e di costanza difficilmente
superabile anche con le ricariche casalinghe (handload) più sofisticate.
A sottolineare maggiormente la qualità superiore di queste cartucce,
si ricordi che, impressionato favorevolmente dalle loro prestazioni, il Ministero
della Difesa Americano ha deciso di produrre, tramite i propri opifici di
Lake City, una sorta di “...
copia conforme...” della Federal “
Gold
Medal” denominata M - 852. Ad ogni modo la prova in commento si è
così articolata:
- Reperimento di 5 confezioni diverse di Federal “
Gold Medal”
- Mescolamento delle cartucce in modo da estrapolare un gruppo
di 15 munizioni riunite totalmente a caso
- Caricamento del PSG-1
- Puntamento e sparo di 5 colpi sul primo bersaglio, senza soluzione
di continuità
- Pausa di 5 secondi
- Puntamento e sparo di 5 colpi sul secondo bersaglio, senza soluzione
di continuità
- Pausa di 5 secondi
- Puntamento e sparo di 5 colpi sul terzo bersaglio, senza soluzione
di continuità
- Raccolta dei bersagli e misurazione delle relative rosate
- Analisi critica dei risultati
Posto che i bersagli erano collocati a 100 m, i risultati sono
stati i seguenti:
- Primo bersaglio, rosata di 18x10 mm
- Secondo bersaglio, rosata di 24x15 mm
- Terzo bersaglio, rosata di 25x20 mm
Altri dati di rilievo (della prova) sono i seguenti:
- Località : NC
- Data: 30/03/98
- Temperatura: 18 °C
- Vento: assente
- Umidità relativa: 70%
- Condizioni climatiche: tempo debolmente soleggiato
La stessa prova è stata ripetuta con le Federal GM da 175
grs., sempre con palla di tipo HPBT, ed i risultati sono stati pressoché
identici, anche se l’arma sembra gradire maggiormente questo tipo di
granitura (N.B. ad arma fredda le rosate possono anche stringersi di 5-8
mm). Una terza prova di tiro rapido, più esasperata della precedente,
è stata la seguente. Utilizzando sempre le Federal “
Gold Medal”
si è chiesto ad un tiratore addestrato in maniera eccellente di sparare
il più velocemente possibile 20 colpi su un bersaglio posto a 100
m di distanza: le condizioni climatiche sono sempre quelle precedenti. Il
risultato, che è la media su cinque prove diverse (debitamente intervallate
per fare raffreddare la canna), è stato che il tiratore ha collocato
20 colpi in 18 secondi in poco meno che 25 mm (con il bersaglio collocato
a 100 m). Si noti che TUTTE le misurazioni effettuate, in questa così
come in altre prove illustrate in questo manuale, sono state realizzate
in maniera duplice, e cioè:
- Misurando la distanza da centro a centro dei due fori più
lontani
- Ripetendo la verifica misurando la distanza dai bordi dei due
fori più lontani e sottraendo successivamente il (valore del)
calibro
Altre due prove di tiro lento mirato sono state realizzate con
le Federal “
Gold Medal” da 175 grs. tipo HPBT (GM#308M2) e con
le Lapua “
Match” da 185 grs. tipo HPBT (#4317523), entrambe con
il bersaglio posto a 100 m di distanza. Si sono sparati in ambedue i casi
5 serie da 3 colpi lasciando trascorrere 10 secondi tra un colpo e l’altro
per cercare di fare raffreddare la canna, e con entrambe le munizioni
si è ottenuta, nella peggiore delle ipotesi, una rosata di diametro
oscillante tra 12 ed i 13 mm a 100 m. Se casualmente il livello di qualità
della canna del PSG - 1 fosse stato più elevato (come ad esempio
quella del recente H&K modello SL-8), la precisione intrinseca di
questo sistema d’arma, tenuto conto del fatto che la sua fase armonica
è bassissima, sarebbe stata inarrivabile anche alle lunghe distanze
(cioè quelle comprese tra i 600 e gli 800 m). Il tipo
di rigatura scelto dalla H&K per il suo PSG-1 ha dato adito ad una discussione
che è, ancora oggi, ben lontana dall’essere risolta. Quest’arma è
stata progettata attorno ad una cartuccia “
molto lunga” basata
su una palla decisamente pesante (185 grs.) e, la logica imporrebbe, per
palle di questo tipo, un passo di rigatura di almeno 1 giro in 11”. Secondo
la ditta costruttrice, una rigatura di tipo semipoligonale con passo di
1 giro in 12” è in grado di stabilizzare le palle pesanti (da 180
grs. in su) in maniera ANALOGA a quanto è in grado di fare una rigatura
con un passo di 1 giro in 10” - 11” a condizione che la velocità
alla bocca sia “
relativamente bassa” e che la sezione di guida (
driving
band) sia adeguata. I tecnici della H&K pongono l’accento sul fatto
che il fattore di stabilità giroscopica Sg (un parametro importantissimo
nei sofisticati modelli matematici usati nello studio della balistica
esterna), è direttamente proporzionale al quadrato del rapporto
tra la velocità assiale e la velocità della palla, per cui
il passo di 1 giro in 12” non osterebbe a pregiudicare la precisione sulle
lunghe distanze dal momento che Sg aumenta all’aumentare delle distanza
(N.B. questo perché la velocità della palla diminuisce più
rapidamente rispetto alla velocità assiale). Con il passo di 1 giro
in 12”, Sg vale circa 1,5-1,7 alla bocca e sale fino a 5,5-5,8 a distanze
di 850-900 m usando palle da 165-170 grs. di peso.
Pr
|
Sg (0)
|
Sg (1000)
|
1giro in14"
|
circa 1,2
|
circa 5,2
|
1giro in12"
|
circa 1,7
|
circa 5,8
|
1giro in10"
|
circa 2,4
|
circa 8,2
|
NOTE
- Pr = passo di rigatura
- Sg (0) = fattore di stabilità giroscopica alla bocca
- Sg (1000) = fattore di stabilità giroscopica al 1000
m
La tesi sostenuta dalla ditta costruttrice è che “…
è
preferibile convivere con una lieve instabilità dinamica e con
un’alta stabilità giroscopica…”, piuttosto che ricercare disperatamente
alti valori di stabilità giroscopica e dinamica difficilmente
raggiungibili in maniera contestuale. Il ricorso ad una palla pesante
si spiega, poi, con la necessità di limitare gli effetti del vento
alle lunghe distanze. Si tenga presente che, anche se in astratto si
possono ottenere risultati eccellenti con la palla da 168 grs. fino a
300 m, ciò è vero solo in “
condizioni sterili” (cioè
senza vento) vale a dire in condizioni che non saranno mai presenti in
ambito reale. Un proiettile lungo e pesante tende, secondo la ditta costruttrice,
a massimizzare la stabilità giroscopica pur operando con una lieve
instabilità dinamica, la quale comunque è destinata a livellarsi
con il progredire della distanza. Infine, non va dimenticato che l’arma
in commento ha una camera di tipo lungo, essendo stata realizzata a norma
NATO, e che richiede di base una cartuccia non più corta di 73
mm. Anche se si tratta di un’affermazione piuttosto discutibile e difficilmente
accettabile (specie secondo alcuni esperti), la prova dei fatti da ampiamente
ragione alla ditta costruttrice. Utilizzando la cartuccia originale adottata
dalla H&K per lo sviluppo del PSG-1, cioè la Lapua tipo “
D-46”
con palla da 185 grs. tipo FMJBT (# 4317590), a 100 m si ottengono rosate
dell’ordine dei 12 - 15 mm, mentre a 300 m si ottiene la verifica
sperimentale delle doti del PSG-1, con rosate medie di 30 - 35 mm di diametro
(N.B. in entrambi i casi le rosate sono da 10 colpi). La tesi dei tecnici
della H&K è accolta da teorici (principalmente da fisici, matematici
ed ingegneri) e da numerosi tiratori di bench-rest, tuttavia, secondo altri
esperti che hanno sottoposto l’arma ad una intensa prova valutativa (durata
6 mesi) la cartuccia che permetterebbe di ottenere il massimo (in termini
di precisione) dal PSG-1 sarebbe la Lapua D46 con palla da 170 grs., vale
a dire la versione più leggera (o meglio la versione base) della
munizione analizzata in precedenza. Questa cartuccia ha una straordinaria
affinità balistica con la munizione standard NATO (cioè la
M-118) ed è l’unica ad essere inserita nel libro dei primati mondiali
di tiro fino dal 1930. Per una serie di motivi incomprensibili, in molti
paesi (Italia compresa) esiste l’assurdo convincimento in base al quale in
PSG-1 debba utilizzare solo ed esclusivamente le cartucce Hirtenberger, con
palla da 168 grs., per ottenere i migliori risultati. È inutile dire
che i difetti costruttivi delle cartucce Hirtemberger a livello di sede dell’innesco
e di foro di vampa (vedi voce a se) impediscono di avere risultati degni
di rilievo in termini di precisione. Paradossalmente, il più grande
PREGIO del PSG - 1, cioè la sua elevatissima stabilità al
tiro, è anche il suo peggior DIFETTO, infatti il peso elevato ne
pregiudica l’utilizzo da parte delle FF.AA. o, meglio ancora, lo ESCLUDE
radicalmente. In effetti, un peso in assetto operativo di 9 Kg esclude il
PSG - 1 come sistema d’arma standard per le FF.AA. perché pregiudicherebbe
il movimento e quindi la sicurezza della “
cellula”.
Si tratta,
in estrema sintesi, di un sistema d’arma più adatto per compiti eminentemente
statici quali quelli di anti - terrorismo o di repressione di fenomeni criminali
particolarmente perniciosi (dirottamenti aerei, rapine con ostaggi, liberazione
di sequestrati, etc.) e non, piuttosto, di un prodotto tecnologicamente avanzato
da destinare alle FF.AA. Un altro DIFETTO del PSG - 1 è rappresentato
dalla presenza del treppiede d’appoggio. Si tratta di un ausilio estremamente
importante ai fini della ricerca e dell’ottenimento della precisione più
esasperata che pone, tuttavia, dei SERI problemi di movimento per il suo
utilizzatore. Per questo motivo in questi ultimi anni si è marcatamente
diffusa la tendenza a modificare l’astina del PSG -1 in modo tale da agganciarvi
un bipiede prodotto dalla Harris idoneo ad adattarsi alla sua conformazione
esterna. Dal momento che si tratta di un bipiede c.d. “
ribaltabile”,
in questo modo è possibile ottenere il corretto connubio tra stabilità
nella fase antecedente al tiro (
pre-shooting phase) e facilità
di movimento. L’ultimo DIFETTO del PSG - 1 è rappresentato dal
sistema di puntamento ottico. L’arma esce dalla fabbrica corredata di un
Hensoldt da 6x42 mm con reticolo illuminabile di tipo “
Betalight”,
tuttavia un gran numero di “
addetti ai lavori” ritiene quest’ottica
insufficiente ed auspicherebbe un modello con un numero di ingrandimenti
maggiore. Dal momento che il PSG - 1 è idoneo ad accogliere un gran
numero di sistemi di puntamento ottici, diurni o notturni, omologati NATO,
non è difficile sostituire l’ottica originale con un Hensoldt da
10x40 mm o con uno
Schmidt und Bender di identiche caratteristiche.
Quella appena espressa NON è una critica gratuita a danno della Heckler
& Koch, poiché deve riflettersi sul fatto che la ditta, sempre
attenta alle esigenze dei suoi clienti, ha realizzato una sorta di “...
fratello
minore...” del PSG - 1 denominato MSG - 90.
SCHEDA TECNICA
FABBRICANTE = Heckler und Koch GmbH, Postfach 1329, 78722,
Oberndorf am Neckar, Germany
MODELLO = MSG - 90
TIPO = fucile di precisione solo semiautomatico
CALIBRO = 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA = sistema Vorgrimmer con apertura ritardata
a rulli e chiusura ad otturatore flottante
CANNA = lunga 600 mm, martellata a freddo di tipo pesante
dotata di 4 rigature semipoligonali con passo da 1 giro in 12”
PERCUSSIONE = indiretta tramite percussore lanciato
ALIMENTAZIONE = caricatori prismatici amovibili da 5 e
10 colpi
SCATTO = non regolabile del peso di 1500 g
ESTRATTORE = solidale alla testa dell’otturatore
ESPULSORE = solidale alla testa dell’otturatore
MIRE = mire metalliche assenti, monta di serie un cannocchiale
da puntamento Hensoldt da 10 ingrandimenti
SICURA = a due posizioni posta sui lati del castello, sopra
il grilletto
IMPUGNATURA = a pistola di tipo anatomico con zigrinatura
a buccia d’arancia
PESO = 6,5 Kg scarico
MATERIALI = lamiera acciaiosa da imbutitura per la cassa
ed il castello, fibra sintetica per l’astina ed il calcio, acciai trilegati
per la canna; impugnatura in legno o eventualmente in materiale sintetico
(è possibile l’applicazione del gruppo di scatto prodotto dalla
Navy Arms)
LUNGHEZZA =115 cm
FINITURA = arma completamente brunita antiriflesso sulle
parti metalliche; parti sintetiche di colore nero
NOTE = possibilità di applicare qualsiasi ottica
con supporto previsto dallo
STANAG NATO 2324
Alcuni modelli sono stati acquistati dal Ministero della Difesa
per conto dell’Arma dei Carabinieri e sono stati destinati al Reparto
eliportato dei Cacciatori e ad altri reparti impegnati nella lotta alla
criminalità. Naturalmente, la qualità del PSG - 1 resta
nettamente superiore a quella del suo illustre “
derivato” e, del
resto, l’esborso economico legato all’acquisto di un solo esemplare è
sempre denaro ben speso.
SCHEDA TECNICA
FABBRICANTE = Heckler und Koch GmbH, Postfach 1329, 78722,
Oberndorf am Neckar, Germany
MODELLO = PSG1
TIPO = fucile di precisione solo semiautomatico
CALIBRO = 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA = sistema Vorgrimmer con apertura ritardata a
rulli e chiusura ad otturatore flottante
CANNA = lunga 650 mm, martellata a freddo di tipo pesante
dotata di 4 rigature semipoligonali con passo da 1 giro in 12”
PERCUSSIONE = indiretta tramite percussore lanciato
ALIMENTAZIONE = caricatori prismatici amovibili da 5 e
20 colpi
SCATTO = non regolabile del peso di 1500 g
ESTRATTORE = solidale alla testa dell’otturatore
ESPULSORE = solidale alla testa dell’otturatore
MIRE = mire metalliche assenti, monta di serie un cannocchiale
da puntamento 6x42 con reticolo illuminabile per i tiri con luce crepuscolare
SICURA = a due posizioni posta sui lati del castello, sopra
il grilletto
IMPUGNATURA = a pistola di tipo anatomico con zigrinatura
a buccia d’arancia
PESO = a vuoto senza caricatore e treppiede 8,1 Kg; in
assetto operativo (con caricatore da 20 colpi) 9,1 Kg; peso dell’ottica
750 g
MATERIALI = lamiera acciaiosa da imbutitura per la cassa
ed il castello, fibra sintetica per l’astina ed il calcio, acciai trilegati
per la canna; impugnatura in legno o eventualmente in materiale sintetico
(è possibile l’applicazione del gruppo di scatto prodotto dalla
Navy Arms)
LUNGHEZZA = 120 cm
FINITURA = arma completamente brunita antiriflesso sulle
parti metalliche; parti sintetiche di colore nero
NOTE = disponibile un’apposita custodia in alluminio anodizzato
del peso di 10,4 Kg, ed un treppiede di precisione pesante 1 Kg; possibilità
di applicare qualsiasi ottica con supporto previsto dallo
STANAG
NATO 2324; arma dotata di molle di recupero potenziate capaci di
resistere ale sollecitazioni legate all’utilizzo di cartucce a piena
carica che montano palle di peso compreso tra 180 e 200 grs; meccanica
sottoposta alla prova a pressione forzata prevista dagli standard NATO.
segue - KMC / Stoner SR - 25 “Match Rifle”
Il sistema d’arma KMC modello SR - 25 rappresenta uno dei più
IMPORTANTI derivati commerciali del fucile d’assalto M - 16. L’arma (commercializzata
nel 1993) deve la sua esistenza ad
E. Stoner (il padre del fucile
M - 16) ed a
R. Knight (il proprietario della KMC) ed è
caratterizzata dal fatto di essere “...
una sorta di ibrido...”
tra due armi molto importanti nel moderno mercato armiero, vale a dire
il Colt M -16 ed il Remington M -24 / A1 SWS. Più precisamente,
si tratta di un M - 16 al quale è stata applicata la canna dell’M
- 24 / A1. Ovviamente, questo ha comportato una rivisitazione tecnica
del castello e del caricatore, ma il risultato è stato quello di
ottenere un fucile che, nella peggiore delle ipotesi, produce una rosata
(di 3 colpi) di 25 mm a 100 m. Con le munizioni adatte è possibile
dimezzare la rosata, scendendo a 10 - 12 mm a 100 m, il che significa, in
termini pratici, collocare tre colpi nello stesso foro!! Sul punto va sottolineato
che, essendo la canna IDENTICA a quella montata sul Remington M - 24
A1, dovrà necessariamente essere identica ANCHE la munizione utilizzata,
al fine di ottenere gli stessi risultati. In altre parole, è assolutamente
INUTILE utilizzare munizioni con palla tipo HPBT da 168 grs. quando l’arma
è stata concepita per dare il MEGLIO di se con cartucce da 173 grs.
dotata di palla tipo FMJ/SN - BT!! È vero che “...
si può
sparare bene...” anche con palle da 168 grs., ma se l’arma è stata
concepita per usare ALTRE munizioni che adottano ALTRE palle, è inutile
continuare nell’errore ed affermare che “...
l’arma è precisa,
però c’è di meglio sul mercato...”!! Sparare al poligono
la domenica pomeriggio su un innocuo bersaglio cartaceo, magari tra una battuta
scherzosa fra amici ed un’occhiata distratta alle partite di calcio, è
ben DIVERSO dal colpire, diciamo, un capocarro nemico a 600 m di distanza!!
Un aspetto estremamente qualificante dell’arma è che, almeno per il
mercato civile, essa è destinata, per dichiarazione espressa della
Casa produttrice, alle competizioni UIT a 300 m. Per poter raggiungere questo
risultato, particolare attenzione è stata posta, in sede costruttiva,
circa la necessità di realizzare un canna dotata di una
fase armonica non spuria (c.d.
canna flottante, traduzione grossolana
di floating barrel). La canna è pressoché libera di oscillare
attorno al proprio asse durante lo sparo ed è protetta da un’astina
in fibra di vetro, completamente cilindrica, che non disturba minimamente
la fase armonica. Sotto questo aspetto, l’SR - 25 ricorda molto le risoluzioni
progettuali adottate nella costruzione del PSG - 1 o del WA - 2000.
Relativamente all’aspetto prettamente commerciale, l’arma è venduta
“...
completamente nuda...”, cioè SENZA mire (della quale è
priva) e praticamente senza accessori, anche se è disponibile l’apposita
valigia in materiale sintetico per il trasporto (N.B. è preferibile
sostituirla con una in Alluminio aeronautico). Per quanto concerne l’ottica
di puntamento, per l’utenza professionale (FF.AA. o di Polizia) si consiglia
VIVAMENTE uno Schmidt und Bender “
P / M - 2” da 10x40 mm con reticolo
millesimale (v. voce a se per i dettagli) oppure un Kahles da 10x42 mm,
SEMPRE con reticolo millesimale di tipo puntiforme (#110, v. voce a se per
i dettagli): in ambo i casi è NECESSARIA l’applicazione dei coperchi
a scatto e del tunnel paraluce anteriore!! Del pari, DEVE ritenersi assolutamente
NECESSARIA l’applicazione del bipiede Harris modello “
L”, da anni
il più utilizzato ed apprezzato in tutto il mondo da parte di FF.AA.
e svariati Corpi di polizia. Il prezzo, sul mercato CIVILE, è abbastanza
alto (e secondo alcuni commentatori, del tutto ingiustificato!!), per cui
si consiglia di rivolgersi direttamente alla casa produttrice in caso di
eventuale (futuro) acquisto. Ultimamente, qualche Reparto delle nostre FF.AA.
ha mostrato un certo interesse in questo sistema d’arma, tuttavia vale la
pena di ricordare (ancora una volta) che qualsiasi sia la decisione finale,
è NECESSARIO adottare sempre le munizioni corrette in sede di utilizzo!!
Di recente la ditta produttrice si è aggiudicata la gara d’appalto
per la fornitura di SR - 25 ad alcuni prestigiosi corpi delle FF.AA. americane,
quali i Ranger e gli Incursori di Marina, il che la dice lunga sulle reali
potenzialità di questo fucile.
SCHEDA TECNICA
FABBRICANTE = Knight Manufacturing Company, 7750 9th Street
S.E., Vero Beach, Florida 32968 USA
MODELLO = SR - 25 “
Match Rifle”
TIPO = fucile di precisione solo semiautomatico
CALIBRO = 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA = apertura con sistema a ricupero di gas, chiusura
con otturatore rotante a 7 alette in testa
CANNA = da 610 mm (24”), di tipo pesante ma priva di scanalature
di alleggerimento, con 5 rigature costanti di tipo destrorso e passo di
1 giro in 11,25”
PERCUSSIONE = indiretta, tramite percussore lanciato
ALIMENTAZIONE = tramite caricatore prismatico amovibile
dalla capacità di 20 colpi con possibilità di acquistare
come optional un caricatore limitato a soli 5 colpi per competizioni sportive
(N.B. sul mercato civile italiano l’arma è commercializzata con
caricatori da 9 e 5 colpi)
SCATTO = in due tempi, senza stecher, completamente regolabile
per retro scatto e modalità di sgancio del contro cane
ESTRATTORE = a gancio, solidale alla testa dell’otturatore
ESTRATTORE = a puntone, solidale alla testa dell’otturatore
e caricato a molla
MIRE = mire metalliche assenti; arma già predisposta
per il montaggio dell’ottica con rotaia universale di tipo Weaver
SICURA = a due posizioni posta sul lato sinistro del castello,
direttamente derivata da quella dell’M - 16
IMPUGNATURA = a pistola, derivata dal fucile M - 16
PESO = 4,8 Kg (scarico e senz’ottica)
MATERIALI = canna in acciaio trilegato, castello in Alluminio,
astina e calciatura in materiale sintetico
LUNGHEZZA = 1105 mm
FINITURA = castello e canna bruniti in nero opaco, astina
e calciatura di colore nero
NOTE = disponibile anche nel calibri 5,56x45 mm (SR - 15)
e 12,7x99 mm (SR - 50); castello con rotaia universale tipo Weaver per
attacco dell’ottica in grado di supportare tutte le ottiche omologate
NATO a norma dello
STANAG 2324 e ss. modifiche; disponibili, a
scelta, caricatori da 5 o 9 colpi (calibro 7,62 NATO); possibilità
di acquisto con bipiede Harris modello “
L” incluso; canna di tipo
pesante ed interamente flottante, dotata di vivo di volata incassato;
astina rinforzata con anima in fibra di vetro completamente separata dalla
canna per non disturbare la fase armonica della stessa
segue - Erma Werke modello SR - 100
Il fucile modello SR - 100 è un sistema d’arma “...
di
tipo modulare...” dalla storia del tutto particolare. Nata dalla
fervida mente di
Karl Gunther Kirnstatter, quest’arma doveva coniugare
sapientemente la precisione tipica della carabina a ripetizione ordinaria,
con la possibilità di passare rapidamente da un calibro all’altro
a seconda delle concrete esigenze dell’utilizzatore. L’arma in commento
è famosa per avere partecipato alla gara d’appalto, indetta dal
Ministero della Difesa tedesco, per la fornitura di un sistema d’arma
destinato al tiro (di interdizione) sulla media distanza. La gara venne
vinta dalla
Mauser con il modello SR - 93 (con la duplice cameratura
in .300 Winchester Magnum e .338 Lapua Magnum) e la
Erma Werke, a
causa del poderoso sforzo economico intrapreso, entrò in un profondo
periodo di crisi finanziaria. Nel frattempo, alcune Unità antiterrorismo
europee di estrema importanza quali il
GSG - 9 tedesco ed la
GIGN
francese, iniziarono a mostrare un certo interesse verso l’SR - 100. Emissari
di queste Unità specialistiche delle Forze dell’Ordine avanzarono
richieste precise alla Casa costruttrice (voci informali parlano di 40
- 50 pezzi cadauna), la quale però non poteva fare immediatamente
fronte alla domanda. Per uscire dalla crisi economica nella quale era entrata,
l’azienda dovette concedere diverse licenze ad alcune ditte del settore.
Uno di questi contratti di licenza esclusiva (il più importante)
è stato quello concluso con la Steyr, la quale su occupa, attualmente,
della commercializzazione del modello SR -100. Dal punto di vista
strutturale l’arma non è altro che uno scatolato in lega leggera (a
base di Alluminio) nel quale trovano posto il gruppo di scatto, tutta la meccanica
rimanente (otturatore compreso) ed al quale è fissata rigidamente
la canna (tramite un apposito manicotto filettato). Questo insieme di elementi
meccanici si innesta sulla calciatura in legno laminato (solitamente di colore
nero per le FF.AA.) tramite uno specifico recesso (presente nella calciatura
stessa) e viene poi bloccata in sede da un apposito chiavistello. Una volta
assemblata, l’arma offre il vantaggio di possedere un’estrema rigidità
strutturale e di eliminare qualsiasi contatto tra canna e calciatura, NON
disturbando, così, la fase armonica della medesima. Una volta assemblata,
l’arma risulta dotata di un’elevata robustezza, il che non guasta mai, specie
in caso di utilizzo da parte di utenti professionali!! Il passaggio da un
calibro all’altro avviene, da parte di un utente esperto, in circa 10 secondi.
Si tratta di un aspetto tecnico MOLTO importante, che però ha, come
tutte le cose della vita, il suo lato negativo. Quando si passa da un calibro
all’altro è NECESSARIO verificare che l’azzeramento dell’arma NON
sia mutato rispetto alle condizioni originarie, prima di usare effettivamente
l’arma sul campo!! Si tratta di un aspetto tecnico - operativo di cui quasi
nessuno fa menzione, ma che riveste, in realtà, un’enorme importanza
pratica. Ad un qualsiasi “
tiratore della domenica”, forse la cosa
non sembrerà importante, viceversa, per un operatore del GSG - 9 (ad
esempio), questo “...
piccolo particolare...” può fare la differenza
tra la missione perfettamente riuscita ed il fallimento più totale!!
Alcuni commentatori hanno avanzato alcuni DUBBI circa la capacità
dell’SR - 100 di mantenere COSTANTE nel tempo l’accoppiamento tra castello
e calciatura in seguito a montaggi e smontaggi ripetuti, tuttavia, almeno
allo stato attuale NON esistono datti certi su questo aspetto. Un aspetto
tecnologico particolarmente qualificante, e che merita certamente menzione,
è quello relativo alla NATURA della canna adottata dall’SR - 100.
La qualità della canna, internamente cromata, è senza dubbio
molto ELEVATA ed è sicuramente SUPERIORE (ad esempio) a quella dell’attuale
produzione Mauser. In primo luogo, pur se ricavata per rotomartellatura, il
livello di rugosità superficiale di questa canna è molto basso
se paragonato agli attuali standard industriali: naturalmente questo particolare
va a favorire la precisione. In secondo luogo si tratta di un canna con
sei rigature a passo costante, in sostituzione delle “solite” quattro rigature
adottate dalla scuola tedesca (e mitteleuropea in genere), che sono valide
per l’impiego venatorio ma NON sono assolutamente adatte per il tiro di
interdizione!! Sotto questo profilo la canna dell’SR - 100 ricorda molto
quella degli Accuracy International, nota per la lunga vita operativa media
e per le elevate qualità di precisione intrinseca. Canne di questa
fattura dovrebbero costituire “...
il punto di riferimento minimo...”
per le FF.AA. e per le Forze dell’Ordine le quali, purtroppo, si indirizzano
verso canne molto più scadenti!! Per motivi di correttezza va detto
che le uniche camerature DEGNE di un certo interesse sono (almeno allo stato
attuale e salvo future modifiche) quelle in .300 Winchester Magnum ed in
.338 Lapua Magnum, essenzialmente perché il passo di rigatura adottato
si accorda perfettamente con le munizioni disponibili per le FF.AA. Va poi
sottolineato che con una canna del genere, a causa della sua lunghezza, anche
per il calibro 7,62x51mm NATO non ci dovrebbero essere problemi nello stabilizzare
le palle più pesanti. Desta, invece, estrema perplessità la
cameratura in 12,7x57 mm Anthis / Stopson, perché sarebbe stato
più semplice ed economico utilizzare direttamente il calibro
12,7x99 mm per il quale esistono già da tempo munizioni specialistiche,
tabelle balistiche, dati e componenti di ricarica, invece di utilizzare
“...
questo nuovo 12,7 mm...”, del quale si conosce poco e nulla (e
del quale non sono noti i limiti balistico - esterni). Attualmente
non è dato sapere, purtroppo, quali siano state le munizioni di
riferimento attorno alle quali l’arma è stata progettata (nei vari
calibri). L’eventuale acquirente dovrà provvedere, a proprie spese,
ad un’intensa opera di verifica prima di individuare con certezza le munizioni
più adatte a questo interessante sistema d’arma. Un’ultima nota critica
riguarda il PESO, in assetto operativo, dell’SR - 100. Raggiungendo i 9 Kg,
l’SR - 100 si pone nella stessa classe di peso del PSG - 1, il che ne limita
l’impiego ESCLUSIVAMENTE quelle ipotesi dove la situazione operativa “...
non
è fluida ed in continua evoluzione, ma piuttosto statica...”,
cioè in quelle situazioni dove sono solite operare le Forze dell’Ordine.
Questo è il principale motivo per il quale l’SR - 100 sembra interessare
MOLTO di più le Forze dell’Ordine che non, piuttosto, le FF.AA.:
9 Kg sono troppi per un tiratore scelto operante in seno alle FF.AA.!! Tutti
i commentatori sono concordi nel sostenere che, sicuramente, il peso ELEVATO
ha giocato a SFAVORE della Erma Werke nella gara d’appalto per la
fornitura alle FF.AA. tedesche, poi vinta dalla Mauser con il modello SR
- 93, un sistema d’arma altamente innovativo dotato, tra l’altro, di una
calciatura iperleggera in Alluminio e Manganese (v. voce a se).
SCHEDA TECNICA
FABBRICANTE = Erma Werke GmbH, Johann Ziegler Straße,
8522 Dachau, Germania / distribuito da Steyr Mannlicher Aktiengesellschaft,
P.O. Box 1000, Mannlicherstrasse 1 - 4400 Steyr (Austria)
MODELLO = Sniper Rifle (SR) 100
TIPO = fucile di precisione per impieghi speciali
CALIBRO = 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA = a otturatore girevole scorrevole
CANNA = da 650 mm (750mm compreso il freno di bocca) di
tipo pesante ma dotata di scanalature di alleggerimento, con 6 rigature
destrorse costanti e passo di 1 in 12” (1 in 10” per gli altri calibri)
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite caricatore prismatico amovibile,
di tipo monofilare, da 10 colpi (8 colpi per il .300 Winchester Magnum,
5 per il .338 Lapua Magnum e per il 12,7x57 mm Anthis /Stopson)
SCATTO = completamente regolabile da 400 a 2000 grammi
ESTRATTORE = a gancio, portato sulla testa dell’otturatore
ESPULSORE = a puntone, portato sulla testa dell’otturatore
e caricato a molla
MIRE = mire metalliche assenti; l’arma incorpora una rotaia
standard di tipo Weaver in grado di accogliere tutti i dispositivi di
puntamento a norma STANAG 2324 (N.B. sono altresì presenti,
sopra il castello, tutta una serie di fori filettati per esigenze particolari
di montaggio)
SICURA = a tre posizioni dietro la coda dell’otturatore,
molto simile alla sicura Mauser originale
IMPUGNATURA = a pistola, mediamente accentuata, con ampio
foro di passaggio per il pollice
PESO = 7 Kg (scarico e senz’ottica)
MATERIALI = canna in acciaio trilegato, castello in Alluminio
aeronautico e calciatura in legno laminato
LUNGHEZZA = 1260 mm (1360mm per i rimanenti calibri)
FINITURA = parti metalliche esterne di colore nero opaco,
calciatura nera
NOTE = disponibile anche nei calibri .300 Winchester Magnum,
.338 Lapua Magnum e 12,7x57 mm Anthis / Stopson; arma acquistabile con
bipiede incorporato; possibilità di regolazione plurima del calcio
(spessore e posizione del calciolo, altezza del calcio da terra, spessore
del poggiaguancia); disponibile anche con la calciatura multicolore;
possibilità di passare rapidamente da un calibro all’altro
segue - Springfield Armory M -21 “National Match” (M1
- A “xx”) ed M - 25 “Sniper Rifle”
Il fucile M - 21 è il derivato diretto del fucile
M - 14 ed è stato, fino alla prima metà degli anno ‘90,
il sistema d’arma (destinato al tiro di interdizione) delle FF.AA. USA
per circa 20 anni. Anche se ingiustamente criticato da molti, questo sistema
d’arma ha compiuto egregiamente il suo dovere per circa 20 anni, dando
prova di eccellente precisione nelle mani di quei tiratori che lo hanno
utilizzato, anche nelle condizioni più difficili. Per quanto concerne,
più in generale, la storia di quest’arma, si rimanda il lettore
ad apposite pubblicazioni. Quello che interessa sottolineare in questa
sede è che, con le opportune munizioni, l’arma NON esce mai dal “10”
del bersaglio UIT standard a 300 m. Si tratta di una delle POCHE armi semiautomatiche
con le quali è possibile effettuare REALMENTE del tiro di interdizione,
anche se il suo livello costruttivo e qualitativo è INFERIORE a
quello espresso da altre armi della stessa classe di produzione attuale,
come ad esempio il PSG - 1. L’enorme successo nel settore militare “contagiò”
in breve tempo anche il settore e gli appassionati civili. Nel settore
CIVILE, solitamente si ricaricano cartucce con circa 40 grs. di propellente
(ad esempio 41 grs. di WW748, oppure 42 grs. di N140 o ancora 48 grs. di
H414) e palle Sierra “Matchking” da 168 grs. tipo HPBT. Negli USA,
utilizzando “...questa ricetta...”, nella quale la natura della polvere
varia a seconda delle esigenze o delle credenze del tiratore, sono stati
vinti NUMEROSI trofei nazionali. In realtà l’arma è stata
concepita per utilizzare la cartuccia tipo M - 118 (v. voce a se) per cui,
se si desidera veramente il MASSIMO in termini di precisione intrinseca,
o si adotta la munizione ORIGINALE, oppure si realizza una ricarica balisticamente
COMPATIBILE. In caso di utilizzo delle munizioni originali (N.B. il problema
riguarda solo gli appartenenti alle FF.AA. della NATO), è consigliabile
controllarle accuratamente PRIMA di usarle, in modo da individuare eventuali
difetti. Se il lotto di appartenenza è vecchio (se ha più
di 10 anni), è preferibile reperire un certo numero di cartucce
(100 - 150) disassemblarle, livellare il quantitativo di polvere interno
e riassemblarle. Questo perché i lotti più vecchi non erano
raffinati come quelli più recenti!! Dopo averle riassemblate è
necessaria una verifica al comparatore millesimale per controllare il
livello di coassialità delle munizioni così modificate.
Per quanto concerne il tema delle ricariche "...balisticamente compatibili..."
un buon inizio è rappresentato da 40 grs. di WW748 o da 40 grs.
di N - 140, sempre con palle Lapua “D - 46”. Un’altra palla molto
interessante, che purtroppo si è resa disponibile SOLO in tempi
piuttosto recenti, è la Sierra da 175 grs. tipo HPBT. Per ottenere
il MASSIMO in termini di precisione è NECESSARIO caricare le cartucce
in modo da averle “...il più lunghe possibile...” (N.B.
la punta della palla deve sfiorare l’interno del caricatore!!), e verificare
che la tensione del colletto (neck tension) sia corretta. Normalmente
NON è necessaria alcuna crimpatura, stante il fatto che il funzionamento
dell’arma è comunque perfetto. Qualora ciò non avvenga,
si consiglia una LEGGERISSIMA crimpatura con l’apposita matrice (die)
per la crimpatura professionale delle munizioni (crimp die): ottima
in tal senso la matrice di crimpatura industriale (Factory Crimp Die)
prodotta dall’americana Lee. Questa strana, e poco nota, matrice ha il
PREGIO di rendere pressoché COSTANTI i valori pressori all’interno
della munizione al momento della combustione della polvere, il che significa
MOLTO in termini di precisione intrinseca (N.B. si ricordi che durante
l’uso il colletto NON va “piegato” ma solo “appoggiato” contro
la palla)!! A livello di (solo) munizionamento COMMERCIALE, le cartucce
in grado di esprimere i risultati MIGLIORI in termini di precisione sono le
Federal “Gold Medal” con palla da 175 grs. tipo HPBT (GM#308M2), che rappresentano
l’equivalente “civile” della cartuccia militare M - 118 sul mercato
americano. Allo stato attuale l’arma ORGINALE non è più
in produzione presso “...il vero...” Arsenale di Springfield, tuttavia
la Springfield Armory (oggi Springfield Inc.) realizza quattro modelli
evoluti del vecchio M - 21 per il mercato civile e per tutti i “...clienti
professionali...” eventualmente interessati. Essi sono:
- M1 A Standard (1)
- M1 A Bush (2)
- M1 A Tactical (3)
- M1 A National Match (4)
Le canne dei modelli (2), (3) e (4)
sono Douglas con sei rigature destrorse e passo di 1 in 10”, mentre
quella del modello (1) è una Springfield originale con
passo da 1 in 11”. Come optional è possibile montare canne in
acciaio inossidabile di produzione Hart o Krueger, con sei rigature destrorse
a passo costante, oppure Springfield originale (sempre con passo di 1
in 11”). Tutte queste armi appaiono formalmente identiche al vecchio M
- 21, con la sola differenza del nome o della denominazione commerciale.
Come nota conclusiva va segnalato che nel 2001 è stato presentato
al pubblico il primo derivato commerciale del sistema M - 21 di un certo
interesse per le FF.AA.: trattasi del sistema M- 25. Questo “nuovo”
sistema d’arma integra TUTTE le caratteristiche progettuali del “vecchio”
M - 21, incorporando però tutta una serie di migliorie tecniche
per quanto concerne:
- La canna (sempre di tipo pesante ma con un grado di finitura
interna superiore rispetto all’M - 21)
- Il sistema di puntamento ottico (un cannocchiale variabile
da 4 - 20 ingrandimenti prodotto dalla stessa Springfield Armory
e dotato di un reticolo millesimale analogo a quello utilizzato dalla
Leupold & Stevens)
- La calciatura (sempre in materiali “nobili”, ma di qualità
ancora superiore rispetto al passato)
- La camera ed il vivo di volata (dovrebbero essere entrambe rifinite
completamente a mano)
- La finitura (indiscrezioni parlano di una finitura in nero profondo
con trattamento al Solfuro di Cromo in luogo della classica brunitura)
In linea teorica, stando alle prime anticipazioni, il sistema
d’arma M - 25 potrebbe interessare non solo le nostre Forze dell’Ordine,
ma anche e soprattutto le nostre FF.AA. Occorrerà comunque attendere
la commercializzazione per poter effettuare intense ed approfondite
prove valutative.
SCHEDA TECNICA
FABBRICANTE = Springfield Inc., 25144
Ridge Road, Colona, Illinois, 61241 USA
MODELLO = 21 “National Match” (altresì noto
come M - 14 National Match Super Grade) o M1 A “xx”
TIPO = fucile di precisione solo semiautomatico
CALIBRO = 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA = apertura a ricupero di gas, chiusura con otturatore
rotante a due alette in testa
CANNA = Douglas (od Hart, in alternativa) da 560 mm (22”)
con 6 rigature costanti e passo di 1 in 11” (i modelli più “vecchi”
montavano una canna Krueger con 4 o 6 rigature e passo di 1 in 12”)
PERCUSSIONE = indiretta, tramite percussore lanciato
ALIMENTAZIONE = tramite caricatore prismatico amovibile
della capacità di 20 colpi (N.B. la versione presente sul mercato
civile italiano adotta un caricatore da 20 colpi limitato a 5)
SCATTO = in due tempi, senza stecher
ESTRATTORE = a gancio, imperniato sulla testa dell’otturatore
ESPULSORE = a puntone, imperniato sulla testa dell’otturatore
e caricato a molla
MIRE = mirino su rampa protetto da alette con diottra di
mira posteriore tipo “National Match” originale
SICURA = a due posizione, posta sul ramo anteriore della
guardia
IMPUGNATURA = a pistola, di tipo non accentuato
PESO = 4,5 Kg scarico e senz’ottica
MATERIALI = calciatura McMillan originale in fibra di vetro
con anima in resina epossidica e calciolo metallico (con sportellino ribaltabile),
canna in acciaio trilegato
LUNGHEZZA = 1125 mm (1028 mm il modello “Bush”;
1117 mm il modello “Tactical”)
FINITURA = calciatura di colore nero, canna in acciaio
inox lucido o brunito a seconda del modello scelto
NOTE = disponibile nelle versioni M1 A “Standard”,
M1 A “Bush”, M1 A “Tactical” ed M 1 A “National Match”;
la versione originale, commercializzata nel 1987, adottava una calciatura
in legno dotata di incassatura su fibra di vetro integrale, astina maggiorata
e calciolo irrobustito, diversamente da quella attuale che adotta, invece,
una calciatura McMillan originale in fibra di vetro; arma disponibile
anche con sistema di puntamento originale ART (modelli I e II) da 3 - 9x46
mm con camme balistiche pretarate per diverse munizioni
segue - Sig Sauer modello SSG - 3000
Il Sig Sauer SSG - 3000 rappresenta la risposta della ditta omonima
alle richieste di un’arma specialistica per il tiro di interdizione.
Si tratta di un prodotto DERIVATO dalla famosa azione Sauer - 202 che
è stata adattata al fine di soddisfare le esigenze di chi si dedica
professionalmente al tiro di interdizione. Non è nota, almeno
allo stato attuale, la munizione attorno alla quale l’arma è stata
realizzata, anche se alcuni commentatori affermano che si tratti della
Norma serie “Match” con palla Sierra “Matchking” da 168 grs. di tipo
HPBT, vale a dire della “...versione svedese...” delle celeberrime
Federal “Gold Medal” di identica fattura. Ad ogni modo, l’arma sembra
“...gradire particolarmente...” tutte le munizioni di ELEVATA qualità
(commerciali o ricaricate) con palle di peso compreso fra i 165 ed i 170
grs. e con morfologia HPBT o FMJ/SN - BT. Con le cartucce di produzione
Norma di cui sopra, è possibile collocare il contenuto di due caricatori,
a 100, in soli 14 - 16 mm (N.B. in realtà si tratta di un unico
foro i cui margini vengono progressivamente slabbrati). Da un punto di
vista meramente tecnico, sicuramente NON si tratta di un dato estremamente
probante, dato che per armi di questa classe le varie prove balistiche
(da farsi ex ante rispetto ad un’eventuale adozione da parte delle FF.AA.)
andrebbero fatte da 300 m in poi, tuttavia si tratta certamente di “...un
ottimo biglietto da visita...”!! Per quanto attiene alle note NEGATIVE
va sottolineato che, purtroppo, il passo di 1 giro in 12” unito ad una
canna da 600mm ESCLUDE l’impiego massiccio dell’SSG - 3000 alle distanze
di ingaggio tipiche delle FF.AA. e, quindi, un eventuale adozione da parte
delle medesime. Come sistema d’arma, l’SSG - 3000 si adatta molto di più
alle esigenze delle Forze dell’Ordine e, comunque, a distanze NON superiori
ai 300 m ed a situazioni tattiche “...non eccessivamente dinamiche...”.
Un ipotetico tiratore scelto operante in seno alle Forze dell’Ordine, potrebbe
ricaricare munizioni in proprio utilizzando (ad esempio) palle di produzione
Olin / Winchester tipo “Fail - Safe”, da 150 grs. di peso (v. voce
a se). Il passo di 1 giro i 12” si adatta perfettamente alle palle da 150
grs. e, se la ricarica viene effettuata rispettando TUTTI i crismi tecnici
necessari (pesatura centesimale della polvere, regolazione della tensione
del colletto, inserimento coassiale della palla, uso di inneschi tipo “Bench-Rest”,
etc.), si possono ottenere cartucce di alto livello in grado di esprimere
prestazioni di tutto rispetto fino ad un massimo di 300 m. Si tratta di
una soluzione molto importante per le Forze dell’Ordine, la quale può
estendersi a molti sistemi d’arma con passo di rigatura analogo a quello
in commento, più o meno datati, come ad esempio il Parker - Hale
M85, lo Steyr SSG “Police” (modello P - I e successivi) ed i Mauser di produzione
più risalente. Si rammenta in questa sede che il tiro di interdizione
effettuato dalle Forze dell’Ordine è DIVERSO da quello effettuato
dalle FF.AA., e che entrambi NON hanno nulla a che vedere con il tiro di
precisione effettuato in sede civile. Questo significa, per essere più
chiari, che le munizioni usate nel settore civile (e le palle su cui queste
sono assemblate) sono radicalmente DIVERSE da quelle usate nel settore militare
o di Polizia. Purtroppo, allo stato attuale (non solo in Italia ma un po’
ovunque), dominano la confusione e l’incompetenza, ed è invalsa l’idea
per la quale “...quello che si usa nel settore civile per il tiro di
precisione (= le munizioni con la sigla Match sulla confezione) è
sempre e comunque idoneo per le esigenze delle FF.AA. o di Polizia relative
al tiro di interdizione effettuato da questi Corpi e/o Reparti...”:
un altro chiaro esempio applicativo del notissimo “principio della pecora”!!
Le munizioni con palle HPBT, tanto diffuse nel settore civile, non sono
idonee alle esigenze delle FF.AA. o di Polizia, a prescindere che esse
abbiano, su bersagli biologici, un curioso effetto terminale (v. voce a
se). Il foro apicale presente sulle palle tipo HPBT non serve assolutamente
“...per farle espandere all’atto dell’impatto con il bersaglio...”,
ma è semplicemente un derivato del processo produttivo utilizzato:
su questo aspetto si veda, più ampiamente, la parte dedicata alla
balistica terminale. Tornando all’esame tecnico - costruttivo dell’arma
in commento, un altro problema rilevante, che è poi il suo più
grande DIFETTO, è rappresentato dal materiale utilizzato per la
calciatura. Purtroppo una calciatura di legno, anche se trattata con resine
sintetiche di varia natura, NON è in grado di mantenere costante
l’azzeramento nel tempo. Deve quindi ritenersi assolutamente NECESSARIO
il ricorso a un esperto artigiano in grado di rivedere l’accoppiamento
tra castello (azione) e calciatura. La soluzione consigliata è quella
di eseguire un buon accoppiamento su fibra di vetro (glass bedding)
o, in alternativa, provvedere alla sostituzione dell’intera calciatura con
un realizzata in materiale sintetico. Sotto questo punto di vista, si ricordi
che, anche il ricorso al legno laminato NON è una soluzione esaustiva,
tant’è vero che quando si applica una calciatura di questo materiale
si provvede anche a realizzare, come minimo, un’incassatura su canotti (pillar
bedding). Il freno di bocca contribuisce a rendere estremamente piacevole
l’utilizzo dell’arma, mentre il peso non eccessivo e la distribuzione ottimale
delle masse facilitano gli spostamenti ed il suo impiego generale.
SCHEDA TECNICA
FABBRICANTE = Sig Schweizerische Industrie Gesellschaft Geschaftbereich
Waffen, 8212 Neuhausen am Rheinfall, Svizzera
MODELLO = SSG - 3000
TIPO = fucile di precisione per impieghi speciali
CALIBRO = 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA = a ripetizione ordinaria basata sull’azione
Sauer #202, dotata di otturatore con 6 alette in testa appaiate 2 a
2
CANNA = di tipo pesante con 4 principi destrorsi e passo
costante di 1 giro in 12”, lunga 600 mm cui vanno ad aggiungersi 70
mm di freno di bocca
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite caricatore prismatico amovibile,
di tipo monofilare, della capacità di 5 cartucce
SCATTO = in due tempi, pretarato in fabbrica a 500 g ma
completamente regolabile
ESTRATTORE = a gancio, portato sulla testa dell’otturatore
ESPULSORE = a puntone, portato sulla testa dell’otturatore
e caricato a molla
MIRE = mire metalliche assenti; arma già predisposta
per il montaggio dell’ottica
SICURA = a due posizioni sul lato destro del castello
IMPUGNATURA = a pistola, di tipo fortemente pronunciato
e dotata di zigrinatura a buccia d’arancia
PESO = 5,4 Kg (arma scarica e senz’ottica)
MATERIALE = canna in acciaio trilegato, calciatura in legno
verniciato previa debita stagionatura, calcio e poggiaguancia in materiale
plastico (policarbonato)
LUNGHEZZA = 1180 mm
FINITURA = calciatura di colore nero opaco, canna e castello
completamente bruniti
NOTE = arma venduta PRIVA di custodia o di altro supporto
per il trasporto (N.B. è fornita in una scatola di cartone!!);
la dotazione standard comprende un caricatore di riserva, chiavi
a brugola, cinghia di trasporto e spessori addizionali per il calcio;
possibilità di acquistare l’arma con il bipiede Harris già
applicato; canna dotata di freno di bocca di forma cilindrica con 6 feritoie
longitudinali per lo sfogo dei gas, lungo 70 mm e largo (diametro) 20 mm;
segue- Blaser R - 93 “Tactical”
Il Blaser R - 93 “Tactical” è un’arma commercializzata
abbastanza recentemente e che deriva, a sua volta, da una preesistente
arma da tiro. Il suo tratto caratteristico è l’innovativa azione
lineare che esegue contemporaneamente (ed internamente) il movimento rotatorio
e traslativo necessario alla realizzazione del ciclo di fuoco, lasciando
al tiratore il compito di eseguire SOLO un breve movimento (esterno) di
tipo lineare. Questo comporta, ovviamente, un elevata velocità nella
ripetizione del colpo unita ad un’ottima stabilità, entrambi requisiti
di PRIMARIA importanza in un qualsiasi sistema d’arma destinato al tiro
di interdizione!! I tratti tecnici più qualificanti dell’R -93 sono,
senza dubbio, i seguenti:
- Il passo di rigatura di 1 giro in 11”, che unito alla canna
da 600mm di lunghezza permette ampia possibilità di scelta per
quanto concerne le munizioni da impiegare
- Il calcio il lega leggera, assolutamente esente da pericolosi
fenomeni di torsione o deformazione
- Il caricatore con speciali labbra di guida per le munizioni
Così come avviene (purtroppo) per MOLTI altri fucili attualmente
in circolazione, anche per l’R - 93 non si conosce la munizione utilizzata
dai tecnici della Blaser durante la fase progettuale. Questo (grave)
difetto è parzialmente eliminato dalla tipologia del passo di
rigatura utilizzato. Infatti, il passo di rigatura di 1 giro in 11” rende
ragionevolmente POSSIBILE spaziare da 150 a 190 grs. di peso, con una
netta prevalenza per le palle di peso “medio” o “massimo”.
Tra le potenziali ricariche UTILI per eventuali clienti istituzionali,
si segnalano le seguenti:
- 45.0 grs. di W-W 748, inneschi CCI# 200 - BR 2, palla Lapua
“D - 46” da 185 grs., tipo FMJ/SN - BT
- 48.5 grs. di W-W 760, inneschi CCI# 200 - BR 2, palla Sierra
“MatchKing” da 190 grs., tipo HPBT
- 46.5 grs. di H - 380, inneschi CCI#200 - BR 2, palla Sierra
“MatchKing” da 190 grs., tipoHPBT
Infine, per quanto concerne la produzione commerciale NON possono
e NON devono essere dimenticate:
- Le Federal “Gold Medal” Match Rifle Cartridges con palla
da 175 grs. tipo HPBT
- Le Lapua “D - 46” con palla da 170 grs. tipo FMJ/SN -
BT
- Le Lapua “D - 46” con palla da 185 grs. tipo FMJ/SN -
BT
- Le Norma “Heavy Match Ammo” con palla da 190 grs. tipo
HPBT
In definitiva, si tratta di un ECCELLENTE prodotto, qualitativamente
superiore rispetto alla media attuale, ed idoneo a soddisfare le esigenze
delle FFAA e di Polizia, ma che finora non ha avuto il successo ed il
riconoscimento che meritava.
SCHEDA TECNICA
FABBRICANTE = Blaser Jagdwaffen GmbH, Isny am Allgau 88316
- Germania
MODELLO = R - 93 “Tactical”
TIPO = fucile di precisione, a ripetizione ordinaria, per
impieghi speciali
CALIBRO = 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA = brevetto originale Blaser basato su un otturatore
a corsa lineare, in apertura ed in chiusura, del tipo ad espansione radiale
autocentrante
CANNA = lunga 600 mm, di tipo pesante ma dotata di scanalature
di alleggerimento, con rigature costanti e passo di 1 giro in 11”, realizzata
in acciaio al Cromo - Molibdeno
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite caricatore prismatico amovibile
della capacità di 10 colpi
SCATTO = in due tempi, totalmente regolabile
ESTRATTORE = a gancio
ESPULSORE = a pistoncino, solidale alla testa dell’otturatore
MIRE = mire metalliche assenti; arma già predisposta
per il montaggio dell’ottica
SICURA = a due posizioni, posta dietro la coda dell’otturatore
IMPUGNATURA = a pistola, di tipo fortemente squadrato
PESO = 5,4 Kg (arma scarica e senz’ottica)
MATERIALE = calciatura modulare in lega d’Alluminio aeronautico;
castello in acciaio legato e canna in acciaio al Cromo - Molibdeno
LUNGHEZZA = 1105 mm
FINITURA = arma completamente di colore nero
NOTE = arma disponibile anche nei calibri 7,5x55 mm ex
- ordinanza svizzero, .243 Winchester e 6 mm BR; scatto totalmente regolabile
per peso e lunghezza; canna in acciaio speciale ricavata per rotomartellatura
e totalmente flottante; calcio dotato di poggiaguancia regolabile in altezza
e calciolo integrabile con distanziali da 4 mm di spessore; possibilità
di alzare / abbassare il calcio di ± 30 mm grazie ad un terzo punto
d’appoggio posteriore; arma dotata di bipiede Parker - Hale e di supporto
antiscivolo (anteriore) per la mano debole; caricatore prismatico amovibile
con labbra speciali di guida per la cartuccia durante la fase di
alimentazione; freno di bocca standard, con feritoie plurime, per ridurre
il rinculo
§3 - alcuni sistemi semicompatibili con le esigenze delle FF.AA.:
Mauser 66 -SP, Mauser SR - 86, Steyr SSG - 69 P II, Walther WA - 2000
e Beretta modello “S”
segue - Mauser 66 SP
Il Mauser 66 - SP rappresenta il capostipite di una serie di sistemi
d’arma destinati al tiro di interdizione realizzati dalla famosa ditta
tedesca, a partire dagli anni ‘70, per fare fronte ad una serie di richieste
sempre più pressanti provenienti da clienti professionali. Si tratta,
in realtà , di un sistema d’arma dedicato più che altro
alle Forze dell’Ordine che non, piuttosto, alle FF.AA., com’è facilmente
intuibile dalla sua estetica e dalla sua ergonomia estremamente particolari.
Per ottenere il massimo in termini di precisione la Mauser consiglia
l’utilizzo di cartucce RWS in calibro 7,62x51 mm con palla da 190
grs. tipo HPBT. Con queste cartucce la Mauser garantisce una rosata (di
3 colpi) di 15 mm a 100 m e di 35 - 40 mm a 300 mm, risultati che però
non sono stati riscontrati da chi utilizza o ha utilizzato in passato
questo sistema d’arma. Una verifica più accurata, comprensiva di
diversi tipi di munizioni, ha dato i seguenti risultati (N.B. tutte le
rosate sono di 3 colpi):
- Federal “Gold Medal” con palla da 168 grs. tipo
HPBT = 26 mm a 100 m, 48 mm a 200 m
- Norma “Moly Match” con palla da 168 grs. HPBT =
44 mm a 100 m, 50 mm a 200 m
- Sako “Super Match” con palla da 190 grs. tipo HPBT
= 48 mm a 100 m, 52 mm a 200 m
- RWS “Match” con palla da 190 grs. tipo HPBT = 50
mm a 100 m, 56 mm a 200 m
Come si vede l’arma NON è in grado di esprimere in maniera
effettiva i risultati garantiti dalla Mauser in termini di precisione
intrinseca, e questo avviene per una svariata pluralità di motivi.
In primo luogo la calciatura, adatta ad un fucile da tiro ma non per
un sistema d’arma specifico per le FF.AA., non consente di effettuare
una solida incassatura dell’azione, il che si traduce in movimenti parassiti
ed oscillazioni eccessive durante il tiro. Naturalmente la presenza di
una fase armonica di tipo “
anomalo” si concreta in una precisione
intrinseca alquanto mediocre: 26 mm a 100 m con le Federal “
Gold Medal”
sono davvero troppi !! In secondo luogo la qualità della canna
è troppo scarsa per tentare di ottenere risultati di rilievo in
termini di precisione. Per motivi che non sono noti, la Mauser ha insistito,
e continua ad insistere tuttora con i modelli più recenti (v. ad
esempio il modello M - 86 SR), per una banalissima canna con 4 rigature
realizzata per rotomartellatura la cui qualità è molto scarsa.
Del resto, semplice verifica delle variazioni presenti all’interno della
medesima (c.d. tamponatura) effettuata con gli appositi strumenti (tamponi)
mette immediatamente in evidenza variazioni di molto superiori al centinaio
di micron, il che si traduce in una pessima precisione intrinseca. In terzo
luogo, la presenza di un grilletto con una forma modificata per le gare
di tiro a segno dovrebbe fare presagire la vera natura di quest’arma. Anche
se reclamizzata come “...
arma di precisione per impieghi speciali...”,
il Mauser 66 - SP è un’arma NON adatta alle FF.AA. e che, addirittura,
difficilmente si adatta anche alle esigenze delle Forze dell’Ordine. Tempo
fa questo sistema d’arma interessò il nostro Ministero della Difesa
il quale ne acquistò diversi esemplari, molti dei quali furono
destinati all’Arma dei Carabinieri. Di fatti si trattò di un’inutile
spreco di denaro pubblico da parte del Ministero, anche e soprattutto
perché l’arma NON era in grado di garantire i risultati promessi.
Ad ogni modo, gli esemplari ancora ad inventario possono essere facilmente
ricondizionati al fine di migliorarne la precisione e di mantenerli ancora
in stato di attività. Dal momento che l’azione del Mauser 66 - SP
è ottima, possono essere eseguite le seguenti operazioni:
-
Sostituire la canna originale con una da competizione
= la rimozione della canna originale con una da competizione di
tipo pesante (N.B.
diametro esterno 20 - 22 mm) riduce di molto
la fase armonica dell’arma e garantisce rosate di 10 - 15 mm a 100
m con munizioni ad hoc per circa 10000 colpi
-
Sostituire la vecchia calciatura con una in materiale sintetico
= si rammenta in questa sede che la McMillan realizza in esclusiva per
la Mauser una calciatura adatta al modello 66 - SP ed ai suoi derivati
che DEVE essere acquistata per sostituirla a quella originale in legno, la
quale determina l’insorgere di movimenti parassiti che inficiano la precisione
di tiro
-
Effettuare una perfetta operazione di incassatura =
una volta acquistata una calciatura in materiale sintetico, la realizzazione
di una operazione di incassatura su canotti è determinante al
fine di mantenere inalterata la precisione di tiro al variare delle condizioni
atmosferiche e degli ambienti operativi
Allo stato attuale l’arma NON è più in produzione.
È tuttavia preferibile che i Reparti che hanno ad inventario simili
armi, provvedano al loro ricondizionamento, invece di spendere inutilmente
altro denaro pubblico per acquistare “
armi nuove” in sostituzione
dei “
vecchi” Mauser 66-SP !! Relativamente al sistema di puntamento,
dovrebbe fare riflettere il fatto che la Mauser offre l’arma con uno
Zeiss “Diavari” da 1,5 - 6x42 mm dotato di reticolo #4, cioè un
reticolo più adatto al tiro a segno che al tiro di interdizione.
Viste quelle che sono le esigenze operative e le condizioni nelle quali
le FF.AA. devono agire, quest’ottica risulta alquanto fuori luogo. Per
l’impiego da parte delle FF.AA. si consiglia vivamente il Kahles
ZF - 95 “
10x”, lo Schmidt und Bender 10x40 mm “
Military”
o l’Hensoldt 10x40 mm limitatamente alla produzione europea, mentre per quanto
riguarda la produzione statunitense si consiglia il Leupold Mk - IV M1 o
M3, entrambi da 10x40 mm con reticolo millesimale. Infine, stante il fatto
che alcuni esemplari del Mauser 66 - SP furono acquistati per il
Centro
di Perfezionamento al Tiro dell’Arma dei Carabinieri, per l’impiego
da parte delle Forze dell’Ordine si consiglia lo Schmidt und Bender 2,5
- 10x56 mm con torrette modificate dalla Accuracy International.
SCHEDA TECNICA
FABBRICANTE = Mauser Werke Oberndorf GmbH, Postfach 1349/1360,
Oberndorf am Neckar, 78722, Germania
MODELLO = 66 - SP
TIPO = fucile di precisione per impieghi speciali
CALIBRO = 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA = sistema Mauser modificato con due alette di
chiusura in testa
CANNA = lunga 680 mm, ricavata per rotomartellatura con
4 rigature destrorse con passo costante di 1 giro in 12”
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite serbatoio fisso della capacità
di 3 cartucce
SCATTO = in due tempi di tipo regolabile da 900 a
2000 grammi
ESTRATTORE = a unghia di tipo Mauser
ESPULSORE = fisso, a lamina, di tipo Mauser
MIRE = mire metalliche assenti; l’arma monta di serie uno
Zeiss “Diavari” da 1,5 - 6x42 mm con reticolo Zeiss # 4
SICURA = a due posizioni posta dietro la coda dell’otturatore
sul lato destro dell’arma
IMPUGNATURA = a pistola di tipo fortemente squadrato con
foro di passaggio per il pollice
PESO = 6,2 Kg scarico
MATERIALE = calciatura in noce, parti metalliche in acciaio
trilegato
LUNGHEZZA = 1115 mm
FINITURA = parti metalliche brunite; parti lignee trattate
ad olio
NOTE = arma dotata di freno di bocca lungo 95 mm con 5
paratie e foro di egresso incassato; calciatura con astina maggiorata,
poggiaguancia regolabile e calciolo in gomma piena; impugnatura a pistola
con foro di passaggio per il pollice e finitura a buccia d’arancia; scatto
regolabile tramite apposita vite da 900 a 2000 grammi e grilletto con
superficie maggiorata tramite apposito zoccolo;
segue - Mauser 86 - SR
Il Mauser 86 - SR è il principale discendente del modello
66 - SP e rappresenta la sua evoluzione diretta nel settore dei fucili
destinati al tiro di interdizione. Pur essendo un’evoluzione del modello
preesistente, il modello 86 - SR incorpora ancora numerosi difetti del
modello 66 - SP. In primo luogo NON si riesce a comprendere per quale
motivo la Mauser abbia voluto insistere nel mantenere la classica canna
con 4 rigature ricavata per rotomartellatura che è palesemente inferiore
alle canne da competizione realizzate con procedimenti più raffinati.
Inoltre, resta del tutto oscuro il motivo della scelta di una calciatura
in legno che, oltre ad avere una linea piuttosto inadatta alle esigenze
delle FF.AA., continua a dare i soliti problemi di stabilità e tenuta
che già caratterizzavano il modello 66 - SP. Si tenga presente
che molti esemplari appartenenti ai primi lotti di produzione, avevano una
finitura che era a dir poco “...
appariscente...” (il grigio metallizzato
della canna ed il bianco della calciatura erano praticamente riflettenti!!)
ed era del tutto inadatta alle esigenze delle FF.AA.. Fortunatamente la
McMillan realizza una calciatura specifica per il modello 86 - SR che la
Mauser offriva come optional fino a poco tempo fa. La sostituzione di questa
calciatura con quella originale è estremamente funzionale non solo
perché può essere scelta in colorazione mimetica (Standard
Camo), che è molto più idonea alle esigenze delle FF.AA.,
ma anche perché consente la realizzazione di un’incassatura su canotti
(o su fibra di vetro) che può migliorare enormemente la costanza
nelle prestazioni di tiro. Se poi si sostituisce alla scadente canna originale
una “
vera” canna da competizione, i risultati in termini di precisione
miglioreranno enormemente. Per quanto concerne la canna va segnalato che,
se l’arma viene utilizzata dalle Forze dell’Ordine va bene il passo classico
di 1 giro in 12” (cioè lo stesso adottato dalla Mauser nella canna
originale), mentre se l’arma viene utilizzata dalle FF.AA. allora è
preferibile optare per un passo da 1 giro in 11”, anche se almeno TEORICAMENTE,
con una canna così lunga il passo di 1 giro in 12" dovrebbe offrire
buone capacità di stabilizzazione. Per le restanti operazioni di ricondizionamento
si rimanda a quanto già esposto in riferimento al Mauser 66 - SP.
Allo stato attuale l’arma è in via di esaurimento, essendo destinata
ad essere sostituita da armi più recenti, ed in particolare dai Mauser
modelli 93, 94 e 96. Giova segnalare che, attenta alle critiche provenienti
dalla propria clientela, la Mauser ha iniziato la commercializzazione del
modello 86-SR con il SOLO calcio in materiale sintetico negli ultimi anni
di produzione ufficiale dell’arma in commento. Questo ha portato ad un deciso
aumento della precisione, dal momento che nella peggiore delle ipotesi,
la rosata massima è di circa 24 mm a 100 m (3 colpi), anche se la
Mauser non specifica ne il tipo di munizione utilizzata, ne la munizione
attorno alla quale l’arma è stata progettata.
SCHEDA TECNICA
FABBRICANTE = Mauser Werke Oberndorf GmbH, Postfach 1349/1360,
Oberndorf am Neckar, 78722, Germania
MODELLO = 86 - SR
TIPO = fucile di precisione per impieghi speciali
CALIBRO = 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA = sistema Mauser standard con due alette di chiusura
in testa
CANNA = lunga 635 mm (con freno di bocca di 95 mm
per un totale di 730 mm) ricavata per rotomartellatura dotata di 4 rigature
con passo costante di 1 giro in 12”
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite caricatore prismatico amovibile
da 9 colpi
SCATTO = a due tempi, totalmente regolabile da 900 a 2000
grammi (da 800 a 1600 grammi nei modelli più recenti)
ESTRATTORE = tipo Mauser, a unghia
ESPULSORE = fisso, a lamina, tipo Mauser
MIRE = mire metalliche assenti nella versione di base;
l’arma monta di serie uno Zeiss “
Diavari” da 1,5 - 6x42 mm
SICURA = a due posizioni (bloccante la catena di scatto)
posta dietro la coda dell’otturatore sul lato destro dell’arma
IMPUGNATURA = a pistola con foro di passaggio per il pollice
PESO = circa 6,5 Kg scarico
MATERIALE = legno, laminato o massiccio, per la calciatura;
acciaio trilegato per la canna
LUNGHEZZA = 1270 mm
FINITURA = grigio opaco o nero per le parti metalliche;
finitura variabile per le parti lignee (dipendente dal tipo scelto)
NOTE = disponibili tre tipi di calciature in legno classico,
laminato ed in materiale sintetico; arma predisposta per l’utilizzo di
sistemi di puntamento notturni e diurni omologati NATO; disponibile con
azione specifica per tiratori mancini; disponibili mirino protetto da
tunnel e diottra micrometrica per il tiro a segno accademico; possibilità
di applicare un bipiede Harris o Parker - Hale sull’astina
segue - Steyr SSG-69 "Police"
Un sistema d’arma che ha marginalmente interessato il nostro Ministero
della Difesa e le nostre FF.AA. in genere è stato lo Steyr modello
SSG 69 Police. Prodotto in Austria dal gruppo industriale
Steyr - Daimler
- Puch, lo
Sharfschutzengewer 69, o SSG-69, è uno dei
più noti fucili presenti sul mercato europeo (civile) delle armi
di precisione. Progettato sul finire degli anni ‘60 e commercializzato per
la prima volta nel 1969 (dal cui il suffisso “
69”), esso rappresenta
attualmente l’arma base non solo dei tiratori scelti delle FF.AA. austriache,
ma anche delle FF.AA. o di Polizia di altri Paesi europei e non. Nel corso
del tempo la Steyr ha prodotto una versione silenziata (P-IV), una camerata
per il calibro .243 Winchester (un calibro adatto SOLO alla caccia dei piccoli
ungulati e non alle esigenze delle FF.AA.), una c.d. “
evoluta”
denominata P - II ed una “
super evoluta” (P-III). Quest’ultima è
quella che interessa maggiormente le FF.AA., stante il suo basso prezzo
e la buona qualità globale. Si tratta di un’arma basata su una
canna realizzata per martellatura a freddo (tecnica sviluppata proprio
dalla Steyr), una calciatura in materiale sintetico derivato dall’ABS
(c.d.
Cycolac) ed un caricatore da 10 colpi del tipo a chiocciola.
Quest’ultimo deriva dai vecchi caricatori Steyr in uso nella Prima Guerra
Mondiale, con la sola differenza che questo è realizzato in materiale
plastico (in alcuni punti addirittura trasparente), mentre quelli utilizzati
durante il primo conflitto mondiale erano in materiale metallico. Il tratto
distintivo di quest’arma è senza dubbio costituito dall’azione estremamente
robusta e compatta, derivante dalla vecchia azione Steyr - Mannlicher, e
caratterizzata da una chiusura posteriore (invece che anteriore) con 6 alette
(appaiate 2 a 2). Gli unici due potenziali DIFETTI sono rappresentati dalla
costruzione del caricatore e del pomello della manetta dell’otturatore in
materiale sintetico, poiché è già stato ampiamente
dimostrato che l’uso intenso può provocarne facilmente la rottura:
naturalmente si tratta di un problema che interessa esclusivamente le FF.AA.
e non, piuttosto, quelle di Polizia. Proprio per questo motivo, molte FF.AA.
che hanno adottato o hanno ad inventario il modello SSG - 69 hanno sostituito
il pomello della manetta dell’otturatore con uno analogo realizzato in metallo
ed hanno fatto una buona scorta di caricatori di riserva. Per quanto concerne
i caricatori, va segnalato che il modello standard per il mercato civile
è quello da 5 colpi, mentre quello standard per il mercato internazionale
delle FF.AA. (o di Polizia) è quello da 10 colpi. A parte la sua debolezza
strutturale, il caricatore offre comunque il vantaggio di essere inserito
nell’arma in maniera tale da scongiurare qualsiasi perdita accidentale. Per
quanto concerne la mera precisione intrinseca, i primi modelli (P - I) realizzavano
rosate da circa 400 mm ad 800 m, mentre con le canne pesanti montate sui
modelli P - II si riesce a scendere anche sotto i 350 mm a 800 m: questo
è il motivo principale per cui le FF.AA. devono indirizzarsi sui
modelli più recenti. L’arma esce dalla fabbrica corredata dalla stupenda
ottica
Kahles ZF - 84 (oggi ZF-95) da 6x42 mm, dotata di reticolo
con capacità telemetriche pretarato fino a 800 m. Su richiesta è
possibile fare installare il Kahles ZF - 84 da 10x40 mm con reticolo pretarato
fino a 1000 m, che sicuramente è il più indicato per le esigenze
delle FF.AA., mentre il modello base (cioè il 6x42mm) è più
specifico per le Forze dell’Ordine. Sono altamente SCONSIGLIATI per le
FF.AA.:
- I modelli camerati per il calibro .243 Winchester
- I modelli con il doppio grilletto
Di estremo interesse per le FF.AA. e di polizia, è il modello
P-III che somiglia al modello P-II per quanto concerne alcuni aspetti
tecnici (assenza di mire metalliche, canna pesante, pomello della manetta
d’armamento maggiorato, etc.) ma si differenzia dal medesimo per altri
aspetti. Le differenze principali riguardano la presenza dei seguenti elementi:
- Canna pesante da 660 mm (26”)
- Attacchi per mire metalliche standard idonee alle competizioni
UIT
- Calciatura prodotta dalla HS Precision, realizzata in kevlar
e fibra di carbonio con inserti in alluminio aeronautico
Nonostante si tratti del miglior modello prodotto dalla Steyr,
per motivi non chiari esso non ha mai avuto un successo commerciale rilevante.
Come ultima nota si ricordi che lo Steyr SSG è in grado di accogliere
una vasta pluralità di sistemi di puntamento diurni e notturni
omologati NATO ed è dotato di un originalissimo sistema di sgancio
rapido del sistema di puntamento.
SCHEDA TECNICA
FABBRICANTE = Steyr Mannlicher Aktiengesellschaft, P.O.
Box 1000, Mannlicherstrasse 1 - 4400 Steyr (Austria)
MODELLO = SSG 69 P (Police) - II
TIPO = fucile di precisione per impieghi speciali
CALIBRO =7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA = a ripetizione ordinaria con otturatore a chiusura
posteriore dotato di 6 alette di tenuta
CANNA = realizzata per rotomartellatura da 650 mm con 4
rigature destrorse a passo costante
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite caricatore “
a chiocciola”
da 5 o da 10 colpi
SCATTO = completamente regolabile
ESTRATTORE = a gancio
ESPULSORE = a molla
MIRE = mire metalliche assenti, l’arma monta di serie un
Kahles ZF - 95 da 6x42 mm
SICURA = a due posizioni posta dietro la coda dell’otturatore
sul lato destro dell’arma
IMPUGNATURA = a pistola
PESO = circa 4 Kg scarico e senz’ottica
MATERIALE = calciatura in ABS (Cycolac), parti metalliche
in acciaio trilegato
LUNGHEZZA = 1140 mm
FINITURA = calciatura e parti metalliche in colore nero
NOTE = arma disponibile anche in calibro .243 Winchester
(
altamente sconsigliato per le FF.AA.!!); calciatura con distanziali
opzionali in grado di modificarne la lunghezza; canna con un passo di
1 giro in 12” dotata di volata incassata; attacchi per ottica a sgancio
rapido; astina già modificata per l’applicazione del bipiede; disponibili
anche le versioni con calciatura di lusso e canna lunga (P-III) e silenziata
a canna corta (P-IV)
segue - Walther WA-2000
Un altro sistema d’arma che ha interessato marginalmente le nostre
FF.AA. è stato il Walther modello WA - 2000. Un discreto quantitativo
è stato acquistato del Ministero della Difesa per conto del
Centro
di Perfezionamento al Tiro dell’Arma dei Carabinieri, anche se l’esborso
complessivo marcatamente elevato ne ha limitato, di molto, la diffusione.
Realizzato sul finire degli anni ‘70 per fare fronte alla minaccia del
terrorismo internazionale e commercializzato per la prima volta nel 1981,
il Walther modello WA - 2000 è noto per essere definito “...
la
Rolls - Royce dei fucili di precisione...”. Si tratta di un sistema
d’arma a ricupero di gas realizzato in configurazione invertita ed estremamente
compatta (
bull-pup style). Utilizza una canna scanalata, rigidamente
fissata al castello e ad una flangia a ridosso della volata, in modo tale
da ridurre il più possibile la “
fase armonica” della medesima
durante il fuoco. Particolare attenzione in fase costruttiva è stata
posta dai progettisti per fare in modo che l’asse della canna fosse il più
possibile parallelo all’asse della spalle del tiratore al fine di ridurre
l’impennamento dell’arma (specie durante il tiro rapido). La canna con sole
4 rigature destrorse non è esattamente il massimo, anche se la
Walther la presenta come “...
canna di precisione...”, tuttavia
l’intero sistema d’arma può essere ricondizionato sostituendo la
canna originale con una “
vera” canna da competizione dopo i canonici
10000 colpi (corrispondenti alla vita operativa media della canna): canne
prodotte da Shilen, Hart o Schneider miglioreranno i risultati (in termini
di precisione) del 70 - 80%!! Naturalmente l’utilizzo di munizioni di elevata
qualità è imperativo anche in questo caso, e la cosa potrebbe
creare dei problemi se il calibro scelto fosse il .300 Winchester Magnum.
Se si eccettuano le munizioni realizzate all’interno del
Centro di Addestramento
al Tiro dell’Esercito americano di
Fort Benning (Georgia, USA),
per moltissimo tempo sul mercato civile, le munizioni da competizione per
il .300 Winchester Magnum erano praticamente inesistenti. Solo di recente
la Federal ha risolto questo problema introducendo sul mercato una munizione
specifica per il tiro di interdizione nell’ambito della sua linea Gold Medal.
Va però detto che al di fuori di quanto prodotto negli USA non esistono
“
vere e proprie” munizioni da competizione per il .300 Winchester
Magnum!! Pur essendo gli USA membri della NATO, queste cartucce sono pressoché
inesistenti in Europa, per cui se la scelta del Ministero dovesse essere
quella di indirizzarsi in maniera più marcata verso questo sistema
d’arma per il prossimo futuro, sarà necessario prendere in considerazione
i seguenti dati:
- O si sceglie il calibro 7,62x51 mm NATO risolvendo il problema
ab initio
- O si da il via alla produzione di cartucce di precisione in
calibro .300 Winchester Magnum, direttamente (con opifici del Ministero
stesso) o tramite appaltatori esterni se la scelta dovesse cadere
su questo calibro
Si ricordi che se la scelta fosse quella del calibro .300 Winchester
Magnum, la canna dovrà avere un passo di rigatura di 1 giro in
10”, mentre la munizione dovrà avere:
- Un peso di palla compreso tra i 190 (minimo) ed i 220
grs. (massimo)
- Una morfologia di tipo FMJ/BT
- Un coefficiente balistico compreso tra 0,550 e 0,650 (±
0,005)
- Una precisione intrinseca tale da garantire una rosata di 3
colpi compresa tra i 10 ed i 15 mm a 100 m
Va segnalato che, allo stato attuale, la ditta produttrice non
ha mai reso noto quale sia stata la munizione attorno alla quale
l’arma sia stata costruita. Alcuni commentatori affermano che, per quanto
concerne il calibro 7.62 Nato, la cartuccia sarebbe basata sulla palla
da 185 grs. tipo FMJSN, di produzione Lapua (tipo
D-46), lanciata
a circa 760 m/s. Questa tesi sembrerebbe confermata, anche se in via ufficiosa,
dalla stessa casa costruttrice. Più nebulosa, invece, la questione
relativa alla munizione di base per il calibro .300 Winchester Magnum.
Taluni affermano che si tratterebbe di una cartuccia basata sulla stessa
palla utilizzata per il calibro 7.62 Nato, con la sola differenza di essere
lanciata a circa 900 m/s (sembra con 74.0±1 grs. di Norma MRP),
anche se in realtà non c’è nulla di certo. Purtroppo l’arma
in questa cameratura è sempre stata provata con munizioni adatte
all’impiego venatorio, per cui non si sa molto sulla sua reale precisione
intrinseca. Prove informali con munizioni di elevata qualità, hanno
permesso di ottenere rosate di 12-18 mm a 100 m, il che fa ben sperare per
eventuali impieghi pratici. Non si sa, invece, assolutamente nulla sulle
potenzialità offerte dalla cameratura in 7,5x55 mm. Pur essendo molto
ben fatto ed abbastanza robusto, il Walther WA - 2000 è altamente
sconsigliato per l’uso generalizzato (e quindi l’adozione) da parte delle
FF.AA. per i seguenti motivi:
- Il peso eccessivo
- Il costo eccessivo
- L’eccessiva delicatezza richiesta per il maneggio e l’utilizzo
Nonostante questi difetti, se da un lato il WA - 2000 NON è
per nulla adatto per le FF.AA., esso è, al contrario, perfettamente
idoneo all’impiego da parte delle Forze dell’Ordine. Lo smontaggio e la
manutenzione ordinaria da parte degli armieri di Reparto sono estremamente
semplici, così come altrettanto semplici sono lo smontaggio e la
sostituzione della canna. Per rimuovere la canna è sufficiente compiere
in sequenza le seguenti operazioni:
- Smontare i manubri d’armamento
- Smontare le placche laterali di tenuta
- Rimuovere la rotaia inferiore
- Allentare la ghiera di tenuta
Il calibro 7,62x51 mm NATO rende il WA - 2000 idoneo per l’impiego
generale da parte delle Forze dell’Ordine (N.B.
con una canna così
lunga è possibile utilizzare palle fino ad un MASSIMO 190grs. di
peso senza problemi!!), mentre la cameratura per il calibro .300 Winchester
Magnum (con la palla da 190 - 200 grs.) lo rende idoneo per risolvere
situazioni ad alto rischio come quelle del soccorso ostaggi trattenuti
presso banche o aerei.
SCHEDA TECNICA
FABBRICANTE = Carl Walther GmbH SportWaffenFabrik, Postfach
4325, 7900 Ulm, Germania
MODELLO = WA - 2000
TIPO = fucile di precisione per impieghi speciali
CALIBRO = . 300 Winchester Magnum
MECCANICA = apertura a ricupero di gas e chiusura
ad otturatore rotante con 7 alette in testa
CANNA = da 650 mm ricavata per rotomartellatura con 4 rigature
destrorse a passo costante di 1 giro in 10”
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite caricatore prismatico amovibile
da 6 colpi di tipo monofilare
SCATTO = in due tempi, completamente regolabile da 1200
a 1400 g
ESTRATTORE = a gancio, imperniato sulla testa dell’otturatore
ESPULSORE = a puntone, imperniato sulla testa dell’otturatore
e caricato a molla
MIRE = mire metalliche assenti, l’arma monta di serie uno Schmidt
und Bender 2,5 - 10x56 mm
SICURA = ambidestra, a due posizioni, posta sopra il grilletto
IMPUGNATURA = a pistola, fortemente squadrata e con ampio
foro di passaggio per il pollice
PESO = circa 7 Kg scarico e senz’ottica (oltre 8 Kg in
assetto operativo)
MATERIALE = calciatura in legno essiccato e trattato con
resina epossidica; parti metalliche in acciaio trilegato
LUNGHEZZA = 905 mm
FINITURA = parti metalliche brunite antiriflesso, parti
lignee trattate in resina epossidica
NOTE = disponibile anche con cameratura per i calibri 7,62x51
mm NATO (.308 Winchester) e 7,5x55 mm (noto come 7,5 ex - Ordinanza Svizzero);
arma modificabile per l’uso da parte dei tiratori mancini; disponibile
anche con ottica
Schmidt und Bender da 2,5-10x56 dotata di compensatore
di caduta (BDC); bipiede integrale flottante su rotaia; disponibile
a scelta con scatto diretto o in due tempi; freno di bocca - rompifiamma
standard in grado di ridurre il rinculo e la vampa di bocca di circa
il 50%
segue - Beretta modello "S"
Un sistema d’arma che ebbe scarsa fortuna in campo commerciale è
stato il Beretta modello ”
S”. Si tratta di un derivato della serie
500 realizzato e commercializzato verso la metà degli anni ‘70
del XX secolo, durante la fase di massima espansione del mercato delle
armi di precisione per impieghi speciali. Si tratta di un fucile con impostazione
meccanica di tipo “
classico” che incorpora una serie di “...
migliorie
tecniche...” le quali, secondo la casa produttrice, dovrebbero massimizzare
i risultati di tiro e la relativa precisione. Tra le varie migliorie
tecniche la Beretta annovera la canna di tipo pesante, la calciatura
con poggiaguancia regolabile ed astina di tipo maggiorato, uno speciale
poggiamano incorporato nell’astina, mire metalliche di emergenza e bilanciatore
armonico (un tubo contenente del Mercurio che dovrebbe agire da smorzatore
delle vibrazioni indotte dallo sparo). Secondo gli intendimenti dei
tecnici della Beretta, anche se in linea del tutto teorica, il modello
“S” avrebbe dovuto costituire il sistema d’arma moderno delle nostre
FF.AA., anche se di fatto il fucile ebbe scarsa fortuna. Purtroppo,
ad un attento esame tecnico, questo fucile si dimostra una dei
peggiori mai prodotti dalla Casa di Gardone Val Trompia, ed i motivi
di questo giudizio sono abbastanza evidenti. È un vero peccato
che un prodotto italiano sia risultato così mal riuscito, anche
perché la Beretta ha tutto il know-how necessario per realizzare,
se lo volesse, armi di elevata qualità. I peggiori difetti del
modello “
S” possono essere così brevemente sintetizzati.
La canna, che dovrebbe essere una canna di precisione, in realtà non
è tale e le dimensioni esteriori leggermente più sostenute
del normale NON devono trarre in inganno l’osservatore esterno. Non si tratta
di una canna pesante, ne si tratta di una canna da competizione ma, piuttosto,
di una banale canna con 4 rigature (a passo costante) ricavata per rotomartellatura
con un grado di finitura piuttosto grossolano: la procedura di tamponatura
conferma quanto testé esposto. Fortemente dubbiosa resta la necessità
di incorporare delle mire metalliche “...
per l’utilizzo in condizioni
d’emergenza...”, tenuto conto del fatto che la Beretta le indica
come “...
in grado di colpire un bersaglio umano a distanze di 300
m e più...”, quando, presso le FF.AA., il tiro di interdizione
avviene di norma a distanze superiori ai 300 m. Questa scelta rimane
ancora di più opinabile se si pensa che, attualmente, la quasi
totalità dei sistemi d’arma destinati al tiro di interdizione è
sprovvista di mire metalliche! Proseguendo con l’analisi tecnica, la calciatura
maggiorata, che dovrebbe migliorare la precisione di tiro, in realtà
crea solo parecchi problemi all’operatore. Un rapida verifica tecnica
alla modesta distanza di 100 m indica in maniera palese come non sia possibile
ottenere quel grado di precisione minimo per le esigenze delle FF.AA..
Utilizzando le Federal “
Gold Medal” come pietra di paragone, le
rosate a 100 m sono state di 25 - 30 mm (su 3 colpi), mentre intervenendo
nei limiti del possibile con la chiave dinamometrica, dopo alcuni colpi
di rodaggio, si riesce a scendere tra i 22 ed i 25 mm (sempre a 100 m).
Se questa verifica viene estesa su più giorni con condizioni atmosferico
- climatiche difformi, i risultati in termini di precisione intrinseca
sono destinati a peggiorare ulteriormente. Passando da un giorno di pioggia
ad uno di sole, a soli 300 m la rosata “...
si apre...” in maniera
non accettabile!! Piuttosto criticabile è stata, inoltre, la scelta
della Beretta di dotare l’arma di un cannocchiale di puntamento Zeiss “
Diavari”
da 1,5 - 6x42 mm con un reticolo più adatto al tiro sui bersagli
cartacei che non al tiro di interdizione (cioè lo Zeiss # 4). Nessuno
mette in discussione la qualità del prodotto in commento, tuttavia
si tratta di un cannocchiale più adatto alla caccia che NON al tiro
di interdizione. In tempi più recenti si è reso disponibile
il reticolo “
Z - Plex”, cioè il reticolo specifico per il
tiro di interdizione, tuttavia sarebbe stato più logico optare un
cannocchiale di tipo fisso, con maggiori ingrandimenti, dotato di un reticolo
marcatamente “militare” e delle opportune protezioni esterne per le lenti.
Per quanto concerne gli utilizzatori o presunti tali, voci di corridoio
parlano di “...
Corpi e Forze Speciali dello Stato italiano non ben identificate...”,
anche se allo stato attuale non è dato conoscere dettagli più
precisi. Certamente questi utenti hanno ha disposizione un prodotto di
mediocre qualità che però potrebbe essere migliorato con
una spesa esigua da parte dei Ministeri competenti e mantenuto comunque
“in stato attivo” nel proprio inventario. Per i suggerimenti di carattere
tecnico su questo aspetto si veda alla sezione 16 del presente paragrafo.
SCHEDA
TECNICA
FABBRICANTE = Fabbrica d’armi Pietro Beretta SpA, via Beretta
18, 25163 Gardone Val Trompia, BS
MODELLO = S (Sniper)
TIPO = fucile di precisione per impieghi speciali
CALIBRO = 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
M
ECCANICA = basata sull’azione delle serie 500, di derivazione
Mauser, con otturatore girevole - scorrevole a due alette di chiusura
in testa
CANNA = lunga 586 mm e ricavata per rotomartelltura, di
tipo pesante e con 4 rigature destrorse a passo costante di 1 giro in
12”
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite caricatore prismatico amovibile
da 5 colpi
SCATTO = in due tempi
ESTRATTORE = a gancio
ESPULSORE = fisso a lamina
MIRE = mirino fisso protetto da tunnel, tacca a foglietta
regolabile; l’arma monta di serie uno Zeiss “
Diavari” da 1,5 -
6x42 mm con reticolo # 4
SICURA = a due posizioni posta dietro la coda dell’otturatore
sul lato destro dell’arma
IMPUGNATURA = a pistola con ampio foro di passaggio per
il pollice
PESO = poco più di 7 Kg, scarico e senz’ottica
MATERIALE = legno stagionato per la calciatura, acciaio
trilegato per le parti metalliche
LUNGHEZZA = 1165 mm
FINITURA = parti metalliche brunite antiriflesso; trattamento
chimico sconosciuto per le parti lignee
§4 - alcuni criteri di ottimizzazione e di risparmio per
le FF.AA.
Nel capitolato del Ministero della Difesa, la dotazione relativa
agli acquisti per sistemi d’arma destinati al tiro di interdizione si
aggira, in questi ultimi anni, attorno ai 5.000.000 di euro. Onde evitare
inutili sprechi relativi all’acquisto di prodotti di qualità inferiore
a quanto sostenuto dai rispettivi produttori, è possibile effettuare
alcuni importanti tagli di spesa in riferimento al ricondizionamento
di tutta una serie di unità preesistenti. Ricordando in primo luogo
che la vita operativa media di una canna facente parte di un sistema d’arma
destinato al tiro di interdizione ha una durata media di circa 10000 colpi,
il primo atto da effettuare per compiere un drastico taglio alle spese
è quello di sostituire tutte le canne delle unità già
acquistate man mano che queste si usurano. Invece di spendere inutilmente
denaro pubblico per acquistare un numero elevato di nuovi sistemi d’arma
è molto più semplice ed economico acquistare canne da competizione,
il cui costo oscilla tra 800 e 1.000 euro, e sostituirle a quelle
usurate delle armi già in possesso dei singoli Reparti. Agendo
in questo modo, armi un po’ datate come i Mauser 66 - SP o M - 86 SR possono
essere riportate a nuova vita con un’operazione semplice ed economica.
Per quanto concerne le marche, si consiglia di limitare la scelta a tre
grossi produttori quali Shilen, Hart e Schneider, che sono, tra l’altro,
fra i più qualificati e famosi. E preferibile che il Ministero si
rivolga direttamente ad essi senza passare per il tramite di altri importatori
italiani che farebbero ulteriormente salire i costi. La seconda operazione
da effettuare al fine di migliorare la precisione del sistema d’arma, è
quella di sostituire tutte le calciature in legno con altre di materiale
sintetico. La cosa più semplice da fare è quella di acquistare
delle calciature con un’anima di Alluminio aeronautico in modo che possano
essere gli stessi armieri di Reparto ad effettuare lo smontaggio e la
sostituzione senza doversi rivolgere a professionisti esterni e, quindi,
senza ulteriori aggravi economici. Sarà sufficiente che gli armieri
di Reparto rimuovano le vecchie calciature ed installino le nuove ricordando
di serrare le viti di tenuta con la chiave dinamometrica tarata sul valore
corretto (solitamente attorno ai 7,5 Nm). Con queste due semplicissime
operazioni, e cioè per un costo complessivo di circa 1.000 - 1.500
euro (per ogni singola arma), il Ministero otterrebbe il risultato di dotare
numerosi Reparti con sistemi d’arma eccellenti e duraturi senza dovere spendere
cifre da capogiro per acquistarne di nuovi. Fatte queste operazioni basilari
ai fini della precisione e della costanza dei risultati, l’ultimo passo
da fare sarà quello di corredare le singole armi con le ottiche
di puntamento più appropriate. Come si è già accennato
in precedenza è necessario che l’ottica sia dotata del reticolo
più adatto alle esigenze delle FF.AA., per cui devono essere scartate
tutte le ottiche che incorporano reticoli da caccia o da tiro a segno,
un tempo acquistate senza cognizione di causa da parte di numerose Unità
ed Enti militari. Un’altra cosa importante è che l’ottica DEVE essere
debitamente protetta dagli idonei coprilenti. Allo stato attuale i migliori
in circolazione, ed i più diffusi tra le FF.AA. della NATO, sono
quelli prodotti dall’americana Butler Creek, una piccola azienda che realizza,
anche su ordinazione, coprilenti per qualsiasi tipo di ottica prodotta.
Nel caso in cui dovesse essere necessario reperire un numero elevato
di armi per il tiro di interdizione, una soluzione tampone potrebbe essere
quella di “
riconvertire” un certo quantitativo di Beretta “
BM
- 59” in fucili di precisione. In altre parole, dal momento che il
BM - 59 , in pratica, la copia conforme del fucile M - 14 e che questo
fucile è stato trasformato nel sistema d’arma M- 21, è ragionevole
pensare di realizzare la stessa cosa anche con i vecchi BM - 59. La prima
cosa da fare è quella di reperire, magari all’interno di una Regione
Militare, un discreto quantitativo di BM - 59 per smontarli completamente
ed ispezionarli. Questa operazione preliminare ha lo scopo di evidenziare
eventuali deformazioni o cedimenti strutturali altrimenti non ravvisabili
esteriormente. Una volta scartati gli esemplari con qualche anomalia si
può procedere alla sostituzione dei componenti base. Si tratta, in
altri termini, di procedere come segue:
- Sostituire la vecchia canna con una da competizione (N.B.
normalmente
si utilizzano canne prodotte dalla Schneider o dalla Krueger
per questo tipo di arma) di tipo pesante con 6 rigature a passo
costante (N.B.
il passo dovrebbe essere di 1 giro in 11" per canne
di lunghezza inferiore ai 600mm)
- Sostituire il vecchio calcio con uno in materiale sintetico
(N.B.
la McMillan produce un calcio ad hoc per l’M - 14 / M - 21
che è adatto anche al BM - 59)
- Effettuare l’incassatura dell’azione al nuovo calcio verificando
che non esistano movimenti parassiti
- Chiudere le viti di serraggio con la chiave dinamometrica regolata
nella maniera corretta
- Reperire gli attacchi per ottica, ed i relativi anelli,
più adatti al BM - 59 così modificato
- Procedere al montaggio del sistema ottico di puntamento prescelto
Terminata questa serie di operazioni potrà effettuarsi
la taratura statica dell’arma (bore - sighting) tramite l’apposito
collimatore (bore - sight) e, successivamente, sarà possibile
effettuare la taratura vera e propria presso il poligono di tiro. Una volta
che il BM - 59 è stato così modificato, utilizzando le giuste
munizioni, cioè la cartuccia NATO M - 118 (o la sua “controparte”
civile), si dovrebbero ottenere senza alcuna difficoltà rosate (di
3 colpi) di 18 - 20 mm di diametro a 100 m. Con questa semplice operazione
il Ministero può avere a disposizione, in breve tempo, un gran numero
di esemplari di BM - 59 modificati per il tiro di interdizione ad una
cifra molto bassa. Se si considera che, nella peggiore delle ipotesi, la
spesa complessiva per calciatura e canna si aggira sui 1.000 - 1.500 euro
alle quali si deve aggiungere il costo dell’ottica (variabile tra i 1.000
ed i 1.500 euro a seconda del modello scelto) si può notare facilmente
come, con una spesa di circa 3.000 euro (N.B. i prezzi sono quelli all'ingrosso
per i fornitori del Ministero della difesa e non quelli del mercato civile
!!), il Ministero e tutti gli Enti od i Reparti interessati possano
avere a disposizione armi di qualità superiore ad un prezzo concorrenziale
ed in brevissimo tempo. Si rifletta, in particolare, sul fatto che questa
cifra corrisponde a circa 1/3 del costo complessivo di un sistema d’arma
“dedicato” al tiro di interdizione ma realizzato con componenti
molto più scadenti rispetto a quelli indicati in questa sede.
§5 - il calibro in particolare: i motivi della prevalenza
del calibro 7,62x51 mm NATO
Prima di iniziare qualsiasi discussione sulla scelta del calibro,
è NECESSARIO chiarire che, stante l’ampia portata della materia
in commento,
NON esiste un singolo calibro adatto per qualsiasi esigenza
operativa !! Premesso che la munizione prescelta, qualsiasi essa
sia, deve avere una serie di requisiti di base che ne giustifichino l’impiego
(vedi più oltre), è assolutamente necessario utilizzare
munizioni (calibri) diverse a seconda delle diverse esigenze che possono
essere incontrate in concreto. In termini più semplici, così
come è inutile utilizzare il calibro 7,62 NATO in quelle situazioni
dove sarebbe più opportuno utilizzare (ad esempio) il calibro .338
Lapua Magnum, e viceversa, sarebbe altrettanto inutile pretendere di utilizzare
quest’ultimo calibro in quelle situazioni dove sarebbe necessario utilizzare
il .50 BMG (e viceversa). Il calibro, infine, andrà scelto a seconda
della classe di appartenenza del sistema d’arma che si vuole utilizzare.
Occorrerà cioè fare distinzione tra:
-
Prima classe = fucili che impiegano cartucce non magnum
(
standard sniper rifle, altresì denominati
light class
sniper rifle)
-
Seconda classe = fucili che impiegano cartucce magnum
(
magnum sniper rifle, altresì denominati
medium class
sniper rifle)
-
Terza classe = fucili che impiegano cartucce extra
magnum (
super magnum sniper rifle, altresì denominati
heavy class sniper rifle)
Presso tutte le FF.AA. della NATO la scelta, in relazione alla prima
classe, è caduta (da svariati decenni) sul calibro 7,62 NATO,
e ciò per tutta una serie di motivi che verranno chiariti di seguito.
Va da se che, così come già visto per le munizioni, anche
per le singole classi (di sistemi d’arma) nessuna può sostituire
tutte le altre, ma ognuna di essa andrà scelta in riferimento a
quelle che sono le esigenze (tattiche) concrete. Durante la fase preliminare
all’acquisto, occorre porre attenzione sul fatto che i vari modelli appartenenti
alle diverse classi devono essere valutati secondo parametri differenti.
Ad esempio, per quanto riguarda la distanza di valutazione minima si avrà
che:
- Per la prima classe si fa riferimento ad una sola distanza,
che è quella standard di 500 m
- Per la seconda classe si fa riferimento a due distanze di base
che sono rispettivamente di 800 e 1200 m
- Per la terza classe si fa riferimento a due distanze di base
che sono rispettivamente di 1000 e 1600 m
Naturalmente per ognuna di queste classi vengono effettuate prove
integrative su distanze ridotte, le quali hanno tuttavia un valore probatorio
ridotto in sede di decisione finale (circa l’acquisto). Anche per quanto
concerne la
rosata minima esistono delle profonde differenze.
Infatti, considerando per semplicità la distanza di 100 m, mentre
per le prime due classi la rosata minima è di 10 mm (normalmente
su 5 colpi), per la terza classe la rosata minima è di 60 mm. Questa
distinzione, apparentemente illogica, ha un suo significato se si pensa
che normalmente più aumenta la potenza della cartuccia e più
la precisione intrinseca tende a decrescere. Affinché il sistema
d’arma con il quale la coppia di tiratori scelti viene equipaggiata sia
efficiente sotto il profilo della balistica esterna e terminale, è
necessario che sia camerato per un calibro dotato:
- Di un’elevatissima precisione intrinseca
- Di un’eccellente capacità di penetrazione su bersagli
umani e materiali
- Di un eccellente stabilità in volo e di resistenza strutturale
ottimale in caso di perforazione di materiali vetrosi (vetro, nelle
sue varie tipologie) o simil - vetrosi (Lexan, Plexiglass, etc.)
- Di un’eccellente stabilità nei confronti degli elementi
atmosferici a lunga distanza (così da risultare scarsamente sensibile
al vento trasversale)
Dall’analisi di questa tabella si comprendono benissimo quali
sono i motivi per i quali il calibro 5,56x45 mm NATO NON è adatto
nella maniera più assoluta ad essere utilizzato per il tiro di
interdizione da parte delle FF.AA. Il calibro in commento, pur essendo
dotato di una buona precisione intrinseca non è dotato:
- Di capacità di penetrazione sui bersagli umani e materiali
- Di stabilità sulle distanze normalmente utilizzate dai
tiratori scelti
- Di resistenza al vento
- Di resistenza strutturale post-impatto
A complemento di predetta affermazione viene mostrata una tabella
indicativa della deflessione imposta al
calibro 5,56x45 mm NATO (con
la munizione standard SS-109) da un vento trasversale (di 90°) di
intensità crescente:
Db
|
Tv (sec)
|
Vr (m/s)
|
Cv (cm)
|
E'
|
100
|
0,11
|
839,6 |
-5,95 |
1,98
|
200
|
0,24
|
742,1
|
-25,88
|
4,31
|
300
|
0,38
|
651,2
|
-63,75
|
7,08
|
400
|
0,55
|
567,1
|
-124,9
|
10,36 |
500
|
0,74
|
490,7
|
-216,79
|
14,45
|
600
|
0,96
|
423,9
|
-349,73
|
19,43
|
700
|
1,21
|
369,5
|
-537,55
|
25,59
|
800
|
1,50
|
330,4
|
-797,31
|
33,22
|
900
|
1,81
|
304,1 *
|
-1146,84
|
42,48
|
1000
|
2,15
|
284,6 *
|
-1602,53
|
53,42
|
Deviazione con
vento perpendicolare a 8 km/h (5 mph)
Db
|
100m |
200m |
300m
|
400m
|
500m
|
600m
|
700m
|
800m
|
900m
|
1000m |
Dv
|
0,57
|
2,39
|
5,72
|
10,86
|
18,19
|
28,14
|
41,04
|
56,91 |
75,33 |
95,88 |
Deviazione con vento perpendicolare a 16 km/h (10 mph)
Db
|
100m
|
200m
|
300m
|
400m
|
500m
|
600m
|
700m
|
800m |
900m
|
1000m
|
Dv
|
1,13
|
4,78
|
11,44
|
21,72 |
36,39
|
56,28
|
82,08
|
113,82
|
150,66
|
191,76
|
Deviazione con vento
perpendicolare a 24 km/h (15 mph)
Db
|
100m
|
200m
|
300m
|
400m
|
500m
|
600m
|
700m
|
800m
|
900m
|
1000m
|
Dv
|
1,7
|
7,17
|
17,15
|
32,57
|
54,58
|
84,42
|
123,12 |
170,74
|
226 |
287,65 |
Deviazione con
vento perpendicolare a 32 km/h (20 mph)
Db
|
100m
|
200m
|
300m
|
400m
|
500m
|
600m
|
700m
|
800 m
|
900m
|
1000m
|
Dv |
2,26 |
9,56
|
22,87
|
43,43
|
72,77
|
112,56
|
164,16
|
227,65
|
301,34
|
383,55
|
NOTE
- Cartuccia = munizione NATO standard tipo SS -109 (Full
Metal Jacketed - Sharp Nose con palla da 62 grs. con Cb
0,307)
- Lunghezza totale = 57,4 mm ± 0,1 mm
- Propellente = 26,1 grs. di WC 844
- Struttura della palla = tripartita
- Taratura = 500 m
- Ottica = Schimdt und Bender 6x42 “Military”
- Db = Distanza dal bersaglio in m
- Dv = Deviazione della palla in cm
- Tv = Tempo di volo in secondi
- Vr = Velocità residua in m/s
- Cv = Caduta verticale in cm
- E' = elevazione richiesta (in minuti primi) per colpire un bersaglio
posto ad incrementi progressivi di 100 m su terreno pianeggiante
e partendo con l’arma perfettamente parallela al suolo (N.B. i valori
indicati sono “puri” e necessitano di approssimazione in base al
tipo di ottica utilizzata per cui, ad esempio, l’arrotondamento sarà
agli 0,25' superiori se l’ottica è graduata in scatti ogni 0,25',
oppure agli 0,50' superiori se l’ottica è graduata in scatti
ogni 0,50', etc)
- (*) = velocità subsonica
Db
|
Tv (sec)
|
Vr (m/s)
|
Cv (cm)
|
E'
|
100
|
0,11
|
863,2
|
-5,64
|
1,88
|
200
|
0,24
|
741,4
|
-24,85
|
4,14
|
300
|
0,38
|
638,3
|
-62,06
|
6,89
|
400
|
0,55
|
544,1
|
-123,57
|
10,29
|
500
|
0,75
|
460,6
|
-218,55
|
14,57
|
600
|
0,99
|
391
|
-360,19
|
20,01
|
700
|
1,26
|
340
|
-566,25
|
26,96
|
800
|
1,57 |
307,4 *
|
-857,03
|
35,71
|
900
|
1,91
|
284,6 *
|
-1251,63
|
46,36
|
1000
|
2,28
|
266,7 *
|
-1767,56
|
58,92
|
Deviazione con vento perpendicolare a 8 km/h (5 mph)
Db
|
100m
|
200m
|
300m
|
400m
|
500m
|
600m
|
700m
|
800m
|
900m
|
1000m
|
Dv
|
0,62
|
2,66
|
6,41
|
12,29
|
20,81
|
32,5
|
47,63
|
65,83
|
86,51
|
109,37
|
Deviazione con vento perpendicolare a 16 km/h (10 mph)
Db
|
100m
|
200m
|
300m
|
400m
|
500m
|
600m
|
700m
|
800m
|
900m
|
1000m
|
Dv
|
1,25
|
5,31
|
12,81
|
24,57
|
41,62
|
65,01
|
95,26
|
131,65
|
173,02
|
218,75
|
Deviazione
con vento perpendicolare a 24 km/h (15 mph)
Db
|
100m
|
200m
|
300m
|
400m |
500m |
600m
|
700m
|
800m
|
900m
|
1000 m
|
Dv
|
1,87
|
7,97
|
19,22
|
36,86
|
62,44
|
97,51
|
148,89 |
197,48
|
259,54
|
328,13
|
Deviazione
con vento perpendicolare a 32 km/h (20 mph)
Db
|
100m
|
200m
|
300m
|
400m
|
500m
|
600m
|
700m
|
800m
|
900m |
1000m
|
Dv
|
2,49
|
10,62 |
25,62
|
49,15
|
83,25 |
130,02
|
190,53
|
263,32
|
346,06
|
437,51
|
NOTE
- Cartuccia = munizione ex standard NATO tipo M193 (Full
Metal Jacketed - Sharp Nose con palla da 55 grs. con Cb
0,269)
- Lunghezza totale = 57,4 mm ± 0,1 mm
- Propellente = 28,5 grs. di WC 844
- Struttura della palla = bipartita
- Taratura = 500 m
- Ottica = Schimdt und Bender 6x42 “Military”
- Db = Distanza dal bersaglio in m
- Dv = Deviazione della palla in cm
- Tv = Tempo di volo in secondi
- Vr = Velocità residua in m/s
- Cv = Caduta verticale in cm
- E' = elevazione richiesta (in minuti primi) per colpire un bersaglio
posto ad incrementi progressivi di 100 m su terreno pianeggiante e partendo
con l’arma perfettamente parallela al suolo (N.B. i valori indicati
sono “puri” e necessitano di approssimazione in base al tipo di
ottica utilizzata per cui, ad esempio, l’arrotondamento sarà agli
0,25' superiori se l’ottica è graduata in scatti ogni 0,25', oppure
agli 0,50' superiori se l’ottica è graduata in scatti ogni 0,50',
etc)
- (*) = velocità subsonica
Db
|
Tv (sec)
|
Vr (m/s)
|
Cv (cm)
|
E'
|
100
|
0,12
|
809,5
|
-6,37
|
2,12
|
200
|
0,25
|
713,1
|
-27,79
|
4,63
|
300
|
0,40
|
627
|
-68,6
|
7,62
|
400
|
0,57
|
547,4
|
-134,54
|
11,21
|
500
|
0,76
|
475,3
|
-233,45
|
15,56
|
600
|
0,99
|
412,8
|
-376,07
|
20,89
|
700
|
1,25
|
362,5
|
-576,52
|
27,45
|
800
|
1,54
|
326,6 *
|
-851,67 |
35,48
|
900
|
1,86
|
302,2 *
|
-1218,68
|
45,14
|
1000
|
2,20
|
283,6 *
|
-1593,27
|
56,44
|
Deviazione con vento perpendicolare a 8 km/h (5 mph)
Db
|
100m
|
200m
|
300m
|
400m
|
500m
|
600m
|
700m
|
800m
|
900m
|
1000 m
|
Dv
|
0,6
|
2,56
|
6,07
|
11,44
|
19,04
|
29,25
|
42,35
|
58,3
|
76,65
|
97,04
|
Deviazione con vento perpendicolare a 16 km/h (10 mph)
Db
|
100m
|
200m
|
300m
|
400m
|
500m
|
600m
|
700m
|
800m
|
900m
|
1000m
|
Dv
|
1,21
|
5,11 |
12,15
|
22,89
|
38,08
|
58,49
|
84,71 |
116,6 |
153,31
|
194,09
|
Deviazione
con vento perpendicolare a 24 km/h (15 mph)
Db
|
100m
|
200m
|
300m
|
400m
|
500m |
600m
|
700m
|
800m
|
900m |
1000m
|
Dv
|
1,81
|
7,67
|
18,22
|
34,33
|
57,12
|
87,74
|
127,06
|
174,9
|
229,97
|
291,14
|
Deviazione
con vento perpendicolare a 32 km/h (20 mph)
Db
|
100m
|
200m
|
300m
|
400m
|
500m
|
600m
|
700m
|
800m
|
900m
|
1000m
|
Dv
|
2,41
|
10,23
|
24,3
|
45,78
|
76,16
|
116,99 |
169,42
|
233,2
|
306,63
|
388,19
|
NOTE
- Cartuccia = Federal Gold Medal HPBT (con palla da 69
grs. con Cb 0,301)
- Taratura = 500 m
- Ottica = Schimdt und Bender 6x42 “Military”
- Db = Distanza dal bersaglio in m
- Dv = Deviazione della palla in cm
- Tv = Tempo di volo in secondi
- Vr = Velocità residua in m/s
- Cv = Caduta verticale in cm
- E' = elevazione richiesta (in minuti primi) per colpire un bersaglio
posto ad incrementi progressivi di 100 m su terreno pianeggiante e partendo
con l’arma perfettamente parallela al suolo (N.B. i valori indicati
sono “puri” e necessitano di approssimazione in base al tipo di
ottica utilizzata per cui, ad esempio, l’arrotondamento sarà agli
0,25' superiori se l’ottica è graduata in scatti ogni 0,25', oppure
agli 0,50' superiori se l’ottica è graduata in scatti ogni 0,50',
etc)
- (*) = velocità subsonica
Come si evince CHIARAMENTE dalle tabelle sopra riportate, a soli
300 m, cioè alla distanza operativa MINIMA per il tiro di interdizione
effettuato dalle FF.AA., la deviazione impressa dal vento (
wind deflection)
è ECCESSIVA se paragonata a quella presente in altri calibri
(v. più oltre per le cartucce tipo M -118 ed M -80). Questo significa
che il calibro 5,56 mm NATO è TROPPO sensibile per gli impieghi
“
finalistici” delle FF.AA. (qual è, ad esempio, il tiro
di interdizione) e che NON si può risolvere il problema “...
sperando
che non ci sia vento...”, come auspicato da certi Comandanti delle
nostre FF.AA.!! Si rammenti, inoltre, che come tutti i frequentatori dei
poligoni (civili) sanno PERFETTAMENTE, 200 m sono già una “...
distanza
critica...” per il calibro 5,56 mm NATO, cioè una distanza
alla quale la precisione comincia a DECRESCERE in maniera RILEVANTE!! Effettuare
del tiro informale in un qualsiasi poligono (militare o civile) con il
calibro 5,56 mm NATO, a 100 m (o 200 m, esagerando), è una cosa ben
DIVERSA dal “...
colpire un bersaglio a 400 - 500 m...”, come sostenuto
a più riprese da taluni Comandanti delle nostre FF.AA.!! Si noti
che il problema NON avrebbe soluzione razionale anche in caso di utilizzo
di sistemi d’arma specificamente “dedicati” al calibro in commento. Infatti,
anche utilizzando armi come l’Heckler & Koch “SL - 8”, i Remington
serie “
X” o il Colt “
Accurized Rifle”, NON sarebbe possibile
ottenere gli stessi risultati (in termini di precisione ed efficienza)
garantiti da altri calibri come, ad esempio, il “supercollaudato” 7,62
mm NATO. Un altro PROBLEMA che molti Ufficiali (Comandanti e non) sembrano
decisamente NON voler capire, è quello legato alla reale NATURA
della munizione utilizzata. La cartuccia standard NATO tipo SS - 109 (palla
da 62 grs., tipo FMJ/SN) NON è una munizione destinata al tiro di
precisione, bensì un mero prodotto destinato all’impiego di massa
da parte delle FF.AA.!! Allo stato attuale, inoltre, l’unica munizione
prodotta commercialmente in grado di soddisfare le esigenze delle FF.AA.
(per qualità intrinseca e compatibilità con il passo di rigatura)
è la Federal “
Gold Medal” con palla Sierra “
Matchking”
da 69 grs. tipo HPBT, la quale non sarebbe comunque in grado di risolvere
i problemi di precisione “
concreti” alle distanze operative tipiche
delle FF.AA. Se non è possibile effettuare del tiro di interdizione
con il calibro 5,56 mm NATO utilizzando dei sistemi d’arma dedicati, a
maggior ragione sarà completamente ASSURDO tentare di fare la stessa
cosa con dei comuni fucili d’assalto come il Beretta AR 70/90. In primo
luogo, perché la finitura interna della canna del fucile d’assalto
attualmente in uso presso le nostre FF.AA., NON è assolutamente paragonabile
a quella di una canna da competizione!! In secondo luogo, a causa della struttura
della camera dell’AR 70/90 ed alla lunghezza dell’inizio di rigatura (
free
bore). In termini più semplificati:
- Per ovvie ragioni costruttive, la camera NON ha le tolleranze
TIPICHE di un sistema d’arma destinato effettivamente al tiro
di precisione
- Come avviene per la quasi totalità delle armi militari
o di derivazione militare, l’inizio di rigatura è ANOMALO,
il che comporta che la palla vada ad impegnare scorrettamente
la rigatura, con conseguenti anomalie a livello di precisione intrinseca
Per questi motivi è assolutamente incomprensibile il pensiero
di quegli ufficiali (comandanti di Compagnia, di Battaglione o di altro
Reparto) che affermano di “...
poter effettuare del cecchinaggio con
il Beretta AR 70/90 fino a distanze di 400 - 500 m ...”. Evidentemente
queste persone o NON sanno cosa significhi il termine “
tiro di precisione”
o, peggio ancora, NON hanno mai usato un fucile, e sarebbe il caso che
rivedessero alcune loro idee in tema di tiro di precisione e di impiego
dei tiratori scelti!! Per completezza deve essere segnalato che esistono
delle ipotesi del tutto particolari, nonché marginali (rispetto
allo scopo delle presenti note), nelle quali il calibro 5,56x45 mm potrebbe
essere utilizzato per il tiro di precisione. Esiste infatti una
pseudo
forma di tiro di interdizione c.d. “
tiro di precisione a distanza
ultra - ravvicinata” (
close distance surgical shooting) svolta
in ambienti particolarmente ristretti e a distanze comprese tra i 70 ed i
90 m circa e, in ogni caso, sempre inferiori ai 100 m. Ad esempio, i tiratori
scelti (SEALs sniper) aggregati ai plotoni degli Incursori di Marina statunitensi
(US-Navy SEALs) hanno, tra le armi loro affidate, un M-16 / A2 dotato di
un puntatore elettronico “
Aimpoint 3000” che viene utilizzato per
colpire bersagli a distanza molto ridotta (sempre inferiore ai 100 m) in
situazioni dove lo spazio è ristretto e la sovrapenetrazione potrebbe
costituire un problema gravissimo. Si noti, comunque, che si tratta di una
mera eccezione dal momento che l’arma standard di questi tiratori scelti
è costituita da un McMillan M-86 SR in calibro 7,62x51 mm NATO cui
si affiancano un altro M-86 SR in calibro .300 Winchester Magnum per il tiro
a lunga distanza (cioè oltre gli 800 m), un M-87 ELR per il tiro
a lunghissima distanza (oltre i 1000 m) ed un M-21 “
National Match”
(per i casi in cui sia necessario un potere di fuoco più elevato).
Se si considera che il tiratore scelto delle FF.AA. (diversamente da quello
delle Forze dell’Ordine) NON spara mai a distanze inferiori ai 300
m per non essere scoperto si può comprendere perché il calibro
7,62x51 mm NATO è il calibro dominante per il tiro di interdizione
in tutta la NATO e nella quasi totalità dei c.d. Paesi occidentali.