LA SCELTA DEI SISTEMI D'ARMA PER I MODERNI TIRATORI SCELTI 


La selezione del sistema d’arma (Weapon System) va fatta in riferimento alle due organizzazioni meccaniche disponibili sul mercato internazionale in questo settore, quali:


- Il modello a ripetizione ordinaria (bolt action) = è il sistema più leggero, semplice e robusto, nonché quello che rende più facile il recupero dei bossoli dopo l’esplosione dei colpi  (N.B. questo è essenziale per i tiratori scelti delle FF.AA.)
- Il modello semiautomatico (semi-auto) = è il sistema più pesante, più complesso (meccanicamente), ma anche quello più stabile e dotato del maggior potere di fuoco (N.B. questo sistema a volte rende critico il recupero dei bossoli di risulta)


A prescindere dalla scelta finale, il sistema d’arma DEVE assolutamente possedere le seguenti caratteristiche (o altrimenti NON sarà possibile nessun tiro di precisione):


- Canna pesante (heavy barrel) per massimizzare la stabilità, la rigidità e la dissipazione termica
- Canna di elevata qualità (match grade barrel) con 6 rigature a passo costante per  massimizzare la precisione
- Calciatura in materiale sintetico (synthetic stock) per evitare modifiche del punto di impatto dovute a variazioni meteorologiche, climatiche o ambientali
- Serbatoio da 3 - 4 colpi nell’eventualità che sia necessario colpire più bersagli
- Scatto alleggerito (ma NON a rottura di cristallo!!)
- Calciolo in gomma piena per massimizzare la stabilità dell’arma
- Cannocchiale di puntamento di elevata qualità


Dall’analisi di questo elenco si può comprendere facilmente come il 98% circa delle armi che vengono commercializzate come “...fucili di precisione...” NON possono essere considerati tali perché non ne hanno le caratteristiche. Si noti che per poter parlare correttamente di fucile di precisione è necessario che l’arma in questione sia dotata di TUTTI i requisiti prima citati e non solo di alcuni di essi. Studiando attentamente i cataloghi delle principali ditte produttrici di fucili di precisione si possono notare almeno tre elementi che indicano, piuttosto palesemente, il fatto che il fucile definito dalla ditta “X” come “...fucile di precisione...” o “...fucile per tiratori scelti...” sia semplicemente del fumo negli occhi dei clienti (i quali spendono spesso decine di milioni per un solo esemplare...). Questi tre elementi sono:


- La canna (barrel) = praticamente il 99% delle canne montate sui c.d. “fucili di precisione” sono canne assolutamente normali con SOLE 4 rigature ricavate per rotomartelltura (= è la tecnica attualmente destinata alla produzione di massa) o, peggio ancora, per brocciatura (= una tecnica del XIX secolo, oggi totalmente desueta); è IMPERATIVO  che il fucile di precisione abbia una canna da competizione con 6 rigature a passo costante

- La calciatura (stock) = la quasi totalità di quelli che vengono eufemisticamente definiti  “...fucili di precisione...” adotta delle comuni e squallide calciature in legno che sono quanto di più inadatto esista per equipaggiare un fucile di precisione a causa delle continue alterazioni biologiche a cui il legno è, naturalmente e continuativamente, sottoposto (a prescindere dal trattamento protettivo cui è stato sottoposto); è IMPERATIVO che il fucile di precisione abbia una calciatura in materiale sintetico di natura complessa (fibra di vetro / resina epossidica oppure  kevlar / grafite possibilmente con anima di Alluminio aeronautico)

- L’incassatura (bedding) = la quasi totalità dei c.d. “...fucili di precisione...” attualmente in commercio utilizza un banalissimo fissaggio dell’azione alla calciatura senza nessun tipo di incassatura (bedding) sia essa su fibra di vetro (glass-bedding) o su canotti (pillar bedding); è IMPERATIVO che il fucile di precisione abbia un’incassatura eseguita con tolleranze millesimali nel modo più preciso possibile o sarà impossibile qualsiasi forma di “...tiro di precisione...”


A causa dell’enorme complessità costruttiva di queste armi, esse non vengono definite come “...fucili di precisione...” ma, piuttosto, come sistemi d’arma per tiratori scelti (Sniper Weapon System) o, più semplicemente, sistemi d’arma (Weapon System).


segue - gli elementi costitutivi essenziali del sistema d’arma per tiratori scelti


In  maniera alquanto sintetica possiamo affermare che il sistema d’arma è costituito da 5 elementi principali:


- La canna
- La calciatura
- L’azione
- Il pacchetto di scatto
- L’ottica di puntamento


segue - la canna

Cominciando con la canna (barrel), essa rappresenta, a ragion veduta, il “...vero cuore...” della precisione di qualsiasi sistema d’arma. Onde evitare di spendere denaro inutilmente, DEVE essere chiaro fin dal principio che le canne attualmente utilizzate nelle produzione industriale, anche se definite come “....canne di precisione...”, NON offrono assolutamente il grado di precisione richiesto dalle esigenze delle FF.AA. moderne. Per avere il massimo in termini di precisione intrinseca è IMPERATIVO che le canne NON siano di tipo ordinario (standard grade barrel), bensì da competizione (match grade barrel). Le canne da competizione sono facilmente riconoscibili per le seguenti caratteristiche:


- Realizzazione esclusiva tramite procedimento di bottonatura
- Non meno di 6 rigature a passo costante
- Costruzione in solo acciaio inossidabile
- Acciaio con bassissimo grado di porosità superficiale
- Volata, camera di cartuccia e culatta rifinite manualmente
- Finitura interna di tipo semi - manuale o, addirittura, manuale
- Variazione massima (ammessa) di foratura (sui pieni di rigatura) compresa  tra i 25 ed i 50 millesimi di mm


Per quanto concerne il procedimento costruttivo, lo standard attuale della produzione industriale è costituito dalla rotomartellatura. Se ben fatta, consente di realizzare canne di buona fattura e di buona precisione, anche se il livello di precisione intrinseca delle canne realizzate con questo procedimento è nettamente inferiore a quello della canne da competizione. Una parte del tutto residuale delle canne attualmente prodotte dalla grande industria viene realizzata tramite il procedimento di brocciatura (broach-type barrel), una tecnica del XIX secolo del tutto desueta e superata dagli attuali standard produttivi. Purtroppo, specie in Europa centrale, esistono ancora canne realizzate con questa tecnica del tutto superata che vengono vendute come “...canne per fucili di precisione...”: naturalmente i risultati al poligono dimostrano palesemente la bassissima qualità di questi prodotti!! Per questo motivi le FF.AA. devono tassativamente indirizzarsi verso “vere” canne da competizione realizzate per bottonatura (button-type barrel). L’unica modalità di costruzione alternativa alla bottonatura è la tecnica del taglio singolo (single-cut rifled barrel). La bottonatura è la tecnica oggi più diffusa a livello artigianale è può essere descritta come segue:


- Un profilato cilindrico viene forato “in asse” da una punta sottodimensionata
- Una matrice ad invito conico in Carburo di Tungsteno (o in acciaio speciale) viene trascinata lungo il foro realizzato in precedenza
- La matrice a profilo conico si “centra” lungo il foro ed imprime le rigature all’interno dello sbozzato
- Lo sbozzato viene successivamente lavorato fino ad assumere la forma desiderata


Con questa tecnica si realizza un centraggio automatico dell’asse di rigatura rispetto all’asse della canna e si ottengono variazioni lungo i pieni di rigatura compresi tra i 25 ed i 50 millesimi di mm: con la brocciatura o la rotomartelltura questi risultati sono impensabili. È poi essenziale l’operazione di lappatura, perché più la canna è lucidata al suo interno e più aumenteranno la vita operativa media e la precisione intrinseca. Inoltre, più la lappatura è “...a regola d’arte...”, più le operazioni di manutenzione e pulizia saranno facilitate. Per quanto riguarda il materiale si è già detto che DEVE assolutamente trattarsi di acciaio inossidabile della migliore qualità perché:


- È più facile da lappare
- Resiste meglio alla corrosione determinata dagli agenti esterni
- Resiste meglio all’usura cagionata dal passaggio del proiettile
- Ha una minore porosità superficiale


Quasi tutte le canne da competizione di produzione attuale sono lappate in maniera semi - manuale o addirittura manuale. Le canne migliori tra quelle attualmente in circolazione sono quelle prodotte da Lilja, Shilen, Hart, Schneider, Douglas e Krueger. A ragion veduta si può dire che più o meno si equivalgono, anche se un discorso a parte lo meritano le canne prodotte dalla Lilja. Si tratta delle canne che hanno il monopolio assoluto nelle competizioni di Bench - Rest e possono essere definite a giusta regione come un prodotto sui generis poiché sono le uniche canne ad essere rifinite “totalmente a mano” nel vero senso della parola. Naturalmente sono molto costose ed i tempi di attesa, considerando che l’azienda è di tipo semiartigianale, sono molto lunghi. Per gli armaioli che costruiscono fucili di precisione di altissimo livello vale la pena aspettare, mentre per le FF.AA. che hanno esigenze ben diverse i tempi devono necessariamente essere più ristretti. Le canne attualmente più diffuse tra le FF.AA. sono quelle prodotte da Shilen, Hart, Schneider e , più raramente, Douglas. Ad esempio il modello M- 40 A1 / A2 dei Fucilieri di Marina americani utilizza delle canne prodotte dalla Hart, il McMillan M - 86 adottato dagli Incursori di Marina americani utilizza canne prodotte dalla Douglas, mentre il Robar SR - 90 adottato da numerose FF.AA. e di Polizia utilizza canne prodotte dalla Schneider. Il prezzo di queste canne oscilla mediamente tra le 800.000 ed 1.000.000 di lire, dal che si deducono due importantissime considerazioni:


- Si tratta di prodotti estremamente economici se paragonati a quelli normalmente in circolazione sul mercato e reclamizzati piuttosto eufemisticamente come “...canne di  precisione...”
- Possono essere acquistati per “ricondizionare” (= sostituire la canna di) sistemi d’arma già  in possesso delle FF.AA. le cui canne hanno esaurito la vita operativa media o risultano palesemente imprecise


In ogni caso è essenziale diffidare dalla canne reclamizzate come “...canne da competizione...” quando provengono dalla produzione di massa!! Tre parametri molto importanti che i vertici delle FF.AA. DEVONO tassativamente considerare in sede di scelta della canna sono i seguenti:


- Il passo di rigatura
- La lunghezza totale
- Il numero delle rigature


Supponendo, come logica e buonsenso vorrebbero, che il sistema d’arma sia camerato per il calibro 7,62x51 mm NATO, la canna dovrà avere una lunghezza compresa tra i 550 ed i 650 mm, un diametro esterno di circa 20 - 22 mm ed un passo di rigatura compreso tra 1 giro in 10 e 1 giro in 12” (N.B. si ricordi che per questo calibro è necessario che la palla, in rapporto a quella che è la lunghezza della canna, compia un numero di giri su se stessa compreso tra 1,7 e 2,4). Per canne inferiori ai 650mm di lunghezza, il passo di rigatura di 1 giro in 12” è ottimale per le palle di peso medio, cioè per quelle comprese tra i 155 ed i 175  grs., mentre per pesi di palla superiori è preferibile optare per passi da 1 giro in 11” (o, meglio ancora, di 1 giro in 10”). Va sempre ricordato che più la canna è CORTA (cioè ha una lunghezza pari o inferiore ai 600mm o si avvicina ai 550mm) e più il passo deve essere “stretto” (ad esempio 1 in 10”) mentre più la canna è LUNGA (cioè più si avvicina a 650mm di lunghezza totale) e più il passo deve essere “largo” (ad esempio 1 in 12”). Ad esempio, il passo di 1 giro in 12” con canna di lunghezza NON inferiore ai 610mm (24”) è OTTIMALE con palle di peso medio: fino ai 300 m con questa combinazione si ottengono risultati interessanti in termini di precisione!! Oltre ai 610mm (cioè oltre i 24" tipici di molte armi civili) si può usare comunque il passo di 1 giro in 12" anche con palle relativamente pesante, solo che le FF.AA. non sempre possono impiegare canne "lunghe", per cui la scelta del passo potrebbe risultare problematica!! Dal momento che nelle FF.AA. le distanze di ingaggio dei bersagli sono ben oltre i 300 m, la scelta più lungimirante sarebbe  quella di optare per una canna non troppo lunga con un passo di rigatura di tipo intermedio, come ad esempio quello di 1 giro in 11”: il Remington M - 24 SWS adotta un passo da 1 giro in 11,25”. La scelta della Remington può considerarsi ottimale perché consente l’utilizzo sia di palle di peso medio (168  grs.), sia di palle di peso medio-pesante (180 - 190  grs.). In realtà, esiste la possibilità di effettuare un compromesso che permette di utilizzare canne con passi di 1 giro in 12” anche da parte delle FF.AA.. Si tratta di realizzare contemporaneamente le seguenti condizioni:


- Usare canne con non meno di 6 rigature (N.B. se la canna ha meno di 6 rigature, è conveniente che la sua lunghezza sia prossima ai 26”, perché si ottiene una stabilizzazione ottimale solo se il numero di giri compiuti dalla palla su se stessa è compreso tra 1,7 e 2,4)
- Usare palle di peso non superiore ai 175 grs., spinte a velocità prossime agli 800 m/s con  canne di lunghezza non eccessivamente ridotta (N.B. per palle di peso superiore  devono valutarsi in maniera combinata il passo di rigatura e la lunghezza totale della  canna)
- Usare palle con coefficiente balistico il più elevato possibile e con sezione di guida (driving band) di dimensioni adeguate
- Usare palle a profilo accuminato e con base rastremata
- Usare, ove possibile, canne di lunghezza non inferiore ai 25”


Per esaltare ulteriormente la precisione intrinseca molti costruttori (specie a livello artigianale) preferiscono utilizzare canne con rigature poligonali o semipoligonali. L’esempio più eclatante è rappresentato dai primi Mc-Millan M40 (versioni A1 ed A2) ed M86, i quali utilizzavano canne poligonali con passo di 1 giro in 12” (sempre con 6 rigature), e davano eccellenti risultati con le cartucce tipo M118 ed equivalenti. Prima di procedere oltre è preferibile fare alcune specificazioni sulla stabilizzazione giroscopica dei proiettili e sul significato reale del concetto di stabilità. Spesso si sente dire che un certo passo di rigatura "...è o non è in grado di stabilizzare un certo peso di palla ..." senza dare ulteriore spiegazione. In realtà occorrerebbe distinguere tra stabilità dinamica (Sd) e stabilità giroscopica (Sg) prima di poter affermare con sicurezza se un certo proiettile risulta o meno stabilizzato da un dato passo di rigatura. In termini estremamente semplificati, la stabilità dinamica è un parametro che indica con quale rapidità e con quale livello di sincronia le frequenze di oscillazione verticale ed orizzontale (v. voce a se) si smorzano al passare del tempo, mentre la stabilità giroscopica è un parametro che indica la capacità di un proiettile di far prevalere (durante il suo moto di avanzamento verso il bersaglio) il moto di rotazione assiale rispetto al moto di rotolamento lungo il proprio asse verticale. Fino agli anni ’50 del XX secolo si riteneva che per avere un proiettile perfettamente stabile fosse sufficiente ottenere la condizione Sg > 1. Successivamente si è osservato come Sg ed Sd fossero inscindibilmente collegati fra loro, e come fosse dunque necessario rivedere il criterio generale di stabilità dei proiettili. Attualmente si ritiene che un proiettile, per essere stabile, debba rispettare la seguente condizione:



                                                                                       Sg > [1 / Sd(2 - Sd)]



Invece di ritenere necessario e sufficiente, ai fini della stabilità, un valore di Sg superiore a 1, oggi si ritiene fondamentale che il primo membro della disequazione sia maggiore del secondo. In sintesi, le condizioni di stabilità possono essere così riassunte:


- i fattore di stabilità giroscopica (Sg) deve SEMPRE essere MAGGIORE di 1

- il fattore di stabilità dinamica (Sd) deve SEMPRE essere COMPRESO tra 0 e 2
                                               

In altre parole, il fattore di stabilità giroscopica (Sg) deve essere superiore a 1, mentre il fattore di stabilità dinamica (Sd) deve essere compreso tra 0 e 2. Normalmente si cerca di avere una Sd con valori prossimi all’unità (ad esempio 0,8 - 1,2) in maniera tale da ottenere comunque un valore di Sg positivo. Si noti che se Sd fosse “troppo piccolo” (ad esempio Sd superiroe a 0,5) o “troppo grande” (ad esempio Sd  > 1,5) la palla risulterebbe comunque dinamicamente instabile in entrambi i casi, a causa della presenza di oscillazioni ad alta o bassa frequenza. Posto che deve essere Sg maggiore di 1 e Sd compreso tra 0 e 2, solitamente si sceglie di lavorare con valori di Sd < 1 ma comunque il più vicino possibile all’unità, condizione che permette di avere una palla giroscopicamente STABILE ma con una LIEVE instabilità dinamica, che però è destinata a livellarsi con il passare del tempo. In termini concreti, questo significa che il passo di rigatura NON deve mai essere scelto a caso e, in particolare, che NON deve mai essere scelto un passo troppo “stretto” rispetto alle reali esigenze operative. Un passo di rigatura troppo stretto o troppo giusto finirebbe per determinare fenomeni oscillatori ad alta frequenza che inficerebbero la Sd della palla. Un esempio eccellente in questo senso è dato dalla Federal Gold Medal con palla da 168 grs. tipo HPBT lanciata a poco meno di 800 m/s in un’arma con un passo di rigatura di 1 giro in 12”. Alla bocca, pur essendo Sg pari a 1,7, la palla è INSTABILE sotto il profilo DINAMICO dal momento che si manifesta un lento movimento epiciclico che sembra (almeno in teoria) destinato a crescere progressivamente. La soluzione più corretta a questo problema sembrerebbe, almeno in linea teorica, quella di optare per un passo di rigatura più stretto, come ad esempio quello di 1 giro in 10”. Sempre in linea teorica, la stabilità perfetta sotto il profilo dinamico si otterrebbe con un passo di 1 giro in 7”, che determinerebbe, tra l’altro, una  Sg pari a 5 (alla bocca). In realtà, l’utilizzo di un passo di rigatura troppo stretto va a pregiudicare la precisione, tant’è vero che i tiratori di Bench-Rest preferiscono utilizzare la cartuccia in commento con armi dotate di un passo di rigatura di 1 giro in 14”. La ragione, apparentemente inspiegabile, di questa scelta è che si preferisce convivere con un piccolo movimento epiciclico destinato comunque a smorzarsi con il passare del tempo, piuttosto che avere un proiettile apparentemente stabile ma destinato a produrre ampi mutamenti di traiettoria sulla lunga distanza. Naturalmente il movimento epiciclico sarà tanto maggiore quanto minore la coassialità della munizione utilizzata. Di solito la tolleranza, in termini di coassialità, dovrebbe essere di ± 0,005 mm anche se la media (escludendo la ricarica specialistica) è di ± 0,05 mm. Espandendo ulteriormente il discorso, per cercare di ottenere i migliori risultati in termini di precisione è opportuno sfruttare i seguenti artifici costruttivi:


- Usare cartucce il più lunghe possibile (in riferimento al singolo calibro) = più la cartuccia è lunga, più lo spazio che la palla dovrà percorrere prima di impegnare la rigatura è ridotto e, di conseguenza, sarà ridotto il valore delle frequenze di oscillazione della palla
- Usare palle di peso medio o medio alto (in riferimento al singolo calibro) = più la palla è pesante e più l’inerzia di cui è dotata sarà elevata e, di conseguenza, minore sarà il valore delle frequenze di oscillazione della palla


Premesso ciò, il comportamento del proiettile può ricadere entro quattro casi fondamentali che possono così essere sintetizzati:


- Proiettile giroscopicamente STABILE con piccoli angoli di imbardata e maggiormente stabile con ampi angoli di imbardata (N.B. movimenti periodici di imbardata e beccheggio di qualsiasi ampiezza sono sempre possibili)
- Proiettile giroscopicamente INSTABILE con piccoli angoli di imbardata ma decisamente più stabile con angoli di imbardata più ampi (N.B. sono sempre possibili movimenti di imbardata e di beccheggio)
- Proiettile giroscopicamente STABILE con piccoli angoli di imbardata ma decisamente meno stabile con angoli di imbardata più ampi
- Proiettile giroscopicamente INSTABILE con qualsiasi angolo di imbardata (N.B. la comparsa di qualsiasi movimento di imbardata o beccheggio è destinato a crescere esponenzialmente con il passare del tempo)


In termini più semplificati, la rotazione impressa dalla rigatura combinata con il fatto che nessuna cartuccia è perfettamente coassiale spinge la palla a muoversi secondo un movimento che in geometria viene definito come epiciclico e che si caratterizza per la compresenza di due distinte frequenze di oscillazione. Queste frequenze sono dette:


- Verticale (yawing frequency), o di beccheggio, derivante dal fatto che il proiettile tende ad andare verso l’alto ogni volta che è inserito nella camera (anche manualmente)
- Orizzontale (pitching frequency), o di imbardata, derivante dal fatto che il proiettile tende a ruotare verso destra a causa della tipologia della rigatura


Va sottolineato che ogni successivo movimento della palla ha un’ampiezza minore del precedente a causa, principalmente, dello smorzamento della frequenza di imbardamento. Più precisamente le due frequenze, di beccheggio e di imbardamento, tendono a smorzarsi all’aumentare della distanza pur se in tempi diversi. In linea del tutto generale, è la frequenza di beccheggio che tende a smorzarsi per prima, mentre quella di imbardata tende a smorzarsi più lentamente. Tornando all’esempio precedente, cioè quello relativo alla Federal Gold Medal, si può notare che, tra i 180 e i 200 m la punta della palla oscilla attorno all’asse della medesima di 1,7 - 1,8°. Tra i 520 ed i 550 m la frequenza di beccheggio è praticamente scomparsa, mentre quella di imbardata continua a smorzarsi e l’oscillazione della palla è passata a 2,2 - 2,3°. Superati gli 800 m la frequenza di imbardata continua a smorzarsi mentre l’oscillazione della palla si attesta sui 4,8 - 5°, valore che rimarrà stabile anche oltre i 1000 m. Quello che si vuole dire è che il fattore di stabilità giroscopica aumenta con il crescere della distanza a causa del fatto che Sg è direttamente proporzionale al quadrato del rapporto tra velocità assiale (P0) e velocità alla bocca (V0). Siccome la velocità alla bocca diminuisce più rapidamente della velocità assiale, Sg cresce all’aumentare della distanza. Nel caso in esame, Sg passa da un valore di 1,7 (alla bocca) ad uno di 5,9 (a 1000 m) e, cosa importante, non si registrano variazioni significative sia con il passo di 1 giro in 10”, sia con il passo di 1 giro in 14”. Taluni potrebbero meravigliarsi del fatto che Sg aumenta al crescere dell’oscillazione della punta del proiettile, tuttavia, questa oscillazione non è un fattore limitante la stabilità giroscopica, bensì l’espressione di una lievissima instabilità dinamica causata da un movimento di imbardata a bassa frequenza. Questo movimento, come si è già visto, cresce progressivamente fino ad una certa distanza (solitamente fino a 750 - 800 m) per poi stabilizzarsi su di un certo livello a causa principalmente dell’azione di una serie di forze non lineari (principalmente a causa del c.d momento di Magnus) che agiscono sui proiettili lanciati nell’atmosfera terrestre. Quello che si vuole dire, conclusivamente, è che dal punto di vista costruttivo si preferisce avere una Sg alta e, contemporaneamente, convivere con una lieve instabilità dinamica comunque destinata a stabilizzarsi. Questo è il motivo per il quale la quasi totalità dei costruttori opta, in riferimento al calibro 7,62 NATO, per il passo di rigatura di 1 giro in 12”, cioè per un passo che teoricamente non sarebbe idoneo a garantire una stabilizzazione (dinamica) perfetta. Sempre per lo stesso motivo la quasi totalità dei costruttori moderni afferma che è possibile utilizzare “palle pesanti” (180 - 190 grs.) in armi con passo di rigatura di 1 giro in 12”. Come si è visto NON si tratta di una affermazione del tutto CORRETTA sotto il profilo scientifico, ma che in realtà dimostra una certa valenza sotto il profilo pratico: si sceglie il compromesso invece di ricercare a tutti i costi un’utopia. È chiaro che “per usare correttamente questo compromesso”, moltissimo (se non tutto), dipende dall’utente finale, il quale deve:


- Realizzare una cartuccia il più coassiale possibile, cioè con eccentricità MINIMA (minimum run-out)

- Realizzare una cartuccia il più lunga possibile in riferimento all’arma da utilizzare

- Tenere conto delle dimensioni della camera di cartuccia e dell’inizio di rigatura (N.B. tutte  le armi camerate per il 7,62 NATO e destinate all’armamento delle FF.AA. possiedono una camera con un inizio di rigatura molto più lungo del normale)

 
Passando a munizionamento decisamente più POTENTE, per sistemi d’arma camerati, ad esempio, in calibro .300 Winchester Magnum, il passo di rigatura sarà TASSATIVAMENTE quello di 1 giro in 10” (necessario per stabilizzare palle di peso compreso tra i 190 ed i 220  grs.), il diametro esterno sarà di 22 - 25 mm e la lunghezza totale sarà compresa tra i 650 ed i 750 mm. Per il .338 Lapua Magnum il passo di rigatura richiesto è di 1 giro in 10”, mentre per il 7 mm Remington Magnum è di 1 giro in 9”. Il principio fondamentale da rispettare nella scelta della canna è che più la munizione è potente, più la stessa DEVE essere lunga (per consentire la corretta combustione della polvere) e pesante (per diminuire il rinculo ed il rilevamento). La canna DEVE essere pesante non solo per diminuire il rilevamento ed il rinculo, e quindi per rendere l’utilizzo del sistema d’arma il meno gravoso possibile, ma anche per ridurre il più possibile la c.d. “fase armonica” all’atto dello sparo. Quando il proiettile passa lungo la canna, questa inizierà a vibrare lungo il proprio asse longitudinale in maniera non dissimile dal fenomeno del moto armonico. Per essere più chiari, all’atto dello sparo la canna inizia a vibrare, dalla culatta alla volata, in maniera analoga a come se venisse colpita sulla culatta con una vigorosa martellata! Più la canna è pesante, più e dotata di inerzia all’impulso dato dal proiettile, per cui più la canna è pesante e più la fase armonica della canna sarà minimizzata. La riduzione della fase armonica è importantissima ai fini della precisione perché se dovesse essere troppo elevata, la palla lascerebbe la volata con un angolo a che si verrebbe a formare tra l’asse della canna e la traiettoria del proiettile in volo: questo angolo a è il c.d. “angolo di uscita”. Si noti che se a dovesse essere sensibilmente maggiore di 0,1° (α>>0,1°), i risultati sul bersaglio, in termini di precisione, sarebbero a dir poco patetici!! Questo è il motivo ESSENZIALE per il quale tutti i sistemi d’arma di precisione degni di questo nome utilizzano canne da competizione di tipo pesante. Premesso che, normalmente, l’angolo di uscita di un sistema d’arma destinato al tiro di interdizione è attorno agli 0,010°, in linea di massima si può aggiungere che:


- Se l’angolo d’uscita è inferiore a 0,025° - 0,020° e prossimo a 0,010°, l’arma può essere  proficuamente utilizzata, ad esempio, per fini addestrativi  

- Se l’angolo d’uscita è inferiore a 0,075° e prossimo a 0,020°, l’arma può comunque essere utilizzata, ad esempio, per fini addestrativi o di studio

- Se l’angolo d’uscita è compreso tra gli 0,050° e gli 0,075°, l’arma è ancora in condizioni di essere utilizzata, ma le sue condizioni vanno segnalate al competente Addetto all’Armamento ed al Munizionamento

- Se l’angolo d’uscita è compreso tra gli 0,050° e gli 0,10°, l’arma è immediatamente da  revisionare

- Se l’angolo d’uscita è superiore agli 0,10° l’arma va scartata (o revisionata)in quanto o la  canna “é troppo leggera” per effettuare del tiro di interdizione, oppure la rigidità strutturale dell’intero sistema d’arma sta venendo meno


Volendo misurare l’ampiezza dell’angolo di uscita di un qualsiasi sistema d’arma, è necessario ricorrere a strumenti di misura estremamente complessi e sofisticati (fotocamere, sensori di prossimità, sofisticati software di gestione, modelli matematici  approntati ad hoc per l’analisi del fenomeno) che dovrebbero riuscire a cogliere l’oscillazione impercettibile della canna nel lasso di tempo compreso tra l’inizio del movimento della palla nella rigatura ed il momento in cui la stessa lascia la volata. Questi strumenti dovrebbero poi riuscire a tenere DISTINTI (cosa alquanto difficile) i fattori INTRINSECI dell’oscillazione (N.B. si tratta essenzialmente della struttura della canna, con particolare riferimento alla sua rigidità, alle sue dimensioni ed alla velocità di propagazione del calore e delle vibrazioni) dai fattori ESTRINSECI della medesima (N.B. principalmente si tratta della coassialità della cartuccia rispetto alla camera di scoppio e della coassialità tra palla e bossolo), che insieme sono responsabili della formazione dell’angolo di uscita. Per dovere di correttezza, va comunque sottolineato che, sotto il profilo pratico, all’utente finale il valore effettivo dell’angolo d’uscita NON interessa molto. Più che altro si tratta di un parametro che interessa alle Aziende produttrici di armi lunghe in almeno tre fasi costruttive, e cioè:


- Durante la fase del c.d. “studio di fattibilità” che precede l’inizio della produzione vera e     propria
- Durante la fase di realizzazione dei prototipi
- Durante il passaggio tra fase prototipale ed inizio della produzione vera e propria


Ad ogni modo, per chi lo desidera, esiste un metodo INDIRETTO che consente di calcolare, con grossolana approssimazione, il valore dell’angolo di uscita, il che permette di valutare (approssimativamente) l’efficienza di un determinato binomio arma - munizione. Per dovere di correttezza va sottolineato che, in nessun caso, questo metodo consente di valutare il livello di precisione assoluta di un determinato sistema d’arma, ne tantomeno permette di confrontare tra di loro due o più armi!! Partendo da alcune semplici cognizioni di trigonometria (per le quali si rimanda il lettore ad un testo specialistico), è possibile sostenere che l’angolo d’uscita è pari a:



                                                                                   α = arctang (FDB : Db)  




                                                                                                  LEGENDA

- α = angolo d’uscita (espresso nel sistema arco - ora o sessagesimale che dir si voglia)
- FDB = Fattore di Dispersione Balistica (misurata in metri o, più precisamente, misurata in  mm sul bersaglio cartaceo ma successivamente convertita in metri, prima  dell’operazione matematica, per rispettare il principio di omogeneità delle unità di  misura)
- Db = distanza dal bersaglio (misurata in metri)


Particolare attenzione da parte del lettore merita senza dubbio il Fattore di Dispersione Balistica (FDB), un parametro alquanto bistrattato e sul quale esiste parecchia confusione!! In termini tecnici, esso corrisponde alla MEDIA, misurata in mm, dell’ampiezza delle rosate ottenibili da uno specifico sistema d’arma realizzate alle seguenti condizioni:


- Utilizzo di un sistema d’arma la cui canna sia perfettamente PULITA ed ASCUITTA
- Utilizzo di un solo tipo di munizioni (N.B. deve essere effettuata una prova diversa per ogni tipo di munizioni, poiché i dati ottenuti NON devono assolutamente essere mescolati!!)
- Utilizzo di munizioni il più coassiali possibili (N.B. in ogni caso vanno scartate munizioni con  eccentricità superiore a ± 0,050mm)
- Realizzazione in laboratorio a CAS (per il significato, v. voce a se)
- Utilizzo di NON meno di 100 cartucce appartenenti allo stesso lotto
- Esecuzione pratica tramite realizzazione di rosate da non meno di 3 e non più di 5 colpi
- Realizzazione delle singole rosate con intervalli di NON meno di 2 minuti primi tra un colpo  e l’altro per garantire un minimo di raffreddamento alla canna
- Effettuazione di operazioni di pulizia intermedie ogni 10 - 15 colpi per evitare il depositarsi di un eccessivo livello di residui di combustione (N.B. si tratta di applicare del solvente,  di asciugare e di lasciare raffreddare la canna)


Si rammenta che la prova per la misurazione del FDB (che in parole povere corrisponde al valore MEDIO dell’ampiezza della ROSATA realizzata da un determinato sistema d’arma) NON deve essere confusa ne con quelle che prevedono l’esecuzione di rosate di tipo “ampio” (ad esempio 10 o 20 colpi), ne con quelle relative all’esecuzione del c.d. “tiro rapido”: si tratta di cose completamente diverse che NON devono (e non possono) essere confuse tra loro!! In ogni caso è ESSENZIALE che, per ogni tipologia di munizioni, vengano effettuate quante più prove possibili, così come è necessario che vengano effettuate prove pratiche con tutti i tipi di munizioni disponibili (N.B. ovviamente vanno scartate a priori tutte le munizioni non destinate al tiro di interdizione). Questo è IMPORTANTE perché, più dati ci sono e più sarà precisa la misurazione della rosata e, di conseguenza, tanto più sarà precisa la valutazione dell’angolo d’uscita. Una volta calcolato il valore dell’angolo d’uscita, è necessario fare alcune precisazioni, e cioè che:


- Nell’ambito del SINGOLO calibro, le variazioni dell’angolo d’uscita sono pressoché infinitesimali (e quindi trascurabili) per tutta la gamma delle munizioni impiegabili (con la sola eccezione delle munizioni con palle iperleggere o pesanti e/o superpesanti), per cui si può affermare che l’angolo d’uscita rimane pressoché costante al variare del     peso di palla (almeno entro un gamma piuttosto ampia)
- Nell’ambito del SINGOLO calibro, le variazioni dell’angolo d’uscita sono direttamente  dipendenti (in maniera maggioritaria) dalla coassialità tra palla e bossolo e dalla coassialità tra camera di scoppio e cartuccia, per cui i sistemi d’arma a ripetizione ordinaria tendono ad essere più precisi di quelli semiautomatici (con la sola eccezione di quelli dotati di canne molto pesanti e sistemi di alimentazione di tipo “orizzontale”)


La procedura testé delineata permette di ottenere il valore del presunto angolo d’uscita, il quale DEVE necessariamente “...essere preso con beneficio di d’inventario...” da chi ha effettuato i calcoli!! Ed è proprio a causa della sua approssimazione che la sua valenza pratica è molto limitata, così come, sempre per lo stesso motivo, NON si può (e non si deve) utilizzare questo valore per esprimere concetti o grandezze che nulla hanno a che fare con esso. Un esempio concreto potrà forse chiarire meglio il significato di questa precisazione. Il punto essenziale di tutto questo discorso è che, all’atto pratico, NON si può contestualmente affermare che l’angolo d’uscita è adimensionale (affermazione scientificamente corretta) e, subito dopo, affermare che “...posso utilizzare l’angolo d’uscita per misurare l’ampiezza delle rosate eseguite con il fucile X alla distanza Y utilizzando le munizioni Z...”, quando la rosata, per sua natura intrinseca, è DIMENSIONALE!! Dovrebbe essere di dominio comune il fatto che, dopo avere effettuato una rosata di prova, ci reca a misurare la medesima con un righello graduato in mm (o in cm), NON con un goniometro, ne ci si mette ad effettuare la misurazione della rosata, direttamente dalla piazzola di tiro, tramite un teodolite!! Non si può misurare l’ampiezza di una rosata (per definizione dimensionale) con un’unità di misura angolare (per definizione adimensionale). Ragionando per assurdo, sarebbe un po’ come entrare in panetteria e dire qualcosa del tipo “...buongiorno, vorrei un litro di pane...”!! In altre parole, l’angolo d’uscita NON dice tutto della precisione di un determinato sistema d’arma, perché a parità di angolo d’uscita, utilizzando due munizioni diverse (o anche utilizzando gruppi di munizioni simili, l’uno più eccentrico dell’altro) si otterranno risultati che potrebbero essere anche radicalmente DIVERSI in termini di precisione sul bersaglio. Questo è chiaramente dimostrabile quando l’angolo d’uscita viene misurato in laboratorio tramite gli strumenti appropriati, invece che a tavolino, con il calcolatore tascabile, dove si crede di ottenere (o si vuole ottenere) il risultato che più fa comodo a seconda dei casi!L’ossessione di voler misurare a tutti i costi l’ampiezza delle rosate utilizzando un sistema per la misurazione degli angoli, è un tipico esempio di sciatteria intellettuale ravvisabile (alla data della presente pubblicazione) su numerose “riviste di settore” (italiane ed estere), sulle cui pagine molti “...presunti esperti di balistica esterna...” (che spesso frequentano le sedi UITS solo perché lavorano per una certa testata, o che addirittura non hanno nemmeno fatto il servizio militare e parlano di armi...) pontificano le loro assurde teorie pseudo-scientifiche. Queste teorie, che hanno il loro substrato intellettualoide in certa sub-cultura di origine statunitense (in base alla quale tutto DEVE essere tassativamente inquadrato entro schemi fissi, rigidi e prestabiliti, per cui ogni cosa DEVE poter essere misurata e/o valutata entro parametri assoluti finalizzati a creare una “...scala di valori...” da utilizzarsi, non si sa bene per quali scopi...), sono state acriticamente riportate in Italia (ma anche nel resto dell’Europa), in maniera del tutto automatica, sulla base del semplice presupposto che “...se una cosa viene dall’America va bene perché l’America sta più avanti di noi; se una cosa viene dall’Italia o dall’Europa allora non va bene perché è automaticamente negativa, arretrata, sbagliata, etc. ...”. A parte la lurida esterofilia che connota i ragionamenti ed i discorsi di questi pittoreschi personaggi, quello che conta in concreto è che le loro elucubrazioni pseudo-intellettuali non hanno la benché minima base scientifica!! Tanto per fare un esempio di questa testé ricordata “sciatteria intellettuale”, su alcune riviste di settore (italiane e non) è comparsa più volte una domanda del tipo “...a quanti MOA corrisponde un rosata di 50 mm a 200 m?” L’esperto di turno, con un ragionamento senza capo ne coda, ed del quale non erano resi noti i presupposti o le motivazioni scientifiche, spiegava ai lettori che la rosata equivaleva a “... 0,8591 MOA”!! In realtà, una rosata di 50 mm a 200 m si misura in mm (o in cm) NON con un qualsivoglia sistema di misurazione angolare, per cui ne la domanda posta, ne la risposta data dal “saccente di turno” hanno un senso sotto il profilo scientifico!! Una rosata da 50 mm a 200 m misura semplicemente 50 mm, e l’unico commento che si può fare è che NON è una rosata degna di un sistema d’arma di precisione: fine del discorso!! Se si vuole, partendo da questi due dati è possibile tentare di calcolare (matematicamente) il PRESUNTO angolo d’uscita dell’arma oggetto del presente esempio, ma con la NECESSARIA avvertenza che non sarà in ogni caso un  risultato preciso ed attendibile per i seguenti motivi (N.B. la vera misurazione andrebbe fatta in laboratorio, non a tavolino con il proprio calcolatore tascabile!!)


- Non sono precisate le Condizioni Atmosferiche Operative (e non si sa se le CAO coincidano con le CAS, oppure no)
- Non sono specificate le munizioni impiegate
- Non esiste un numero sufficiente di dati che permettano di effettuare una misurazione almeno di tipo preliminare
- Si tratta, in ogni caso, di una misurazione indiretta


Utilizzando la formula indicata in precedenza, il presunto angolo di uscita sarà pari a:


                                                             α = arctang (FDB : Db)

                                                             α = arctang (0,05 : 200)  

                                                             α = arctang 0,00025

                                                             α = 0,01432°


Il risultato trovato rappresenta l’angolo d’uscita misurato con il sistema sessagesimanle (o arco - ora). Volendo, è possibile moltiplicare il risultato trovato per 60, ottenendo così il valore dell’angolo d’uscita, espresso in minuti primi, pari a 0,8954'. Ma, una volta eseguiti questi calcoli, NON si può dire che la rosata in commento “...misura 0,8954 MOA...” o di “...avere calcolato il MOA della rosata...”. Matematicamente parlando sarebbe una grossa fesseria!! In altre parole, sulla base dei pochi dati a disposizione (per altro parziali ed incompleti), si può affermare, con estrema cautela, che l’arma dell’esempio sopra esposto dovrebbe avere un (presunto) angolo d’uscita di 0,01432°. Naturalmente si tratta di un dato che “...va preso con le molle...” e che va verificato sia con altri tipi di munizioni, sia (essenzialmente) con una più attenta analisi in laboratorio!! A supporto di questa affermazione si sottolinea che, anche se in apparenza il dato di 0,01432° sembrerebbe essere molto positivo (N.B. tendenzialmente dovrebbe essere α < 0,1°), in realtà una rosata simile è tipica di un qualsiasi fucile e NON di un sistema d’arma di precisione!! Per convincersene, basta pensare che un fucile realmente preciso, a 200 m realizza rosate dal diametro di 20 mm od inferiori. Questo indica chiaramente come il dato trovato non corrisponda al valore dell’effettivo angolo d’uscita!! Ne consegue, inoltre (e si ribadisce quanto espresso in precedenza), che tutto questo non ha nulla a che vedere con l’affermare arrogantemente (come da anni si continua a fare) che “...il fucile X produce una rosata di 0,01432° (o 0,8594 I) a 200 m ...” ne, tantomeno, con altre affermazioni scientificamente insulse del tipo “...abbiamo effettuato il  calcolo del MOA ed abbiamo appurato che, per il fucile X, è pari a 0,8594...”. (N.B. per il MOA , la confusione che lo circonda e per mancato uso del vocabolario Italiano - inglese, si rimanda il lettore alla voce a se). Un’altra vera e propria “...bestemmia scientifica...”, sempre connessa a questo argomento, riguarda il fantomatico “...confronto di rosate...” tra due ipotetici “fucili di precisione” in ordine ai quali non viene fornita nessun tipo di specificazione. Ad esempio, tempo fa è comparso un articolo dove il solito esperto di turno chiedeva piuttosto arrogantemente ai lettori se, a loro avviso “... fosse più preciso il fucile X, che produceva una rosata di 1,8 cm a 76 m, oppure il fucile Y che produceva una rosata da 6,4 mm a 28 m...”. Qualsiasi studente della Scuola dell’Obbligo che abbia un minimo di padronanza nell’applicazione del sistema metrico decimale e delle equivalenze, risponderebbe all’esperto di turno (più o meno educatamente) di tornarsene sui banchi di scuola!! Inoltre, stante il fatto che “...il nostro esperto...” ha palesemente violato principio di omogeneità nell’impiego delle unità di misura, questa domanda non ha assolutamente alcun senso scientifico!! Ciò significa che le rosate DEVONO tassativamente essere espresse TUTTE in mm, oppure in cm. Ancora, è ormai di dominio comune (per altro da numerosi decenni!) che, se proprio si desidera effettuare un paragone, la misurazione delle rosate va effettuata sulla STESSA identica distanza, e NON a distanze diverse!! Questi esperti ignorano completamente il vecchio adagio in base al quale  “la precisione sul bersaglio è il prodotto dell’uniformità dei componenti chiamati a svolgere un determinato compito”: sono molteplici i fattori che entrano in gioco e che possono dare risultati diversi in termini di precisione sul bersaglio! Va poi ricordato che, tra questi molteplici fattori, ci sono polveri che manifestano drastici segni di decadimento, in termini di precisione, al di là (o in prossimità) di certe distanze, per cui sarebbe errato dire che “...il fucile X è meno preciso del fucile Y...” non  tenendo conto di questo importante aspetto. Ad ogni modo, secondo l’autore di questo fantomatico confronto fra rosate, “...per misurare se è più preciso il fucile X od il fucile Y occorre confrontare il rapporto tra i diametri delle rosate e le relative distanze, in maniera tale da ottenere un unità di misura adimensionata ... tramite la quale calcolare l’angolo sotto il quale si osserva la rosata dal punto di origine del tiro...”. In primo luogo, il nostro esperto si è dimenticato che “...mettendo tutti insieme appassionatamente mm, cm e m...” non si ottiene assolutamente nulla al di fuori di un’immensa castroneria matematica!! A parte questo, non solo sarebbe il caso che, prima di scrivere, “...il nostro esperto...” desse una rapida occhiata ad un buon dizionario della lingua italiana, in quanto la parola “adimensionata” NON esiste nella nostra lingua, ma sarebbe altresì il caso che questa persona evitasse di scrivere se NON sa ASSOLUTAMENTE di che cosa sta parlando !! Infatti, l’inciso  “... sotto il quale si osserva la rosata dal punto di origine del tiro...”, non solo non significa NULLA in lingua italiana, ma è assolutamente PRIVA di qualsiasi significato scientifico!! Ovviamente l’autore di queste castronerie scientifiche non se ne preoccupa minimamente, così come non si preoccupa di rispondere a domande del tipo:


- Quali sono gli scopi dello studio?
- Perché non si utilizzano unità di misura omogenee prima di eseguire i calcoli?
- Cosa si vuole misurare in concreto?
- Perché non si usano le unità di misura in maniera pertinente ?
- Quali sono le conclusioni?


Quello che lascia esterrefatti, in tutti questi discorsi, è l’ossessione di volere a tutti costi confrontare tra di loro grandezze non omogenee al fine di trovare, non si sa bene tramite quale artificio, un qualcosa che sia “...il migliore in assoluto...”! Questa ossessione di trovare la cosa che sia “...migliore del mondo...” è la stessa che ha prodotto altre inequivocabili “...schifezze pseudo - intellettuali...” quali:


- Il fattore potenziale → si tratta di un’idiozia prodotta tempo fa negli USA (per opera di alcuni giornalisti scriventi sulle riviste del settore armiero), ed importata     pedissequamente in Italia (da persone poco attente), il cui scopo è quello di individuare l’arma migliore in assoluto (a prescindere dal tipo, ma basandosi su parametri fissati arbitrariamente e senza alcuna logica)

- Il potere d’arresto → si tratta di una castroneria pseudo - scientifica prodotta negli USA volta ad individuare il calibro migliore del mondo, non in base a criteri scientifici, bensì in base ai capricci ed agli umori di chi ha il solo interesse di dimostrare che “...il calibro migliore del mondo è il .45 ACP...” (cioè un prodotto americano, perché tutto quello che non viene dagli USA è, per i sostenitori di queste assurdità, del tutto inefficiente)

- Il quoziente d’intelligenza → si tratta di un’altra bestialità pseudo - scientifica sorta negli  USA (ad opera degli studiosi di criminologia), all’incirca negli anni ‘30,   originariamente per meri scopi di discriminazione sociale e / o razziale (N.B. l’idea  originaria era quella di dimostrare che i criminali erano tutti poco intelligenti, e che quindi tutti i soggetti intellettualmente poco dotati fossero automaticamente inclini al crimine ... peccato che l’evoluzione scientifica ha dimostrato l’esatto contrario, e cioè che la maggior parte dei criminali sono estremamente intelligenti!!), e successivamente diffusasi a macchia d’olio per banali motivi di costume (N.B. a seconda di come si supera un determinato numero di test di deduzione logica, è possibile calcolare il valore del quoziente intellettivo di un dato individuo ... peccato che la medicina  moderna ha dimostrato che, allo stato attuale, non ci sono modi per misurare l’esatta  entità dell’intelligenza umana, facoltà per altro non misurabile, ma esistono solo metodologie per valutarne indirettamente solo alcuni aspetti !!! )


Tutto questo non significa che bisogna rigettare la cultura degli altri Paesi, ma significa semplicemente che non bisogna prendere automaticamente per oro colato tutto quando viene dall’estero. Ci sono già troppe persone che soffrono di esterofilia cronica in Italia, per cui sarebbe veramente il caso di iniziare realmente a ragionare con la propria testa per arrivare a capire se una cosa “...funziona davvero o se si tratta di una mera castroneria...”!! Terminata questa lunghissima, ma DOVEROSA, digressione scientifica, analizziamo gli altri motivi per i quali si rivela necessario l’impiego di una canna di tipo pesante nei sistemi d’arma destinati al tiro di interdizione. Un altro motivo per il quale vengono adottate canne pesanti è quello di favorire al massimo la dissipazione termica. Dal momento che la dissipazione termica è direttamente proporzionale alla superficie radiante, più il diametro esterno della canna è elevato, più la dissipazione termica sarà elevata, e quindi la canna tenderà a raffreddarsi più velocemente (rispetto ad una di tipo non pesante) a parità di colpi sparati. Per questo motivo, durante la seconda metà degli anni ‘90 del XX secolo hanno cominciato a diffondersi le canne c.d. “scanalate” (fluted barrel), cioè canne da competizione di tipo pesante con delle leggere scanalature longitudinali che vanno, più o meno, da circa 100 mm dopo la camera di cartuccia a circa 50 mm dietro il vivo di volata. Si tratta di un espediente ingegnoso che AUMENTA ancora di più la dissipazione termica: un esempio eccellente di questa tecnica si può trovare sul Robar SR - 90 (v. voce a se). Venendo al numero di rigature, lo standard attuale per le canne da competizione è di 6 rigature a passo costante. Per questo motivo è necessario diffidare di tutti quei sistemi d’arma che adottano canne da sole 4 rigature pubblicizzate come “...canne per fucili di precisione...”. Il semplice passaggio da 4 a 5 rigature da già delle notevoli differenze in termini di precisione, mentre il passaggio da 4 a 6 rigature determina una modifica impressionante nella precisione intrinseca alle brevi e medie distanze: con canne simili, rosate (di 3 colpi) da 10 - 15 mm a 100 m diventano assolutamente normali!! E' comunque vero che, come accade per tutte le cose, anche in questo caso ci possono essere delle eccezioni.


segue - l'azione



Passando all’azione (action), essa rappresenta l’organizzazione meccanica dell’arma e, com’è già stato detto in precedenza, può essere di tipo ordinario (bolt action) o semiautomatico (semi - auto). L’azione di tipo ordinario, o ad otturatore girevole - scorrevole che dir si voglia, rappresenta l’organizzazione meccanica più diffusa nel settore delle armi di precisione per i seguenti motivi:


- Maggiore semplicità costruttiva
- Maggiore facilità di manutenzione ordinaria e straordinaria
- Maggiore silenziosità di funzionamento
- Minore possibilità di rotture, inceppamenti o malfunzionamenti
- Minore peso in assetto operativo (= maggiore portabilità)


Il consiglio che si può dare in questa sede per quanto concerne il sistema d’arma da adottare, è che le FF.AA. scelgano un fucile a ripetizione ordinaria realizzato “...per assemblaggio...”, cioè costruito con i migliori “pezzi” presenti sul mercato mondiale. I migliori sistemi d’arma attualmente in circolazione sono realizzati con questa tecnica, e a tutti gli effetti si può dire che si tratta delle armi più precise, più robuste e più economiche specie se paragonate ai “...fucili di precisione...” della produzione di massa. La maggiore semplicità costruttiva di questa organizzazione meccanica e la conseguente scarsa possibilità di inceppamento rendono questi sistemi d’arma particolarmente adatti all’impiego da parte delle FF.AA. Si tenga conto del fatto che queste armi si trovano spesso a dovere funzionare in ambienti particolarmente disagevoli dove un’arma di tipo semiautomatico potrebbe trovare non poche difficoltà a funzionare correttamente. Un altro vantaggio importante delle armi a ripetizione ordinaria è costituito dalla loro silenziosità di funzionamento. Essendo operate manualmente dal tiratore, non ci sarà alcun rumore dovuto a molle “...che si aprono...”, otturatori che “sbattono” o altri tipi di rumori che possono rivelare al nemico la presenza di un tiratore scelto. Uno dei principali difetti delle armi semiautomatiche è proprio quello della loro eccessiva rumorosità, tant’è vero che sono pochissime, allo stato attuale, le armi di questo tipo che possono considerarsi del tutto “...silenziose...”. Va poi aggiunto che il funzionamento di tipo manuale consente di ottenere un altro vantaggio in termini di precisione intrinseca del sistema d’arma. Spesso si dice, piuttosto presuntuosamente, che “...le armi a ripetizione ordinaria sono sempre più precise di quelle semiautomatiche...” senza spiegarne la ragione. Il motivo NON deve essere ricercato nella singola appartenenza ad un genus piuttosto che ad un altro ma, piuttosto, ad una singola fase del funzionamento di questi sistemi d’arma che è la fase di cameratura. Nelle armi a ripetizione ordinaria, dal momento che il funzionamento è manuale, la fase di cameratura avviene in maniera molto morbida e SENZA compromettere la coassialità delle munizioni. Nelle armi semiautomatiche, viceversa, la fase di cameratura è, almeno di norma (poiché esistono delle eccezioni), abbastanza “violenta” e tale da alterare la concentricità dei proiettili: naturalmente la differenza tra una munizione concentrica ed una non concentrica è ENORME in termini di precisione!! Un ulteriore vantaggio delle armi a ripetizione ordinaria è quello del peso totale INFERIORE rispetto a quello delle armi semiautomatiche. A livello indicativo, il sistema d’arma “ideale” per le FF.AA. dovrebbe pesare circa 6,5 Kg “...in assetto operativo...”, cioè carico e dotato di ottica e se si pensa, ad esempio, che il PSG - 1 pesa attorno ai 9 Kg le conclusioni sono subito fatte. Naturalmente tutto questo non significa che le armi semiautomatiche siano inferiori o peggiori di quelle a ripetizione ordinaria poiché le prime hanno vantaggi che le seconde non hanno, ad esempio:


- La fase armonica nettamente ridotta
- Il rinculo ridotto
- La celerità di tiro nettamente superiore


Per quanto concerne il tipo di azione utilizzato per la costruzione dei sistemi d’arma di maggior pregio, normalmente le armi prodotte sul mercato americano vengono realizzate partendo dall’azione Remington modello 700 BDL (cioè quella c.d. corta) o, più raramente, sull’azione Winchester modello 70. Viceversa le armi costruite in Europa sono realizzate partendo dalle azioni prodotte rispettivamente dalla Mauser o dalla Sako, avendo cura di scegliere tra quelle un “...po’ datate...” poiché le azioni più recenti hanno perso molta della qualità di un tempo. Si tenga presente che un sistema d’arma realizzato per assemblaggio è molto più preciso, più affidabile e più resistente di qualsiasi altro prodotto in serie e, soprattutto, costa molto meno!! L’azione deve poi essere fissata il più rigidamente possibile alla calciatura tramite una particolarissima operazione denominata incassatura o accoppiamento (bedding). Questa operazione può essere fatta in due modi (solitamente considerati come) alternativi:


- Su fibra di vetro (fiberglass - bedding, altresì noto come glass-bedding) = in questo caso si rimuove una parte sottilissima del materiale componente la calciatura posta sotto l’azione e la si sostituisce con della fibra di vetro liquida, la quale asciugando forma un letto di materiale duro e compatto sul quale l’azione si fisserà rigidamente
- Su canotti di Alluminio (pillar bedding) = in questo caso si allargano i fori di passaggio delle viti di tenuta e si inseriscono dei canotti di Alluminio i quali permetteranno di  fissare l’azione in maniera estremamente rigida


La prima forma di incassatura è estremamente complessa e richiede l’intervento di un armaiolo estremamente esperto a causa del fatto che il letto in fibra di vetro deve essere uniforme e dotato di tolleranze centesimali (= cioè del centesimo di mm!!) per quanto concerne la rugosità superficiale. Una volta asciutta, la fibra di vetro deve risultare perfettamente liscia e priva di imperfezioni al tatto, mentre grumi, fessure od altre imperfezioni devono essere totalmente assenti. Si tenga presente che esistono molti ad affermare di “...essere in grado di effettuare un buon bedding...” ma la realtà è che solo pochi professionisti sono in grado di fare correttamente questa operazione!! Allo stato attuale, in Italia solo 2 o 3 persone al massimo sanno realizzare questa operazione correttamente, mentre la maggioranza degli armaioli sono dei semplici “...creatori di croste...”, nel senso che si limitano ad applicare lievi quantitativi di fibra di vetro liquida sulla calciatura ottenendo risultati abbastanza approssimativi!! I più impreparati asportano materiale e lo sostituiscono con la fibra di vetro SOLO sul fondo dell’azione (rear) e sotto il tassello di rinculo (recoil lug), mentre un vero professionista è in grado di realizzare un letto uniforme di questo materiale per tutta la lunghezza dell’azione. Chiaramente un operazione del genere è molto lunga e costosa, per cui le FF.AA. difficilmente possono indirizzarsi verso armi così elaborate. Si consideri poi che esistono in commercio molte armi che vengono pubblicizzate “...poiché dotate di glass bedding...”, mentre in realtà sono state semplicemente verniciate con della resina epossidica!! Ad ogni modo, è per ovviare ai costi ed alla complessità di questa procedura che si è andato diffondendo in questi ultimi anni la c.d. incassatura su canotti (pillar bedding). Questa procedura offre dei notevoli vantaggi sull’incassatura tradizionale poiché è molto più semplice e non richiede il grado di esperienza necessario per realizzare la canonica incassatura su fibra di vetro. Si tenga poi presente che attualmente esistono in commercio calciature di elevatissima qualità che semplificano ancora di più tutte le operazioni di incassatura. Calciature dotate di anima in Alluminio aeronautico come quelle prodotte dalla H - S Precision (v. voce a se) consentono di realizzare un’ottima incassatura semplicemente unendo l’azione alla calciatura medesima e stringendo opportunamente le viti con l’apposita chiave dinamometrica (torque wrench). A tal proposito si rammenta che le viti di tenuta dell’azione vanno serrate partendo PRIMA dalla vite anteriore e passando POI a quella posteriore. Se le viti fossero tre, quella intermedia (cioè quella solitamente posta davanti alla guardia del grilletto) deve subire un blando serraggio, comunque di valore non equivalente a quello delle due viti restanti. Il valore del serraggio varia, subordinatamente alla tipologia della calciatura, secondo uno schema che può così essere riassunto:


(Caso 1)

- Calciatura in legno, con o senza trattamento conservativo, senza operazioni di incassatura = 3,40 - 3,95 ± 0,05 Nm

(Caso 2)

- Calciatura in legno, con o senza trattamento conservativo, con operazioni di incassatura su fibra di vetro = 4,55 - 5,10 ± 0,05 Nm

(Caso 3)

- Calciatura in materiale sintetico, varie tipologie, con operazioni di incassatura su fibra di vetro = 6,25 - 6,80 ± 0,05 Nm

(Caso 4)

- Calciatura in materiale sintetico, varie tipologie, con operazioni di incassatura su canotti di alluminio o di acciaio = 6,80 - 7,35 ± 0,05 Nm

(Caso 5)

- Calciatura in materiale sintetico, varie tipologie, con anima in alluminio aeronautico = 7,35 - 7,50 ± 0,05 Nm (N.B. alcune calciature possono richiedere anche valori di 8 Nm)


Più ci si avvicina al corretto valore di serraggio, più la rosata si restringe. Se questo valore dovesse essere superato, i colpi inizieranno a disporsi verticalmente sul bersaglio. Qualora ciò si verifichi, è sufficiente allentare leggermente le viti (normalmente di circa 0,5 Nm) per ottenere il valore di serraggio corretto. L’operazione di serraggio delle viti di tenuta tramite chiave dinamometrica è ignorata da molti, mentre in realtà dovrebbe essere perfettamente chiaro che si tratta di un’operazione fondamentale per avere un’arma in perfetta efficienza. Il motivo risiede nel fatto che tramite questa operazione l’azione viene vincolata il più rigidamente possibile alla calciatura in modo da “...non muoversi tra un colpo e l’altro...” sotto l’azione del rinculo. Molti dei migliori fucili della produzione semiartigianale (mondiale) attualmente in circolazione sono realizzati sfruttando la tecnica dell’incassatura su canotti ed i risultati in termini di precisione sono eccellenti. La calciatura (stock) è “...il collante...” che unisce tutti i componenti del sistema d’arma e rende effettivamente possibile il suo utilizzo sul campo. La sua caratteristica principale deve essere quella di mantenere bloccato il più rigidamente possibile la canna e l’azione durante il trasporto ed il fuoco sul bersaglio, il che significa che non deve piegarsi, flettersi o stortarsi in nessun caso al variare di umidità, temperatura e pressione. Questo è il motivo per il quale è IMPERATIVO che la calciatura NON sia di legno e, qualora lo fosse, è necessario che venga sostituita con una realizzata in materiale sintetico. Il legno è sottoposto a continui mutamenti interni ed esterni di natura biologica, ed è altamente sensibile alle variazioni esterne di umidità, pressione e temperatura, dilatandosi, restringendosi o torcendosi su se stesso. Questa elevata sensibilità agli agenti atmosferici si traduce, in pratica, in una palese variazione del punto d’impatto ed in una perdita conseguente dell’azzeramento. È abbastanza intuitivo comprendere che le calciature in legno sono da scartare nella maniera più assoluta e che in sede di valutazione per l’acquisto di un qualsiasi sistema d’arma, il Ministero della Difesa e le FF.AA. devono scartare l’ipotesi di acquistare armi dotate di calciature realizzate in legno. Purtroppo in passato è stato commesso più volte l’errore di acquistare sistemi d’arma (a prezzo elevato) reclamizzati quali “...fucili di precisione per impieghi speciali...” inspiegabilmente dotati di calciature in legno, con il solo risultato (per le FF.AA.) di avere speso molti soldi e di avere a disposizione armi di mediocre precisione. Per questo motivo è necessario:


- O acquistare nuovi sistemi d’arma con calciature in materiale sintetico
- O “ricondizionare” adeguatamente i sistemi d’arma già ad inventario delle FF.AA. sostituendo la calciatura originale con una in materiale sintetico


Queste calciature, comunemente definite come “...realizzate in materiale composito...” vengono costruite in due modi:


- Con un guscio esterno in fibra di vetro ed un’anima in resina epossidica
- Con un anima di Alluminio aeronautico ricoperta da un impasto di Kevlar e Grafite


Particolare attenzione da parte delle autorità competenti (all’acquisto finale) deve essere posta sul fatto che esistono in commercio molte calciature in materiale sintetico, ma solo pochissime sono realizzate in materiale idoneo all’impiego da parte delle FF.AA. e possono, di conseguenza, garantire la precisione richiesta. Il 90% circa della calciature in materiale sintetico attualmente in circolazione è costituito da due semplici gusci di policarbonato saldati tra loro, e ad un esame visivo ciò appare abbastanza evidente perché:


- È possibile localizzare facilmente il punto di  saldatura dei due gusci
- Se colpite leggermente sulla superficie esterna, queste calciature “suonano a vuoto”


Allo stato attuale le calciature MIGLIORI sono quelle prodotte dalla McMillan e dalla H - S Precision. La prima è una ditta per certi versi “storica”, che da anni produce calciature in materiale sintetico per le FF.AA. americane e che da molti anni a questa parte è titolare dell’appalto per la fornitura di calciature per i Fucilieri e per gli Incursori di Marina statunitensi. Due fucili realizzati con le calciature prodotte dalla McMillan sono rappresentati dai modelli M-40 ed M-86. Il primo, camerato per il calibro 7,62x51 mm NATO, è da oltre trent’anni il fucile dei tiratori scelti dei Fucilieri di Marina americani ed è anche utilizzato dai reparti speciali delle Forze dell’Ordine americane (principalmente DEA ed FBI). Il secondo è utilizzato dagli Incursori di Marina americani ed è disponibile nei calibri 7,62x51 mm NATO e .300 Winchester Magnum. Per quanto riguarda le calciature prodotte dalla H - S Precision, esse sono diventate famose per essere utilizzate dalla Remington nella costruzione del modello M - 24 SWS, poi adottato dall’Esercito americano come fucile di precisione per i loro tiratori scelti (v. voce a se). Le calciature prodotte da queste due ditte si equivalgono, tuttavia esiste una importante differenza tra quelle prodotte dalla H - S Precision e quelle realizzate dalla McMillan, infatti le prime sono dotate di un’anima di Alluminio aeronautico che facilita enormemente tutte le operazioni di incassatura dell’azione, il che si traduce in un notevole risparmio di tempo e di denaro. In sintesi, è quindi fondamentale che la scelta delle FF.AA. sia limitata alle sole calciature prodotte da queste due ditte a causa della loro comprovata affidabilità. Le uniche calciature che possono competere con quelle delle ditte testè citate sono quelle, realizzate in fibra di vetro ed alluminio, commercializzate dalla Accuracy International, il cui presidente e fondatore è Malcolm Cooper, un pluridecorato campione internazionale di tiro nella specialità con arma libera. Va infine rammentato che, in tempi abbastanza recenti, alcune ditte europee (Mauser e Blaser tra le altre) hanno iniziato la commercializzazione di calciature in leghe aerospaziali.


segue - il pacchetto di scatto



Per quanto riguarda lo scatto, è NECESSARIO che il sistema d’arma sia dotato di un pacchetto di scatto appositamente realizzato per il tiro di precisione, il che significa:


- Che il peso di sgancio NON deve essere elevato come quello di un fucile d’assalto o NON  sarà possibile ottenere risultati apprezzabili in termini di precisione
- Che il peso di sgancio NON deve essere troppo ridotto al fine di evitare partenze accidentali  dei colpi


Solitamente, la maggioranza dei sistemi d’arma attualmente in circolazione è dotata di pacchetti di scatto regolabili da circa 900 a 2000 grammi e, quasi sempre, il peso dello scatto tipico si aggira sui 1500 grammi. Si può a ragion veduta considerare il peso di 1500 grammi come il migliore compromesso tra le esigenze di sicurezza e di precisione, per cui è consigliabile che le FF.AA. si indirizzino su pacchetti di scatto tarati, o comunque regolabili, su questo livello di durezza. Per migliorare il più possibile la vita operativa del pacchetto di scatto è necessario che gli armieri di Reparto:


- Puliscano l’interno utilizzando la c.d. “benzina bianca” (cioè il comune combustibile per accendini) o altri idrocarburi estremamente volatili, evitando in tutti i modi di utilizzare lubrificanti di densità medio - alta i quali attirerebbero solo impurità e sporcizia con il rischio di provocare malfunzionamenti
- Evitino di modificare in qualsiasi modo l’interno dello scatto alterando le dimensioni dei piani di lavoro, la lunghezza delle molle o qualsiasi altra cosa possa ridurre sotto il  limite di sicurezza il valore del peso di sgancio
- Verifichino a scadenze regolari l’esatta entità del peso di scatto, con particolare riferimento alla fase antecedente e susseguente all’utilizzo operativo da parte del personale specializzato


segue - l'ottica di puntamento


Concludendo con l’ottica di puntamento, in questa sede ci si limiterà a dire che è IMPERATIVO che il sistema d’arma scelto dalle FF.AA. sia dotato di un’ottica di puntamento (sniper-telescope, più spesso abbreviato in sniper-scope) che metta il tiratore in grado di sfruttare tutta la precisione intrinseca di cui esso è dotato. La produzione europea è nettamente superiore a quella americana o asiatica, anche se presenta il difetto di avere:


- Costi elevati = la qualità superiore delle ottiche di puntamento europee come quelle realizzate da Zeiss, Swarovski, Kahles o Schmidt und Bender è ampiamente riflessa  dal loro prezzo di listino
- Reticoli poco adatti al tiro di precisione = la quasi totalità delle ottiche di puntamento europee utilizza reticoli specifici per la caccia o, più raramente, per il tiro sui bersagli cartacei (come tali inadatti alle esigenze delle FF.AA.), mentre quelli specifici per il tiro di interdizione possono essere montati solo su ordine specifico del cliente il che comporta, naturalmente, un aggravio monetario ulteriore
- Struttura esterna poco adatta all’utilizzo da parte delle FF.AA. = la quasi totalità delle ottiche di puntamento europee, salvo rarissime eccezioni, ha torrette difficilmente regolabili e troppo delicate per l’uso da parte delle FF.AA.


Il più grosso difetto delle ottiche europee è forse rappresentato dall’estrema difficoltà con cui possono essere effettuate le regolazioni “...sul campo...” da parte del tiratore scelto. Salvo poche eccezioni, le ottiche di produzione europea hanno torrette protette da un minuscolo coperchio che possono essere regolate, a seconda dei modelli, con una moneta, con un cacciavite o, nei modelli più recenti, direttamente a mano dal tiratore. Inutile dire che il solo fatto di realizzare “...dal vivo...” una simile regolazione, se già è complesso e rischioso per le Forze dell’Ordine, è addirittura impensabile da parte di un tiratore scelto delle FF.AA.!! Tranne rarissime eccezioni rappresentate da alcuni modelli prodotti dalla Schmidt und Bender o dalla Hensoldt, tutti gli altri cannocchiali da puntamento europei sono carenti sotto questo punto di vista. Un’altra limitazione delle ottiche di puntamento europee è rappresentata dal reticolo adottato dai vari fabbricanti. Nella quasi totalità dei modelli, i reticoli utilizzati sono adatti SOLO ed esclusivamente o per l’attività venatoria o per il tiro di recisione ai bersagli cartacei, ma NON per il tiro di interdizione. Purtroppo accade spesso che vengano acquistati cannocchiali di puntamento con reticoli totalmente inadatti, il che comporta spreco di denaro pubblico, difficoltà addestrative  e limitazioni operative veramente notevoli. Il reticolo più adatto per il tiro di interdizione è il c.d. “reticolo Duplex” o, più semplicemente, “Duplex”: si tratta di particolare reticolo, specifico per il tiro di interdizione, brevettato dalla Leupold & Stevens molti anni fa (v. voce a se). Un parametro importante che deve essere attentamente valutato in sede di acquisto è il disegno stesso del reticolo, il quale deve essere dotato di capacità telemetriche per facilitare il lavoro del tiratore. A causa della complessità della sua missione, il tiratore DEVE avere la possibilità di effettuare:


- Compensazioni in deriva ed in alzo
- Valutazioni degli anticipi
- Valutazioni empiriche delle distanze


Per effettuare valutazioni simili è necessario utilizzare un reticolo per ciò appositamente realizzato, dal momento che reticoli da caccia o da tiro a segno sono completamente inefficienti sotto questo punto di vista. Un reticolo poco noto ma molto efficiente sotto questo profilo è il reticolo # 103 prodotto dalla Kahles.  Attualmente è disponibile in due variazioni, la prima (# 103) utilizzata dal modello da 6x42 mm, la seconda (# 104) adottata dal modello da 10x40 mm e le loro caratteristiche sono le seguenti:


- Reticolo 103 su ottica 6x42 mm = è composto da un filamento orizzontale di tipo “Duplex” e da un filamento verticale per metà sottile e per metà spesso ed è dotato di una linea a  stadie tarata fino a 800 m (v. voce a se)
- Reticolo 104 su ottica 10x42 mm = è composto da un filamento orizzontale di tipo “Duplex” e da un filamento verticale per metà sottile e per metà spesso ed è dotato di una linea a stadie tarata fino a 1000 m (v. voce a se)


Altamente efficienti, specie per compensare l’effetto del vento o per calcolare gli anticipi, sono i c.d. reticoli millesimali di tipo puntiforme (mil - dot reticle) o, più semplicemente, reticoli millesimali. Il reticolo millesimale è un altro brevetto della Leupold & Stevens che venne realizzato sul finire degli anni ‘70 per soddisfare le esigenze dei tiratori scelti del Corpo dei Fucilieri di Marina americani. Questo reticolo è attualmente utilizzato dalla Leupold & Stevens nei cannocchiali della serie Mk - IV ed è adottato da numerose FF.AA. (v. voce a se). Un ultimo dettaglio di estrema importanza è costituito dalle protezioni, da momento che è assolutamente necessario proteggere l’ottica durante il suo utilizzo con specifici coprilenti in materiale plastico antiurto. Sotto questo profilo le ottiche europee sono deficitarie perché o sono sprovviste di coprilenti o sono disponibili come optional dei coprilenti in gomma che sono quanto di più inadatto ci sia per proteggere le lenti durante le operazioni militari. La gomma si deforma, si secca, si taglia e, in poche parole, non è adatta ad essere utilizzata per realizzare dei coprilenti ad uso delle FF.AA.. Esistono comunque ditte specializzate che realizzano coprilenti  in policarbonato, estremamente resistenti, per la quasi totalità delle ottiche di puntamento attualmente in commercio.


segue - Remington M-24 SWS versione A1


Si tratta del sistema d’arma che ha vinto la gara d’appalto indetta dall’Esercito americano per l’adozione del nuovo fucile di precisione per tiratori scelti. La versione di base è camerata per il calibro 7,62x51 mm NATO, mentre la versione “speciale” per il tiro a lunga distanza è camerata per il calibro .300 Winchester Magnum. È stato realizzato dalla Remington con i migliori componenti esistenti sul mercato fra i quali vanno ricordati:


- Una calciatura in Kevlar e Grafite con anima in Alluminio aeronautico prodotta dalla H - S  Precision
- Un’azione Remington modello 700 BDL
- Un cannocchiale di puntamento Leupold modello Mk - IV M3 da 10x40 mm con torrette  ribassate, reticolo millesimale e coprilenti integrale in policarbonato
- Una canna pesante da competizione


Il sistema d’arma è stato progettato, nella versione base, per dare il meglio di se con la munizione NATO tipo M - 118, anche se i risultati con munizionamenti di tipo diverso sono comunque di tutto rispetto. Un po’ discutibile appare la scelta di adottare una canna a 5 rigature in luogo delle canoniche 6 rigature tipiche delle canne da competizione attuali. Il passo e la struttura della rigatura, derivata pare dal modello sovietico R-5, è stato scelto dai tecnici della Remington “...per evitare un’eccessiva deformazione al proiettile durante l’attraversamento della canna...”. Discussioni tecnico - teoriche a parte, si tratta certamente di un sistema d’arma che può interessare le FF.AA. stante l’eccellente rapporto qualità - prezzo. Il costo di un singolo pezzo è di circa 2500 dollari americani, il che è molto poco se si pensa ai numerosi sistemi d’arma acquistati in passato dalle nostre FF.AA., per decine di milioni, ma di qualità nettamente inferiore. Come ultima nota va segnalato che, in caso di acquisto, è preferibile rivolgersi direttamente alla Remington piuttosto di passare per il tramite degli importatori italiani, dal momento che i rari esemplari arrivati in Italia sono stati venduti alla spropositata cifra di oltre 12.000.000 di lire!!



                                                                                    SCHEDA TECNICA



FABBRICANTE = Remington Arms Company, 620 Green Valley Road, Suite 304 Greensboro, NC 27408 - 7725 USA
MODELLO = 24 - A1 SWS (Sniper Weapon System)
TIPO = fucile di precisione a ripetizione ordinaria
CALIBRO = 7,62 x 51 mm (.308 Winchester)
MECCANICA = azione Remington 700 specificamente modificata
CANNA = con 5 rigature derivata dal sistema sovietico tipo R5 da 610mm (24”) con passo di 1 giro in 11,25”
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite serbatoio verticale da 4 colpi
SCATTO = in due tempi; l’arma monta un pacchetto di scatto tipo M40X a tre leve, completamente modificato dal Remington Custom Shop
ESTRATTORE = tipo Remington, a gancio, solidale alla testa dell’otturatore
ESPULSORE = tipo Remington, a pistoncino, solidale alla testa dell’otturatore
MIRE = l’arma monta di serie un cannocchiale di puntamento Leupold Mk4 M3 da 10 ingrandimenti; possibilità di applicare le mire metalliche in caso di emergenza
SICURA = tipo Remington classico, a 2 posizioni posta dietro la coda dell’otturatore
IMPUGNATURA = a pistola
PESO = circa 6,5 Kg (arma scarica con ottica)
MATERIALE = calcio H - S Precision in Kevlar e Grafite con anima in Alluminio aeronautico già predisposta per le operazioni di pillar bedding; canna custom specificamente realizzata con rigatura tipo R5; azione Remington in acciaio legato
LUNGHEZZA = 109 cm circa
FINITURA = calcio in composito completamente nero; parti metalliche brunite in nero antiriflesso
NOTE = l’arma rappresenta la conversione del nuovo sistema d’arma dei tiratori scelti delle FF.AA. statunitensi per il XXI secolo e si caratterizza per soddisfare le specifiche governative in termini di precisione garantendo rosate di diametro inferiore a 48 mm a 300 m utilizzando le cartucce M118 “Special Ball” prodotte dall’Arsenale di Lake City; il calcio è dotato di serie di 3 punti d’aggancio per la cinghia di trasporto ed ha un calciolo completamente regolabile in lunghezza; la canna da competizione, di tipo pesante, si contraddistingue per adottare un curioso sistema a 5 rigature (diversamente dalle 6 tradizionali utilizzate nelle canne custom) di derivazione sovietica che pare in grado di dare migliori risultati in termini di precisione intrinseca almeno con certi tipi di munizioni


segue - McMillan M-40


Il McMillan M - 40 è il sistema d’arma utilizzato dai tiratori scelti dei Fucilieri di Marina americani da molti decenni a questa parte. Si tratta di un’arma semiartigianale costruita attorno ad un azione Remington modello 700 BDL cui sono stati uniti una canna da competizione (solitamente una Hart), un calcio McMillan in fibra di vetro e resina epossidica ed un cannocchiale di puntamento Unertl da 10x40 mm. Si tratta, in altre parole, del capostipite di una linea di fucili semiartigianali “dedicati” in maniera esclusiva al tiro di interdizione che ha raccolto un enorme numero di consensi negli USA e nel resto del mondo. L’arma è costruita per dare il meglio di se con la cartuccia M-118 o, in alternativa, con la recente Federal “GM” con palla da 175 grs. tipo HPBT. L’uso di munizioni diverse da quelle consigliate dalla casa costruttrice implica un decadimento delle prestazioni balistiche proporzionale al livello qualitativo della munizione utilizzata. Attualmente, oltre a costituire il sistema d’arma in uso presso i Fucilieri di Marina statunitensi, il McMillan M - 40 rappresenta la scelta di numerosi Reparti militari e Corpi di Polizia non solo negli USA ma anche in molti altri Paesi del mondo. In estrema sintesi si tratta di un sistema eccellente che potrebbe interessare le nostre FF.AA. non solo per le ottime qualità strutturali, ma anche per il prezzo estremamente competitivo (circa 1700 dollari americani). Al pari di tutti gli altri sistemi d’arma di questo livello, esso necessita di una manutenzione costante e del cambio della canna ogni 5000 colpi circa.



                                                                                            SCHEDA TECNICA



FABBRICANTE = Mc Millan Gunworks, Inc., 302 West Melinda Lane, Phoenix  AZ 85027 USA
MODELLO = 40
TIPO = fucile di precisione a ripetizione ordinaria
CALIBRO = 7,62x51 mm (.308 Winchester)
MECCANICA = azione Remington 700 specificamente modificata
CANNA = Hart da competizione di tipo pesante (senza scanalature di raffreddamento) lunga 610 mm (24”) con camera di cartuccia e vivo di volata rifiniti a mano e 6 rigature destrorse con passo di 1 giro in 11” (1 giro in 12” nei modelli più vecchi basati su canne originali Mc-Millan/Wiseman)
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite serbatoio verticale da 4 cartucce
SCATTO = in due tempi, completamente regolabile da 1100 a 1800 grammi
ESTRATTTORE = tipo Remington, a gancio, solidale alla testa dell’otturatore
ESPULSORE = tipo Remington, a pistoncino, solidale alla testa dell’otturatore
MIRE = mire metalliche assenti; arma già predisposta per il montaggio dell’ottica
SICURA = tipo Remington classico, a 2 posizioni posta dietro la coda dell’otturatore
IMPUGNATURA = a pistola
PESO = circa 6 Kg
MATERIALE = canna custom da competizione in acciaio aeronautico; calciatura in fibra di vetro con anima in resina epossidica, già dotata di pillar bedding; azione in acciaio legato di alta qualità
LUNGHEZZA =  circa 110 cm
FINITURA = calcio in fibra di vetro di varie colorazioni completamente insensibile agli agenti atmosferici; parti metalliche con trattamento anticorrosione in grado di soddisfare le specifiche militari # 810 imposte dal Ministero della Difesa americano (MIL - STD - 810  Environmental Test Methods)
NOTE = l’arma fa attualmente parte dell’inventario degli Fucilieri di Marina statunitensi; la calciatura in fibra di vetro con anima in resina epossidica è disponibile in varie colorazioni (nero, grigio, marrone, verde oliva) ed è già dotata di maglie a sgancio rapido per la cinghia di trasporto; normalmente l’arma è venduta completa di bipiede Harris di tipo pieghevole e con puntali in gomma


segue - McMillan M-86 SR


Il McMillan M - 86 SR rappresenta il derivato di maggior successo del modello M- 40 per quanto concerne i sistemi d’arma destinati al tiro di interdizione destinati al tiro su distanze medio - brevi. Attualmente è disponibile in due versioni, quella di base, camerata per il calibro 7,62x51 mm NATO, e quella per il tiro a lunga distanza camerata per il calibro .300 Winchester Magnum. Entrambe i modelli sono stati adottati da numerosi Enti fra Reparti militari e Corpi di Polizia e, tra l’altro, fanno parte dell’inventario degli Incursori di Marina americani. Similmente al suo predecessore si tratta di un’arma robusta, precisa ed incredibilmente ben fatta e merita senza dubbio grande attenzione da parte delle nostre FF.AA. Il prezzo estremamente competitivo di circa 1800 dollari e l’elevata qualità lo fanno sicuramente preferire a molti sistemi d’arma più costosi ma molto meno precisi.



                                                                                            SCHEDA TECNICA



FABBRICANTE =  Mc Millan Gunworks, Inc., 302 West Melinda Lane, Phoenix  AZ 85027 USA
MODELLO = 86 SR (Sniper Rifle)
TIPO = fucile di precisione a ripetizione ordinaria
CALIBRO = 7,62x51 mm  (.308 Winchester)
MECCANICA =  azione Mc Millan originale tipo “Signature
CANNA = Hart da competizione di tipo pesante (senza scanalature di raffreddamento) lunga 610 mm (24”) con camera di cartuccia e vivo di volata rifiniti a mano e 6 rigature destrorse con passo di 1 giro in 11” (canna originale Mc-Millan con rigatura poligonale e passo da 1 giro in 12” per i modelli più vecchi)
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite serbatoio verticale da 4 cartucce
SCATTO = in due tempi, completamente regolabile da 1100 a 1800 grammi
ESTRATTORE = a gancio, solidale alla testa dell’otturatore
ESPULSORE = a lamina, di derivazione Mauser
MIRE = mire metalliche assenti; l’arma monta di serie un cannocchiale di puntamento Leupold serie Mk IV- M1 fisso (10x o 16x) o variabile a scelta del cliente (Vari X III 3,5 - 10x40)
SICURA = a due posizioni posta dietro la coda dell’otturatore
IMPUGNATURA = a pistola
PESO = circa 6 Kg, scarico e completo di ottica
MATERIALE = canna custom da competizione in acciaio aeronautico; calciatura in fibra di vetro con anima in resina epossidica, già dotata di pillar bedding; azione in acciaio legato di alta qualità
LUNGHEZZA = circa 110 cm
FINITURA = calcio in fibra di vetro di varie colorazioni completamente insensibile agli agenti atmosferici; parti metalliche con trattamento anticorrosione in grado di soddisfare le specifiche militari # 810 imposte dal Ministero della Difesa americano (MIL - STD - 810  Environmental Test Methods)
NOTE = l’arma fa attualmente parte dell’inventario degli Incursori di Marina statunitensi, sia nel calibro .308 Winchester, sia nel calibro .300 Winchester Magnum, insieme ai Mc Millan modelli  87, 88 e 89; la calciatura in fibra di vetro con anima in resina epossidica è disponibile in varie colorazioni (nero, grigio, marrone, verde oliva) ed è già dotata di maglie a sgancio rapido per la cinghia di trasporto; normalmente l’arma è venduta completa di bipiede Harris di tipo pieghevole e con puntali in gomma


segue - Robar SR-90


Questo sistema d’arma rappresenta uno dei modelli più prestigiosi della produzione semiartigianale statunitense. Attualmente i suoi prodotti più famosi sono i modelli SR-60 ed SR-90. Il primo (Sniper Rifle 60) è un sistema d’arma estremamente robusto, affidabile, facile da utilizzare per chiunque ed in grado di garantire rosate da 10 - 12 mm a 100 m. Essenzialmente è strutturato su di un calcio in fibra di vetro con anima di resina epossidica (lo stesso utilizzato dai Marines americani per oltre 25 anni nei loro fucili M40 - A1) dotato di sistema d’accoppiamento su canotti d’alluminio (pillar bedding) e su una canna da competizione prodotta dalla Schneider, mentre tutte le parti metalliche sono protette con uno strato di Solfuro di Cromo in grado di soddisfare le specifiche del Ministero della Difesa americano (MIL - C- 13924 B) per la resistenza alla corrosione da agenti atmosferici. Il secondo (Sniper Rifle 90) è il modello di punta attualmente prodotto dalla ROBAR ed è il risultato della collaborazione pluriennale di Robbie Barrkman con i Corpi di Polizia americani e stranieri. Si caratterizza per un calcio totalmente regolabile in Kevlar e Grafite con anima in alluminio aeronautico già predisposto per il pillar bedding, una canna da competizione di tipo pesante prodotta dalla Schneider con scanalature di raffreddamento e vivo di volata rifinito a mano, bipiede regolabile, sistema di puntamento Leupold serie “Ultra” e trattamento delle parti metalliche (esterne) in Solfuro di Cromo.


                                                                                        SCHEDA TECNICA



FABBRICANTE = ROBAR, 21438  N. 7th Avenue, Suite B, Phoenix, AZ 85027 USA, tel. 001/602/581 - 2648, fax 001/602/582 - 0059
MODELLO = Sniper Rifle 90 (SR - 90)
TIPO = fucile di precisione a ripetizione ordinaria
CALIBRO = 7,62 x 51 mm (.308 Winchester)
MECCANICA = azione Remington 700 BDL altamente modificata
CANNA = Schneider da competizione di tipo pesante con scanalature di raffreddamento, lunga 610 mm (24”) con camera e volata rifinite a mano e dotata di 6 rigature destrorse e passo di rigatura da 1 giro in 11”
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite serbatoio verticale da 4 colpi
SCATTO = Remington accuratizzato a mano del peso di circa 1100 grammi
ESTRATTORE  = a gancio, solidale alla testa dell’otturatore
ESPULSORE = a pistoncino, solidale alla testa dell’otturatore
MIRE = mire metalliche assenti; l’arma monta di serie un cannocchiale di puntamento Leupold Mk-IV M1 da 10 ingrandimenti
SICURA = a due posizioni posta dietro la coda dell’otturatore
IMPUGNATURA = a pistola, ma di tipo fortemente squadrato rispetto agli modelli prodotti dalla ROBAR
PESO = circa 5,5 Kg scarico e senza ottica
MATERIALE = canna custom da competizione (match grade heavy barrel) di tipo pesante dotata di scanalature di raffreddamento (fluted type) in acciaio aeronautico; calcio in Kevlar / Grafite con anima in Alluminio aeronautico 6061 - T6 già predisposta per semplificare al massimo tutte le operazioni di accoppiamento su canotti metallici (pillar bedding)
LUNGHEZZA = circa 110 cm
FINITURA = calcio in composito di colore nero; parti metalliche esposte ricoperte di Solfuro di Cromo; parti metalliche interne ricoperte di NP3 o, in alternativa, di Polymax
NOTE = calciatura in composito di tipo ambidestro, con calcio regolabile ed astina rastremata del tutto particolare costruita esclusivamente dalla McMillan per la ROBAR; l’arma garantisce rosate di circa 8mm a 100m con munizioni di alta qualità (ricaricate o commerciali); si tratta del modello di punta attualmente prodotto dalla ROBAR ed è stato fornito ai principali Corpi di Polizia statunitensi; su richiesta, l’arma è fornita completa di custodia per il trasporto, kit di pulizia, cinghia, bipiede Harris di tipo pieghevole, etc.


segue - Parker-Hale M-85


Il Parker - Hale M-85 è il diretto successore del Parker - Hale M-82 che per molti anni è stato al fianco delle FF.AA. britanniche e di molti altri Paesi del Commowealth (Australia, Nuova Zelanda, Canada, etc.) e non. Si tratta di un fucile di precisione basato sulla classica ed estremamente affidabile azione Mauser unita ad una canna pesante e ad un calcio in materiale sintetico. La canna è interamente flottante e garantisce la massima precisione per circa 5000 colpi, dopo i quali deve essere necessariamente sostituita pena il marcato decadimento dei risultati di tiro. Pur essendo dotata di mire metalliche, l’arma è predisposta per accogliere una vasta pluralità di sistemi di puntamento diurni e notturni, molti dei quali omologati anche in sede NATO. Con le sole mire metalliche è possibile ottenere una rosata media di 30x60 mm a 300 m utilizzando le Federal serie “Gold Medal” con palla da 168  grs. HPBT. Utilizzando ottiche di puntamento da 6 o 10 ingrandimenti l’arma garantisce un centro perfetto al primo colpo a 600 m di distanza, mentre studi statistici hanno rivelato che esiste circa l’85% delle possibilità di colpire al primo colpo un bersaglio posto a ben 900 m di distanza!! Come molte armi progettate nello stesso periodo di quella in commento, anche l’M-85 è stato costruito attorno ad una cartuccia con palla blindata da 150 grs., vale a dire in riferimento alla cartuccia NATO tipo M-80 ed ai suoi equivalenti (vedi voce a se). Non essendo la cartuccia M-80 una munizione eminentemente destinata al tiro di interdizione, chi la volesse utilizzare per il predetto scopo deve necessariamente indirizzarsi verso la ricarica specialistica o partendo direttamente dalle “vecchie” M-80 (smontandole, livellando la polvere, reinserendo coassialmente la palla e rimontandole), oppure lavorando su componenti “sciolti” reperiti ex-novo. Va però detto che con una canna così lunga, almeno in via teorica l'arma dovrebbe poter stabilizzare palle fino a non oltre 190grs. di peso, per cui chi ricarica dovrebbe avere ampia libertà operativa. La calciatura, prodotta in esclusiva dalla Mc-Millan ma denominata GRP, è realizzata in materiale sintetico e presenta una notevole resistenza agli agenti atmosferici ed al trattamento rude del campo di battaglia. È estremamente interessante notare come la sola applicazione di una calciatura di qualità elevata sia, di per se, in grado di determinare un contenimento sensibile del diametro medio delle rosate ottenibili. Il prezzo estremamente concorrenziale e la notevole facilità di gestione e di manutenzione ne fanno un’arma estremamente interessante  e della quale il Ministero della Difesa farebbe bene ad interessarsi: un grosso risparmio sul bilancio e molti anni di servizio senza problemi sono garantiti!! Come ultima nota, la casa costruttrice ricorda che il passo di rigatura di 1 giro in 12” lunga 650mm stabilizza palle fino ad un massimo di 190grs. di peso, per cui le munizioni standard NATO tipo M-118 risultano ottimali per questo tipo di arma. Si consiglia, ove possibile, l’utilizzo delle Lapua D-46 con palla da 170 grs. in mancanza della cartuccia NATO tipo M-118.



                                                                                               SCHEDA TECNICA




FABBRICANTE =  Parker Hale limited, Golden Hillock Road, Birmingham B11 - 2PZ Regno Unito
MODELLO = M-85 Sniper Rifle
TIPO = fucile di precisione per impieghi speciali
CALIBRO = 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA = sistema a ripetizione ordinaria di derivazione Mauser
CANNA = da 650 mm con 4 rigature destrorse a passo costante di 1 giro in 12”
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite caricatore prismatico amovibile da 10 colpi
SCATTO = in due tempi, regolabile da 900 a 2200 grammi (con pretaratura di fabbrica a 1500 grammi)
ESTRATTORE = a unghia di derivazione Mauser
ESPULSORE = fisso a lamina, di derivazione Mauser
MIRE = mirino a lama protetto da alette e diottra regolabile fino a 900 m con possibilità di applicare ottiche di puntamento diurno di vario tipo
SICURA = a due posizioni posta dietro la coda dell’otturatore
IMPUGNATURA = a pistola
PESO = 5,7 Kg
MATERIALE = acciaio trilegato per le parti metalliche, materiale sintetico in vari colori per la calciatura
LUNGHEZZA = 1210 mm
FINITURA = parti metalliche  nere opache antiriflettenti, calciatura disponibile in vari colori e mimetizzazioni
NOTE = la presenza di specifici intagli a coda di rondine sul castello consentono l’applicazione di una vasta pluralità di sistemi di puntamento diurni e notturni contemplati da diversi STANAG NATO; la canna, ricavata per rotomartellatura, presenta un passo di 1 giro in 12” ed ha una vita operativa media di circa 5000 colpi; la calciatura è disponibile in diverse colorazioni quali NATO Green, Jungle Camo (toni di verde con striature marroni), Desert Camo (varie tonalità di marrone), Arctic Camo (bianco e grigio chiaro) e Urban Camo (varie tonalità di grigio) ed è regolabile in lunghezza tramite appositi spessori


segue - Accuracy International modello PM “SRS”


Il modello PM “SRS” della Accuracy International è stato progettato e realizzato su esplicita richiesta del Ministero della Difesa britannico per sostituire il desueto Lee-Enfield L42 quale fucile di precisione per tiratori scelti. Adottato del Ministero della Difesa con la sigla L96 / A1, questo fucile è l’attuale sistema d’arma utilizzato dai tiratori scelti dell’Esercito e dei Fucilieri di Marina britannici, i quali possono contare su uno strumento in grado di garantire il 100% di possibilità di colpire un bersaglio a 600 m in qualsiasi condizione climatica ed operativa. La canna, in acciaio inossidabile, è realizzata per rotomartellatura ed è cromata internamente, inoltre è totalmente libera di oscillare lungo l’astina. La calciatura è in Alluminio e fibra di vetro, ed è dotata di un bipiede integrale cui può aggiungersi eventualmente un terzo appoggio ribaltabile posto vicino al calciolo. Le mire metalliche sono tarate fino a 700 m, tuttavia l’arma è fornita di serie con un cannocchiale di puntamento Hensoldt da 10x40 mm con reticolo illuminabile tipo “Betalight” e lenti trattate al Fluoruro di Magnesio, che consentono una trasmissione della  luce del 92% circa. Sono poi disponibili a richiesta ottiche prodotte dalla tedesca Schmidt und Bender, due di tipo fisso (6x42 mm e 10x40 mm) ed una di tipo variabile (2,5 - 10x56 mm). Il modello PM “SRS” presenta alcune varianti di rilievo fra cui si segnalano i modelli:


- “Covert PM” = è la versione silenziata del modello base camerata in calibro 7,62x51 mm  NATO e destinata al SOLO tiro di precisione fino ad un massimo di 300 m con   munizioni subsoniche
- “Super Magnum PM” = è il “fratello maggiore” del modello base ed è camerato nei calibri 7 mm Remington Magnum, .300 Winchester Magnum e .338 Lapua Magnum
- “AW - PM” =  è il modello che ha vinto la gara d’appalto bandita dal Ministero della Difesa  svedese (N.B. = “AW” sta per Arctic Warfare) per la fornitura di un nuovo fucile di  precisione per le proprie FF.AA. (più noto con la sigla PSG-90) e si caratterizza per il  particolare meccanismo anticongelamento di cui è dotato
- “AWP” = è l’ultimo nato della famiglia ed è basato su di una meccanica super collaudata, una calciatura ergonomica ed una canna a sei rigature in grado di mantenere costanti  nel tempo le prestazioni balistiche


Si tratta anche in questo caso di un ottimo sistema d’arma ad un prezzo molto elevato ma, al contempo, estremamente concorrenziale se paragonato a quello di  altri sistemi (più costosi ma meno efficienti!!) che hanno già interessato, seppur marginalmente, il nostro Ministero della Difesa. Allo stato attuale, infatti, alcuni reparti delle nostre truppe Alpine sono equipaggiate, anche se parzialmente, con il modello “Super Magnum PM” in calibro .338 Lapua Magnum. Si è trattato di un’ottima scelta che meriterebbe di essere maggiormente estesa anche ad altri reparti, con particolare riferimento a quelli più frequentemente impegnati nella operazioni internazionali di pacekeeping: non è più il tempo di utilizzare i vetusti Garand M1 - D per il tiro di interdizione!!



                                                                                          SCHEDA TECNICA



FABBRICANTE
= Accuracy International, P.O. Box 81, Portsmouth, Hampshire, PO3 5SJ, Regno Unito
MODELLO = L96 / A1 - PM “SRS” (Sniper Rifle System)
TIPO = fucile di precisione per impieghi speciali
CALIBRO = 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA = ripetizione ordinaria di derivazione Mauser
CANNA = ricavata per rotomartellatura, lunga da 655 mm con 6 rigature destrorse a passo costante di 1 giro in 12”
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite caricatore prismatico amovibile da 6 colpi
SCATTO = in due tempi
ESTRATTORE = a gancio, posto sulla testa dell’otturatore
ESPLUSORE = a pistoncino, posto sulla testa dell’otturatore
MIRE = mirino a lama protetto da alette e diottra regolabile fino a 700 m con possibilità di applicare dispositivi di mira ottici di vario tipo
SICURA = a due posizioni posta dietro la coda dell’otturatore
IMPUGNATURA = a pistola con ampio foro di passaggio per il pollice
PESO = 6,5 Kg completo di ottica
MATERIALE = Alluminio e fibra di vetro per la calciatura, acciaio legato per l’azione e la canna
LUNGHEZZA = 1124 mm
FINITURA = disponibili a richiesta vari tipi di finiture (nero opaco antiriflesso, mimetico standard, mimetico artico, mimetico urbano, etc.)
NOTE = arma con sistema di puntamento ottico standard costituito da un Hensoldt da 10x40 mm; disponibili a richiesta cannocchiali Schmidt und Bender 6x42 mm e 10x40 mm, oppure Hensoldt 6x42mm con reticolo illuminabile tipo “Betalight”; la canna, ricavata per rotomartellatura, è garantita per una vita operativa media di circa 10000 colpi;


segue - lo strano caso dell’Heckler & Koch modello PSG-1


Un sistema d’arma che ha interessato alcuni Reparti altamente specializzati delle nostre Forze dell’Ordine è stato l’Heckler & Koch modello PSG - 1. Stante la sua struttura (è un’arma lunga e pesante) e la sua destinazione d’uso (è un’arma destinata essenzialmente alle forze dell’ordine) un po’ particolari, in questa sede verrà fatta una trattazione ai soli fini della completezza informativa. Si tratta di un sistema d’arma realizzato sul finire degli anni ‘70 con l’unico intento dichiarato da parte del costruttore “...di fornire un sistema d’arma nel quale si fondessero in maniera organica tutti i vantaggi delle armi semiautomatiche con la precisione intrinseca delle armi a ripetizione ordinaria...”. Dal punto di vista costruttivo si tratta, sotto molteplici aspetti, di un sistema d’arma veramente sui generis. I VANTAGGI principali del PSG - 1 sono rappresentati dall’incredibile velocità di ripetizione del colpo unita ad una stabilità fuori dal comune, ai quali devono aggiungersi la scarsa “...rumorosità di funzionamento...” ed un’eccellente precisione intrinseca. Estremamente rilevante sotto il profilo qualitativo sono l’alimentazione di tipo orizzontale e la canna di tipo lungo e pesante. La prima caratteristica è importante perché evita di pregiudicare la coassialità palla/bossolo durante la fase di completamento del ciclo di fuoco. La seconda caratteristica è altresì importante perché la lunghezza della canna permette una corretta combustione della polvere, mentre il peso elevato limita le vibrazioni all’atto dello sparo, INIBENDO così la formazione di una fase armonica spuria. La canna del PSG-1 è altresì particolare perché questo sistema d’arma è stato il primo ad essere dotato di una canna realmente flottante, risolvendo così un problema tecnico che aveva precluso (per anni) la costruzione di armi semiautomatiche idonee al tiro di interdizione: la stessa filosofia costruttiva è stata utilizzata per armi come il Walther WA2000 e lo Stoner SR-25. Pur essendo dotato di una canna di tipo mediocre (per quanto concerne la finitura e la struttura interna), il PSG - 1 è stato progettato in maniera ECCELLENTE sotto il profilo della fase armonica, per cui, pur avendo la canna solo 4 rigature (N.B. si tratta in realtà di una particolarissima rigatura semi - poligonale ricavata per rotomartellatura), esso è caratterizzato da un angolo di uscita prossimo a zero, il che si traduce in un’elevatissima precisione intrinseca. La precisione è aumentata anche a causa dell'assenza di prese di gas o di pistoni che sono solitamente presenti sui fucili semiautomatici. Sul punto si noti che tutte quelle persone che si avvicinano con disprezzo o presupposizione verso i sistemi d’arma semiautomatici (destinati al tiro di interdizione, s’intende) si sono dovute ricredere circa le reali potenzialità del PSG-1. Tanto per fare un  esempio banale, a 300 m, utilizzando munizioni Lapua “Match” con palla Scenar da 185  grs. (appartenenti ad un lotto che si può considerare “...scaduto...” a causa dell’età), si è ottenuta una rosata media (di 10 colpi) di 30x40 mm sparando con un intervallo di 1 secondo tra un colpo e l’altro. La munizione, appartenendo ad un lotto abbastanza risalente, non ha dato i risultati esattamente sperati, tuttavia, utilizzando munizioni diverse appartenenti ad un lotto più recente si possono migliorare ulteriormente questi risultati, i quali sono comunque di tutto rispetto ricordando che le armi semiautomatiche tendono “...a fare sbattere...” la cartuccia durante il ciclo di fuoco alterando la concentricità della palla (fenomeno del quale il PSG-1 è esente). Un’altra prova interessante, questa volta di tiro rapido, è stata condotta con le Federal serie “Gold Medal”, note in tutti i Paesi NATO per essere “...le migliori munizioni in calibro 7,62x51 mm esistenti al mondo...”. Anche i meno competenti sanno  che queste cartucce hanno un livello di precisione intrinseca e di costanza difficilmente superabile anche con le ricariche casalinghe (handload) più sofisticate. A sottolineare maggiormente la qualità superiore di queste cartucce, si ricordi che, impressionato favorevolmente dalle loro prestazioni, il Ministero della Difesa Americano ha deciso di produrre, tramite i propri opifici di Lake City, una sorta di “...copia conforme...” della Federal “Gold Medal” denominata M - 852. Ad ogni modo la prova in commento si è così articolata:


- Reperimento di 5 confezioni diverse di Federal “Gold Medal
- Mescolamento delle cartucce in modo da estrapolare un gruppo di 15 munizioni riunite totalmente a caso
- Caricamento del PSG-1
- Puntamento e sparo di 5 colpi sul primo bersaglio, senza soluzione di continuità
- Pausa di 5 secondi
- Puntamento e sparo di 5 colpi sul secondo bersaglio, senza soluzione di continuità
- Pausa di 5 secondi
- Puntamento e sparo di 5 colpi sul terzo bersaglio, senza soluzione di continuità
- Raccolta dei bersagli e misurazione delle relative rosate
- Analisi critica dei risultati


Posto che i bersagli erano collocati a 100 m, i risultati sono stati i seguenti:


- Primo bersaglio, rosata di 18x10 mm
- Secondo bersaglio, rosata di 24x15 mm
- Terzo bersaglio, rosata di 25x20 mm


Altri dati di rilievo (della prova) sono i seguenti:


- Località : NC
- Data: 30/03/98
- Temperatura: 18 °C
- Vento: assente
- Umidità relativa: 70%
- Condizioni climatiche: tempo debolmente soleggiato


La stessa prova è stata ripetuta con le Federal GM da 175 grs., sempre con palla di tipo HPBT, ed i risultati sono stati pressoché identici, anche se l’arma sembra gradire maggiormente questo tipo di granitura (N.B. ad arma fredda le rosate possono anche stringersi di 5-8 mm). Una terza prova di tiro rapido, più esasperata della precedente, è stata la seguente. Utilizzando sempre le Federal “Gold Medal” si è chiesto ad un tiratore addestrato in maniera eccellente di sparare il più velocemente possibile 20 colpi su un bersaglio posto a 100 m di distanza: le condizioni climatiche sono sempre quelle precedenti. Il risultato, che è la media su cinque prove diverse (debitamente intervallate per fare raffreddare la canna), è stato che il tiratore ha collocato 20 colpi in 18 secondi in poco meno che 25 mm (con il bersaglio collocato a 100 m). Si noti che TUTTE le misurazioni effettuate, in questa così come in altre prove illustrate in questo manuale, sono state realizzate in maniera duplice, e cioè:


- Misurando la distanza da centro a centro dei due fori più lontani
- Ripetendo la verifica misurando la distanza dai bordi dei due fori più lontani e sottraendo successivamente il (valore del) calibro


Altre due prove di tiro lento mirato sono state realizzate con le Federal “Gold Medal” da 175 grs. tipo HPBT (GM#308M2) e con le Lapua “Match” da 185 grs. tipo HPBT (#4317523), entrambe con il bersaglio posto a 100 m di distanza. Si sono sparati in ambedue i casi 5 serie da 3 colpi lasciando trascorrere 10 secondi tra un colpo e l’altro per cercare di fare raffreddare la canna, e con entrambe le munizioni si è ottenuta, nella peggiore delle ipotesi, una rosata di diametro oscillante tra 12 ed i 13 mm a 100 m. Se casualmente il livello di qualità della canna del PSG - 1 fosse stato più elevato (come ad esempio quella del recente H&K modello SL-8), la precisione intrinseca di questo sistema d’arma, tenuto conto del fatto che la sua fase armonica è bassissima, sarebbe stata inarrivabile anche alle lunghe distanze (cioè quelle comprese tra i 600  e gli  800 m). Il tipo di rigatura scelto dalla H&K per il suo PSG-1 ha dato adito ad una discussione che è, ancora oggi, ben lontana dall’essere risolta. Quest’arma è stata progettata attorno ad una cartuccia “molto lunga” basata su una palla decisamente pesante (185 grs.) e, la logica imporrebbe, per palle di questo tipo, un passo di rigatura di almeno 1 giro in 11”. Secondo la ditta costruttrice, una rigatura di tipo semipoligonale con passo di 1 giro in 12” è in grado di stabilizzare le palle pesanti (da 180 grs. in su) in maniera ANALOGA a quanto è in grado di fare una rigatura con un passo di 1 giro in 10” - 11” a condizione che la velocità alla bocca sia “relativamente bassa” e che la sezione di guida (driving band) sia adeguata. I tecnici della H&K pongono l’accento sul fatto che il fattore di stabilità giroscopica Sg (un parametro importantissimo nei sofisticati modelli matematici usati nello studio della balistica esterna), è direttamente proporzionale al quadrato del rapporto tra la velocità assiale e la velocità della palla, per cui il passo di 1 giro in 12” non osterebbe a pregiudicare la precisione sulle lunghe distanze dal momento che Sg aumenta all’aumentare delle distanza (N.B. questo perché la velocità della palla diminuisce più rapidamente rispetto alla velocità assiale). Con il passo di 1 giro in 12”, Sg vale circa 1,5-1,7 alla bocca e sale fino a 5,5-5,8 a distanze di 850-900 m usando palle da 165-170 grs. di peso.




Pr  
 Sg (0) 
Sg (1000)    
1giro in14"  
circa 1,2  
circa 5,2    
1giro in12"
circa 1,7 
circa 5,8 
1giro in10"
circa 2,4 
circa 8,2  



                                                                                                       NOTE

- Pr = passo di rigatura
- Sg (0) = fattore di stabilità giroscopica alla bocca
- Sg (1000) = fattore di stabilità giroscopica al 1000 m


La tesi sostenuta dalla ditta costruttrice è che “…è preferibile convivere con una lieve instabilità dinamica e con un’alta stabilità giroscopica…”, piuttosto che ricercare disperatamente alti valori di stabilità giroscopica e dinamica difficilmente raggiungibili in maniera contestuale. Il ricorso ad una palla pesante si spiega, poi, con la necessità di limitare gli effetti del vento alle lunghe distanze. Si tenga presente che, anche se in astratto si possono ottenere risultati eccellenti con la palla da 168 grs. fino a 300 m, ciò è vero solo in “condizioni sterili” (cioè senza vento) vale a dire in condizioni che non saranno mai presenti in ambito reale. Un proiettile lungo e pesante tende, secondo la ditta costruttrice, a massimizzare la stabilità giroscopica pur operando con una lieve instabilità dinamica, la quale comunque è destinata a livellarsi con il progredire della distanza. Infine, non va dimenticato che l’arma in commento ha una camera di tipo lungo, essendo stata realizzata a norma NATO, e che richiede di base una cartuccia non più corta di 73 mm. Anche se si tratta di un’affermazione piuttosto discutibile e difficilmente accettabile (specie secondo alcuni esperti), la prova dei fatti da ampiamente ragione alla ditta costruttrice. Utilizzando la cartuccia originale adottata dalla H&K per lo sviluppo del PSG-1, cioè la Lapua tipo “D-46” con palla da 185 grs. tipo FMJBT (# 4317590), a 100 m si ottengono rosate dell’ordine dei 12 - 15  mm, mentre a 300 m si ottiene la verifica sperimentale delle doti del PSG-1, con rosate medie di 30 - 35 mm di diametro (N.B. in entrambi i casi le rosate sono da 10 colpi). La tesi dei tecnici della H&K è accolta da teorici (principalmente da fisici, matematici ed ingegneri) e da numerosi tiratori di bench-rest, tuttavia, secondo altri esperti che hanno sottoposto l’arma ad una intensa prova valutativa (durata 6 mesi) la cartuccia che permetterebbe di ottenere il massimo (in termini di precisione) dal PSG-1 sarebbe la Lapua D46 con palla da 170 grs., vale a dire la versione più leggera (o meglio la versione base) della munizione analizzata in precedenza. Questa cartuccia ha una straordinaria affinità balistica con la munizione standard NATO (cioè la M-118) ed è l’unica ad essere inserita nel libro dei primati mondiali di tiro fino dal 1930. Per una serie di motivi incomprensibili, in molti paesi (Italia compresa) esiste l’assurdo convincimento in base al quale in PSG-1 debba utilizzare solo ed esclusivamente le cartucce Hirtenberger, con palla da 168 grs., per ottenere i migliori risultati. È inutile dire che i difetti costruttivi delle cartucce Hirtemberger a livello di sede dell’innesco e di foro di vampa (vedi voce a se) impediscono di avere risultati degni di rilievo in termini di precisione. Paradossalmente, il più grande PREGIO del PSG - 1, cioè la sua elevatissima stabilità al tiro, è anche il suo peggior DIFETTO, infatti il peso elevato ne pregiudica l’utilizzo da parte delle FF.AA. o, meglio ancora, lo ESCLUDE radicalmente. In effetti, un peso in assetto operativo di 9 Kg esclude il PSG - 1 come sistema d’arma standard per le FF.AA. perché pregiudicherebbe il movimento e quindi la sicurezza della “cellula”. Si tratta, in estrema sintesi, di un sistema d’arma più adatto per compiti eminentemente statici quali quelli di anti - terrorismo o di repressione di fenomeni criminali particolarmente perniciosi (dirottamenti aerei, rapine con ostaggi, liberazione di sequestrati, etc.) e non, piuttosto, di un prodotto tecnologicamente avanzato da destinare alle FF.AA. Un altro DIFETTO del PSG - 1 è rappresentato dalla presenza del treppiede d’appoggio. Si tratta di un ausilio estremamente importante ai fini della ricerca e dell’ottenimento della precisione più esasperata che pone, tuttavia, dei SERI problemi di movimento per il suo utilizzatore. Per questo motivo in questi ultimi anni si è marcatamente diffusa la tendenza a modificare l’astina del PSG -1 in modo tale da agganciarvi un bipiede prodotto dalla Harris idoneo ad adattarsi alla sua conformazione esterna. Dal momento che si tratta di un bipiede c.d. “ribaltabile”, in questo modo è possibile ottenere il corretto connubio tra stabilità nella fase antecedente al tiro (pre-shooting phase) e facilità di movimento. L’ultimo DIFETTO del PSG - 1 è rappresentato dal sistema di puntamento ottico. L’arma esce dalla fabbrica corredata di un Hensoldt da 6x42 mm con reticolo illuminabile di tipo “Betalight”, tuttavia un gran numero di “addetti ai lavori” ritiene quest’ottica insufficiente ed auspicherebbe un modello con un numero di ingrandimenti maggiore. Dal momento che il PSG - 1 è idoneo ad accogliere un gran numero di sistemi di puntamento ottici, diurni o notturni, omologati NATO, non è difficile sostituire l’ottica originale con un Hensoldt da 10x40 mm o con uno Schmidt und Bender di identiche caratteristiche. Quella appena espressa NON è una critica gratuita a danno della Heckler & Koch, poiché deve riflettersi sul fatto che la ditta, sempre attenta alle esigenze dei suoi clienti, ha realizzato una sorta di “...fratello minore...” del PSG - 1 denominato MSG - 90.



                                                                                                SCHEDA TECNICA



FABBRICANTE
= Heckler und Koch GmbH, Postfach 1329, 78722, Oberndorf am Neckar, Germany
MODELLO = MSG - 90
TIPO = fucile di precisione solo semiautomatico
CALIBRO = 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA =  sistema Vorgrimmer con apertura ritardata a rulli e chiusura ad otturatore flottante
CANNA = lunga 600 mm, martellata a freddo di tipo pesante dotata di 4 rigature semipoligonali con passo da 1 giro in 12”
PERCUSSIONE = indiretta tramite percussore lanciato
ALIMENTAZIONE = caricatori prismatici amovibili da 5 e 10 colpi
SCATTO = non regolabile del peso di 1500 g
ESTRATTORE = solidale alla testa dell’otturatore
ESPULSORE = solidale alla testa dell’otturatore
MIRE = mire metalliche assenti, monta di serie un cannocchiale da puntamento Hensoldt da 10 ingrandimenti
SICURA = a due posizioni posta sui lati del castello, sopra il grilletto
IMPUGNATURA = a pistola di tipo anatomico con zigrinatura a buccia d’arancia
PESO = 6,5 Kg scarico
MATERIALI = lamiera acciaiosa da imbutitura per la cassa ed il castello, fibra sintetica per l’astina ed il calcio, acciai trilegati per la canna; impugnatura in legno o eventualmente in materiale sintetico (è possibile l’applicazione del gruppo di scatto prodotto dalla Navy Arms)
LUNGHEZZA =115 cm
FINITURA = arma completamente brunita antiriflesso sulle parti metalliche; parti sintetiche di colore nero
NOTE = possibilità di applicare qualsiasi ottica con supporto previsto dallo STANAG NATO 2324


Alcuni modelli sono stati acquistati dal Ministero della Difesa per conto dell’Arma dei Carabinieri e sono stati destinati al Reparto eliportato dei Cacciatori e ad altri reparti impegnati nella lotta alla criminalità. Naturalmente, la qualità del PSG - 1 resta nettamente superiore a quella del suo illustre “derivato” e, del resto, l’esborso economico legato all’acquisto di un solo esemplare è sempre denaro ben speso.


 
                                                                               SCHEDA TECNICA



FABBRICANTE = Heckler und Koch GmbH, Postfach 1329, 78722, Oberndorf am Neckar, Germany
MODELLO = PSG1
TIPO = fucile di precisione solo semiautomatico
CALIBRO = 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA = sistema Vorgrimmer con apertura ritardata a rulli e chiusura ad otturatore flottante
CANNA = lunga 650 mm, martellata a freddo di tipo pesante dotata di 4 rigature semipoligonali con passo da 1 giro in 12”
PERCUSSIONE = indiretta tramite percussore lanciato
ALIMENTAZIONE = caricatori prismatici amovibili da 5 e 20 colpi
SCATTO = non regolabile del peso di 1500 g
ESTRATTORE = solidale alla testa dell’otturatore
ESPULSORE = solidale alla testa dell’otturatore
MIRE = mire metalliche assenti, monta di serie un cannocchiale da puntamento 6x42 con reticolo illuminabile per i tiri con luce crepuscolare
SICURA = a due posizioni posta sui lati del castello, sopra il grilletto
IMPUGNATURA = a pistola di tipo anatomico con zigrinatura a buccia d’arancia
PESO = a vuoto senza caricatore e treppiede 8,1 Kg; in assetto operativo (con caricatore da 20 colpi) 9,1 Kg; peso dell’ottica 750 g
MATERIALI = lamiera acciaiosa da imbutitura per la cassa ed il castello, fibra sintetica per l’astina ed il calcio, acciai trilegati per la canna; impugnatura in legno o eventualmente in materiale sintetico (è possibile l’applicazione del gruppo di scatto prodotto dalla Navy Arms)
LUNGHEZZA = 120 cm
FINITURA = arma completamente brunita antiriflesso sulle parti metalliche; parti sintetiche di colore nero
NOTE = disponibile un’apposita custodia in alluminio anodizzato del peso di 10,4 Kg, ed un treppiede di precisione pesante 1 Kg; possibilità di applicare qualsiasi ottica con supporto previsto dallo STANAG NATO 2324; arma dotata di molle di recupero potenziate capaci di resistere ale sollecitazioni legate all’utilizzo di cartucce a piena carica che montano palle di peso compreso tra 180 e 200 grs; meccanica sottoposta alla prova a pressione forzata prevista dagli standard NATO.


segue -  KMC / Stoner SR - 25 “Match Rifle”


Il sistema d’arma KMC modello SR - 25 rappresenta uno dei più IMPORTANTI derivati commerciali del fucile d’assalto M - 16. L’arma (commercializzata nel 1993) deve la sua esistenza ad E. Stoner (il padre del fucile M - 16) ed a R. Knight (il proprietario della KMC) ed è caratterizzata dal fatto di essere “...una sorta di ibrido...” tra due armi molto importanti nel moderno mercato armiero, vale a dire il Colt M -16 ed il Remington M -24 / A1 SWS. Più precisamente, si tratta di un M - 16 al quale è stata applicata la canna dell’M - 24 / A1. Ovviamente, questo ha comportato una rivisitazione tecnica del castello e del caricatore, ma il risultato è stato quello di ottenere un fucile che, nella peggiore delle ipotesi, produce una rosata (di 3 colpi) di 25 mm a 100 m. Con le munizioni adatte è possibile dimezzare la rosata, scendendo a 10 - 12 mm a 100 m, il che significa, in termini pratici, collocare tre colpi nello stesso foro!! Sul punto va sottolineato che, essendo la canna IDENTICA a quella montata sul Remington M - 24  A1, dovrà necessariamente essere identica ANCHE la munizione utilizzata, al fine di ottenere gli stessi risultati. In altre parole, è assolutamente INUTILE utilizzare munizioni con palla tipo HPBT da 168 grs. quando l’arma è stata concepita per dare il MEGLIO di se con cartucce da 173 grs. dotata di palla tipo FMJ/SN - BT!! È vero che “...si può sparare bene...” anche con palle da 168 grs., ma se l’arma è stata concepita per usare ALTRE munizioni che adottano ALTRE palle, è inutile continuare nell’errore ed affermare che “...l’arma è precisa, però c’è di meglio sul mercato...”!! Sparare al poligono la domenica pomeriggio su un innocuo bersaglio cartaceo, magari tra una battuta scherzosa fra amici ed un’occhiata distratta alle partite di calcio, è ben DIVERSO dal colpire, diciamo, un capocarro nemico a 600 m di distanza!! Un aspetto estremamente qualificante dell’arma è che, almeno per il mercato civile, essa è destinata, per dichiarazione espressa della Casa produttrice, alle competizioni UIT a 300 m. Per poter raggiungere questo risultato, particolare attenzione è stata posta, in sede costruttiva, circa la necessità di realizzare un canna  dotata di una fase armonica non spuria (c.d. canna flottante, traduzione grossolana di floating barrel). La canna è pressoché libera di oscillare attorno al proprio asse durante lo sparo ed è protetta da un’astina in fibra di vetro, completamente cilindrica,  che non disturba minimamente la fase armonica. Sotto questo aspetto, l’SR - 25 ricorda molto le risoluzioni progettuali adottate nella costruzione del PSG - 1  o del WA - 2000. Relativamente all’aspetto prettamente commerciale, l’arma è venduta “...completamente nuda...”, cioè SENZA mire (della quale è priva) e praticamente senza accessori, anche se è disponibile l’apposita valigia in materiale sintetico per il trasporto (N.B. è preferibile sostituirla con una in Alluminio aeronautico). Per quanto concerne l’ottica di puntamento, per l’utenza professionale (FF.AA. o di Polizia) si consiglia VIVAMENTE uno Schmidt und Bender “P / M - 2” da 10x40 mm con reticolo millesimale (v. voce a se per i dettagli) oppure un Kahles da 10x42 mm, SEMPRE con reticolo millesimale di tipo puntiforme (#110, v. voce a se per i dettagli): in ambo i casi è NECESSARIA l’applicazione dei coperchi a scatto e del tunnel paraluce anteriore!! Del pari, DEVE ritenersi assolutamente NECESSARIA l’applicazione del bipiede Harris modello “L”, da anni il più utilizzato ed apprezzato in tutto il mondo da parte di FF.AA. e svariati Corpi di polizia. Il prezzo, sul mercato CIVILE, è abbastanza alto (e secondo alcuni commentatori, del tutto ingiustificato!!), per cui si consiglia di rivolgersi direttamente alla casa produttrice in caso di eventuale (futuro) acquisto. Ultimamente, qualche Reparto delle nostre FF.AA. ha mostrato un certo interesse in questo sistema d’arma, tuttavia vale la pena di ricordare (ancora una volta) che qualsiasi sia la decisione finale, è NECESSARIO adottare sempre le munizioni corrette in sede di utilizzo!! Di recente la ditta produttrice si è aggiudicata la gara d’appalto per la fornitura di SR - 25 ad alcuni prestigiosi corpi delle FF.AA. americane, quali i Ranger e gli Incursori di Marina, il che la dice lunga sulle reali potenzialità di questo fucile.  



                                                                                     SCHEDA TECNICA



FABBRICANTE = Knight Manufacturing Company, 7750 9th Street S.E., Vero Beach, Florida 32968 USA
MODELLO = SR - 25 “Match Rifle
TIPO = fucile di precisione solo semiautomatico
CALIBRO = 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA = apertura con sistema a ricupero di gas, chiusura con otturatore rotante a 7 alette in testa
CANNA = da 610 mm (24”), di tipo pesante ma priva di scanalature di alleggerimento, con 5 rigature costanti di tipo destrorso e passo di 1 giro in 11,25”
PERCUSSIONE = indiretta, tramite percussore lanciato
ALIMENTAZIONE = tramite caricatore prismatico amovibile dalla capacità di 20 colpi con possibilità di acquistare come optional un caricatore limitato a soli 5 colpi per competizioni sportive (N.B. sul mercato civile italiano l’arma è commercializzata con caricatori da 9 e 5 colpi)
SCATTO = in due tempi, senza stecher, completamente regolabile per retro scatto e modalità di sgancio del contro cane
ESTRATTORE = a gancio, solidale alla testa dell’otturatore
ESTRATTORE = a puntone, solidale alla testa dell’otturatore e caricato a molla
MIRE = mire metalliche assenti; arma già predisposta per il montaggio dell’ottica con rotaia universale di tipo Weaver
SICURA = a due posizioni posta sul lato sinistro del castello, direttamente derivata da quella dell’M - 16
IMPUGNATURA = a pistola, derivata dal fucile M - 16
PESO = 4,8 Kg (scarico e senz’ottica)
MATERIALI = canna in acciaio trilegato, castello in Alluminio, astina e calciatura in materiale sintetico
LUNGHEZZA = 1105 mm
FINITURA = castello e canna bruniti in nero opaco, astina e calciatura di colore nero
NOTE = disponibile anche nel calibri 5,56x45 mm (SR - 15) e 12,7x99 mm (SR - 50); castello con rotaia universale tipo Weaver per attacco dell’ottica in grado di supportare tutte le ottiche omologate NATO a norma dello STANAG 2324 e ss. modifiche; disponibili, a scelta, caricatori da 5 o 9 colpi (calibro 7,62 NATO); possibilità di acquisto con bipiede Harris modello “L” incluso; canna di tipo pesante ed interamente flottante, dotata di vivo di volata incassato; astina rinforzata con anima in fibra di vetro completamente separata dalla canna per non disturbare la fase armonica della stessa


segue -  Erma Werke modello SR - 100


Il fucile modello SR - 100 è un sistema d’arma “...di tipo modulare...” dalla storia del tutto particolare. Nata dalla fervida mente di Karl Gunther Kirnstatter, quest’arma doveva coniugare sapientemente la precisione tipica della carabina a ripetizione ordinaria, con la possibilità di passare rapidamente da un calibro all’altro a seconda delle concrete esigenze dell’utilizzatore. L’arma in commento è famosa per avere partecipato alla gara d’appalto, indetta dal Ministero della Difesa tedesco, per la fornitura di un sistema d’arma destinato al tiro (di interdizione) sulla media distanza. La gara venne vinta dalla Mauser con il modello SR - 93 (con la duplice cameratura in .300 Winchester Magnum e .338 Lapua Magnum) e la Erma Werke, a causa del poderoso sforzo economico intrapreso, entrò in un profondo periodo di crisi finanziaria. Nel frattempo, alcune Unità antiterrorismo europee di estrema importanza quali il GSG - 9 tedesco ed la GIGN francese, iniziarono a mostrare un certo interesse verso l’SR - 100. Emissari di queste Unità specialistiche delle Forze dell’Ordine avanzarono richieste precise alla Casa costruttrice (voci informali parlano di 40 - 50 pezzi cadauna), la quale però non poteva fare immediatamente fronte alla domanda. Per uscire dalla crisi economica nella quale era entrata, l’azienda dovette concedere diverse licenze ad alcune ditte del settore. Uno di questi contratti di licenza esclusiva (il più importante) è stato quello concluso con la Steyr, la quale su occupa, attualmente, della commercializzazione del modello SR -100.  Dal punto di vista strutturale l’arma non è altro che uno scatolato in lega leggera (a base di Alluminio) nel quale trovano posto il gruppo di scatto, tutta la meccanica rimanente (otturatore compreso) ed al quale è fissata rigidamente la canna (tramite un apposito manicotto filettato). Questo insieme di elementi meccanici si innesta sulla calciatura in legno laminato (solitamente di colore nero per le FF.AA.) tramite uno specifico recesso (presente nella calciatura stessa) e viene poi bloccata in sede da un apposito chiavistello. Una volta assemblata, l’arma offre il vantaggio di possedere un’estrema rigidità strutturale e di eliminare qualsiasi contatto tra canna e calciatura, NON disturbando, così, la fase armonica della medesima. Una volta assemblata, l’arma risulta dotata di un’elevata robustezza, il che non guasta mai, specie in caso di utilizzo da parte di utenti professionali!! Il passaggio da un calibro all’altro avviene, da parte di un utente esperto, in circa 10 secondi. Si tratta di un aspetto tecnico MOLTO importante, che però ha, come tutte le cose della vita, il suo lato negativo. Quando si passa da un calibro all’altro è NECESSARIO verificare che l’azzeramento dell’arma NON sia mutato rispetto alle condizioni originarie, prima di usare effettivamente l’arma sul campo!! Si tratta di un aspetto tecnico - operativo di cui quasi nessuno fa menzione, ma che riveste, in realtà, un’enorme importanza pratica. Ad un qualsiasi “tiratore della domenica”, forse la cosa non sembrerà importante, viceversa, per un operatore del GSG - 9 (ad esempio), questo “...piccolo particolare...” può fare la differenza tra la missione perfettamente riuscita ed il fallimento più totale!!   Alcuni commentatori hanno avanzato alcuni DUBBI circa la capacità dell’SR - 100 di mantenere COSTANTE nel tempo l’accoppiamento tra castello e calciatura in seguito a montaggi e smontaggi ripetuti, tuttavia, almeno allo stato attuale NON esistono datti certi su questo aspetto. Un aspetto tecnologico particolarmente qualificante, e che merita certamente menzione, è quello relativo alla NATURA della canna adottata dall’SR - 100. La qualità della canna, internamente cromata, è senza dubbio molto ELEVATA ed è sicuramente SUPERIORE (ad esempio) a quella dell’attuale produzione Mauser. In primo luogo, pur se ricavata per rotomartellatura, il livello di rugosità superficiale di questa canna è molto basso se paragonato agli attuali standard industriali: naturalmente questo particolare va a favorire la precisione. In secondo luogo si tratta di un canna con sei rigature a passo costante, in sostituzione delle “solite” quattro rigature adottate dalla scuola tedesca (e mitteleuropea in genere), che sono valide per l’impiego venatorio ma NON sono assolutamente adatte per il tiro di interdizione!! Sotto questo profilo la canna dell’SR - 100 ricorda molto quella degli Accuracy International, nota per la lunga vita operativa media e per le elevate qualità di precisione intrinseca. Canne di questa fattura dovrebbero costituire “...il punto di riferimento minimo...” per le FF.AA. e per le Forze dell’Ordine le quali, purtroppo, si indirizzano verso canne molto più scadenti!! Per motivi di correttezza va detto che le uniche camerature DEGNE di un certo interesse sono (almeno allo stato attuale e salvo future modifiche) quelle in .300 Winchester Magnum ed in .338 Lapua Magnum, essenzialmente perché il passo di rigatura adottato si accorda perfettamente con le munizioni disponibili per le FF.AA. Va poi sottolineato che con una canna del genere, a causa della sua lunghezza, anche per il calibro 7,62x51mm NATO non ci dovrebbero essere problemi nello stabilizzare le palle più pesanti. Desta, invece, estrema perplessità la cameratura in 12,7x57 mm Anthis / Stopson, perché sarebbe stato più semplice ed  economico utilizzare direttamente il calibro 12,7x99 mm per il quale esistono già da  tempo munizioni specialistiche, tabelle balistiche, dati e componenti di ricarica, invece  di utilizzare “...questo nuovo 12,7 mm...”, del quale si conosce poco e nulla (e del quale  non sono noti i limiti balistico - esterni). Attualmente non è dato sapere, purtroppo, quali siano state le munizioni di riferimento attorno alle quali l’arma è stata progettata (nei vari calibri). L’eventuale acquirente dovrà provvedere, a proprie spese, ad un’intensa opera di verifica prima di individuare con certezza le munizioni più adatte a questo interessante sistema d’arma. Un’ultima nota critica riguarda il PESO, in assetto operativo, dell’SR - 100. Raggiungendo i 9 Kg, l’SR - 100 si pone nella stessa classe di peso del PSG - 1, il che ne limita l’impiego ESCLUSIVAMENTE quelle ipotesi dove la situazione operativa “...non è fluida ed in continua evoluzione, ma piuttosto statica...”, cioè in quelle situazioni dove sono solite operare le Forze dell’Ordine. Questo è il principale motivo per il quale l’SR - 100 sembra interessare MOLTO di più le Forze dell’Ordine che non, piuttosto, le FF.AA.: 9 Kg sono troppi per un tiratore scelto operante in seno alle FF.AA.!! Tutti i commentatori sono concordi nel sostenere che, sicuramente, il peso ELEVATO ha giocato a SFAVORE della Erma Werke nella gara d’appalto  per la fornitura alle FF.AA. tedesche, poi vinta dalla Mauser con il modello SR - 93, un sistema d’arma altamente innovativo dotato, tra l’altro, di una calciatura iperleggera in Alluminio e Manganese (v. voce a se).



                                                                                     SCHEDA TECNICA



FABBRICANTE = Erma Werke GmbH, Johann Ziegler Straße, 8522 Dachau, Germania / distribuito da Steyr Mannlicher Aktiengesellschaft, P.O. Box 1000, Mannlicherstrasse 1 - 4400 Steyr (Austria)
MODELLO = Sniper Rifle (SR) 100
TIPO = fucile di precisione per impieghi speciali
CALIBRO = 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA = a otturatore girevole scorrevole
CANNA = da 650 mm (750mm compreso il freno di bocca) di tipo pesante ma dotata di scanalature di alleggerimento, con 6 rigature destrorse costanti e passo di 1 in 12” (1 in 10” per gli altri calibri)
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite caricatore prismatico amovibile, di tipo monofilare, da 10 colpi (8 colpi per il .300 Winchester Magnum, 5 per il .338 Lapua Magnum e per il 12,7x57 mm Anthis /Stopson)
SCATTO = completamente regolabile da 400 a 2000 grammi
ESTRATTORE = a gancio, portato sulla testa dell’otturatore
ESPULSORE = a puntone, portato sulla testa dell’otturatore e caricato a molla
MIRE = mire metalliche assenti; l’arma incorpora una rotaia standard di tipo Weaver in grado di accogliere tutti i dispositivi di puntamento a norma STANAG 2324 (N.B. sono altresì presenti, sopra il castello, tutta una serie di fori filettati per esigenze particolari di montaggio)
SICURA = a tre posizioni dietro la coda dell’otturatore, molto simile alla sicura Mauser originale
IMPUGNATURA = a pistola, mediamente accentuata, con ampio foro di passaggio per il pollice
PESO = 7 Kg (scarico e senz’ottica)
MATERIALI = canna in acciaio trilegato, castello in Alluminio aeronautico e calciatura in legno laminato
LUNGHEZZA = 1260 mm (1360mm per i rimanenti calibri)
FINITURA = parti metalliche esterne di colore nero opaco, calciatura nera
NOTE = disponibile anche nei calibri .300 Winchester Magnum, .338 Lapua Magnum e 12,7x57 mm Anthis / Stopson; arma acquistabile con bipiede incorporato; possibilità di regolazione plurima del calcio (spessore e posizione del calciolo, altezza del calcio da terra, spessore del poggiaguancia); disponibile anche con la calciatura multicolore; possibilità di passare rapidamente da un calibro all’altro


segue -  Springfield Armory M -21 “National Match” (M1 - A “xx”) ed M - 25 “Sniper Rifle”


Il fucile M -  21 è il derivato diretto del fucile M - 14 ed è stato, fino alla prima metà degli anno ‘90, il sistema d’arma (destinato al tiro di interdizione) delle FF.AA. USA per circa 20 anni. Anche se ingiustamente criticato da molti, questo sistema d’arma ha compiuto egregiamente il suo dovere per circa 20 anni, dando prova di eccellente precisione nelle mani di quei tiratori che lo hanno utilizzato, anche nelle condizioni più difficili. Per quanto concerne, più in generale, la storia di quest’arma, si rimanda il lettore ad apposite pubblicazioni. Quello che interessa sottolineare in questa sede è che, con le opportune munizioni, l’arma NON esce mai dal “10” del bersaglio UIT standard a 300 m. Si tratta di una delle POCHE armi semiautomatiche con le quali è possibile effettuare REALMENTE del tiro di interdizione, anche se il suo livello costruttivo e qualitativo è INFERIORE a quello espresso da altre armi della stessa classe di produzione attuale, come ad esempio il PSG - 1. L’enorme successo nel settore militare “contagiò” in breve tempo anche il settore e gli appassionati civili. Nel settore CIVILE, solitamente si ricaricano cartucce con circa 40 grs. di propellente (ad esempio 41 grs. di WW748, oppure 42 grs. di N140 o ancora 48 grs. di H414) e palle Sierra “Matchking” da 168 grs. tipo HPBT. Negli USA, utilizzando “...questa ricetta...”, nella quale la natura della polvere varia a seconda delle esigenze o delle credenze del tiratore, sono stati vinti NUMEROSI trofei nazionali. In realtà l’arma è stata concepita per utilizzare la cartuccia tipo M - 118 (v. voce a se) per cui, se si desidera veramente il MASSIMO in termini di precisione intrinseca, o si adotta la munizione ORIGINALE, oppure si realizza una ricarica balisticamente COMPATIBILE. In caso di utilizzo delle munizioni originali (N.B. il problema riguarda solo gli appartenenti alle FF.AA. della NATO), è consigliabile controllarle accuratamente PRIMA di usarle, in modo da individuare eventuali difetti. Se il lotto di appartenenza è vecchio (se ha più di 10 anni), è preferibile reperire un certo numero di cartucce (100 - 150) disassemblarle, livellare il quantitativo di polvere interno e riassemblarle. Questo perché i lotti più vecchi non erano raffinati come quelli più recenti!! Dopo averle riassemblate è necessaria una verifica al comparatore millesimale per controllare il livello di coassialità delle munizioni così modificate. Per quanto concerne il tema delle ricariche "...balisticamente compatibili..." un buon inizio è rappresentato da 40 grs. di WW748 o da 40 grs. di N - 140, sempre con palle Lapua “D - 46”. Un’altra palla molto interessante, che purtroppo si è resa disponibile SOLO in tempi piuttosto recenti, è la Sierra da 175 grs. tipo HPBT. Per ottenere il MASSIMO in termini di precisione è NECESSARIO caricare le cartucce in modo da averle “...il più lunghe possibile...” (N.B. la punta della palla deve sfiorare l’interno del caricatore!!), e verificare che la tensione del colletto (neck tension) sia corretta. Normalmente NON è necessaria alcuna crimpatura, stante il fatto che il funzionamento dell’arma è comunque perfetto. Qualora ciò non avvenga, si consiglia una LEGGERISSIMA crimpatura con l’apposita matrice (die) per la crimpatura professionale delle munizioni (crimp die): ottima in tal senso la matrice di crimpatura industriale (Factory Crimp Die) prodotta dall’americana Lee. Questa strana, e poco nota, matrice ha il PREGIO di rendere pressoché COSTANTI i valori pressori all’interno della munizione al momento della combustione della polvere, il che significa MOLTO in termini di precisione intrinseca (N.B. si ricordi che durante l’uso il colletto NON va “piegato” ma solo “appoggiato” contro la palla)!! A livello di (solo) munizionamento COMMERCIALE, le cartucce in grado di esprimere i risultati MIGLIORI in termini di precisione sono le Federal “Gold Medal” con palla da 175 grs. tipo HPBT (GM#308M2), che rappresentano l’equivalente “civile” della cartuccia militare M - 118 sul mercato americano. Allo stato attuale l’arma ORGINALE non è più in produzione presso “...il vero...” Arsenale di Springfield, tuttavia la Springfield Armory (oggi Springfield Inc.) realizza quattro modelli evoluti del vecchio  M - 21 per il mercato civile e per tutti i “...clienti professionali...” eventualmente interessati. Essi sono:


- M1 A Standard (1)
- M1 A Bush (2)
- M1 A Tactical (3)
- M1 A National Match (4)


Le canne dei modelli (2), (3) e (4) sono Douglas con sei rigature destrorse e passo di 1 in 10”, mentre quella del modello (1) è una Springfield originale con passo da 1 in 11”. Come optional è possibile montare canne in acciaio inossidabile di produzione Hart o Krueger, con sei rigature destrorse a passo costante, oppure Springfield originale (sempre con passo di 1 in 11”). Tutte queste armi appaiono formalmente identiche al vecchio M - 21, con la sola differenza del nome o della denominazione commerciale. Come nota conclusiva va segnalato che nel 2001 è stato presentato al pubblico il primo derivato commerciale del sistema M - 21 di un certo interesse per le FF.AA.: trattasi del sistema M- 25. Questo “nuovo” sistema d’arma integra TUTTE le caratteristiche progettuali del “vecchio” M - 21, incorporando però tutta una serie di migliorie tecniche per quanto concerne:


- La canna (sempre di tipo pesante ma con un grado di finitura interna superiore rispetto all’M - 21)
- Il sistema di puntamento ottico (un cannocchiale variabile da 4 - 20 ingrandimenti prodotto dalla stessa Springfield Armory e dotato di un reticolo millesimale analogo a quello utilizzato dalla Leupold &  Stevens)
- La calciatura (sempre in materiali “nobili”, ma di qualità ancora superiore rispetto al passato)
- La camera ed il vivo di volata (dovrebbero essere entrambe rifinite completamente a mano)
- La finitura (indiscrezioni parlano di una finitura in nero profondo con trattamento al Solfuro di Cromo in luogo della classica brunitura)


In linea teorica, stando alle prime anticipazioni, il sistema d’arma M - 25 potrebbe interessare non solo le nostre Forze dell’Ordine, ma anche e soprattutto le nostre FF.AA. Occorrerà comunque attendere la commercializzazione per poter effettuare intense ed approfondite prove valutative.



                                                                                       SCHEDA TECNICA



FABBRICANTE = Springfield  Inc., 25144 Ridge Road, Colona, Illinois, 61241 USA
MODELLO = 21 “National Match” (altresì noto come M - 14 National Match Super Grade) o M1 A “xx”
TIPO = fucile di precisione solo semiautomatico
CALIBRO = 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA = apertura a ricupero di gas, chiusura con otturatore rotante a due alette in testa
CANNA = Douglas (od Hart, in alternativa) da 560 mm (22”) con 6 rigature costanti e passo di 1 in 11” (i modelli più “vecchi” montavano una canna Krueger con 4 o 6 rigature e passo di 1 in 12”)
PERCUSSIONE = indiretta, tramite percussore lanciato
ALIMENTAZIONE = tramite caricatore prismatico amovibile della capacità di 20 colpi (N.B. la versione presente sul mercato civile italiano adotta un caricatore da 20 colpi limitato a 5)
SCATTO = in due tempi, senza stecher
ESTRATTORE = a gancio, imperniato sulla testa dell’otturatore
ESPULSORE = a puntone, imperniato sulla testa dell’otturatore e caricato a molla
MIRE = mirino su rampa protetto da alette con diottra di mira posteriore tipo “National Match” originale
SICURA = a due posizione, posta sul ramo anteriore della guardia
IMPUGNATURA = a pistola, di tipo non accentuato
PESO = 4,5 Kg scarico e senz’ottica
MATERIALI = calciatura McMillan originale in fibra di vetro con anima in resina epossidica e calciolo metallico (con sportellino ribaltabile), canna in acciaio trilegato
LUNGHEZZA = 1125 mm (1028 mm il modello “Bush”; 1117 mm il modello “Tactical”)
FINITURA = calciatura di colore nero, canna in acciaio inox lucido o brunito a seconda del modello scelto
NOTE = disponibile nelle versioni M1 A “Standard”, M1 A “Bush”, M1 A “Tactical” ed M 1 A “National Match”; la versione originale, commercializzata nel 1987, adottava una calciatura in legno dotata di incassatura su fibra di vetro integrale, astina maggiorata e calciolo irrobustito, diversamente da quella attuale che adotta, invece, una calciatura McMillan originale in fibra di vetro; arma disponibile anche con sistema di puntamento originale ART (modelli I e II) da 3 - 9x46 mm con camme balistiche pretarate per diverse munizioni


segue -  Sig  Sauer modello SSG - 3000

 
Il Sig Sauer SSG - 3000 rappresenta la risposta della ditta omonima alle richieste di un’arma specialistica per il tiro di interdizione. Si tratta di un prodotto DERIVATO dalla famosa azione Sauer - 202 che è stata adattata al fine di soddisfare le esigenze di chi si dedica professionalmente al tiro di interdizione. Non è nota, almeno allo stato attuale, la munizione attorno alla quale l’arma è stata realizzata, anche se alcuni commentatori affermano che si tratti della Norma serie “Match” con palla Sierra “Matchking” da 168 grs. di tipo HPBT, vale a dire della “...versione svedese...” delle celeberrime Federal “Gold Medal” di identica fattura. Ad ogni modo, l’arma sembra “...gradire particolarmente...” tutte le munizioni di ELEVATA qualità (commerciali o ricaricate) con palle di peso compreso fra i 165 ed i 170 grs. e con morfologia HPBT o FMJ/SN - BT. Con le cartucce di produzione Norma di cui sopra, è possibile collocare il contenuto di due caricatori, a 100, in soli 14 - 16 mm (N.B. in realtà si tratta di un unico foro i cui margini vengono progressivamente slabbrati). Da un punto di vista meramente tecnico, sicuramente NON si tratta di un dato estremamente probante, dato che per armi di questa classe le varie prove balistiche (da farsi ex ante rispetto ad un’eventuale adozione da parte delle FF.AA.) andrebbero fatte da 300 m in poi, tuttavia si tratta certamente di “...un ottimo biglietto da visita...”!! Per quanto attiene alle note NEGATIVE va sottolineato che, purtroppo, il passo di 1 giro in 12” unito ad una canna da 600mm ESCLUDE l’impiego massiccio dell’SSG - 3000 alle distanze di ingaggio tipiche delle FF.AA. e, quindi, un eventuale adozione da parte delle medesime. Come sistema d’arma, l’SSG - 3000 si adatta molto di più alle esigenze delle Forze dell’Ordine e, comunque, a distanze NON superiori ai 300 m ed a situazioni tattiche “...non eccessivamente dinamiche...”. Un ipotetico tiratore scelto operante in seno alle Forze dell’Ordine, potrebbe ricaricare munizioni in proprio utilizzando (ad esempio) palle di produzione Olin / Winchester tipo “Fail - Safe”, da 150 grs. di peso (v. voce a se). Il passo di 1 giro i 12” si adatta perfettamente alle palle da 150 grs. e, se la ricarica viene effettuata rispettando TUTTI i crismi tecnici necessari (pesatura centesimale della polvere, regolazione della tensione del colletto, inserimento coassiale della palla, uso di inneschi tipo “Bench-Rest”, etc.), si possono ottenere cartucce di alto livello in grado di esprimere prestazioni di tutto rispetto fino ad un massimo di 300 m. Si tratta di una soluzione molto importante per le Forze dell’Ordine, la quale può estendersi a molti sistemi d’arma con passo di rigatura analogo a quello in commento, più o meno datati, come ad esempio il Parker - Hale M85, lo Steyr SSG “Police” (modello P - I e successivi) ed i Mauser di produzione più risalente. Si rammenta in questa sede che il tiro di interdizione effettuato dalle Forze dell’Ordine è DIVERSO da quello effettuato dalle FF.AA., e che entrambi NON hanno nulla a che vedere con il tiro di precisione effettuato in sede civile. Questo significa, per essere più chiari, che le munizioni usate nel settore civile (e le palle su cui queste sono assemblate) sono radicalmente DIVERSE da quelle usate nel settore militare o di Polizia. Purtroppo, allo stato attuale (non solo in Italia ma un po’ ovunque), dominano la confusione e l’incompetenza, ed è invalsa l’idea per la quale “...quello che si usa nel settore civile per il tiro di precisione (= le munizioni con la sigla Match sulla confezione) è sempre e comunque idoneo per le esigenze delle FF.AA. o di Polizia relative al tiro di interdizione effettuato da questi Corpi e/o Reparti...”: un altro chiaro esempio applicativo del notissimo “principio della pecora”!! Le munizioni con palle HPBT, tanto diffuse nel settore civile, non sono idonee alle esigenze delle FF.AA. o di Polizia, a prescindere che esse abbiano, su bersagli biologici, un curioso effetto terminale (v. voce a se). Il foro apicale presente sulle palle tipo HPBT non serve assolutamente “...per farle espandere all’atto dell’impatto con il bersaglio...”, ma è semplicemente un derivato del processo produttivo utilizzato: su questo aspetto si veda, più ampiamente, la parte dedicata alla balistica terminale. Tornando all’esame tecnico - costruttivo dell’arma in commento, un altro problema rilevante, che è poi il suo più grande DIFETTO, è rappresentato dal materiale utilizzato per la calciatura. Purtroppo una calciatura di legno, anche se trattata con resine sintetiche di varia natura, NON è in grado di mantenere costante l’azzeramento nel tempo. Deve quindi ritenersi assolutamente NECESSARIO il ricorso a un esperto artigiano in grado di rivedere l’accoppiamento tra castello (azione) e calciatura. La soluzione consigliata è quella di eseguire un buon accoppiamento su fibra di vetro (glass bedding) o, in alternativa, provvedere alla sostituzione dell’intera calciatura con un realizzata in materiale sintetico. Sotto questo punto di vista, si ricordi che, anche il ricorso al legno laminato NON è una soluzione esaustiva, tant’è vero che quando si applica una calciatura di questo materiale si provvede anche a realizzare, come minimo, un’incassatura su canotti (pillar bedding). Il freno di bocca contribuisce a rendere estremamente piacevole l’utilizzo dell’arma, mentre il peso non eccessivo e la distribuzione ottimale delle masse facilitano gli spostamenti ed il suo impiego generale.



                                                                                          SCHEDA TECNICA



FABBRICANTE
= Sig Schweizerische Industrie Gesellschaft Geschaftbereich Waffen, 8212 Neuhausen am Rheinfall, Svizzera
MODELLO  = SSG - 3000
TIPO = fucile di precisione per impieghi speciali
CALIBRO = 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA = a ripetizione ordinaria basata sull’azione Sauer #202, dotata di otturatore con 6 alette in testa appaiate 2 a 2
CANNA = di tipo pesante con 4 principi destrorsi e passo costante di 1 giro in 12”, lunga 600 mm cui vanno ad aggiungersi 70 mm di freno di bocca
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite caricatore prismatico amovibile, di tipo monofilare, della capacità di 5 cartucce
SCATTO = in due tempi, pretarato in fabbrica a 500 g ma completamente regolabile
ESTRATTORE = a gancio, portato sulla testa dell’otturatore
ESPULSORE = a puntone, portato sulla testa dell’otturatore e caricato a molla
MIRE = mire metalliche assenti; arma già predisposta per il montaggio dell’ottica
SICURA = a due posizioni sul lato destro del castello
IMPUGNATURA = a pistola, di tipo fortemente pronunciato e dotata di zigrinatura a buccia d’arancia
PESO = 5,4 Kg (arma scarica e senz’ottica)
MATERIALE = canna in acciaio trilegato, calciatura in legno verniciato previa debita stagionatura, calcio e poggiaguancia in materiale plastico (policarbonato)
LUNGHEZZA = 1180 mm
FINITURA = calciatura di colore nero opaco, canna e castello completamente bruniti
NOTE = arma venduta PRIVA di custodia o di altro supporto per il trasporto (N.B. è fornita in una scatola di cartone!!); la dotazione standard comprende un  caricatore di riserva, chiavi a brugola, cinghia di trasporto e spessori addizionali per il calcio; possibilità di acquistare l’arma con il bipiede Harris già applicato; canna dotata di freno di bocca di forma cilindrica con 6 feritoie longitudinali per lo sfogo dei gas, lungo 70 mm e largo (diametro) 20 mm;


segue-  Blaser R - 93 “Tactical”


Il Blaser R - 93 “Tactical” è un’arma commercializzata abbastanza recentemente e che deriva, a sua volta, da una preesistente arma da tiro. Il suo tratto caratteristico è l’innovativa azione lineare che esegue contemporaneamente (ed internamente) il movimento rotatorio e traslativo necessario alla realizzazione del ciclo di fuoco, lasciando al tiratore il compito di eseguire SOLO un breve movimento (esterno) di tipo lineare. Questo comporta, ovviamente, un elevata velocità nella ripetizione del colpo unita ad un’ottima stabilità, entrambi requisiti di PRIMARIA importanza in un qualsiasi sistema d’arma destinato al tiro di interdizione!! I tratti tecnici più qualificanti dell’R -93 sono, senza dubbio, i seguenti:


- Il passo di rigatura di 1 giro in 11”, che unito alla canna da 600mm di lunghezza permette ampia possibilità di scelta per quanto concerne le munizioni da impiegare
- Il calcio il lega leggera, assolutamente esente da pericolosi fenomeni di torsione o  deformazione
- Il caricatore con speciali labbra di guida per le munizioni


Così come avviene (purtroppo) per MOLTI altri fucili attualmente in circolazione, anche per l’R - 93 non si conosce la munizione utilizzata dai tecnici della Blaser durante la fase progettuale. Questo (grave) difetto è parzialmente eliminato dalla tipologia del passo di rigatura utilizzato. Infatti, il passo di rigatura di 1 giro in 11” rende ragionevolmente POSSIBILE spaziare da 150 a 190 grs. di peso, con una netta prevalenza per le palle di peso “medio” o “massimo”. Tra le potenziali ricariche UTILI per eventuali clienti istituzionali, si segnalano le seguenti:


- 45.0 grs. di W-W 748, inneschi CCI# 200 - BR 2, palla Lapua “D - 46” da 185 grs., tipo FMJ/SN - BT
- 48.5 grs. di W-W 760, inneschi CCI# 200 - BR 2, palla Sierra “MatchKing” da 190 grs., tipo HPBT
- 46.5 grs. di H - 380, inneschi CCI#200 - BR 2, palla Sierra “MatchKing” da 190 grs., tipoHPBT


Infine, per quanto concerne la produzione commerciale NON possono e NON devono essere dimenticate:


- Le Federal “Gold Medal” Match Rifle Cartridges con palla da 175 grs. tipo HPBT
- Le Lapua “D - 46” con palla da 170 grs. tipo FMJ/SN - BT
- Le Lapua “D - 46” con palla da 185 grs. tipo FMJ/SN - BT
- Le Norma “Heavy Match Ammo” con palla da 190 grs. tipo HPBT


In definitiva, si tratta di un ECCELLENTE prodotto, qualitativamente superiore rispetto alla media attuale, ed idoneo a soddisfare le esigenze delle FFAA e di Polizia, ma che finora non ha avuto il successo ed il riconoscimento che meritava.



                                                                                       SCHEDA TECNICA



FABBRICANTE = Blaser Jagdwaffen GmbH, Isny am Allgau 88316 - Germania
MODELLO = R - 93 “Tactical
TIPO = fucile di precisione, a ripetizione ordinaria, per impieghi speciali
CALIBRO = 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA = brevetto originale Blaser basato su un otturatore a corsa lineare, in apertura ed in chiusura, del tipo ad espansione radiale autocentrante
CANNA = lunga 600 mm, di tipo pesante ma dotata di scanalature di alleggerimento, con rigature costanti e passo di 1 giro in 11”, realizzata in acciaio al Cromo - Molibdeno
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite caricatore prismatico amovibile della capacità di 10 colpi
SCATTO =  in due tempi, totalmente regolabile
ESTRATTORE = a gancio
ESPULSORE = a pistoncino, solidale alla testa dell’otturatore
MIRE = mire metalliche assenti; arma già predisposta per il montaggio dell’ottica
SICURA =  a due posizioni, posta dietro la coda dell’otturatore
IMPUGNATURA = a pistola, di tipo fortemente squadrato
PESO = 5,4 Kg (arma scarica e senz’ottica)
MATERIALE = calciatura modulare in lega d’Alluminio aeronautico; castello in acciaio legato e canna in acciaio al Cromo - Molibdeno
LUNGHEZZA = 1105 mm
FINITURA = arma completamente di colore nero
NOTE = arma disponibile anche nei calibri 7,5x55 mm ex - ordinanza svizzero, .243 Winchester e 6 mm BR; scatto totalmente regolabile per peso e lunghezza; canna in acciaio speciale ricavata per rotomartellatura e totalmente flottante; calcio dotato di poggiaguancia regolabile in altezza e calciolo integrabile con distanziali da 4 mm di spessore; possibilità di alzare / abbassare il calcio di ± 30 mm grazie ad un terzo punto d’appoggio posteriore; arma dotata di bipiede Parker - Hale e di supporto antiscivolo (anteriore) per la mano debole; caricatore prismatico amovibile con labbra speciali di guida per la cartuccia durante la fase di  alimentazione; freno di bocca standard, con feritoie plurime, per ridurre il rinculo


§3 - alcuni sistemi semicompatibili con le esigenze delle FF.AA.: Mauser 66 -SP, Mauser SR - 86, Steyr SSG - 69 P II, Walther WA - 2000 e Beretta modello “S”


segue - Mauser 66 SP


Il Mauser 66 - SP rappresenta il capostipite di una serie di sistemi d’arma destinati al tiro di interdizione realizzati dalla famosa ditta tedesca, a partire dagli anni ‘70, per fare fronte ad una serie di richieste sempre più pressanti provenienti da clienti professionali. Si tratta, in realtà , di un sistema d’arma dedicato più che altro alle Forze dell’Ordine che non, piuttosto, alle FF.AA., com’è facilmente intuibile dalla sua estetica e dalla sua ergonomia estremamente particolari. Per ottenere il massimo in termini di precisione la Mauser consiglia l’utilizzo di cartucce RWS in calibro 7,62x51 mm con palla da 190  grs. tipo HPBT. Con queste cartucce la Mauser garantisce una rosata (di 3 colpi) di 15 mm a 100 m e di 35 - 40 mm a 300 mm, risultati che però non sono stati riscontrati da chi utilizza o ha utilizzato in passato questo sistema d’arma. Una verifica più accurata, comprensiva di diversi tipi di munizioni, ha dato i seguenti risultati (N.B. tutte le rosate sono di 3 colpi):


- Federal “Gold Medal” con palla da 168  grs. tipo HPBT = 26 mm a 100 m, 48 mm a 200 m
- Norma “Moly Match” con palla da 168  grs. HPBT = 44 mm a 100 m, 50 mm a 200 m
- Sako “Super Match” con palla da 190  grs. tipo HPBT = 48 mm a 100 m, 52 mm a 200 m
- RWS “Match” con palla da 190  grs. tipo HPBT = 50 mm a 100 m, 56 mm a 200 m


Come si vede l’arma NON è in grado di esprimere in maniera effettiva i risultati garantiti dalla Mauser in termini di precisione intrinseca, e questo avviene per una svariata pluralità di motivi. In primo luogo la calciatura, adatta ad un fucile da tiro ma non per un sistema d’arma specifico per le FF.AA., non consente di effettuare una solida incassatura dell’azione, il che si traduce in movimenti parassiti ed oscillazioni eccessive durante il tiro. Naturalmente la presenza di una fase armonica di tipo “anomalo” si concreta in una precisione intrinseca alquanto mediocre: 26 mm a 100 m con le Federal “Gold Medal” sono davvero troppi !! In secondo luogo la qualità della canna è troppo scarsa per tentare di ottenere risultati di rilievo in termini di precisione. Per motivi che non sono noti, la Mauser ha insistito, e continua ad insistere tuttora con i modelli più recenti (v. ad esempio il modello M - 86 SR), per una banalissima canna con 4 rigature realizzata per rotomartellatura la cui qualità è molto scarsa. Del resto, semplice verifica delle variazioni presenti all’interno della medesima (c.d. tamponatura) effettuata con gli appositi strumenti (tamponi) mette immediatamente in evidenza variazioni di molto superiori al centinaio di micron, il che si traduce in una pessima precisione intrinseca. In terzo luogo, la presenza di un grilletto con una forma modificata per le gare di tiro a segno dovrebbe fare presagire la vera natura di quest’arma. Anche se reclamizzata come “...arma di precisione per impieghi speciali...”, il Mauser 66 - SP è un’arma NON adatta alle FF.AA. e che, addirittura, difficilmente si adatta anche alle esigenze delle Forze dell’Ordine. Tempo fa questo sistema d’arma interessò il nostro Ministero della Difesa il quale ne acquistò diversi esemplari, molti dei quali furono destinati all’Arma dei Carabinieri. Di fatti si trattò di un’inutile spreco di denaro pubblico da parte del Ministero, anche e soprattutto perché l’arma NON era in grado di garantire i risultati promessi. Ad ogni modo, gli esemplari ancora ad inventario possono essere facilmente ricondizionati al fine di migliorarne la precisione e di mantenerli ancora in stato di attività. Dal momento che l’azione del Mauser 66 - SP è ottima, possono essere eseguite le seguenti operazioni:


- Sostituire la canna originale con una da competizione  = la rimozione della canna originale con una da competizione di tipo pesante (N.B. diametro esterno 20 - 22 mm) riduce di molto la  fase armonica dell’arma e garantisce rosate di 10 - 15 mm a 100 m con munizioni ad  hoc per circa 10000 colpi
- Sostituire la vecchia calciatura con una in materiale sintetico = si rammenta in questa sede che la McMillan realizza in esclusiva per la Mauser una calciatura adatta al modello 66 - SP ed ai suoi derivati che DEVE essere acquistata per sostituirla a quella originale in legno, la quale determina l’insorgere di movimenti parassiti che inficiano la precisione di tiro
- Effettuare una perfetta operazione di incassatura  =  una volta acquistata una calciatura in materiale sintetico, la realizzazione di una operazione di incassatura su canotti è determinante al fine di mantenere inalterata la precisione di tiro al variare delle condizioni atmosferiche e degli ambienti operativi


Allo stato attuale l’arma NON è più in produzione. È tuttavia preferibile che i Reparti che hanno ad inventario simili armi, provvedano al loro ricondizionamento, invece di spendere inutilmente altro denaro pubblico per acquistare “armi nuove” in sostituzione dei “vecchi” Mauser 66-SP !! Relativamente al sistema di puntamento, dovrebbe fare riflettere il fatto che la Mauser offre l’arma con uno Zeiss “Diavari” da 1,5 - 6x42 mm dotato di reticolo #4, cioè un reticolo più adatto al tiro a segno che al tiro di interdizione. Viste quelle che sono le esigenze operative e le condizioni nelle quali le FF.AA. devono agire, quest’ottica risulta alquanto fuori luogo. Per l’impiego da parte delle FF.AA. si consiglia vivamente  il Kahles ZF - 95 “10x”, lo Schmidt und Bender 10x40 mm “Military” o l’Hensoldt 10x40 mm limitatamente alla produzione europea, mentre per quanto riguarda la produzione statunitense si consiglia il Leupold Mk - IV M1 o M3, entrambi da 10x40 mm con reticolo millesimale. Infine, stante il fatto che alcuni esemplari del Mauser 66 - SP furono acquistati per il Centro di Perfezionamento al Tiro dell’Arma dei Carabinieri, per l’impiego da parte delle Forze dell’Ordine si consiglia lo Schmidt und Bender 2,5 - 10x56 mm con torrette modificate dalla Accuracy International.



                                                                                           SCHEDA TECNICA



FABBRICANTE = Mauser Werke Oberndorf GmbH, Postfach 1349/1360, Oberndorf am Neckar, 78722, Germania
MODELLO = 66 - SP
TIPO = fucile di precisione per impieghi speciali
CALIBRO = 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA = sistema Mauser modificato con due alette di chiusura in testa
CANNA = lunga 680 mm, ricavata per rotomartellatura con 4 rigature destrorse con passo costante di 1 giro in 12”
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite serbatoio fisso della capacità di 3 cartucce
SCATTO =  in due tempi di tipo regolabile da 900 a 2000 grammi
ESTRATTORE = a unghia di tipo Mauser
ESPULSORE =  fisso, a lamina, di tipo Mauser
MIRE = mire metalliche assenti; l’arma monta di serie uno Zeiss “Diavari” da 1,5 - 6x42 mm con reticolo Zeiss # 4
SICURA = a due posizioni posta dietro la coda dell’otturatore sul lato destro dell’arma
IMPUGNATURA = a pistola di tipo fortemente squadrato con foro di passaggio per il pollice
PESO = 6,2 Kg scarico
MATERIALE = calciatura in noce, parti metalliche in acciaio trilegato
LUNGHEZZA = 1115 mm
FINITURA = parti metalliche brunite; parti lignee trattate ad olio
NOTE = arma dotata di freno di bocca lungo 95 mm con 5 paratie e foro di egresso incassato; calciatura con astina maggiorata, poggiaguancia regolabile e calciolo in gomma piena; impugnatura a pistola con foro di passaggio per il pollice e finitura a buccia d’arancia; scatto regolabile tramite apposita vite da 900 a 2000 grammi e grilletto con superficie maggiorata tramite apposito zoccolo;


segue - Mauser 86 - SR



Il Mauser 86 - SR è il principale discendente del modello 66 - SP e rappresenta la sua evoluzione diretta nel settore dei fucili destinati al tiro di interdizione. Pur essendo un’evoluzione del modello preesistente, il modello 86 - SR incorpora ancora numerosi difetti del modello 66 - SP. In primo luogo NON si riesce a comprendere per quale motivo la Mauser abbia voluto insistere nel mantenere la classica canna con 4 rigature ricavata per rotomartellatura che è palesemente inferiore alle canne da competizione realizzate con procedimenti più raffinati. Inoltre, resta del tutto oscuro il motivo della scelta di una calciatura in legno che, oltre ad avere una linea piuttosto inadatta alle esigenze delle FF.AA., continua a dare i soliti problemi di stabilità e tenuta che già caratterizzavano il modello 66 - SP. Si tenga presente che molti esemplari appartenenti ai primi lotti di produzione, avevano una finitura che era a dir poco “...appariscente...” (il grigio metallizzato della canna ed il bianco della calciatura erano praticamente riflettenti!!) ed era del tutto inadatta alle esigenze delle FF.AA.. Fortunatamente la McMillan realizza una calciatura specifica per il modello 86 - SR che la Mauser offriva come optional fino a poco tempo fa. La sostituzione di questa calciatura con quella originale è estremamente funzionale non solo perché può essere scelta in colorazione mimetica (Standard Camo), che è molto più idonea alle esigenze delle FF.AA., ma anche perché consente la realizzazione di un’incassatura su canotti (o su fibra di vetro) che può migliorare enormemente la costanza nelle prestazioni di tiro. Se poi si sostituisce alla scadente canna originale una “vera” canna da competizione, i risultati in termini di precisione miglioreranno enormemente. Per quanto concerne la canna va segnalato che, se l’arma viene utilizzata dalle Forze dell’Ordine va bene il passo classico di 1 giro in 12” (cioè lo stesso adottato dalla Mauser nella canna originale), mentre se l’arma viene utilizzata dalle FF.AA. allora è preferibile optare per un passo da 1 giro in 11”, anche se almeno TEORICAMENTE, con una canna così lunga il passo di 1 giro in 12" dovrebbe offrire buone capacità di stabilizzazione. Per le restanti operazioni di ricondizionamento si rimanda a quanto già esposto in riferimento al Mauser 66 - SP. Allo stato attuale l’arma è in via di esaurimento, essendo destinata ad essere sostituita da armi più recenti, ed in particolare dai Mauser modelli 93, 94 e 96. Giova segnalare che, attenta alle critiche provenienti dalla propria clientela, la Mauser ha iniziato la commercializzazione del modello 86-SR con il SOLO calcio in materiale sintetico negli ultimi anni di produzione ufficiale dell’arma in commento. Questo ha portato ad un deciso aumento della precisione, dal momento che nella peggiore delle ipotesi, la rosata massima è di circa 24 mm a 100 m (3 colpi), anche se la Mauser non specifica ne il tipo di munizione utilizzata, ne la munizione attorno alla quale l’arma è stata progettata.



                                                                                      SCHEDA TECNICA



FABBRICANTE = Mauser Werke Oberndorf GmbH, Postfach 1349/1360, Oberndorf am Neckar, 78722, Germania
MODELLO = 86 - SR
TIPO = fucile di precisione per impieghi speciali
CALIBRO = 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA = sistema Mauser standard con due alette di chiusura in testa
CANNA =  lunga 635 mm (con freno di bocca di 95 mm per un totale di 730 mm) ricavata per rotomartellatura dotata di 4 rigature con passo costante di 1 giro in 12”
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite caricatore prismatico amovibile da 9 colpi
SCATTO = a due tempi, totalmente regolabile da 900 a 2000 grammi (da 800 a 1600 grammi nei modelli più recenti)
ESTRATTORE = tipo Mauser, a unghia
ESPULSORE = fisso, a lamina, tipo Mauser
MIRE = mire metalliche assenti nella versione di base; l’arma monta di serie uno Zeiss “Diavari” da 1,5 - 6x42 mm
SICURA = a due posizioni (bloccante la catena di scatto) posta dietro la coda dell’otturatore sul lato destro dell’arma
IMPUGNATURA = a pistola con foro di passaggio per il pollice
PESO = circa 6,5 Kg scarico
MATERIALE = legno, laminato o massiccio, per la calciatura; acciaio trilegato per la canna
LUNGHEZZA = 1270 mm
FINITURA = grigio opaco o nero per le parti metalliche; finitura variabile per le parti lignee (dipendente dal tipo scelto)
NOTE = disponibili tre tipi di calciature in legno classico, laminato ed in materiale sintetico; arma predisposta per l’utilizzo di sistemi di puntamento notturni e diurni omologati NATO; disponibile con azione specifica per tiratori mancini; disponibili mirino protetto da tunnel e diottra micrometrica per il tiro a segno accademico; possibilità di applicare un bipiede Harris  o Parker - Hale sull’astina


segue - Steyr SSG-69 "Police"


Un sistema d’arma che ha marginalmente interessato il nostro Ministero della Difesa e le nostre FF.AA. in genere è stato lo Steyr modello SSG 69 Police. Prodotto in Austria dal gruppo industriale Steyr - Daimler - Puch, lo Sharfschutzengewer 69, o SSG-69, è uno dei più noti fucili presenti sul mercato europeo (civile) delle armi di precisione. Progettato sul finire degli anni ‘60 e commercializzato per la prima volta nel 1969 (dal cui il suffisso “69”), esso rappresenta attualmente l’arma base non solo dei tiratori scelti delle FF.AA. austriache, ma anche delle FF.AA. o di Polizia di altri Paesi europei e non. Nel corso del tempo la Steyr ha prodotto una versione silenziata (P-IV), una camerata per il calibro .243 Winchester (un calibro adatto SOLO alla caccia dei piccoli ungulati e non alle esigenze delle FF.AA.), una c.d. “evoluta” denominata P - II ed una “super evoluta” (P-III). Quest’ultima è quella che interessa maggiormente le FF.AA., stante il suo basso prezzo e la buona qualità globale. Si tratta di un’arma basata su una canna realizzata per martellatura a freddo (tecnica sviluppata proprio dalla Steyr), una calciatura in materiale sintetico derivato dall’ABS (c.d. Cycolac) ed un caricatore da 10 colpi del tipo a chiocciola. Quest’ultimo deriva dai vecchi caricatori Steyr in uso nella Prima Guerra Mondiale, con la sola differenza che questo è realizzato in materiale plastico (in alcuni punti addirittura trasparente), mentre quelli utilizzati durante il primo conflitto mondiale erano in materiale metallico. Il tratto distintivo di quest’arma è senza dubbio costituito dall’azione estremamente robusta e compatta, derivante dalla vecchia azione Steyr - Mannlicher, e caratterizzata da una chiusura posteriore (invece che anteriore) con 6 alette (appaiate 2 a 2). Gli unici due potenziali DIFETTI sono rappresentati dalla costruzione del caricatore e del pomello della manetta dell’otturatore in materiale sintetico, poiché è già stato ampiamente dimostrato che l’uso intenso può provocarne facilmente la rottura: naturalmente si tratta di un problema che interessa esclusivamente le FF.AA. e non, piuttosto, quelle di Polizia. Proprio per questo motivo, molte FF.AA. che hanno adottato o hanno ad inventario il modello SSG - 69 hanno sostituito il pomello della manetta dell’otturatore con uno analogo realizzato in metallo ed hanno fatto una buona scorta di caricatori di riserva. Per quanto concerne i caricatori, va segnalato che il modello standard per il mercato civile è quello da 5 colpi, mentre quello standard per il mercato internazionale delle FF.AA. (o di Polizia) è quello da 10 colpi. A parte la sua debolezza strutturale, il caricatore offre comunque il vantaggio di essere inserito nell’arma in maniera tale da scongiurare qualsiasi perdita accidentale. Per quanto concerne la mera precisione intrinseca, i primi modelli (P - I) realizzavano rosate da circa 400 mm ad 800 m, mentre con le canne pesanti montate sui modelli P - II si riesce a scendere anche sotto i 350 mm a 800 m: questo è il motivo principale per cui le FF.AA. devono indirizzarsi sui modelli più recenti. L’arma esce dalla fabbrica corredata dalla stupenda ottica Kahles ZF - 84 (oggi ZF-95) da 6x42 mm, dotata di reticolo con capacità telemetriche pretarato fino a 800 m. Su richiesta è possibile fare installare il Kahles ZF - 84 da 10x40 mm con reticolo pretarato fino a 1000 m, che sicuramente è il più indicato per le esigenze delle FF.AA., mentre il modello base (cioè il 6x42mm) è più specifico per le Forze dell’Ordine. Sono altamente SCONSIGLIATI per le FF.AA.:


- I modelli camerati per il calibro .243 Winchester
- I modelli con il doppio grilletto


Di estremo interesse per le FF.AA. e di polizia, è il modello P-III che somiglia al modello P-II per quanto concerne alcuni aspetti tecnici (assenza di mire metalliche, canna pesante, pomello della manetta d’armamento maggiorato, etc.) ma si differenzia dal medesimo per altri aspetti. Le differenze principali riguardano la presenza dei seguenti elementi:


- Canna pesante da 660 mm (26”)
- Attacchi per mire metalliche standard idonee alle competizioni UIT
- Calciatura prodotta dalla HS Precision, realizzata in kevlar e fibra di carbonio con inserti in  alluminio aeronautico


Nonostante si tratti del miglior modello prodotto dalla Steyr, per motivi non chiari esso non ha mai avuto un successo commerciale rilevante. Come ultima nota si ricordi che lo Steyr SSG è in grado di accogliere una vasta pluralità di sistemi di puntamento diurni e notturni omologati NATO ed è dotato di un originalissimo sistema di sgancio rapido del sistema di puntamento.



                                                                                        SCHEDA TECNICA


FABBRICANTE = Steyr Mannlicher Aktiengesellschaft, P.O. Box 1000, Mannlicherstrasse 1 - 4400 Steyr (Austria)
MODELLO = SSG 69 P (Police) - II
TIPO =  fucile di precisione per impieghi speciali
CALIBRO =7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA = a ripetizione ordinaria con otturatore a chiusura posteriore dotato di 6 alette di tenuta
CANNA = realizzata per rotomartellatura da 650 mm con 4 rigature destrorse a passo costante
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite caricatore “a chiocciola” da 5 o da 10 colpi
SCATTO = completamente regolabile
ESTRATTORE = a gancio
ESPULSORE = a molla
MIRE = mire metalliche assenti, l’arma monta di serie un Kahles ZF - 95 da 6x42 mm
SICURA = a due posizioni posta dietro la coda dell’otturatore sul lato destro dell’arma
IMPUGNATURA = a pistola
PESO = circa 4 Kg scarico e senz’ottica
MATERIALE = calciatura in ABS (Cycolac), parti metalliche in acciaio trilegato
LUNGHEZZA = 1140 mm
FINITURA = calciatura e parti metalliche in colore nero
NOTE = arma disponibile anche in calibro .243 Winchester (altamente sconsigliato per le FF.AA.!!); calciatura con distanziali opzionali in grado di modificarne la lunghezza; canna con un passo di 1 giro in 12” dotata di volata incassata; attacchi per ottica a sgancio rapido; astina già modificata per l’applicazione del bipiede; disponibili anche le versioni con calciatura di lusso e canna lunga (P-III) e silenziata a canna corta (P-IV)



segue - Walther WA-2000


Un altro sistema d’arma che ha interessato marginalmente le nostre FF.AA. è stato il Walther modello WA - 2000. Un discreto quantitativo è stato acquistato del Ministero della Difesa per conto del Centro di Perfezionamento al Tiro dell’Arma dei Carabinieri, anche se l’esborso complessivo marcatamente elevato ne ha limitato, di molto, la diffusione. Realizzato sul finire degli anni ‘70 per fare fronte alla minaccia del terrorismo internazionale e commercializzato per la prima volta nel 1981, il Walther modello WA - 2000 è noto per essere definito “...la Rolls - Royce dei fucili di precisione...”. Si tratta di un sistema d’arma a ricupero di gas realizzato in configurazione invertita ed estremamente compatta (bull-pup style). Utilizza una canna scanalata, rigidamente fissata al castello e ad una flangia a ridosso della volata, in modo tale da ridurre il più possibile la “fase armonica” della medesima durante il fuoco. Particolare attenzione in fase costruttiva è stata posta dai progettisti per fare in modo che l’asse della canna fosse il più possibile parallelo all’asse della spalle del tiratore al fine di ridurre l’impennamento dell’arma (specie durante il tiro rapido). La canna con sole 4 rigature destrorse non è esattamente il massimo, anche se la Walther la presenta come  “...canna di precisione...”, tuttavia l’intero sistema d’arma può essere ricondizionato sostituendo la canna originale con una “vera” canna da competizione dopo i canonici 10000 colpi (corrispondenti alla vita operativa media della canna): canne prodotte da Shilen, Hart o Schneider miglioreranno i risultati (in termini di precisione) del 70 - 80%!! Naturalmente l’utilizzo di munizioni di elevata qualità è imperativo anche in questo caso, e la cosa potrebbe creare dei problemi se il calibro scelto fosse il .300 Winchester Magnum. Se si eccettuano le munizioni realizzate all’interno del Centro di Addestramento al Tiro dell’Esercito americano di Fort Benning (Georgia, USA), per moltissimo tempo sul mercato civile, le munizioni da competizione per il .300 Winchester Magnum erano praticamente inesistenti. Solo di recente la Federal ha risolto questo problema introducendo sul mercato una munizione specifica per il tiro di interdizione nell’ambito della sua linea Gold Medal. Va però detto che al di fuori di quanto prodotto negli USA non esistono “vere e proprie” munizioni da competizione per il .300 Winchester Magnum!! Pur essendo gli USA membri della NATO, queste cartucce sono pressoché inesistenti in Europa, per cui se la scelta del Ministero dovesse essere quella di indirizzarsi in maniera più marcata verso questo sistema d’arma per il prossimo futuro, sarà necessario prendere in considerazione i seguenti dati:


- O si sceglie il calibro 7,62x51 mm NATO risolvendo il problema ab initio
- O si da il via alla produzione di cartucce di precisione in calibro .300 Winchester Magnum, direttamente (con opifici del Ministero stesso) o tramite appaltatori esterni se la scelta  dovesse cadere su questo calibro


Si ricordi che se la scelta fosse quella del calibro .300 Winchester Magnum, la canna dovrà avere un passo di rigatura di 1 giro in 10”, mentre la munizione dovrà avere:


- Un peso di palla compreso tra i 190 (minimo) ed i 220  grs. (massimo)
- Una morfologia di tipo FMJ/BT
- Un coefficiente balistico compreso tra 0,550 e 0,650 (± 0,005)
- Una precisione intrinseca tale da garantire una rosata di 3 colpi compresa tra i 10 ed i 15 mm a 100 m


Va segnalato che, allo stato attuale, la ditta produttrice non ha mai reso noto quale sia stata la  munizione attorno alla quale l’arma sia stata costruita. Alcuni commentatori affermano che, per quanto concerne il calibro 7.62 Nato, la cartuccia sarebbe basata sulla palla da 185 grs. tipo FMJSN, di produzione Lapua (tipo D-46), lanciata a circa 760 m/s. Questa tesi sembrerebbe confermata, anche se in via ufficiosa, dalla stessa casa costruttrice. Più nebulosa, invece, la questione relativa alla munizione di base per il calibro .300 Winchester Magnum. Taluni affermano che si tratterebbe di una cartuccia basata sulla stessa palla utilizzata per il calibro 7.62 Nato, con la sola differenza di essere lanciata a circa 900 m/s (sembra con 74.0±1 grs. di Norma MRP), anche se in realtà non c’è nulla di certo. Purtroppo l’arma in questa cameratura è sempre stata provata con munizioni adatte all’impiego venatorio, per cui non si sa molto sulla sua reale precisione intrinseca. Prove informali con munizioni di elevata qualità, hanno permesso di ottenere rosate di 12-18 mm a 100 m, il che fa ben sperare per eventuali impieghi pratici. Non si sa, invece, assolutamente nulla sulle potenzialità offerte dalla cameratura in 7,5x55 mm. Pur essendo molto  ben fatto ed abbastanza robusto, il Walther WA - 2000 è altamente sconsigliato per l’uso generalizzato (e quindi l’adozione) da parte delle FF.AA. per i seguenti motivi:


- Il peso eccessivo
- Il costo eccessivo
- L’eccessiva delicatezza richiesta per il maneggio e l’utilizzo


Nonostante questi difetti, se da un lato il WA - 2000 NON è per nulla adatto per le FF.AA., esso è, al contrario, perfettamente idoneo all’impiego da parte delle Forze dell’Ordine. Lo smontaggio e la manutenzione ordinaria da parte degli armieri di Reparto sono estremamente semplici, così come altrettanto semplici sono lo smontaggio e la sostituzione della canna. Per rimuovere la canna è sufficiente compiere in sequenza le seguenti operazioni:


- Smontare i manubri d’armamento
- Smontare le placche laterali di tenuta
- Rimuovere la rotaia inferiore
- Allentare la ghiera di tenuta  


Il calibro 7,62x51 mm NATO rende il WA - 2000 idoneo per l’impiego generale da parte delle Forze dell’Ordine (N.B. con una canna così lunga è possibile utilizzare palle fino ad un MASSIMO 190grs. di peso senza problemi!!), mentre la cameratura per il calibro .300 Winchester Magnum (con la palla da 190 - 200  grs.) lo rende idoneo per risolvere situazioni ad alto rischio come quelle del soccorso ostaggi trattenuti presso banche o aerei.



                                                                                        SCHEDA TECNICA



FABBRICANTE
= Carl Walther GmbH SportWaffenFabrik, Postfach 4325, 7900 Ulm, Germania
MODELLO = WA - 2000
TIPO = fucile di precisione per impieghi speciali
CALIBRO  = . 300 Winchester Magnum
MECCANICA = apertura a  ricupero di gas e chiusura ad otturatore rotante con 7 alette in testa
CANNA = da 650 mm ricavata per rotomartellatura con 4 rigature destrorse a passo costante di 1 giro in 10”
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite caricatore prismatico amovibile da 6 colpi di tipo monofilare
SCATTO = in due tempi, completamente regolabile da 1200 a 1400 g
ESTRATTORE = a gancio, imperniato sulla testa dell’otturatore
ESPULSORE = a puntone, imperniato sulla testa dell’otturatore e caricato a molla
MIRE
= mire metalliche assenti, l’arma monta di serie uno Schmidt und Bender 2,5 - 10x56 mm
SICURA = ambidestra, a due posizioni, posta sopra il grilletto
IMPUGNATURA = a pistola, fortemente squadrata e con ampio foro di passaggio per il pollice
PESO = circa 7 Kg scarico e senz’ottica (oltre 8 Kg in assetto operativo)
MATERIALE = calciatura in legno essiccato e trattato con resina epossidica; parti metalliche in acciaio trilegato
LUNGHEZZA = 905 mm
FINITURA = parti metalliche brunite antiriflesso, parti lignee trattate in resina epossidica
NOTE = disponibile anche con cameratura per i calibri 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester) e 7,5x55 mm (noto come 7,5 ex - Ordinanza Svizzero); arma modificabile per l’uso da parte dei tiratori mancini; disponibile anche con ottica Schmidt und Bender da 2,5-10x56 dotata di compensatore di caduta (BDC); bipiede integrale flottante su rotaia; disponibile a scelta con scatto diretto o in due tempi; freno di bocca - rompifiamma standard in grado di ridurre il rinculo e la vampa di bocca di circa il 50%


segue - Beretta modello "S"


Un sistema d’arma che ebbe scarsa fortuna in campo commerciale è stato il Beretta modello ”S”. Si tratta di un derivato della serie 500 realizzato e commercializzato verso la metà degli anni ‘70 del XX secolo, durante la fase di massima espansione del mercato delle armi di precisione per impieghi speciali. Si tratta di un fucile con impostazione meccanica di tipo “classico” che incorpora una serie di “...migliorie tecniche...” le quali, secondo la casa produttrice, dovrebbero massimizzare i risultati di tiro e la relativa precisione. Tra le varie migliorie tecniche la Beretta annovera la canna di tipo pesante, la calciatura con poggiaguancia regolabile ed astina di tipo maggiorato, uno speciale poggiamano incorporato nell’astina, mire metalliche di emergenza e bilanciatore armonico (un tubo contenente del Mercurio che dovrebbe agire da smorzatore delle vibrazioni indotte dallo sparo). Secondo gli intendimenti dei tecnici della Beretta, anche se in linea del tutto teorica, il modello “S” avrebbe dovuto costituire il sistema d’arma moderno delle nostre FF.AA., anche se di fatto il fucile ebbe scarsa fortuna. Purtroppo, ad un attento esame  tecnico, questo fucile si dimostra una dei peggiori mai prodotti dalla Casa di Gardone Val Trompia, ed i motivi di questo giudizio sono abbastanza evidenti. È un vero peccato che un prodotto italiano sia risultato così mal riuscito, anche perché la Beretta ha tutto il know-how necessario per realizzare, se lo volesse, armi di elevata qualità. I peggiori difetti del modello “S” possono essere così brevemente sintetizzati. La canna, che dovrebbe essere una canna di precisione, in realtà non è tale e le dimensioni esteriori leggermente più sostenute del normale NON devono trarre in inganno l’osservatore esterno. Non si tratta di una canna pesante, ne si tratta di una canna da competizione ma, piuttosto, di una banale canna con 4 rigature (a passo costante) ricavata per rotomartellatura con un grado di finitura piuttosto grossolano: la procedura di tamponatura conferma quanto testé esposto. Fortemente dubbiosa resta la necessità di incorporare delle mire metalliche “...per l’utilizzo in condizioni d’emergenza...”, tenuto conto del fatto che la Beretta le indica come “... in grado di colpire un bersaglio umano a distanze di 300 m e più...”, quando, presso le FF.AA., il tiro di interdizione avviene di norma a distanze superiori ai 300 m. Questa scelta rimane ancora di più opinabile se si pensa che, attualmente, la quasi totalità dei sistemi d’arma destinati al tiro di interdizione è sprovvista di mire metalliche! Proseguendo con l’analisi tecnica, la calciatura maggiorata, che dovrebbe migliorare la precisione di tiro, in realtà crea solo parecchi problemi all’operatore. Un rapida verifica tecnica alla modesta distanza di 100 m indica in maniera palese come non sia possibile ottenere quel grado di precisione minimo per le esigenze delle FF.AA.. Utilizzando le Federal “Gold Medal” come pietra di paragone, le rosate a 100 m sono state di 25 - 30 mm (su 3 colpi), mentre intervenendo nei limiti del possibile con la chiave dinamometrica, dopo alcuni colpi di rodaggio, si riesce a scendere tra i 22 ed i 25 mm (sempre a 100 m). Se questa verifica viene estesa su più giorni con condizioni atmosferico - climatiche difformi, i risultati in termini di precisione intrinseca sono destinati a peggiorare ulteriormente. Passando da un giorno di pioggia ad uno di sole, a soli 300 m la rosata “...si apre...” in maniera non accettabile!! Piuttosto criticabile è stata, inoltre, la scelta della Beretta di dotare l’arma di un cannocchiale di puntamento Zeiss “Diavari” da 1,5 - 6x42 mm con un reticolo più adatto al tiro sui bersagli cartacei che non al tiro di interdizione (cioè lo Zeiss # 4). Nessuno mette in discussione la qualità del prodotto in commento, tuttavia si tratta di un cannocchiale più adatto alla caccia che NON al tiro di interdizione. In tempi più recenti si è reso disponibile il reticolo “Z - Plex”, cioè il reticolo specifico per il tiro di interdizione, tuttavia sarebbe stato più logico optare un cannocchiale di tipo fisso, con maggiori ingrandimenti, dotato di un reticolo marcatamente “militare” e delle opportune protezioni esterne per le lenti. Per quanto concerne gli utilizzatori o presunti tali, voci di corridoio parlano di “...Corpi e Forze Speciali dello Stato italiano non ben identificate...”, anche se allo stato attuale non è dato conoscere dettagli più precisi. Certamente questi utenti hanno ha disposizione un prodotto di mediocre qualità che però potrebbe essere migliorato con una spesa esigua da parte dei Ministeri competenti e mantenuto comunque “in stato attivo” nel proprio inventario. Per i suggerimenti di carattere tecnico su questo aspetto si veda alla sezione 16 del presente paragrafo.



                                                                                       SCHEDA TECNICA



FABBRICANTE = Fabbrica d’armi Pietro Beretta SpA, via Beretta 18, 25163 Gardone Val Trompia, BS
MODELLO = S (Sniper)
TIPO = fucile di precisione per impieghi speciali
CALIBRO = 7,62x51 mm NATO (.308 Winchester)
MECCANICA = basata sull’azione delle serie 500, di derivazione Mauser, con otturatore girevole - scorrevole a due alette di chiusura in testa
CANNA = lunga 586 mm e ricavata per rotomartelltura, di tipo pesante e con 4 rigature destrorse a passo costante di 1 giro in 12”
PERCUSSIONE = diretta
ALIMENTAZIONE = tramite caricatore prismatico amovibile da 5 colpi
SCATTO =  in due tempi
ESTRATTORE = a gancio
ESPULSORE = fisso a lamina
MIRE = mirino fisso protetto da tunnel, tacca a foglietta regolabile; l’arma monta di serie uno Zeiss “Diavari” da 1,5 - 6x42 mm con reticolo # 4
SICURA = a due posizioni posta dietro la coda dell’otturatore sul lato destro dell’arma
IMPUGNATURA = a pistola con ampio foro di passaggio per il pollice
PESO = poco più di  7 Kg, scarico e senz’ottica
MATERIALE = legno stagionato per la calciatura, acciaio trilegato per le parti metalliche
LUNGHEZZA = 1165 mm
FINITURA = parti metalliche brunite antiriflesso; trattamento chimico sconosciuto per le parti lignee


§4 - alcuni criteri di ottimizzazione e di risparmio per le FF.AA.


Nel capitolato del Ministero della Difesa, la dotazione relativa agli acquisti per sistemi d’arma destinati al tiro di interdizione si aggira, in questi ultimi anni, attorno ai 5.000.000 di euro. Onde evitare inutili sprechi relativi all’acquisto di prodotti di qualità inferiore a quanto sostenuto dai rispettivi produttori, è possibile effettuare alcuni importanti tagli di spesa in riferimento al ricondizionamento di tutta una serie di unità preesistenti. Ricordando in primo luogo che la vita operativa media di una canna facente parte di un sistema d’arma destinato al tiro di interdizione ha una durata media di circa 10000 colpi, il primo atto da effettuare per compiere un drastico taglio alle spese è quello di sostituire tutte le canne delle unità già acquistate man mano che queste si usurano. Invece di spendere inutilmente denaro pubblico per acquistare un numero elevato di nuovi sistemi d’arma è molto più semplice ed economico acquistare canne da competizione, il cui costo oscilla tra 800 e 1.000  euro, e sostituirle a quelle usurate delle armi già in possesso dei singoli Reparti. Agendo in questo modo, armi un po’ datate come i Mauser 66 - SP o M - 86 SR possono essere riportate a nuova vita con un’operazione semplice ed economica. Per quanto concerne le marche, si consiglia di limitare la scelta a tre grossi produttori quali Shilen, Hart e Schneider, che sono, tra l’altro, fra i più qualificati e famosi. E preferibile che il Ministero si rivolga direttamente ad essi senza passare per il tramite di altri importatori italiani che farebbero ulteriormente salire i costi. La seconda operazione da effettuare al fine di migliorare la precisione del sistema d’arma, è quella di sostituire tutte le calciature in legno con altre di materiale sintetico. La cosa più semplice da fare è quella di acquistare delle calciature con un’anima di Alluminio aeronautico in modo che possano essere gli stessi armieri di Reparto ad effettuare lo smontaggio e la sostituzione senza doversi rivolgere a professionisti esterni e, quindi, senza ulteriori aggravi economici. Sarà sufficiente che gli armieri di Reparto rimuovano le vecchie calciature ed installino le nuove ricordando di serrare le viti di tenuta con la chiave dinamometrica tarata sul valore corretto (solitamente attorno ai 7,5 Nm). Con queste due semplicissime operazioni, e cioè per un costo complessivo di circa 1.000 - 1.500 euro (per ogni singola arma), il Ministero otterrebbe il risultato di dotare numerosi Reparti con sistemi d’arma eccellenti e duraturi senza dovere spendere cifre da capogiro per acquistarne di nuovi. Fatte queste operazioni basilari ai fini della precisione e della costanza dei risultati, l’ultimo passo da fare sarà quello di corredare le singole armi con le ottiche di puntamento più appropriate. Come si è già accennato in precedenza è necessario che l’ottica sia dotata del reticolo più adatto alle esigenze delle FF.AA., per cui devono essere scartate tutte le ottiche che incorporano reticoli da caccia o da tiro a segno, un tempo acquistate senza cognizione di causa da parte di numerose Unità ed Enti militari. Un’altra cosa importante è che l’ottica DEVE essere debitamente protetta dagli idonei coprilenti. Allo stato attuale i migliori in circolazione, ed i più diffusi tra le FF.AA. della NATO, sono quelli prodotti dall’americana Butler Creek, una piccola azienda che realizza, anche su ordinazione, coprilenti per qualsiasi tipo di ottica prodotta. Nel caso in cui dovesse essere necessario reperire un numero elevato di armi per il tiro di interdizione, una soluzione tampone potrebbe essere quella di “riconvertire” un certo quantitativo di Beretta “BM - 59” in fucili di precisione. In altre parole, dal momento che il BM - 59 , in pratica, la copia conforme del fucile M - 14 e che questo fucile è stato trasformato nel sistema d’arma M- 21, è ragionevole pensare di realizzare la stessa cosa anche con i vecchi BM - 59. La prima cosa da fare è quella di reperire, magari all’interno di una Regione Militare, un discreto quantitativo di BM - 59 per smontarli completamente ed ispezionarli. Questa operazione preliminare ha lo scopo di evidenziare eventuali deformazioni o cedimenti strutturali altrimenti non ravvisabili esteriormente. Una volta scartati gli esemplari con qualche anomalia si può procedere alla sostituzione dei componenti base. Si tratta, in altri termini, di procedere come segue:


- Sostituire la vecchia canna con una da competizione (N.B. normalmente si utilizzano canne  prodotte dalla Schneider o dalla Krueger per questo tipo di arma) di tipo pesante con  6 rigature a passo costante (N.B. il passo dovrebbe essere di 1 giro in 11" per canne di lunghezza inferiore ai 600mm)
- Sostituire il vecchio calcio con uno in materiale sintetico (N.B. la McMillan produce un calcio ad hoc per l’M - 14 / M - 21 che è adatto anche al BM - 59)
- Effettuare l’incassatura dell’azione al nuovo calcio verificando che non esistano movimenti parassiti
- Chiudere le viti di serraggio con la chiave dinamometrica regolata nella maniera corretta
- Reperire gli attacchi per ottica, ed i relativi anelli, più adatti al BM - 59 così modificato
- Procedere al montaggio del sistema ottico di puntamento prescelto


Terminata questa serie di operazioni potrà effettuarsi la taratura statica dell’arma (bore - sighting) tramite l’apposito collimatore (bore - sight) e, successivamente, sarà possibile effettuare la taratura vera e propria presso il poligono di tiro. Una volta che il BM - 59 è stato così modificato, utilizzando le giuste munizioni, cioè la cartuccia NATO M - 118 (o la sua “controparte” civile), si dovrebbero ottenere senza alcuna difficoltà rosate (di 3 colpi) di 18 - 20 mm di diametro a 100 m. Con questa semplice operazione il Ministero può avere a disposizione, in breve tempo, un gran numero di esemplari di BM - 59 modificati per il tiro di interdizione ad una cifra molto bassa. Se si considera che, nella peggiore delle ipotesi, la spesa complessiva per calciatura e canna si aggira sui 1.000 - 1.500 euro alle quali si deve aggiungere il costo dell’ottica (variabile tra i 1.000 ed i 1.500 euro a seconda del modello scelto) si può notare facilmente come, con una spesa di circa 3.000 euro (N.B. i prezzi sono quelli all'ingrosso per i fornitori del Ministero della difesa e non quelli del mercato civile !!), il Ministero e tutti gli Enti od i Reparti interessati possano avere a disposizione armi di qualità superiore ad un prezzo concorrenziale ed in brevissimo tempo. Si rifletta, in particolare, sul fatto che questa cifra corrisponde a circa 1/3 del costo complessivo di un sistema d’arma “dedicato” al tiro di interdizione ma realizzato con componenti molto più scadenti rispetto a quelli indicati in questa sede.


§5 - il calibro in particolare: i motivi della prevalenza del calibro 7,62x51 mm NATO


Prima di iniziare qualsiasi discussione sulla scelta del calibro, è NECESSARIO chiarire che, stante l’ampia portata della materia in commento, NON esiste un singolo calibro adatto per qualsiasi esigenza operativa !! Premesso che la munizione prescelta, qualsiasi essa sia, deve avere una serie di requisiti di base che ne giustifichino l’impiego (vedi più oltre), è assolutamente necessario utilizzare munizioni (calibri) diverse a seconda delle diverse esigenze che possono essere incontrate in concreto. In termini più semplici, così come è inutile utilizzare il calibro 7,62 NATO in quelle situazioni dove sarebbe più opportuno utilizzare (ad esempio) il calibro .338 Lapua Magnum, e viceversa, sarebbe altrettanto inutile pretendere di utilizzare quest’ultimo calibro in quelle situazioni dove sarebbe necessario utilizzare il .50 BMG (e viceversa). Il calibro, infine, andrà scelto a seconda della classe di appartenenza del sistema d’arma che si vuole utilizzare. Occorrerà cioè fare distinzione tra:


- Prima classe = fucili che impiegano cartucce non magnum (standard sniper rifle, altresì denominati light class sniper rifle)
- Seconda classe = fucili che impiegano cartucce magnum (magnum sniper rifle, altresì denominati medium class sniper rifle)
- Terza classe =  fucili che impiegano cartucce extra magnum (super magnum sniper rifle, altresì denominati heavy class sniper rifle)


Presso tutte le FF.AA. della NATO la scelta, in relazione alla prima classe, è caduta (da svariati decenni) sul calibro 7,62 NATO, e ciò per tutta una serie di motivi che verranno chiariti di seguito. Va da se che, così come già visto per le munizioni, anche per le singole classi (di sistemi d’arma) nessuna può sostituire tutte le altre, ma ognuna di essa andrà scelta in riferimento a quelle che sono le esigenze (tattiche) concrete. Durante la fase preliminare all’acquisto, occorre porre attenzione sul fatto che i vari modelli appartenenti alle diverse classi devono essere valutati secondo parametri differenti. Ad esempio, per quanto riguarda la distanza di valutazione minima si avrà che:


- Per la prima classe si fa riferimento ad una sola distanza, che è quella standard di 500 m
- Per la seconda classe si fa riferimento a due distanze di base che sono rispettivamente di 800  e 1200 m
- Per la terza classe si fa riferimento a due distanze di base che sono rispettivamente di 1000 e  1600 m


Naturalmente per ognuna di queste classi vengono effettuate prove integrative su distanze ridotte, le quali hanno tuttavia un valore probatorio ridotto in sede di decisione finale (circa l’acquisto). Anche per quanto concerne la rosata minima esistono delle profonde differenze. Infatti, considerando per semplicità la distanza di 100 m, mentre per le prime due classi la rosata minima è di 10 mm (normalmente su 5 colpi), per la terza classe la rosata minima è di 60 mm. Questa distinzione, apparentemente illogica, ha un suo significato se si pensa che normalmente più aumenta la potenza della cartuccia e più la precisione intrinseca tende a decrescere. Affinché il sistema d’arma con il quale la coppia di tiratori scelti viene equipaggiata sia efficiente sotto il profilo della balistica esterna e terminale, è necessario che sia camerato per un calibro dotato:


- Di un’elevatissima precisione intrinseca
- Di un’eccellente capacità di penetrazione su bersagli umani e materiali
- Di un eccellente stabilità in volo e di resistenza strutturale ottimale in caso di perforazione di materiali vetrosi (vetro, nelle sue varie tipologie) o simil - vetrosi (Lexan, Plexiglass,  etc.)
- Di un’eccellente stabilità nei confronti degli elementi atmosferici a lunga distanza (così da risultare scarsamente sensibile al vento trasversale)


Dall’analisi di questa tabella si comprendono benissimo quali sono i motivi per i quali il calibro 5,56x45 mm NATO NON è adatto nella maniera più assoluta ad essere utilizzato per il tiro di interdizione da parte delle FF.AA. Il calibro in commento, pur essendo dotato di una buona precisione intrinseca non è dotato:


- Di capacità di penetrazione sui bersagli umani e materiali
- Di stabilità sulle distanze normalmente utilizzate dai tiratori scelti
- Di resistenza al vento
- Di resistenza strutturale post-impatto


A complemento di predetta affermazione viene mostrata una tabella indicativa della deflessione imposta al calibro 5,56x45 mm NATO (con la munizione standard SS-109) da un vento trasversale (di 90°) di intensità crescente:



Db    
Tv (sec)  
Vr (m/s)  
Cv (cm)  
E'    
100  
0,11  
839,6   -5,95 1,98  
200 
0,24 
742,1 
-25,88  
4,31  
300  
0,38 
651,2  
-63,75  
7,08    
400  
0,55    
567,1 
-124,9  
10,36    
500 
0,74 
490,7  
-216,79  
14,45    
600    
0,96 
423,9 
-349,73 
19,43
700 
1,21  
369,5  
-537,55 
25,59    
800  
1,50 
330,4  
-797,31  
33,22    
900    
1,81  
304,1 *
-1146,84  
42,48    
1000  
2,15 
284,6 *
-1602,53  
53,42    




                                                          Deviazione con vento perpendicolare a 8 km/h (5 mph)

Db 
100m   200m   300m 
400m  
500m  
600m  
700m  
800m  
900m  
1000m    
Dv 
0,57  
2,39    
5,72 
10,86  
18,19  
28,14  
41,04 
56,91   75,33   95,88  



                                                         Deviazione con vento perpendicolare a 16 km/h (10 mph)
 
Db
100m  
200m  
300m  
400m  
500m  
600m    
700m    
800m   900m
1000m
Dv  
1,13  
4,78    
11,44  
21,72   36,39 
56,28  
82,08
113,82  
150,66 
191,76



                                                        Deviazione con vento perpendicolare a 24 km/h (15 mph)

Db 
100m  
200m  
300m
400m
500m
600m 
700m  
800m 
900m  
1000m  
Dv  
1,7  
7,17 
17,15  
32,57  
54,58  
84,42  
123,12   170,74
226 287,65 



                                                         Deviazione con vento perpendicolare a 32 km/h (20 mph)

   
Db  
100m  
200m
300m  
400m  
500m  
600m  
700m    
800 m 
900m
1000m
Dv   2,26 9,56
22,87  
43,43
72,77
112,56
164,16
227,65
301,34
383,55




                                                                                                NOTE

- Cartuccia = munizione NATO standard tipo SS -109 (Full Metal Jacketed - Sharp Nose con  palla da 62  grs. con Cb 0,307)
- Lunghezza totale = 57,4 mm ± 0,1 mm
- Propellente = 26,1 grs. di WC 844
- Struttura della palla = tripartita
- Taratura = 500 m
- Ottica = Schimdt und Bender 6x42 “Military
- Db = Distanza dal bersaglio in m
- Dv = Deviazione della palla in cm
- Tv = Tempo di volo in secondi
- Vr = Velocità residua in m/s
- Cv = Caduta verticale in cm
- E' = elevazione richiesta (in minuti primi) per colpire un bersaglio posto ad incrementi  progressivi di 100 m su terreno pianeggiante e partendo con l’arma perfettamente parallela al suolo (N.B. i valori indicati sono “puri” e necessitano di approssimazione in base al tipo di ottica utilizzata per cui, ad esempio, l’arrotondamento sarà agli 0,25' superiori se l’ottica è graduata in scatti ogni 0,25', oppure agli 0,50' superiori se  l’ottica è graduata in scatti ogni 0,50', etc)
- (*) = velocità subsonica


Db  
Tv (sec)  
Vr (m/s)  
Cv (cm) 
E'    
100  
0,11  
863,2  
-5,64  
1,88    
200 
0,24  
 741,4  
-24,85  
4,14  
300
0,38  
638,3 
-62,06 
6,89    
400  
0,55    
544,1  
-123,57  
10,29  
500 
0,75  
460,6 
-218,55  
14,57
600  
0,99    
391 
-360,19  
20,01    
700    
1,26  
340 
-566,25  
26,96 
800  
1,57   307,4 *    
-857,03  
35,71    
900  
1,91  
284,6 *  
-1251,63    
46,36    
1000  
2,28  
266,7 * 
-1767,56 
58,92    




                                                           Deviazione con vento perpendicolare a 8 km/h (5 mph)
    
Db 
100m 
200m  
300m  
400m  
500m  
600m  
700m  
800m    
900m  
1000m
Dv  
0,62  
2,66
6,41
12,29
20,81
32,5
47,63
65,83
86,51
109,37



                                                          Deviazione con vento perpendicolare a 16 km/h (10 mph)

Db 
100m  
200m  
300m  
400m 
500m  
600m  
700m 
800m
900m
1000m
Dv  
1,25  
5,31
12,81
24,57
41,62
65,01
95,26
131,65
173,02
218,75



                                                       Deviazione con vento perpendicolare a 24 km/h (15 mph)
       
Db
100m 
200m 
300m  
400m   500m   600m  
700m  
800m
900m
1000 m 
Dv  
1,87 
7,97
19,22
36,86
62,44
97,51
148,89  197,48
259,54
328,13



                                                        Deviazione con vento perpendicolare a 32 km/h (20 mph)

Db 
100m 
200m
300m
400m
500m
600m
700m
800m
900m 1000m 
Dv  
2,49
10,62 25,62
49,15
83,25  130,02
190,53
263,32  
346,06 
437,51



                                                                                                       NOTE

- Cartuccia = munizione ex standard NATO tipo M193 (Full Metal Jacketed - Sharp Nose con  palla da 55  grs. con Cb 0,269)
- Lunghezza totale = 57,4 mm ± 0,1 mm
- Propellente = 28,5 grs. di WC 844
- Struttura della palla = bipartita
- Taratura = 500 m
- Ottica = Schimdt und Bender 6x42 “Military”
- Db = Distanza dal bersaglio in m
- Dv = Deviazione della palla in cm
- Tv = Tempo di volo in secondi
- Vr = Velocità residua in m/s
- Cv = Caduta verticale in cm
- E' = elevazione richiesta (in minuti primi) per colpire un bersaglio posto ad incrementi progressivi di 100 m su terreno pianeggiante e partendo con l’arma perfettamente parallela al suolo (N.B. i valori indicati sono “puri” e necessitano di approssimazione in base al tipo di ottica utilizzata per cui, ad esempio, l’arrotondamento sarà agli 0,25' superiori se l’ottica è graduata in scatti ogni 0,25', oppure agli 0,50' superiori se l’ottica è graduata in scatti ogni 0,50', etc)
- (*) = velocità subsonica



Db  
Tv (sec) 
Vr (m/s) 
Cv (cm) 
E'    
100 
0,12  
 809,5  
-6,37  
2,12  
200  
0,25 
713,1    
-27,79  
4,63  
300  
0,40    
627  
 -68,6  
7,62
400  
0,57
547,4  
-134,54 
11,21  
500  
0,76  
475,3  
-233,45  
15,56    
600  
0,99  
412,8  
-376,07  
20,89    
700  
1,25 
362,5 
-576,52
27,45    
800  
1,54 
 326,6 *  
-851,67  35,48  
900 
1,86  
 302,2 *  
-1218,68  
45,14    
1000  
2,20  
283,6 * 
-1593,27  
56,44    




                                                           Deviazione con vento perpendicolare a 8 km/h (5 mph)

Db  
100m 
200m 
300m 
400m  
500m  
600m  
700m 
800m  
900m  
1000 m  
Dv  
 0,6 
2,56  
6,07  
11,44  
19,04  
29,25 
42,35  
58,3  
76,65 
97,04



                                                           Deviazione con vento perpendicolare a 16 km/h (10 mph)

Db 
100m 
200m  
300m  
400m  
500m    
600m  
700m
800m  
900m
1000m    
Dv  
1,21
5,11  12,15  
22,89  
38,08  
58,49
84,71   116,6   153,31  
194,09



                                                            Deviazione con vento perpendicolare a 24 km/h (15 mph)

 
Db  
100m  
200m
300m  
400m 
500m   600m
700m  
800m  
900m   1000m 
Dv 
1,81
7,67 
18,22
34,33 
57,12  
87,74
127,06  
174,9 
229,97
291,14



                                                            Deviazione con vento perpendicolare a 32 km/h (20 mph)


Db  
100m  
200m  
300m
400m  
500m
600m 
700m  
800m  
900m  
1000m  
Dv  
2,41  
10,23  
24,3
45,78 
76,16  
116,99   169,42  
233,2  
306,63
388,19




                                                                                                        NOTE

- Cartuccia = Federal Gold Medal HPBT (con palla da 69 grs. con Cb 0,301)
- Taratura = 500 m
- Ottica = Schimdt und Bender 6x42 “Military
- Db = Distanza dal bersaglio in m
- Dv = Deviazione della palla in cm
- Tv = Tempo di volo in secondi
- Vr = Velocità residua in m/s
- Cv = Caduta verticale in cm
- E' = elevazione richiesta (in minuti primi) per colpire un bersaglio posto ad incrementi progressivi di 100 m su terreno pianeggiante e partendo con l’arma perfettamente parallela al suolo (N.B. i valori indicati sono “puri” e necessitano di approssimazione in base al tipo di ottica utilizzata per cui, ad esempio, l’arrotondamento sarà agli 0,25' superiori se l’ottica è graduata in scatti ogni 0,25', oppure agli 0,50' superiori se l’ottica è graduata in scatti ogni 0,50', etc)
- (*) = velocità subsonica



Come si evince CHIARAMENTE dalle tabelle sopra riportate, a soli 300 m, cioè alla distanza operativa MINIMA per il tiro di interdizione effettuato dalle FF.AA., la deviazione impressa dal vento (wind deflection) è ECCESSIVA se paragonata a quella presente in altri calibri (v. più oltre per le cartucce tipo M -118 ed M -80). Questo significa che il calibro 5,56 mm NATO è TROPPO sensibile per gli impieghi “finalistici” delle FF.AA. (qual è, ad esempio, il tiro di interdizione) e che NON si può risolvere il problema “...sperando che non ci sia vento...”, come auspicato da certi Comandanti delle nostre FF.AA.!! Si rammenti, inoltre, che come tutti i frequentatori dei poligoni (civili) sanno PERFETTAMENTE, 200 m sono già una “...distanza critica...” per il calibro 5,56 mm NATO, cioè una distanza alla quale la precisione comincia a DECRESCERE in maniera RILEVANTE!! Effettuare del tiro informale in un qualsiasi poligono (militare o civile) con il calibro 5,56 mm NATO, a 100 m (o 200 m, esagerando), è una cosa ben DIVERSA dal “...colpire un bersaglio a 400 - 500 m...”, come sostenuto a più riprese da taluni Comandanti delle nostre FF.AA.!! Si noti che il problema NON avrebbe soluzione razionale anche in caso di utilizzo di sistemi d’arma specificamente “dedicati” al calibro in commento. Infatti, anche utilizzando armi come l’Heckler & Koch “SL - 8”, i Remington serie “X” o il Colt “Accurized Rifle”, NON sarebbe possibile ottenere gli stessi risultati (in termini di precisione ed efficienza) garantiti da altri calibri come, ad esempio, il “supercollaudato” 7,62 mm NATO. Un altro PROBLEMA che molti Ufficiali (Comandanti e non) sembrano decisamente NON voler capire, è quello legato alla reale NATURA della munizione utilizzata. La cartuccia standard NATO tipo SS - 109 (palla da 62 grs., tipo FMJ/SN) NON è una munizione destinata al tiro di precisione, bensì un mero prodotto destinato all’impiego di massa da parte delle FF.AA.!! Allo stato attuale, inoltre, l’unica munizione prodotta commercialmente in grado di soddisfare le esigenze delle FF.AA. (per qualità intrinseca e compatibilità con il passo di rigatura) è la Federal “Gold Medal” con palla Sierra “Matchking” da 69 grs. tipo HPBT, la quale non sarebbe comunque in grado di risolvere i problemi di precisione “concreti” alle distanze operative tipiche delle FF.AA. Se non è possibile effettuare del tiro di interdizione con il calibro 5,56 mm NATO utilizzando dei sistemi d’arma dedicati, a maggior ragione sarà completamente ASSURDO tentare di fare la stessa cosa con dei comuni fucili d’assalto come il Beretta AR 70/90. In primo luogo, perché la finitura interna della canna del fucile d’assalto attualmente in uso presso le nostre FF.AA., NON è assolutamente paragonabile a quella di una canna da competizione!! In secondo luogo, a causa della struttura della camera dell’AR 70/90 ed alla lunghezza dell’inizio di rigatura (free bore). In termini più semplificati:


- Per ovvie ragioni costruttive, la camera NON ha le tolleranze TIPICHE di un sistema  d’arma destinato effettivamente al tiro di precisione
- Come avviene per la quasi totalità delle armi militari o di derivazione militare, l’inizio di  rigatura è ANOMALO, il che comporta che la palla vada ad impegnare     scorrettamente la rigatura, con conseguenti anomalie a livello di precisione intrinseca


Per questi motivi è assolutamente incomprensibile il pensiero di quegli ufficiali (comandanti di Compagnia, di Battaglione o di altro Reparto) che affermano di “...poter effettuare del cecchinaggio con il Beretta AR 70/90 fino a distanze di 400 - 500 m ...”. Evidentemente queste persone o NON sanno cosa significhi il termine “tiro di precisione” o, peggio ancora, NON hanno mai usato un fucile, e sarebbe il caso che rivedessero alcune loro idee in tema di tiro di precisione e di impiego dei tiratori scelti!! Per completezza deve essere segnalato che esistono delle ipotesi del tutto particolari, nonché marginali (rispetto allo scopo delle presenti note), nelle quali il calibro 5,56x45 mm potrebbe essere utilizzato per il tiro di precisione. Esiste infatti una pseudo forma di tiro di interdizione c.d. “tiro di precisione a distanza ultra - ravvicinata” (close distance surgical shooting) svolta in ambienti particolarmente ristretti e a distanze comprese tra i 70 ed i 90 m circa e, in ogni caso, sempre inferiori ai 100 m. Ad esempio, i tiratori scelti (SEALs sniper) aggregati ai plotoni degli Incursori di Marina statunitensi (US-Navy SEALs) hanno, tra le armi loro affidate, un M-16 / A2 dotato di un puntatore elettronico “Aimpoint 3000” che viene utilizzato per colpire bersagli a distanza molto ridotta (sempre inferiore ai 100 m) in situazioni dove lo spazio è ristretto e la sovrapenetrazione potrebbe costituire un problema gravissimo. Si noti, comunque, che si tratta di una mera eccezione dal momento che l’arma standard di questi tiratori scelti è costituita da un McMillan M-86 SR in calibro 7,62x51 mm NATO cui si affiancano un altro M-86 SR in calibro .300 Winchester Magnum per il tiro a lunga distanza (cioè oltre gli 800 m), un M-87 ELR per il tiro a lunghissima distanza (oltre i 1000 m) ed un M-21 “National Match” (per i casi in cui sia necessario un potere di fuoco più elevato). Se si considera che il tiratore scelto delle FF.AA. (diversamente da quello delle Forze dell’Ordine)  NON spara mai a distanze inferiori ai 300 m per non essere scoperto si può comprendere perché il calibro 7,62x51 mm NATO è il calibro dominante per il tiro di interdizione  in tutta la NATO e nella quasi totalità dei c.d. Paesi occidentali.