APPUNTI DI BALISTICA TERMINALE PER I TIRATORI SCELTI



La balistica terminale (terminal ballistics) è, intesa in senso lato, la branca della balistica (ballistics) che studia gli effetti dell’impatto di un determinato proiettile contro un determinato bersaglio, sia esso biologico (human target) o non biologico (materiel targets). Intesa in senso più restrittivo, la balistica terminale può essere intesa come quella scienza che studia gli effetti dell’impatto di un certo tipo di proiettile sul corpo umano e, più precisamente, che si interessa della c.d. efficacia terminale dei proiettili (terminal performance). Per motivi di semplificazione, d’ora in avanti il riferimento alla balistica sarà inteso SOLO ed esclusivamente in senso restrittivo. Dal momento che la missione primaria della cellula è quella di ELIMINARE bersagli (biologici) predeterminati con il MASSIMO della precisione, l’argomento di interesse centrale per tutti gli “...addetti ai lavori...” è quello di “...comprendere come eliminare il proprio bersaglio nel modo più rapido e sicuro possibile..” attraverso l’uso del proiettile più corretto. In primo luogo va segnalato che NON è ancora stata detta la parola definitiva sull’argomento e, con tutta probabilità, questo NON avverrà mai, dal momento che “...non vivendo in un mondo perfetto...” non si può pensare di ottenere risultati certi al 100%!! Possiamo quindi ragionare in termini del tutto generali ed esprimere, di conseguenza, conclusioni necessariamente parziali!! La prima cosa che si può dire è che, per ottenere il massimo in termini di efficacia terminale, è NECESSARIO danneggiare in maniera definitiva il Sistema Nervoso Centrale (Central Nervous System o, più brevemente, CNS) del proprio bersaglio (biologico). Questa prima precisazione permette di individuare un’altra importantissima DIFFERENZA tra gli operatori delle FF.AA. e delle Forze dell’Ordine. Dal momento che i tiratori scelti incardinati in seno alle Forze dell’Ordine (police marksman o, più raramente, police sniper) operano a distanze molto esigue, per questi operatori “...sarà naturale...” colpire il proprio bersaglio alla testa per danneggiare il SNC del medesimo. Per i tiratori operanti in senso alle FF.AA., viceversa, le distanze di ingaggio notevolmente più elevate, forzeranno questi ultimi a neutralizzare il proprio bersaglio SENZA danneggiare direttamente il SNC. In termini più semplici, dunque:


- Per le Forze di Polizia il tiro più naturale sarà quello alla testa, con conseguente danno DIRETTO ed IMMEDIATO al SNC (N.B. la distanza è raramente superiore ai 100 m!!)
- Per le FF.AA. il tiro più naturale sarà quello alla parte alta del torace, con conseguente danno INDIRETTO e MEDIATO al SNC (N.B. la distanza non è mai inferiore ai 300 m!!)


Il tiro alla scatola cranica (head shot) è il più SICURO ed il più efficiente sotto l’aspetto balistico terminale ma, purtroppo, è anche il più DIFFICILE da eseguire. Si tratta, infatti, di colpire il c.d. midollo allungato (brain stem), cioè una zona grande all’incirca come una pallina da tennis posta al centro esatto della testa. Se a questo si aggiunge che la testa è, per sua natura intrinseca, un bersaglio ESTREMAMENTE mobile, si può comprendere per quale motivo si dice comunemente che “...la testa è molto difficile da colpire...”!! L’addestramento può permettere di superare questa difficoltà, ed è per questo motivo che le Forze di Polizia, superate le difficoltà iniziali, utilizzano costantemente questo tipo di tiro. Viceversa, il modus operandi tipico della cellula spinge quest’ultima a sfruttare in maniera generalizzata il più semplice ma MENO sicuro (per quanto attiene agli effetti balistico - terminali) tiro alla cavità toracica (center of mass shot, altresì detto torso shot). Purtroppo, qualsiasi bersaglio biologico colpito da un proiettile alla cavità toracica ha una reazione difficilmente prevedibile, ex ante, dal tiratore. Come criteri operativi generali si potrebbe dire che vanno privilegiati il cuore o i polmoni come bersagli ottimali, in maniera tale da danneggiare grossi vasi sanguigni e / o la colonna vertebrale. Volendo, si potrebbe ampliare la casistica includendo il fegato e la cavità addominale, anche se NON si avrà mai una certezza assoluta per quanto attiene il risultato finale. Sintetizzando al massimo la problematica in commento, si può dire che “...diverse persone reagiscono in modo diverso l’una dall’altra...” per cui la cellula non avrà mai il massimo della certezza qualora il risultato voluto fosse quello della “...inabilitazione immediata ...” del proprio bersaglio. Per quanto concerne gli effetti TERMINALI, la cellula ha bisogno (almeno in linea teorica) di utilizzare una munizione che adotti un proiettile dotato CONGIUNTAMENTE delle seguenti caratteristiche:


- Concentricità camiciatura / nucleo molto elevata (N.B. questo dato è eccezionale nelle palle prodotte da Lapua e Sierra, che sono consigliate su tutte quelle attualmente in  circolazione, e addirittura superlativo nella palle in Rame omogeneo c.d. monolitiche)
- Penetrazione senza microframmentazione (N.B. è difficile da ottenere con palle NON blindate prive di camiciatura molto spessa)
- Elevata capacità di trasmissione dell’energia cinetica (N.B. questo parametro richiede necessariamente una palla a punta molle o una “vera” palla a punta cava)
- Coefficiente balistico elevato (N.B. richiede necessariamente una palla totalmente blindata o, comunque, con un profilo estremamente acuminato e con la base rastremata)


Dal momento che le convenzioni internazionali (Convenzione di Ginevra del 1864 e ss. modificazioni, Convenzione dell’Aja del 1907 e ss. modificazioni, etc.) che regolano l’attività delle FF.AA. in caso di GUERRA impongono l’utilizzo di proiettili totalmente blindati (FMJ - SN), per la cellula sarà possibile adottare una palla dotata di SOLO tre dei requisiti individuati in precedenza, mentre NON sarà possibile (o sarà molto difficile) sfruttare una palla dotata di elevate capacità espansive. Questa limitazione è compensata, seppur parzialmente, due ordini di considerazioni. In primo luogo, dal fatto che i proiettili utilizzati nel tiro di interdizione viaggiano a velocità supersoniche, cosa che amplifica il c.d. effetto cavitario temporaneo (v. oltre) e che esalta la possibilità che il proiettile elimini il proprio bersaglio in tempi molto ristretti. In secondo luogo, dal fatto che è comunque possibile l’utilizzo delle palle c.d. “a punta aperta” (open - tip bullet) in SOSTITUZIONE di quelle c.d. “a punta cava” (hollow - point bullet), in ordine alle quali le Convenzioni internazionali nulla contengono in termini di divieti e / o limitazioni. Tanto per citare un esempio classico, si rammenti che, durante l’operazione Tempesta nel Deserto ed anche in altre operazioni militari più recenti, le FF.AA. americane hanno fatto uso della cartuccia tipo M - 852 (v. voce a se), cioè di una munizione basata sulla palla Sierra “Matchking” da 168 grs, tipo HPBT. Si è sostenuto, infatti, che “... la palla a punta cava è DIVERSA dalla palla a punta aperta ... perché mentre la prima è destinata eminentemente all’impiego venatorio a causa della sua enorme cavità apicale ed è VIETATA dalle Convenzioni internazionali che regolano l’attività delle FF.AA., la seconda ... NON è progettata per espandersi, ne ha esposto in qualsivoglia misura, il proprio nucleo, ma è semplicemente dotata di un minuscolo forellino apicale a causa dello specifico processo produttivo che l’ha generata...”. Le palle come le Sierra “Matchking” o le Lapua “Scenar”, anche se comunemente denominate palle a punta cava con base rastremata (Hollow Point Boat Tail bullet) sarebbero, in realtà, palle blindate a punta aperta con base rastremata (Full Metal Jacketed - Open Tip / Boat Tail bullet), cioè palle ESENTI dai divieti contenuti nelle Convenzioni internazionali. Palle come quelle in commento, note comunemente come “palle da tiro” (target shooting bullets) o “palle da competizione” (match grade bullets), anche se dotate di un minuscolo forellino nella loro porzione apicale, vengono realizzate solo ed esclusivamente con un unico scopo, cioè quello di ottenere il massimo della precisione su un bersaglio cartaceo (posto solitamente a 300m!!), e NON per ottenere il massimo degli effetti terminali su un bersaglio biologico!! Qualora la cellula dovesse svolgere attività di repressione della criminalità organizzata entro i confini nazionali (si pensi ad un’operazione di ricerca di latitanti o di sequestrati realizzata dal reparto eliportato dei Carabinieri noto come “Cacciatori”), o attività di repressione del terrorismo internazionale, all’estero (si pensi, ad esempio, ad un ipotetico intervento del GIS per liberare degli ostaggi tenuti presso l’ambasciata italiana di Madrid, presso un aereo dell’Alitalia fermo all’aeroporto di Parigi, etc.), l’utilizzo di munizioni da competizione di qualità superiore (match grade ammo) come le Federal “Gold Medal” o le Lapua “Match” potrebbe rivelarsi ottimale. Dati desumibili da uno studio quasi trentennale, indicano chiaramente che le palle normalmente utilizzate per il tiro di precisione (sui bersagli cartacei), cioè quelle palle note come HPBT (ma che dovremmo più correttamente definire “a punta aperta” e NON “a punta cava”!!) hanno un curioso (e sconosciuto), ma DEVASTANTE, effetto terminale sui bersagli biologici. Se consideriamo, a livello esemplificativo, una palla Sierra “Matchking” lanciata a poco meno di 800 m/s (797 m/s per l’esattezza, come avviene nelle Federal “Gold Medal”), all’impatto con i tessuti biologici essa si comporterà nel seguente modo:


- genera una cavità permanente che è inizialmente a tramite singolo per diventare, entro un breve tratto, a tramite doppio a causa della frattura del nucleo
- genera una cavità temporanea che ha un diametro massimo pari a circa 20 - 25 volte quello del calibro originario del proiettile e che oscilla (su se stessa) per circa 5 millisecondi prima di scomparire
- a causa della violenta decelerazione, il proiettile genera una pressione oscillante tra le 100 e le 200 atmosfere nella porzione direttamente a contatto con i tessuti
- a causa della violenta decelerazione, il proiettile genera una zona detta di necrosi primaria su una superificie che si estende per circa 2 cm dal bordo della cavità permanente (N.B. il prelievo di campioni istologici mette immediatamente in evidenza la morte delle strutture cellulari presenti in questa area)
- a causa della violenta decelerazione, il proiettile genera una zona detta di necrosi secondaria su una superficie che si estende per circa 7cm dal bordo della cavità permanente (N.B. l'analisi di una ferita in un soggetto che è sopravvissuto mette in evidenza la morte delle strutture cellulari a 3 - 4 giorni di distanza dal verificarsi del trauma)


Il comportamento balistico - terminale di questo proiettile sui tessuti biologici umani è confermato dall'analisi in laboratorio del suo comportamento in gelatina balistica calibrata al 10%. Esso può essere così sintetizzato:


- Penetra rimanendo stabile per un tratto di circa 100 mm
- Penetra per un totale (medio) di 420 mm
- La parte apicale della palla (grosso modo ¼ della lunghezza complessiva) si disintegra lanciando i suoi frammenti per un area con un diametromedio  di 160 mm e profonda circa 180 mm
- La cavità temporanea (v. voce a se) che si determina è analoga, come volume, a quella generata delle migliori palle per impiego venatorio da 180 grs. tipo SP -BT dello stesso calibro
- Dopo avere percorso circa 200 - 250 mm, il nucleo (spesso) si spezza generando una curiosa ma LETALE  ferita a tramite multiplo
- Il diametro finale della palla è di circa 15 mm
- La massa complessiva dei frammenti si attesta sul 55% della massa totale della palla


Discorso analogo a quello testé svolto può estendersi anche alle Lapua “Scenar” e per altre palle morfologicamente simili (Hornady "Match", RWS "Match" od altre ancora). Per quanto concerne le palle di tipo totalmente blindato comunemente in uso presso le FF.AA. (FMJ-SN), il comportamento balistico terminale è affine a quelle di tipo HPBT, ma con due importantissime differenze :


- la palla rimane INTEGRA e RUOTA lungo il proprio asse longitudinale (yawing motion) dopo l'impatto, originando quel fenomeno noto come "ipostabiltà intrabesaglio dell'agente balistico" che aumenta i volumi della cavità permanente e temporanea (N.B. questo deriva dal fatto che il proiettile è progettato per essere stabile in aria e non all'interno di ambienti molto densi, quali i tessuti biologici), aumentando di conseguenza le proprietà lesive del proiettile
- la cavità permanente è sempre a tramite singolo (N.B. a causa del fatto che il nucleo non si spezza)



                                                                              Cartuccia tipo M - 852: una comparazione (*)

Tipo
   N° tiri  
 N° abbattimenti  
%    
Remington 168 grs. HPBT match (1)
40
39
99
M - 852 168 grs. HPBT match  (2)
199
197
99
Federal “GM” 168 grs. HPBT  “MRC” (3)
73
72
99  
IMI / Samson 168 grs. HPBT match (4)
306
300
98
Winchester 168 grs. HPBT match (5)
34
33
97   




                                                                                                        LEGENDA


- (1) = dati riferiti alle attività di alcune Forze di Polizia (locali) americane nel periodo 1995 - 1996
- (2) = dati riferiti alle attività di alcune Unità delle FF.AA. americane nel periodo 1990 - 1996
- (3) = dati riferiti alle operazioni di alcune Forze di Polizia americane (locali) nel periodo 1994  - 1996   
- (4) = dati riferiti alle SOLE FF.AA. israeliane nel periodo 1992 - 1996
- (5) = dati riferiti alle operazioni di alcune Forze di Polizia (locali) americane nel periodo 1994 - 1996
- N° dei tiri = indica il numero dei tiri effettuati
- N° degli abbattimenti = indica il numero degli abbattimenti effettuati con un solo colpo
- %= indica la percentuale degli abbattimenti con un solo colpo rispetto ai tiri effettuati in concreto
- (*) = TUTTI i tiri effettuati sono compresi tra un minimo di 100 m ed un massimo di 500 m
- (**) = TUTTI i dati si riferiscono SOLO a colpi posizionati nella cavità toracica




                                                        Cartuccia Federal “Gold Medal” MRC: una comparazione


Tipo
 Pen.  
dia.  
%fram.  
CT(dia.)  
CT(pen.)  
CT(ml)
Federal GM - MRC 168 grs. HPBT
420
15
55 
160
180
4475
Remigton Core - Lokt 150 grs. PSP
390
18 
21
190
100
4200
Federal “Hi Power” 165 grs. HPBT
490
16 
26
170
80
4400
Winchester “Supreme” 180 grs. PSP- BT
540
20
20
180
100
4500



    
                                                        Cartuccia NATO tipo M - 855 (SS - 109):  una comparazione


Tipo
Pen.  
dia.
%fram.  
CT (dia.)
CT(pen.)
CT (ml)  
62 grs. FMJBT (M - 855) (1)
430    
10 
52
95
180
755
55 grs. FMJBT (M - 193) (2)
430  
6
18
83
180
600
Federal GM MRC 69 grs. HPBT (3)
300
11
53
160
100 
2135
64 grs. PSP
290  
8    
49
150
160
2135
55 grs. HPBT
240
9  
63
150
100
1970
55 grs. PSP
240  

56
140
80
1780
40 grs. HPPB
165
F  
88
140
120
1590
42 grs. GSS (*)
165 
F
85
110
80
1070

 



                                                                                                         LEGENDA

- pen. = indica la penetrazione massima della palla (in mm) in un blocco di gelatina balistica  calibrata al 10% e condizionata per 48 ore a 4 °C (N.B. si tratta di una media su 10 colpi)
- dia. = indica il diametro finale massimo della palla ( in mm) dopo l’impatto con un blocco di gelatina balistica nelle condizioni in cui sopra (N.B. si tratta di una media su 10 colpi)
- % fram. = indica la percentuale di massa perduta in seguito alla frammentazione post - impatto  
- CT (dia.) = indica il diametro massimo della cavità temporanea (in mm) dopo l’impatto in gelatina balistica nelle condizioni di cui sopra (N.B. si tratta di una media su 10 colpi)
- CT (pen.) = indica la lunghezza (profondità) massima della cavità temporanea (in mm) dopol’impatto in gelatina balistica nelle condizioni di cui sopra (N.B. si tratta di una media su 10 colpi)
- CT (ml) = indica il volume della cavità temporanea (in ml) dopo l’impatto in gelatina balistica nelle condizioni di cui sopra (N.B. si tratta di una media su 10 colpi)
- PSP = palla con profilo acuminato a punta molle (è una palla per impiego venatorio)
- HPPB = palla a base piana con punta forata (è una palla per impiego venatorio)
- (*) = Glaser Safety Slug (munizione preframmentata realizzata dalla Glaser per operazioni di anti - terrorismo od altri impieghi speciali)
- F = palla disintegrata per oltre l’80% della massa originale
- M - 855 (SS - 109) = è la munizione standard NATO per il calibro 5,56x45 mm (5,56 NATO alias .223 Remington) che richiede passi di 1 giro in 9” o 1 giro in 7” per una perfetta stabilizzazione giroscopica (N.B. la munizione può essere impiegata SOLO nei “nuovi”     M16 - A2 e non nei “vecchi” M16 - A1)
- M - 193 = era la munizione originaria per il calibro 5,56 NATO sviluppata dal Ministero della Difesa USA, che è stata soppiantata dalla più recente SS - 109 (M - 855) e che richiedeva un passo di 1 in 12” per una perfetta stabilizzazione giroscopica (N.B. la munizione può essere impiegata sui “vecchi” M16 - A1 e suoi “nuovi” M16 - A2)
- (1) = si tratta della cartuccia di gran lunga più efficiente fra quelle adottate dalle FF.AA. della NATO per il calibro 5,56x45 mm (N.B. anche a lunghe distanze il nucleo si spezza  sempre in due aumentando, così, la capacità lesiva globale della munizione)
- (2) = si tratta della cartuccia meno efficiente fra quelle adottate dalle FF.AA. della NATO per il calibro 5,56x45 mm (N.B. a distanze di circa 25 m è efficiente, ma a distanze di soli 75 m ha già perso gran parte della sua efficienza)
- (3) = si tratta della miglior cartuccia commerciale per il tiro di interdizione in questo calibro fino a distanze NON superiori a 100 m ed in assenza totale di ostacoli



Per quanto riguarda, più in generale, gli EFFETTI dell’impatto di un proiettile sul corpo umano, premesso che si rimanda il lettore ad un manuale di medicina legale o ad altra pubblicazione più specialistica, per gli scopi del presente manuale ci si può limitare ad alcune brevi osservazioni fondamentali. Il meccanismo lesivo “classico” dei proiettili, per lo meno di quelli che (con una certa approssimazione) possono definirsi “comuni” è rappresentato dalla c.d. “cavità permanente” (Crush Cavity, o anche Permanent Crush Cavity), altresì detto “fenomeno cavitario permanente” (Crush Cavity Phenomenon  o anche Permanent Crush Cavity Phenomenon). In altre parole, e reso di più facile comprensione per tutti, il fenomeno cavitario permanente è quel fenomeno lesivo per il quale la palla, durante il suo tragitto intracorporeo, “sposta” dei tessuti dalla loro sede naturale, determinando una lesione che, a certe condizioni, può rivelarsi mortale. Come detto in precedenza, questo è il meccanismo lesivo di gran lunga più comune e diffuso, ed è proprio della quasi totalità dei proiettili per arma corta. Tuttavia, alcuni proiettili per arma CORTA (come le cartucce di tipo Magnum, certi tipi di cartucce con  nucleo preframmentato, oppure quelle ad alta pressione) sono in grado di generare, per le loro qualità intrinseche, (segnatamente per l’alta velocità iniziale e l’energia cinetica più alta del normale) un altro tipo di meccanismo lesivo (accanto a quello cavitario permanente, che è sempre presente) noto come “cavità temporanea” (Stretch Cavity o anche Temporary Stretch Cavity) o “fenomeno cavitario temporaneo” (Stretch Cavity Phenomenon o anche Temporary Stretch Cavity Phenomenon). Occorre però un’ulteriore precisazione, perché il fenomeno cavitario può derivare anche dal fatto che un proiettile (non necessariamente appartenente alle tipologie testé citate, anche se con predetti proiettili il fenomeno è amplificato) colpisca un certo tipo di tessuto. In particolare, è scientificamente provato che si genera una cavità temporanea all’impatto con i seguenti tessuti e / o organi:


- Cervello (e, naturalmente, la scatola cranica)
- Il fegato (a causa del suo tessuto molto “particolare” ed estremamente “denso”)
- Tutti gli organi a contenuto liquido o semisolido


In linea di massima va segnalato che il fenomeno cavitario permanente è di gran lunga più efficiente e “sicuro” rispetto a quello temporaneo ai fini della generazione della lesione sui tessuti biologici. Più il volume della cavità permanente è grande, più le qualità lesive di un dato proiettile aumentano. Naturalmente, se accanto alla cavità permanente un certo proiettile riesce a generare anche una cavità temporanea di rilevante volume (si pensi al caso delle cartucce magnum), l’effetto lesivo del proiettile sarà notevolmente amplificato. Va segnalato comunque, che il fenomeno cavitario temporaneo è sempre presente, solo che, essendo questa azione di “stiramento” all’interno di quelli che sono i limiti elastici naturali del corpo umano, la cavità temporanea generata NON è in grado di incidere sotto il profilo eminentemente lesivo. Queste brevi considerazioni relative agli effetti terminali dei proiettili per arma corta sono estendibili anche ai proiettili per arma lunga, con l’unica precisazione che questi ultimi ESALTANO l’effetto cavitario temporaneo a causa delle velocità (normalmente più che doppia rispetto a quella del suono) alle quali vengono lanciati. La presenza di un effetto cavitario temporaneo di elevata portata è il tratto distintivo delle munizioni per arma lunga, e rappresenta altresì il motivo per il quale la cellula può benissimo ottenere risultati rilevanti (sotto il profilo terminale) pur utilizzando cartucce con palle totalmente blindate. Per le FF.AA., il rilascio immediato e violento di energia cinetica sul bersaglio non è eccessivamente importante (diversamente da quanto avviene per le forze dell’ordine), mentre è di gran lunga più rilevante il corretto piazzamento del palla sul bersaglio. Il fatto che, in linea di massima, il compito svolto dalla cellula non sia eccessivamente specialistico sotto il profilo balistico terminale (mentre lo è sotto i profili balistico interno ed esterno), fa si che l’utilizzo dei proiettili totalmente blindati (FMJ - SN / BT) sia più che adeguato. Normalmente, infatti, la cellula:


- Non deve preoccuparsi di eventuali sovrapenetrazioni (N.B. per le Forze dell’Ordine, viceversa, la sovrapenetrazione è un problema enorme!!)
- Non deve sparare attraverso una o più barriere e/o ostacoli
- Non ha una necessità assoluta di inibire immediatamente le azioni e la volizione del proprio bersaglio, ma deve solo eliminarlo, non importa se subito o se dopo alcuni secondi (N.B. per le Forze dell’Ordine è completamente DIVERSO perché queste hanno la necessità assoluta di mettere subito fuori combattimento il bersaglio!!)


Se dovesse manifestarsi un fenomeno di SOVRAPENETRAZIONE (overpenetration), questo solitamente costituisce un VANTAGGIO per la cellula perché significa, con tutta probabilità, altre perdite per il nemico. Se la cellula dovesse avere la necessità assoluta di ELIMINARE qualsiasi rischio di sovrapenetrazione, potrebbe utilizzare munizioni che adottano proiettili preframmentati come il Glaser Safety Slug o come il tipo M - 160 (v. voce a se). Se la cellula dovesse avere la necessità di colpire un bersaglio posto dietro una o più barriere, normalmente utilizza dei proiettili perforanti (AP) che sono stati disassemblati e riassemblati previa accurata misurazione della polvere (N.B. questo è assolutamente necessario perché i proiettili perforanti sono normalmente poco precisi!!). Una soluzione potrebbe essere quella di disassemblare le cartucce standard tipo M - 61 con l’ausilio di un martello cinetico, pesare esattamente la polvere e ricaricarle TUTTE con il medesimo quantitativo di polvere!! In caso  di carenza, durante una situazione di emergenza, la cellula utilizza la munizione standard NATO tipo M - 118 (o, in mancanza, M - 80) per perseguire gli stessi scopi. Qualora venga utilizzata la munizione tipo M - 118 per colpire un bersaglio posto DIETRO un vetro (il vetro di una finestra, il cristallo di un parabrezza, etc.), occorre segnalare quanto segue:


- Nel 90% dei casi la blindatura si separa dal nucleo
- Il nucleo continua a conservare la sua traiettoria ORIGINARIA per circa 1,8 m dopo l’impatto con il vetro a PRESCINDERE dall’angolo con cui è avvenuto l’urto, con  effetti letali per chiunque dovesse trovarsi sulla medesima
- I frammenti di vetro e di blindatura si aprono a ventaglio saturando un’area di sezione CONICA, lunga circa 1 m, con un’efficacia LETALE per chiunque dovesse trovarsi nelle  immediate vicinanze
- I frammenti di vetro vengono sempre lanciati PERPENDICOLARMENTE rispetto alla superficie del medesimo
- L’angolo con cui il proiettile colpisce il vetro è ININFLUENTE per il verificarsi dei  fenomeni in commento


Considerazioni pressoché equivalenti possono farsi per le palle Lapua tipo “D - 46” e “Lock - Base”, anche se queste palle hanno una mantellatura molto più ROBUSTA e sono meno inclini a dare origine a fenomeni di separazione e / o di frammentazione della blindatura dal nucleo. La palla tipo “D - 46”, in particolare, è nata espressamente per l’impiego da parte delle FF.AA. (fin dal 1930!!) ed dotata di una blindatura MOLTO più robusta di quella propria della munizione NATO tipo M - 118. Si ricordi, comunque, che il fenomeno del lancio di frammenti di vetro con efficacia letale è SEMPRE presente anche con questa palla!! Va infine ricordato che, considerazioni  analoghe a quelle svolte per la cartuccia NATO tipo M- 118 vanno estese a tutte munizioni che utilizzano palle di morfologia equivalente, nonché alla cartuccia NATO tipo M - 80. Per quanto riguarda la PENETRAZIONE di quest’ultima va ricordato che, a 200 m di distanza, essa è in grado di perforare:


- Circa 125 cm di legno di abete
- Circa 25 cm di sabbia NON compressa
- Circa 8 cm di cemento


Se dovesse sorgere l’esigenza (operativa) di colpire un bersaglio posto dietro un vetro o dietro una barriera, ma NON fosse possibile (oppure utile, razionale od efficiente) utilizzare munizioni perforanti o altre munizioni normalmente utilizzate nello svolgimento della propria attività, la cellula può adottare le seguenti soluzioni:


- Usare munizioni con palle dotate di puntale in policarbonato = palle come le Nosler “Ballistic- Tip” o come le Hornady “A - Max” permettono di superare con relativa facilità anche ostacoli molto “duri” pur offrendo un discreto compromesso tra stabilità, concentricità, assenza di frammentazione prematura, coefficiente balistico elevato e penetrazione; il loro difetto  è il costo elevato unito alla mancanza di munizioni commerciali specifiche per il tiro di interdizione basate su palle simili; secondo l’opinione corrente, esse NON rientrerebbero nei divieti contenuti nella Convenzione di Ginevra e, in ogni caso, possono essere utilizzate dalle FF.AA. entro i confini  nazionali per l’attività addestrativa o per impieghi nel settore dell’ordine pubblico

- Usare munizioni con palle in Rame omogeneo =  palle come le Barnes “X” offrono un ottimo compromesso tra stabilità, assenza di frammentazione prematura, concentricità (massima!!), coefficiente balistico elevato e capacità di penetrazione degli ostacoli; secondo l’opinione corrente esse NON rientrerebbero nei divieti contenuti nella Convenzione di Ginevra NON avendo ne del Piombo esposto, ne una vera e propria  cavità apicale (N.B. più che altro si tratta di un Open Tip e non di un Hollow Point!!); in ogni caso, possono essere utilizzate dalle FF.AA. durante la loro attività addestrativa entro i confini nazionali o durante l’esecuzione di attività nei settori  dell’ordine pubblico o della pubblica sicurezza




                                                      Effetto terminale (presunto) in funzione della reattività del bersaglio


Bersaglio che cade
Bersaglio colpito 
Bersaglio che fugge per cadere subito dopo
Bersaglio colpito
Bersaglio che cade e si agita convulsamente
Bersaglio colpito più o meno gravemente
Bersaglio che continua la propria attività
Bersaglio mancato
Bersaglio che fugge dopo essere stato inizialmente rigido (= bloccato sul posto)
Bersaglio mancato 
Bersaglio che cade (di lato) ma continua la propria attività
Bersaglio mancato o colpito lievemente