MODALITA' DI IMPIEGO DELLE ARMI E CONTROLLO DEL
TIRO
§1 - cenni alla dicotomia tra settori di osservazione
e settori di fuoco
Il settore di osservazione (
observation sector) è la porzione
di terreno (facente parte di una specifica zona di operazioni) che può
essere liberamente osservata da una certa posizione (N.B. normalmente una
posizione difensiva). Il settore di osservazione può essere idealmente
suddiviso in un settore di osservazione primario (
primary observation
sector) e uno, o più, settori di osservazione secondari (
secondary
observation sectors) o alternativi (
alternate observation sectors).
Esiste cioè una gerarchia in riferimento ai settori di osservazione,
che discende direttamente dalla possibilità che compaiano, o meno,
bersagli di importanza primaria o secondaria. E' di palmare evidenza che nel
settore di osservazione primario si presume possano comparuire (o sono già
presenti,a seconda dei casi) i bersagli di
importanza primaria, mentre
in quello (o in quelli) secondario si possono presentare (o sono già
presenti, a seconda dei casi) i bersagli di
importanza secondaria.
Chiarito ciò, va aggiunto che ad ogni settore di osservazione corrisponde
un settore di fuoco (
fire sector). In linea di massima, la corrispondenza
tra settore di osservazione e settore di fuoco è DIRETTA, nel senso
che tutto quello che si può vedere, almeno teoricamente può
essere colpito con il fuoco dalle arrmi in dotazione. Questo sotto un profilo
generale, perchè spesso, "...
nel mondo reale...", accade
che NON tutto quello che si vede possa essere effettivamente colpito, stante
la presenza di ostacoli naturali o artificiali presenti in zona. Un settore
di fuoco è, a sua volta, idealmente suddivisibile in un certo numero
di coni di fuoco (
cones of fire), le cui dimensioni varieranno a seconda
della tipologia delle armi impiegate e delle concrete condizioni operative.
§2 - la traiettoria
La traiettoria (
trajectory) è il percorso compiuto da un
proiettile da quando lascia la volta dell'arma fino a quando colpisce il
suo bersaglio. Con riferimento alle armi portatili comunemente in uso presso
le FF.AA., per distanze fino a 300m la traiettoria può considerarsi
(seppur ipoteticamente) pressochè lineare. Oltre i 300m di distanza
è NECESSARIO applicare le idonee misure correttive per colpire il
proprio bersaglio, vale a dire ricorrere alla compensazione (N.B.
sulla
compensazione e sul suo uso da parte dei tiratori scelti si veda, più
nel dettaglio, il testo COMPENDIO TECNICO AL MODERNO TIRO DI INTERDIZIONE,
edito a cura del GRURIFRASCA) o alla regolazione dell'alzo dell'arma.
§3 - lo spazio morto
Lo spazio morto (
dead space), è la porzione di terreno
che, nel contesto di uno specifico settore di fuoco NON può essere
colpito dal fuoco delle armi (o dell'arma) in dotazione. Ad esempio, se
nel settore di fuoco è compreso un canalone, lo spazio compreso DENTRO
al canalone non può essere colpito dal fuoco delle armi in dotazione
ed è per tanto definito uno "
spazio morto".
§4 - il cono di fuoco
Con il termine "
cono di fuoco" (
cone of fire) si indica
una porzione ideale dello spazio, caratterizzata da una forma di cono, all'interno
della quale cadono i proiettili (N.B.
a prescindere di come vengano
sparati) provenienti dalle armi in dotazione. Questo cono può
essere più o meno largo (N.B.
o più precisamente più
avere una base più o meno larga) a seconda delle condizioni ambientali
(N.B. temperatura, pressione atmosferica ed umidità influenzano la
traiettoria dei proiettili), del lotto di apparteneneza delle munizioni
(N.B.
variando il lotto varia la tipologia del caricamento, e questo è
MOLTO improtante, specie per i tiratori scelti !!) o della tipologia
dell'arma impiegata (N.B.
un fucile destinato al tiro di precisione ha
un cono di fuoco completamente diverso da quello di un fucile d'assalto, così
come quello di una pistola è completamente diverso da quello
di una mitragliatrice !!)
§5 - zona di battuta
La zona di battuta (
beaten zone) è una porzione del settore
di fuoco in cui cadono i proiettili sparati da una certa arma. Più
precisamente è la base (idealmente circolare) del cono di fuoco di
cui si è detto in precedenza.
§6 - il raggio d'azione
Il raggio d'azione (
casualty radius) è, in linea di massima,
la porzione di tereno con profilo circolare, entro la quale il munizionamento
di una specifica arma è in grado di uccidere o ferire le persone (N.B.
oppure di danneggiare o distruggere le cose). Più in generale, il
raggio d'azione è una circonferenza ideale all'interno della quale
uno specifico ordigno / munizione è in grado di generare effetti letali
o distruttivi (N.B.
o comunque effetti negativi sulla struttura fisica
di un bersaglio) su cose e/o persone.
§7 - il fuoco delle armi in dotazione ed il suo diverso atteggiarsi
rispetto al terreno
Il modo in cui le diverse armi in dotazione possono essere impiegate
consente di realizzare una classificazione tipologica delle modalità
con cui il fuoco di quelle stesse armi può essere impiegato rispetto
al terreno. In termini del tutto generali, il fuoco delle armi in dotazione
può essere distinto in :
- fuoco rettilineo
- fuoco cadente
segue - fuoco rettilineo
Il fuoco di una qualsiasi arma, per convenzione, si definisce rettilineo
(
grazing fire) quando non sale ad un'altezza superiore ad 1 metro
rispetto al terreno. Più in generale il fuoco si definsce rettilineo
quando è pressochè parallelo al terreno sottostante. Per
questo motivo è detto anche "f
uoco ad altezza d'uomo". Chiaramente
si tratta di un tipo di fuoco che trova applicazione su terreni pianeggianti
o quasi completamente pianeggianti.
segue - fuoco cadente
Il fuoco si definisce cadente (
plunging fire) quando possiede
una traiettoria NON parallela al terreno sottostante. Si tratta di un tipo
di fuoco che viene impiegato quando il bersaglio si trova ad un'altezza
INFERIORE a quella dove si trova chi apre il fuoco
§8 - il fuoco delle armi in dotazione ed il suo diverso atteggiarsi
rispetto al bersaglio
Il modo in cui le diverse armi in dotazione possono essere impiegate
consente di realizzare una classificazione tipologica delle modalità
con cui il fuoco di quelle stesse armi può essere impiegato rispetto
al bersaglio. In termini del tutto generali, il fuoco delle armi in dotazione
può essere distinto in :
- fuoco frontale
- fuoco laterale
- fuoco obliquo
- fuoco di infilata
- fuoco di soppressione
segue - fuoco frontale
Il fuoco si definisce frontale (
frontal fire) quando viene indirizzato
contro il fronte del dispositivo nemico, a prescindere che questo sia statico
o dinamico.
segue - fuoco laterale
Il fuoco si definisce laterale (
flank fire) quando viene indirizzato
contro il fianco del dispositivo nemico, a prescindere che questo sia statico
o dinamico.
segue - fuoco obliquo
Il fuoco si definisce obliquo (
oblique fire) quando viene indirizzato
in maniera obliqua rispetto all'asse longitudinale del dispositivo nemico,
a prescindere che questo sia statico o dinamico.
segue - fuoco di infilata
Il fuoco si definisce di infilata (
enfilade fire) quando viene
indirizzato in maniera tal che l'asse longitudinale del dispositivo nemico
COINCIDE con l'asse longitudinale della zona di battuta. Tutto questo, ovviamente,
a prescindere che il dispositivo nemico sia statico o dinamico.
segue - fuoco di soppressione
Il fuoco si definisce di soppressione, o soppressivo(
frontal fire),
quando viene effettuato allo scopo di impedire la nemico di vedere, sparare,
osservare, muoversi, rintracciare e quant'altro.
§9 - i diversi metodi di distribuzione del fuoco
Quando viene individuata con precisione una postazione nemica (enemy
position), il fuoco nei suoi confronti può essere indirizzato in
due modi distinti. Essi sono :
- il fuoco concentrato
- il fuoco esteso
segue - il fuoco concentrato
Il fuoco si definisce concentrato (
point fire) quando è
indirizzato in un punto specifico del dispositivo nemico. Ad esempio, una
volta individuata una specifica postazione nemica, il fuoco si definirà
concentrato se tutte le armi a disposizione indirizzeranno il proprio fuoco
contro un solo bunker (N.B.
oppure verso un singolo nido di mitragliatrici,
o una sola postazione per armi anticarro e così via).
segue - il fuoco esteso
Il fuoco si definisce esteso (
area fire) quando è indirizzato
in una porzione specifica del dispositivo nemico (N.B.
cioè fronte,
retro o fianchi) da una parte seoltanto delle armi a disposizione. Ad
esempio, una volta individuata una specifica postazione nemica, il fuoco
si definirà concentrato se il soggetto più alto in grado ordinerà
a uno o più soldati di indirizzare il fuoco delle proprie armi contro
un solo fianco (oppure contro il fronte o il retro) del dispositivo nemico.
Naturalmente, onde ridurre gli sprechi inutili, quando viene eseguito il
fuoco esteso, questo verrà indirizzato NON in maniera casuale entro
una certa area, bensì in quelle zone in cui è ragionevole presumere
che siano presenti le posizioni nemiche (N.B.
ovviamente se le posizioni
nemiche sono palesi questo problema sarà di fatto inesistente !!).
§10 - modalità di copertura di una specifica zona da parte
delle armi organiche
Le armi in dotazione consentono di colpire il nemico con modalità
diversificate, le quali dipendono alla tipologia dell'arma ch viene in concreto
impiegata. Sotto questo profilo è utilie distinguere tra :
- fucile d'assalto
- mitragliatrice / arma automatica di squadra
- arma anticarro
- granate da 40mm ed affini
segue - fucile d'assalto
In linea di massima, la porzione di bersaglio che può essere colpita
in concreto dipende da dalla posizione di chi impiega l'arma nonchè
dalla distanza rispetto al bersaglio. Idealmente si dovebbe poter colpire
il bersaglio nella sua interezza, anche se nella realtà è difficile
che questo possa verificarsi, per lo meno in maniera frequente !! Occorre
prestare attenzione a controllare il fuoco in maniera adeguata, poichè
vi è la tendenza a sparare troppo in alto ed "...
a sorvolare..."
il bersaglio .
segue - mitragliatrice / arma automatica di squadra
In linea di massima, l'addetto alla mitragliatrice (
machine-gun)
deve colpire solo la parte del bersaglio che è stata indicata
dal capo-squadra o da altro superiore gerarchico. Occorre prestare attenzione
a controllare il fuoco in maniera adeguata, poichè vi è la
tendenza a sparare troppo in alto ed "...
a sorvolare..." il bersaglio
!! Per questo motivo, le raffiche NON devono mai essere troppo durature
e devono essere ALTAMENTE controllate, in maniera tale da NON surriscaldare
troppo l'arma e da limitare il più possibile la sostituzione della
canna durante le fasi cruciali del combattimento
segue - arma anticarro
In linea di massima, l'addetto alle armi anticarro (
anti-tank weapon)
deve colpire solo il bersaglio che è stato specificamente
indicato dal capo-squadra o da altro superiore gerarchico. A prescindere
che si tratti di un veicolo corazzato o di un'installazione difensiva, è
necessario impiegare l'arma anticaro SOLO per scopi specifici, onde non sprecarne
inutilmente le potenzialità !! Se non sono presenti in loco bersagli
che devono essere fatti oggetto del fuoco con l'arma anticarro, il soldato
che la dovrebbe impiegare si limiterà ad utilizzare il proprio fucile
d'assalto sul bersaglio indicato dal capo-squadra (o da altro superiore
gerarchico)
segue - granate da 40mm ed affini
Solitamente, l'addetto all'impiego delle granate da 40mm o affini (
granadier),
deve colpire SOLO il bersaglio che è stato indicato dal capo-squadra
o da altro superiore gerarchico. Più precisamente, una volta che è
stato assegnato uno specifico bersaglio, dovrà essere lanciata un
granata al centro dello stesso, mentre quelle successive (N.B. se richieste
dal capo-squadra) dovranno essere variamente distribuite sulla restante
superficie del bersaglio.
§11 - i metodi per il controllo del fuoco
Il controllo effettivo del fuoco delle armi spetta, in concreto,
al capo-squadra o ad altro superiore gerarchico a ciò destinato.
Dal momento che esistono una varia pluralità di fattori che possono
limitare il controllo del fuoco da parte del capo-squadra, sono stati elaborati
una seie di metodi per il controllo del fuoco che consentono di ottenere
un controllo ottimale a seconda delle diverse necessità. Questo perchè,
ad esempio, in un REALE combattimento il rumore è così INTENSO
che è impossibile pensare di emettere gli ordini per il controllo
del fuoco verbalmente!! Per questo motivo, è sono stati elaborati i
seguenti metodi di controllo del fuoco :
- verbale / sonoro
- fuoco prestabilito
- segnali prestabiliti
- fuoco su iniziativa singola
- procedura operativa standard
segue - verbale / sonoro
Si tratta del metodo più antico ma anche MENO sicuro. Non ci sono
dubbi sul fatto che in certe circostanze potrebbe funzionare, ma vi sono
molte situazioni in cui la sua applicazione è di fatto impossibile
!! Fattori esterni come rumore, vegetazione, natura del terreno, condizioni
climatiche e quant'altro possono inibire in tutto o in parte l'impiego di
questo metodo di controllo del fuoco. La comunicazione verbale può
essere diretta (N.B.
ad esempio dal capo-squadra al mitragliere), oppure
indiretta (N.B.
ad esempio dal capo-squadra all'addetto alle armi anticarro
per il tramite di uno o più soldati). Rientra in questa modalità
per il controllo del fuoco anche l'uso di qualsivoglia strumento di comunicazione,
a prescindere che sia, o meno, tecnologicamente avanzato.
segue - fuoco prestabilito
Si tratta di un metodo MOLTO semplice, consistente nel fatto che un certo
soldato DEVE aprire il fuoco quando il nemico raggiunge un determinato punto
(o posizione) sul terreno. Non è necessario (per il soldato) attendere
ordini supplementari e non vi sono limitazioni legate alle comprensione derivanti
da fattori esterni, come può accadere invece per il metodo verbale
/ sonoro !!
segue - segnali prestabiliti
Si tratta di un metodo relativamente semplice, consistente nel fatto
che un certo soldato DEVE aprire il fuoco quando il capo-squadra invia un
certo segnale che po' essere, a scelta, verbale, sonoro o visivo.
Non appena ricevuto il sengale il soldato apre il fuoco SENZA attendere
ulteriori ordini. Pur se caratterizzato da una relativa semplicità,
quansto metodo di controllo potrebbe a volte subire limitazioni od interferenze
da parte di elementi esterni!!
segue - fuoco su iniziativa singola
Si tratta di un metodo in assoluto più SEMPLICE di tutti !! Tramite
questo metodo, il primo soldato che vede il nemico apre imemdiatamente il
fuoco e tutto il resto della squadra (o altra unità) lo imita. Con
questo metodo di controllo, la necessità di emettere ordini orali
è praticamente inesistente.
segue - procedura operativa standard
Si tratta di un metodo molto UTILE per limitare il più possibile
il numero di ordini da emettere, ma presenta anche il difetto di essere
complicato e di richiedere una notevole esperienza!! Esistono, in altre
parole, una serie di procedure che vengono utilizzate, a livello di squadra
(o di altra unità) per compiere una serie di attività, tali
per cui NON è necessario che il capo-squadra emetta degli odini specifici,
poichè di fronte ad uno specifico "problema", la squadra possiede
già la relativa "soluzione". Ovviamente, le FF.AA. di ogni
Paese hanno procedure oeprative standard (Standard Operating Procedure)
più o meno complesse e più o meno diversificate. Si
può ad ogni modo affermare, con un certo grado di sicurezza,
che i gruppi di procedure standard più diffuse sono le seguenti :
- procedura per individuare il nemico
- procedura per rispondere al fuoco nemico
- procedura per regolare l'intensità del fuoco
segue - procedura per individuare il nemico
Durante la procedura per l'individuazione del nemico (search-fire
SOP) ogni soldato deve :
- osservare il proprio settore di (fuoco di) competenza
- sparare verso le posizioni nemiche (apparenti o presunte)
- prestare attenzione al capo-squadra per recepire prontamente eventuali
ordini
Ovviamente questo tipo di procedura dipenderà dalla tipologia
dell'unità (squadra, pattuglia, compagnia, plotone, etc.), dalla
posizione del singolo soldato, dalla circostanza (in un'imboscata, in campo
aperto, etc.).
segue - procedura per rispondere al fuoco nemico
La procedura per rispondere al fuoco (return-fire SOP) consente
al soldato di reagire al fuoco nemico in determinate situazioni. Questo
tipo di procedura è altamente diversificato poichè dipende
dalla tipologia dell'unità (squadra, pattuglia, compagnia, plotone,
etc.), dalla posizione del singolo soldato, dalla circostanza (in un'imboscata,
in campo aperto, etc.).
segue - procedura per regolare l'intensità del fuoco
La procedura per regolare l'intensità del fuoco (rate of fire
SOP) SERVE per fare in modo che il soldato sappia con quale velocità
sparare la nemico SENZA che sia necessaria l'emissione di NUOVI ordini da
parte del capo-squadra. Ovviamente questo tipo di procedura dipenderà
dalla tipologia dell'unità (squadra, pattuglia, compagnia, plotone,
etc.), dalla posizione del singolo soldato, dalla circostanza (in un'imboscata,
in campo aperto, etc.). Premesso questo, il principio fondamentale che regola
questa procedura è quello per cui l'intensità del proprio fuoco
DEVE essere inizialmente ELEVATA per poi DECRESCERE progressivamente.
Questo serve sia per sopprimere il bersaglio dopo averlo inibito, sia per
evitare di esaurire prematuramente le munizioni !!
ATTENZIONE !!
PER POTERE EUSARE LE PROCEDURE OPERATIVE STANDARD E' NECESSARIO UN LUNGO
ADDESTRAMENTO PREVENTIVO ED UNA FORTE ESPERIENZA PRATICA . SOLO IN QUESTO
MODO E' POSSIBILE APPLICARLE IMMEDIATAMENTE E SENZA INCERTEZZE !!
segue - profili strutturali relativi agli ordini per il controllo del
fuoco
Salvo che non venga applicata una procedura operativa standard
(V. voce a se) od un altro metodo (indiretto) per il controllo del fuoco,
in linea generale , il capo-squadra (od altro superiore gerarchico) dovrà
provvedere all'impiego delle armi ed al controllo del fuoco tramite specifici
ordini. Sotto il profilo strutturale, gli ordini relativi al controllo del
fuoco (fire commands) sono normalmente composti da sei elementi :
- Attenti (attenzione) = serve per richiamare l'attenzione del
soldato (o dei soldati) che deve aprire il fuoco; normalmente si tratta di
un ordine orale, ma il caposquadra può benissimo utilizzare qualsiasi
metodo che si riveli utile nelle specifiche cirdostanze in cui l'ordine viene
emesso
- Direzione = serve per comunicare al soldato la specifica direzione
in cui deve indirizzare il fuoco; questo può avvenire tramite
un segnale manuale (N.B. il capo-squadra può indicare la direzione
con una mano, con un braccio o addirittura usando una qualsiasi arma come
indicatore), tramite l'uso di proiettili traccianti (N.B. il capo-squadra
può usare dei traccianti ma è meglio che prima indichi comunque
la direzione in linea generale onde evitare fraintendimenti) oppure usando
le caratteristiche fisiche del terreno come punto di riferimento (N.B.
ad esempio 50 m a destra del bosco, oppure 100m a sinistra della collina
e così via)
- Descrizione (del bersaglio) = è una descrizione BREVE
ma PRECISA al soldato che deve aprire il fuoco, del bersaglio che il capo-squadra
vuole colpire (N.B. ad esempio, mitragliatrice vicino al bosco oppure
mortaio vicino alla collina, etc.)
- Distanza = è la distanza (approssimativa) in metri, che
esiste tra il bersaglio e la propia posizione
- metodo = serve per specificare CHI deve sparare e COME deve
sparare (N.B. ad esempio il capo-squadra può dire "mitragliere
: 5 raffiche", oppure, "arma anticarro : 2 colpi", e così via
)
- Comando = serve per specificare QUANDO il soldato DEVE aprire
il fuoco; analogamente a quanto visto per il comando di "attenti",
solitamente si tratta di un ordine orale, ma il capo-squadra può
benissimo utilizzare qualsiasi metodo che si riveli utile nelle specifiche
cirdostanze in cui l'ordine viene emesso
Chiaramente, per poter funzionare a dovere, la struttura degli
ordini per il controllo del fuoco DEVE essere perfettamente nota a qualsiasi
livello di comando !! E' altresì necessario che simli ordini vengano
praticati reiteratamente durante LUNGHI e NUMEROSI addestramenti, per fare
in modo che la loro esecuzione avvenga in maniera automatica in caso di
combattimento REALE !!
§12 - cenni alle misure di controllo del fuoco per i sistemi
d'arma di grosse proporzioni e/o elevata potenza
Con riferimento ai sistemi d'arma di grosse proporzioni e/o elevata potenza
(N.B. con questa definizione si intendono i sistemi d'arma comunemente
impiegati da artiglieria, carristi, Unità navali ed Unità dell'aviazione),
è necessario ricordare che esistono due grosse famiglie di misure
di controllo. Esse sono :
- le misure estensive (altresì dette positive o permissive)
- le misure restrittive (altresì dette negative o limitative)
Le misure di controllo estensive (permissive fire-control measures)
hanno come scopo precipuo quello di semplificare e velocizzare il tiro verso
specifici bersagli. La classificazione tipologica più comune delle
misure estensive solitamente prevede :
- Linea di fuoco coordinata (Coordinated Fire Line, altresì
detta CFL) = è una linea (N.B. di solito nelle carte
topografiche è rappresentata con una linea nera) al di là
della quale qualsiasi sistema d'arma può aprire il fuoco liberamente
all'interno di uno specifico settore (N.B. ovviamente predefinito
dal Comando competente) SENZA bisogno di ulteriori ordini, precisazioni
od elementi di coordinazione
- Linea di coordinamento del fuoco di supporto (Fire Support Coordination
Line, altresì detta FSCL) = è una linea (N.B. di solito
nelle carte topografiche è rappresentata con una linea nera) al
di là della quale TUTTI i bersagli possono essere colpiti da qualsiasi
sistema d'arma SENZA che vi sia la possibilità di generare pericolo
per le truppe di terra e SENZA bisogno di ulteriori ordini, precisazioni
od elementi di coordinazione (N.B. di norma questa linea è riportata
sulle carte geografiche ma fa riferimento ad elementi presenti sul terreno
che possono essere riconosciuti anche da un aeromobile in volo !!)
- Area di tiro libero / zona di fuoco libero (Free Fire Area, altresì
detta FFA) = è una zona (N.B. e non una linea) all'interno
della quale qualsiasi sistema d'arma può aprire il fuoco SENZA che
vi sia la possibilità di generare pericolo per le truppe di terra
e SENZA bisogno di ulteriori ordini, precisazioni od elementi di coordinazione
(N.B. di norma questa linea è riportata sulle carte geografiche
ma fa riferimento ad elementi presenti sul terreno che possono essere riconosciuti
anche da un aeromobile in volo !!)
Le misure di controllo restrittive (restrictive fire-control measures)
hanno come scopo quello di PRESERVARE l'incolumità del personale
che si trova in una certa posizione sul terreno. La classificazione tipologica
più comune delle misure restrittive solitamente prevede :
- Zona di tiro limitato / ristretto (Restrictive Fire Area, altresì
detta RFA) = è una zona (N.B. di solito nelle carte topografiche
è rappresentata impiegando il colore rosso) più o meno
ampia (N.B. la cui delimitazione specifica è effettuata dal Comando
competente) all'interno della quale NON è possibile indirizzare
il fuoco di specifici sistemi d'arma SENZA che vi siano ulteriori ordini
e/o elementi di specificazione o coordinazione
- Zona di tiro / fuoco interdetto (No Fire Area, altresì detta
NFA) = è una zona (N.B. di solito nelle carte topografiche
è rappresentata impiegando il colore rosso) più o meno
ampia (N.B. la cui delimitazione specifica è effettuata dal Comando
competente) all'interno della quale NON è possibile indirizzare
il fuoco di specifici sistemi d'arma se NON attraverso una specifica DEROGA
(N.B. emessa dal Comando competente) e SOLO in seguito a ulteriori
ordini e/o elementi di specificazione o coordinazione (N.B. oltre a preservare
l'incolumità del personale che si trova all'interno di questa zona,
questa misura restrittiva ha anche lo scopo di impedire l'apertura del fuoco
in maniera anomala, nonchè per individuare in modo specifico l'area
di inserimento di una pattuglia o di una qualsiasi altra piccola unità)
- Linea di tiro / fuoco interdetto (Restrictive Fire Line, altresì
detta RFL) = è una linea N.B. di solito nelle carte topografiche
è rappresentata impiegando il colore rosso) che serve per
separare due Unità adiacenti allo scopo di EVITARE reciproche
interferenze
- Zona di coordinazione aerea (Airspace Coordination Area, altresì
detta ACA) = è una porzione di spazio aereo e terrestre (N.B.
in questo caso la zona ha natura tridimensionale e non bidimensionale !!)
all'interno del quale i velivoli in movimento possono considerarsi ragionevolmente
SICURI rispetto all'eventuale fuoco di superficie, ivi compreso quello proveniente
dai carristi e dall'artiglieria (N.B. il riferimento è comprensivo
anche dell'artuglieria navale qualora il fuoco provenga da unità
presenti a ridosso della costa !!), per perseguire SUPERIORI finalità
di coordinazione e di tutela (N.B. oltre a preservare l'incolumità
del personale di terra, questa misura ha lo scopo di creare corridoi aerei
e facilitare l'attività di coordinamento aereo-terrestre )
segue - i bersagli dal punto di vista della loro natura
Dal punto di vista della loro NATURA, i bersagli si possono distinguere
in :
- Bersagli biologici / umani (personnel / human targets) = coincidono
con le persone
- Bersagli non biologici / materiali (materiel targets) = coincidono
con gli oggetti, siano essi naturali od artificiali
I sistemi d'arma di grossa potenza sono eminentemente destinati a
colpire bersagli del secondo tipo (N.B. cioè materiali), e
solo eventualmente, del primo tipo (N.B. cioè umani).
segue - i bersagli sotto il profilo della programmazione
Sempre con riferimento ai sistemi d'arma di grossa potenza,
dal punto di vista della programmazione i bersagli si suddividono in :
- bersagli pianificati
- bersagli non pianificati
I bersagli pianificati (planned targets) sono tutti quei bersagli
che sono già considerati in maniera PREVENTIVA nel contesto di uno
specifico piano e che devono essere colpiti secondo una determinata modalità.
Viceversa, i bersagli non pianificati (opportunity targets) sono
bersagli che esulano da qualsiasi programmazione preventiva e che vengono
colpiti poichè questo RAFFORZA la propria attività e LIMITA
(o inibisce) quella del nemico.
segue - i bersagli sotto il profilo cronologico
Con riferimento specifico ai bersagli pianificati, dal
punto di vista cronologico, numerose dottrine di combattimento distinguono
tra :
- Bersagli programati (scheduled targets) = sono quei bersagli (N.B.
fanno parte del genus dei bersagli pianificati) che devono essere colpiti
in base ad una tempistica prestabilita SALVO contrordine (N.B. questo significa
che il bersaglio viene sempre colpito secondo quanto stabilito se non viene
emesso un ordine diverso !!)
- Bersagli a chiamata (on-call targets) = sono quei bersagli (N.B.
fanno parte del genus dei bersagli pianificati) che NON devono essere
colpiti SALVO che non provenga una richiesta specifica dal Comando / soggetto
competente (N.B. questo significa che il bersaglio NON viene MAI colpito
se non viene emesso un ordine specifico !!)
segue - brevi cenni alla simbologia dei bersagli
Dal punto di vista grafico, i bersagli sono solitamente distinti in :
- Convenzionali (conventional targets) = tutti i bersagli convenzionali
vengono rappresentati con una croce; se c'è una lista di bersagli,
viene anche attribuito un numero specifico che viene collocato in alto a
destra; di solito si usa il colore nero per contrassegnarli sulla carta topografica,
ma se questo può generare confusione (ad esempio perchè il
bersaglio è in prossimità di una griglia) è necessario
scegliere un colore diverso
- Lineari (linear targets) = tutti i bersagli lunghi e MOLTO stretti,
come ad esempio una strada o una linea ferroviaria, vengono rappresentati
in questo modo; se c'è una lista di bersagli, viene anche attribuito
un numero specifico che viene collocato SOPRA in alto; di solito vengono
anche indicate la lunghezza e le caratteristiche principali sottoforma di
note aggiuntive
- Rettangolari (rectangular targets) = tutti i bersagli lunghi
e stretti vengono rappresentati in questo modo; se c'è una lista di
bersagli, viene anche attribuito un numero specifico che viene collocato SOPRA
in alto; di solito vengono anche indicate la lunghezza, la larghezza e le
caratteristiche principali sottoforma di note aggiuntive
- Circolari (circular targets) = tutte le aree che devono essere
colpite vengono rappresentati in questo modo; se c'è una lista di
bersagli, viene anche attribuito un numero specifico che viene collocato SOPRA
in alto; di solito vengono anche indicate il raggio le caratteristiche
principali sottoforma di note aggiuntive
- Speciali (special targets) = tutti i siti in cui si trovano armi
di distruzione di massa vengono rappresentati con una sorta di croce "vuota
all'interno" e con un punto al centro; se c'è una lista di bersagli,
viene anche attribuito un numero specifico che viene collocato SOPRA in alto;
di solito vengono anche specificati il tipo di arma ed il tipo di vettore
o la modalità di impiego