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I SIMULATORI TISSUTALI COSA SONO, COME USARLI E PERCHE' USARLI.
In senso del tutto generale, i simulatori tissutali
(tissue simulants), sono sostanze di varia natura utilizzati
EX-ANTE (cioè PRIMA, vale a dire dalle aziende produttrici di
munizioni durante la fase di progettazione delle stesse) od EX-POST (cioè
DOPO, vale a dire dai periti balistici), nel corso dell'indagine balistica,
per valutare con il massimo rigore scientifico le prestazioni
ottenibili da una specifica munizione. Dal momento che si è parlato
di "…massimo rigore scientifico..", occorre rimarcare il fatto
che il simulatore è, sempre e comunque "…qualcosa che simula…",
e che quindi non darà MAI un risultato preciso al 100%!! Si potranno
avere risultati "...molto precisi…" o "…precisissimi…"
ma mai "…assolutamente precisi…". E' di estrema IMPORTANZA sottolineare
questo aspetto di "…imprecisione intrinseca…" legato all'uso dei
simulatori tissutali, dal momento che, anche in Italia, esiste un numero
sempre più crescente di "…idioti professionali…", va in
giro per il Paese a vantarsi di "…avere ottenuto risultati assolutamente
certi relativi allo studio di una specifica munizione utilizzando un certo
simulatore tissutale…"!! Premesso ciò, a questo punto occorre
precisare che, secondo il pensiero scientifico moderno (quello maggioritario,
non quello degli esperti della domenica…), i simulatori tissutali si DIVIDONO
in due grandi categorie: i simulatori artificiali ed i simulatori naturali.
In sintesi, sono considerati ARTIFICIALI i simulatori di origine non biologica,
mentre sono considerati NATURALI quelli di origine biologica. Sono considerati
simulatori ARTIFICIALI :
- la creta per modellazione e tutti i materiali ad essa assimilabili
- il mastice per vetrai e tutti i materiali ad esso affine
- tutti i materiali cartacei (secchi o bagnati)
- il sapone e tutti i materiali ad esso affini
- le gelatine derivate dal petrolio o di origine comunque non
biologica
Sono considerati simulatori NATURALI :
- l'acqua
- i cadaveri umani o parti di essi
- i mammiferi di una certa dimensione (vivi o morti che siano)
- i tranci di carne (normalmente bovina)
Altamente discussa è la reale NATURA della gelatina
balistica, il più importante e più diffuso tra tutti i
simulatori tissutali. Alcuni la considerano naturale (tesi attualmente
dominante in tutta la comunità scientifica mondiale), poiché
trattasi di un derivato del collagene animale ottenuto per idrolisi (v.
voce a se in questo stesso sito), unito ad una percentuale di acqua variabile
tra l'80 ed il 90%. Altri la considerano artificiale, perché nonostante
l'elevatissima percentuale di acqua contenuta (necessaria se si vuole
simulare coerentemente i tessuti biologici), in essa è pur sempre
contenuta una sostanza estranea (c.d. matrice), necessaria per la
sua preparazione (N.B. si tratta di una tesi alquanto discutibile poichè
la matrice è composta da collagene suino, il quale presenta una
forte istocompatibilità con i tessuti biologici umani !!).
Infine, altri ancora considerano la gelatina balistica un IBRIDO tra i
simulatori naturali e quelli artificiali e, proprio per questo motivo,
"…il miglior simulatore disponibile sul mercato, almeno fintantoché
la tecnologia non metterà a disposizione degli scienziati qualcosa
di migliore…". A questo punto occorre stabilire quale simulatore
utilizzare e perché. La risposta a questa domanda, in astratto,
appare molto semplice. Occorre utilizzare SOLO il simulatore che appare
essere intrinsecamente più simile ai tessuti biologici. Naturalmente
il simulatore dovrà essere il più simile possibile ai tessuti
biologici UMANI, e NON a quelli di altri esseri viventi!! Questa considerazione
scientifica di palmare evidenza, purtroppo NON appare essere così
banale per un elevato numero di "…esperti della domenica…" che
affollano la scena scientifica italiana ed internazionale. La mamma del
cretino è sempre incinta, purtroppo!! Qual è, dunque, il
simulatore tissutale più simile ai tessuti biologici umani ? Se iniziamo
la nostra analisi con i simulatori tissutali NATURALI, possiamo vedere
che:
1 - Tessuti animali vivi e vitali
Secondo il pensiero scientifico maggioritario, stante
le ENORMI differenze di tipo fisiologico e biologico esistenti tra i
tessuti biologici umani ed i tessuti di altri mammiferi, i risultati
eventualmente derivanti dall'utilizzo di quest'ultimi come simulatori
tissutali sono assolutamente privi di qualsiasi rilievo scientifico. In
altre parole, la scienza moderna NON riconosce alcun rilievo ai test effettuati
su animali di qualsiasi genere a causa delle marcate DIFFERENZE strutturali
tra il genere umano e le altre specie animali. Proprio per questo motivo,
il pensiero scientifico moderno giudica con estremo SFAVORE il "protocollo
Thompson e LaGarde," considerato come sacro ed intoccabile da molti
"esperti della domenica" (che per fortuna sono in diminuzione),
così come giudica molto NEGATIVAMENTE tutti i test effettuati su
animali, vivi o morti che siano!! Agli inizi degli anni '90 del XX secolo,
si è fatto tuttavia ricorso ad un tipo particolare di simulatore
biologico vivo e vitale, per verificare la validità scientifica di
alcune teorie (c.d. Test di Strasburgo). Tuttavia, l'equipe scientifica
che ha realizzato questo studio, destinato a verificare il legame tra attività
bioelettrica celebrale, attività cardio – respiratoria ed effetto
invalidante dei proiettili per armi corte, "…ha avuto il buon gusto…"
di NON spacciare i propri dati come "…oro colato…"!! Va poi rammentato
che vennero scelti animali che per costituzione fisica erano il più
SIMILE possibile agli esseri umani, infatti:
- la cassa toracica aveva dimensioni simili a quelle di
un maschio umano adulto, sano e di robusta costituzione (N.B. sotto
questo profilo i bovini sono da scartare !!)
- i livelli di tessuto adiposo erano il più simili
possibili a quelli umani (N.B. sotto questo profilo i suini sono
da scartare !!)
- la massa muscolare era il più simile possibile
a quella umana (N.B. sotto questo profilo bovini ed equini sono
da scartare !!)
- la composizione delle ossa era il più simile possibile
a quella umana (N.B. sotto questo profilo suini, bovini ed equini
sono da scartare)
Per un'analisi più approfondita del test di Strasburgo,
si rimandano gli interessati al testo "
Breve
guida alle munizioni non convenzionali",
edito a cura del GRURIFRASCA, oppure all'eccellente "
Street stoppers"
(edito dalla Paladin Press), entrambi in vendita presso Tuttostoria. In
sintesi, i tessuti animali vivi e vitali utilizzati come simulatori danno
risultati del tutto inattendibili, SALVO che non si voglia utilizzare detti
risultati :
- o come termine di paragone per lo sviluppo delle palle
da impiegare nelle cartucce per la caccia ad animali di grosse dimensioni
(c.d. caccia grossa)
- o come elemento di riscontro, ex post, con i dati ottenuti
dallo studio in gelatina balistica calibrata ed in acqua
2 – Tessuti animali non vivi
ne vitali (tranci di carne secca o umida)
La valutazione fortemente NEGATIVA relativa all'utilizzo
dei tessuti animali vivi e vitali come simulatori tissutali va estesa
ai tessuti animali NON più viva e vitali con l'aggiunta di una
importante precisazione. I tessuti animali NON più vivi e vitali
sono PRIVI della percentuale di acqua normalmente ravvisabile nei tessuti
umani!! Questo significa che solo i più FESSI usano animali morti,
o tranci più o meno grandi dei medesimi, come simulatori tissutali,
e che solo "…i più fessi tra i fessi…" sostengono la veridicità
dei dati così ottenuti. Alcuni "intelligentoni" (italiani
e non) hanno pensato di risolvere il problema immergendo la carne in acqua
e lasciandovela per 24 o 48 ore, ma si tratta di una mera fesseria!! La
carne NON è igroscopica, per cui la percentuale d'acqua della stessa
non può essere in alcun modo variata e, quindi, i risultati ottenuti
non saranno veritieri.
3 - Cadaveri umani
La valutazione fortemente NEGATIVA relativa all'utilizzo
dei tessuti animali come simulatori tissutali va estesa automaticamente
ai cadaveri umani (o a parti di essi). Il motivo va ricercato nel fatto
che il tessuto del cadavere, anche se "fresco", è radicalmente
DIVERSO dal tessuto umano vivo e vitale. Le differenze non riguardano solo
la diversa percentuale di acqua ma, anche è soprattutto, la rigidità
strutturale del tessuto stesso. Molti "…esperti della domenica…"
pensano di potere risolvere il problema utilizzando dei "…cadaveri freschi…"
perché, dicono, sono "…simili agli esseri umani…", ma in
realtà la cose non stanno così !! In altre parole, il cadavere
è molto più fragile del tessuto biologico umano per cui,
se colpito da un proiettile (di qualsiasi tipo), esso si comporterà
in maniera radicalmente DIVERSA !! In altre parole, essendo il tessuto
del cadavere radicalmente diverso da quello umano vivo e vitale, esso subirà
fratture, incisioni, rotture ed altri fenomeni di alterazione della sua
integrità strutturale che normalmente NON si verificano per nulla.
Inoltre, la penetrazione totale ed il diametro finale della palla non saranno
veritieri, così come non saranno realistici i volumi delle cavità
temporanee e permanenti. In conclusione, chi desidera studiare gli effetti
dei proiettili sul corpo umano NON può e NON deve utilizzare i
cadaveri come simulatori tissutali!!
4 - Acqua
Nel contesto dei simulatori tissutali di origine naturale,
un posto IMPORTANTE è occupato dall'acqua. In realtà l'acqua
NON viene utilizzata come simulatore tissutale PRINCIPALE, bensì
come elemento di RISCONTRO con cui confrontare i dati ottenuti in gelatina
balistica. L'utilizzo dell'acqua come elemento di riscontro deriva non
solo dal fatto che è molto economica (N. B. è reperibile
ovunque e tutte le aziende vogliono ridurre i costi di produzione), ma
anche dal fatto che il corpo umano è composto da un elevatissima
percentuale di acqua. L'esperienza maturata negli ultimi 50 anni, ha poi
mostrato un ulteriore aspetto rilevante legato all'utilizzo dell'acqua
come simulatore tissutale. Si è verificato sperimentalmente, incrociando
i dati di laboratorio con quelli derivanti da scontri a fuoco reali, che
l'acqua simula efficacemente il tessuto POLMONARE. In altri termini, se
un proiettile si espande in acqua, esso si espanderà certamente
anche in seguito all'impatto con il tessuto polmonare di un essere umano
vivo e vitale!! I medici sanno perfettamente che la ferite ai polmoni sono,
spesso e volentieri, ferite LETALI, per cui le aziende produttrici di munizioni
tengono in grande considerazione i risultati derivanti dall'analisi balistica
in acqua. Allo stato attuale tutte le più grandi aziende produttrici
di munizioni, a livello mondiale, utilizzando l'acqua come elemento di
riscontro con cui paragonare i dati derivanti dall'analisi in gelatina balistica
calibrata. Purtroppo, a causa della sua natura, l'acqua è di difficile
utilizzo pratico, ed è per questo motivo che viene normalmente utilizzata
solo a livello industriale. Inoltre, per verificare il comportamento dinamico
dei proiettili occorrono attrezzature molto sofisticate e costose,
infatti, l'unica cosa che si può misurare con immediatezza è
il diametro finale del proiettile, mentre per misurare altri parametri
rilevanti (cioè la penetrazione massima ed i volumi di cavità
permanente e temporanea) sono necessarie macchine ed attrezzature super
specializzate. A parte questi difetti intrinseci, l'acqua costituisce
un elemento di studio molto importante.
Passando ora ai simulatori tissutali ARTIFICIALI , possiamo verificare
quanto segue:
5 - Mastice per vetrai (e /
o per elettricisti)
Uno dei peggiori simulatori tissutali artificiali esistenti,
è rappresentato dal mastice per vetrai nelle sue varie configurazioni.
Questo materiale è profondamente INADATTO per almeno due motivi
:
- la percentuale di acqua è radicalmente INFERIORE rispetto
a quella tipica dei tessuti umani vivi e vitali
- la densità è enormemente SUPERIORE rispetto a
quella del tessuto umano
Dal momento che la percentuale di acqua NON è assolutamente
modificabile da parte dell'utilizzatore, il mastice per vetrai va radicalmente
SCARTATO come simulatore tissutale. Inoltre, va sottolineato che la densità
di questo materiale varia, a seconda delle configurazioni, tra le 4
e le 5 volte rispetto a quelle tipica del tessuto biologico umano (N.B.
se l'acqua ha una densità di 1000 Kg m3, queste sostanze hanno
una densità di 4000 - 5000 Kg m3 !!). Per i (troppi) "…presunti
esperti…" di balistica terminale in ascolto (italiani e stranieri)
che, dall'alto della loro arroganza, insistono ancora ad utilizzare il
mastice per vetrai come simulatore tissutale, ricordiamo che a livello
pratico si otterranno i seguenti risultati:
- diametro finale del proiettile assolutamente irrealistico (N.B.
la palla viene deformata in maniera anormale, quasi come se fosse
stata colpita a martellate)
- cavità permanente assolutamente irrealistica e non misurabile
(N.B. la penetrazione ridottissima determina una cavità permanente
ridottissima ed irrealistica)
- cavità temporanea inesistente (N.B. la durezza eccessiva
non consente la formazione della cavità temporanea, ne permette
all'operatore di rilevare tracce della sua presenza)
- penetrazione finale irrealistica (N.B. l'eccessiva durezza
impedisce alla palla di penetrare correttamente)
Per gli "…esperti della domenica in ascolto…", ricordiamo
che fu proprio l'uso smodato ed incongruente di questo materiale che fece
prendere alla Winchester "…fischi per fiaschi…" durante la fase
principale della progettazione della tecnologia STHP. Nonostante queste
evidenti limitazioni operative, numerosi "…presunti esperti…, continuano
imperterriti ad utilizzare questo materiale, riuscendo poi tramite varie
raccomandazioni e favori, a fare pubblicare il risultato dei loro presunti
studi sulle varie riviste di settore italiane e straniere!! Per intenderci,
sicuramente molti di voi avranno visto fotografie di proiettili estratti
da blocchi di mastice talmente deformati da essere ridotti al diametro
di "...monetine di 1 Euro…", corredate da commenti entusiastici circa
l'aspetto esteriore del (presunto) risultato ottenuto. Bene, in questo
caso avete visto dove può spingersi la stupidità umana
!! Dal momento che riteniamo queste manifestazioni un insulto all'intelligenza
altrui, cogliamo occasione per sottolineare che NESSUNO può spacciare
per "…veri e rigorosamente scientifici…" i risultati ottenuti sparando
in qualcosa che è circa 5 volte più duro del tessuto umano,
nonché privo della necessaria percentuale d'acqua!! Chi ha l'arroganza
di farlo, o è fesso, o è falso!! Lasciamo a voi ogni ulteriore
conclusione in merito.
ATTENZIONE !!
IL MASTICE PER VETRAI
E' DEL TUTTO PRIVO DELL'ELASTICITA' TIPICA DEI TESSUTI BIOLOGICI, E VA PER
TANTO SCARTATO COME SIMULATORE TISSUTALE POICHE' NON SAREBBE IN GRADO DI
FORNIRE RISULTATI CONGRUENTI SOTTO IL PROFILO SCIENTIFICO !!
6 - Creta per modellazioni
Un altro simulatore tissutale fortemente amato dagli
stupidi, è rappresentato dalla creta per modellazioni. Questo
materiale è presente in commercio sotto varie denominazioni ed
in vari formati, ma che presentano TUTTI gli stessi difetti che sono
tipici del mastice per vetrai. Alcuni furbi tentano di ovviare ai difetti
della creta per modellazioni utilizzando l'acqua o l'olio per alterarne
la densità, ma si tratta di una manovra irrealistica e del tutto
priva di risultati rilevanti (scientificamente parlando). In altre parole,
per chi "…fosse in ascolto e non lo avesse ancora capito…", anche
la creta per modellazioni è MOLTO più DURA (cioè DENSA
!!) del tessuto biologico umano di quanto si possa immaginare !! Ovviamente,
anche questo materiale, al pari del mastice per vetrai, NON ha l'esatta
quantità di acqua tipica del tessuto umano. Chiaramente i risultati
ottenuti sparando entro questo materiale saranno del tutto irrealistici
!! Analogamente a prima si otterranno :
- penetrazioni totali irreali (N.B. in qualcosa di "molto
più duro" rispetto al corpo umano i proiettili non si comporteranno
regolarmente !!)
- espansioni finali irreali (N.B. in qualcosa di
"troppo duro" i proiettili non si espanderanno in maniera così
esagerata !!)
- cavità temporanee irreali (N.B. la cavità
temporanea è anormale e del tutto irrealistica !!)
- cavità permanenti non misurabili (N.B. l'eccessiva
durezza rende impossibile la misurazione della cavità permanente
!!)
Tanto per essere più chiari, i proiettili in
piombo, così come quelli a punta molle, sono noti per NON deformasi
o per deformarsi solo marginalmente se sparati verso bersagli biologici
alle velocità TIPICHE delle cartucce oggi in uso (per armi corte).
Questo è chiaramente verificabile dal vivo (cioè tramite
le autopsie), ed in laboratorio (cioè in acqua ed in gelatina balistica).
Facendo la stessa cosa con la creta per modellazioni, viceversa, si ottengono
risultati del tutto fuorvianti. I proiettili appaiono palesemente deformati,
la penetrazione è del tutto irrealistica e, cosa che più
conta, si ottiene una (presunta) cavità temporanea con un volume
abnorme se paragonato a quello ottenibile in gelatina. Certo, su di una rivista
di settore o su un catalogo specializzato la cosa fa un certo effetto (N.B.
la Federal Cartridges lo ha fatto per anni sul suo catalogo riservato
alle FF.AA. e FF.PP., ma si trattava di una trovata pubblicitaria),
ma spacciare certi risultati per veritieri e scientifici è tutta
un'altra cosa. Purtroppo di recente, in Italia ed anche all'estero, c'è
stato un vero e proprio "…ritorno di fiamma…" in riferimento all'utilizzo
di questo materiale, e da un po' di tempo a questa parte si può
assistere ad un proliferare articoli che "…decantano le mirabilie di
questo o quel proiettile…" dopo averlo sparato in blocchi di creta
per modellazione!! Siamo alle solite. La mamma del cretino è
sempre incinta !! Si spera solo che questa moda passi il più
presto possibile. In conclusione, NON si può definire veritiero
un risultato ottenuto sparando in qualcosa che è estremamente più
duro del corpo umano e, analogamente a prima, chi sostiene il contrario
o è fesso o è falso !!
ATTENZIONE !!
LA CRETA PER MODELLAZIONI E' DEL TUTTO PRIVA DELL'ELASTICITA'
TIPICA DEI TESSUTI BIOLOGICI, E VA PER TANTO SCARTATA COME SIMULATORE TISSUTALE
POICHE' NON SAREBBE IN GRADO DI FORNIRE RISULTATI CONGRUENTI SOTTO IL PROFILO
SCIENTIFICO !!
7 – Carta secca
Un altro simulatore tissutale che va completamente SCARTATO è
rappresentato dalla carta secca (dry paper). A causa della sua
elevatissima durezza, il pensiero scientifico moderno non riconosce nessuna
validità ai risultati derivanti dall'utilizzo della carta come simulatore
tissutale. Purtroppo per il nostro Paese, da molti anni a questa parte,
alcuni "…mostri sacri italici della balistica terminale…" continuano
a tempestare le redazioni delle riviste di settore con le loro fesserie
ed i loro articoli assurdi relativi alle prestazioni balistiche di "…questo
o quel proiettile…" (che, naturalmente, è sempre quello che
sta "…più simpatico…" a queste persone) ricavati tramite
l'ausilio della carta come simulatore tissutale. E' vero che c'è stato
(e c'è) chi ha fatto di peggio (chi spara nell'acciaio, chi spara
nelle vetture, chi spara nei pneumatici, chi spara nei telefoni cellulari,
etc.), ma è altrettanto vero che certe persone NON dovrebbero avere
voce in capitolo e dovrebbero essere totalmente ignorate. Purtroppo, chi spara
nella carta secca non solo "…ha il diritto divino…" di vedere pubblicati
automaticamente i propri pseudo - studi, ma viene anche automaticamente considerato
"…un esperto del settore…" da ascoltare immediatamente in caso di
necessità !! Se proprio volete usare la carta, fatelo se e SOLO
se vi interessa valutare GROSSOLANAMENTE la capacità di penetrazione
di un certo proiettile, e NON per capire se un certo proiettile è
più o meno efficace sul corpo umano!! Il sostenere, come fanno certi
"…fenomeni da baraccone nostrani…", che un certo proiettile è
più o meno efficace semplicemente dopo avere visto cosa succede
sparandolo nella carta non significa assolutamente nulla, fuorché
una grande dimostrazione di stupidità !! Stante il fatto che la sua
natura è totalmente DIFFORME rispetto a quella dei tessuti biologici
umani, il pensiero scientifico moderno NON riconosce nessun rilievo ai
risultati ottenuti utilizzando la carta come simulatore tissutale. Lasciamo
a voi ogni ulteriore riflessione circa le capacità e la presunta
professionalità di quei "…guru della balistica terminale…"
che passano il loro tempo a sparare nella carta.
8 - Carta bagnata
Un simulatore tissutale, che molti considerano alternativo
alla carta secca (
dry paper), è costituito dalla carta
bagnata (
wet paper / wet newspaper). Alcune aziende produttrici
di munizioni, come ad esempio la NOSLER, utilizzano la carta bagnata in
maniera prevalente durante la progettazione e la realizzazione dei propri
proiettili da fucile per impiego venatorio. Ad esempio, durante la progettazione
dei proiettili della famiglia PARTITION, la NOSLER ha utilizzato (per
anni) blocchi di giornali impregnati di acqua ed ha poi confrontato i risultati
così ottenuti con quelli derivanti dall'utilizzo di colla animale
(un simulatore oggi del tutto desueto ricavato tramite la bollitura delle
ossa animali). In questo lavoro la NOSLER è sicuramente stata aiutata
dal fatto che i suoi proiettili erano destinati all'impiego venatorio,
cioè a bersagli "…
molto più duri…" rispetto agli esseri
umani. In altre parole, se si fosse trattato di realizzare proiettili
"…
da utilizzare su animali a due zampe…", sarebbero certamente
insorti problemi non dissimili da quelli incontrati dalla Winchester durante
la realizzazione della tecnologia STHP (V. il testo "
Breve guida alle munizioni non convenzionali"
per ulteriori informazioni). Purtroppo l'utilizzo pratico della carta
bagnata ha tutta una serie di LIMITAZIONI che devono essere comprese.
In primo luogo è necessario che la carta sia VERAMENTE bagnata,
cioè che ci sia una percentuale elevatissima di acqua. Per risolvere
questo problema, si immerge la carta in acqua bollente per non meno di
6 ore. Questo richiede l'utilizzo di una vasca da bagno, o di un altro
contenitore equivalente, e non tutti lo possono fare. E' poi necessario
predisporre la carta nella maniera più comoda per il maneggio e
l'utilizzo, ed in tal senso è necessario realizzare "
blocchi"
lunghi 400 – 500mm legati con spago o vincolati con nastro da pacchi.
Un altro problema fondamentale riguarda l'esatta tipologia di carta da
utilizzare. Sul punto esistono varie scuole di pensiero. Alcuni sostengono
che vadano utilizzati solo ed esclusivamente giornali di tipo classico
(cioè cose come "
La stampa", "
Il corriere della sera",
"
La gazzetta dello sport" e simili). Altri sostengono che, per massimizzare
la percentuale di acqua, ESSENZIALE ai fini dell'ottenimento di risultati
veritieri, è NECESSARIO utilizzare il cartoncino con gli interni
ondulati. Infine, altri ancora affermano che le due tipologie di carta vadano
usate congiuntamente, ma si discute se mettere prima i giornali (per simulare
gli strati adiposi) o, viceversa, il cartoncino (per simulare l'epidermide).
Ma cosa succede utilizzando della carta bagnata come simulatore tissutale
? Diciamo che i risultati possono essere sintetizzati come segue:
- il diametro finale della palla "...
è abbastanza simile..."
a quello reale (nel senso che è leggermente minore), anche se
a volte si verificano fenomeni di frammentazione che normalmente non si
verificano per nulla
- la penetrazione totale è, in quasi tutti i calibri,
abbastanza simile a quella reale, anche se questo non sempre accade
- il volume della cavità temporanea è pari
a circa 1/3 di quello reale, mentre il suo diametro massimo è pari
a circa la metà
- il volume della cavità permanente è abbastanza
simile a quello reale, anche se questo non sempre accade
Qual' è la conclusione di tutto questo ? Che la carta,
anche se bagnata, va evitata come simulatore tissutale in quanto da risultati
NON veritieri. Al limite si potrebbe utilizzare la carta bagnata solo come
"…
simulatore di scorta…", cioè per confrontare i dati ottenuti
in acqua ed in gelatina balistica, ma non come simulatore principale per
condurre una ricerca balistica seria e REALMENTE scientifica!! Dal momento
che esiste qualcosa di meglio rispetto alla carta bagnata (cioè
la gelatina balistica) è preferibile utilizzarlo: vi eviterebbe
di "…
prendere fischi per fiaschi…" !!
ATTENZIONE !!
LA CARTA BAGNATA (wet paper) PUO' TRARRE IN INGANNO I MENO ESPERTI
(nel settore della balistica terminale) PERCHE' FORNISCE DATI RELATIVI
ALL'ESPANSIONE DEI PROIETTILI MOLTO SIMILI A QUELLI REALI!! TUTTAVIA, IL
DATO RELATIVO ALLA PENETRAZIONE NON SEMPRE E' CONGRUENETE CON QUELLO REALE
(N.B. il che significa avere dati irrealistici per quello che riguarda
il volume della cavità permanente e di non averne sul volume della
cavità temporanea !!), PER CUI LA CARTA, ANCHE SE MOLTO BAGNATA,
DEVE ESSERE SCARTATA COME SIMULATORE TISSUTALE PER IMPIEGO SCIENTIFICO GENERALE
!!
9 - Sapone balistico
Si è talvolta teorizzato l'impiego di
composti di glicerina,
genericamente denominati "
saponi balistici" come simulatori tissutali.
Alcune grosse aziene europee produttrici di munizioni come RWS,
Norma o Lapua, ne hanno fatto un uso smodato per parecchi anni allo scopo
di esaltare le potenzialità dei propri prodotti. Molto spesso questi
simulatori veivano volutamente impiegati per la presentazione di nuovi
prodotti durante fiere internazionali di rilievo come l'EXA o l'IWA. ad
ogni modo,
avendo gli stessi difetti della creta per modellazione (N.B.
sono troppo densi rispetto ai tessuti umani vivi e vitali !!), questi
composti sono stati presto SCARTATI dalla comunità scientifica per
un uso razionale come simulatori tissutali.
10 - Gel per candele
Nei primi anni del XXI secolo è stato teorizzato l'uso
di uno speciale gel per la produzione di candele come simulatore tissutale.
Lo studio
è ancora a livello teorico e non sono note, almeno
allo stadio attuale, le effettive potenzialità di questo apparentemente
"
nuovo" simulatore. Sembra però dubbio che esso possa sostituire
validamente la gelatina balistica per come la conosciamo noi oggi !! Anche
se non sembrano esserci problemi dal punto di vista della viscosità,
alcuni problemi pratici potrebbero profilarsi per quanto concerne la densità.
Infatti, la gelatina balistica ha una densità tipica che oscilla
tra 1020 e 1050 Kg m3, contro i 3200 Kg m3 del gel per candele, cosa che
potrebbe portare a risultati non pertinenti o addirittura completamente
irrealistici sotto il profilo scientifico.
TAVOLA COMPARATIVA DELLE DENSITA'
DI ALCUNI MATERIALI IMPIEGATI COME SIMULATORI TISSUTALI
Materiale
|
Densità media (Kg m3)
|
acqua
|
1000
|
gelatina balistica (soluzione con
acqua al 10%) *
|
1020 - 1025
|
gelatina balistica (soluzione con acqua al 20%)
*
|
1045 - 1050
|
gel trasparente per candele
|
3000 - 3200
|
gelatina balistica sintetica ("clear ballistic
gel" o prodotti simili)
|
820 - 830
|
aria
|
0,1
|
LEGENDA
- Materiale = indica il tipo di materiale
- Densità = indica la densità del singolo materiale in Kg
m3
- * = la differenza tra la gelatina balistica al 10% e quella al 20% risiede
nella diversa viscosità. Mentre la densità è abbastanza
simile, la gelatina al 20% risulta essere molto più viscosa di quella
al 10%, cosa che determina un diverso comportamento dell'agente balistico
in seguito all'impatto. Per esempio, la penetrazione in gelatina al 10% è
circa 1,8volte quella in gelatina al 20%, il che signifca che lo stesso proiettile
penetrerà in maniera diversa e si espanderà in maniera diversa
a secona del tipo di gelatina usata.
N.B. = per motivi di completezza si è inserita anche l'aria, in maniera
tale da fornire un elemento di raffronto utile per il lettore
La soluzione di (quasi) tutti
i problemi: la gelatina balistica calibrata
Stante le limitazioni intrinseche della moltitudine
dei simulatori tissutali esistenti, i ricercatori (rectius, i medici
e non i giornalisti o i tuttologi !!) hanno cercato di realizzare
un simulatore facilmente utilizzabile ed estremamente realistico. Le ricerche
hanno portato alla realizzazione della GELATINA BALISTICA calibrata,
un simulatore costituito essenzialmente d'acqua in grado di riprodurre
in modo estremamente preciso il tessuto muscolare STRIATO e gli organi
molli, ma NON la pelle e le ossa (N.B. in altre parole la gelatina
è fortemente omogenea mentre i tessuti umani sono fortemente eterogenei
!!). A seconda della quantità di matrice in essa contenuta si
può distinguere tra :
- gelatina calibrata al 20%
- gelatina calibrata al 10%
La gelatina balistica calibrata al 20% è stata
utilizzata in maniera massiccia fin verso gli anni '40 del XX secolo.
Successivamente, si verificò scientificamente come l'elevata quantità
di matrice determinava la formazione di un simulatore "…troppo duro…"
rispetto ai tessuti biologici umani, per cui cominciò a diffondersi
la variante con percentuale al 10% (e successiva calibrazione). Fino
verso gli anni '80 del XX i due simulatori vennero usati in maniera contemporanea.
Nei primi anni '90 del XX l'uso della gelatina balistica al 20% cominciò
ad andare in crisi. Con il passare del tempo si verificò sperimentalmente
che la scelta era stata corretta, tant'è vero che, allo stato
attuale, la gelatina al 10% è la variante più UTILIZZATA
di gelatina balistica poiché UNANIMEMENTE considerata come "…più
vicina al corpo umano…" (N.B. il limite operativo fondamentale
della gelatina balistica è rappresentato dal fatto che può
simulare SOLO un tipo di tessuto, cioè quello muscolare, e NON tutti
i tipi di tessuti umani !!).
Preparazione, conservazione
ed utilizzo della gelatina balistica calibrata al 10%
Allo stato attuale la gelatina balistica calibrata al 10% rappresenta
il simulatore tissutale utilizzato in maniera MAGGIORITARIA nel settore
scientifico così come nel settore industriale. Dal momento che,
allo stato attuale, TUTTI (tranne i falsi o i fessi) riconoscono
la validità di questo tipo di simulatore (pur con tutti i limiti
intrinseci che possiede), è necessario chiarire COME preparare
ed utilizzare la gelatina balistica poiché riteniamo che siano in
molti quelli interessati a conoscere il procedimento. In primo luogo è
necessario reperire la sostanza di partenza, cioè la c.d. "matrice".
Purtroppo sono in molti ad attendere che qualche volenteroso imprenditore
italiano si lanci nella realizzazione di un impianto destinato alla produzione
maggioritaria la gelatina balistica (che è un prodotto di nicchia)
ma, allo stato attuale, tutto tace. L'unica eccezione significativa
nel nostro Paese è forse rappresentata dalla ITALGELATINE che
offre una vastissima gamma di gelatine e che, tra le altre cose, ha in catalogo
anche la gelatina suina di tipo-A con valore Bloom pari a 250 e granulometria
a 16 Mesh (N.B. per ulteriori informazioni si veda il sito www.italgelatine.com).
Si tratta però di un caso isolato. Per il rest, come accade per moltissime
cose, tutti sono pronti a lamentarsi ed a piagnucolare, ma quando c'è
da fare le cose concrete tutti latitano!! Diciamo che un eventuale produttore
italiano specializzato in gelatina balistica avrebbe sicuramente un enorme
mercato, anche perché le aziende produttrici di gelatina balistica
sono pochissime e, attualmente, si può dire che una sola azienda
ha il monopolio mondiale del prodotto. A parte questa tirata d'orecchie
alla classe imprenditoriale italiana, la gelatina maggiormente utilizzata
a livello mondiale è quella prodotta dalla GELITA USA Inc. (N.B.
si tratta della ex Kind & Knox, che ha cambiato denominazione nel
2003), un'azienda americana con sede a Sioux City nello Stato dell'Iowa,
oggi posseduta in maniera maggioritaria dalla tedesca GELITA. La tipologia
commerciale comunemente utilizzata è il "250 – A Ordnance Type"
sempre realizzata dalla suddetta azienda: a livello mondiale si tratta
certamente della variante più utilizzata. Ultimamente sta cominciando
a diffondersi anche la gelatina prodotta dalla VYSE GELATIN Co.,
anche se la gelatina prodotta dalla GELITA è di gran lunga la più
diffusa a livello mondiale. Una volta acquistato il prodotto base, cioè
la polvere di gelatina (o matrice che dir si voglia), è necessario
preparare il blocco di gelatina balistica calibrata al fine di potere effettuare
i relativi esperimenti. Molti pensano che preparare la gelatina balistica
sia qualcosa di estremamente complesso, anche se in realtà le cose
non stanno esattamente così. Per dimostrare a tutti che non è
poi così difficile realizzare della gelatina balistica calibrata
in casa propria, il GRURIFRASCA pubblicherà in queste pagine il proprio
procedimento di preparazione che è poi quello utilizzato da tutte
le più grandi aziende mondiali produttrici di munizioni.
1 – Misurazione dei componenti
Con una bilancia, misurate 1Kg di polvere di gelatina
e ponetelo in un contenitore. Con un beker o con un altro contenitore
graduato misurate 9 litri di acqua e poneteli in un altro contenitore.
Abbiate cura di avere entrambi i contenitori nelle immediate vicinanze
della vostra "zona di lavoro"
2 - Bollitura e mescolatura
preliminare
Mettete 6 litri di acqua in una pentola ed iniziate a farla riscaldare.
Aiutandovi con un termometro da laboratorio, tenete sotto controllo il
più possibile la temperatura dell'acqua. Prima che l'acqua sia in
una condizione di totale ebollizione toglietela dal fornello, versatela
in un apposito contenitore (N.B. se possibile fate in modo di levare
la pentola dal fornello non appena l'acqua comincia a fumare) ed iniziate
a versare MOLTO lentamente la polvere di gelatina (N.B. teoricamente non
bisognerebbe mai superare in maniera eccessiva i 40°C di temperatura
per evitare di degenerare la struttura molecolare della matrice, anche se
molti, pur a livello scientifico, ignorano questo aspetto !! In ogni caso,
non scendete troppo sotto ai 40°C e non portate mai l'acqua ad ebollizione
). Per evitare problemi è necessario mescolare la soluzione cha
state formando molto LENTAMENTE e, soprattutto, in maniera costante.
Durante l'operazione di mescolatura è NECESSARIO porre attenzione
sul fatto che NON bisogna MAI aggiungere altra polvere di gelatina fino
a quando non si è perfettamente disciolta quella che era stata versata
in precedenza. Una buona regola, seguita da molti (sia aziende che enti),
è quella di versare prima ¼, poi un altro ¼ e così
via, fino a versare completamente la polvere di gelatina nei 6 litri di
acqua bollente.
3 – Ottimizzazione della mescolatura
e tempi di esecuzione della stessa
La fase di mescolatura è una della fasi più critiche
nella realizzazione della gelatina balistica. Normalmente ci si aiuta
con un semplice cucchiaio in legno da cucina. Tuttavia, da momento che
esiste il problema di mescolare in maniera LENTA e COSTANTE, molti si aiutano
con strumenti di tipo elettrico Sul punto esistono varie scuole di pensiero.
Alcuni utilizzano il classico mixer da cucina, altri che considerano il
mixer troppo veloce, utilizzano un trapano con regolatore di velocità
al quale sono state applicate le comuni fruste da mixer. Altri ancora
utilizzano i mescolatori professionali per le vernici. A prescindere da
quella che sarà la vostra scelta, è essenziale che, durante
la mescolatura, venga posta la massima attenzione al fine di evitare l'incorporazione
di un'eccessiva massa di aria nella soluzione che state formando. Continuate
a mescolare fino a quando tutta la polvere di gelatina non si è completamente
disciolta.
4 – Aggiunta dell'acqua residua
Aggiungete i 3 litri residui di acqua (sempre misurando con un
contenitore graduato) e continuate a mescolare la soluzione. Prima di
procedere oltre, continuate a mescolare per non meno di 5 minuti.
Abbiate sempre cura di evitare il più possibile di incorporare troppa
aria nella soluzione. In altre parole, state attenti a non creare troppa
schiuma.
5 – Procedura preliminare di
conservazione (opzionale)
A questo punto, se desiderate conservare la gelatina balistica
a LUNGO termine dovete aggiungere alla soluzione 5 millilitri di acido
proprionico ( N.B. è facilmente reperibile in qualsiasi farmacia).
Con una siringa ipodermica da 12cc, prelevate 5 millilitri di acido proprionico
ad aggiungeteli alla soluzione. Se non vi interessa conservare a lungo
termine la gelatina, allora potete saltare questa fase e passare direttamente
a quella successiva. In ogni caso, ricordate che la gelatina deve essere
utilizzata al massimo entro 36 ore dopo la sua effettiva preparazione.
Volendo è possibile conservare al massimo il prodotto per una settimana,
ma in questo caso si corre il rischio di ottenere risultati non veritieri.
Proprio per questo motivo, la conservazione dei blocchi di gelatina per
tempi superiori alla 36 ore è sconsigliata da quasi tutti gli enti
e le aziende che effettuano ordinariamente test balistici. Tuttavia, se
sussiste la necessità di conservare a lungo il prodotto, l'aggiunta
di acido proprionico è la soluzione ideale.
6 – Rimozione della schiuma
L'operazione di mescolatura, necessaria a fare sciogliere la polvere
di gelatina, produce solitamente della schiuma che si raccoglie sulla
superficie della soluzione. Dopo avere accertato che la polvere di gelatina
si è completamente sciolta, dovete procedere alla rimozione della
schiuma con l'ausilio di un grosso cucchiaio. Dal momento che non si
tratta di un sottoprodotto tossico o nocivo, potete eliminare la schiuma
ponendola nel lavandino della vostra cucina e sciogliendola aggiungendo dell'acqua
calda.
7 – Preparazione degli stampi
Una volta che la soluzione è stata realizzata, è
necessario preparare gli stampi in cui verrà versata e lasciata
solidificare. Come stampi si utilizzano contenitori in metallo (acciaio
inox) o in plastica analoghi a quelli impiegati nella industria dolciaria
(N.B. segnatamente si tratta di quelli impiegati nella preparazione
dei gelati). Alcuni autori hanno proposto di impiegare cartoni del latte
adeguatamente modificati o scatole (metalliche) per il trasporto di munizioni
di piccolo calibro, ma non sempre si tratta di soluzioni realistiche !!
Il problema risiede nel fatto che non si deve solo versare la gelatina liquida
(rectius, la soluzione) nello stampo (N.B. quindi è necessario avere
uno stampo capace di resistere ad una certa temperatura, anche se non elevatissima
!!), ma bisogna poi avere la possibilità di estrarre il blocco con
facilità dopo che la solidificazione si sarà verificata. E'
chiaro che uno stampo con dimensioni o forma "...un po' infelici...",
renderebbe questa operazione alquanto problematica. Le dimensioni degli stampi
possono essere le più varie, anche se la scelta in concreto verrà
fatta in base alle esigenze dell'utente finale (cioè le vostre). In
linea di massima, le dimensioni maggiormente utilizzate a livello scientifico
sono di 150x150x400mm (LxAxP), in quanto universalmente considerate
come le più maneggevoli. Naturalmente, se le vostre esigenze sono
diverse potete utilizzare contenitori (= stampi) con le dimensioni che ritenete
più opportune. Qualsiasi siano le sue dimensioni, è assolutamente
necessario che lo stampo sia perfettamente pulito ed adeguatamente
lubrificato PRIMA che procediate a versarvi dentro la soluzione. Naturalmente
è buona regola quella di preparare preventivamente gli stampi
in maniera tale che, non appena pronta la soluzione, la possiate versare
senza ulteriori perdite di tempo. Al fine di semplificare la successiva
estrazione dagli stampi, si consiglia SEMPRE di lubrificarli leggermente
(e preventivamente). Solitamente, per questa operazione, si utilizza dell'olio
a base siliconica.
8 – Trasferimento della soluzione
negli stampi
Versate molto lentamente la soluzione negli stampi,
avendo cura di evitare fuoriuscite all'esterno per non disperdere inutilmente
il frutto di "…
tutte le vostre fatiche…".
9 – Raffreddamento a temperatura
ambiente
Dopo avere versato la soluzione nei rispettivi stampi, lasciatela
raffreddare a temperatura ambiente per almeno 4 ore. Per evitare contaminazioni
durante la fase di raffreddamento, abbiate cura di coprire gli stampi
con fogli di alluminio per uso alimentare.
10 – Primo raffreddamento
Dopo avere lasciato raffreddare la soluzione per almeno 4 ore,
mettete gli stampi in frigo, a 4 C°, e lasciateveli per non meno di
24 ore.
11 – Prima rimozione, imballaggio e secondo raffreddamento
Dopo avere lasciato trascorrere NON meno di 24 ore, togliete gli
stampi dal frigo e procedete alla PRIMA rimozione. La lubrificazione preventiva
degli stampi dovrebbe facilitare di molto questa operazione. Dopo avere
rimosso il singolo blocco di gelatina dal rispettivo stampo, avvolgetelo
con un foglio di polietilene per uso alimentare e riponetelo nello stampo
dal quale lo avete precedentemente estratto. Durante questa fase si potrebbe
osservare un fenomeno di essudazione del blocco di gelatina. In altre parole,
il blocco potrebbe contenere un eccesso di acqua che verrebbe rilasciato
all'esterno. Non c'è nulla di grave !! Prendete della carta assorbente
ed asciugate l'acqua in eccesso. Per facilitare il successivo utilizzo,
dopo avere fasciato il blocco e prima del suo reinserimento nello stampo,
versate un limitatissimo quantitativo di acqua fredda sul fondo dello stampo
stesso. Fatto questo, iniziate il secondo raffreddamento riponendo nuovamente
il blocco di gelatina in frigo.
12 – Utilizzo pratico, trasporto e sue problematiche
Dopo 48 ore di condizionamento a 4 C°, la gelatina può
essere utilizzata per l'esecuzione dei test balistici. Il problema di
rimozione del blocco dal rispettivo stampo a questo punto è del
tutto irrilevante, mentre potrebbe diventare rilevante quello del trasporto.
Per essere più precisi, normalmente a livello industriale questo
problema non sussiste, dal momento che chi svolge professionalmente queste
operazioni opera entro laboratori specificamente attrezzati. Basta togliere
il blocco di gelatina dal frigo, metterlo sul banco di lavoro ed iniziare
il test. Chi decide di realizzare i test balistici a casa propria, viceversa,
potrebbe avere la necessità di spostare la gelatina dal frigo, e
quindi dalla cucina, ad un altro ambiente. Dal momento che la gelatina
DEVE essere utilizzata il più velocemente possibile, solitamente
si consiglia di porre il blocco in una borsa termica e di trasportarlo nel
luogo ove si dovranno effettuare gli esperimenti. Alcuni consigliano di
mettere del ghiaccio, oppure acqua e ghiaccio (dentro a cartoni di latte
vuoti), dentro la borsa utilizzata per il trasporto della gelatina. In linea
di massima è preferibile effettuare i test entro e NON oltre 20 minuti
da quando la gelatina è stata rimossa dal frigo!!
13 – Calibrazione ed utilizzo effettivo
Dopo avere rimosso la gelatina dal frigo e dopo averla trasportata
nel luogo dove effettuare i test, ma PRIMA di iniziare il test vero e
proprio, è NECESSARIO verificare il livello qualitativo della gelatina
che avete prodotto ! Si tratta, in altre parole, di effettuare quella che
tecnicamente viene chiamata "
calibrazione". La procedura di calibrazione
si effettua sparando un pallino dell'aria compressa dentro il vostro blocco
di gelatina PRIMA di sparare dentro al blocco di gelatina il proiettile
che intendete analizzare. Per fare questa operazione è necessario
utilizzare un cronografo ed un arma ad aria compressa. Più precisamente,
è NECESSARIO verificare che il pallino, sparato dalla distanza di
3m, abbia una velocità di 180 +/- 10 m/s, e che penetri per circa
85mm (N.B.
a livello scientifico, tutti ammettono una penetrazione
compresa tra un minimo di 75 ad un massimo di 95mm). Se queste due condizioni
si verificano, siete pronti per iniziare il vostro test di balistica terminale
(N.B.
il fatto che si usi un metodo così EMPIRICO come quello
di sparare un pallino da 4,5mm e verificarne la penetrazione, crea non pochi
PROBLEMI pratici !! Un conto è se una simile procedura venisse applicata
a livello casalingo dove non è possibile avere tutta la strumentazione
tipica di un laboratorio professionale, mentre ben diverso è il
fatto di applicare la stessa procedura in un ambiente di tipo professionale,
dove non sarebbe per nulla accettbile . Per questo motivo, sarebbe molto
più opportuno misurare le proprietà essenziali della gelatina
balistica con un densimetro od un durometro, invece di "...andare
a spanne..." con un pallino di un'arma ad aria compressa. Purtroppo
si continua ad usare la calibrazione fatta con un'arma ad aria compressa
invece di impiegare stabilmente un durometro od un densimetro di tipo
professionale, come quelli che sono comunemente reperibili in commercio.
Un vero peccato, perchè un simile modus operandi va a discapito
della CORRETTEZZA e della SCIENTIFICITA' dei risultati !!). Normalmente
si spara il pallino in uno dei due angoli BASSI (cioè il destro
o il sinistro) del blocco di gelatina, dal momento che la parte centrale
è quella che verrà utilizzata in concreto durante il test.
E' molto importante utilizzare la parte centrale perché bisogna
fare tutto il possibile per "
catturare" il proiettile ed ogni suo
eventuale frammento. La calibrazione viene effettuata perchè, se
durante la fase di bollitura dell'acqua la temperatura dovesse alzarsi
eccessivamente, la gelatina ne potrebbe risentire (
rectius, risultare
deteriorata) a livello macromolecolare. Una temperatura eccessiva,
infatti, incide negativamente sulla struttura molecolare della gelatina alterando
significativamente proprietà essenziali come la viscosità
e la densità. Molti affermano che l'acqua NON dovrebbe mai superare
i 40 °C quando viene immessa la matrice per discioglierla, oppure che
l'acqua debba essere fatta bollire (arrivando quindi attorno ai 100 °C)
ma dovrebbe essere fatta raffreddare fino a 40 +/- 5 °C prima di immettervi
la matrice. E' questo il motivo per cui viene effettuata la calibrazione
prima di procedere: una calibrazione non effettuata potrebbe dare luogo ad
un test completamente falsato!!
Cenni preliminari all'esecuzione
del test in gelatina balistica calibrata
L'esecuzione del test consiste in nient'altro che nello sparare
il proiettile prescelto dentro nel blocco di gelatina condizionata e
calibrata. Una questione di primaria importanza riguarda la distanza
effettiva alla quale il test viene effettuato. In astratto si può
dire che esistono quattro distanze crescenti, vale a dire 0,5m , 1m ,
3m e 5m, anche se la distanza utilizzata in via maggioritaria è
di 0,5m per l'industria e di 3m per le restanti attività (FF.AA.,
Corpi di Polizia, enti pubblici e privati, etc.). A livello industriale
e scientifico, i test vengono realizzati a tutte queste distanze e viene
infine effettuata una media di tutte le misurazioni effettuate. Anche se
le distanze possono sembrare eccessivamente ridotte, occorre segnalare
che, gli scontri a fuoco, si verificano a distanze non superiori ai 5m
con incredibile frequenza. Inoltre, si è appurato come, nell'80%
dei casi, la distanza sia non superiore ai 3m. Questo spiega il perché
dell'esecuzione a distanze apparentemente così brevi. Per quanto
concerne la CONDIZIONE fisica della gelatina, solitamente si utilizza
la gelatina c.d. "
nuda", cioè PRIVA di qualsivoglia tipo
di copertura. Tuttavia, numerose aziende produttrici di munizioni di livello
mondiale (come ad esempio la CCI o la Federal Cartridges) sono note per
avere utilizzato blocchi di gelatina c.d. "mascherata" con strati di stoffa
di tipo "
Denim". In altri termini, si tratta semplicemente di prendere
un ritaglio di un paio di vecchi blue-jeans (N.B. per chi non lo sapesse,
la stoffa tipo "
Denim" non è altro che la stoffa con cui
sono fatti i blue-jeans !!) di dimensioni tali che possa risultare appoggiato
mollemente al blocco di gelatina, coprendo contestualmente in maniera agevole
la parte frontale dello stesso (cioè quella che riceverà
l'impatto dei colpi).
Cosa misurare e come misurare
Dopo avere sparato il proiettile che vi interessa studiare nel
blocco di gelatina balistica, è necessario iniziare ad effettuare
tutte le MISURAZIONI del caso. Per convenzione, tutte le misurazioni vanno
effettuate in mm. A questo punto, molti si chiederanno cosa misurare e
come deve essere effettuata la misurazione. In realtà si tratta
di effettuare poche misurazioni che, tranne in un solo caso (quello della
cavità temporanea), risultano essere relativamente semplici.
1 - Penetrazione totale
Con l'ausilio di un metro flessibile o di un righello, e senza
toccare il blocco di gelatina (o toccandolo il meno possibile ed in maniera
molto delicata), misurate la penetrazione totale della palla. Si tratta
di una misurazione fondamentale per calcolare successivamente il volume
delle cavità temporanea e permanente.
2 - Diametro finale
Sezionate il blocco di gelatina in coincidenza della posizione
in cui si è fermato il proiettile ed estraetelo il più delicatamente
possibile. Con calibro a corsoio, misurate il diametro finale e verificate
ulteriormente la misurazione effettuata utilizzando anche un righello
in Alluminio.
3 - Volume della cavità
permanente
Calcolate il volume della cavità permanente presumendo
di calcolare il volume di un cilindro immaginario che ha per base un
cerchio con un diametro pari al diametro finale del proiettile e per altezza
la penetrazione totale del proiettile medesimo. Si tratta di fare ricorso
alle vostre nozioni di geometria delle scuole elementari e di moltiplicare
area di base (= cioè l'area di un cerchio che ha un diametro pari
a quello finale del proiettile estratto) per l'altezza (= penetrazione massima)
o, in altri termini:
Volume CP (mm3) = R x R x 3,14 x pen. (MAX)
Una formula analoga per ottenere lo stesso risultato è
data dal prodotto di diametro al quadrato per la penetrazione massima
per 0,7854 o, in altri termini:
Volume CP (mm3) = D x D x pen. (MAX) x 0,7854
Il coefficiente numerico di 0,7854 deriva dal prodotto di 0,5
x 0,5 x 3,14 e viene usato "...
dai più pigri..." per non
effettuare contemporaneamente divisioni e moltiplicazioni con il
Pi
greco. Per motivi di semplicità le misurazioni vanno fatte
tutte in mm, motivo per cui il risultato finale sarà in mm3. Per
ottenere poi il risultato in ml sarà sufficiente dividere il risultato
così ottenuto per 1000.
4 - Volume della cavità temporanea
Il calcolo esatto del volume della cavità temporanea è
la cosa più COMPLESSA che, in concreto, siete chiamati a svolgere.
A livello scientifico ed industriale, il volume della cavità temporanea
richiede il ricorso a macchine fotografiche estremamente sofisticate, in
grado di effettuare come minimo tra i 4000 e gli 8000 scatti al secondo.
Solitamente, per ridurre al minimo gli errori, non si scende mai a meno di
8000 scatti al secondo. Inoltre, sempre al fine di ridurre al minimo gli
errori compiuti durante la misurazione di questa cavità, si visualizza
la sua formazione progressiva tramite speciali apparecchiature a raggi – X
capaci di effettuare una
radiografia biplanare (N.B.
è la
stessa tecnica usata per analizzare lo stato delle lesioni d'arma da fuoco
agli arti !!). Sempre per lo stesso motivo sta prendendo sempre più
piede l'impiego della
Tomografia Assiale Computerizzata. Naturalmente
si tratta di apparecchiature costosissime ed estremamente sofisticate che,
non solo non sono alla portata dei singoli cittadini ma, spesso e volentieri,
non sono nemmeno alla portata dei locali Uffici delle Forze dell'Ordine.
Tanto per fare un esempio banale, non ci sono ne Questure ne comandi (provinciali)
regionali dei Carabinieri che possiedono attrezzature di questo tipo. Sempre
per fare un piccolo esempio, sono SOLO gli uffici di vertice della Polizia
di Stato o dell'Arma dei Carabinieri che possono eventualmente possedere
attrezzature così sofisticate ! Per questo motivo, è necessario
utilizzare un metodo ALTERNATIVO che metta in grado chi lo desideri di calcolare
con sufficiente precisione, a casa propria, il volume della cavità
temporanea. Allo stato attuale, sono stati realizzati tre metodi alternativi,
che sono i seguenti
4/A - Metodo della sommatoria
e della duplicazione dei raggi
Questo metodo è dovuto al
Dr. H. Gawlick, un tecnico
molto noto della
RWS – Dynamit Nobel. Esso prevede il sezionamento
progressivo del blocco di gelatina in tante "
fette" perpendicolari,
spesse 25mm ognuna, quante ce ne sono dal foro di ingresso fino al punto
di penetrazione massima della palla. Tutti i "
raggi", cioè
le fratture presenti entro ogni "
fetta" di gelatina (N.B.
si
tratta di quelle "rotture" che si dipartono dal buco lasciato dalla palla
e che vanno verso l'esterno, fino ai bordi della cavità temporanea
!!) vengono misurate e sommate. Per convenzione, il doppio della somma
di TUTTI i raggi è equivalente alla circonferenza di un cilindro
che ha volume equivalente a quello della cavità temporanea di quello
stesso proiettile (N.B.
una volta che si ottenuta la circonferenza è
possibile ricavare immediatamente il volume). Questo metodo ha avuto,
ed ha ancora, un enorme rilevanza internazionale, tant'è vero che
è utilizzato da numerose aziende europee (ad esempio la RWS o la
MEN) e da numerosi Enti, Reparti e Corpi di Polizia europei ed extra
– europei (ad esempio è utilizzato dai tecnici del Laboratorio di
Balistica Terminale dalla Guardia Presidenziale statunitense). Alcuni ricercatori
hanno però criticato il fatto che con questo metodo (a volte, anche
se non sempre) si otterrebbero dei risultati NON congruenti, nel senso che
il volume della cavità temporanea così ricavato sarebbe MOLTO
più GRANDE del reale. Per questo motivo si preferisce la fotografia
ultrarapida o, dove ciò non sia possibile, si ricorre ad altre metodologie
di calcolo.
4/B – Metodo della sommatoria
dei soli raggi maggiori
Questo metodo è stato sviluppato dal
Dr. M. Fackler,
ex direttore del
Laboratorio di Balistica Terminale del Centro di Ricerche
Letterman dell'Esercito degli Stati Uniti ed oggi presidente della
International Wound Ballistic Association (IWBA). Si tratta di
una versione più SEMPLIFICATA del metodo precedente, che si basa
sulla sola misurazione dei due raggi più lunghi fra quelli incontrati
durante il sezionamento progressivo del blocco di gelatina. Per convenzione,
la somma dei due raggi maggiori sarebbe equivalente al diametro di
un cilindro che ha lo stesso volume della cavità temporanea di quello
stesso proiettile. Anche questo metodo è stato però CRITICATO,
poiché talvolta da risultati NON corrispondenti alla realtà.
In altre parole, potrebbe capitare che il volume ottenuto sia più
grande del normale, o che due cartucce, in realtà molto simili, appaiono
diversificate a causa di un volume della cavità temporanea in realtà
simile! A parte questo difetto, allo stato attuale "…
tra i profani…"
(cioè tra coloro che si dilettano a realizzare questi test in casa
propria) questo metodo è certamente quello maggiormente seguito anche
e soprattutto a causa della sua maggiore semplicità.
4/C - Metodo della media di tutti i raggi
Il metodo oggi più utilizzato a livello AMATORIALE
per il calcolo della cavità temporanea è quello noto
come metodo della media di tutti i raggi MAGGIORI ( presenti in ogni
singola fetta). Si tratta di una ulteriore semplificazione dei metodi
precedenti. In base a questo metodo, dopo avere sparato è necessario
sezionare il blocco in tante fette spesse 25mm ognuna. In ogni SINGOLA
fetta si misurano i vari raggi e si tiene conto SOLO del raggio maggiore.
Tutti i raggi maggiori così individuati vengono sommati tra di
loro (e divisi per il loro numero totale) al fine di calcolarne la media.
Il doppio del raggio è pari al diametro di un cilindro immaginario
il cui volume è pari a quello della cavità temporanea.
5 - Note sul corretto sezionamento del blocco
Premesso che esistono questi tre metodi SEMPLIFICATI per il calcolo
del volume della cavità temporanea, e premesso che sta a voi SCEGLIERE
quello che ritenete più consono ai vostri scopi, una volta che
avrete proceduto all'esecuzioni delle fasi 1, 2 e 3, potrete procedere
al sezionamento del blocco di gelatina. Il blocco va sezionato ogni 25mm
e le varie sezioni vanno attentamente analizzate al fine di misurare :
- la lunghezza dei raggi presenti in ogni sezione (N.B.
è essenziale, a prescindere dal metodo di calcolo scelto in
concreto, per calcolare il volume della cavità temporanea)
- l'inizio della cavità temporanea (N.B. nel caso delle
munizioni per arma corta, la cavità comincia subito all'inizio
del blocco, mentre per le munizioni da fucile a canna rigata si nota il
c.d. collo di bottiglia)
- il diametro massimo della cavità temporanea (N.B. serve
per capire le esatte dimensioni dell'ambito tissutale interessato da
questo fenomeno in senso orizzontale)
- la profondità alla quale si riscontra il diametro
massimo della cavità temporanea (N.B. serve per capire se, su
di un bersaglio biologico, esiste o meno la possibilità che certi
organi vengano danneggiati)
- la lunghezza massima della cavità temporanea (N.B. serve
per capire le esatte dimensioni dell'ambito tissutale interessato da questo
fenomeno in senso verticale)
Una volta che si conosce il diametro o il raggio di
questo cilindro immaginario (N.B. non è importante il metodo
usato per calcolare il raggio o il diametro, poichè quello che
conta è conoscere il relativo valore numerico) è possibile
calcolare il volume (teorico) della cavità temporanea moltiplicando
area di base (= cioè l'area di un cerchio che ha un raggio calcolato
con uno dei metodi indicati in precedenza) per l'altezza (= lunghezza massima
della cavità temporanea, così come appare dall'esame visivo
del blocco, prima delle operazioni di sezionatura) o, in altri termini :
Volume CT (mm3) = R x R x 3,14 x pen. (MAX)
Una formula analoga per ottenere lo stesso risultato è
data dal prodotto di diametro al quadrato per la penetrazione massima
per 0,7854 o, in altri termini:
Volume CT (mm3) = D x D x pen. (MAX) x 0,7854
Il coefficiente numerico di 0,7854 deriva dal prodotto di 0,5
x 0,5 x 3,14 e viene usato "...dai più pigri..." per non
effettuare contemporaneamente divisioni e moltiplicazioni con il Pi greco.
Per motivi di semplicità le misurazioni vanno fatte tutte in mm,
motivo per cui il risultato finale sarà in mm3. Per ottenere poi
il risultato in ml sarà sufficiente dividere il risultato così
ottenuto per 1000.
6 - Perché misurare certi parametri e come valutarli
Tutte queste misurazioni vanno effettuate perché l'effetto
lesivo globale di un proiettile sul corpo umano, è un parametro
COMPLESSO, composto essenzialmente dai seguenti elementi:
- penetrazione totale (più è elevata e meno un proiettile
è efficiente)
- diametro finale (più è elevato e più un
proiettile è efficiente)
- volume della cavità permanente (più è elevato
e più un proiettile è efficiente)
- volume della cavità temporanea (più è elevato
e più il proiettile è efficiente)
Contrariamente a quanto molti possono credere, NON esiste un parametro
più importante degli altri, ma sono tutti egualmente importanti
alla medesima maniera Proprio per questo motivo, qualsiasi metodo scientifico
che privilegi uno SOLO di questi parametri su tutti gli altri non deve
essere considerato un "...metodo scientifico…", bensì
un mero "… sottoprodotto di chiacchere da bar dello sport…" !! Questo
ci permette indirettamente di comprendere un'altra cosa ESTREMAMENTE importante,
e cioè che la CHIAVE della lesività di un proiettile non
è nient'altro che la sua energia cinetica. Chiaramente, NON si tratta
della mera energia cinetica alla bocca, ma di quanta energia cinetica un
dato proiettile è EFFETTIVAMENTE in grado di scaricare sul suo bersaglio.
In altri termini, quello che verrà scaricato sul bersaglio sarà
un quantitativo di energia cinetica che sarà INFERIORE a quello dell'energia
alla bocca, ma che dovrà comunque essere il più elevato possibile.
Questo spiega, ad esempio, perché i proiettili totalmente blindati
sono scarsamente efficaci. Infatti, analizzando matematicamente la questione,
si verifica che un proiettile totalmente blindato riesce a trasmettere,
nella migliore delle ipotesi ed a PRESCINDERE dal calibro, un quantitativo
di energia cinetica pari a SOLO il 60% di quella posseduta alla bocca. Viceversa,
un proiettile ad alterazione strutturale di tipo moderno riesce a trasmettere
ben oltre il 90% dell'energia cinetica posseduta alla bocca, il che comporterà
un effetto terminale naturalmente superiore. Ulteriori specificazioni
su questo aspetto verranno dati nell'apposita voce di questo sito.
7 - Massa residua ed eventuale
frammentazione
Una trattazione particolare merita la questione della massa residua
ottenuta dopo il recupero del proiettile dal blocco di gelatina balistica.
Troppo spesso si sono sentiti "…fenomeni da baraccone della balistica
terminale…"(italici e non) dire che questo o quel proiettile "…erano
inefficienti a causa della scarsa massa residua…" senza specificare
nient'altro in proposito. Ovviamente, si trattava della solita "…spacconata
da bar dello sport…" che non dovrebbe avere alcun credito (e seguito
!) per tutta una serie di motivi. Una massa residua oscillante tra il
65 ed il 75% è assolutamente COMUNE per moltissimi proiettili ad
alterazione strutturale. In alcuni casi si sono avuti ECCELLENTI risultati
terminali ANCHE con una massa residua di SOLO il 50% !! Chiaramente chi
parla a vanvera di "…proiettili che si sbriciolano…" è un
idiota che NON dovrebbe avere seguito. Per chiarire meglio questo concetto,
basta ricorrere all'esempio della cartuccia FC "Hi – Power" in calibro
.357 Magnum. In oltre trent'anni, questa cartuccia si è dimostrata
incredibilmente efficiente in numerosi scontri a fuoco. Per inciso, negli
USA questa munizione è stata utilizzata da numerosi Reparti di Polizia
e si è guadagnata sul campo la fama che ancora oggi gli viene tributata.
Questa cartuccia è altresì nota per il fatto di non avere
un diametro finale eccezionale, ma per produrre una grossa cavità
temporanea ed un ampio numero di frammenti. Questi frammenti sono spesso
e volentieri LETALI, poiché fuoriescono dalla cavità permanente
originale e creano altrettante cavità permanenti (tante quanto è
il loro numero, variabile da 6 ad 8) che aumentano il già alto potenziale
lesivo di questa cartuccia. Cosa significa questo ? Semplicemente che quando
si parla di frammentazione di un proiettile, occorre VERIFICARE l'esatta
DIMENSIONE di questi frammenti. Se sono troppo piccoli (meno di 1 – 2 grani)
il proiettile perderà di efficienza ma, viceversa, se sono grandi
(5 grani ed oltre) allora il proiettile guadagnerà, e MOLTO, in efficienza
terminale. Affini al FC "Hi-Power", come comportamento terminale,
sono il Remington S - JHP o il WW non STHP, tutti con palla da 125 grani.
Entrambi lanciano dai 5 ai 8 frammenti, di circa 5 grani di peso, in grado
di penetrare per 80 – 120mm, con una traiettoria di 45° rispetto a quella
del canale principale. Va infine sottolineato che si è potuto verificare
sperimentalmente come, i proiettili che tendono a frammentari in gelatina
(nuda), sono quelli che in concreto tendono a dare i migliori risultati.
8 - Qualche riflessione
finale
Prima di concludere può essere utile qualche riflessione
finale su alcuni aspetti un po' particolari relativi all'impiego pratico
della gelatina balistica. Una prima questione concerne la possibilità
di riutilizzo concreta della gelatina balistica. In linea teorica la gelatina
sarebbe riutilizzabile all'infinito, dal momento che sarebbe sufficiente
fare sciogliere il blocco di gelatina dopo averlo utilizzato (cioè
dopo averci sparato contro...) e farlo solidificare di nuovo. In realtà,
dopo ogni fase di liquefazione, un certo quantitativo di acqua verrà
irrimediabilmente perso sottoforma di vapore acqueo, e ciò significa
che la proporzione tra acqua e matrice andrà via via alterandosi.
Chiaramente, alterandosi il rapporto tra acqua e matrice i risultati finali
non saranno più veritieri. Per questo motivo, si consiglia di NON
riutilizzare la stessa gelatina per OLTRE due volte!! Certo, se siete a casa
vostra e vi dilettate a fare dei test balistici "...per vedere l'effetto
che fa..." un proiettile del vostro calibro preferito "...che cozza
ad alta velocità contro un blocco di gelatina..." potete anche
farlo, ma non potete permettervi di farlo se dovete eseguire dei test a
livello scientifico nel modo più professionale possibile !! Una seconda
questione riguarda l'osservazione della gelatina nel momento susseguente
allo sparo. Solitamente la gelatina è chiara al punto tale da consentire
una facile osservazione ad occhio nudo. Saranno quindi facilmente visibili
il proiettile, i suoi eventuali frammenti, la cavità permanente e
la cavità temporanea SEMPLICEMENTE osservando il blocco di profilo
(cioè dal suo lato più lungo, che è quello che consente
l'osservazione migliore). Talvolta potrebbero esserci dei problemi nel "vedere"
la cavità temporanea. Più precisamente, circolano nel nostro
Paese alcuni fessi professionisti (rectius, persone che fanno i periti balistici
ma che invece dovrebbero essere impiegati costantemente nella manutenzione
delle strade comunali come manovali...) secondo i quali "...la cavità
temporanea non si può vedere in gelatina balistica...". Il problema
di base è che queste persone NON sanno assolutamente di COSA stanno
parlando, poichè alla domanda " scusi, ma Lei l'ha mai vista
la gelatina balistica ? " questi strani personaggi rispondono candidamente
"...di non averla mai usata...", oppure rispondono positivamente
ma MENTONO sapendo di mentire!! In realtà anche un somaro vedrebbe
la cavità temporanea guardando un blocco di gelatina balistica.
Infatti, il fenomeno è chiaramente visibile:
- sia guardando il blocco di lato (è quello strano alone,
rispettivamente di forma sferoidale, ellittica o cilindrica, che circonda
in tutto od in parte la cavità permanente)
- sia guardando le "fette" del blocco dopo averlo sezionato
(è quello strano alone di forma grossolanamente circolare che circonda
il" buco" lasciato dal passaggio del proiettile e che spesso è
solcato da alcune fessure convenzionalmente denominate "raggi")
Quando questi asini patentati dicono "...che non si può
vedere la cavità temporanea guardando il blocco di gelatina balistica...",
in realtà essi CONFONDONO tra il vedere ad occhio nudo il fenomeno
già formato ed il vedere la cavità temporanea, in tempo
reale, mentre si forma in seguito al passaggio del proiettile!! Per vedere
la formazione progressiva della cavità temporanea si utilizzano
macchine fotografiche ultrarapide in congiunzione a speciali apparecchiature
sensibili ai raggi-X (N.B. anche queste ultime vengono enfaticamente
denominate "macchine fotografiche" a raggi-X) capaci di effettuare
uan rilevazione su due piani distinti. Le prime visualizzano la formazione
della cavità temporanea insieme alla deformazione progressiva del
proiettile, mentre le seconde visualizzano solo ed esclusivamente la
formazione progressiva della cavità temporanea (tralasciando il
proiettile). Collegando questi dispositivi ad un moderno PC, tramite un
apposito software, sarà possibile calcolare:
- il volume progressivo della cavità temporanea (solitamente
in millilitri al secondo)
- il volume totale della cavità temporanea
A ribadire la grande stupidità di questi esperti che "...negano
a priori la possibilità di vedere ad occhio nudo la cavità
temporanea.." nella gelatina balistica, va ricordato il fatto che
la stessa si VEDE già sparando in un blocco di giornali fortemente
impregnati d'acqua (N.B. è sufficiente sollevare i vari giornali
per vedere, attorno al buco centrale, uno strano alone di forma circolare),
per cui sarebbe il caso di IGNORARE il più possibile persone (di
discutibile cultura e professionalità) che si sono limitate "...a
tirare freccette..." fino a poco tempo prima!! Una terza questione
riguarda l'osservazione della gelatina balistica tramite mezzi visivi od
audiovisivi. Ad esempio,se lo desiderate, potete filmare l'impatto del vostro
proiettile preferito contro il blocco di gelatina balistica calibrata tramite
l'ausilio di una moderna videocamera digitale ad alta risoluzione, anche
se però non potrete ottenere i risultati che si ottengono con uno
strumento in grado di effettuare la fotografia ultrarapida. Alcuni
tentano di aggirare il problema utilizzando macchine fotografiche professionali
in grado di chiudere l'otturatore in tempi molto ristretti (ad esempio la
celebre Nikon F-5), ma in realtà si tratta di una soluzione
altamente incompleta. Ad ogni modo, se vole utilizzare una macchina fotografica
od un videocamera digitale, abbiate cura di fare almeno due cose (MOLTO)
importanti:
- posizionatele in modo corretto (N.B. sono strumenti molto costosi,
per cui evitate di spararci contro !!)
- regolate la luminosità (N.B. una luminosità eccessiva
è deleteria)
Infine, se volete utilizzare la macchina fotografica in maniera
tradizionale per fotografare il blocco di gelatina balistica ex-post,
è preferibile che quest'ultimo sia illuminato da un lato oppure
da dietro e, in ogni caso, che non si trovi in un ambiente eccessivamente
illuminato, o altrimenti la fotografia non risulterà "...da
prima pagina...". Con qualche prova diventerete certamente molto abili
nell'effettuare questo tipo di fotografie.
Spunti per la realizzazione
di una ricerca balistica
A questo punto, molti potrebbero chiedersi come effettuare una
ricerca balistica. In primo luogo occorre fare una distinzione preliminare
tra attività progettuale ed attività di verifica. Alle aziende
interessa la prima, mentre ai ricercatori od ai semplici curiosi interessa
la seconda. L'attività di verifica, però, è la più
complessa. Infatti per verificare se un certo tipo di proiettile funziona
esattamente, PRIMA bisogna reperire la più grande quantità
possibile di dati circa il suo utilizzo in REALI scontri a fuoco e, poi,
occorre confrontare questi dati con quelli relativi allo studio dello stesso
proiettile in gelatina balistica.
Cosa fare e quali strumenti
predisporre per realizzare la propria ricerca balistica casalinga
Naturalmente, in questa sede ci limiteremo ad indicare SOLO gli
strumenti necessari per realizzare i singoli blocchi di gelatina balistica.
Essi sono :
- 9 litri di acqua di rubinetto
- 1 Kg di gelatina in polvere, prodotto da GELITA
USA Inc. (N.B. contattare la GELITA USA Inc. al seguente indirizzo
P.O. Box 927, Sioux City, Iowa 51105 USA
– tel. +1 (712) 943 - 5516 ; Fax +1 (712) 943
- 3372
http://www.gelita.com/kind&knox/haupte.htm)
oppure da qualsiasi altra azienda in grado di
realizzare gelatina suina con grado Bloom pari a
250)
- bilancia per la pesatura della polvere di
gelatina
- bidone di vernice vuoto (e pulito !) da 25
litri (vanno bene quelli della tempera per interni)
- 1 beker o un altro contenitore in vetro termico,
con scala di misurazione, da 1 o 3 litri
- 1 termometro da laboratorio con clip di sostegno
- 1 mixer da cucina, oppure un miscelatore elettrico
o ancora un trapano a velocità regolabile
- 1 siringa ipodermica da 12cc (solo se volete
utilizzare l'acido proprionico)
- 1 grosso cucchiaio da cucina
- 1 bomboletta di olio, a base siliconica, in
spray
- 1 o più stampi (dimensioni 150x150x400mm
o anche altre, a scelta)
- 1 frigorifero con una temperatura interna
di 4 °C
Per l'esecuzione dei test balistici sono invece necessari :
- 1 supporto per appoggiare il blocco di gelatina
alto circa 1m da terra
- 1 supporto per appoggiare l'arma che dovrete
utilizzare
- 1 eventuale protezione per il sole (serve
per proteggere la gelatina in caso dobbiate lavorare esposti alla luce
solare)
- 1 borsa termica (necessaria solo se si deve
trasportare la gelatina a distanza)
- 1 arma ad aria compressa in grado di lanciare
un pallino a circa 180 m/s
- 1 cronografo
- 1 metro a rotella o avvolgibile
- 1 righello in Alluminio da 500 – 600mm
- 1 calibro a corsoio professionale
- varie strisce di stoffa "
tipo Denim"
ricavate da vecchi blue-jeans di circa 250x150mm (oppure di 100x200mm)
se siete interessati ad effettuare esperimenti con mascherature
- carta, penna e calcolatrice scientifica
- 1 PC per raccogliere i dati
Un'ultima avvertenza. Salvo che non abitiate "…
in
un posto dimenticato da Dio…", vi consigliamo caldamente di effettuare
i vostri test in un ambiente che sia il più insonorizzato possibile.
Diciamo questo al fine di evitare pericolosi equivoci ed altri incresciosi
episodi. Inoltre, ricordatevi bene che non siete soli al mondo, ma che
DOVETE rispettare anche gli altri, comprese tutte quelle persone che
potrebbero NON gradire la vostra curiosità scientifica in tema
di balistica terminale. Se possibile, chiedete di effettuare questi test
alla più vicina sezione del TSN, anche se
non sempre troverete persone di mentalità
aperta. Speriamo di essere stati abbastanza chiari ed auguriamo,
a tutti i volenterosi, buon divertimento !!
- Due sezioni provenienti dallo stesso blocco
di gelatina balistica calibrata attraversati da un proiettili di tipo
completamente blindato (FMJ). E' evidente la scarsa cessione di energia
cinetica testimoniata dalla piccola cavità permanente e dal ridotto
volume della cavità temporanea (di forma cilindrica) -
- Visione integrale del blocco dal quale sono state estratte le
due sezioni viste in precedenza. La visione integrale del blocco permette
di evidenziare ancora di più, ammesso che ce ne fosse bisogno, la scarsa cessione di energia cinetica
che è tipica dei proiettli non deformabili. Chiaramente, anche
se un proiettili appartiene a questa categoria, ciò non significa
che esso non sia in grado di uccidere!! Non bisogna incorrere nell'errore
causato dalla sciocca equazione "proiettile non defomabile = proiettile
non pericoloso". Ricordatevi sempre che tutti i proiettili possono uccidere, compresi
quelli apparentemente dotati di scarsa lesività. -
- Frammento di un blocco di gelatina balistica
attraversato da un proiettile con capacità di cessione intermedia
di energia cinetica. Sono visibilissime la cavità permanente
e la cavità temporanea. Quest'ultima, di forma ovoidale, è
tipica dei proiettili a rilascio intermedio di energia cinetica come
il Lapua "Mega-Shock" provato in questo esperimento -
- Sezione trasversale del blocco
precedente che mette in evidenza le fratture radiali che costituiscono
chiara espessione del c.d. fenomeno cavitario temporaneo. Facendo
un raffronto con un ferita reale, il centro, qui occupato dalla cavità
permanente, corrisponderebbe al canale vulnerante, mentre le sei
fenditure corrisponderebbero alla cavità temporanea. Più
precisamente, le sei fenditure (corrispondenti ai sei petali della blindatura
del proiettile) corrispondono alla zona di necrosi primaria (nella
zona più vicina alla cavità permanente) e, in parte, a
quella di necrosi secondaria (nella zona più lontana adalla
cavità permanente). E' evidente che "...gli esperti di tutto
e niente..." (molti dei quali frequentano gli Uffici Giudiziari
italiani) che sostengono l'inesistenza del fenomeno cavitario temporaneo
in riferimento ai proiettili per arma corta, sono dei patetici ignoranti!!
Essi non solo andrebbero evitati, ma addirittura emarginati dalla comunità
scientifica nazionale. -
- A sinistra, una palla Sierra
della serie "Sportsmaster" da 115grs. di peso (7,5 GRAMMI) lanciata
da 7,8grs. di 3N37 contro un blocco di gelatina balistica calibrata
posto a 5m di distanza da una Beretta M-98 . A titolo di chiarimento,
viene mostrato il proiettile (senza i frammenti che è in grado
di generare, V. più oltre) accanto ad una munizione assemblata
professionalmente per effettuare questo esperimento. A destra, due cartucce
assemblate con 7,8grs. di 3N37 e palle Sierra "Sportsmaster" (N.B.
gli altri componenti sono bossoli WW ed inneschi CCI-#500) accanto
al proiettile illustrato nell'immagine precedente. Questo proiettile
è in grado di generare da 8 a 10 frammenti che penetrano tra 80
e 130mm con un angolo di 45 - 60° rispetto al tragitto originario
del medesimo agente balistico. Nonostante molti idioti biasimino un simile
comportamento, in realtà esso è ottimale qualora questo
stesso proiettile sia destinato ad essere impiegato dalle FF.PP. !! Il
motivo va ricercato nel fatto che non solo vengono evitate pericolose
sovrapenetrazioni (overpenetration), che nella professione delle
FF.PP. DEVONO essere rigorosamente evitate, ma anche nel fatto che la
lesività del proiettile viene massimizzata. Creare 8 o 10 frammenti
secondari (seconday missiles) aumenta enormente la possibilità
di fermare un'azione criminale in tempi molto ristretti, ed è
MOLTO importante per gli operatori di polizia -
- A sinistra, una sezione trasversale
del blocco di gelatina balistica attinto dal proiettile ricaricato professionalmente
con palla Sierra "Sportsmaster" indicato in precedenza.
Sono chiaramente visibili la cavità permanente (al centro dell'alone
scuro che occupa la parte centrale della "fetta") e la fase di formazione
primordiale della cavità temporanea. Normalmente questo fenomeno
si verifica tra 0,5 e 1 millisecondo dopo l'impatto del proiettile. A
destra, una sezione trasversale del blocco di gelatina balistica attinto
dall stesso proiettile indicato in precedenza che illustra chiaramente
la formazione progressiva della cavità temporanea. Sono chiaramente
visibili le sei fratture radiali associate allo "...scarico della pressione
sui tessuti..." che costituiscono manifestazione evidente del fenomeno
cavitario temporaneo così come comunemente descritto nella letteratura
medico-scientifica maggiormente rilevante. Le fratture sono sei poichè
sono, a loro volta, sei i "petali" costituenti la blindatura del
proiettile. Al centro, è visibile (N.B. per lo meno all'occhio
più esperto) la cavità permanente -
- A sinistra, una sezione trasversale
del blocco di gelatina balistica attinto dal proiettile ricaricato professionalmente
con palla Sierra "Sportsmaster" indicato in precedenza.
Sono chiaramente visibili la cavità permanente (al centro dell'alone
scuro che occupa la parte centrale della "fetta") e la fase di progressione
nello sviluppo della cavità temporanea (N.B. l'alone traslucido
in alto a sinistra è un'impefezione legata al taglio della fetta
di gelatina !!). In particolare, sono evidentissimi quattro frammenti
provenienti dal nucleo, che vengono lanciati ad una profondità
di 80 - 130mm con un angolo di circa 50° rispetto al tragitto originario
del proiettile. Al centro della fotografia è visibile, seppur
ad un occhio esperto, la cavità permanente. Normalmente questo
fenomeno si verifica dopo circa 2,0 - 2,5 millisecondi dall'impatto del
proiettile con il suo bersaglio. A destra, una visione laterale del blocco
di gelatina che evidenzia i frammenti che si dipartono dal tramite principale
generato dal proiettile -
- A sinistra, una vista di tre
quarti del blocco di gelatina balistica attinto dal proiettile ricaricato
con la palla Sierra "Sportsmaster" indicato in precedenza.
A destra, una vista laterale dello stesso
blocco di gelatina balistica , illustrante la presenza dei frammenti
secondari generati da questo tipo di proiettile -
- A sinistra, una vista laterale
del blocco di gelatina balistica attinto dal proiettile ricaricato con
la palla Sierra "Sportsmaster" indicato in precedenza.
E' chiaramente evidente la presenza della cavità
temporanea e la generazione dei frammenti secondari. A destra, una vista
laterale dello stesso blocco di gelatina balistica. La cavità
temporanea lascia una traccia rilevante lunga circa 230 - 240mm, mentre quella
permanente è lunga circa 300 - 320 mm -
- Sopra, una palla Sierra della serie "Sportsmaster"
da 115grs. di peso (7,5 GRAMMI) lanciata da 7,8grs. di 3N37 contro un
blocco di gelatina balistica calibrata posto a 5m di distanza da una
Beretta M-98 . Il blocco è stato coperto da una quadrupla
mascheratura in tessuto "Denim"
(N.B. accanto ad ogni foro ci sono i frammenti
di stoffa staccati dal proiettile durante il suo avanzamento),
come previsto dai più moderni standard qualitativi industriali.
A titolo di chiarimento, viene mostrato il proiettile estratto dal blocco
accanto ad una munizione assemblata professionalmente per effettuare
questo esperimento. Contrariamente a quanto sostenuto dai soliti
"...esperti in pantofole..." italiani
e stranieri, un proiettile di moderna concezione è in grado di
aver facilmente ragione di vestiti più o meno spessi !! Pensare
o sostenere reiteratamente (come fatto più volte in passato) che
"...la stoffa impedisce ad un proiettile
ad espansione strutturale di espandersi..." è un'emerita
fesseria. poichè se il proiettile è costruito con criteri
moderni ed è dotato della sufficiente velocità di impatto,
un comune capo di abbigliamento NON può sostituire un giubbotto
antiproiettile -
- A sinistra, una vista laterale di una
parte del profilo lesivo complessivo generato dalla munizione indicata
in precedenza. Sono chiaramente visitbili la cavità temporanea
di forma ovoidale e, seppur minimamente, la cavità permanente.
La cavità temporanea ha, in media, una lunghezza di circa 280mm,
che sono circa i 3/4 della lunghezza della cavità permanente.
Un buon proiettile a rilescio intermedio di energia destinato alle FF.PP.
dovrebbe essere dotato di questa caratteristica. A destra, una vista
da sopra del blocco di gelatina balistica visto in precedenza. Com'è
facilmente intuibile dalla forma della cavità temporanea, la munizione
usata per questo esperimento è del tipo a rilascio intermedio
di energia (N.B. i segni visibili sopra
la cavità sono bolle d'aria intrappolate nella gelatina, mentre
quelli sottostanti sono fogli di carta usati per appoggiare il blocco)
-
- A sinistra, una
sezione trasversale del blocco di gelatina balistica dell'immagine precedente.
Sono chiaramente visibili le fenditure radiali connesse al menifestasi
del fenomeno cavitario temporaneo. Com'è noto, queste fenditure
sono direttamente connesse al numero dei petali di cui il proiettile
è dotato. In quest caso, il proiettile ha perso un petalo poco dopo
il suo impatto, motivo per cui sono rimasti solo 5 fratture invece delle
6 che teoricamente dovrebbero essere presenti (N.B. la traccia verticale visibile sullo sfondo
è dovuta all'introduzione di un pinza usata per estrarre un frammento
di tessuto staccato dal proiettile durante il suo passaggio). A destra,
un sezione che mette in evidenza la profondità delle fenditure create
dal manifestarsi del fenomeno cavitario temporaneo -
- A sinistra, una
sezione trasversale del blocco di gelatina balistica dell'immagine precedente
estratta a circa 200mm di profondità. Anche in questo caso
sono chiaramente visibili le fenditure radiali connesse al manifestasi
del fenomeno cavitario temporaneo. A
destra, un'altra sezione del blocco eseguita per evidenziare la profondità
delle fenditure create dal manifestarsi del fenomeno cavitario temporaneo
ad una profondità diversa dalla precedente -
- Sopra, una
palla Remington del tipo "Golden Saber" da 124grs.
di peso (8 GRAMMI) lanciata da 7,6grs. di 3N37 contro un blocco di gelatina
balistica calibrata posto a 5m di distanza da una Beretta M-98
. Il blocco è stato coperto da una quadrupla mascheratura in tessuto
"Denim" (N.B. a titolo di chiarimento in prossimità
dei fori sono stati collocati i frammenti di stoffa staccati dal proiettile
durante il suo avanzamento), come previsto dai più moderni
standard qualitativi industriali. Per finalità dimostrative viene
mostrato il proiettile estratto dal blocco accanto ad una munizione assemblata
professionalmente per effettuare questo esperimento. Contrariamente
a quanto sostenuto dai soliti "...esperti
in pantofole..." italiani e stranieri, un proiettile di moderna concezione
è in grado di aver facilmente ragione di vestiti più o meno
spessi !! Pensare o sostenere reiteratamente (come fatto più volte
in passato) che "...la stoffa impedisce
ad un proiettile ad espansione strutturale di espandersi..." è
un'emerita fesseria. poichè se il proiettile è costruito con
criteri moderni ed è dotato della sufficiente velocità di
impatto, un comune capo di abbigliamento NON può sostituire un giubbotto
antiproiettile. Dopo avere attraversato completamente un blocco di gelatina
balistica calibrata da 400mm, il proiettile aveva ancora energia sufficiente
per urtare il blocco fermapalle posteriore (N.B. costituito da blocchi di giornali "secchi"
!!) e deformarsi parzialmente su un lato -
- A sinistra, una
vista di trequarti di una parte del profilo lesivo complessivo generato
dalla munizione indicata in precedenza. Sono chiaramente visitbili la
cavità temporanea di forma ovoidale e, seppur minimamente, la
cavità permanente. La cavità temporanea ha, in media, una
lunghezza di circa 280mm, che sono circa i 3/4 della lunghezza della cavità
permanente. Un buon proiettile a rilescio intermedio di energia destinato
alle FF.PP. dovrebbe essere dotato di questa caratteristica. A destra,
una vista sempre di trequarti ma questa volta del punto di ingresso del
proiettile nel medesimo blocco di gelatina balistica. sono facilmente visibili
il punto di inizio della cavità permanente (N.B. cioè quello che nella realtà sarebbe
il c.d canale vulnerate della lesione, ossia la parte costituita da tessuti
morti, sangue e frammenti di proiettile) e di quella temporanea.
Similmente a quanto si era già visto per il proiettile prodotto
dalla Sierra (V. sopra), anche
in questo caso, com'è facilmente intuibile dalla forma della cavità
temporanea, la munizione usata per questo esperimento è del tipo
a rilascio intermedio di energia -
- A sinistra, vista
di una sezione trasversale del blocco di gelatina illustrante la cavità
permanente e le lacerazioni radiali connesse al manifestarsi del fenomeno
cavitario temporaneo. Essendo 6 i petali di cui il proiettile è
dotato saranno di conseguenza 6 le rispettive lacerazioni. Una caratteristica
peculiare del Golden Saber è
la sua capacità di sviluppare
un effetto ablativo di una qualche rilevanza sotto il profilo della
lesività (N.B. per una maggiore
comprensione del fenomeno si confrontino queste immagini con quelle dei proiettili
prodotti, ad esempio, da aziende come Sierra o Lapua), aspetto questo
che lo rende assibilabile al Winchester
modello "Black-Talon" sotto
il profilo costruttivo (N.B. almeno per
certi tratti) e terminale. A destra, il paragone con un righello
evidenzia ancora di più le proprietà lesive dei petali del
"Golden Saber". Essendo realizzati
in Rame 70/30 (volgarmente detto ottone),
essi mantengono una forte rigidità ed agiscono in maniera non dissimile
dalla lama di un (ipotetico) coltello che viene fatto contemporaneamente
ruotare ed avanzare -
A sinistra, una vista integrale del blocco
di gelatina colpito dal proiettile Remington
"Golden Saber" di cui sopra.
E' chiaramente visibile la traccia residua della cavità temporanea
(N.B. tutto a destra, fino a oltre la
metà del blocco) e, seppur in maniera minima, anche quella
della cavità permanente (N.B.
tutto a sinistra, per circa 1/4 della lunghezza del blocco). A destra,
una visione più ravvicinata che illustra il primo tratto del profilo
lesivo complessivo generato da questo proiettile -
Alcuni indirizzi utili per il reperimento della gelatina
balistica potrebbero essere i seguenti:
1) ITALGELATINE S.p.A.
Strada Statale Alba - Bra, n°201
12069 - Santa Vittoria d'Alba (CN)
tel. (+39) 0172 / 478715
fax (+39) 0172 / 478047
e-mail : italgelatine@italgelatine.com
sito web : www.italgelatine.com
2) GELITA USA Inc.
sede centrale : P.O. Box 927
Sioux City
IA 51105 USA
impianto: 2445 Port Neal Industrial Road
Seargent
Bluff
IA 51054
USA
Tel : +1 (712) 943 - 5516
Fax : + 1 (712) 943 - 3372
internet : www.gelita.com
ATTENZIONE !!
DAL MOMENTO CHE IL PREZZO DI VENDITA
SUL MERCATO DELLA GELATINA PRODOTTA DALLA GELITA -USA E' DIVENTATO
MOLTO ELEVATO, PARECCHI CONSUMATORI FINALI (specie di basso livello),
HANNO COMINCIATO AD INDIRIZZARSI VERSO ALTRI (pochissimi) PRODUTTORI DI
GELATINA O, IN ALTERNATIVA, VERSO SURROGATI DELLA GELATINA COME IL GEL
TRASPARENTE PER CANDELE !!
3) VYSE Gelatin Co.
sede centrale : 5010 N. Rose Street
Schiller Park
IL 60176 USA
Tel : 1 - 800 - 533 - 2152
1 - 800 - 678 - 4780
Fax : 1 - 847 - 678 - 0329
internet : www.vyse.com/vysehomepage.htm
e-mail vendite : sales@vyse.com
e-mail informazioni : info@vyse.com
e-mail problemi tecnici : techhelp@vyse.com
Altre fonti di informazioni utili (N.B. di carattere
generale e non scientifico) per quanto riguarda la gelatina balistica
sono rappresentati dai seguenti siti web (N.B. l'elenco non è
esaustivo !!) :
- www.accutecusa.com
- www.polyshok.com
- www.customcartridge.com
- www.steyrscout.org
- www.projectile.com
- www.firearmsid.com
Per chi fosse interessato ad avere alcune informazioni di carattere
scientifico sulla gelatina balitica (N.B. e non pagliacciate giornalistiche
!!), potrebbero essere utili le seguenti fonti bibliografiche :
- Baskot / Hancevic / Korac / Mikiluc, The application of computed
tomography in analysis of permanent cavity: a new method in terminal
ballistics, Acta Clin. Croat., vol. 41, pp. 205 - 209, 2001
- Baskot / Hancevic / Korac / Mikiluc, Substitute ellipse of
the permanent cavity in gelatin blocks and debridement of gunshot wounds,
Military medicine, vol. 166, supplem. 8, pp. 689 - 694, 2002
- Bittner / Placidi / Schyma, The MEN frangible - study of
a new bullet in gelatin, American journal of forensic medicine and
pathology, vol. 18, supplem. 4, pp. 325 - 330, 1997
- Celens / Charbotier / Pirlot, Terminal effects of bullets
based on firing results in gelatin medium and on numerical modeling,
Journal of trauma, vol. 40, supplem. 3, pp. 27 - 30, 1996
- Dakak / Kayan / Ognuc / Oner / Ozer / Sen / Yigit / Uzar, A
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