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SCONTRI RAVVICINATI DEL PRIMO TIPO:
COSA SUCCEDE REALMENTE QUANDO UN PROIETTILE INCONTRA IL CORPO UMANO
Chiunque abbia la stringente necessità di difendere la propria
vita con un'arma da fuoco deve prima o poi tentare di risolvere un problema
fondamentale che è il seguante : cosa succede REALMENTE quando
un proiettile attinge un tessuto biologico? Per essere più
precisi, cosa succede veramente quando un proiettile colpisce un CORPO
UMANO vivo e vitale? La medicina ci insegna che la capacità
lesiva di un qualsiasi proiettile deriva direttamente da due fattori
:
- l’energia cinetica effettivamente scaricata sul
bersaglio
- il tipo di tessuto effettivamente colpito
Sulla base di queste precisazioni, è possibile distinguere le
varie lesioni che un proiettile può cagionare tra :
- lesioni contusive
- lesioni a semicanale
- lesioni (ferite) penetranti (o a fondo cieco)
- lesioni (ferite) perforanti (o trapassanti)
Ipotizzando di utilizzare un proiettile dotato di energia cinetica sufficiente
ad insinuarsi nel corpo umano, e cioè di un proiettile capace di
cagionare ferite penetranti o perforanti, ai fini della difesa personale
occorre verificare :
- qual è l’effetto del passaggio del proiettile
nei tessuti biologici
- se è preferibile la causazione di ferite
penetranti o perforanti
Per quanto concerne il primo punto, il passaggio di un proiettile nel
corpo umano determina l’insorgere di un canale (cioè di una ferita
di forma grossolanamente cilindrica), denominato tramite, che può
essere :
- unico o plurimo, a seconda del tipo di munizione
impiegata e dal fatto che insorgano o meno fenomeni di frammentazione
- lineare o non lineare, a seconda che sussistano
o meno delle deviazioni dal tragitto originario
- a fondo cieco o con foro d’uscita a seconda che
la modalità di trasmissione dell’energia cinetica determini, o meno,
una ferita penetrante
Il tramite costituisce quello che tecnicamente viene definita cavità
permanente (crush cavity, o anche permanent crush cavity).
Si tratta del fenomeno di gran lunga più importante, anche perché
è cagionato da TUTTI i proiettili, per arma lunga o corta, anche da
quelli meno efficienti. In altre parole, tutti i proiettili possono bucare
un corpo umano, per cui tutti i proiettili sono in grado di generare
la cavità permanente. Chiaramente, i proiettili di calibro maggiore
produrranno una cavità permanente maggiore rispetto a quelli di calibro
più piccolo. Questa osservazione, già ovvia nel caso dell’impiego
di proiettili blindati, in piombo o, comunque, NON ad alterazione strutturale,
diventa ancora più chiara se si impiegano proiettili ad alterazione
strutturale. Tutto questo, però, NON deve condurre all’assurda teoria
per cui “…i proiettili di grosso calibro sono sempre e comunque superiori
a quelli di piccolo calibro…” tanto cara a certa cultura americana e
a numerosi “…presunti esperti nostrani…”! Infatti, accanto al fenomeno
cavitario permanente esiste un ulteriore fenomeni lesivo, legato al passaggio
del proiettile nei tessuti biologici, denominato fenomeno cavitario temporaneo
(temporary stretch phenomenon). La cavità temporanea (stretch
cavity, o anche temporary stretch cavity), che deriva dal fatto
che il passaggio del proiettile determina un allungamento dei tessuti biologici,
ha però un’interessante peculiarità. Essa è sempre presente,
ma quasi mai rilevante sotto il profilo lesivo, perché nella quasi
totalità dei casi l’allungamento dei tessuti biologici avviene (normalmente)
entro i limiti elastici dei tessuti stessi. Cosa significa tutto questo?
Semplicemente che, in generale, il tessuto si allunga sotto l’azione del
proiettile per poi tornare nella condizione originaria dopo che il passaggio
è avvenuto. Questo però NON significa che la cavità
temporanea sia, sempre e comunque, del tutto irrilevante. Esistono infatti
delle importanti ECCEZIONI rappresentate da alcune tipologie particolari
di munizioni :
- munizioni di tipo magnum per arma corta
- munizioni a pressione maggiorata (+P) o ad alta
pressione (+P +) per arma corta
- munizioni a rilascio immediato di energia per arma
corta
- munizioni per arma lunga sia a canna liscia, sia
a canna rigata
Tutte queste munizioni sono universalmente note per il fatto di generare
un fenomeno cavitario temporaneo che va ben al di là di quelli che
sono i normali limiti elastici dei tessuti biologici umani. Chiaramente,
in caso di utilizzo di tali munizioni, al fenomeno cavitario permanente si
va a sommare quello temporaneo, con ovvia amplificazione dell’effetto
lesivo globale. Un'altra eccezione è poi rappresentata dalla tipologia
del tessuto colpito. Ci sono infatti dei tessuti e degli organi particolari
che, se colpiti, subiscono l’immediata formazione del fenomeno cavitario
temporaneo, con effetti quasi sempre letali. Questi tessuti (organi) sono
:
- il cervello
- il fegato
- i reni
Ricapitolando, il passaggio di un proiettile nel corpo umano determina
due tipi di effetti lesivi : uno è SEMPRE presente, mentre
l’altro è presente solo EVENTUALMENTE !! L’effetto lesivo globalmente
determinato dal passaggio del proiettile, si ripercuote ovviamente su tutto
il resto del corpo, e viene poi trasmesso al sistema nervoso. Per quanto
concerne il secondo punto, nel campo della difesa personale, come nel settore
delle operazioni condotte dalle Forze dell’Ordine, le ferite penetranti
sono nettamente da preferire su quelle perforanti. Questo per i seguenti
motivi :
- il proiettile deve scaricare sul bersaglio il quantitativo
più alto possibile di energia cinetica per massimizzare il proprio
effetto
- se il proiettile fuoriuscisse, potrebbero essere
colpiti dei terzi estranei alla vicenda, con ovvie ripercussioni legali
Si deve quindi optare per un proiettile che sia in grado di penetrare
a sufficienza e che possa scaricare il massimo della propria energia cinetica
sul bersaglio, nel più breve tempo possibile, ma SENZA fuoriuscirv!!.
In altre parole, il proiettile IDEALE per difesa personale o per le Forze
dell’Ordine, DEVE essere uno straordinario COMPROMESSO tra tutta una serie
di parametri tra di loro apparentemente ANTITETICI, quali :
- penetrazione (tra i 200 ed i 300mm nella più
vasta gamma di condizioni)
- espansione (sempre massima in riferimento al singolo
calibro)
- robustezza (sempre massima, o in alternativa una
frammentazione controllata)
- cessione di energia (sempre massima)
Resa la cosa di più facile comprensione per tutti, sotto il profilo
medico il proiettile ideale deve :
- creare una cavità permanente il più
grande possibile
- creare una cavità temporanea il più
grande possibile
- espandersi il più possibile
- non penetrare mai in maniera eccessiva
Perché tutto questo ? Perché se non siete talmente
fortunati da inibire il funzionamento del SNC in maniera diretta (cioè
con un colpo in grado di danneggiare la scatola cranica od il midollo spinale),
siete costretti a farlo in maniera indiretta. Danneggiare il SNC di
un aggressore ben determinato è estremamente DIFFICILE, perché
il cranio (cervello) od il midollo spinale sono bersagli piccoli,
sfuggenti, mobili e molto difficili da colpire in un reale scontro a fuoco.
Questo significa che è preferibile concentrarsi principalmente sul
fatto di danneggiare indirettamente il SNC dell’aggressore. In altre parole,
è necessario sovraccaricare il SNC tramite una ferita collocata entro
l’organo od il tessuto corretto. Occorre quindi “…imparare a sparare dritto…”
tutte le volte che è necessario farlo perché, in uno scontro
a fuoco, collocare un colpo d’arma da fuoco direttamente al cervello è
(quasi sempre) un’utopia, ed è PREFERIBILE concentrarsi su come mettere
i colpi al posto giusto nel momento giusto al fine di inibire, seppur indirettamente,
il funzionamento del SNC. Il fatto di posizionare correttamente i propri
colpi nel c.d. “rettangolo magico” vi garantisce un elevatissima possibilità
di mettere fuori combattimento il vostro aggressore, dato che traumi
di questo tipo si ripercuotono sul SNC e, in particolare, sul Sistema
ad Attivazione Reticolare. Se il trauma dovesse essere eccessivo, il
SAR da al cervello “…l’ordine di spegnersi…”, cioè di passare
dallo stato di coscienza a quello di incoscienza. Viceversa, se il piazzamento
dei colpi non dovesse essere corretto, il trauma non sarà eccessivo
e le cose potrebbero mettersi molto male per chi è costretto a difendersi!!
Dopo il primo od il secondo colpo “…andati male..”, solitamente il
SNC è in grado di reggere all’impatto dei colpi successivi (prima
di collassare) anche per 15 - 20 secondi a causa dell’autentica “…spremuta
di adrenalina…” liberata dalle ghiandole surrenali in quell’istante.
L’unica cosa che può salvare la vittima di un’aggressione letale in
un momento così tragico è un colpo diretto al SNC del suo aggressore
che, come abbiamo visto, è estremamente difficile da eseguire. In
sintesi :
- auguratevi per tutta la vita di non dovere mai imparare ad usare un’arma
per uccidere un vostro simile, ma limitatevi ad imparare ad usarla solo
ed esclusivamente per divertirvi presso le varie sezioni del TSN
- se avete la sfortuna di dovere apprendere come usare un’arma per
difendere voi stessi, per motivi contingenti o perché vi è
imposto dal vostro lavoro, assicuratevi di imparare a sparare dritto e a
non chiedere nulla al proiettile se prima non avete fatto correttamente
il vostro dovere
Buona fortuna !