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L'INDICE DI FULLER: REALTA' SCIENTIFICA O SCOOP GIORNALISTICO?


Steven B. Fuller è un analista informatico di nazionalità statunitense che è diventato improvvisamente famoso, nella seconda metà degli anni '90 del XX secolo, per avere teorizzato l'esistenza del c.d. Indice di Fuller. Più precisamente, egli ha elaborato un modello statistico-matematico con finalità predittive delle potenzialità lesive di qualsiasi tipo di proiettile per arma corta, in grado di  enucleare un valore numerico che esprime la percentuale di efficenza che un solo colpo di uno specifico calibro ha sul corpo umano. Dal momento che  più volte, in passato, sono venute alla ribalta vicende simili che si sono poi rivelate essere delle patetiche  FESSERIE, è opportuno cercare di comprendere il più possibile cosa sia realmente questo Indice di Fuller. Preliminarmente va sottolineato che Fuller non è una persona che lavora nel settore armiero, ma che è stato  consultato da E.P. Marshall ed E.J. Sanow (gli autori di tre best-sellers di risonanza mondiale come Handgun stopping power, Street stoppers e Stopping power) con lo scopo preciso di realizzare un modello statistico che fosse in grado di prevedere, nella maniera più semplificata possibile, la capacità lesiva (in percentuale) di un qualsiasi proiettile in qualsiasi calibro. Per realizzare questo modello matematico, Fuller ha utilizzato i dati provenienti da 13541 autopsie raccolti da Marshall e Sanow in oltre un decennio. Conscio del fatto che in uno scontro a fuoco sono presenti moltissime VARIABILI (tipologia del proiettile, tipologia dell'impatto, angolo d'impatto, presenza o assenza di vestiti pesanti, complessione fisica della vittima, stato psichico della vittima, etc.) altamente ETEROGENEE, Fuller si era imposto autonomamente di isolare solo i parametri di maggior interesse o, per essere pù precisi, solo quei parametri che erano sempre presenti e che facevano realmente la differenza. In primo luogo Fuller mise in evidenza  il diverso comportamento dei proiettili non deformabili rispetto a quello tipico dei moderni proiettili ad alterazione strutturale. Questa differenziazione è esemplificata tramite due equazioni esponenziali che sottolineano la diversa percentuale di energia cinetica che queste due famiglie di proiettili sono in grado di trasmettere. Le equazioni in commento sono le seguenti:



                                                                    [ - E(0) : 215]
         E (JHP - FIT) = 96,34  -  78,24  x  e




                                                                    [- E(0) : 412]
         E (solid - FIT) = 89,41 - 59,95  x  e




                                                                                                LEGENDA


- FIT = Acronimo delle iniziali delle parole inglesi Fuller Index Technique, cioè Tecnica dell'Indice di Fuller, che  in italiano viene solitamente tradotto come "Indice di Fuller" (N.B. si tratta di una denominazione che è dovuta alla stampa americana e non allo stesso Fuller, il quale l'ha comunque accettata)
- E (JHP - FIT) = indice di Fuller in rapporto all'energia cinetica trasferita sul bersaglio da proiettili blindati a punta cava (o comunque deformabili)
- E (solid FIT) = indice di Fuller  in rapporto all'energia cinetica trasferita sul bersaglio da proiettili non deformabili
- E (0) = energia cinetica alla bocca


Putroppo la spiegazione di Fuller su COME egli sia effettivamente giunto ad elaborare queste due equazioni, NON è del tutto chiara. Secondo Fuller, la base dei logaritmi naturali (e) sarebbe stata utilizzata perchè spesso le equazioni esponenziali di questo tipo sono in grado di riprodurre (o di simulare) numerosi fenomeni naturali in maniera molto precisa. Essendo l'effetto lesivo di un proiettile un fenomeno naturale, o comunque un fenomeno che interessa un sistema biologico, Fuller ha ritenuto opportuno utilizzarla. Fuller non spiega poi, minimamente, quale sia l'origine dei coefficienti numerici presenti nelle due equazioni (cioè 96,34 e 78,24  per la prima e 89,41 e 69,95 per la seconda). Non viene poi nemmeno spiegato se esistono delle differenze tra sistema metrico decimale e sistema anglosassone, dal momento che, ovviamente, le equazioni presentate fanno riferimento ad energie cinetiche espresse in piedi / libbra. Ad ogni modo, secondo Fuller, se si confrontano le due equazioni con i dati forniti da Marshall e Sanow, "...si comprende immediatamente come l'energia cinetica (trasmessa sul bersaglio) sia un fenomenale elemento predittivo dell'efficacia lesiva di un proiettile...". L'affermazione è VERISSIMA, poichè l'effetto lesivo di un proiettile DIPENDE esclusivamente dalla sua capacità di TRASMETTERE energia cinetica al bersaglio, ma purtroppo Fuller non riesce ad indicare chiaramente la correlazione tra la sua affermazione, le sue equazioni ed i dati di partenza. Il secondo passo effettuato da Fuller è stato quello di elaborare un modello statistico che correlasse gli effetti di un proiettile susseguenti all'impatto con un blocco di gelatina balistica calibrata (al 10%) con la sua potenzialità lesiva. Secondo Fuller, questa correlazione sarebbe espressa dalla seguente equazione:



                                                        [CP : 0,851]                  [CT : 11,65]
    GEL (FIT) = 91, 38 - 34,38  x e                     - 68,71 x e




                                                                                   LEGENDA


- GEL (FIT) = indice di Fuller per gli impatti dei proiettili in un  blocco di gelatina balistica calibrata al 10%, condizionata termicamente per 48 ore a 4 °C
- CP = volume della cavità permanente in ml
- CT = volume della cavità temporanea in ml


Secondo Fuller, l'effetto lesivo di un qualsiasi proiettile dipende dai volumi delle cavità permanente e temporanea: più questi volumi sono elevati, più è elevata la trasmissione di energia cinetica sul bersaglio. Sempre secondo Fuller, a livello di indice predittivo, i volumi delle cavità permanente e temporanea sono, in gelatina, quello che in astratto è l'energia cinetica. Fuller ribadisce che è ESSENZIALE considerare CONGIUNTAMENTE sia la cavità permanente che quella temporanea, poichè altrimenti si otterrebbero risultati altamente imprecisi. Ragionando in questo modo, attraverso l'esame in gelatina si riesce a spiegare in maniera estremamnte precisa il comportamento REALE di un qualsiasi proiettile, anche se questo livello di precisione non è elevato come quello ottenibile con l'esame della trasmissione dell'energia cinetica. Putroppo, anche in questo caso, Fuller NON spiega come riesce a giungere a questa equazione, così come non spiega l'origine dei vari coefficienti numerici in essa contenuti. Ad ogni modo, incrociando le due equazioni, Fuller ricava l'indice, per così dire, ottimale (BEST FIT), cioè quell'indice che consentirebbe di calcolare la percentuale di efficacia di un qualsiasi proiettile ancor prima che esso sia stato utilizzato in concreto. Questo parametro è espresso dalla seguente equazione:




                                                                                      2                      [- dia.  x E (0) : 63,93]
    BEST(FIT) = 90,52 + 0,896  x pen. - 0,0534 x pen   -   87,65  x  e



                                                                                    LEGENDA


- BEST (FIT) = indice di Fuller ottimale (reale)
- pen. = penetrazione in un blocco di gelatina balistica calibrata al 10% condizionata termicamente per 48 ore a 4° C
- dia. = diametro iniziale del proiettile
- E (0) = energia cinetica alla bocca


Secondo Fuller, è stata utilizzata la base dei logaritmi naturali (cioè 2,71......) perchè, come già detto in precedenza, essa permetterebbe di simulare in maniera precisa molti fenomeni naturali. La penetrazione è stata inserita in due modi (prima  linearmente e poi elevata al quadrato) perchè, sempre secondo Fuller, essa avrebbe un comportamento di tipo non lineare. Rimangono comunque molti DUBBI pratici sulla effettiva validità dell'indice di Fuller che possono essere così sintetizzati:


- non viene spiegata l'origine dei vari coefficienti numerici
- non si capisce perchè si utilizza il solo diametro iniziale e non, soprattutto, quello finale
- non si capisce come comportarsi con grandezze misurate con le unità di misura del S.I.
- non si capisce quale deve essere il risultato finale (N.B. si dovrebbe ottenere un numero puro, espressivo della percentuale di efficienza, ma l'equazione non supera la verifica dimensionale !!)


A parziale giustificazione delle incongruenze mostrate dalla predetta equazione, va detto che l'indice di Fuller NON è un modello fisico-matematico nel vero senso della parola ma, piuttosto, un modello statistico. Questo permetterebbe di superare, in particolare, le obiezioni mosse dalla comunità scientifica circa l'incompatibilità con la regola della verifica dimensionale. Per quanto concerne poi il problema della non ripetibilità degli scontri a fuoco, il fatto che si tratti di un  modello statistico permette di enucleare un sufficiente numero di parametri e di lavorare SOLO su quelli, invece di utilizzare un numero di variabili eccessivamente elevato e difficilmente manipolabile anche con i moderni strumenti di calcolo (e, segnatamente, tramite i PC). La cosa singolare è però che Fuller afferma che "...utilizzando la mia equazione, si può facilmente dimostrare che la penetrazione ottimale, per qualsiasi calibro, è di circa 220mm..."(N.B. il torace di un maschio adulto di sana e robusta costituzione è spesso circa 230 - 240mm, per cui, con una penetrazione di circa 220mm si otterrebbero risultati ottimali sia in caso di colpi frontali, sia in caso di colpi di tre quarti o laterali). Questa affermazione, per quanto strano possa apparire, è CONFERMATA invaribilmente con qualsiasi proiettile ad alterazione strutturale in qualsiasi calibro. In altre parole, se si leggono i referti medici che accompagnano le 13541 autopsie esaminate da Marshall  e Sanow, si verifica che i vari proiettili nei diversi calibri "...hanno dato il meglio si se stessi..." con quello specifico livello di penetrazione!! Volendo dire la stessa cosa in un altro modo, "...facendo i conti al contrario..." cioè ragionando SENZA conoscere minimamente i dati raccolti da Marshall e Sanow, si arriva alle stesse IDENTICHE conclusioni di questi due ricercatori, e cioè che l'effetto lesivo di un proiettile DIMINUISCE sempre all'aumentare della penetrazione !!Che l'indice di Fuller non sia del tutto una fesseria è però dimostrato dal fatto che è stato tenuto in grandissima considerazione dalla Federal Cartridges, la quale ha progettato le sue ultime famiglie di cartucce ad alterazione strutturale proprio partendo da questo studio. Dal momento che la Federal Cartridges è una delle tre maggiori aziende produttrici di munizioni a livello mondiale (le altre due sono Remington e Winchester), nonchè uno dei principali produttori di munizioni per impiego professionale, è EVIDENTE che qualcosa di vero, anche se di poco, ci deve pur essere  nello studio effettuato da Fuller!! In caso contrario, certamente la Federal non avrebbe dato minimamente credito alle tesi sostenute da Fuller (N.B. chiaramente la Federal ha lavorato sull'indice di Fuller nel senso che ha realizzato volutamente proiettili dotati di una penetrazione NON eccessiva, e non nel senso sia vere impiegato direttamente il suo modello matematico !!). Allo stato attuale, dove stia esattamente la verità non è facile dirlo, dal momento che servirebbero altri anni di studio e di ottimizzazione  prima di potere affermare con certezza se l'indice di Fuller sia una bufala oppure no, anche se molte cose sembrano dare ragione a questo ricercatore. Ad ogni modo, una trattazione maggiormente completa  dell'indice di Fuller può essere reperita (chiaramente in lingua inglese) sul testo Street stoppers:  the latest handgun stopping power street result, disponibile in Italia presso Tuttostoria.