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APPUNTI SULLA LESIVITA' DELLE MUNIZIONI EX SOVIETICHE PER FUCILE D'ASSALTO
IN CALIBRO 7,62x39 MM E 5,45x39MM
parte 1 - introduzione
Quello che segue è una sorta di compendio finalizzato
ad indicare l'entità della lesione tissutale massima causata da
un colpo sparato da un moderno fucile d'assalto entro brevi distanze (rectius,
distanze NON superiori ai 25m). Chiaramente all'aumentare della
distanza si manifesterà una correlata riduzione :
- della penetrazione
- della framentazione
- della deformazione
- del volume della cavità temporanea (V. voce a se)
- del volume della cavità permanente (V. voce a se)
Queste sintetiche note vogliono mettere in grado il lettore di fare alcun
semplici considerazioni circa le effettive capacità lesive di due
cartucce molto usate in tutto il mondo nell'ambito di numerosi conflitti.
parte 2 - cartuccia tipo M-43 calibro 7,62x39mm
Adottata dall'URSS nel 1943 come nuova munizione d'ordinanza,
la cartuccia in calibro 7,62x39mm divenne in brevissimo tempo una delle
munizioni più diffuse al mondo. In origine questa cartuccia (nota
in patria con la denominazione ufficiale di M-43) venne camerata SOLO per
il fucile semiautomatico SKS e, solo un po' di tempo DOPO, per il fucile
d'assalto AK-47 "Kalashnikov". Secondo alcuni storici, questa cartuccia
sarebbe derivata da una preesistente munizione tedesca, la 7,92x33mm, della
quale i russi sarebbero venuti a conoscenza durante la fase terminale del
secondo conflitto mondiale. Secondo questa tesi, insomma, i russi avrebbero
"...copiato in tutta fretta..." una precedente, e brillante, idea
tedesca!! Stando invece ad un'altra tesi, sia i russi che i tedeschi "...dettero
risposte simili..." allo stesso tipo di problema. In altre parole, russi
e tedeschi avevano capito che i vecchi fucili con cui erano armate le truppe
di quel periodo erano del tutto obsoleti, per cui era necessario ripensare
seriamente sia al tipo di arma individuale, sia il tipo di munizione con
cui armare le proprie truppe. A prescindere da come andarono veramente le
cose, la nuova munizione divenne ben presto la munizione d'ordinanza dell'URSS
e delle FF.AA. del Patto di Varsavia. Essa rimase tale fin verso la metà
degli anni '80 del XX secolo, quando fu completamente SOSTITUITA (N.B. la
sostituizione iniziò verso la fine degli anni '70 dello stesso secolo)
dalla "nuova" cartuccia calibro 5,45x39mm (V. voce a se). I suoi principali
dati dimensionali sono i seguenti :
- diametro del colletto = 8,56mm
- diametro della base del colletto = 8,61mm
- diametro della testa del corpo = 10,06mm
- diametro della base del corpo = 11,25mm
- diametro del fondello = 11,30mm
- lunghezza del bossolo = 38,73mm
- lunghezza massima della cartuccia completa = 55,88mm
La palla adottata è realizzata in acciaio placcato,
pesa 7,9 grammi (123 grs.), e contiene un nucleo di acciaio che risulta
essere più corto rispetto alla lunghezza complessiva dela palla
medesima. Diversamente da quello che avviene per la cartuccia tipo M-74,
questo nucleo possiede una SINGOLA rastrematura BASALE al fine di adattarsi
alla conformazione della blindatura SOLO nella parte inferiore di questa.
Un altro dettaglio importante è costituito dal fatto che il nucleo
è più CORTO della blindatura. Questa peculiare struttura interna
determina un sensibile arretramento del baricentro del proiettile, il che
si traduce in una ELEVATA ipostabilità intrabersaglio, così
com'è stato chiaramente evidenziato dai test effettuati in gelatina
balistica (V. più oltre). La sua stabilizzazione avviene tramite
4 rigature destrorse con il passo di 1 giro in 10" (o 1 giro in 254mm). La
carica di lancio è costituita da circa 25grs. (1,6 grammi) di propellente
discoidale di denominazione e composizione (per ora) sconosciute. Per quanto
concerne il comportamento in gelatina balistica, la M-43 presenta il tipico
"collo di bottiglia" per un tratto normalmente lungo tra i 100 ed
i 120mm. Dopo quel punto, la palla comincia ad oscillare fortmente attorno
al proprio asse longitudinale (yawing motion), a causa della sua
ipostabilità intriseca, per ribaltarsi di circa 70-90°.
Dopo avere oscillato in questo modo, la palla tende a ristabilizzarsi quasi
del tutto tra i 300 ed i 350mm di profondità. A circa 400m di profondità
inizia una seconda fortissima oscillazione (tumbling) che compromette
definitivamente il profilo strutturale dell'agente balistico. Dopo questa
seconda oscillazione la palla è molto spesso piegata o, comunque,
fortemente deformata, motivo per cui tende a piegare drasticamente di circa
90° rispetto al suo tragitto originale!! Per quanto concerne la formazione
delle cavità permanente e temporanea, attraverso l'analisi in gelatina
balistica calibrata si può sinteticamente dire quanto segue:
- la
cavità PERMANENTE ha un volume molto piccolo fino
a circa 250mm di profondità; dopo i 250mm di profondità c'è
un lieve aumento di volume (corrispondente alla prima oscillazione) ed una
successiva diminuzione a circa 330 - 350mm di profondità; a 380 -
400mm di profondità, infine, si assiste ad un secondo aumento del volume
della cavità permanente (corrispondente alla seconda oscillazione);
dopo i 400mm di profondità la cavità ha ormai assunto un volume
costante ed estremamente ridotto
- la
cavità TEMPORANEA ha un volume molto piccolo fino
a circa 120mm di profondità; dopo i 120mm di profondità il
volume della cavità temporanea comincia a crescere fino a manifestare
un primo picco massimo attorno ai 250 - 300m di profondità, dove è
circa 6-8 MAGGIORE del volume della cavità permanente (N.B. in questo
caso la cavità temporanea ha una forma pressochè sferoidale);
attorno ai 350mm di profondità il volume della cavità temporanea
comincia a decrescere, per manifestare un successivo aumento a circa 400mm
di profondità, dove è circa 6-7 MAGGIORE del volume della (corrispondente)
cavità permanente (N.B. in questo caso la cavità temporanea
assume una forma pressochè ovoidale)
Per quanto concerne la PENETRAZIONE complessiva (total
penetration), in gelatina balistica calbrata essa si attesta mediamente
attorno ai 740 - 750mm. Questo significa che la cartuccia tipo M-43 ha una
capacità di penetrazione sicuramente superiore a quella sviluppata
dalla M-74 (V. più oltre). Questo deve senza dubbio ascriversi alla
sua massa maggiore. Dal punto di vista clinico, le evidenze riscontrate in
seguito ai (putroppo) numerosissimi casi di impiego pratico di questa munizione
mostrano chiaramente la correttezza degli esperimenti effettuati con l'ausilio
della gelatina balistica calibrata al 10%. Per finalità chiarificatrici,
si citano di seguito alcuni casi clinici riscontrati durante alcuni recenti
conflitti (N.B. l'elenco non è esaustivo e si rinvia il lettore
ad appostite pubblicazioni):
-
soggetto 1 = il soggetto è stato colpito in una coscia;
la palla ha perforato completamente la coscia penetrando dal lato destro
del quadricipite femorale per fuoriuscire dal lato sinistro del bicipite femorale;
ne sono scaturite una considerevole emorragia e la frattura del femore; si
è proceduto alla somministrazione della morfina ed all'arresto dell'emorragia;
dopo avere arrestato l'emorragia il soggetto è stato condotto al più
vicino centro medico dove si è proceduto, tra le altre cose, all'esame
radiografico, il quale ha evidenziato la frattura del femore e la presenza
di alcuni frammenti metallici all'interno dell'arto; la palla era completamente
fuoriuscita producendo le classiche lacerazioni di egresso lunghe circa 13mm;
il trattamento medico è poi proseguito con la procedura operativa
standard di questi casi
-
soggetto 2 = il soggetto è stato colpito all'altezza
del bicipite sinistro; la palla ha perforato l'arto senza provocare alcuna
lesione ossea, ma cagionando una grave ferita perforante con ampia distruzione
tissutale in egresso; ne è scaturita una forte emorragia che è
stata immediatamente arrestata ; dopo la somministrazione della morfina il
soggetto poteva camminare senza aiuto, ed è stato possibile
evacuarlo presso il più vicino centro medico in maniera relativamente
semplice; l'esame radiografico ha evidenziato l'assenza di fratture e di
frammenti metallici; il trattamento medico è poi proseguito con la
procedura operativa standard di questi casi
-
soggetto 3 = il soggetto è stato colpito all'addome;
la palla è penetrata pressochè frontalmente ed è successivamente
fuoriuscita lacerando ampiamente i tessuti nel punto di egresso; il
soggetto manifestava un fortissimo dolore e rilevanti difficoltà respiratorie;
si è immediatamente proceduto alla somministrazione della morfina,
all'arresto dell'emorragia ed all'evacuazione rapida presso il più
vicino centro medico; l'esame radiografico ha evidenziato l'assenza di fratture,
la completa fuoriuscita della palla e la presenza di 6 frammenti metallici
all'interno della ferita; il trattamento medico è poi proseguito
con la procedura operativa standard di questi casi
-
soggetto 4 = il soggetto è stato ferito alla caviglia
destra; la palla ha provocato una ferita perforante, con conseguente
emorragia, ed una grave frattura dell'arto; il soggetto lamentava un fortissimo
dolore alla caviglia, per cui si è proceduto subito alla soministrazione
della morfina; dopo la somministrazione della morfina il soggetto poteva camminare,
pur se con l'aiuto di terzi, il che ha reso più semplice la procedura
di evacuazione presso il più vicino centro medico; l'esame radiografico
ha evidenziato la frattura e la presenza di numerosi frammenti ossei, mentre
non si è rilevata traccia di frammenti metallici o del proiettile;
il trattamento medico è poi proseguito con la procedura operativa
standard di questi casi
Dal punto di vista dell'esame visivo delle lesioni si
può dire quanto segue. Il foro di INGRESSO è, a seconda dell'angolo
d'impatto, di forma circolare (impatto perpendicolare) od ellittica (impatto
non perpendicolare). Il foro di EGRESSO è visibilmente stellato con
lacerazioni cutanee lunghe (mediamente) tra i 9 ed i 13mm, e con corrispondenti
lacerazioni del tessuto muscolare sottostante di analoga lunghezza. Lesioni
di questo tipo sono riscontrabili anche in caso di ferite agli arti inferiori
o superiori. I riscontri radiografici mostrano poi evidenti segni di gravi
fratture in tutti i casi di impatto osseo. Per ulteriori dati di rilievo
clinico si rinvia alla successiva parte - 3 od alle publicazioni specializzate
indicate nell'ultima parte della presente sottopagina.
- Traccia lesiva complessiva generata da una
cartuccia calibro 7,62x39mm (M-43). Si noti il profilo bilobato dovuto
al doppio ribaltamento post-impatto dell'agente balistico, tipico delle
cartucce ex-sovietiche per fucile d'assalto, che è fonte di gravissime
ferite in caso di impatto con i tessuti biologici. Il cerchio all'estrema
destra rappresenta la zona di arresto del proiettile -
parte 3 - cartuccia tipo M-74 calibro 5,45x39mm
Nel 1974 l'Armata Rossa introduceva un nuova munizione
destinata a rivoluzionare completamente la scena militare moderna. Nota invariabilmente
come 5,45x39mm o come 5,45 Soviet, questa munizione permettva
alle FF.AA. ex-sovietiche un NOTEVOLE passo in avanti rispetto al munizionamento
utilizzato in precedenza. Stante l'alone di segretezza che la circondava,
le prime notizie circa l'esistenza della nuova cartuccia arrivarono in occidente
SOLO verso il 1978, mentre per vedere "...dal vivo..." le prime immagini
della nuova arma che le utilizzava (AKSU-74) occorse attendere fino al 1993!!
Gli analisti occidentali, inizialmente pensarono che si trattasse di una
nuova munizione destinata a pochissimi Reparti scelti delle FF.AA. sovietiche,
ma in realtà si sbagliarono di grosso!! Con notevole arroganza ed
indiscutibile stupidità, tutti gli esperti di armi occidentali
pesavano che fosse impossibile per l'URSS realizzare un simile sforzo produttivo.
Più tardi emerse che, in realtà, l'URSS si era fortemente
riorganizzata nel giro di pochissimo tempo, cosa che le aveva consentito
una distribuzione capillare della nuova munizione e, naturalmente, della
nuova arma in grado di spararla. In breve ci si rese conto che la nuova
munizione era del tutto superiore alla cartuccia NATO tipo M-193 in calibro
5,56x45mm. Per questo motivo la NATO fu letteralmente costretta ad effettuare
un radicale cambiamento di munizione, passando il più rapidamente
possibile alla nuova cartuccia tipo SS-109 in calibro 5,56x45mm con palla
da 62 grs. di peso. Pur essendo profondamente diverse tra loro come impianto
balistico, la nuova cartuccia tipo SS-109 risultava essere molto simile alla
nuova 5,45mm Soviet. Esistevano (ed esistono), comunque, alcune differenze
strutturali. In primo luogo la 5,45 Soviet sviluppa normalmente una velocità
alla bocca di circa 900 m/s contro i circa 950 m/s della SS-109. In secondo
luogo, la cartuccia 5,45 Soviet ha un volume di circa il 15% inferiore a
quello della S-109, il che significa che a parita di munizioni, un soldato
sovietico portava addosso un peso minore rispetto ad uno della NATO. Dal
punto di vista generale dell'impanto balistico, la cartucia 5,45 Soviet ha
un bossolo del tipo non orlato (rimless) che è difficilemte
catalogabile secondo gli standard occidentali. Il bossolo occidentale più
simile è forse quello del .222 Remington, anche se sussistono comunque
delle lievi differenze dimensionali a livello di colletto, spalla e base
del corpo. Il bossolo militare sovietico è facilmente riconoscibile
perchè è di acciaio laccato ed è dotato di un innesco
di tipo Berdan (cioè bifocale, praticamente inesistente nel
resto del mondo). Altri dati dimensionali di rilevo sono i seguenti :
- diametro della palla = 5,65mm (.222")
- diametro del colletto = 6,30mm
- diametro del fondello = 10mm
- distanza tra la base del fondello e la base del corpo = 3,30mm
- diametro alla base del corpo = 10 mm
- lunghezza tra la base del fondello e la base del colletto = 32,98mm
- lunghezza tra la base del fondello e la base della spalla = 30mm
- lunghezza completa della cartuccia = 56,70mm
La palla adottata è realizzata in acciaio placcato
e pesa 3,5 grammi (54 grs.). La sua lunghezza complessiva è pari a
25,5mm. Essa contiene un nucleo di acciaio dolce del peso di 1,4 grammi,
lungo ben 15mm ed avente un diametro di 4,1mm. Diversamente da quello che
avviene per la cartuccia tipo M-43, questo nucleo possiede una doppia rastrematura
al fine di adattarsi alla conformazione della blindatura. Un altro dettaglio
importante è costituito dal fatto che il nucleo è più
corto della blindatura, terminando ben 9mm prima della stessa. Questa peculiare
struttura interna determina un sensibile arretramento del baricentro del
proiettile, il che si traduce in una ELEVATA ipostabilità intrabersaglio,
così com'è stato chiaramente evidenziato dai test effettuati
in gelatina balistica (V. più oltre). La sua stabilizzazione avviene
tramite 4 rigature destrorse con il passo di 1 giro in 8" (o 1 giro in 203mm),
ed il suo coefficiente balistico è pari a circa 0,385. Secondo
gli standard moderni si tratta di un valore molto elevato, specie se si tiene
conto del rapporto frà dimensioni e peso della palla. La carica di
lancio è costituita da 22grs. (1,4 grammi) di propellente discoidale
di denominazione e composizione (per ora) ignote. Come detto in precedenza,
la velocità alla bocca è di circa 900 m/s, cui corispondono
circa 144 Kgm (1417 J) di energia cinetica. Altri dati (*) di rilevo sono
i seguenti :
V(0) = 900 m/s
V(100) = 802 m/s
V(200) = 713 m/s
V(300) = 628 m/s
V(400) = 550 m/s
V(500) = 473 m/s
NOTE
(*) = dati riferiti a Condizioni Atmosferiche Standard
Dal punto di vista dell'effetto lesivo della cartuccia
M-74, può essere di estrema utilità l'analisi di laboratorio
tramite l'impiego di gelatina balistica calibrata. In primo luogo si manifesta
un collo di bottiglia di circa 70mm, quindi piuttosto corto rispetto a
quello della cartuccia tipo M-43 o di altre cartucce militari conosciute.
Dopo circa 70mm di penetrazione pressochè rettilinea, la palla comincia
ad oscillare di circa 70° - 90° attorno al proprio asse. Questo è
dovuto al fatto che, in seguito all'impatto, il nucleo viene spinto in avanti,
tentando forzosamente di occupare lo spazio vuoto che c'è tra la
parte anteriore del nucleo e la punta della palla (circa 9mm). Alla profondità
di circa 200mm la palla tende a ritornare pressochè stabile. Successivamente,
tra i 250 ed i 300mm di profondità, la palla inizia nuovamente ad
oscillare per ribaltarsi di 180° e proseguire per tutta la parte restante
del proprio tragitto in questa condizione. Solitamente, tra i 300 ed i 400mm
circa di profondità la palla piega fortemente, di circa 90°,
rispetto al tragitto originario. In sintesi si può dire che si è
osservato quanto segue:
- può esserci un'oscillazione parziale di circa 70° - 90°
(
yawing)
- possono esserci un'oscillazione completa di 180° (
tumbling)
- a prescindere dell'effettiva entità delle oscillazioni (pariziale
o completa) la ferita risulta comunque molto grave
- se si verifica una rotazione completa (ipotesi più frequente)
la palla termina la sua corsa con la punta ribaltata di 180°
Inizialmente (tra gli anni '70 e gli anni '80 del XX
secolo) si discusse MOLTO sulla presenza della parte vuota nella palla della
M-74. Tra i vari esperti, alcuni parlavano di "...mezzo di deformazione...",
altri di "...strumento di frammentazione..."e quant'altro. Solo dopo
lungo tempo ci si rese conto che si trattava di un artificio balistico destinato
a fare DEFORMARE irrimediabilmente la struttura della palla. Passando ora
al comportamento in gelatina balistica di questa palla, relativamente a questo
argomento si può dire quanto segue:
- la
cavità PERMANENTE è piccola fino a circa 70mm
di profondità; a circa 100mm di profondità la sua ampiezza
è circa 4-5 volte superiore a quella del calibro; tra i 200 d i 250mm
tende a riassumere un'ampiezza pari a quella del calibro; infine, a circa
350 -400mm di profondità tende ad assumere una superiore ampiezza per
la seconda volta (pari a circa 3-4 volte quella del calibro originale)
- la
cavità TEMPORANEA tende ad essere 6-8 volte più
grande della cavità permanente nel punto in cui questa assume l'ampiezza
maggiore per la prima volta (N.B. è una cavità di forma sferoidale
con volume più ampio di quella creata corrispondentemente dalla M-43);
successivamente, essa tende a diventare circa 5-6 volte più grossa
in corrispondenza del punto dove la cavità permanente assume ampiezza
maggiore per la seconda volta (N.B. si tratta di una cavità di forma
ovoidale con volume minore rispetto a quella creata corrispondentemente dalla
M-43)
Relativamente alla PENETRAZIONE, in gelatina balistica
la palla si arresta mediamente dopo circa 500 - 520mm, vale a dire dopo avere
percorso circa 200mm in MENO rispetto alla cartuccia tipo M-43. Dall'esame
in gelatina balistica si evince un'elevatissima capacità lesiva che
si manifesta in ferite che, a prescindere dal distretto corporeo attinto,
sono sempre estremamente gravi. Tutto ciò è una diretta conseguenza
della cavità bilobata (bilobed wound cavity) comunemente riscontrata
dallo studio effettuato in gelatina balistica. La gravità intrinseca
di questa ferite è evidenziata, tra l'altro da numerosi referti medici
dai quali sono stati estrapolati i due seguenti casi, che vengono qui riportati
a mero titolo di esempio (N.B. l'elenco non è esaustivo e si rinvia
il lettore ad appostite pubblicazioni):
-
soggetto 1 = il soggetto è stato ferito all'avambraccio;
il foro d'ingresso ha forma leggermente allungata, è lungo circa 10mm,
e risulta essere prossimale al gomito sinistro; il foro di egresso risulta
contrapposto a quello di ingresso ed è caratterizzato da una forte
lacerazione tissutale di circa 100x50mm; così come accade con tutte
le ferite cagionate dalle munizioni utilizzate dai moderni fucili d'assalto,
il foro di egresso è ampio ed immediatamente riconoscibile; l'esame
radiografico ha mostrato la chiara frattura dell'ulna e del radio e l'assenza
di framenti metallici dovuti al passaggio del proiettile; il trattamento
medico è poi proseguito con la procedura operativa standard di questi
casi
-
soggetto 2 = il soggetto è stato ferito alla coscia;
il proiettile è penetrato pressochè frontalmente ed è
collocato in posizione distale rispetto al ginocchio sinistro; il foro di
ingresso misura circa 10mm ed ha una forma pressochè circolare; il
foro di egresso, ampio ed evidente, misura circa 30x80mm; l'esame radiografico
ha evidenziato la frattura del femore e la presenza di 6 frammenti metallici
lasciati dal proiettile, di cui 1 di grosse dimensioni e gli altri 5 di dimensioni
molto piccole
Veniamo, infine, alle evidenze di carattere prettamente clinico. I referti
medici derivanti dai (putroppo) numerosissimi casi di impiego pratico di
questa munizione mostrano chiaramente la CORRETTEZZA degli esperimenti effettuati
con l'ausilio della gelatina balistica calibrata al 10%. Dal punto
di vista dell'esame visivo delle lesioni si può dire, per sommi capi,
quanto segue. Il foro di INGRESSO è, a seconda dell'angolo d'impatto,
di forma circolare (impatto perpendicolare) od ellittica (impatto non perpendicolare).
Il foro di EGRESSO è visibilmente stellato con lacerazioni cutanee
lunghe (mediamente) tra i 9 ed i 13mm, e con corrispondenti lacerazioni del
tessuto muscolare sottostante di analoga lunghezza. Lesioni di questo tipo
sono riscontrabili anche in caso di ferite agli arti inferiori o superiori.
Se l'impatto avviene a breve distanza e la ferita è agli arti, si
può assistere ad una sorta di azione ablativa nei confronti dei tessuti
colpiti, con conseguente copiosa emorragia. I riscontri radiografici mostrano
poi evidenti segni di gravi fratture in tutti i casi di impatto osseo. La
frattura è spesso netta, tuttavia a volte si possono rinvenire anche
alcuni framenti ossei di minute dimensioni. Più rari sono invece i
frammenti metallici, anche se non si può escludere che il proiettile,
deformandosi, lanci dei frammenti lungo il suo tragitto. La presenza
dei frammenti può avere una duplice spiegazione, nel senso che essi
possono realisticamente derivare :
- da un impatto con un corpo estraneo avvenuto PRIMA dell'impatto vero
e proprio con il tessuto biologico
- da una effettiva framentazione della palla derivante da una deformazione
strutturale irreversibile della stessa
- Traccia lesiva complessiva generata da una
cartuccia calibro 5,45x39mm (M-74). Si noti il profilo bilobato dovuto
al doppio ribaltamento post-impatto dell'agente balistico, tipico delle
cartucce ex-sovietiche per fucile d'assalto, che è fonte di gravissime
ferite in caso di impatto con i tessuti biologici. Il cerchio all'estrema
destra rappresenta la zona di arresto del proiettile -
parte 4 - confronto tra il munizionamento ex-sovietico e la
cartuccia M-193 calibro 5,56x45mm NATO
La cartuccia tipo M-193 è la munizione adottata
originariamente dalle FF.AA. della NATO dopo il passaggio dal calibro 7,62mm
al "nuovo" calibro 5,56mm. Premesso che si omettono per brevità
tutti i dati strutturali, rinviando il lettore a testi specifici, in questa
sede ci soffermerà solo sul comportamento in gelatina balistica. Quest'ultimo
può così essere riassunto :
- la palla presenta un collo di bottiglia di circa 120-130 mm
- dopo circa circa 120mm di penerazione, la palla si ribalta di circa
90° (
yawing) e si piega fortemente su se stessa
- la deformazione subita è talmente profonda da generare la rottura
della palla all'altezza del solco di ritegno (
cannelure)
- la punta della palla risulta essere completamente schiacciata ed assume
una forma pressochè triangolare
- nonstante la fortissima deformazione, la palla mantiene comunque circa
il 60% della sua massa originaria
- la parte posteriore della palla perde la propria integrità strutturale
e genera molteplici frammenti che si disperdono radialmente rispetto alla
posizione del canale vulnerante, penetrando per circa 70mm
Se sparata a BREVE distanza, nel tessuto biologico
l'entità della lesione è estremamente GRAVE, poichè
la frammentazione della palla determina un vero e proprio distacco di prozioni
di tessuto muscolare. Chiaramente più la distanza aumenta e più
l'efficacia lesiva verrà compromessa. A 70 -80m di distanza la palla
normalmente si frammenta SOLO in due pezzi. Superati i 150m la palla ha ormai
PERSO velocità al punto tale da NON potersi più frammentare
in alcun modo. A questo punto deve essere ricordato che estremamente SIMILE
alla cartucia tipo M-193 è la cartuccia tipo M-855 (SS-109). Si tratta
della versione pesante della M-193 (62 grs. contro i 55grs. della precedente),
la quale ha dovuto essere sostituita "...dopo la scoperta..." che
i Sovietici avevano realizzato la nuova cartuccia tipo 5,45x39mm (V. voce
a se). La principale differenza tra la M-193 e la M-855 è che la seconda
è MENO sensibile della prima per quanto concerne la perdita di velocità
connessa all'aumentare della distanza. In altre parole, la cartuccia tipo
M-855 possiede una struttura interna (V. voce a se nel presente sito) tale
da frammentarsi anche a distanze alle quali la M-193 risulta aver perso gran
parte della sua potenzialità lesiva. Il profilo lesivo complessivo
(wound profile) della cartuccia tipo M-855 è MOLTO simile a
quello della M-193, tant'è vero che l'attuale letteratura medica concorda
sul fatto che, se sparate a breve distanza, è praticamente impossibile
distinguere l'una dall'altra. A livello clinico (rectius, eziologico), eventuali
DISTINZIONI fra le due tipologie di munizioni potranno essere compiute SOLO
dopo l'avvenuta estrazione degli eventuali frammenti intracorporei, sempre
ammesso che la ferita sia di tipo penetrante ma NON perforante.
- Traccia lesiva complessiva generata da una
cartuccia calibro 5,56x45mm NATO del tipo M-193. Si noti il profilo
sferoidale della traccia lesiva dovuto all'altissima velocità, nonchè
l'assenza del profilo bilobato caratteristico delle cartucce ex-sovietiche
per fucile d'assalto. La separazione del nucleo dalla blindatura determina
l'aumento del volume della cavità permanente, irrimediabilmente connesso
alla comparsa di una ferita pluricanalizzata, nonchè di un corrispondente
aumento del volume della cavità temporanea. La presenza di una cavità
temporanea di volume elevato rende estremamente pericolose anche ferite posizionate
in distretti corporei noralmente considerati "non critici" (specie se riferiti
alle cartucce per armi corte). Il cerchio in basso rappresenta la zona di
arresto della blindatura del proiettile, la quale si separa dal nucleo fino
a distanze NON superiori ai 40 - 45m. Il cerchio all'estrema destra rappresenta
la zona di arresto del nucleo del proiettile -
parte 5 - relazioni tra la cartuccia NATO tipo M-193 e le cartucce
civili del medesimo calibro
La cartuccia in calibro .223 Remington con palla da 50grs.(3,2 grammi)
tipo PSP permette di effettuare un interessante paragone con la munizione
NATO tipo M-193 .La cartuccia di origine civile è progettata al fine
di ottenere la MASSIMA deformazione all'impatto e, quindi, il massimo trasferimento
di energia cinetica sul bersaglio nel più breve tempo possibile. Questo
viene ottenuto impiegando un nucleo in Piombo iperpuro (
pure lead core),
una blindatura molto sottile in Rame 90/10 ed una struttura di tipo PSP
(
Pointed Soft Point). Tutti questi fattori, uniti ad una velocità
alquanto elevata (circa 950 m/s), consentono di ottenere facilmente l'effetto
auspicato dai progettisti in fase di studio. Piuttosto curiosamente, però,
l'esame in gelatina balistica dimostra chiaramente come la tipologia del
danno cagionato da questa cartuccia sia estremamente SIMILE a quello prodotto
dalla cartuccia NATO tipo M-193. E' infatti possibile notare quanto
segue :
- l'espansione della palla inizia dopo circa 25 - 30mm
- la cavità temporanea e quella permanente diventano entrambe
massime a circa 100 - 120mm di profondità
- tra i 25 ed i 170mm di profondità l'azione invasiva della palla
è talmente violenta da staccare frammenti di tessuto muscolare
- numerosi piccoli frammenti di blindatura e di nucleo vengono persi
durante la penetrazione, lasciando così una massa residua spesso
inferiore al 50%
In sintesi, oltre all'assenza del c.d.
collo di bottiglia, le
uniche differenze di rilievo sono dunque rappresentate dalla penetrazione
massima minore e dalla forma diversa della cavità permanente e temporanea
rispetto alla cartuccia tipo M-193.
- Traccia lesiva complessiva generata da una
cartuccia CIVILE calibro .223 Remington (5,56x45mm) di tipo PSP,
solitamente impiegata in ambito venatorio Si noti l'assenza del collo di
bottiglia, tipica dei proeittili NON completamente blindati, e la forma
ovoidale delle cavità temporanea e permanente. Analogamente a quanto
accade con i proiettile per arma corta, anche in questo caso la forma ovoidale
della traccia lesiva è tipica dei proiettile a rilascio intermedio
di energia cinetica. I cerchi rossi nella zona centrale rappresentano sia
i frammenti del nucleo, sia i frammenti di tessuto staccati dalla violentissima
azione intrusiva del nucleo durante la sua decelerazione. Il cerchio all'estrema
destra rappresenta la zona di arresto della massa residua del proiettile
-
parte 6 - confronto tra il munizionamento ex-sovietico e la cartuccia
M-80 calibro 7,62x51mm NATO
Per motivi di completezza si è ritenuto opportuno
richiamare alcuni dati relativi alla cartuccia NATO tipo M-80 in calibro
7,62x51mm con palla da 150grs. di tipo FMJ/SN. Si omettono per brevità
tutti i dati strutturali, rinviando il lettore a testi specifici, e ci soffermerà
solo sul comportamento in gelatina balistica. Quest'ultimo può così
essere riassunto :
- la
cavità PERMANENTE, piccola fino a circa 150mm di profondità,
comincia ad ampliarsi fino ad assumere un'ampiezza di circa 4-5 volte quella
del calibro tra i 200 ed i 350mm di profondità; superati i 350mm di
profondità la cavità permanente tende a diminuire, fino a
stabilizzarsi completamente sulle dimensioni del calibro entro 100-150mm
- la
cavità TEMPORANEA, piccola fino a circa 150mm di profondità,
comincia a crescere fino ad assumere un'ampiezza pari a 6-7 volte l'ampiezza
massima della corrispondente cavità permanente; dopo avere toccato
il picco massimo di ampiezza la cavità temporanea comincia a decrescere
per ritornare ad assumere un'ampiezza pari a quella del calibro superati
i 500-550mm di profondità
La penetrazione complessiva fatta segnare da questa
cartuccia, in gelatina balistica calibrata al 10%, si attesta attorno ai
530 - 550mm. Premessi questi brevi dati relativi allo studio in gelatina
balistica della munizione in commento, si può porre la seguente domanda:
quali sono le principali differenze tra la M-80 e le principali cartucce
ex-sovietiche sotto il profilo lesivo? Esse posso così sintetizzarsi
in maniera alquanto rapida:
- il collo di bottiglia (= tratto di tessuto che viene penetrato in maniera
pressochè regolare e rettilinea, determinando il sorgere di una conformazione
fi forma cilindrica che poi tende ad allargarsi progressivamente) è
tendenzialmente MOLTO più lungo a causa del peso diverso e della diversa
velocità
- si assiste al fenomeno del ribaltamento (
tumbling effect) SOLO
a partire da circa 200mm di profondità
- il ribaltamento di 180° si conclude attorno ai 400-450mm di profondità
- la palla termina sempre la propria corsa ribaltata di 180°
- la cavità temporanea è SINGOLA (=
non è bilobata
come avviene con le cartucce sovietiche) ed ha forma ovoidale molto pronunciata
- Traccia lesiva complessiva generata da una cartuccia
calibro 7,62x51mm NATO, tipo FMJ-SN, di impiego tipicamente militare.
Si noti la presenza di un collo di bottiglia molto lungo, tipico dei proietili
completamente blindati, nonchè l'assenza del profilo bilobato della
traccia lesiva, esclusivo invece delle cartucce ex-sovietiche per fucile
d'assalto. Il profilo ovoidale molto pronunciato è sintomatico non
solo di un trasferimento intermedio di energia cinetica sul bersaglio, ma
anche di un ribaltamento del proiettile per perdita di stabilità post
impatto. Questo ribaltamento è causa di un aumento del volume della
cavità permanente, cui è correlato un aumento della cavità
temporanea, fenomeni che, com'è noto, sono fonte di gravissime ferite
in caso di impatto con i tessuti biologici. Il cerchio all'estrema destra
rappresenta la zona di arresto del proiettile. Sono assenti frammenti del
nucleo o della blindatura. Questo comportamento è proprio della palle
completamente blindate di peso compreso tra i 145 ed i 155 grs. -
- Traccia lesiva complessiva generata da una
cartuccia calibro 7,62x51mm NATO, tipo FMJ-SN, di impiego tipicamente
militare. Si noti la presenza di un collo di bottiglia molto lungo, tipico
dei proietili completamente blindati, nonchè l'assenza del profilo
bilobato della traccia lesiva, esclusivo invece delle cartucce ex-sovietiche
per fucile d'assalto. Il profilo ovoidale molto pronunciato è sintomatico
non solo di un trasferimento intermedio di energia cinetica sul bersaglio,
ma anche di un ribaltamento del proiettile per perdita di stabilità
post impatto. Questo ribaltamento è causa di un aumento del volume
della cavità permanente, cui è correlato un aumento della
cavità temporanea, fenomeni che, com'è noto, sono fonte di
gravissime ferite in caso di impatto con i tessuti biologici. Il cerchio
all'estrema destra rappresenta la zona di arresto del proiettile. Sono assenti
frammenti del nucleo o della blindatura. Questo comportamento è proprio
della cartuccia NATO tipo M-80 da 150grs. di peso con profilo FMJ-SN.
-
parte 7 - relazioni tra la cartuccia NATO tipo M-80 ed il munizionamento
civile di pari calibro
Le munizioni per impiego venatorio (cioè quelle
a punta molle più o meno accuminata) in calibro .308 Winchester (o
7,62mm NATO che diri si voglia) sono TUTTE caratterizzate da un comportamento
terminale estremamente distruttivo se paragonate alla cartucia militare
tipo M-80!! Sotto il profilo strutturale, le palle da 150, 165 e 180 grs.
di peso (rispettivamente 9,6 , 10,6 e11,5 grammi) condividono una blindatura
in Rame 90/10, un nucleo in Piombo iperpuro, ed una morfologia di tipo PSP.Grazie
a questo insieme di fattori, l'espansione, al momento dell'impatto, è
pressochè automatica. A causa dell'elevata velocità (attorno
agli 800 m/s circa) numerosi frammenti di nucleo e di blindatura vengono
proiettati verso l'esterno, in maniera radiale rispetto alla linea di avanzamento
del proiettile. Nonostante il 23% circa della massa totale (della singola
palla) vada perduto, questi frammenti hanno energia tale da penetrare
per circa 90 - 100mm e per rimuovere completamente ampie porzioni di tessuto
muscolare dal loro tragitto. E' del tutto inutile dire che la lesione tissutale
generata è molto grave. A livello generale, prendendo la palla da
150grs. di tipo PSP, per fornire un esempio esplicativo si può dire
che:
- l'espansione inizia dopo solo 25 -30mm di penetrazione (N.B. quindi
non esiste il collo di bottiglia, tipico invece delle palle di tipo
blindato)
- cavità permanente e temporanea raggiungono, congiuntamente,
il diametro massimo a circa 150mm di profondità
- l'azione intrusiva è così violenta che tra i 30
ed i 270mm di profondità, porzioni del tessuto muscolare vengono rimosse
dalla sede originaria
- a causa della fortissima decelerazione cui il proiettile è sottoposto,
lo stesso perde circa il 23% della sua massa originale
Naturalmente, più la palla è pesante, più
sarà elevato il livello della penetrazione massima. Ad esempio,
mentre per la palla da 150grs. la penetrazione massima oscilla attorno ai
380-390 mm, con la palla da 180grs. la penetrazione si attesta (di solito)
sui 730 - 750mm. Prima di concludere è neccessario un breve cenno
al comportamento balistico-terminale delle munizioni in questo stesso calibro
ma che montano palle di tipo HPBT . Pochi (esperti e non) sanno che, all'atto
dell'impatto questa palla penetra in maniera pressochè rettilinea
per circa 150 -220mm. Una volta arrivata a circa 220 - 230mm di profondità
la porzione apicale della palla si frammenta (a causa dei fluidi che sono
penetrati nella parte apicale vuota) ed espone il nucleo. Questo si frammenta
in maniera pressochè immediata in due tronconi distinti, i quali
proseguno separatamente la loro strada fino ad arrivare a circa 480 -500mm
di profondità. E' interessante notare come l'effetto lesivo complessivo
di una palla di tipo HPBT sia pressochè sovrapponibile a quello generato
da una palla di pari calibro da 180grs. di tipo PSP.
- Traccia lesiva complessiva generata
da una cartuccia calibro .308 Winchester (7,62mm NATO) tipo PSP, solitamente
impiegata in ambito venatorio. Si noti l'assenza del collo di bottiglia,
fenomeno tipico dei proiettili NON completamente blindati, nonchè l'assenza
del profilo bilobato della traccia lesiva, esclusivo invece delle cartucce
ex-sovietiche per fucile d'assalto. Il profilo sferoidale molto pronunciato
è sintomatico non solo di un trasferimento accelerato di energia cinetica
sul bersaglio, ma anche di una fortissima deformazione del nucleo dovuta
alla brusca decelerazione post-impatto. Il trasferimento di energia cinetica
associato alla violenta deformazione post-impatto è causa di un aumento
del volume della cavità permanente, cui è correlato un aumento
della cavità temporanea, fenomeni che, com'è noto, sono fonte
di gravissime ferite in caso di impatto con i tessuti biologici. Il cerchio
all'estrema destra rappresenta la zona di arresto del proiettile. Sono presenti
numerosissimi frammenti del nucleo, o della blindatura, mescolati a frammenti
di tessuti biologici di diversa origine (muscoli, cartilagini, ossa). Questo
comportamento è proprio della palle semi-blindate a punta molle (PSP
o SP-RN) da 150 grs. di peso -
- Traccia lesiva complessiva generata
da una cartuccia calibro .308 Winchester (7,62mm NATO) tipo PSP, solitamente
impiegata in ambito venatorio. Si noti l'assenza del collo di bottiglia,
fenomeno tipico dei proietili NON completamente blindati, nonchè l'assenza
del profilo bilobato della traccia lesiva, esclusivo invece delle cartucce
ex-sovietiche per fucile d'assalto. Il profilo sferoidale molto pronunciato
è sintomatico non solo di un trasferimento accelerato di energia cinetica
sul bersaglio, ma anche di una fortissima deformazione del nucleo dovuta
alla brusca decelerazione post-impatto. Il trasferimento di energia cinetica
associato alla violenta deformazione post-impatto è causa di un aumento
del volume della cavità permanente, cui è correlato un aumento
della cavità temporanea, fenomeni che, com'è noto, sono fonte
di gravissime ferite in caso di impatto con i tessuti biologici. Il cerchio
all'estrema destra rappresenta la zona di arresto del proiettile. Sono presenti
numerosissimi frammenti del nucleo, o della blindatura, mescolati a frammenti
di tessuti biologici di diversa origine (muscoli, cartilagini, ossa). Questo
comportamento è proprio della palle semi-blindate a punta molle (PSP
o SP-RN) da 165 grs. di peso -
- Traccia lesiva complessiva generata da una cartuccia calibro .308
Winchester (7,62mm NATO) tipo PSP, solitamente impiegata in ambito venatorio.
Si noti l'assenza del collo di bottiglia, fenomeno tipico dei proiettili
NON completamente blindati, nonchè l'assenza del profilo bilobato
della traccia lesiva, esclusivo invece delle cartucce ex-sovietiche per
fucile d'assalto. Il profilo sferoidale molto pronunciato è sintomatico
non solo di un trasferimento accelerato di energia cinetica sul bersaglio,
ma anche di una fortissima deformazione del nucleo dovuta alla brusca decelerazione
post-impatto. Il trasferimento di energia cinetica associato alla violenta
deformazione post-impatto è causa di un aumento del volume della cavità
permanente, cui è correlato un aumento della cavità temporanea,
fenomeni che, com'è noto, sono fonte di gravissime ferite in caso
di impatto con i tessuti biologici. Il cerchio all'estrema destra rappresenta
la zona di arresto del proiettile. Sono presenti numerosissimi frammenti
del nucleo, o della blindatura, mescolati a frammenti di tessuti biologici
di diversa origine (muscoli, cartilagini, ossa). Questo comportamento è
proprio della palle semi-blindate (PSP o SP-RN) da180 grs. di peso -
- Traccia lesiva complessiva generata da una cartuccia calibro .308
Winchester (7,62mm NATO) tipo HPBT, solitamente impiegata, a seconda
del peso, nel tiro di precisione su bersagli cartacei fino a distanze
di 300m. Si noti la presenza di un collo di bottiglia molto corto, legato
alla frattura della parte apicale del proiettile, nonchè l'assenza
del profilo bilobato della traccia lesiva, esclusivo invece delle cartucce
ex-sovietiche per fucile d'assalto. La caratteristica fondamentale di questo
proiettile è la sua capacità di generare una cavità
temporanea con un profilo ovoidale molto allungato e pronunciato, dotato
di una parte terminale bipartita. Questo profilo è sintomatico
non solo di un trasferimento intermedio di energia cinetica sul bersaglio,
ma anche della rottura del nucleo del proiettile in due tronconi distinti,
comunemente preceduta dalla frammentazione della parte apicale della blindatura.
Questa rottura del nucleo in due parti, è causa di un aumento del
volume della cavità permanente, cui è correlato un aumento
della cavità temporanea, fenomeni che, com'è noto, sono fonte
di gravissime ferite in caso di impatto con i tessuti biologici. Il fatto
che si determini una ferita pluritramite, rende ancora più grave l'azione
invasiva del proeittile sui tessuti biologici. Il due cerchi all'estrema
destra rappresentano le zona di arresto dei due spezzoni del nucleo. Leggermente
più a sinistra sono presenti anche frammenti del nucleo e della blindatura
di dimensioni minori. Questo comportamento è TIPICO dei proiettili
con profilo HPBT a prescindere dal peso complessivo. Per maggiore chiarezza,
si ricorda che l'unica differenza legata al peso è la penetrazione
totale, la quale aumenta all'aumentare del peso, mentre il restante comportamento
terminale è del tutto identico per qualsiasi proiettile di tipo HPBT.
-
parte 8 - note critiche circa la totale inesistenza dell'onda d'urto
che precede l'impatto del proiettile
In anni recenti si è molto discusso, fondamentalmente
ad opera di pseudo-esperti, circa la concreta efficacia, sotto il
profilo lesivo, esplicata da una fantomatica onda d'urto (shock
wave) associata ai proiettili fortemente supersonici e, in particolare,
ai proiettili comunemente usati nei moderni fucili d'assalto. Si è
detto più volte, sempre da parte di soggetti totalmente privi di
cultura scientifica, che questa onda d'urto sarebbe l'elemento scatenante
il c.d. shock idrodinamico, termine invariabilmente e liberamente (rectius,
scioccamente) utilizzato dai c.d. "esperti di balistica terminale"
(italiani e non) per indicare:
- il fenomeno cavitario temporaneo
- un terzo, ed ulteriore, meccanismo lesivo, che dovrebbe sussistere
accanto al fenomeno cavitario permanente ed a quello temporaneo
In realtà la medicina moderna riconosce SOLO
due tipi di effetti lesivi associati ai proiettili. Il primo è
la c.d cavità permanente (crush cavity, altresì
detta permanent crush cavity), che deriva dalla penetrazione del proiettile
nel tesuto biologico. Il canale vulnerante (hole) o tramite
intrabersaglio (missile track) lasciato dal singolo proiettile
altro non è che la cavità permanente che lo stesso ha prodotto.
Il secondo è la c.d. cavità temporanea (stretch
cavity, altresì detta temporary stretch cavity), che deriva
dalla deformazione radiale dei tessuti contigui alla cavità permanente.
Ogni lesione connessa al fenomeno cavitario temporaneo dipende SOLO ed esclusivamente
dall'effettiva elasticità del tessuto colpito, nel senso che, a parità
di agente balistico, quello che in un muscolo causa solo un trauma di lieve
entità, nel fegato si rivela letale. L'effetto lesivo complessivo
che un qualsiasi proiettile è in grado di sviluppare viene VALUTATO
misurando (tramite specifico esame in gelatina balistica) il volume totale
della cavità permanente e di quella temporanea. La SOMMA di questi
due volumi (espressi in cc o in ml) da quello che comunemente viene definito
traccia o profilo lesivo complessivo (comprehensive wound profile
o, più semplicemente, wound profile) di ogni singola munizione.
Per quanto concerne la già menzionata onda d'urto che, stando a certi
esperti "..precede il proiettile nel suo movimento di avanzamento...",
si dovrebbe chiudere molto semplicemente il discorso dicendo che essa
NON esiste assolutamente!! Il problema è che queste persone fanno
una ENORME confusione tra come gli esseri umani percepisco il suono, e la
tipologia di perturbazioni pressorie che un corpo (nel nostro caso un proiettile)
lanciato a velocità supersonica GENERA in seguito al suo passaggio
nell'atmosfera terrestre. Si tratta di due cose MOLTO diverse, per
cui di fronte all''insistenza di certi pseudo-esperti, tutto quello
che si può dire è che queste persone "...o non capiscono
o fanno finta di non capire..." ! Quando un proiettile si muove a velocità
supersonica nell'atmosfera terrestre (cioè ad oltre 340 m/s), esso
URTA in continuazione le molecole d'aria, generando in continuazione delle
perturbazioni pressorie che si susseguono continuamente man mano che il proiettle
continua ad avanzare. Siccome il proiettile è supersonico, queste
perturbazioni pressorie seguiranno, e NON anticiperanno, il
proiettile stesso, tant'è vero che DAVANTI al proietile c'è
la c.d. zona di silenzio. In altre parole se, per assurdo, un essere
umano avesse la capacità di "...mettersi davanti al proiettile per
vederlo arrivare...", egli lo vedrebbe SI arrivare, ma NON sentirebbe
NULLA!! Il cono di Mach richiamato da molti (presunti) esperti a sostengo
della loro strampalata tesi, è DIETRO e non DAVANTI al proiettle lanciato
a velocità supersonica: esso ha il vertice sulla punta del proiettile
e la base ad una distanza D pari al prodotto di V(cioè della velcità
del proiettile) per T (cioè il tempo che il proiettile impiega a percorrere
quella stessa distanza). Sui bordi della base del cono di Mach (dal
Ernst Mach, il fisico tedesco che nel 1887 affrontò e risolse
per primo il problema) si apre la c.d zona di azione, cioè
la zona in cui si manifesta il fenomeno noto come bang sonico (sonic
boom). Un aspetto interessante da segnalare è che più il proiettle
è veloce, e tanto più il cono di Mach è acuminato
(o allungato che dir si voglia), cosa che permette di spiegare perchè
durante l'analisi di laboratorio in gelatina balistica certi proiettili manifestano
il c.d collo di bottiglia. In altre parole questo significa che:
- i proiettili supersonici ma NON bisonici o (quasi)
trisonici, sono incapaci di originare il c.d collo di bottiglia
(N.B. è il caso dei proiettili per arma corta, i quali anche se supersonici
hanno un cono di Mach non acuto)
- i proiettili bisonici o (quasi) trisonici generano sempre il
collo di bottiglia (N.B. è il caso di proiettili per arma lunga, i
quali hanno un cono di Mach molto acuto e non cedono immediatamente energia
sul bersaglio)
- se un proiettile di tipo bisonico o (quasi) trisonico è di tipo
deformabile, allora NON potrà generare il collo di bottiglia
Tutto questo discorso NON va confuso con la perturbazione
sonora percepita al momento dello sparo!! Come si è già
detto in precedenza, una cosa è il bang sonico (perturbazione sonora),
ed una cosa ben diversa è la perturbazione pressoria generata
da un proiettile supersonico. Inoltre, non bisogna poi nemmeno confondere
la perturbazione sonora e/o quella pressoria, con l'azione
intrusiva esercita dal proiettile sui tessuti biologici: sono tre cose
divese che non hanno nulla a che vedere l'una con l'altra!! Tutto questo
significa che NON esiste nessun onda d'urto, la quale NON è
assolutamente in grado di interagire con il tessuto biologico in NESSUNA
maniera, ne possiede un qualsivoglia effetto scientificamente rilevante
ai fini dell'azione lesiva. In realtà il problema è un altro,
ed andrebbe affrontato in maniera scientifica e professionale, piuttosto
che con la malcelata volontà di produrre scoop giornalistici!! Quando
il proiettile interagisce con il tessuto biologico, la sua superificie anteriore
esercita una pressione decrescente lungo tutto il suo tragitto intracorporeo
(a causa del fatto che è sottoposto ad una fortissima decelerazione).
E' questa pressione che permette al proiettile di "bucare" (= cavità
permanente) e di "stirare" i tessuti (cavità temporanea).
Il motivo per cui talvolta si parla (a sproposito) di "shock idrodinamico"
deve ricercarsi fondamentalmente nel fatto che i tessuti biologici sono ricchissimi
di acqua, e l'interazione di un proiettile lanciato a velocità supersonica
con quest'acqua esplica effetti distruttivi sui tessuti medesimi. L'acqua,
come tutti i fluidi è (pressochè) incomprimibile, ed
il tentativo di compressione effettuato dall'agente balistico altro non produce
che dei profondi stiramenti tissutali (che vanno ben oltre il limite di
elasticità del tessuto attinto) che si localizzano INTORNO al canale
vulnerante. Questi "...fortissimi stiramenti tissutali...", rinvenibili
in forma quanto mai eterogenea durante l'esame clinico, corrispondono alle
lacerazioni radiali rinvenibili in gelatina balistica all'interno della
cavità temporanea. In estrema sintesi si può dire che lo shock
idrodinamico NON esiste, soprattutto perchè NON esiste un termine
simile in tutta la letteratura medica mondiale (mentre esiste, piuttosto,
negli articoli giornalistici delle riviste di settore dei vari Paesi ), a
meno che non si voglia IMPROPRIAMENTE utilizzare questo termine per sottolineare
l'amplificazione del fenomeno cavitario temporaneo associato all'impiego dei
proiettili fortemente supersonici (rectius, con velocità pari o superiore
ai 900 m/s) attualmente in uso presso le FF.AA. di diversi Paesi.
parte 9 - conclusioni finali
Dall'esame dei numerosissimi referti medici derivanti dai conflitti che
si sono svolti in Europa (ex Jugoslavia) e nel resto del mondo (Somalia,
Irak, Afghanistan) dagli anni '90 del XX secolo ad oggi, è emerso
quanto segue:
- sul campo di battaglia moderno, tutte le volte che NON è possibile
effettuare un tiro perfetto, ogni soldato è solitamente addestrato
ad effettuare un tiro agli arti (limb shot), il che trasforma irrimediabilmente
il nemico (se effettuato correttamente) da minaccia offensiva (
offensive
threat) a minaccia difensiva (
defensive threat)
- il tiro agli arti, se effettuato correttamente, LIMITA in ogni caso
la potenzialità offensiva di chi lo subisce, pur non uccidendolo
- qualsiasi ferita provocata da un moderno fucile d'assalto nella regione
toracica (
torso hit) è quasi sempre mortale
- se una ferita nella regione toracica NON dovesse rivelarsi mortale
per caso FORTUITO, essa ha una gravità tale da rendere immediatamente
incapace di combattere chi l'ha subita a causa delle sue caratteristiche intriseche
(rectius, fortissima sensazione di dolore, grave emorragia e gravi difficoltà
respiratorie)
- qualsiasi ferita nella regione addominale è in grado di rendere
il nemico immediatamente inabile al combattimento (
incapacitate the enemy)
a causa della fortissima sensazione di dolore e delle gravi difficoltà
respiratorie che ne derivano
- tutte le ferite alla regione addominale che interessano il fegato sono
quasi sempre mortali stante l'amplificazione del fenomeno cavitario temporaneo,
SEMPRE connesso alla penetrazione dei proiettili nel tessuto epatico
Ulteriori informazioni sull'argomento possono essere reperite presso
i seguenti siti:
-
www. pubmedcentral. gov
-
www.vnh.org
- www.jtrauma.com
Di estremo interesse può poi essere la consultazione delle seguenti
fonti bibliografiche costituite da articoli (comparsi per lo più su
riviste mediche internazionali ), da atti di convegni medici internazionali
o da manuali istituzionali ad uso post-universitario (della Facoltà
di Medicina e Chirurgia):
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