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ANALISI RAGIONATA DEL PROFILO LESIVO COMPLESSIVO DEI SINGOLI PROIETTILI



Con il termine  profilo lesivo complessivo (comprehensive wound profile o, più semplicemente, wound profile) o di traccia balistica (ballistic track) oppure traccia lesiva (wound track), si intende "...l'immagine tridimensionale..." lasciata da un qualsiasi tipo di proiettile (per arma corta o lunga) in seguito all’impatto con un blocco di gelatina balistica debitamente calibrata (ed opportunamente condizionata termicamente). Analizzando visivamente “...questa sorta di impronta...”, è possibile individuare in maniera IMMEDIATA almeno due parametri importantissimi per valutare l’efficacia lesiva complessiva di un proiettile:


- La cavità permanente = è volgarmente definita come  “...il buco...” lasciato dal singolo proiettile
- La cavità temporanea = è volgarmente definita come “...quella sorta di impronta...”, o “...di ombra...”,  che circonda la cavità permanente per tutta o per gran parte della sua lunghezza


A tutto questo va poi aggiunto che questo tipo di analisi permette di individuare:


- La collocazione del proiettile post-impatto = è facilmente individuabile a causa della  trasparenza  caratteristica della gelatina balistica, e permette di fare una stima razionale del comportamnto reale del proiettile sui tessuti biologici

- Eventuali frammenti secondari = sono facilmente individuabili a causa della trasparenza tipica della gelatina balistica e delle loro dimensioni (solitamente non inferiori a circa 4 x 4 mm), e sono solitamente collocati fuori dalla cavità permanente, verso i bordi della cavità temporanea (N.B. si tratta di un aspetto che AUMENTA la lesività complessiva  di un proiettile)

- Eventuali microframmenti = sono di difficile individuazione in prima istanza, a causa delle dimensioni estremamente ridotte (solitamente inferiori ad 1 mm), e richiedono un’analisi molto accurata per individuarli correttamente, anche se di solito sono rinvenibili sottoforma di pulviscolo metallico molto fine, collocato lungo tutto il  percorso effettuato dal proiettile (N.B. si tratta di un aspetto che RIDUCE la lesività complessiva di un proiettile)


Non va poi dimenticato che questo tipo di analisi permette di comprendere la classe di velocità (velocity range, altresì detta velocity class) alla quale appartiene il proiettile distinguendo tra:


- Classe 1 - proiettili per arma corta NON supersonici (V0 < 340 m/s) =  hanno una cavità temporanea di volume POCO più grande rispetto a quello della cavità permanente (N.B. le due cavità sono pressoché parallele e lineari) e possono generare penetrazioni scarse (se si tratta di munizioni con bossoli di scarsa volumetria), medie (se si tratta di proiettili ipostabili durante la fase post-impatto) o elevate (se si tratta di proiettili non deformabili)

- Classe 2 - proiettili per arma corta supersonici (V0 > 340 m/s) = hanno una cavità permanente di volume costante (se sono non deformabili) o variabile (se sono ad alterazione strutturale oppure se sono ipostabili dopo l’impatto), ed una cavità temporanea molto più grande, di forma sferoidale od ellittica (se sono ad alterazione strutturale), oppure cilindrica (se non sono deformabili o se sono del tipo a rilascio tardivo di energia); possono produrre dei frammenti secondari in numero ed in peso variabile, spesso dotati di effetti letali

- Classe 3 - proiettili per arma corta ampiamente supersonici (V0 > 400 m/s) =  sono MOLTO simili alla categoria precedente, ma il volume e la forma della cavità temporanea è molto più grande (N.B. appartengono a questa categoria le cartucce ad alta pressione o quelle di tipo magnum per arma corta); così come per la classe precedente, anche questi proiettili possono produrre dei frammenti secondari, in numero ed in peso variabile, spesso dotati di effetti letali

- Classe 4 - proiettili per arma corta quasi-bisonici (V0 > 600 m/s) e bisonici (V0 > 680 m/s) = solitamente hanno una cavità permanente relativamente corta (e rettilinea), ma possiedono una  cavità temporanea di grande volume (normalmente non inferiore ai 500 ml) con  forma sferoidale

- Classe 5 - proiettili per arma lunga, a canna rigata, ampiamente bisonici (V0 > 800 m/s) =  La cavità permanente può essere grande o piccola a seconda che si tratti di proiettili deformabili o non deformabili, mentre quella temporanea sarà sferoidale od ellittica a seconda che si tratti di proiettili deformabili o non deformabili (N.B. i proiettili non deformabili produrranno il c.d. collo di bottiglia, che sarà più o meno lungo a seconda del peso della palla e della sua velocità di impatto); appartengono a questa classe la quasi totalità dei proiettili presenti sul mercato civile; se si tratta di proiettili  deformabili (come ad esempio i proiettili di tipo SP per impiego venatorio) è sempre presente un marcato effetto ablativo a carico del tessuto muscolare colpito; normalmente la cavità temporanea ha un volume non inferiore ai 4000 ml !!

- Classe 6 - proiettili per arma lunga, a canna rigata, quasi-trisonici (V0 > 900 m/s)  = come comportamento balistico-terminale sono MOLTO simili ai proiettili della categoria     precedente; appartengono a questa categoria le cartucce magnum, per impieghi venatori e non, e gran parte delle cartucce utilizzate dalle FF.AA. di tutto il mondo nei  moderni fucili d’assalto

- Classe 7 - proiettili per arma lunga, a canna liscia, di tipo singolo (velocità alla bocca solitamente NON inferiore ai 380 m/s e NON superiore ai 600 m/s) = come comportamento balistico-terminale sono MOLTO simili ai proiettili per arma corta di tipo magnum (V. voce a se), ma con la GRANDE differenza di produrre dei volumi, di  cavità permanente e temporanea, solitamente TRIPLI rispetto a quelli tipici delle munizioni per arma corta !!

- Classe 8 - proiettili per arma lunga, a canna liscia, di tipo spezzato =  a distanze medie (10 – 15 m) e lunghe (25 m ed oltre) sono scarsamente efficaci a causa della scarsa efficienza  aerodinamica dei pallini o dei pallettoni; viceversa, sono fortemente lesivi a bruciapelo od a breve distanza (5 m), dove esplicano, tre le altre cose, un devastante effetto ablativo; a breve distanza, i volumi della cavità permanente e temporanea NON sono eccezionalmente elevati, ma NON sono nemmeno del tutto irrilevanti poiché uniti al già citato effetto ablativo; la lesività di questa munizione può essere aumentata preferendo i pallettoni in luogo dei pallini comuni, nonché tramite l’impiego di appositi strozzatori


In altri termini, tramite l’analisi del profilo lesivo complessivo, è possibile COMPRENDERE immediatamente se un determinato proiettile è più o meno efficiente ancora PRIMA di avere iniziato l’esame vero  e proprio del blocco di gelatina balistica.  Il “...segno lasciato...” in gelatina da un qualsiasi proiettile indica immediatamente se  la cavità temporanea e permanente sono “...più o meno grandi...” (cioè se hanno un volume più o meno elevato), ed il fatto di essere più o meno grandi indica inequivocabilmente che un certo proiettile è più o meno efficiente. Non bisogna  MAI dimenticare che l’efficienza del proiettile dipende:


- Dal tipo di tessuto colpito
- Dalla quantità di energia effettivamente posseduta dal proiettile
- Dalla quantità di energia effettivamente trasferita dal proiettile al tessuto


A livello pratico questi tre parametri risultano massimizzati quando:


- La cavità permanente ha un volume grande
- La cavità temporanea ha un volume grande
- La penetrazione non è eccessiva
- Il diametro finale è elevato


L’impiego di questo tipo di tecnica permette poi di evidenziare la massa residua (retained weight), parametro questo che è stato a lungo oggetto accanite discussioni pseudo-scientifiche. In particolare, può essere immediatamente evidenziata la presenza di grossi frammenti secondari (secondary missiles) i quali AUMENTANO  la capacità lesiva complessiva di un qualsiasi proiettile ANCHE se la massa residua è pari al  55 - 65% di quella iniziale (N.B. questo è evidente in special modo con le cartucce di tipo magnum o con quelle ad alta pressione!!). L’impiego di questa tecnica d’analisi venne teorizzato per la prima volta (al pari dello studio con l’ausilio della gelatina balistica) sul finire degli anni ‘70 del XX secolo, ed è stato poi definitivamente consacrato, a livello scientifico, durante la prima metà degli anni ‘80 dello stesso secolo. Allo stato attuale, un qualsiasi esperto (N.B.  chiaramente un vero esperto di balistica terminale, non un pagliaccio od un esperto in pantofole!!) è in grado non solo di comprendere SE un certo proiettile è più o meno efficiente (sotto il profilo balistico terminale), ma è addirittura in grado “...di riconoscere l’esatta tipologia del proiettile che ha impattato contro il blocco di gelatina balistica (termicamente condizionata e calibrata)...” distinguendo tra :


- Proiettili a trasferimento immediato di energia (early energy transfer bullets) = sono quelli che lasciano una cavità temporanea con una traccia di forma vagamente sferoidale

- Proiettili a trasferimento intermedio di energia (intermediate energy transfer bullets) = sono quelli che lasciano una cavità temporanea con una traccia di forma vagamente ovoidale

- Proiettili a trasferimento ritardato di energia (late energy transfer bullets) = sono quelli che lasciano una cavità temporanea con una traccia di forma vagamente cilindrica


Più precisamente, nell’ambito della PRIMA categoria un esperto di balistica terminale è effettivamente in grado di distinguere tra:


- Proiettili a rilascio immediato di energia cinetica a disintegrazione totale di massa (ad esempio il GSS e tutti i suoi derivati)
- Proiettili a rilascio immediato di energia cinetica a conservazione parziale di massa (ad esempio il Federal Cartridges “Hydra-Shok”)
- Proiettili a rilascio immediato di energia cinetica a struttura ibrida (ad esempio il Triton “Quik -Shok”)
- Proiettili a rilascio immediato di energia cinetica  a conservazione totale di massa, con  ulteriore differenziazione tra proiettili perforanti (ad esempio i SFM modello THV), monostrutturati ad alterazione radiale (ad esempio i proiettili di questa classe sviluppati ma poi abbandonati dalla Remington agli inizi del 2000) e monostrutturati ad alterazione  convenzionale (ad esempio l’Hirtenberger EMB)


Nell’ambito della SECONDA categoria, un vero esperto può poi distinguere tra:


- Proiettili a rilascio intermedio di energia cinetica di tipo convenzionale
- Proiettili a rilascio intermedio di energia cinetica di tipo magnum o ad alta pressione


Infine, nel contesto della TERZA categoria  un esperto del settore può distinguere tra:


- Proiettili effettivamente ad alterazione strutturale
- Proiettili scarsamente deformabili
- Proiettili completamente non deformabili


Qui di seguito verranno illustrate alcune rappresentazioni relative alle tracce lesive complessive delle classi di munizioni comunemente più diffuse.


Proiettili a rilascio immediato di energia cinetica: variante a disintegrazione totale di massa (Glaser tipo "Safety Slug")   

                                                             


-Visualizzazione della traccia balistica di un proiettile a rilascio immediato di energia cinetica nella variante a disintegrazione totale di massa. Sono facilmente riconoscibili una cavità temporanea ed una cavità permanente di forma grossolanamente sferoidale, dovute alla rapidissima decelerazione di un proiettile strutturalmente molto debole ma lanciato a velocità doppia, o quasi doppia, rispetto a quella del suono. A sinistra si riconosce il foro di ingresso con contestuale assenza di qualsivoglia "collo di bottiglia", dovuto alla cessione ultrarapida di energia cinetica sul bersaglio ed alla correlata deformazione. A destra si trovano i pallini contenuti nel nucleo, spesso mescolati con framenti microscopici della blindatura.  La decelerazione di questo tipo di proiettile è così violenta che l'azione esplicata sui tessuti è simile, pur se in scala ridotta, a quella propria delle cartucce caricate a pallettoni. per fucile a canna liscia -



Proiettili a rilascio immediato di energia cinetica: variante a conservazione parziale di massa (Federal Cartridges tipo Hydra Shok - Hollow Point)



                                                           


- Visualizzazione della traccia balistica di un proiettile a rilascio immediato di energia cinetica nella variante a conservazione parziale di massa. Sono facilmente riconoscibili una cavità temporanea ed una cavità permanente di forma sferoidale, dovute all'amplificazione violenta delle pressioni dei fluidi che entrano in una cavità apicale specificamente costruita per questo scopo. A sinistra si riconosce il foro di ingresso con contestuale assenza di qualsivoglia "collo di bottiglia", dovuto alla rapidissima cessione di energia cinetica sul bersaglio ed alla correlata alterazione strutturale. A destra si trova il proiettile, completamente espanso anche in caso di impatto a bassa velocità grazie alla sua speciale cavità apicale. Tra il limite massimo della cavità permanente e quello massimo della cavità temporanea, sempre nella zona destra, si possono spesso rinvenire dei frammenti della blindatura o del nucleo, qui rappresentati sottoforma di puntini neri.  La decelerazione di questo tipo di proiettile è così violenta che l'azione esplicata sui tessuti è quella di un rapido trasferimento di energia cinetica, estremamente importante per massimizzare la capacità lesiva di qualsiasi agente balistico. -



Proiettili a rilascio immediato di energia cinetica: variante a struttura ibrida (Triton Ammo tipo "Quik-Shok")


                                                            


- Visualizzazione della traccia balistica di un proiettile a rilascio immediato di energia cinetica nella variante a struttura ibrida. Sono facilmente riconoscibili una cavità temporanea ed una cavità permanente di forma sferoidale, dovuta alla rapidissima decelerazione di un proiettile strutturalmente molto debole ma lanciato a velocità, di solito, ampiamente supersonica. A sinistra si riconosce il foro di ingresso con contestuale assenza di qualsivoglia "collo di bottiglia", dovuto alla cessione ultrarapida di energia cinetica sul bersaglio ed alla correlata deformazione. Subito dopo si riconoscono tre canali vulneranti distinti, originati dai tre spezzoni del nucleo che si sono separati nel primissimo tratto della penetrazione. A destra si trovano i tre spezzoni del nucleo nel loro punto di massima penetrazione. La decelerazione di questo tipo di proiettile è così violenta che l'azione esplicata sui tessuti è (N.B. pur se con le dovute proporzioni e, quindi, in scala ridotta !!) una sorta di IBRIDO tra quello proprio di una cartuccia da fucile a canna liscia caricata a pallettoni, e quello di una cartuccia per arma corta ad alterazione strutturale del tipo +P+. Diversamente da molte altre cartucce, questa tipologia offre al suo utilizzatore il vantaggio del produrre una ferita multicanale, nota nella letteratura medica per la sua elevatissima capacità lesiva. -


Proiettili a rilascio immediato di energia cinetica: variante a conservazione totale di massa



                                                              



- Visualizzazione della traccia balistica combinata di proiettili a rilascio immediato di energia del tipo a conservazione totale di massa. La linea continua più esterna rappresenta il limite massimo della cavità temporanea, dotata della consueta forma sferoidale tipica di questa classe di proiettili. Proseguendo verso l'interno si notano tre tipi diversi di linee che rappresentano tre diversi tipi di cavità permanente, tutti con volume decrescente. La linea con punti e linee intervallati rappresenta la cavità permanente generata dai proiettili monostrutturati ad alterazione radiale, solitamente di volume molto elevato. Continuando a spostarsi verso l'ìinterno, la linea continua successiva rappresenta la cavità permanente di un proiettile monostruttrato ad alterazione convenzionale, solitamente di buon volume. Infine, la linea tratteggiata centrale rappresenta la cavità permanente di un proiettile monostrutturato di tipo perforante che, di norma, sviluppa un volume non eccezionalmente elevato. Nonostante la loro scarsa deformabilità, tutte queste cartucce sono note nella letteratura medica più recente per la loro ELEVATA lesività, stante il fatto che sono in grado di produrre lesioni AFFINI a quelle proprie di cartucce come il 5,56mm NATO -




                                                                              NOTE ESPLICATIVE


I disegni acclusi alle presenti note vanno così interpretati:

- lo spazio di colore nero indica la cavità permanente
- lo spazio compreso tra il bordo della cavità permanente e la linea continua più esterna  indica la cavità temporanea
- a sinistra vi è il punto di ingrssso del proiettile
- a destra vi è il punto di arresto del proiettile



A complemento della presente trattazione vengono acclusi una serie di filmati in bassa risoluzione relativi a  proiettili che impattano contro un blocco di gelatina balistica calibrata al 10% (e condizionata termicamente per 48 ore a 4°C). Per motivi di rigore scientifico, si è ritenuto opportuno impiegare la classica procedura industriale che prevede l'impiego di una quadrula mascheratura in tessuto "Denim", cioè lo stesso con cui vengono fabbricati i rinomati "Blue Jeans".Dal momento che molte persone "...straparlano di impatti di proiettili sul corpo umano..." SENZA sapere assolutamente nulla (N.B. e quindi dando inutilmente aria ai denti !!), abbiamo pensato di fare una cosa gradita a chi è veramente interessato al campo della balistica terminale, rendendo accessibili a TUTTI una breve serie dei nostri filmati (N.B. ovviamente in maniera del tutto libera e gratuita !!). Ci impegnamo fin d'ora ad ampliare progressivamente questa serie di filmati in modo da soddisfare il più possibile la curiosità degli interessati. Per il resto, vi chiediamo solo di avere un po' di pazienza.



FILMATO n° 1 (impatto di un proiettile Remington "Golden Saber" da 124grs in calibro 9mm contro un blocco di gelatina balistica calibrata al 10% dotata di quadrupla mascheratura in tessuto "Denim")


     


Commento tecnico : per l'occasione è stata assemblata una cartuccia in calibro 9x21mm ricaricata professionalmente in modo da raggungere le più alte velocità possibili. Ovviamente si è proceduto ad una scelta accurata del binomio polvere-innesco, nonche della lunghezza complessiva (O.A.L. = 29,50mm) maggiormente confacente alle finalità della prova. Particolare attenzione è stata posta anche alla scelta ed alla preparazione dei bossoli. Si è dunque ottenuta una cartuccia
a piena carica (full-power load) che è stata sparata in maniera soddisfacente da una Beretta M-98 (N.B. il rinculo è assolutamente nella norma, il bossolo rientrava perfettamente in camera e NON vi erano palesi segni di sovrapressione sull'innesco, il che significa che nelle mani di un esperto ricaricatore il 9x21 può tranquillamente lavorare con munizioni di tipo +P oppure +P+ senza alcun problema ed in TOTALE sicurezza per l'utilizzatore!!). Si rammenta che le cartucce a piena carica sono le UNICHE che DEVONO essere impiegate per finalità difensive o professionali, a prescindere dal calibro realmente utilizzato !! Dall'analisi del profilo lesivo complessivo si deduce che si tratta di una munizione a rilascio intermedio di energia (N.B. il residuo della cavità temporanea inizia a 30mm dal fronte del blocco ed è lungo circa 254mm, dopo i quali residua solo la cavità pemanente, per altro scarsamente visibile nel filmato). Come si vede chiaramente osservando il filmato (del quale ci scusiamo per la bassa qualità) NON esiste nessuna "...onda sonora che precede il proiettile...", mentre esiste una perturbazione pressoria (N.B. la perturbazione pressoria deriva dal carattere ampiamente supersonico del proiettile in questione) che segue il proiettile nel suo movimento, la quale è responsabile del curioso fenomeno "...del lancio della mascheratura..." posta frontalmente rispetto al blocco !! Il proiettile impiegato in questo filmato, dopo essere fuoriuscito dal blocco,  è stato recuperato ed è  visibile nella sottopagina n°5, dal titolo "I simulatori tissutali".


FILMATO n° 2 (impatto di un proiettile CCI "Gold Dot" da 124 grs in calibro 9mm contro un blocco di gelatina balistica calibrata al 10% dotata di quadrupla mascheratura in tessuto "Denim")


   


Commento tecnico : per l'occasione è stata assemblata una cartuccia in calibro 9x21mm ricaricata professionalmente in modo da raggungere le più alte velocità possibili. Ovviamente si è proceduto ad una scelta accurata del binomio polvere-innesco, nonche della lunghezza complessiva (O.A.L. = 29,50mm) maggiormente confacente alle finalità della prova. Particolare attenzione è stata posta anche alla scelta ed alla preparazione dei bossoli. Si è dunque ottenuta una cartuccia a piena carica (full-power load) che è stata sparata in maniera soddisfacente da una Beretta M-98 (N.B. il rinculo è assolutamente nella norma, il bossolo rientrava perfettamente in camera e NON vi erano palesi segni di sovrapressione sull'innesco, il che significa che nelle mani di un esperto ricaricatore il 9x21 può tranquillamente lavorare con munizioni di tipo +P oppure +P+ senza alcun problema ed in TOTALE sicurezza per l'utilizzatore !!). Si rammenta che le cartucce a piena carica sono le UNICHE che DEVONO essere impiegate per finalità difensive o professionali, a prescindere dal calibro realmente utilizzato !! Dall'analisi del profilo lesivo complessivo si deduce che si tratta di una munizione a rilascio intermedio di energia. E' interessante notare come la peculiare struttura della palla (N.B. si tratta di piombo antimoniale rivestito elettroliticamente in maniera estremamente precisa) dia origine ad un proflio lesivo complessivo DIVERSO da quello visibile nel filmato precedente. Questo deve imputarsi ad una diversa e più ELEVATA soglia di espansione rispetto al Remington "Golden Saber" provato in precedenza, il quale è noto (specie nella c.d. "seconda generazione"), per il fatto di possedere una soglia di espansione relativamente bassa.


FILMATO n° 3 (impatto di un proiettile Sierra "Sportsmaster" da 115 grs in calibro 9mm contro un blocco di gelatina balistica calibrata al 10% dotata di quadrupla mascheratura in tessuto "Denim")



   


Commento tecnico : per l'occasione è stata assemblata una cartuccia in calibro 9x21mm ricaricata professionalmente in modo da raggungere le più alte velocità possibili. Ovviamente si è proceduto ad una scelta accurata del binomio polvere-innesco, nonchè della lunghezza complessiva (O.A.L. = 29,50mm) maggiormente confacente alle finalità della prova. Particolare attenzione è stata posta anche alla scelta ed alla preparazione dei bossoli. Si è dunque ottenuta una cartuccia a piena carica (full-power load) che è stata sparata in maniera soddisfacente da una Beretta M-98 (N.B. il rinculo è assolutamente nella norma, il bossolo rientrava perfettamente in camera e NON vi erano palesi segni di sovrapressione sull'innesco, il che significa che nelle mani di un esperto ricaricatore il 9x21 può tranquillamente lavorare con munizioni di tipo +P oppure +P+ senza alcun problema ed in TOTALE sicurezza per l'utilizzatore !!). Si rammenta che le cartucce a piena carica sono le UNICHE che DEVONO essere impiegate per finalità difensive o professionali, a prescindere dal calibro realmente utilizzato !! Dall'analisi del profilo lesivo complessivo si deduce che si tratta di una munizione a rilascio intermedio di energia.  Anche in questo caso si vede chiaramente la perturbazione pressoria (N.B. la perturbazione pressoria deriva dal carattere ampiamente supersonico del proiettile in questione) che segue il proiettile nel suo spostamento in avanti, la quale è responsabile del curioso fenomeno "...del lancio della mascheratura..." posta frontalmente rispetto al blocco !! Il proiettile impiegato in questo filmato, dopo essere stato estratto dal blocco di gelatina,  è visibile nella sottopagina n°5, dal titolo "I simulatori tissutali".



FILMATO n° 4 (impatto di un proiettile blindato a punta cava GFL da 115 grs., in calibro 9mm, contro un blocco di gelatina balistica calibrata al 10% dotata di quadrupla mascheratura in tessuto "Denim")



   


Commento tecnico : per l'occasione si è scelta una palla scarsamente conosciuta come la GFL blindata a punta cava (JHP) da 115grs. Per la precisione, si tratta della seconda generazione di una palla prodotta dalla GFL già molto tempo fa, nei calibri 9mm (115gs. / 7,5 GRAMMI) e .45" (200grs. / 12,9 GRAMMI), ma che per lungo tempo era praticamente scomparsa dal mercato italiano. Si tratta di un prodotto poco noto e con un solo grosso DIFETTO, legato alla impropria morfologia della cavità apicale, difetto che lo rende assolutamente incapace di funzionare come descrito dal produttore o dalle riviste di settore. A parte questo, si tratta di un prodotto che forse meriterebbe più attenzione sia dai semplici appasionati, che dagli esperti di settore. Analogamente ai filmati precedenti, anche in questo caso è stata assemblata una cartuccia in calibro 9x21mm ricaricata professionalmente in modo da raggungere le più alte velocità possibili. Ovviamente si è proceduto ad una scelta accurata del binomio polvere-innesco, nonchè della lunghezza complessiva (O.A.L. = 29,50mm) maggiormente confacente alle finalità della prova. Particolare attenzione è stata posta anche alla scelta ed alla preparazione dei bossoli. Si è dunque ottenuta una cartuccia a piena carica (full-power load) che è stata sparata in maniera soddisfacente da una Beretta M-98 (N.B. il rinculo è assolutamente nella norma, il bossolo rientrava perfettamente in camera e NON vi erano palesi segni di sovrapressione sull'innesco, il che significa che nelle mani di un esperto ricaricatore il 9x21 può tranquillamente lavorare con munizioni di tipo +P oppure +P+ senza alcun problema ed in TOTALE sicurezza per l'utilizzatore !!). Si rammenta che le cartucce a piena carica sono le UNICHE che DEVONO essere impiegate per finalità difensive o professionali, a prescindere dal calibro realmente utilizzato !! Dall'analisi del profilo lesivo complessivo si deduce che si tratta di una munizione a rilascio medio-basso di energia cinetica sul bersaglio.  La forma piuttosto curiosa del profilo lesivo complessivo deriva dal fatto che il proiettile NON SI E' MINIMAMENTE ESPANSO, ma si è ribaltato su se stesso quando è giunto (circa) alla parte mediana del suo tragitto DENTRO al blocco di gelatina (N.B. quello che appare essere il residuo della cavità tempornea inizia dopo 176mm dal fronte del blocco ed è lunga circa 224mm ). Questo significa due cose molto importanti. Primo, che il proiettile è stato progettato in maniera ERRATA, sia perchè non si è per nulla espanso, sia perchè la trasmissione di energia cinetica sul bersaglio non è stata ottimale. Secondo, anche se il proiettile è stato progettato in maniera alquanto maldestra, non signifca che non possa uccidere con grande facilità!! Si ricordi che questo comportamento (N.B. cioè l'ipostabilità intrabersaglio) è tipico dei proiettili di tipo indeformabile lanciati a velocità ampiamente supersonica (N.B. è vero che esistono casi di proiettili subsonici che talvolta risultano ipostabili, ma è altrettanto vero che questo comportamento aumenta all'aumentare della velocità di impatto !!) e che risulta molto pericoloso. In altri termini, le lesioni di questo tipo sono spesso letali se localizzate a livello dei polmoni o del fegato, nonchè in altri distretti corporei. Nonostante la qualità del proiettile non sia ottimale, anche in questo caso si vede chiaramente la perturbazione pressoria (N.B. la perturbazione pressoria deriva dal carattere ampiamente supersonico del proiettile in questione) che segue il proiettile nel suo spostamento in avanti, la quale è responsabile del curioso fenomeno "...del lancio della mascheratura..." posta frontalmente rispetto al blocco. Paragonandola ad altri filmati, si può però vedere che in questo caso la perturbazione pressoria è di MINORE entità .



FILMATO n° 5 (impatto di un proiettile blindato a punta cava Hornady della famiglia HP/XTP da 115 grs., in calibro 9mm,contro un blocco di gelatina balistica calibrata al 10% dotata di quadrupla mascheratura in tessuto "Denim")


   

Commento tecnico : per l'occasione è stata assemblata una cartuccia in calibro 9x21mm ricaricata professionalmente in modo da raggungere le più alte velocità possibili. Ovviamente si è proceduto ad una scelta accurata del binomio polvere-innesco, nonchè della lunghezza complessiva (O.A.L. = 29,50mm) maggiormente confacente alle finalità della prova. Particolare attenzione è stata posta anche alla scelta ed alla preparazione dei bossoli. Si è dunque ottenuta una cartuccia a piena carica (full-power load) che è stata sparata in maniera soddisfacente da una Beretta M-98 (N.B. il rinculo è assolutamente nella norma, il bossolo rientrava perfettamente in camera e NON vi erano palesi segni di sovrapressione sull'innesco, il che significa che nelle mani di un esperto ricaricatore il 9x21 può tranquillamente lavorare con munizioni di tipo +P oppure +P+ senza alcun problema ed in TOTALE sicurezza per l'utilizzatore !!). Si rammenta che le cartucce a piena carica sono le UNICHE che DEVONO essere impiegate per finalità difensive o professionali, a prescindere dal calibro realmente utilizzato !! Dall'analisi del profilo lesivo complessivo si deduce che si tratta di una munizione a rilascio intermedio di energia.  Per l'occasione si rammenta che il proiettile Hornady HP-XTP è da tempo noto per le sue NON eccezionali doti di espansione, cosa che questo test non ha fatto altro che confermare. Diversamente da altri proiettili provenienti da diversi produttori (N.B. per sempio, Sierra "Sportsmaster", Winchester "STHP", etc.), il modello HP-XTP non si è distinto per il fatto di possedere un'espansione particolarmente rilevante. Nonostante questo "...difetto tecnico...", anche in questo test è chiaramente visibile  la perturbazione pressoria (N.B. la perturbazione pressoria deriva dal carattere ampiamente supersonico del proiettile in questione) che segue il proiettile nel suo spostamento in avanti, la quale è responsabile del curioso fenomeno "...del lancio della mascheratura..." posta frontalmente rispetto al blocco  (N.B. il fumo che si vede uscire dal fronte del blocco deriva da un accumulo di acqua che si è vaporizzato dopo l'impatto con il proiettile. Questo fenomeno è tipico quando la gelatina balistica viene sciolta per essere "riciclata"  troppe volte !!) . In altri termini, anche se questo proeittile non si espande in maniera eccezionale si prega di non sottovalutarlo poichè può sempre causare gravi lesioni !!



FILMATO n° 6 (impatto di un proiettile THV non originale, in calibro 9mm, contro un blocco di gelatina balistica calibrata al 10% dotata di quadrupla mascheratura in tessuto "Denim")


                                                                                   



Commento tecnico : per l'occasione si è scelta una palla tanto decantata, ma in realtà scarsamente conosciuta, come la THV. Nella fattispecie non si tratta di una palla originale, bensì di una copia di produzione artigianale realizzata dalla IGF di S. Marina di Salerno. Analogamente ai casi precedenti, anche in questo caso è stata assemblata una cartuccia in calibro 9x21mm ricaricata professionalmente in modo da raggungere le più alte velocità possibili, che nella fattispecie superano di poco i 780m/s (in una canna da 5") a patto di impiegare polveri di tipo adeguato (N.B. in questo caso si è optato per la WW-540 impiegata in dose adeguata allo scopo). Ovviamente si è proceduto ad una scelta accurata del binomio polvere-innesco, nonchè della lunghezza complessiva (O.A.L. = 29,50 mm) maggiormente confacente alle finalità della prova. Particolare attenzione è stata posta anche alla scelta ed alla preparazione dei bossoli, che sono tutti di ottima qualità e con la sede dell'innesco resa perfettamente ortogonale. Si è dunque ottenuta una cartuccia a piena carica (full-power load) che è stata sparata in maniera soddisfacente da una Tanfoglio Limited 921HC-Custom con canna dotata di rigatura semipoligonale (N.B. il rinculo è assolutamente nella norma, il bossolo rientrava perfettamente in camera e NON vi erano palesi segni di sovrapressione sull'innesco). Si rammenta che le cartucce a piena carica sono le UNICHE che DEVONO essere impiegate per finalità difensive o professionali, a prescindere dal calibro realmente utilizzato !! Il profilo lesivo complessivo è caratterizzato da una traiettoria discendente (derivante dalla scarsa massa) e da una forma di "8" estremamente allungata, derivante dall'ipostabilità intrabersaglio (N.B. più le velocità si impatto sono elevate, più elevato è il fenomeno dell'ipostabilità intrabersaglio). Purtroppo la scarsa risoluzione del mezzo impiegato per le riprese non consente di apprezzare in tutta la sua completezza la reazione del simulatore all'impatto. Dall'analisi del profilo lesivo complessivo si deduce che si tratta di una munizione a rilascio intermedio di energia cinetica sul bersaglio a causa della conservazione totale della massa dell'agente balistico (N.B. se non ci fosse conservazione di massa, la forma del profilo lesivo complessivo sarebbe risultata sferica, come avviene, ad esempio, per le GSS). La cavità temporanea è profonda quasi quanto il primo blocco, mentre quella che entra nel secondo blocco è SOLO la cavità permanente, purtroppo non visibile nel filmato. Anche in questo caso, a maggiore ragione, si vede chiaramente la perturbazione pressoria (N.B. com'è noto essa deriva dal carattere FORTEMENTE supersonico del proiettile in questione) che segue il proiettile nel suo spostamento in avanti, la quale è responsabile del curioso fenomeno "...del lancio della mascheratura..." posta frontalmente rispetto al blocco. Successivamente verranno messi a disposizione anche i filmati relativi all'impatto di questo stesso proiettile contro un blocco di gelatina balistica dotato di  una mascheratura di diverso materiale.



FILMATO n° 7 (impatto di un proiettile NGA modello "Eliminator", in calibro 9mm, contro un blocco di gelatina balistica calibrata al 10% dotata di quadrupla mascheratura in tessuto "Denim")

                                                                                     



Commento tecnico : per l'occasione si è scelta una palla tanto decantata, ma in realtà scarsamente conosciuta, come la NGA modello "Eliminator" di II generazione. Nella fattispecie si tratta di una palla originale importata in Italia dalla Northwest di Genova (N.B. si visiti il sito www.northwestbullets.com per ulteriori informazioni in merito) come componente di ricarica. Analogamente ai casi precedenti, anche in questo caso è stata assemblata una cartuccia in calibro 9x21mm ricaricata professionalmente in modo da raggungere le più alte velocità possibili, che nella fattispecie si attestano attorno ai 610m/s (in una canna da 5") a patto di impiegare polveri di tipo adeguato (N.B. in questo caso si è optato per la WW-540). Ovviamente si è proceduto ad una scelta accurata del binomio polvere-innesco, nonchè della lunghezza complessiva (O.A.L. = 29,50 mm) maggiormente confacente alle finalità della prova. Particolare attenzione è stata posta anche alla scelta ed alla preparazione dei bossoli. Si è dunque ottenuta una cartuccia a piena carica (full-power load) che è stata sparata in maniera soddisfacente da una Beretta M90-two con canna dotata di rigatura tradizionale (N.B. il rinculo è assolutamente nella norma, il bossolo rientrava perfettamente in camera e NON vi erano palesi segni di sovrapressione sull'innesco). Si rammenta che le cartucce a piena carica sono le UNICHE che DEVONO essere impiegate per finalità difensive o professionali, a prescindere dal calibro realmente utilizzato !! Il profilo lesivo complessivo è caratterizzato da una traiettoria discendente (derivante dalla scarsa massa) e da una forma ellittica estremamente allungata, derivante dalla elevata velocità di impatto. Purtroppo la scarsa risoluzione del mezzo impiegato per le riprese non consente di apprezzare in tutta la sua completezza la reazione del simulatore all'impatto. Dall'analisi del profilo lesivo complessivo si deduce che si tratta di una munizione a rilascio intermedio di energia cinetica sul bersaglio a causa della conservazione totale della massa dell'agente balistico (N.B. se non ci fosse conservazione di massa, la forma del profilo lesivo complessivo sarebbe risultata sferica, come avviene, ad esempio, per le GSS). Il puntale di plastica viene dompletamente distrutto entro i primi 50mm circa, cosa che avviene a prescindere che l'impatto avvenga contro materiali strutturali o contro tessuti biologici. La cavità temporanea è profonda quasi quanto il primo blocco, mentre quella che entra nel secondo blocco è SOLO la cavità permanente, prutroppo non visibile nel filmato. Anche in questo caso, a maggiore ragione, si vede chiaramente la perturbazione pressoria (N.B. com'è noto essa deriva dal carattere FORTEMENTE  supersonico del proiettile in questione) che segue il proiettile nel suo spostamento in avanti, la quale è responsabile del curioso fenomeno "...del lancio della mascheratura..." posta frontalmente rispetto al blocco. Successivamente verranno messi a disposizione anche i filmati relativi all'impatto di questo stesso proiettile contro un blocco di gelatina dotato di una mascheratura di diverso materiale.




FILMATO n° 8 (impatto di un proiettile LAPUA "Megashock" da 123grs., in calibro 9mm, contro un blocco di gelatina balistica calibrata al 10% dotata di quadrupla mascheratura in tessuto "Denim")


PROSSIMO FILMATO


Commento tecnico : per l'occasione si è scelta una palla scarsamente conosciuta come la LAPUA "Megashock" da 123grs. Per la precisione, si tratta di un prodotto poco noto e con un solo grosso DIFETTO, legato alla impropria morfologia della cavità apicale. Analisi effettuate dal GRURIFRASCA (e non solo), hanno messo in evidenza che nella sua forma "normale", esso non è in grado di funzionare correttamente. Si è proceduto ad una debita modifica della cavità apicale prima di effettuare il test vero è proprio. Per non annoiare i lettori, in un'apposita sezione del presente sito verrà presentata una foto di una proiettile non modificato, recuperato dopo essere stato sparato in un blocco di gelatina balistica (calibrata e condizionata), mentre in questa sezione verrà mostrato SOLO il filmato del proiettile modificato che impatta un blocco del medesimo simulatore tissutale (N.B. in ambo i casi la dose di caricamento è identica). Analogamente a prima, anche in questo caso è stata assemblata una cartuccia in calibro 9x21mm ricaricata professionalmente in modo da raggungere le più alte velocità possibili. Ovviamente si è proceduto ad una scelta accurata del binomio polvere-innesco, nonchè della lunghezza complessiva (O.A.L. = 29,50mm) maggiormente confacente alle finalità della prova. Particolare attenzione è stata posta anche alla scelta ed alla preparazione dei bossoli. Si è dunque ottenuta una cartuccia a piena carica (full-power load) che è stata sparata in maniera soddisfacente da una  Tanfoglio con canna dotata di rigatura semipoligonale (N.B. il rinculo è assolutamente nella norma, il bossolo rientrava perfettamente in camera e NON vi erano palesi segni di sovrapressione sull'innesco, il che significa che nelle mani di un esperto ricaricatore il 9x21 può tranquillamente lavorare con munizioni di tipo +P oppure +P+ senza alcun problema ed in TOTALE sicurezza per l'utilizzatore !!). Si rammenta che le cartucce a piena carica sono le UNICHE che DEVONO essere impiegate per finalità difensive o professionali, a prescindere dal calibro realmente utilizzato !! Dall'analisi del profilo lesivo complessivo si deduce che si tratta di una munizione a rilascio intermedio di energia cinetica sul bersaglio. Anche in questo caso si vede chiaramente la perturbazione pressoria (N.B. la perturbazione pressoria deriva dal carattere ampiamente supersonico del proiettile in questione) che segue il proiettile nel suo spostamento in avanti, la quale è responsabile del curioso fenomeno "...del lancio della mascheratura..." posta frontalmente rispetto al blocco.


FILMATO n° 9 (impatto di un proiettile Hornady "HP-XTP" da 124grs., in calibro 9mm , contro un blocco di gelatina balistica calibrata al 10% dotata di quadrupla mascheratura in tessuto "Denim")


PROSSIMO FILMATO


Commento tecnico : per l'occasione si è scelta una palla di produzione Hornady di tipo blindato a punta cava (JHP) da 124grs. Analogamente ai casi precedenti, anche in questo caso è stata assemblata una cartuccia in calibro 9x21mm ricaricata professionalmente in modo da raggungere le più alte velocità possibili. Ovviamente si è proceduto ad una scelta accurata del binomio polvere-innesco, nonchè della lunghezza complessiva (O.A.L. = 29,50mm) maggiormente confacente alle finalità della prova. Particolare attenzione è stata posta anche alla scelta ed alla preparazione dei bossoli. Si è dunque ottenuta una cartuccia a piena carica (full-power load) che è stata sparata in maniera soddisfacente da una  Beretta M-98 con canna dotata di rigatura tradizionale (N.B. il rinculo è assolutamente nella norma, il bossolo rientrava perfettamente in camera e NON vi erano palesi segni di sovrapressione sull'innesco, il che significa che nelle mani di un esperto ricaricatore il 9x21 può tranquillamente lavorare con munizioni di tipo +P oppure +P+ senza alcun problema ed in TOTALE sicurezza per l'utilizzatore !!). Si rammenta che le cartucce a piena carica sono le UNICHE che DEVONO essere impiegate per finalità difensive o professionali, a prescindere dal calibro realmente utilizzato !! Dall'analisi del profilo lesivo complessivo si deduce che si tratta di una munizione a rilascio intermedio di energia cinetica sul bersaglio. Anche in questo caso si vede chiaramente la perturbazione pressoria (N.B. la perturbazione pressoria deriva dal carattere ampiamente supersonico del proiettile in questione) che segue il proiettile nel suo spostamento in avanti, la quale è responsabile del curioso fenomeno "...del lancio della mascheratura..." posta frontalmente rispetto al blocco.



FILMATO n° 10 (impatto di un proiettile LAPUA "CEPP" , calibro 9mm, sottoposto ad un processo di crociatura, contro un blocco di gelatina balistica calibrata al 10% dotata di quadrupla mascheratura in tessuto "Denim")


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Commento tecnico : per l'occasione si è scelta una palla di produzione LAPUA di tipo FMJ-TC da 120grs. (N.B. il peso in realtà è di 115grs. DOPO il processo di crociatura) di tipo CEPP. Per la precisione, si tratta di un prodotto commercializzato come "...una FMJ capace di agire come una JHP sui tessuti biologici...", ma che in realtà non funziona assolutamente nel modo descritto dal costruttore o dalle riviste di settore, a causa di un solo grosso DIFETTO, legato alla impropria morfologia . Analisi effettuate dal GRURIFRASCA (e non solo), hanno messo in evidenza che nella sua forma "normale", esso non è in grado di funzionare correttamente. La prova del proiettile originale verrà pubblicata, in questa stessa pagina, solo successivamente. In questa sede si illustrerà unicamente come MUTA il comportamento di un proiettile indeformabile (solid point bullet)  in seguito ad un processo di crociatura (N.B. è il processo basato sull'esecuzione di due tagli perpendicolari, effettuati con un piccolo seghetto per metalli, profondi quanto l'ogiva). Analogamente ai casi precedenti, anche in questo caso è stata assemblata una cartuccia in calibro 9x21mm ricaricata professionalmente in modo da raggungere le più alte velocità possibili. Ovviamente si è proceduto ad una scelta accurata del binomio polvere-innesco, nonchè della lunghezza complessiva (O.A.L. = 29,50mm) maggiormente confacente alle finalità della prova. Particolare attenzione è stata posta anche alla scelta ed alla preparazione dei bossoli. Si è dunque ottenuta una cartuccia a piena carica (full-power load) che è stata sparata in maniera soddisfacente da una  Beretta M-98 con canna dotata di rigatura tradizionale (N.B. il rinculo è assolutamente nella norma, il bossolo rientrava perfettamente in camera e NON vi erano palesi segni di sovrapressione sull'innesco, il che significa che nelle mani di un esperto ricaricatore il 9x21 può tranquillamente lavorare con munizioni di tipo +P oppure +P+ senza alcun problema ed in TOTALE sicurezza per l'utilizzatore !!). Si rammenta che le cartucce a piena carica sono le UNICHE che DEVONO essere impiegate per finalità difensive o professionali, a prescindere dal calibro realmente utilizzato !! Dall'analisi del profilo lesivo complessivo si deduce che si tratta di una munizione a rilascio intermedio di energia cinetica sul bersaglio. Anche in questo caso si vede chiaramente la perturbazione pressoria (N.B. la perturbazione pressoria deriva dal carattere ampiamente supersonico del proiettile in questione) che segue il proiettile nel suo spostamento in avanti, la quale è responsabile del curioso fenomeno "...del lancio della mascheratura..." posta frontalmente rispetto al blocco.


FILMATO n° 11 (impatto di un proiettile Norma n°69021, in calibro 9mm, contro un blocco di gelatina balistica calibrata al 10% dotata di quadrupla mascheratura in tessuto "Denim")


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Commento tecnico : per l'occasione si è scelta una palla scarsamente conosciuta come la NORMA blindata a punta cava (JHP) da 115grs. (N.B. in realtà si tratterebbe di una semiblindata a punta cava, ma commercialmente la palla viene indicata come "palla a punta cava" dal suo produttore e dalle riviste specializzate ) Per la precisione, si tratta di un prodotto poco noto e con un solo grosso DIFETTO, legato alla impropria morfologia della cavità apicale. Analisi effettuate dal GRURIFRASCA (e non solo), hanno messo in evidenza che nella sua forma "normale", esso non è in grado di funzionare correttamente. Si è proceduto ad una debita modifica della cavità apicale prima di effettuare il test vero è proprio. Per non annoiare i lettori, in un'apposita sezione del presente sito verrà presentata una foto di una proiettile non modificato, recuperato dopo essere stato sparato in un blocco di gelatina balistica (calibrata e condizionata), mentre in questa sezione verrà mostrato SOLO il filmato del proiettile modificato che impatta un blocco del medesimo simulatore tissutale (N.B. in ambo i casi la dose di caricamento è identica). Analogamente a prima, anche in questo caso è stata assemblata una cartuccia in calibro 9x21mm ricaricata professionalmente in modo da raggungere le più alte velocità possibili. Ovviamente si è proceduto ad una scelta accurata del binomio polvere-innesco, nonchè della lunghezza complessiva (O.A.L. = 29,50mm) maggiormente confacente alle finalità della prova. Particolare attenzione è stata posta anche alla scelta ed alla preparazione dei bossoli. Si è dunque ottenuta una cartuccia a piena carica (full-power load) che è stata sparata in maniera soddisfacente da una  Tanfoglio Limited 921HC-Custom con canna dotata di rigatura semipoligonale (N.B. il rinculo è assolutamente nella norma, il bossolo rientrava perfettamente in camera e NON vi erano palesi segni di sovrapressione sull'innesco, il che significa che nelle mani di un esperto ricaricatore il 9x21 può tranquillamente lavorare con munizioni di tipo +P oppure +P+ senza alcun problema ed in TOTALE sicurezza per l'utilizzatore !!). Si rammenta che le cartucce a piena carica sono le UNICHE che DEVONO essere impiegate per finalità difensive o professionali, a prescindere dal calibro realmente utilizzato !! Dall'analisi del profilo lesivo complessivo si deduce che si tratta di una munizione a rilascio intermedio di energia cinetica sul bersaglio. Anche in questo caso si vede chiaramente la perturbazione pressoria (N.B. la perturbazione pressoria deriva dal carattere ampiamente supersonico del proiettile in questione) che segue il proiettile nel suo spostamento in avanti, la quale è responsabile del curioso fenomeno "...del lancio della mascheratura..." posta frontalmente rispetto al blocco.

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FILMATO n° 12 (impatto di un proiettile Sierra "Sportsmaster" SJHP calibro .44", contro un blocco di gelatina balistica "nuda", calibrata al 10% )


PROSSIMO FILMATO


Commento tecnico : per l'occasione si è scelta una palla famosissima come la Sierra SJHP da 240grs. della linea "Sportsmaster" in calibro .44 ".Ovviamente si è proceduto ad una scelta accurata del binomio polvere-innesco, usando 24,0grs, di WW-296 e CCI-350. Particolare attenzione è stata posta anche alla scelta ed alla preparazione dei bossoli. Si è dunque ottenuta una cartuccia a piena carica (full-power load) che è stata sparata in maniera soddisfacente da una S&W M-29 con canna da 6", ideale per questo tipo calibro. L'effetto terminale è stato impressionante, con un'espansione seguita da una frammentazione violentissima del primo tratto della palla. Il blocco, del peso di circa 5Kg, è stato scaraventato contro il parapalle per poi ricadere a terra sul lato minore (N.B. le dimensioni sono le classiche 150x150x300mm), mentre la cavità temporanea ha un valore di circa 1300ml, del tutto in linea con il calibro in questione. Dall'analisi del profilo lesivo complessivo si deduce che si tratta di una munizione a rilascio intermedio di energia cinetica sul bersaglio. Anche in questo caso si vede chiaramente la perturbazione pressoria (N.B. la perturbazione pressoria deriva dal carattere ampiamente supersonico del proiettile in questione, con una velocità pari a 414,3m/s) che segue il proiettile nel suo spostamento in avanti, e che è responsabile del sollevamento dell'intero blocco.



FILMATO n° 13 (impatto di un proiettile Nosler SJHP calibro .44", contro un blocco di gelatina balistica "nuda", calibrata al 10% )


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Commento tecnico : per l'occasione si è scelta una palla famosissima come la Nosler SJHP da 240grs.  in calibro .44 ".Ovviamente si è proceduto ad una scelta accurata del binomio polvere-innesco, usando 24,0grs, di WW-296 e CCI-350. Particolare attenzione è stata posta anche alla scelta ed alla preparazione dei bossoli. Si è dunque ottenuta una cartuccia a piena carica (full-power load) che è stata sparata in maniera soddisfacente da una  S&W M-29 con canna da 6", ideale per questo tipo calibro. L'effetto terminale è stato impressionante, con un'espansione seguita da una notevole frammentazione del primo tratto della palla. L'effetto terminale meno violento rispetto a quello verificatosi con la palla di produzione Sierra, è dovuto alla maggiore percentuale di Antimonio contenuta nel nucleo della Nosler. Quest'ultima si è infatti espansa più lentamente e si è frammentata meno violentemente rispetto alla Sierra. Si segnala anche che la Nosler ha delle tolleranze construttive peggiori rispetto alla Sierra, cosa che è evidenziata dalla perdita di velocità della prima rispetto alla seconda (causata dalla perdita dei gas di combustione). Dall'analisi del profilo lesivo complessivo si deduce che si tratta di una munizione a rilascio intermedio di energia cinetica sul bersaglio. Anche in questo caso si vede chiaramente la perturbazione pressoria (N.B. la perturbazione pressoria deriva dal carattere ampiamente supersonico del proiettile in questione, con una velocità pari a 383,2m/s) che segue il proiettile nel suo spostamento in avanti, e che è responsabile dello spostamenteo dell'intero blocco.



FILMATO n° 14 (impatto di un proiettile Barnes "X" calibro .44", contro un blocco di gelatina balistica "nuda", calibrata al 10% )


PROSSIMO FILMATO


Commento tecnico : per l'occasione si è scelta una palla poco usata come la Barnes "X" da 225grs.  in calibro .44 ".L'eccessiva lunghezza della palla ha reso critica la scelta del binomio polvere-innesco, e si è optato per 12,0grs, di 3N37 e CCI-300. Particolare attenzione è stata posta anche alla scelta ed alla preparazione dei bossoli. Si è dunque ottenuta una cartuccia che è stata sparata in maniera soddisfacente da una  S&W M-29 con canna da 6", ideale per questo tipo calibro. L'effetto terminale è stato notevole, con un'espansione più lenta rispetto alle SJHP tradizionali, seguita da una forte penetrazione legata alla struttura della palla. L'effetto terminale meno violento rispetto a quello verificatosi con la palla di produzione Sierra, è dovuto alla costruzione in sola lega di rame. Dall'analisi del profilo lesivo complessivo si deduce che si tratta di una munizione a rilascio intermedio di energia cinetica sul bersaglio. Anche in questo caso si vede chiaramente la perturbazione pressoria (N.B. la perturbazione pressoria deriva dal carattere evidentemente supersonico del proiettile in questione, con una velocità alla bocca pari a 390,1m/s) che segue il proiettile nel suo spostamento in avanti, e che è responsabile dello spostamenteo dell'intero blocco.


FILMATO n° 16 (impatto di un proiettile WW STHP calibro .44", contro un blocco di gelatina balistica "nuda", calibrata al 10% )


PROSSIMO FILMATO


Commento tecnico : per l'occasione si è scelta una palla famosissima (ma poco impiegata a livello pratico) come la WW STHP da 210grs. in calibro .44 ".Ovviamente si è proceduto ad una scelta accurata del binomio polvere-innesco, usando 14,0grs, di 3N37 e CCI-300, per cercare di ricreare un caricamento il più simile all'orginale. Particolare attenzione è stata posta anche alla scelta ed alla preparazione dei bossoli. Si è dunque ottenuta una cartuccia di buona potenza ma non a piena carica, che è stata sparata in maniera soddisfacente da una S&W M-29 con canna da 6", ideale per questo tipo calibro. L'effetto terminale è stato impressionante, con un'espansione seguita da una frammentazione violentissima del primo tratto della palla. Il blocco, del peso di circa 5Kg, è stato scaraventato contro il parapalle per poi ricadere a terra (N.B. le dimensioni sono le classiche 150x150x300mm). Dall'analisi del profilo lesivo complessivo si deduce che si tratta di una munizione a rilascio intermedio di energia cinetica sul bersaglio. Anche in questo caso si vede chiaramente la perturbazione pressoria che segue il proiettile nel suo spostamento in avanti, e che è responsabile del sollevamento dell'intero blocco.


FILMATO n° 17 (impatto di un proiettile LSWC artigianale calibro .44", contro un blocco di gelatina balistica "nuda", calibrata al 10% )


PROSSIMO FILMATO


Commento tecnico : per l'occasione si è scelta una palla artigianale in lega ternaria (con gas-check) da 240grs. in calibro .44 ".Ovviamente si è proceduto ad una scelta accurata del binomio polvere-innesco, usando 24,0grs, di WW-296 e CCI-350. Particolare attenzione è stata posta anche alla scelta ed alla preparazione dei bossoli. Si è dunque ottenuta una cartuccia a piena carica, che è stata sparata in maniera soddisfacente da una S&W M-29 con canna da 6", ideale per questo tipo calibro. L'effetto terminale è stato caratterizzato da una evidente perforazione del blocco, con un trasferimento di energia cinetica inferiori agli altri casi, tant'è vero che la palla è fuoriuscita a circa 150m/s!! Il blocco, del peso di circa 5Kg ha subito una forte sollecitazione meccanica, ma comunque inferiore rispetto agli altri casi (N.B. le dimensioni sono le classiche 150x150x300mm). Dall'analisi del profilo lesivo complessivo si deduce che si tratta di una munizione a rilascio lento di energia cinetica sul bersaglio, anche se questo non significa che non possa uccidere. Anche in questo caso si vede chiaramente la perturbazione pressoria che segue il proiettile nel suo spostamento in avanti, e che è responsabile della sollecitazione meccanica dell'intero blocco.


FILMATO n° 18 (impatto di un proiettile GFL SJSP calibro .44", contro un blocco di gelatina balistica "nuda", calibrata al 10% )


PROSSIMO FILMATO


Commento tecnico : per l'occasione si è scelta una palla GFL di tipo SJSP da 240grs. in calibro .44 ".Ovviamente si è proceduto ad una scelta accurata del binomio polvere-innesco, usando 24,0grs, di WW-296 e CCI-350. Particolare attenzione è stata posta anche alla scelta ed alla preparazione dei bossoli. Si è dunque ottenuta una cartuccia a piena carica, che è stata sparata in maniera soddisfacente da una S&W M-29 con canna da 6", ideale per questo tipo calibro. L'effetto terminale è stato caratterizzato da una evidente perforazione del blocco, con un trasferimento di energia cinetica inferiori agli altri casi, tant'è vero che la palla è fuoriuscita a circa 130m/s!! Il blocco, del peso di circa 5Kg ha subito una forte sollecitazione meccanica, ma comunque inferiore rispetto agli altri casi (N.B. le dimensioni sono le classiche 150x150x300mm). Dall'analisi del profilo lesivo complessivo si deduce che si tratta di una munizione a rilascio lento di energia cinetica sul bersaglio, anche se questo non significa che non possa uccidere. Anche in questo caso si vede chiaramente la perturbazione pressoria che segue il proiettile nel suo spostamento in avanti, e che è responsabile della sollecitazione meccanica dell'intero blocco.


FILMATO n° 19 (impatto di un proiettile Remington "Scalloped Serrations" SJHP calibro .44", contro un blocco di gelatina balistica "nuda", calibrata al 10% )


PROSSIMO FILMATO


Commento tecnico : per l'occasione si è scelta una palla famosissima come la Remington SJHP da 240grs. della linea "Scalloped Serrations" in calibro .44 ".Ovviamente si è proceduto ad una scelta accurata del binomio polvere-innesco, usando 24,0grs, di WW-296 e CCI-350. Particolare attenzione è stata posta anche alla scelta ed alla preparazione dei bossoli. Si è dunque ottenuta una cartuccia a piena carica (full-power load) che è stata sparata in maniera soddisfacente da una S&W M-29 con canna da 6", ideale per questo tipo calibro. L'effetto terminale è stato impressionante, con un'espansione seguita da una frammentazione violentissima del primo tratto della palla, caratteristica per la quale questo tipo di proiettile è da lungo tempo ben noto in anatomia patologica. Il blocco, del peso di circa 5Kg, è stato scaraventato contro il parapalle per poi ricadere a terra sul lato minore (N.B. le dimensioni sono le classiche 150x150x300mm), mentre la cavità temporanea ha un valore di circa 1300ml, del tutto in linea con il calibro in questione. Dall'analisi del profilo lesivo complessivo si deduce che si tratta di una munizione a rilascio intermedio di energia cinetica sul bersaglio. Anche in questo caso si vede chiaramente la perturbazione pressoria (N.B. la perturbazione pressoria deriva dal carattere ampiamente supersonico del proiettile in questione, con una velocità pari a 418,4m/s) che segue il proiettile nel suo spostamento in avanti, e che è responsabile del sollevamento dell'intero blocco.



                                                                                   ATTENZIONE !!

PER VEDERE CORRETTAMENTE  I FILMATI  DOVETE INSTALLARE IL CODEC XVID 1.1.0 O SUPERIORE !!