DANNI SECONDARI (LESIONI) CONNESSI ALLE PERTURBAZIONI PRESSORIE LEGATE AL PASSAGGIO DI AGENTI BALISTICI AD ALTISSIMA VELOCITA'


§1 - richiami alla c.d. "cinetica cutanea" ed osservazioni sull'interazione tra tessuti biologici ed agenti balistici



In base alle cognizioni ormai consolidate da oltre 150 anni, l'interazione tra l'agente balistico ed i tessuti biologici inizia con quella che nella letteratura medica specializzata è denominata "cinetica cutanea". Questo fenomeno è suddiviso nelle seguenti fasi  :

- depressione della cute sotto la spinta del proiettile
- inguainamento del proietitle nella cute
- perforazione delle cute da parte del proiettile
- distensione della cute con successivo passaggio del proiettile
- ritorno della cute nella posizione iniziale


Dopo avere penetrato la cute, il proiettile interagisce, nell'ordine, con  :


- il tessuto adiposo sottostante
- il tessuto muscolare


Dopo avere superato l'ultima barriera costituita dal tessuto muscolare, il proiettile va ad interagire con le strutture o gli organi presenti nelle cavità interne del corpo. Più precisamente, questa interazione potrà riguardare  :


- strutture osteoarticolari
- strutture (organi) parenchimatose
- strutture (organi) cave
- strutture (organi) a contenuto liquido o semiliquido


A seconda della localizzazione specifica della lesione, si avrà una maggiore o minore gravità della medesima. In linea generale, la gravità delal lesione dipende non solo dalla localizzazione specifica, ma anche dall'energia cinetica che viene trasferita sui tessuti. Di norma, più l'agente balistico possiede capacità di deformazione e più è elevata la cessione di energia cinetica. Ad ogni modo,  anche se l'agente balistico dovesse essere indeformabile (in tutto o in parte) la lesione potrebbe assumere una gravità INAUDITA in caso di impatto a velocità elevatissime. Queste "velocità elevatissime" possono essere piuttosto grossolanamente quantificate in velocità più o meno DOPPIE rispetto a quelle del suono nell'aria (N.B. a Condizioni Atmosferiche Standard, la velocità nel suono nell'aria è di circa 340 m/s !!). Sempre con riferimento ad agenti balistici di natura non deformabile, vanno ricordati due fenomeni tipici del munizionamento di origine militare. Il primo è quello della frammentazione. Ad esempio, il 5,56x45mm NATO è noto per frammentarsi (fragmentation) se sparato contro bersagli biologici a breve distanza. Questa frammentazione crea spesso fenomeni emorragici iperacuti a carico dei vasi maggiori. Inoltre, è in grado di  generare un impulso nervoso che viene trasmesso al cervello ed è in grado di sovraccaricare il Sistema Nervoso Centrale attraverso il sistema ad attivazione reticolare. Il secondo fenomeno da ricordare è l'ipostabilità intrabersaglio (tumbling) che è tipica di cartucce come il 7,62x39mm Sovietico. Similmente a quello che avviene per la frammentazione, questa ipostabilità (N.B. che può essere totale o parziale) crea spesso fenomeni emorragici iperacuti a carico dei vasi maggiori. Inoltre, è in grado di  generare un impulso nervoso che viene trasmesso al cervello ed è in grado di sovraccaricare il Sistema Nervoso Centrale attraverso il sistema ad attivazione reticolare.


§ 2 - classificazione tipologica dei meccanismi lesivi esplicabili dai proiettili


La medicina moderna concorda circa il fatto che un proiettile può lesionare i tessuti umani con uno o più dei seguenti meccanismi lesivi :

- ablazione
- penetrazione
- stiramento

Cominciando con l'ABLAZIONE, essa è l'effetto per il quale un corpo estraneo di elevata densità (cioè con una densità superiore a quella dei tessuti biologici) taglia, in tutto o in parte, porzioni tissutali più o meno estese. Si tratta di un meccanismo lesivo di eccezionale GRAVITA' che è tipico degli strumenti da punta e da taglio. In altre parole, si tratta dello stesso meccanismo per cui la freccia lanciata da un arco, e dotata di un'energia cinetica inferiore a quella di una cartuccia calibro .38 Special, è in grado di uccidere con incredibile rapidità un alce nordamericano del peso di oltre 900 Kg!! Premesso questo, va aggiunto che con specifico riferimento ai proiettili, il fenomeno (o effetto) ablativo  è molto RARO nei proiettili, a prescindere che si tratti di munizionamento per arma corta o lunga. Le eccezioni di maggior rilievo sono rappresentate dalle munizioni a pallettoni per il fucile a canna liscia, specie se capaci di creare rosate molto concentrate (N.B. si pensi ad un cartuccia caricata a pallettoni di tipo 11/0), oppure dalle munizioni per arma corta con il nucleo pre-frammentato (N.B. si pensi ad una cartuccia come il Glaser "Safety Slug" che produce un effetto AFFINE a quello di una cartucia di tipo #00 buck ma su scala ridotta). Recentemente alcune aziende produttrici di munizioni hanno tentato di inserire l'effetto ablativo in alcune cartucce per arma corta, com'è avvenuto ad esempio per il Remington "Golden Saber" od il Winchester "Black Talon". Un altro esempio importante è rappresentato dal c.d proiettile tubolare realizzato anni orsono dalla PMC / El Dorado Cartridges ma attualmente scomaprso dalla circolazione. C'è però da dire che l'effetto ablativo di questi proiettili di recente concezione è comunque INFERIORE a quello tipico delle cartucce a pallettoni. Per quanto attiene alla PENETRAZIONE, essa  risulta associata al c.d. fenomeno cavitario permanente ed è comunemente esplicato da ogni tipo di proiettile. Essa sarà tanto più grave quanto maggiore è il diametro FINALE del proiettile. Per questo motivo esso è considerato come "...il più certo..." nel contesto dell'analisi balistica terminale. Ad ogni modo non bisogna incorrere nell'equivoco che "...se la cavità permanente è piccola, il proiettile non può uccidere...", perchè la cartuccia calibro .22 LR produce una cavità permanente piccolissima (cioè di volume esiguo) ma ha ucciso migliaia di persone in tutto il mondo !! Infine, lo STIRAMENTO è l'effetto associato al c.d. fenomeno cavitario temporaneo , il quale deriva dal fatto che l'azione penetrativa del proiettile determina ANCHE un allungamento RADIALE dei tessuti biologici lungo il perimetro ESTERNO della cavità permanente. Questo fenomeno è SEMPRE  presente, ma quasi MAI rilevante sotto il profilo lesivo, perché nella quasi totalità dei casi l’allungamento dei tessuti biologici avviene (normalmente) entro i limiti elastici dei tessuti stessi. A livello pratico ciò significa che, in generale, il tessuto si allunga sotto l’azione del proiettile per poi tornare nella condizione originaria dopo che il passaggio è avvenuto (N.B. normalmente tuto questo avviene in tempi rapidissimi, solitamente inferiori ai 5 millisecondi). Questo però NON significa che la cavità temporanea sia, sempre e comunque, del tutto IRRILEVANTE !! Esistono infatti delle importanti ECCEZIONI rappresentate da alcune tipologie particolari di munizioni :


-    munizioni di tipo magnum per arma corta
-    munizioni a pressione maggiorata (+P) o ad alta pressione (+P +) per arma corta
-    munizioni a rilascio immediato di energia per arma corta
-    munizioni per arma lunga sia a canna liscia, sia a canna rigata


Tutte queste munizioni sono universalmente note per il fatto di generare un fenomeno cavitario temporaneo che va ben al di là di quelli che sono i normali limiti elastici dei tessuti biologici umani. Chiaramente, in caso di utilizzo di tali munizioni, al fenomeno cavitario permanente si va a sommare quello temporaneo, con ovvia amplificazione dell’effetto lesivo globale. Un'altra eccezione è poi rappresentata dalla tipologia del tessuto colpito. Ci sono infatti dei tessuti e degli organi particolari che, se colpiti, subiscono l’immediata formazione del fenomeno cavitario temporaneo, con effetti quasi sempre letali. Questi tessuti (organi) sono :

-    il cervello
-    il fegato
-    i reni

Ricapitolando, il passaggio di un proiettile nel corpo umano determina due tipi di effetti  lesivi : uno è SEMPRE presente, mentre l’altro è presente solo EVENTUALMENTE !! L’effetto lesivo globalmente determinato dal passaggio del proiettile, si ripercuote ovviamente su tutto il resto del corpo, e viene poi trasmesso al sistema nervoso. Naturalmente, per le case costruttrici di munizioni il problema fondamentale è quello di costruire munizioni che impiegano proiettili funzionanti in base ad un meccanismo di trasmissione di energia cinetica che sia il più efficiente possibile, cioè capace di sfruttare l'effetto ablativo, quello penetrativo e quello di stiramento al MASSIMO delle loro potenzialità. E' chiaro che nella realtà le cose non stanno assolutamente in questo modo, poichè le aziende costruttrici di munizioni sono costrette a ricorrere ad una delle soluzioni tecnologiche delineate in questa pagina !! In estrema sintesi ciò signfica che:


- il meccanismo principalmente utilizzato prevede una prevalenza della cavità permanente su quella temporanea (N.B. quindi della penetrazione sullo stiramento)
- è possibile migliorare il meccanismo favorendo una rottura controllata del proiettile in grossi frammenti (N.B. questo aumenta il volume della cavità permanente e, di conseguenza, quello della cavità temporanea che copre sempre un volume maggiore rispetto a quello della cavità permanente)
- si può cercare di privilegiare il fenomeno cavitario temporaneo mettendo in secondo piano quello permanente come accade con i c.d proiettili di tipo iperleggero per arma corta o per le munizioni tipiche dei moderni fucili d'assalto
- si può aumentare i volumi della cavità permanente e temporanea creando agenti balistici che diventano fortemente ipostabili dopo l'impatto con il bersaglio, come accade con certe munizioni per fucile d'assalto
- si può unire il fenomeno ablativo a quelli cavitario permanente e temporaneo com'è stato fatto con alcuni proiettili per arma corta di recente concezione (V. ad esempio il caso del Winchester "Black - Talon" o del Remington "Golden Saber")
- si può dare un rilievo maggiormente marcato al fenomeno ablativo come accade con i proiettili a nucleo preframmentato per arma corta o con le munizioni caricate a pallettoni per arma lunga (a canna liscia)


Per chiunque dovesse avere la seria necessità di difendere la propria vita, il "proiettile ideale" (N.B. che non esisterà mai !!) dovrebbe avere la capacità di creare cavità permanenti e temporanee con grosso volume, unite ad un imponente effetto di carattere ablativo (N.B. per le spiegazioni V. la pagina "Semplificazioni e specificazioni" su questo stesso sito), ma dal momento che il proiettile ideale NON esisterà mai, occorre sapersi accontentare di tutta una serie di compromessi pratici. Tutto questo, però, non significa che l'energia cinetica non esiste e che non abbia alcun rilievo nella spiegazione della formazione delle lesioni causate dai proiettili !!


§ 3 - differenze tra una ferita reale e l'analisi di un proiettile in gelatina balistica


Come abbiamo visto in precedenza, quando un proiettile penetra in un corpo umano (o in un qualsiasi altro tessuto biologico), esso genera due specifici effetti lesivi . Essi sono :


- la c.d cavità permanente (crush cavity, altresì detta permanent crush cavity), che deriva dalla penetrazione del proiettile nel tessuto biologico. Essa assume questo nome poichè è l'unica traccia che rimane, sempre e comunque, DOPO il passagio di un qualsiasi proiettile. La cavità permanente è anche nota come canale vulnerante (hole) o tramite intrabersaglio (missile track)
- la c.d. cavità temporanea (stretch cavity, altresì detta temporary stretch cavity), che deriva dalla deformazione radiale dei tessuti contigui alla cavità permanente. Essa assume questo nome poichè scompare subito dopo che il proiettile è passato, e lascia una traccia che è visibile solo tramite l'analisi in gelatina balistica, mentre è difficilmente individuabile (almeno da chi non è un medico) nei casi concreti


L'esatta correlazione tra ferita reale e "ferita fittizia" (N.B. cioè la traccia lesiva !!) è stata, ed è ancora oggi, oggetto di accanita discussione. Per essere più precisi, molti individui si chiedono che relazione esista tra una ferita REALE e la traccia lesiva (wound track) lasciata da un qualsivoglia proiettile DOPO il suo passaggio in un blocco di gelatina balistica. Volendo semplificare ulteriormente le cose, in questa sede si può dire che l'esame visuale di una REALE ferita da arma da fuoco (gunshot wound, altresì detta bullet wound) mette  in evidenza la presenza dei seguenti aspetti:


- canale vulnerante = un foro, normalmente di tipo singolo (ma che potrebbe essere inizialmente singolo e successivamente multiplo in caso di frattura del nucleo, della blindatura o di entrambi) che può essere penetrante o perforante (a seconda dei casi), costituente il c.d. "canale vulnerante" (N.B. si ricorda a tutti che il canale vulnerante NON ha la forma di un cilindro perfetto, poichè i tessuti COLLASSANO su se stessi DOPO il passaggio del proiettile, per cui la tesi "proiettile grosso UGUALE foro grosso" è un emerita FESSERIA, priva di basi scientifiche, e valida solo per quegli individui che hanno il cervello MOLTO ristretto !!)
- zona (area) di necrosi primaria (o immediata) = a causa della violenta decelerazione, il proiettile genera una zona detta di necrosi primaria su una superificie che si estende per circa 2 cm dal bordo più esterno del canale vulnerante (N.B. il prelievo di campioni istologici mette immediatamente in evidenza la morte delle strutture cellulari presenti in questa area)
- zona (area) di necrosi secondaria (o posticipata) = a causa della violenta decelerazione, il proiettile genera una zona detta di necrosi secondaria su una superficie che si estende per circa 7cm dal bordo esterno del canale vulnerante (N.B. l'analisi di una ferita in un soggetto che è sopravvissuto mette in evidenza la morte delle strutture cellulari a 3 - 4 giorni di distanza dal verificarsi del trauma)


Con specifico riferimento al fenomeno cavitario temporaneo va poi aggiunto che


- la cavità temporanea  ha un diametro MASSIMO pari a circa 7 - 10 volte quello del calibro originario del proiettile (N.B. viceversa, per le armi lunghe il diametro massimo oscilla tra le 20 e le 25 volte il calibro iniziale) e permane per circa 5 millisecondi prima di SCOMPARIRE completamente (N.B. onde evitare stupidi equivoci va detto che il tessuto compreso dentro la cavità temporanea NON va mai tutto automaticamente distrutto !!)
- la lesione connessa alla comparsa del fenomeno cavitario temporaneo è causata della violenta decelerazione del proiettile, il quale genera (N.B. nella sola sua porzione apicale, cioè su pochi millimetri quadrati) una pressione oscillante tra le 100 e le 200 atmosfere nella porzione direttamente a contatto con i tessuti
- ogni lesione connessa al fenomeno cavitario temporaneo, e rilevante sotto il profilo fisiopatologico, dipende SOLO ed esclusivamente dall'effettiva elasticità del tessuto colpito, nel senso che, tanto per fare un esempio (a parità di agente balistico) quello che in un muscolo causa solo un trauma di lieve entità, nel fegato si rivela letale (N.B. questo a meno che la velocità di impatto dell'agente balistico non sia talmente elevata che i tessuti, anche se  fortmente elastici, vengono stirati oltre il loro limite naturale di elasticità e, quindi, irrimediabilmente lacerati !!


§4 - richiami essenziali alla struttura del sistema circolatorio per la compresione degli effetti del fenomeno cavitario temporaneo


In maniera alquanto rozza ed atecnica, il sistema circolatorio può essere definito come un circuito chiuso in cui sono presenti una pompa ed un inseme di tubi. Ovviamente, la "pompa" è rappresentata dal muscolo cardiaco, mentre i "tubi" sono rappresentati dalle vene e dalle arterie. I tubi sono assolutamente stagni al loro contenuto, cioè il sangue, con l'unica eccezione dei capillari, dove questa condizione di impermabilità e separazione viene meno. Più precisamente, possiamo dire che  :

- le arterie rapresentano i c.d. vasi di trasporto
- le vene rappresentano i c.d. vasi di capacitanza
- le arteriole, che rappresentano, al pari delle venule, i c.d. vasi di resistenza
- i capillari rappresentano i c.d. vasi di scambio

Tutto il sistema è rigidamente CHIUSO e SEPARATO, nel senso che il sangue RICCO di ossigeno, cioè quello presente nelle arterie, NON entra MAI in contatto con quello POVERO di ossigeno, cioè quello presente nelle vene. Dunque, il sangue ricco di ossigeno sarà presente in :

- arterie di grosso calibro
- arterie di medio calibro
- arterie di piccolo calibro o arteriole

Analogamente, il sangue povero di ossigeno sarà presente in  :

- vene di grosso calibro
- vene di medio calibro
- vene di piccolo calibro
- venule


segue - caratteristiche morfologiche e strutturali dei vasi sanguigni



A livello strutturale, i diversi vasi sangugni risultano più o meno caratterizzati dalla presenza dei seguenti elementi  :


- fibre muscolari lisce
- membrana basale
- cellule endoteliali
- fibre elastiche
- fibre connettive
- tonaca avventizia


Più precisamente, a parte i capillari che sono costituiti essenzialmente da una  piccola massa di cellule endoteliali sovrapposta ad una membrana basale, i restanti vasi sanguigni incorporano, in misura minore o maggiore, tutti gli elementi strutturali indicati in precedenza. A titolo di esempio, si può dire che mentre nelle arterie le fibre elastiche prevalgono sulle fibre muscolari liscie, nelle arteriole si verifica la situazione opposta.


Tipo di vaso
Elemento tipico
arterie di grosso calibro
elastico
arterie di medio calibro
elastico - muscolare
arteriole
muscolare
capillari
cellule endoteliali
venule
muscolare
piccole e medie vene
connettivo - elastico
grandi vene
connettivo


Da un punto di vista generale, si può dire che nelle grosse arterie prevale  l'elemento elastico che serve per generare il c.d. effetto mantice, cioè per tenere la pressione arteriosa a livelli sufficientemente elevati. Nelle arteriole prevale l'elemento muscolare liscio, che serve per regolare la resistenza del flusso sanguigno. Nei capillari è presente un membrana basale che fa da supporto ad un rivestimento di cellule endoteliali, in grado di conferire una capacità di scambio con il c.d. liquido interstiziale (V. più oltre). Infine, venule e vene possiedono una porzione variabile di fibre elastiche e fibre collagene, che le rendono in grado di contenere un notevole volume di sangue. Un'altra cosa importante da sottolineare è che TUTTO il sistema circolatorio è rivestito in maniera CONTINUA da cellule endoteliali, la cui caratteristica principale è quella di essere estremamente LISCIO . Il fatto che questo rivestimento sia estemamente liscio è importante  perchè evita qualsivoglia fenomeno di adesione delle piastrine e, dunque, la formazione di (pericolosi) coaguli .


segue - cenni sulla presenza delle fibre muscolari lisce



Parlando di struttura del sistema circolatorio, non si può dimenticare il fatto che TUTTI i vasi (N.B. con la sola eccezione dei capillari !!) sono dotati di cellule muscolari lisce innervate da fibre (nervose) efferenti dal Sistema Nervoso Simpatico. Un aspetto importante da segnalare è che l'effetto di contrazione della muscolatura liscia dipende da sia dalla proporzione che dalla disposizione di queste fibre nervose. Due esempi possono meglio chiarire questa situazione. Nelle arteriole lo spessore dello strato muscolare è PARI al c.d. lume del vaso e le fibre sono disposte lungo TUTTA la circonferenza, per cui la contrazione muscolare restringe il vaso, riduce il lume e, in ultima analisi, REGOLA la resistenza idraulica. Ancora, nelle grosse vene le fibre muscolari sono SCARSE e si inseriscono su specifici elementi elastici e connettivi assumendo un verso PARALLELO alla lunghezza del vaso. Questa condizione è del tutto peculiare e consente, tra l'altro, di regolare a zero il lume del vaso qualora dovesse essere necessario.


segue - apparato circolatorio e controllo nervoso



Come si è già sottolineato in precedenza, TUTTI i vasi (N.B. ad esclusione dei capillari) sono innervati e, in particolare, sono innervati da terminazioni efferenti postgangliari del Sistema Nervoso Simpatico che liberano noradrenalina. Il Sistema Nervoso Simpatico manda una scarica (cioè un segnale elettrico) CONTINUA e a  BASSA frequenza regolata dal c.d. centro vasomotore del cervello, la cui attività è controllata dai riflessi cardiovascolari e dall'ipotalamo. L'importenza VITALE della presenza di questo impulso elettrico proveniente dal cervello, è dimostrata dal fatto che se l'agente balistico dovesse attingere il midollo spinale a livello toracico o cervicale, la pressione arteriosa crollerebbe IMMEDIATAMENTE a valori INCOMPATIBILI con la sopravvivenza (N.B. di norma si attesta su di una media di 40 mmHg). In casi del genere si vede letterlamente una persona "...afflosciarsi su se stessa..." e cadere a terra inanimata. Se il soggetto colpito riesce a sopravvivere alla fase di shock, cosa abbastanza difficile perchè queste lesioni sono quasi sempre letali, gradualmente l'autoregolazione dei tessuti riprende il sopravvento e la pressione viene riportata a livelli normali.


segue - i capillari



Il sistema circolatorio può essere concepito come un sistema di trasporto la cui funzione è qualla di caricare e scaricare specifici materiali, SENZA perderli durante il tragitto. Per questo motivo, tutti i vasi sono impermeabili, ad eccezione dei capillari che costituiscono i c.d. vasi di scambio. In altri termini, il sistema circolatorio è completato, nella sua parte di calibro minore, dalla c.d. "rete capillare". Come abbiamo appena detto, essa differisce da tutto il resto del sistema circolatorio perchè le sue pareti NON sono completamente impermeabili, dal momento che acqua e soluti possono scambiarsi fra il plasma ed il liquido interstiziale. Più precisamente, a livello della rete capillare, si può verificare una filtrazione od un riassorbimento di acqua. In condizioni normali la filtrazione prevale leggermente e l'acqua in eccesso va a formare la linfa. A livello capillare, la pressione del sangue è regolata dal rapporto tra resistenze arteriolari e venulari, ed il suo valore è essenziale per determinare il livello del flusso di acqua tra i compartimenti intravasale ed extravasale. Questa funzione è importantissima perchè contribuisce, a breve termine, alla regolazione del volume totale del sangue circolante.


§5 - morfologia e funzione del microcircolo


Con il termine microcircolo, si intende genericamente una singola porzione (normalmente molto piccola) della rete capillare. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la morfologia del microcircolo NON è uniforme. Di norma, da un sistema di arteriole muscolari, si passa ad arteriole terminali dotate di muscolatura liscia ma scarsamente innervate e, infine, a moduli capillari.. Un modulo capillare è di norma composto dai seguenti elementi  :

- una arteriola
- una venula
- degli sfinteri precapillari
- un capillare c.d. "preferenziale"
- una anastomosi artero - venosa
- dei capillari c.d. "veri"

Gli sfinteri precapillari non sono altro che delle cellule mioepiteliali che regolano l'ingresso ai singoli tubi capillari. La loro attività è ritmica, con una frequenza di circa 15 Hertz, ma va però detto che esistono anche tutta una serie di fattori locali che influiscono sulla'apertura e sulla chiusura dei capillari.  La anastomosi artero-venosa è una struttura particolare (N.B. di norma è presente nella cute, ma è presente anche in altri tessuti) che è posta PRIMA della rete dei tubicini capillari e che, in caso di apertura,  è in  grado di cortocircuitare l'intero modulo capillare. In altre parole il modulo capillare non è una struttura sempre uguale, ma che subisce gli effetti di una regolazione a livello locale MOLTO sofisticata. Se tutti i capillari sono aperti, la distanza tra le cellule è relativamente alta, mentre se sono chiusi la distanza intercellulare è relativamente bassa. Dal momento che gli scambi avvengono per DIFFUSIONE, la DISTANZA  intercellulare determina la velocità di diffusione. Inoltre, più aumenta la densità capillare, più aumenta, a parità di tempo, la quantità di ossigeno che viene estratto a livello locale.


segue - struttura dei capillari


In medicina si distinguono di norma tre tipi di capillari. Essi sono  :


- continuo
- finestrato
- discontinuo

Tipo
Caratteristica
Localizzazione
continuo
giunzioni intercellulari
muscolo, cute, polmoni, tessuti adiposo, connettivo, nervoso
finestrato
finestre circolari dotate di diaframma
tessuti destinati agli scambi idrici
discontinuo
intervalli intercellulari
midollo osseo, milza, fegato


In linea del tutto generale, il capillare può essere definito come una sorta di tubicino lungo 0,5 - 1mm, con diametro di 5 - 8 micron. La loro parete è costituita da una lamina basale e da un SOLO strato di cellule epiteliali. Per dare un idea pratica delle dimensioni, si rifletta sul fatto che due o tre cellule endoteliali ne racchiudono l'intera circonferenza. I margini delle cellule endoteliali si sovrappongono ma NON si uniscono completamente, e formano delle giunzioni intercellulari attraverso le quali avviene la diffusione dell'acqua e dei materiali disciolti. Questi canali microscopici, parzialmente ostruiti da fibre di collagene, sono normalmente definiti come pori della membrana capillare . Le cellule endoteliali presentano numerosi vacuoli che possono aprirsi verso il capillare o verso la membrana basale. La superficie ineterna dei capillari è ricoperta da un rivestimento continuo chiamato glicocalice. Si tratta di un reticolo particolarmente complesso di molecole filametose che contribuiscono a regolare la permeabilità del singolo capillare. La lamina basale avvolge i capillari dall'esterno ed è costituita essenzialmente da fibre di collagene, e conferisce alla struttura del capillare una certa resistenza alla distensione.



§6 - ampliamento della zona di necrosi secondaria in seguito all'annichilazione delle strutture cellulari ed alla distruzione locale del sistema microcirolatorio


Dopo avere chiarito la struttura del microcircolo, si può tentare di comprendere meglio gli effetti della cavità temporanea in caso di impatto di  un agente balistico lanciato ad altisisma velocità. Per essere più precisi, si può dire che in una simile situazione si ha un ampliamento delle zone di necrosi primaria e secondaria dovuto all'annichilazione dell'architettura cellulare ed alla lesione (localizzata) del sistema microcircolatorio. Cerchiamo di analizzare più nel dettaglio questi due fenomeni.


segue - annichilazione (distruzione) localizzata dell'architettura cellulare



In fisiologia è notorio il fatto che i tessuti biologici (rectius, i tessuti biologici umani) sono ricchissimi di acqua, elemento fondamentale per il corretto svolgimento di tutta quella miriade di processi che vengono esplicati in ogni secondo dal corpo umano. Questa osservazione, apparentemente molto banale (N.B. l'osservazione è banale non solo perchè rientra nelle cognizioni degli studenti del primo anno di Medicina & Chirurgia, piuttosto che di Biologia, ma anche perchè è conosciuta da moltissimi individui in possesso di media cultura !! ), consente di spiegare perchè  l'interazione tra un agente balistico lanciato a velocità supersonica con quest'acqua esplica effetti distruttivi sui tessuti medesimi. L'acqua, come tutti i fluidi è (pressochè) incomprimibile, e l'azione di compressione effettuata dall'agente balistico altro non produce che dei profondi stiramenti tissutali che vanno ben OLTRE il limite di elasticità del tessuto attinto!! Più precisamente, il passaggio di un agente balistico a velocità supersonica (N.B. più precisamente bisognerebbe parlare di un agente balistico che viene bruscamente decelerato, passando da una velocità supersonica ad una velocità prossima a zero !!) crea una perturbazione pressoria che si trasmette attraverso l'acqua contenuta nei tessuti. Questa perturbazione si muove in AVANTI (N.B. cioè insieme al proiettile e non prima del proeittile !!) a causa del moto di avanzamento del proiettile e RADIALMENTE a causa del moto di rotazione assiale del proiettile medesimo. Per essere più precisi, questa perturbazione fa in modo che si vengano a generare degli stiramenti radiali che si vanno a localizzare INTORNO al canale vulnerante. Tracce più o meno evidenti di questi stiramenti tissutali sono rinvenibili in forma quanto mai eterogenea durante l'esame autoptico. In alcuni casi è possibile notare che l'organo od il tessuto colpito appare essere del tutto privo della forma o del volume originari. In altri casi è possibile notare delle vere e proprie lacerazioni, disposte radialmente, che interessano porzioni più o meno lunghe (ampie) di tessuto o di tessuti di varia natura. In altri casi, viceversa, è possibile notare, attorno al canale vulnerante, del tessuto che appare come "...completamente diverso..." rispetto a quello circostante per forma, colore o conformazione.


                                                                    ATTENZIONE !!

L'INTERAZIONE TRA ACQUA ED AGENTE BALISTICO E' VISTA DALLA MEDICINA ATTUALE COME UNA DELLE CAUSE RESPONSABILI DELL'ESTENSIONE ABNORME DELLA ZONA DI NECROSI SECONDARIA NEI TESSUTI BIOLOGICI ATTINTI DA UN AGENTE BALISTICO LANCIATO A VELOCITA' FORTEMENTE SUPERSONICA .



In ogni caso, quello che è importante segnalare è che la compressione dell'acqua contenuta nei tessuti contro le strutture cellulari che la contengono è ESTREMAMENTE violenta (N.B. e soprattutto repentina, perchè avvine in tempi dell'ordine dei millisecondi !!) ed è tale da determinare lo sfaldamento di queste strutture. A questo proposito, alcune fonti bibliografiche parlano di "...annichilazione delle strutture cellulari per lesione indiretta..." , termine che, anche se non molto scientifico, ben riesce a spiegare la gravità di un fenomeno che inizia con una compressione (N.B. violentissima e ben oltre quello che comunemente si riesce ad immaginare !!) dell'acqua contenuta nei tessuti e termina con la morte delle cellule endoeliali presenti in questi distretti corporei .


segue - lesione (distruzione)  localizzata del sistema microcircolatorio



Oltre  alla distruzione localizzata delle strutture cellulari più minute causata dalla compressione dell'acqua presente all'interno dei medesimi tessuti, il passaggio di una agente balistico a velocità supersonica determina un ulteriore effetto distruttivo a carico dei moduli capillari. Come abbiamo visto in precedenza, i moduli capillari sono strutture che pur essendo apparentemente semplici (V. voce a se), svolgono in realtà un'attività vitale costituita dalla c.d. "funzione di scambio". Analogamente a quanto detto in precedenza, anche in questo caso occorre porre la propria attenzione sul fatto che il passaggio di un agente balistico in fase di violenta decelerazione (N.B. perchè esso sta decelerando da una velocità ampiamente supersonica ad una prossima allo zero !!) crea una perturbazione pressoria che si trasmette attraverso i tessuti circostanti al canale vulnerante. Questa perturbazione si muove sia in AVANTI a causa del moto di avanzamento del proiettile, sia RADIALMENTE a causa del moto di rotazione assiale del proiettile medesimo. Ancora, questa perturbazione si trasmette non solo all'acqua contenuta nei tessuti, ma riesce ad alterare, seppur per un tempo ridottissimo  la condizione di riposo (N.B. qui il termine "riposo" va inteso in senso molto generico !!) in cui normalmente si trovano i tessuti. Per essere più precisi, questa perturbazione fa in modo che si vengano a generare degli stiramenti radiali che si vanno a localizzare INTORNO al canale vulnerante. Diversamente da quello che è possibile vedere nella zona di necrosi primaria,  in questo caso non è possibile osservare nulla di particolare, per lo meno a livello visivo (N.B. viceversa, nel caso della zona di necrosi primaria, tracce più o meno evidenti di questi stiramenti tissutali sono rinvenibili in forma quanto mai eterogenea). Tuttavia, questi stiramenti radiali sono in grado di allungare i tessuti OLTRE il loro limite di elasticiatà naturale e, con specifico riferimento ai moduli capillari, l'azione di stiramento è tale da distruggerne la struttura. Quando avviene prestato il primo soccorso, questi tessuti appaiono ancora vivi e vitali, mentre in realtà si tratta di una condizione meramente apparente (N.B. in leteratura sono noti casi di toracotomie d'urgenza in cui il tessuto polmonare appariva leso solo in minima parte, mentre in realtà la lesione era ben più grave del previsto) !! Entro 24 - 48 ore (e fino a 96 ore in alcuni casi) dal trauma, i tessuti circostanti al canale vulnerante che apparivano esteriormente vitali, inizieranno a diventare necrotici (o lo sono già divenuti nelle 12 - 24 ore precedenti in tutto  o in parte !!), ed è necessario intervenire chirurgicamente per rimuoverli. Questo è il motivo per cui nel caso di lesioni causate da munizioni impiegate nei moderni fucili d'assalto, se il soggetto colpito sopravvive è necessario tenerlo sotto STRETTA osservazione per almeno 96 ore dal trauma. Numerosi sono stati  casi di individui che erano stati curati per ferite apparentemente banali in distretti corporei non particolarmente critici, ma ch sono poi deceduti dopo pochi giorni di distanza dal trauma per sepsi generalizzata !!


                                                                   ATTENZIONE !!

LA DISTRUZIONE LOCALIZZATA DEI MODULI CAPILLARI E' VISTA DALLA MEDICINA ATTUALE COME UNA DELLE CAUSE RESPONSABILI DELL'ESTENSIONE ABNORME DELLA ZONA DI NECROSI SECONDARIA NEI TESSUTI BIOLOGICI ATTINTI DA UN AGENTE BALISTICO LANCIATO A VELOCITA' FORTEMENTE SUPERSONICA .


Il motivo di questi decessi improvvisi va ricercato nel fatto che i medici avevano sottovalutato la presenza e la successiva diffusione della zona di necrosi secondaria, che invece è sempre presente (N.B. anche se non immediatamente visibile) nel caso di lesioni causate da munizioni con velocità alla bocca più che DOPPIA rispetto a quella del suono nel'aria (N.B. e dunque come il 7,62mm NATO, il 5,56mm NATO, il 7,62x39 Sovietico e, più in generale, tutte le munizioni da guerra, per non dimenticare la quasi totalità delle munizioni per impiego venatorio). Simili conseguenze si possono verificare specie se il chirurgo che si trova di fronte ad una specifica ferita non ha una conoscenza approfondita degli effetti terminali tipici delle munizioni dei fucili d'assalto. Chi è stato in zona di guerra ha una migliore esperienza in questo settore, e sa muoversi con maggiore sicurezza e velocità nell'immediatezza del fatto. Detto questo va aggiunto che si trascina ormai da oltre 80 anni la discussione sul modus operandi più corretto per trattare simili lesioni. Se da un lato c'è chi afferma la necessità di intervenire in maniera alquanto invesiva ed asportare il prima possibile anche quel tessuto che sembra essere vitale (N.B. questa tesi è motivata dal fatto che ci sono stati casi in cui non si è asportato  del tessuto che appriva essere vitale, mentre poi ci sono stati fenomeni di sepsi generalizzata a causa della comparsa improvvisa di un'ampia zona di necrosi secondaria !!), dall'altro c'è invece chi afferma che l'asportazione deve essere solo parziale e deve essere seguita da un'attenza osservazione della lesione nelle 48 - 96 ore successive all'intervento (N.B. questa tesi è motivata dal fatto che ci sono stati casi in cui si è proceduto effettivamente in maniera eccessivamente invasiva e si è asportato  troppo tessuto che poteva essere lasciato in  loco !!).


§7 - cenni ad alcune fonti bibliografiche utili


Alcune fonti di riferimento scientifiche (N.B. non pagliacciate partorite dal solito "esperto di tutto e niente"!!) contenenti alcune osservazioni critiche circa  l'aumento del fenomeno cavitario temporaneo all'aumentare della velocità alla bocca dei proiettili sono le seguenti (N.B. l'elenco non è esaustivo) :


- Harvey / Korr / McMillen / Oster, Secondary damage in wounding due to pressure changes accompanying the passage of high velocity missile, Surgery, vol. 21, pp. 218 - 239, 1946
- Janzon / Seeman, Muscle devitalization in high energy missile wounds ad its dependence on energy transfer, Journal of trauma, vol. 25, pp. 138 - 144, 1985
- Katrov / Kjossev / Losanoff / Losanoff / Mironov / Velitchkov, Delayed small bowel injury as a result of penetrating extraperitoneal high - velocity ballistic trauma to the abdomen, Journal of trauma, vol. 48, pp. 169 - 170, 2000
- Kurtzke / Richards / Schwartzbach / Trask, Massive orthopedic, vascular and soft-tissue wounds from military type assault weapon, Journal of trauma, vol. 38, pp. 428 - 431, 1995
- Knudsen / Nissen / Rasmussen / Vignaes, Terminal ballistics of 7.62 mm NATO bullets - experiments in ordnance gelatin, International journal of legal medicine, vol. 108, pp. 62 - 67, 1995
- Mittal / Sasaki, Small bowel laceration from a penetrating extraperitoneal gunshot wound: a case report, Journal of trauma, vol. 39, pp. 602 - 604, 1995
- Ziervogel, A study of muscle damage caused by the 7.62 NATO rifle, Acta Chirurgica Scandinavica, vol. 589, pp. 131 - 135, 1979


Buona lettura !!