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SEMPLIFICAZIONI E SPECIFICAZIONI


§ 1 - specificazioni


Quando si parla di balistica terminale in ambiente non professionali, si sente spesso parlare del binomio potere d'arresto / letalità. Questi due termini, di origine non scientifica ma puramente giornalistica, hanno il seguente significato:


- il potere d'arresto (stopping power) = è la capacità di un qualsiasi proiettile di rendere innocuo un aggressore determinato, inibendone le azioni, ma senza ucciderlo
- la letalità (killing power) = è la capacità di un qualsiasi proiettile di uccidere un essere umano (o, più in generale, un qualsiasi organismo biologico)


Questa assurda dicotomia ha la sua origine in una certa subcultura, prettamente nordamericana, secondo la quale "...solo i cattivi sparano per uccidere, mentre i buoni sparano per immobilizzare o invalidare...". Si tratta di un'assurdità che non ha alcuna ragione di esistere per il semplice fatto che è priva di qualsivoglia fondamento scientifico. In primo luogo perchè tutte le armi (o meglio, tutte le munizioni impiegate dalle armi attualmente in circolazione) possono uccidere con sorprendente facilità e, quindi, "...rendere innocuo..." qualsiasi aggressore a prescindere da quella che possa essere a sua dose di determinazione!! Tanto per fare un esempio, una cartuccia secondo molti esperti "...del tutto inefficace ai fini della difesa personale o dell'impiego professionale..." come il .22 LR, da quando esiste, ha ucciso centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo!! Certo, il .22 LR non uccide con la stessa velocità con cui potrebbe uccidere una cartuccia calibro .357 Magnum con un caricamento destinato all'uso professionale (N.B. perchè diversa è l'energia cinetica in gioco e quindi diversa e la lesione tissutale), ma pensare che il .22LR sia innnocuo è del tutto sbagliato. Ancora, una cartuccia che secondo molti esperti andrebbe considerata  "...stupida e superata..." come il .38 Special, ha una enorme pericolosità, e provoca ferite mortali in moltissime occasioni (N.B. fondamentalmente perchè il proiettile, anche se non espansivo, si ribalta lungo l'asse longitudinale più volte dopo essere penetrato nel corpo umano !!). In secondo luogo, perchè nella letteratura medica attualmente conosciuta non vi è nessuna traccia del concetto di potere d'arresto ne, più in generale, esistono fonti bibliografiche che facciano riferimento alla già citata dicotomia tra potere d'arresto e letalità. Come sanno anche gli studenti della Facoltà di Medicina ai primi anni di corso, i manuali istituzionali di anatomia patologica o di medicina legale parlano di concetti come "lesività da agente balistico", "lesività", "lesività da arma da fuoco", mentre nessun manuale parla di potere d'arresto!! In alcuni manuali di medicina militare vi sono generici  riferimenti al concetto di "letalità", concetto che però non è inteso nel senso giornalistico attuale, bensì come sinonimo del concetto di lesività. Si badi bene che questo avviene non solo nei manuali in lingua italiana, ma in qualsiasi manuale universitario o post-universiatario scritto in qualsiasi lingua (N.B. questo a meno che qualche medico non si sia "venduto" a qualche testata giornalistica ed abbia accettato di propagandare certe idee)!! Il motivo risiede nel fatto che il concetto di potere d'arresto è un'invenzione giornalistica (N.B. in particolare di quei giornalisti che lavorano per le c.d. riviste di settore), e NON il frutto di una seria analisi medico-scientifica. Certo, per semplicità si può anche parlare di "...potere d'arresto più o meno elevato...", pur con la cognizione che non si tratta di un termine scientificamente corretto e che si dovrebbe parlare di "...lesività più o meno concentrata..." o, più in generale, di lesività. Fatta questa importante precisazione, è chiaro che cadono miseramente tutte quelle fesserie pseudo-scientifche, a più riprese propagandate da certi ambienti giornalistici, destinate a "...calcolare il potere d'arresto dei proiettili..."!! In primo luogo, dal momento che il potere d'arresto NON esiste (fisicamente o scientificamente), NON sarà possibile calcolarlo in nessun modo!! In secondo luogo, sarà viceversa doveroso parlare di lesività e del modo in cui essa si manifesta sui tessuti biologici. In terzo luogo, va ricordato come le formule per "...calcolare il potere d'arresto..." che di volta in volta compaiono sulle riviste specializzate, sono solo il frutto delle miopia intellettuale e del razzismo ideologico dei loro creatori!! Detto in altri termini, chi crea queste "...formule magiche..." (N.B. a prescindere che si tratti di persone, enti o istituzioni di qualsiasi natura !!) NON lo fa mai in maniera scientifica e razionale, ma SOLO ed ESCLUSIVAMENTE per fare risultare "...migliore del mondo..." il suo calibro preferito. Per rendersene conto, basta pensare alle fesserie partorite da Jeff Cooper e dai suoi seguaci, o alle castronerie dei sostenitori della c.d. teoria della penetrazione, che nulla avevano di scientifico ma che continuano a fare danni (sotto il profilo della razionalità scientifica) ancora oggi!! Va poi aggiunto che TUTTE queste "...formule per il calcolo del potere d'arresto..." hanno due enormi tare scientifiche, le quali possono essere così riassunte:


- mescolano in maniera molto stupida parametri presi a caso per il solo scopo di soddisfare le idee demenziali del loro creatore, originando così dei veri e propri "aborti scientifici" che non riescono a superare la verifica dimensionale (N.B. la verifica dimensionale è un'operazione logico-matematica per cui l'unità di misura di una certa grandezza deve essere congruente con tutte le unità di misura impiegate nell'ambito di quell'equazione da cui quella stessa unità di misura deriva!! In altre parole, non si può mescolare a caso chilogrammi con metri al secondo e con joule e pretendere di ottenere un numero "puro", cioè un coefficiente numerico privo di unità di misura!! Tutte le formule predittive del potere d'arresto violano questo principio, per cui non solo lasciano il tempo che trovano, ma la dicono tutta sulla profonda ignoranza di chi le ha prodotte !!)

- nessuna di queste formule considera l'esatta tipologia del tessuto colpito e nemmeno l'energia cinetica con cui quello stesso tessuto viene attinto


In altre parole, chi è ossessionato dal diametro iniziale del proiettile racconterà a tutti che il calibro più efficiente è quello più grande perchè gli altri "...fanno solo il solletico..." ad un avversario determinato ad uccidere (N.B. due conflitti mondiali ed innumerevoli guerre dimostrano esattamente il contrario !!). Altri, ossessionati dall'idea della penetrazione sosterranno che il calibro migliore è quello capace di penetrare più degli altri perchè "...penetrare in profondità è importante..." perchè è importante causare una copiosa emorragia se si vuole uscire vincitori da uno scontro a fuoco (N.B. non è assolutamente vero perchè sono molto più importanti i danni alle strutture anatomiche e neurologiche che non quelli all'apparato circolatorio )


§ 2 - classificazione tipologica dei meccanismi lesivi esplicabili dai proiettili


La medicina moderna concorda circa il fatto che un proiettile può lesionare i tessuti umani con uno o più dei seguenti meccanismi lesivi :

- ablazione
- penetrazione
- stiramento

Cominciando con l'ABLAZIONE, essa è l'effetto per il quale un corpo estraneo di elevata densità (cioè con una densità superiore a quella dei tessuti biologici) taglia, in tutto o in parte, porzioni tissutali più o meno estese. Si tratta di un meccanismo lesivo di eccezionale GRAVITA' che è tipico degli strumenti da punta e da taglio. In altre parole, si tratta dello stesso meccanismo per cui la freccia lanciata da un arco, e dotata di un'energia cinetica inferiore a quella di una cartuccia calibro .38 Special, è in grado di uccidere con incredibile rapidità un alce nordamericano del peso di oltre 900 Kg!! Premesso questo, va aggiunto che con specifico riferimento ai proiettili, il fenomeno (o effetto) ablativo  è molto RARO nei proiettili, a prescindere che si tratti di munizionamento per arma corta o lunga. Le eccezioni di maggior rilievo sono rappresentate dalle munizioni a pallettoni per il fucile a canna liscia, specie se capaci di creare rosate molto concentrate (N.B. si pensi ad un cartuccia caricata a pallettoni di tipo 11/0), oppure dalle munizioni per arma corta con il nucleo pre-frammentato (N.B. si pensi ad una cartuccia come il Glaser "Safety Slug" che produce lo stesso effetto di una cartucia di tipo #00 buck ma su scala ridotta). Recentemente alcune aziende produttrici di munizioni hanno tentato di inserire l'effetto ablativo in alcune cartucce per arma corta, com'è avvenuto ad esempio per il Remington "Golden Saber" od il Winchester "Black Talon". Un altro esempio importante è rappresentato dal c.d proiettile tubolare realizzato anni orsono dalla PMC / El Dorado Cartridges ma attualmente scomaprso dalla circolazione. C'è però da dire che l'effetto ablativo di questi proiettili di recente concezione è comunque INFERIORE a quello tipico delle cartucce a pallettoni. Per quanto attiene alla PENETRAZIONE, essa  risulta associata al c.d. fenomeno cavitario permanente ed è comunemente esplicato da ogni tipo di proiettile. Essa sarà tanto più grave quanto maggiore è il diametro FINALE del proiettile. Per questo motivo esso è considerato come "...il più certo..." nel contesto dell'analisi balistica terminale. Ad ogni modo non bisogna incorrere nell'equivoco che "...se la cavità permanente è piccola, il proiettile non può uccidere...", perchè la cartuccia calibro .22 LR produce una cavità permanente piccolissima (cioè di volume esiguo) ma ha ucciso migliaia di persone in tutto il mondo !! Infine, lo STIRAMENTO è l'effetto associato al c.d. fenomeno cavitario temporaneo , il quale deriva dal fatto che l'azione penetrativa del proiettile determina ANCHE un allungamento RADIALE dei tessuti biologici lungo il perimetro ESTERNO della cavità permanente. Questo fenomeno è SEMPRE  presente, ma quasi MAI rilevante sotto il profilo lesivo, perché nella quasi totalità dei casi l’allungamento dei tessuti biologici avviene (normalmente) entro i limiti elastici dei tessuti stessi. A livello pratico ciò significa che, in generale, il tessuto si allunga sotto l’azione del proiettile per poi tornare nella condizione originaria dopo che il passaggio è avvenuto (N.B. normalmente tuto questo avviene in tempi rapidissimi, solitamente inferiori ai 5 millisecondi). Questo però NON significa che la cavità temporanea sia, sempre e comunque, del tutto IRRILEVANTE !! Esistono infatti delle importanti ECCEZIONI rappresentate da alcune tipologie particolari di munizioni :


-    munizioni di tipo magnum per arma corta
-    munizioni a pressione maggiorata (+P) o ad alta pressione (+P +) per arma corta
-    munizioni a rilascio immediato di energia per arma corta
-    munizioni per arma lunga sia a canna liscia, sia a canna rigata


Tutte queste munizioni sono universalmente note per il fatto di generare un fenomeno cavitario temporaneo che va ben al di là di quelli che sono i normali limiti elastici dei tessuti biologici umani. Chiaramente, in caso di utilizzo di tali munizioni, al fenomeno cavitario permanente si va a sommare quello temporaneo, con ovvia amplificazione dell’effetto lesivo globale. Un'altra eccezione è poi rappresentata dalla tipologia del tessuto colpito. Ci sono infatti dei tessuti e degli organi particolari che, se colpiti, subiscono l’immediata formazione del fenomeno cavitario temporaneo, con effetti quasi sempre letali. Questi tessuti (organi) sono :

-    il cervello
-    il fegato
-    i reni

Ricapitolando, il passaggio di un proiettile nel corpo umano determina due tipi di effetti  lesivi : uno è SEMPRE presente, mentre l’altro è presente solo EVENTUALMENTE !! L’effetto lesivo globalmente determinato dal passaggio del proiettile, si ripercuote ovviamente su tutto il resto del corpo, e viene poi trasmesso al sistema nervoso. Naturalmente, per le case costruttrici di munizioni il problema fondamentale è quello di costruire munizioni che impiegano proiettili funzionanti in base ad un meccanismo di trasmissione di energia cinetica che sia il più efficiente possibile, cioè capace di sfruttare l'effetto ablativo, quello penetrativo e quello di stiramento al MASSIMO delle loro potenzialità. E' chiaro che nella realtà le cose non stanno assolutamente in questo modo, poichè le aziende costruttrici di munizioni sono costrette a ricorrere ad una delle soluzioni tecnologiche delineate in questa pagina !! In estrema sintesi ciò signfica che:


- il meccanismo principalmente utilizzato prevede una prevalenza della cavità permanente su quella temporanea (N.B. quindi della penetrazione sullo stiramento)
- è possibile migliorare il meccanismo favorendo una rottura controllata del proiettile in grossi frammenti (N.B. questo aumenta il volume della cavità permanente e, di conseguenza, quello della cavità temporanea che copre sempre un volume maggiore rispetto a quello della cavità permanente)
- si può cercare di privilegiare il fenomeno cavitario temporaneo mettendo in secondo piano quello permanente come accade con i c.d proiettili di tipo iperleggero per arma corta o per le munizioni tipiche dei moderni fucili d'assalto
- si può aumentare i volumi della cavità permanente e temporanea creando agenti balistici che diventano fortemente ipostabili dopo l'impatto con il bersaglio, come accade con certe munizioni per fucile d'assalto
- si può unire il fenomeno ablativo a quelli cavitario permanente e temporaneo com'è stato fatto con alcuni proiettili per arma corta di recente concezione (V. ad esempio il caso del Black - Talon o del Golden Saber)
- si può dare un rilievo maggiormente marcato al fenomeno ablativo come accade con i proiettili a nucleo preframmentato per arma corta o con le munizioni caricate a pallettoni per arma lunga (a canna liscia)


Il proiettile ideale dovrebbe avere la capacità di creare cavità permanenti e temporanee con grosso volume, unite ad un imponente effetto di carattere ablativo (N.B. per le spiegazioni V. la pagina "Semplificazioni e specificazioni" su questo stesso sito), ma dal momento che il proiettile ideal non esisterà mai occorre sapersi accontentare di tutta una serie di compromessi pratici. Tutto questo non significa che l'energia cinetica non esiste e che non abbia alcun rilievo nella spiegazione della formazione delle lesioni causate dai proiettili !!


§ 3 - differenze tra una ferita reale e l'analisi di un proiettile in gelatina balistica


Come abbiamo visto in precedenza, quando un proiettile penetra in un corpo umano (o in un qualsiasi altro tessuto biologico), esso genera due specifici effetti lesivi . Essi sono :


- la c.d cavità permanente (crush cavity, altresì detta permanent crush cavity), che deriva dalla penetrazione del proiettile nel tessuto biologico. Essa assume questo nome poichè è l'unica traccia che rimane, sempre e comunque, DOPO il passagio di un qualsiasi proiettile. La cavità permanente è anche nota come canale vulnerante (hole) o tramite intrabersaglio (missile track)
- la c.d. cavità temporanea (stretch cavity, altresì detta temporary stretch cavity), che deriva dalla deformazione radiale dei tessuti contigui alla cavità permanente. Essa assume questo nome poichè scompare subito dopo che il proiettile è passato, e lascia una traccia che è visibile solo tramite l'analisi in gelatina balistica, mentre è difficilmente individuabile (almeno da chi non è un medico) nei casi concreti


L'esame visuale di una REALE ferita da arma da fuoco (gunshot wound, altresì detta bullet wound) mette  in evidenza la presenza dei seguenti aspetti:


- un foro, normalmente di tipo singolo (ma che potrebbe essere multiplo in caso di frattura del nucleo, della blindatura o di entrambi) che può essere penetrante o perforante (a seconda dei casi), costituente il c.d. canale vulnerante
- a causa della violenta decelerazione, il proiettile genera una zona detta di necrosi primaria su una superificie che si estende per circa 2 cm dal bordo più esterno del canale vulnerante (N.B. il prelievo di campioni istologici mette immediatamente in evidenza la morte delle strutture cellulari presenti in questa area)
- a causa della violenta decelerazione, il proiettile genera una zona detta di necrosi secondaria su una superficie che si estende per circa 7cm dal bordo esterno del canale vulnerante (N.B. l'analisi di una ferita in un soggetto che è sopravvissuto mette in evidenza la morte delle strutture cellulari a 3 - 4 giorni di distanza dal verificarsi del trauma)


Con specifico riferimento al fenomeno cavitario temporaneo va poi aggiunto che


- la cavità temporanea  ha un diametro MASSIMO pari a circa 7 - 10 volte quello del calibro originario del proiettile (N.B. viceversa, per le armi lunghe il diametro massimo oscilla tra le 20 e le 25 volte il calibro iniziale) e permane per circa 5 millisecondi prima di scomparire completamente (N.B. onde evitare stupidi equivoci va detto che il tessuto compreso dentro la cavità temporanea NON va mai tutto automaticamente distrutto !!)
- la lesione connessa alla comparsa del fenomeno cavitario temporaneo è causata della violenta decelerazione del proiettile, il quale genera (N.B. nella sola sua porzione apicale, cioè su pochi millimetri quadrati) una pressione oscillante tra le 100 e le 200 atmosfere nella porzione direttamente a contatto con i tessuti
- ogni lesione connessa al fenomeno cavitario temporaneo, e rilevante sotto il profilo fisiopatologico, dipende SOLO ed esclusivamente dall'effettiva elasticità del tessuto colpito, nel senso che, tanto per fare un esempio (a parità di agente balistico) quello che in un muscolo causa solo un trauma di lieve entità, nel fegato si rivela letale (N.B. questo a meno che la velocità di impatto dell'agente balistico non sia talmente elevata che i tessuti, anche se  fortmente elastici, vengono stirati oltre il loro limite naturale di elasticità e, quindi, irrimediabilmente lacerati !!


§ 4 - semplificazioni



Per cercare di semplificare una vicenda così complessa quale quella dell'interazione tra tessuti biologici e proiettile, occorre cercare di capire  cosa succede veramente quando un proiettile colpisce un CORPO UMANO vivo e vitale. La medicina ci insegna che la capacità lesiva di un qualsiasi proiettile deriva direttamente da due fattori :


-    l’energia cinetica effettivamente scaricata sul bersaglio
-    il tipo di tessuto effettivamente colpito


Dal momento che tutti i proiettili hanno energia (cinetica) sufficiente per insinuarsi nei tessuti biologici, tutti i proiettili sono potenzialmente in grado di uccidere se attingono distretti corporei particolarmente delicati. Supponendo che il posizionamento di un proiettile sia "corretto" (cioè che determini una lesione tissutale in una zona critica), esso potrà esplicare la sua azione lesiva tanto più velocemente quanto è elevata la sua energia cinetica. Chiaramente quello che conta NON è l'energia cinetica alla bocca, ma l'energia cinetica che un proiettile riesce effettivamente a trasmettere sul proprio bersaglio. Un moderno proiettile blindato a punta cava (JHP) trasmette non meno del 95% della propria energia cinetica, mentre un comune proiettile non deformabile (FMJ-RN o anche LRN) ne trasmette circa il 60%. Entrambi sono mortali se colpiscono il tessuto "corretto". L'unica differenza è che il primo (JHP) riesce a danneggiare i tessuti biologici con molta più rapidità del secondo (FMJ-RN), per il semplice fatto che trasmette molta più energia in molto meno tempo. Detto in termini giornalistici, il proiettile del primo tipo "...ha un potere d'arresto superiore rispetto al secondo...". Sotto il profilo fisiopatologico, viceversa, bisognerebbe dire che pur essendo ambo i proiettili in grado di causare la morte di un organismo biologico, il primo può farlo in maniera molto più rapida del secondo a causa del diverso modo con cui è in grado di estrinsecare la sua lesività. Una lesività "...rapida e concentrata..." com'è quella tipica dei proiettili ad alterazione strutturale è da preferirsi, in certi ambiti, a quella "...lenta ed incontrollata..." di proiettili non deformabili o, più precisamente:


- un proiettile (agente balistico) dotato di una lesività "rapida e concentrata" è idoneo a soddisfare le esigenze delle FF.PP. o dei singoli cittadini in possesso di idoneo titolo
- un proiettile (agente balistico) dotato di una lesitivà "lenta ed incontrollata" è idoneo a soddisfare le esigenze delle FF.AA.


La moderna analisi fisiopatologica dimostra come l'energia cinetica ed il modo in cui un proiettile è in grado di trasmetterla al bersaglio colpito è fondamentale per spiegare il meccanismo lesivo dei proiettili, tuttavia NON  bisogna pensare che un proiettile sia tanto più efficiente quanto più aumenta l'energia cinetica posseduta alla bocca!! Studi compiuti in tutto il mondo a partire dagli anni '60 del XX secolo hanno evidenziato come un proiettile con un'energia cinetica alla bocca compresa tra i 50 e gli 80Kgm è ideale per le esigenze delle FF.PP. (o per i cittadini che hanno stringenti necessità in tema di difesa personale). Inoltre, gli stessi studi hanno evidenziato che un qualsiasi proiettile (in qualsiasi calibro) tanto più è veloce a trasferire tutta (o quasi) la sua energia cinetica sul bersaglio, e tanto più risulterà lesivo sotto il profilo fisiopatologico. Ricapitolando quanto già visto in altre pagine di questo stesso sito, il passaggio di un proiettile nel corpo umano determina l’insorgere di una sorta di canale (cioè di una ferita di forma grossolanamente cilindrica), denominato tramite, che può essere :


-    unico o plurimo, a seconda del tipo di munizione impiegata e dal fatto che insorgano o meno fenomeni di frammentazione
-    lineare o non lineare, a seconda che sussistano o meno delle deviazioni dal tragitto originario
-    a fondo cieco o con foro d’uscita a seconda che la modalità di trasmissione dell’energia cinetica determini, o meno, una ferita penetrante


Il tramite costituisce quello che tecnicamente viene definita cavità permanente (crush cavity, o anche permanent crush cavity). Si tratta del fenomeno di gran lunga più importante, anche perché è cagionato da TUTTI i proiettili, per arma lunga o corta, anche da quelli meno efficienti. In altre parole, tutti i proiettili possono bucare un corpo umano, per cui TUTTI i proiettili sono in grado di generare la cavità permanente. Dal punto di vista della lesività, il massimo effetto si ottiene con un proiettile in grado di generare un canale multiplo di tipo non perforante, poichè in questo modo l'nergia cinetica verrà TUTTA trasmessa al bersaglio e verranno lesionate AMPIE porzioni di tessuto (N.B. in questo caso il volume della cavità permanente sarà dunque molto elevato). Chiaramente, i proiettili di calibro maggiore produrranno una cavità permanente maggiore rispetto a quelli di calibro più piccolo. Questa osservazione, già ovvia nel caso dell’impiego di proiettili blindati, in piombo o, comunque, NON ad alterazione strutturale, diventa ancora più chiara se si impiegano proiettili ad alterazione strutturale. Tutto questo, però, NON deve condurre all’assurda teoria per cui “…i proiettili di grosso calibro sono sempre e comunque superiori a quelli di piccolo calibro…” tanto cara a certa cultura americana e a numerosi “…presunti esperti nostrani…”! Infatti, accanto al fenomeno cavitario permanente esiste un ulteriore fenomeni lesivo, legato alla rotazione assiale del proiettile durante la sua azione penetrativa a carico dei tessuti umani. Questo secondo fenomeno genera un effetto noto come  fenomeno cavitario temporaneo (temporary stretch phenomenon). Il fenomeno cavitairo temporaneo, o cavità temporanea (stretch cavity, o anche temporary stretch cavity) che dir si voglia, ha però un’interessante peculiarità. Essa è SEMPRE  presente, ma quasi MAI rilevante sotto il profilo lesivo, perché nella quasi totalità dei casi l’allungamento dei tessuti biologici avviene (normalmente) entro i limiti elastici dei tessuti stessi. Cosa significa tutto questo? Semplicemente che, in generale, il tessuto si allunga sotto l’azione del proiettile per poi tornare nella condizione originaria dopo che il passaggio è avvenuto. Questo però NON significa che la cavità temporanea sia, sempre e comunque, del tutto irrilevante. Esistono infatti delle importanti ECCEZIONI rappresentate o da alcune tipologie particolari di munizioni :(N.B. sono note universalmente per il fatto di generare un fenomeno cavitario temporaneo che va ben al di là di quelli che sono i normali limiti elastici dei tessuti biologici umani) o dalla natura di particolari tessuti che compongono alcuni organi interni (N.B. si pensi al caso del cervello, del fegato o dei reni). Ricapitolando, il passaggio di un proiettile nel corpo umano determina due tipi di effetti  lesivi : uno è SEMPRE presente, mentre l’altro è presente solo EVENTUALMENTE !! Per questo motivo, chi ha la necessità di impiegare un proiettile REALMENTE efficiente deve scegliere un proiettile capace di sviluppare fenomeni cavitari permanente e temporaneo di rilevante entità o, in alte parole, capace di creare cavità permanenti e temporanee di GROSSO volume. si tratta cioè di scegliere :


- o un proiettile capace di espendersi rapidamente e di generare grossi frammenti che vengono lanciati radialmente attorno al canale vulnerante
- o un proiettile  capace raggiungere un diametro finale realmente elevato in riferimento al calibro prescelto


In ogni caso, è ESSENZIALE :


- non usare armi compatte o subcompatte (N.B. limitano TROPPO la velocità alal bocca per qualsiasi calibro !!)
- cercare sempre di impiegare proiettili il più veloci possibile in riferimento al calibro prescelto



§ 5 - scelte razionali per gli appartenenti alle FF.PP.


Nell'ambito delle operazioni condotte dalle FF.PP., così come nel campo della difesa personale, con specifico riferimento alle lesioni causate dal munoizionamento impiegato, le ferite penetranti sono nettamente da preferire su quelle perforanti. Questo per i seguenti motivi :


-    il proiettile deve scaricare sul bersaglio il quantitativo più alto possibile di energia cinetica per massimizzare il proprio effetto (N.B. cosa che non sarebbe possibile in caso di ferita perforante !!)
-    se il proiettile fuoriuscisse, potrebbero essere colpiti dei terzi estranei alla vicenda, con ovvie ripercussioni legali


Si deve quindi optare per un proiettile che sia in grado di penetrare a sufficienza e che possa scaricare il massimo della propria energia cinetica sul bersaglio, nel più breve tempo possibile, ma SENZA fuoriuscirvi!!. In altre parole, il proiettile IDEALE per difesa personale o per le FF. PP. , DEVE essere uno straordinario COMPROMESSO tra tutta una serie di parametri tra di loro apparentemente ANTITETICI, quali :


-    penetrazione (tra i 200 ed i 300mm nella più vasta gamma di condizioni)
-    espansione (sempre massima in riferimento al singolo calibro)
-    robustezza (sempre massima, o in alternativa una frammentazione controllata)
-    cessione di energia (sempre massima)


Resa la cosa di più facile comprensione per tutti, sotto il profilo medico il proiettile ideale deve :


-    creare una cavità permanente il più grande possibile
-    creare una cavità temporanea il più grande possibile
-    espandersi il più possibile senza sbriciolarsi, oppure espandersi e rompersi in pochi, grossi, frammenti
-    non penetrare mai in maniera eccessiva


Perché tutto questo ? Perché se non siete talmente fortunati da inibire il funzionamento del SNC in maniera diretta (cioè con un colpo in grado di danneggiare la scatola cranica od il midollo spinale), siete costretti a farlo in maniera indiretta. Danneggiare il SNC di un aggressore ben determinato è  estremamente DIFFICILE, perché il  cranio (cervello) od il midollo spinale sono bersagli piccoli, sfuggenti, mobili e molto difficili da colpire in un reale scontro a fuoco. Questo significa che è preferibile concentrarsi principalmente sul fatto di danneggiare indirettamente il SNC dell’aggressore. In altre parole, è necessario sovraccaricare il SNC tramite una ferita collocata entro l’organo od il tessuto corretto. Occorre quindi “…imparare a sparare dritto…” tutte le volte che è necessario farlo perché, in uno scontro a fuoco, collocare un colpo d’arma da fuoco direttamente al cervello è (quasi sempre) un’utopia, ed è PREFERIBILE concentrarsi su come mettere i colpi al posto giusto nel momento giusto al fine di inibire, seppur indirettamente, il funzionamento del SNC. Per fare questo, se NON avete più alcuna altenativa e siete costretti a sparare, dovere applicare il seguente schema :


- Fase 1 =  allineate l'arma alla linea di mezzaria dell'aggressore e sparate due colpi al centro del torace. Se ciò non dovesse bloccare l'aggressore, passtae alla Fase 2
- Fase 2 =  usando solo il mirino, sparate uno o due rapidi colpi alla testa o alla regione pelvica. Se  ciò non dovesse essere sufficiente passate alla Fase 3
- Fase 3 =  usando solo il mirino, continuate a sparare colpendo le zone vitali primarie o, se ciò non fosse possibile,  in qualsiasi altra zona utile disponibile. Ricordatevi che uno scontro a fuoco NON è un incontro sportivo, per cui siete tenuti a colpire più volte possibile il vostro aggressore per ridurre a zero la sua volontà criminale prima di essere soppraffatti !!




                                                                                                 ATTENZIONE !!

SE SIETE COSTRETTI AD APPLICARE LA FASE 3 DI QUESTO SCHEMA SIETE MOLTO PROBABILMENTE (PRESSOCHE') MORTI O, AD OGNI MODO,  SIETE IN PESSIME CONDIZIONI FISICHE !!


   

Dal momento che "...dal vivo..." NON c'è mai il tempo per applicare la tecnica di tiro lento mirato (e spesso nemmeno quella di tiro rapido), è essenziale :


- identificare effettivamente l'aggressore come tale (non potete sparare ad un suono o ad un'ombra in maneira casuale !!)
- allinerare la vostra arma  alla linea di mezzaria del vostro aggressore aiutandovi con la visione periferica
- mettere la votra arma idealmente perpendicolare al vostro naso (cioè dovete tenerla più o meno al centro del vostro corpo)
- tenere la vostra arma parallela al terreno (N.B. questo trucco del mestiere vale solo se siete sullo stesso piano su cui si trova l'aggressore, poichè in caso contrario dovete usare le mire o, per lo meno, il mirino !!)


Il fatto di impegare la mezzeria dell'aggressore come punto di riferimento vi consente di collocare facilmente i colpi in posizione prossimale alla SUA colonna vertebrale, e quindi vi fornisce un'elevata possibilità di lesionare il midollo spinale. Premesso che una lesione al midollo spinale immobilizza  IMMEDIATAMENTE chiunque (N.B. non credete a quelle favole da Bar dello Sport del tossicodipendente "che non andava mai giù" anche dopo essere stato colpito con una .44 Magnum, perchè SICURAMENTE era stato colpito in un distretto corporeo non critico !!), sfruttando qeusto principio è facile lesionare altri distretti corporei importanti come :


- il cuore
- i polmoni (N.B. le lesioni ai polmoni possono diventare spesso mortali se non curate in breve tempo, poichè generano condizioni patologiche  molto gravi come quelle legate alla comparsa del pneumotorace o del emopneumotorace)
- l'aorta e le sue varie ramificazioni, specie quelle a livello polmonare
- il nervo vago (N.B. è un nervo che agisce direttamente sul cuore e ne può inibire il funzionamento se lesionato o, comunque, se stimolato bruscamente)


Tutte queste lesioni  si ripercuotono sul Sistema Nervoso Centrale (N.B. per ulteriori spiegazoni, V. Le lesioni d'arma da fuoco sotto il profilo neurologico in questo stesso sito) e, in particolare, sul Sistema ad Attivazione Reticolare, bombardandolo con una serie violentissima di stimoli. Se il trauma dovesse essere eccessivo, il SAR da al cervello “…l’ordine di spegnersi…” (V. la pagina Le lesioni d'arma da fuoco sotto il profilo neurologico in questo stesso sito ), cioè di passare dallo stato di coscienza a quello di incoscienza. Viceversa, se il piazzamento dei colpi non dovesse essere corretto, il trauma non sarà eccessivo e le cose potrebbero mettersi molto male per chi è costretto a difendersi!! Dopo il primo od il secondo colpo “…andati male..” (N.B. cioè collocati in distretti corporei non critici, tali per cui le lesioni generate sono di scarsa importanza !!), solitamente il SNC consente al singolo individuo di reggere all’impatto dei colpi successivi (prima di collassare) anche per 15 - 20 secondi a causa del violento flusso di adrenalina improvvisamente liberata dalle ghiandole surrenali in quell’istante. L’unica cosa che può salvare la vittima di un’aggressione letale in un momento così tragico è un colpo diretto al SNC del suo aggressore che è estremamente difficile da eseguire. In ultima analisi, se appartenete alle FF.PP. dovete imparare ad ogni costo a sparare diritto e a :


- sparare da dietro una solida copertura tutte le volte che è possibile
- sparare e muoversi tutte le volte che è possibile
- sparare frappondendo sempre la maggior distanza possibile tra se e l'aggressore


Ricordate che (nonostante quanto sostenuto a più riprese in Italia e non solo, sulla base di fesserie demenziali di origine nordamericana !!) NON esistono "...calibri migliori del mondo..." o "...proiettili miracolosi...", per cui dovete migliorarvi ogni giorno per diventare un buon tiratore: la prossima volta che sarete chiamato ad usare le armi, potrebbe anche essere l'ultima !!