APPUNTI PER MIGLIORARE LA PRECISIONE DI TIRO
NELLA RICARICA DELLE MUNIZIONI PER ARMA LUNGA
Parte 1 - criteri generali di ottimizzazione
della ricarica
- Raccogliere un numero elevato di bossoli della stessa marca (1)
- Prima ispezione preliminare (2)
- Decapsulamento e ricalibratura (3)
- Pulizia dei bossoli con vibro pulitore (4)
- Estrazione dal vibro pulitore e pulizia della sede dell’innesco, del
foro di vampa e del colletto (5)
- Misurazione della lunghezza totale del bossolo ed esecuzione, eventuale,
delle operazioni di tornitura, sbavatura e rifilatura del colletto
(6)
- Rettifica e ridimensionamento del colletto e dell’angolo
tra spalla e colletto (7)
- Uniformazione del diametro esterno del colletto (8)
- Pesatura e separazione dei bossoli (9)
- Seconda ispezione visiva e tattile (10)
- Innescamento ortogonale (11)
- Dosatura della polvere (12)
- Verifica visiva dei livelli di polvere introdotti (13)
- Inserimento della palla (14)
- Verifica delle capacità di alimentazione della cartuccia così
assemblata (15)
- Verifica della costanza dimensionale della cartuccia (16)
- Verifica della coassialità della cartuccia (17)
- Annotazione di tutti i dati relativi alla cartuccia ricaricata
- Verifica delle prestazioni (18)
- Ripetizione di tutte le operazioni effettuate in precedenza sfruttando
la maggior precisione legata alla deformazione anelastica del bossolo
successiva allo sparo (19)
NOTE TECNICHE
- (1) = per ottenere il massimo della precisione è
necessario che i bossoli siano tutti del medesimo costruttore e, possibilmente,
che appartengano tutti allo stesso lotto. La ragione è che, a parità
di calibro, esistono delle lievi differenze in termini di volumetria interna
da un costruttore all’altro, le quali danno origine a pressioni di esercizio
difformi. Se la pressione di esercizio non è costante si otterrà
una velocità alla bocca a sua volta non costante, il che si tradurrà
automaticamente in mutazioni del punto di impatto. Questa è
la ragione per la quale i bossoli di marche diverse non devono mai essere
mescolati.
- (2) = questa ispezione serve per eliminare tutti i bossoli che presentano
difetti strutturali o dimensionali evidenti e che, per tanto, non possono
essere inclusi nel processo di ricarica
- (3) = i bossoli andranno decapsulati e ricalibrati a seconda della loro
origine. Qualora l’origine fosse IGNOTA, è necessario utilizzare
una matrice di ricalibratura totale (full resizing die). Viceversa
qualora l’origine dei bossoli fosse NOTA, ossia quando i bossoli provengono
dalla stessa arma nella quale verranno utilizzate le ricariche, sarà
possibile utilizzare una matrice di ricalibratura parziale (neck resizing
die, altresì nota come collet resizing die)
- (4) = dopo le operazioni di ricalibratura i bossoli devono essere puliti
nella maniera migliore possibile tramite l’ausilio di un vibro pulitore.
La durata delle operazioni di pulizia varia da caso a caso, a seconda
che i bossoli siano più o meno sporchi od ossidati. Al fine
di massimizzare la pulizia è necessario che il vibro pulitore sia colmo
di graniglia per almeno i ¾ del suo volume. Inoltre, volendo migliorare
la qualità del lavoro, è consigliabile introdurre alcuni
centilitri di diluente per vernici
- (5) = dopo aver estratto i bossoli dal vibro pulitore è necessario,
in primo luogo procedere alla pulizia della sede dell’innesco al fine
di rimuovere tutte le impurità presenti. Durante questa fase è
buona regola procedere alla rimozione della crimpatura (presente talvolta
nei bossoli di origine militare) ed all’uniformazione della profondità
della sede dell’innesco tramite specifici strumenti (si consiglia il K&M
Services “Primer Pocket Uniformer” con taglienti in carburo di
tungsteno). L’operazione successiva è quella di procedere alla rettifica
del foro di vampa, tramite l’uso di specifici strumenti, qualora ciò
dovesse essere necessario. Se durante questa operazione dovessero essere individuati
dei bossoli con il foro di vampa palesemente fuori asse, è necessario
scartarli, perché un foro di vampa disassato determina una combustione
anomala della polvere (e quindi una velocità alla bocca non costante).
La terza ed ultima operazione da effettuare è la pulizia dell’interno
del colletto, anch’essa necessaria per garantire una combusione uniforme
della polvere.
- (6) = per ottenere il massimo della precisione è
necessario che il bossolo sia tra i 0,025 - 0,050 mm più corto rispetto
alla camera di cartuccia al fine di evitare fenomeni di allungamento
innaturali all’atto dello sparo (N.B. se il bossolo è troppo lungo
all’atto dello sparo forza contro la parte anteriore della camera generando
delle pressioni nettamente superiori alle normali pressioni di esercizio)
- (7) = per ottenere munizioni precise è necessario
utilizzare dei bossoli con il colletto rigido e rettilineo. Per ottenere
questo risultato è necessario, in primo luogo, utilizzare una matrice
in grado di ripristinare le esatte dimensioni del colletto e dell’angolo tra
spalla e colletto. In secondo luogo è necessario provvedere alla rettifica
della parte interna del colletto qualora questa operazione non sia
già stata effettuata o il bossolo sia esente da difetti strutturali.
Vi sono infatti alcuni bossoli che presentano, nella parte interna della
giunzione tra spalla e colletto una estroflessione di materiale (ottone)
in grado di inficiare la corretta fuoriuscita dei gas di sparo. Questo difetto
strutturale deve essere RIMOSSO con gli appositi strumenti perché,
in caso contrario, si vengono a determinare delle turbolenze nei gas di egresso
che rendono incostante la velocità alla bocca, ed una velocità
alla bocca non costante significa un punto di impatto non costante
- (8) = talvolta può essere necessario uniformare
il diametro esterno del colletto, tramite appositi strumenti, in maniera
tale che ci sia una differenza di coassialità non superiore
a 0,05 mm. Normalmente i bossoli di qualità superiore, attualmente
presenti in commercio, sono solitamente esenti da questo difetto. Per
quanto riguarda le misure, relativamente allo spessore delle pareti
del colletto, una differenza di 0,030 - 0,035 mm lungo la circonferenza dello
stesso può considerarsi accettabile. Viceversa, una differenza di
0,035 - 0,038 mm è da considerarsi critica (e necessitante di interventi
“a basso livello”), mentre una differenza superiore agli 0,038 mm
richiede una rettifica immediata dell’esterno del colletto. Relativamente
all’eccentricità del colletto, solitamente si considera accettabile
un livello medio di 0,040 - 0,050 mm, mentre una valore superiore
agli 0,050 mm è inaccettabile (per il semplice fatto che questa eccentricità
si va poi a sommare sull’inevitabile eccentricità tra asse della
palla e bossolo) e richiede interventi correttivi. Per effettuare
questo tipo di misurazioni è necessario avvalersi di un comparatore
centesimale come quelli utilizzati nelle officine o nelle sale collaudo (delle
officine meccaniche). Va segnalato che la quasi totalità degli strumenti
in circolazione sono dotati di scarsa precisione, oltre al fatto di avere
una provenienza molto dubbia. Quando viene acquistato, è essenziale
che il comparatore sia corredato dell’apposito certificato di garanzia
e collaudo. Inoltre il fabbricante deve certificare la possibilità
di ripristinare la taratura dello strumento qualora ciò fosse
necessario. Purtroppo, allo stato attuale, si può dire che quasi nessuno
dei comparatori che corredano i banchi di riscontro per la ricarica delle
munizioni, offre questa garanzia.
- (9) = i bossoli così preparati vanno PESATI
e separati in gruppi omogenei con tolleranze di ± 2 grs.
- (10) = una seconda ispezione visiva è necessaria
al fine di individuare eventuali difetti strutturali prima passati
inosservati
- (11) = per ottenere il massimo della precisione è
necessario inserire gli inneschi con un apposito innescatore di precisione
in maniera tale da garantire non solo che l’inserimento
sia perfettamente ortogonale, ma anche che tutti gli inneschi siano inseriti
alla medesima profondità. Attualmente esistono in commercio numerosi
innescatori in grado di eseguire questa operazione senza
problemi.
- (12) = la polvere deve essere dosata singolarmente,
tramite un bilancino di precisione ed un centellinatore (powder trickler),
in maniera tale che tra le varie dosi ci sia una variazione massima di ±
0,1 grs.
- (13) = prima di procedere all’inserimento delle palle è necessario
accertarsi che TUTTI i bossoli abbiano ricevuto la corretta dose di polvere
- (14) = la palla deve essere inserita in maniera tale
che non sia a più di 0,10 - 0,15 mm di distanza dall’inizio
di rigatura, e che non vi sia una differenza in termini di coassialità
(tra palla e bossolo) superiore a ±0,050 mm. Per effettuare questa
operazione con la massima correttezza si consiglia di utilizzare una matrice
di inserimento “in linea” come la Redding / Saeco “Competition
Bullet Seating Die” o la Forster / Bonanza “Original Bench Rest
Seater Die” con meccanismo di regolazione ordinario o micrometrico
- (15) = durante l’assemblaggio delle munizioni deve
essere fatto ogni sforzo possibile per ottenere delle cartucce “molto
lunghe”, perché più una cartuccia è lunga e più
sarà piccolo lo spazio che la palla deve percorrere prima di
impegnare la rigatura. Naturalmente la lunghezza della cartuccia deve essere
tale da garantire il perfetto funzionamento dell’arma alla quale è
destinata
- (16) = prima di utilizzare le cartucce è necessario
verificare, tramite l’ausilio di un calibro, che abbiano TUTTE la stessa
lunghezza
- (17) = prima di utilizzare le cartucce è necessario
verificare, tramite l’ausilio di un comparatore millesimale, che la differenza
in termini di coassialità non sia più ampia di ± 0,050
mm. Per effettuare questa operazione è necessario dotarsi dell’apposito
banco di riscontro come il Forster / Bonanza “Co-Ax Case and Cartridge
Inspector” od il NECO “Case Gauge” corredati di apposito
strumento di misura. Si consiglia, tuttavia, di sostituire il comparatore
di cui questi dispositivi sono dotati (solitamente di marca ignota
e di precisione scadente) con uno di origine nota e di precisione idonea
all’impiego. Premesso che è preferibile utilizzare strumenti graduati
in mm piuttosto che in pollici, si consiglia un qualsiasi comparatore centesimale
per impieghi industriali, come ad esempio il Borletti modello SC
- 0.01, costruito a norma DIN 878 (che implica una precisione di
± 0,003 mm) e dotato di un sistema di messa a zero semplificata, ideale
per le verifiche dimensionali sulle cartucce. In alternativa, dal momento
che le quote delle cartucce assemblate non possono essere grossolanamente
errate, si può optare per il Borletti modello SC - 64,
a corsa limitata antiurto. Si tratta di un modello realizzato a norma
DIN 878 caratterizzato da un campo di misura di soli ±
0,45 mm in luogo dei “canonici” 5 mm dei comparatori centesimali.
Naturalmente, una cartuccia disassata di oltre 0,45 mm risulta subito
evidente (e va immediatamente scartata) e questo facilita le operazioni
di verifica delle cartucce caricate. Merita una menzione il banco
di riscontro commercializzato di recente dall’Armeria Parini, perché
è l’unico modello esistente che permette un’effettiva correzione degli
errori di coassialità tramite una vite micrometrica.
- (18) = è necessario verificare la qualità
delle munizioni ricaricate, al poligono di tiro, tramite l’ausilio di un
cronografo. Una deviazione standard superiore a ± 4 - 5 m/s indica
che ci sono delle ANOMALIE nella munizione e che le operazioni di
ricarica devono essere riviste per eliminare gli errori compiuti
- (19) = la deformazione anelastica del bossolo successiva
allo sparo (fire forming) consente di avere un bossolo perfettamente
formato sulla camera della propria arma e, quindi, perfettamente coassiale
alla stessa. Sfruttando questo particolare è possibile migliorare
ancora di più i propri risultati in termini di precisione
Parte 2 - guida rapida agli elementi che possono pregiudicare
la precisione delle munizioni ricaricate
- Disallineamento della palla rispetto al bossolo (1)
- Bossolo troppo lungo (2)
- Anomalie dimensionali sull’esterno del colletto
- Anomalie dimensionali sull’interno del colletto o sulla giunzione tra
spalla e colletto
- Ricalibratura erronea del bossolo
- Anomalie nel foro di vampa (3)
- Anomalie nella sede dell’innesco (4)
- Cartuccia troppo corta (5)
- Colletto troppo lasco (6)
- Crimpatura non necessaria (7)
NOTE TECNICHE
- (1) = il disallineamento non deve essere superiore
a ± 0,050 mm
- (2) = il bossolo deve sempre essere 0,025 - 0,050 mm più corto
della camera di cartuccia
- (3) = il bossolo che presenta un disallineamento palese del foro di vampa
deve essere scartato
- (4) = tutte le sedi dell’innesco devono avere la medesima profondità,
e gli inneschi devono essere tutti inseriti in maniera perfettamente ortogonale
- (5) = mentre nelle cartucce per impiego venatorio la palla è 0,50
- 1,5 mm più indietro rispetto all’inizio di rigatura, nelle munizioni
destinate al tiro di precisione la palla è a NON più di
0,10 - 0,15 mm dall’inizio di rigatura
- (6) = se il colletto non è rigido e perfettamente aderente alla
palla, la combustione della polvere sarà anomala e la cartuccia
risulterà imprecisa
- (7) = solitamente la crimpatura non è necessaria nelle munizioni
destinate al tiro di precisione, e questo in maniera del tutto indipendente
dal fatto che si stia utilizzando un fucile semiautomatico o a ripetizione
ordinaria. L’affermazione normalmente riportata nei manuali di ricarica in
base alla quale “occorre crimpare le cartucce destinate alle armi
semiautomatiche” non va presa in senso rigido ed assoluto, dal momento
che esistono numerose (ed importanti) eccezioni (tra i tanti casi si può
citare quello del PSG - 1, tuttavia esistono sul mercato numerose
armi semiautomatiche che funzionano correttamente senza richiedere alcun
tipo di crimpatura). Viceversa questa operazione può rivelarsi necessaria,
fatte salve le varie eccezioni del caso, nella ricarica di alcuni tipi particolari
di munizioni (ad esempio quelle destinate all’impiego venatorio o quelle
che vanno ad alimentare armi a raffica)
Parte 3 -alcune precisazioni sulla ricarica effettuata con bossoli vergini
In alcune occasioni, la ricarica potrebbe essere fatta
utilizzando bossoli vergini (virgin cases), in luogo dei bossoli provenienti
da cartucce di produzione commerciale o militare. Molti soggetti, militari
o civili, sono convinti che l’utilizzo di bossoli di simile origine richieda
semplicemente le operazioni di ricarica manuale senza l’esecuzione di qualsivoglia
tipo di operazione preparatoria alla ricarica stessa. In realtà,
il fatto che si utilizzino bossoli vergini non esula l’operatore circa
l’esecuzione di tutta una serie di operazioni preliminari alla ricarica
il cui scopo è quello di migliorare la qualità delle munizioni
che si andranno a realizzare. Non deve essere dimenticato che, essendo vergini,
i bossoli devono ancora deformarsi in maniera tale da adattarsi specificamente
alla camera dell’arma in cui verranno inseriti. Si determina cioè
lo stesso problema che e normalmente presente durante l’utilizzo delle ordinarie
munizioni commerciali o militari. Prima di ricaricare utilizzando dei
bossoli vergini, è assolutamente necessario procedere ad una
loro ispezione visiva. Il fatto che i bossoli siano vergini non implica
automaticamente che gli stessi siano perfetti sotto il profilo strutturale.
Devono essere scartati i bossoli dotati delle seguenti anomalie:
- Deformazioni eccessive sul corpo o sul colletto
- Foro di vampa palesemente eccentrico
- Imperfezioni evidenti nella giunzione spalla-colletto
- Colletto non perpendicolare
- Corpi estranei accidentalmente presenti all’interno del bossolo
In alcuni “casi disperati” il colletto potrebbe risultare gravemente
deformato. In questo caso è possibile rettificarlo utilizzando una
matrice per la ricalibratura parziale (collet die). In altri casi,
per fortuna più rari, il bossolo potrebbe apparire esteriormente perfetto,
ma in realtà potrebbe nascondere delle anomalie interne nella giunzione
tra spalla e colletto. Purtroppo simili anomalie sono molto difficili da
individuare, tuttavia, se dopo alcune ricariche dovessero persistere dei
problemi di precisione, e buona norma rettificare l’interno del colletto con
l’apposito strumento. Dopo avere effettuato l’ispezione visiva, è necessario
provvedere alla rettifica del foro di vampa. Il foro di vampa deve essere
accuratamente rettificato perché le sue anomalie si ripercuotono sulla
correttezza della combustione, ed una combustione non costante (tra cartuccia
e cartuccia) significa scarsa precisione sul bersaglio. Una volta completata
questa operazione, si dovrà procedere alla rettifica della sede dell’innesco.
Si tratta di un altra operazione estremamente importante, perché gli
inneschi devono essere tutti inseriti alla stessa profondità e tutti
in maniera perfettamente ortogonale. Chiaramente gli inneschi non potranno
ne essere ortogonali, ne essere inseriti tutti alla medesima profondità
se la loro sede non è stata adeguatamente preparata. Per effettuare
questa operazione necessario utilizzare gli idonei strumenti professionali
in vendita presso le migliori armerie. Dopo avere adeguatamente preparato
i bossoli vergini, è possibile iniziare con le operazioni di ricarica
vere e proprie.
Parte 4 - la luce di cameratura e le sue correlazioni al tiro di precisione:
profili concettuali ed implicazioni pratiche
La luce di cameratura, nota anche come “luce di
chiusura”, “luce di caricamento”, “luce di camera” o, più
semplicemente, come LUCE (headspace), è una dimensione (normalmente
espressa in mm) che ha un rilievo importantissimo nel tiro di precisione.
In termini tecnici, la luce è (in un’arma con l’otturatore chiuso
e pronta al fuoco) la distanza tra la faccia dell’otturatore (c.d punto
d'appoggio posteriore) ed il punto di vincolo (c.d. punto d'appoggio
anteriore) della cartuccia, dove, per punto di vincolo, si intende
il punto della camera che impedisce ogni movimento di avanzamento del bossolo
all’atto dello sparo. A seconda della tipologia della cartuccia, la luce
di cameratura verrà misurata:
- Per le cartucce con bossolo di tipo non orlato / flangiato
(rimless cases) o parzialmente orlato / flangiato (semi-rimmed cases)
→ dalla faccia dell’otturatore al punto di appoggio della spalla (N.B.
quasi tutte le cartucce militari sono di tipo non orlato e, in particolare,
sono non orlati il 5,56 mm NATO, il 7,62 mm NATO, il .338 Lapua Magnum ed
il 12,7x99mm Browning)
- Per le cartucce con il bossolo di tipo orlato / flangiato (rimmed
cases) → dalla faccia dell’otturatore alla parte frontale del
fondello
- Per le cartucce con il bossolo di tipo cinturato (belted cases)
→ dalla faccia dell’otturatore alla parte anteriore del risalto anulare-basale
In pratica si passa da cartucce estremamente lasche (cioè quelle
di tipo non orlato e parzialmente orlato), a cartucce con il bossolo che
risulta essere lasco in maniera intermedia (cioè quelle di tipo cinturato),
per finire con le cartucce che entrano in camera e vi rimangono in maniera
estremamente rigida (cioè le cartucce di tipo orlato). Va segnalato
che le cartucce appartenenti alla prima tipologia (c.d. rimless)
sono quelle per le quali il rapporto con la luce di cameratura risulta essere
il più critico!! Se non lo si rispetta nel modo corretto, esso può
portare a rotture premature dei bossoli ed a pessimi risultati in tema di
precisione sul bersaglio. Premesso ciò, va rimarcato come la luce
di cameratura risulti importantissima per almeno due motivi. Il primo riguarda
la sicurezza del tiratore, infatti:
- Se la luce dovesse essere troppo RIDOTTA, la cameratura sarebbe impossibile
o, qualora questa fosse possibile, insorgerebbero elevati picchi pressori
all’atto dello sparo che potrebbero determinare rotture del bossolo con conseguenti
fuoriuscite dei gas di scoppio in maniera estremamente pericolosa
per il tiratore
- Se la luce dovesse essere troppo ELEVATA, la cartuccia rimarrebbe troppo
lasca all’interno della camera, e questo non solo pregiudica la precisione
(in quanto la cartuccia non risulta correttamente allineata rispetto all’anima
della canna!!), ma determina il manifestarsi di fenomeni di separazione del
fondello dal corpo del bossolo che possono portare, anche in questo caso,
a rotture del bossolo stesso
Il secondo, ma non meno importante, motivo di rilievo della luce di cameratura,
è legato al livello di precisione che la singola arma è
in grado di esprimere. Infatti, se la luce dovesse essere troppo ELEVATA,
l’arma (qualsiasi sia), specie con munizioni commerciali, esprimerà
risultati non eclatanti in termini di precisione!! Il motivo è
che, in una simile condizione, l’asse della canna non risulta allineato
con l’asse della palla (e della cartuccia) e questo determina un manifestarsi
anomalo del fenomeno di precessione giroscopica. Per “...curare...”
ed eliminare il prima possibile questo pericoloso difetto, è necessario
utilizzare munizioni ricaricate partendo da bossoli già sparati
nella stessa arma, ma ricalibrati in maniera solo parziale. Questo accorgimento
serve per “...fare appoggiare...” la spalla della singola cartuccia
nella maniera più corretta possibile, al fine di rendere l’introduzione
in camera della medesima la meno lasca possibile. Inoltre,è necessaria
un’accurata verifica della corretta entità della luce di cameratura,
da effettuarsi, ovviamente, con le apposite dime di riscontro (go -
no go gauges).
Parte 5 - la determinazione della profondità di inserimento
della palla nella ricarica di precisione come parametro dipendente dalla
lunghezza dell’inizio di rigatura del sistema d’arma specificamente utilizzato
Una delle regole fondamentali da osservare scrupolosamente nella realizzazione
di munizioni ricaricate (destinate al tiro di precisione) è quella
in base alla quale la cartuccia “...deve essere sempre il più
LUNGA possibile, ma CORTA al punto tale da potersi muovere agevolmente
attraverso l’azione dell’arma che si intende utilizzare...”. Il fatto
che la cartuccia debba essere, necessariamente, il “...più lunga
possibile...” deriva da due fattori fondamentali, quali:
- Più la cartuccia è lunga e più sarà ridotto
lo spazio che la stessa dovrà percorrere prima di essere
inserita completamente in camera
- Più la cartuccia è lunga e minore sarà lo spazio
che la palla dovrà percorrere prima di impegnare correttamente
la rigatura
In termini più semplificati, l’esperienza comune
ha mostrato come, solitamente (anche se possono essere delle eccezioni) il
binomio arma - cartuccia
sarà tanto più preciso quanto la
palla è VICINA all’inizio di rigatura. Semplificando ulteriormente
il discorso, solitamente TUTTE le armi destinate al tiro di precisione danno
i migliori risultati quando la cartuccia che essi utilizzano ha la palla
a pieno contatto con la rigatura. Questo significa che, per ottenere il massimo
della precisione, sarà necessario utilizzare cartucce ricaricate
con una lunghezza complessiva (
Over-All Lenght o, più semplicemente
O.A.L.) superiore a quella indicata dai manuali di ricarica. Per capire
“
quanto” una cartuccia debba essere effettivamente più lunga
rispetto al valore della lunghezza complessiva riportato dai manuali di ricarica,
è necessario effettuare preliminarmente una misurazione in relazione
al sistema d’arma che si intende concretamente utilizzare. Per effettuare
questa misurazione (vitale ai fini dell’assemblaggio di ricariche veramente
ad hoc), occorre procurarsi pochi elementi a disposizione di tutti i ricaricatori.
Essi sono:
- Un bossolo di risulta (
spent case) proveniente dall’arma per
il quale è necessario approntare le ricariche
- Una palla identica a quella che deve essere utilizzate per le ricariche
- Un calibro a corsoio (ventesimale o cinquantesimale, SEMPRE in acciaio)
di qualità professionale
- Un pennarello del tipo "
indelebile", di colore nero, con la
punta in feltro
La procedura più diffusa per la misurazione
della profondità di inserimento della palla riferita SOLO e esclusivamente
ad uno specifico sistema d’arma è la seguente:
- Fase 1 = inserire delicatamente la palla nel bossolo per accertarsi
che la stessa “...cada all’interno...” in maniera completamente
libera e priva di attriti
- Fase 2 = rimuovere la palla dal bossolo
- Fase 3 = piegare leggermente il collarino in maniera tale da
creare una sorta di indentatura in grado di trattenere delicatamente
la palla quando stessa viene inserita (N.B. solitamente si preme il bossolo
leggermente contro una superficie dura ma, alternativamente, è possibile
ottenere lo stesso risultato inserendo per un brevissimo tratto il bossolo
nella matrice di ricalibratura e decapsulamento)
- Fase 4 = inserire la palla nel bossolo (N.B. è
sufficiente inserire la palla SOLO per pochi mm, in maniera tale che la
stessa venga trattenuta dall’indentatura creata in precedenza)
- Fase 5 = colorare di nero tutta la superficie della palla rimasta
FUORI dal bossolo
- Fase 6 = inserire MOLTO lentamente e delicatamente la
falsa-cartuccia (dummy-cartridge) così realizzata nella
camera del sistema d’arma che si intende utilizzare
- Fase 7 = chiudere l’otturatore MOLTO delicatamente e SENZA premere
il grilletto (N.B. in seguito al completamento di questa fase, la rigatura
imprimerà una sorta di immagine speculare di se
stessa sulla palla colorata di nero, che sarà facilmente visibile
ad occhio nudo!!)
- Fase 8 = aprire l’otturatore MOLTO lentamente e, con estrema
delicatezza, estrarre la falsa-cartuccia SENZA toccare la punta con le
dita e SENZA disassemblarla
- Fase 9 = con estrema delicatezza, misurare la lunghezza
totale della falsa-cartuccia con il calibro
La lunghezza che viene misurata durante la Fase
9, è la lunghezza ideale della cartuccia riferita ad un’arma
specifica (rifle seating depth) per la quale devono essere approntate
le varie ricariche. In linea teorica, tutte le cartucce dovrebbero avere
una lunghezza complessiva IDENTICA alla lunghezza ideale testé indicata.
Il problema è che, nel mondo reale, spesso è necessario utilizzare
una cartuccia leggermente più corta, poiché altrimenti la stessa
non potrebbe passare dal serbatoio alla camera in maniera agevole. Chiaramente,
se si tratta di recarsi al sabato pomeriggio alla locale Sezione del
TSN per fare “...tre colpi con il proprio fucile...” questo non rappresenta
un problema, anche perché una cartuccia “...troppo lunga...”
potrebbe essere inserita manualmente in camera dal tiratore. Viceversa,
tutto questo rappresenterebbe un grosso problema per un tiratore scelto
operante presso un qualsiasi Reparto delle FF.AA., il quale necessita di
cartucce il più precise possibile ma che, ovviamente, possano muoversi
liberamente dal serbatoio alla camera di cartuccia. Per convenzione, si
sostiene che la matrice d’inserimento (seating die) DEVE essere regolata
in maniera tale che la cartuccia ricaricata sia 0,2 - 0,7 mm più
corta della lunghezza ideale, così come misurata in precedenza, con
una netta preferenza SEMPRE per la riduzione “minore” (cioè
quella di 0,2 mm). Naturalmente si tratta di informazioni di carattere generale,
che necessitano poi di adattamenti concreti in riferimento al caso specifico,
in quanto potrebbero esserci casi in cui:
- È possibile utilizzare cartucce con una lunghezza complessiva
pari alla lunghezza ideale, SENZA che sia necessario operare riduzioni
di sorta
- È necessario utilizzare cartucce più corte del massimo
ordinariamente stabilito (ad esempio 0,8 mm invece di 0,7 mm)
- Non è necessario effettuare alcun tipo di correzione
- L’arma da i migliori risultati con una riduzione di lunghezza “media”
tra i valori minimi e massimi solitamente indicati (ad esempio 0,4 mm)
Problemi particolari sono poi quelli che riguardano la ricarica
di cartucce di tipo magnum. Due parametri fondamentali da rispettare SEMPRE
nella ricarica delle cartucce di tipo magnum sono i seguenti:
- Lavorare SEMPRE con dosi vicine al massimo (N.B.
idealmente 1 o 2 grs. MENO della dose massima), SENZA mai utilizzare
dosi intermedie o, peggio, ridotte (N.B. dal momento che il volume del
bossolo è elevato, se la dose di polvere è scarsa la combustione
della stessa sarà anomala, ed una combustione anomala significa velocità
alla bocca erronea, il che si riflette automaticamente sulla precisione
di tiro)
- Utilizzare SEMPRE una cartuccia il più lunga possibile, compatibilmente
alla struttura del sistema d’arma che si deve adoperare, facendo tutto
il possibile per eliminare l’eventuale luce (free-boring) sussistente
al momento dell’inserimento in camera (N.B. tutte le cartucce magnum danno
i migliori risultati quando la cartuccia ha la palla a contatto con la rigatura,
perché questo consente di massimizzare la combustione della polvere,
nonché di fare crescere organicamente e correttamente la pressione
interna prima che la palla cominci a muoversi dentro la canna)
La lunghezza ideale per le cartucce di tipo magnum viene misurata nello
steso identico modo visto in precedenza per le cartucce di tipo “ordinario”.
Tuttavia, con le cartucce di tipo magnum esiste un problema pratico legato
al fatto che le armi che le impiegano hanno un inizio di rigatura (freebore)
molto più lungo del normale. Questo è dovuto alla necessità
di preservare il più a lungo possibile la durata della canna in un
area che, se fosse dotata di un “normale” inizio di rigatura, andrebbe
immediatamente incontro alla fortissima azione usurante dei gas di combustione.
Il problema connesso a questo inizio di rigatura eccezionalmente lungo è
che, spesso, non sarà possibile utilizzare una cartuccia dotata di
lunghezza ideale, perché altrimenti la cartuccia diventerebbe “troppo
lunga” e sarebbe necessario inserirla manualmente. Normalmente si risolve
il problema scegliendo di realizzare una cartuccia lunga al punto tale da
non interferire con il corretto funzionamento dell’azione.
Parte 6 - note sulla corretta esecuzione della procedura per la pulizia
profonda della canna delle armi lunghe destinate al tiro di precisione
La procedura per la pulizia profonda della canna (barrel break- in
procedure) è una metodologia particolare destinata a pulire in
PROFONDITA' i pori del metallo (metal pores clearing technique) con
cui sono costituite le canne (o, più propriamente, le anime delle stesse)
dei sistemi d’arma destinati al tiro di interdizione. Il suo scopo è
TRIPLICE, dal momento che se viene regolarmente effettuata essa è
in grado di determinare:
- Un consistente aumento della vita operativa media
della canna (
a prescindere dalla sua natura, artigianale od
industriale che sia)
- Un consistente aumento della precisione esprimibile da qualsiasi canna
(N.B.
a parità di munizioni)
- Una consistente riduzione dei tempi di pulizia (
a prescindere che
si tratti di una canna industriale ricavata per rotomartellatura e priva
di una lappatura manuale, oppure di una canna artigianale, ricavata
per bottonatura e lappata manualmente prima di lasciare la fabbrica)
Tecnicamente si tratta di una particolare procedura
di pulizia, PRELIMINARE all’uso operativo vero e proprio, che sfrutta la
temperatura e la pressione generata dal reiterato passaggio di più
proiettili nella canna per ottimizzare le sue condizioni di finitura interna.
Vista la sua particolarità, essa richiede una certa manualità
ed esperienza professionale che non tutti hanno, ma ad ogni modo tutti possono
imparare come eseguirla correttamente. Dal punto di vista cronologico si tratta
di una procedura che DEVE essere effettuata necessariamente quando l’arma
e nuova. Dal punto di vista esecutivo, questa procedura sfrutta un limitato
riscaldamento della canna, dovuto al passaggio del proiettile, per facilitare
la pulizia dei pori del metallo, nonché per migliorare il grado di
finitura interna della stessa tramite un azione lappante svolta manualmente.
Originariamente questa procedura si e sviluppata nel contesto di quella
disciplina sportiva oggi nota come Bench Rest, ma è stato
solo a partire dagli anni ‘90 del XX secolo che le FF.AA., le Forze di Polizia
ed i tiratori comuni hanno cominciato ad interessarsi ad essa in maniera
effettiva, pur se in maniera del tutto lenta e marginale. Anche se ha moltissimi
vantaggi pratici, per lungo tempo essa è stata decisamente ignorata
dalla grande maggioranza dei tiratori e degli addetti ai lavori. Probabilmente
questo disinteresse è stato dovuto al fatto che questa procedura
è molto lunga ed estremamente noiosa, per cui storicamente
sono sempre stati pochi i volenterosi che la utilizzavano fino in fondo.
Per effettuare in pratica questa procedura sono necessarie, oltre all’arma
che si deve pulire, poche altre cose quali:
- Un qualsiasi poligono dotato di piazzole di tiro
con bancone di supporto debitamente protetto ed una linea di tiro anche
a soli 100 m
- Munizioni di qualsiasi marca e tipo adatte al sistema d arma che deve
essere pulito (N.B. dal momento che è necessario solo fare riscaldare
l’arma, non devono essere ne ricariche professionali, ne prodotti commerciali
di elevata qualità e, anzi, possono addirittura essere prodotti
della peggiore qualità possibile, sempre a patto che non si tratti
di cartucce corrosive!)
- Prodotti di pulizia professionali come Shooter’s choice, Sweet’s
7,62 Copper Remover, JB- Bore Cleaning Compound e WD-40
(od altri prodotti equivalenti), nonché scovoli, pezzuole, bacchette
di pulizia
Nel corso del tempo del tempo sono state sviluppate diverse procedure
per la pulizia profonda della canne, che si differenziano essenzialmente
per il diverso livello di durata, tuttavia quella illustrata in queste pagine
non solo è quella utilizzata maggiormente nel settore del Bench
Rest, ma è anche quella consigliata dai principali produttori (mondiali)
di canne da competizione (match grade barrels). Naturalmente questa
procedura è ugualmente importante non solo per le armi costruite artigianalmente
utilizzando canne da competizione, ma anche per quelle armi basate su canne
di produzione industriale. Anche se il livello qualitativo delle seconde
è nettamente inferiore a quello delle prime, con l’utilizzo della
procedura per la pulizia profonda anche le canne di produzione industriale
godranno di enormi benefici. Questa procedura prevede l’utilizzo di 50 o
60 colpi da sparare secondo uno schema ben preciso che si articola in due
fasi. La prima fase prevede di sparare la metà dei colpi a disposizione
e di effettuare la pulizia dopo ogni singolo colpo. La seconda fase prevede
di effettuare la pulizia dopo ogni cinque colpi, fino ad esaurimento degli
stessi. L'intera procedura si articola come segue:
- Sgrassare e pulire completamente tutto il sistema
d arma, con particolare riferimento alla canna
- Portare l’arma al poligono e sparare un SOLO colpo
- Smontare l’arma e pulire la canna dando 8 - 10 passate con una pezzuola
imbevuta di Shooter’s Choice od altro prodotto (chimicamente o
funzionalmente) equivalente
- Asciugare completamente la canna introducendo 3 o 4 pezzuole pulite
ed asciutte e muovendo la bacchetta con vigore
- Applicare poche gocce di Sweet’s 7,62 Copper Solvent od altro
prodotto equivalente (chimicamente o funzionalmente) ad una pezzuola pulita
ed asciutta e dare una SOLA passata all’interno della canna con la
bacchetta
- Lasciare agire lo Sweet’s 7,62 Copper Solvent per circa
un paio di minuti
- Neutralizzare lo Sweet’s 7,62 Copper Solvent applicando del
WD-40 od altro prodotto equivalente (funzionalmente o chimicamente)
su una pezzuola pulita ed asciutta e dando 3 o 4 passate all’interno
della canna
- Asciugare completamente la canna passando altre 3 o 4 pezzuole pulite
ed asciutte
- Applicare un prodotto lappante come il JB-Bore Cleaning Compound
od altro equivalente (chimicamente o funzionalmente) su di una pezzuola pulita
ed asciutta e dare 10 - 12 passate alla canna
- Rimuovere il prodotto lappante applicando del WD-40 su di una
pezzuola e dando 3 o 4 passate all’interno della canna
- Asciugare completamente la canna introducendo 3 o 4 pezzuole pulite
ed asciutte e muovendo la bacchetta con vigore
- Rimontare l’arma e sparare un SOLO colpo
- Ripetere tutta la procedura precedentemente illustrata
Dopo avere sparato la meta dei colpi a disposizione
effettuando la pulizia dopo ogni SINGOLO colpo, la meta successiva dovrà
essere sparata effettuando la pulizia dopo ogni CINQUE colpi. È di
palmare evidenza che, purtroppo, si tratta di una procedura estremamente
lunga che richiede moltissimo tempo anche per pulire una sola arma. Ad ogni
modo il gioco vale la candela, come si suol dire, perché non solo
l’arma guadagnerà molto in precisione (cosa estremamente evidente
nelle armi con canne di produzione industriale), ma tenderà anche
a sporcarsi molto meno, con la conseguenza che le future operazioni di pulizia
ordinaria risulteranno molto più rapide e semplici. Questo è
evidente perché in un'arma che ha subito un trattamento di pulizia
profonda i depositi parassiti di Rame tendono o a formarsi in maniera del
tutto esigua o, in casi molto fortunati, addirittura a non formarsi (naturalmente
a parità di colpi con un arma che non ha subito questa procedura).
Esiste anche una procedura semplificata che prevede l’esplosione di solo 25
colpi secondo il seguente schema:
- Sparare 10 colpi con pulizia dopo ogni singolo colpo
- Sparare 15 colpi e pulire dopo ogni 3 colpi
Questa procedura semplificata permette di risparmiare un notevole quantitativo
di tempo rispetto alla procedura ordinaria e, se ripetuta più volte
nel tempo, permette comunque di avere gli stessi risultati pratici connessi
all'impiego della procedura ordinaria.
ATTENZIONE!!
SI PREGA DI PRESTARE LA MASSIMA ATTENZIONE NEL
NON LASCIARE MAI LA BACCHETTA DI PULIZIA ALL’INTERNO DELLA CANNA DURANTE
L’ESECUZIONE DI QUESTA PROCEDURA. PREMENDO SCONSIDERATAMENTE IL GRILLETTO
CON UNA CARTUCCIA IN CAMERA NE POTREBBE DERIVARE UN’ESPLOSIONE, DISTRUTTIVA
PER L’ARMA E MOLTO PERICOLOSA PER L’OPERATORE QUALORA LA BACCHETTA VENGA
DIMENTICATA DENTRO LA CANNA!!
Parte 6 - brevi note sui rapporti tra baricentro
del proiettile e centro di pressione aerodinamica del medesimo
In balistica ESTERNA (
branca della fisica che analizza il comportamento
del proiettile da quando ha lasciato la volata ad un attimo prima dell’impatto
con il bersaglio), con particolare riferimento ai punti del proiettile
di particolare rilevanza sotto il profilo analitico, si sente spesso parlare
di baricentro (
center of gravity) e centro delle pressioni
aerodinamiche (
center of aerodynamic pressure). In senso fisico-matematico,
mentre il baricentro è il punto del proiettile sul quale agisce la
forza di gravità, il centro delle pressioni aerodinamiche è
il punto sul quale agiscono la portanza e la resistenza. L’analisi della
struttura del proiettile sotto il profilo matematico, mette IMMEDIATAMENTE
in evidenza che (N.B.
per la dimostrazione vera e propria si rimanda il
lettore a testi post-universitari di balistica esterna maggiormente
esaustivi ) in QUALSIASI proiettile, il baricentro è sempre più
in BASSO rispetto al centro delle pressioni aerodinamiche. Se si effettua
una correlazione tra analisi strutturale del proiettile sotto il profilo
fisico-matematico e sviluppo tecnologico del medesimo sotto il profilo progettuale,
si scoprirà che TUTTI i produttori di proiettili, fanno SEMPRE in modo
di collocare (costruttivamente parlando) il baricentro del proprio proiettile
(N.B.
questo avviene per tutti i proiettili e, a maggior ragione, per quelli
destinati al tiro di interdizione e/o di precisione) “...
in modo che
sia il più basso possibile...”al fine di massimizzarne la stabilità
all’atto dell’impiego pratico. È possibile dimostrare sotto il profilo
matematico (N.B.
anche in questo caso, si rimanda il lettore ad un teso
di balistica esterna di livello post-universitario per una trattazione più
approfondita), che più il baricentro del proiettile “...
è
basso...”, più lo stesso ne trarrà giovamento sotto il
profilo della stabilità dinamica (
Sd) e giroscopica (
Sg).
In senso ampiamente generico, si può dire che lo spostamento
verso il basso del baricentro si ottiene “...
spostando all’indietro il
più possibile...” la massa del proiettile. In senso pratico, viceversa,
si può dire che per “...
abbassare il baricentro...” di un proiettile
(fisicamente e costruttivamente parlando), vengono utilizzate due DISTINTE
risoluzioni progettuali (sicuramente collaudate ed estremamente efficienti),
a seconda che il proiettile sia destinato al settore civile o militare. In
altre parole:
-
Se il proiettile è destinato al settore CIVILE, partendo da
una blindatura NON eccessivamente spessa in nessuno dei suoi settori (apicale,
centrale e posteriore) viene creato uno spazio vuoto nella porzione apicale
del proiettile, ma SENZA renderlo evidente all’esterno = si origina in
questo modo la morfologia commercialmente nota come HPBT (cioè
Hollow-Point
Boat-Tail), che andrebbe più correttamente definita come OTBT (cioè
Open-Tip Boat-Tail) oppure come OPBT (
Open-Point Boat-Tail),
la quale è tipica del tiro di precisione sui bersagli cartacei (N.B.
una alternativa più recente è rappresentata dall’utilizzo
di proiettili a struttura tripartita, cioè nei quali sulla struttura
base in rame e piombo viene innestata una parte apicale in materiale
sintetico, il cui scopo è quello di arretrare il baricentro ed aumentare
il coefficiente balistico, come avviene nei proiettili A-MAX prodotti dalla
Hornady)
-
Se il proiettile è destinato al settore MILTARE, partendo da
una blindatura già relativamente spessa, viene creato un ulteriore
ispessimento nella parte apicale della medesima per spostare all’indietro
il nucleo, notoriamente più pesante della blindatura, spostando così,
di conseguenza, anche il baricentro del proiettile = si origina in questo
modo quella morfologia commercialmente nota come FMJ-SN (cioè
Full
Metal Jacketed - Sharp Nose), la quale è tipica del tiro di interdizione
Entrambe le risoluzioni progettuali condividono:
- La struttura RASTREMATA (boat-tail) della porzione basale della
palla, assolutamente NECESSARIA per ridurre al minimo le turbolenze aerodinamiche
che si manifestano TUTTE le volte che un proiettile supersonico attraversa
l’atmosfera terrestre
- La struttura FORTEMENTE allungata della parte ogivale, assolutamente
necessaria per massimizzare il coefficiente balistico
Nessuna di queste due strutture può definirsi
tecnologicamente superiore all’altra. Il proiettile “...migliore...”
deve essere esclusivamente scelto in riferimento al campo d’impiego
cui s’intende destinarlo. L’arretramento del baricentro, pur se estremamente
importante ai fini della stabilizzazione del proiettile, non deve essere sconsiderato,
ma deve essere strettamente connesso con la posizione del centro di pressione
aerodinamica. Questi due punti, che non sono mai coincidenti per motivi legati
alla struttura del proiettile, non devono mai essere troppo distanti. Se
così fosse, infatti, il proiettile rotolerebbe incontrollatamente lungo
il proprio asse verticale, perdendo la rotazione assiale che gli viene impressa
dalla rigatura della canna. Il costruttore deve quindi fare in modo che il
baricentro sia il più vicino possibile al centro di pressione aerodinamica,
o il proiettile risulterà fortemente instabile dopo aver lasciato
la volata dell’arma. Per questo motivo il produttore deve tentare di scegliere:
- Una lunghezza di palla compresa (idealmente) tra 5 e 5,5 calibri
- Una lunghezza dell’ogiva pari a circa 3 calibri
- Una lunghezza della sezione di guida pari a circa 1,5 calibri
- Una lunghezza della base pari a circa 0,5 calibri
- Un raggio di ogiva pari a circa 15 calibri
- Un diametro della punta pari a circa 0,1 calibri
Queste caratteristiche permettono di MASSIMIZZARE il bilanciamento tra
coefficiente balistico e stabilità del proiettile. Questi
ultimi due parametri sono poi strettamente legati alla densità del
materiale con cui il proiettile è costruito. Infatti:
- Più aumenta la densità e più aumenta Sg (perché
aumenta l’inerzia del proiettile al ribaltamento)
- Più aumenta la densità e più diminuisce il passo
necessario per stabilizzare correttamente il proiettile
- Più aumenta la densità e più aumenta il coefficiente
balistico
- Più aumenta la densità e più aumenta il peso complessivo
del proiettile (a parità di forma)