D. che tipo di compensatore è meglio usare quando si spara con cartucce ad alte prestazioni?
R. il problema legato alle scelte tecniche per fare fronte a munizioni in grado di produrre elevati volumi di gas non è dei più semplici da risolvere. La soluzione in questo caso è la stessa impiegata per i pezzi di artiglieria. Si tratta del sistema a luci contrapposte, o in controfase, che dir si voglia. Come funziona? E’ abbastanza semplice. Supponi di avere un cilindro di acciaio dal quale ricavare il compensatore da montare sulla volata della tua arma. Per il momento non concentraimoci su  COME avverrà il fissaggio, ma limitiamoci ad analizzare unicamente la modalità costruttiva. Il cilindro verrà prima forato (del diametro corretto) per consentire il passaggio del proiettile. Poi, con una fresa CNC, verranno eseguite due fresaure contrapposte su ambo i lati. La “lunghezza” della fresatura dipende dalla lunghezza della palla, usando il consueto criterio che abbiamo già detto altre volte, mentre la “profondità” sarà tale da lasciare, sui due lati contrapposti uno spessore sufficiente a garantire la necessaria rigidità strutturale (diciamo 4 – 5mm come base, ma potrebbero essere anche più se il freno è molto grosso). A seconda di come viene eseguita la fresatura (cioè a seconda che si usi il lato “lungo” o quello “corto” della fresa), gli spigoli risulteranno essere netti (= ad esempio quelli fatti da Falvio Farè sulle sue armi da caccia o da tiro) o arrotondati (= ad esempio quello che è montato di fabbrica sui Sako TRG-22 e 42). In pratica, con questa tecnica, invece di avere una camera con la paratia ed il “fondo” messa perpendicolare al terreno, si avranno due camere contrapposte, ovviamente senza fondo, e parallele al terreno. L’idea è quella che, togliendo il fondo della camera e sostituendolo con due camere contrapposte, si ottiene un rendimento del tutto superiore (al sistema tradizionale) quando vengono usate cartucce magnum, o comunque cartucce basate su cariche di lancio molto spinte, in grado di generare alti volumi di gas. La “misura minima” è di UNA sola serie di fresature, il che significa avere due camere contrapposte. Di solito se ne fanno 2 o 3 serie (dunque, 4 o 6 camere totali, in contrapposizione), a seconda che il calibro sia più  o meno esasperato.  Si discute poi da anni per stabilire se sia meglio avere le camere con i bordi netti oppure arrotondati. Alcuni affemano che lo spigolo vivo provocherebbe pericolose turobolenze, che ridurrebbero l’efficienza del dispositivo. Altri invece, affemano che essendo le camere contrapposte (e più che altro macando il fondo della camera) le eventuali turbolenze si annullerebbero reciprocamente. Chiarito il principio, è possibile espanderlo a proprio piacimento. Per prima cosa puoi aumentare il diametro del cilindro dal quale intendi ricavare il compensatore, in modo da aumentarne il rendimento. Poi si possono creare dei freni con camere progressive, così come abbiamo visto in precedenza con i compensatori tradizionali.  Oppure si può usare un pezzo di acciaio conico (e non cilindrico) e fare delle fresature in modo di avere, a seconda di come lo si va a montare, il c.d. “freno ad albero di Natale”, oppure quello c.d. “a tromba”. Ancora, si possono creare i c.d. “freni a scatola”, che vengono però realizzati tramite elettrosaldatura, ma pur sempre rispettando gli stessi criteri indicati in precedenza. Con lo stesso criterio vengono realizzati anche i c,d. “freni ad emiciclo”, in cui le pareti non sono dritte (come quelli a scatola) ma curve. Compensatori a scatola o a emiciclo si possono notare con frequenza sulle armi camerate per il 12,7 NATO, dove risultano superiori ad altri compensatori talvolta pubblicizzati dalle riviste  dagli addetti al lavori (veri o presunti). Tentare di applicare il solito “tubo bucato” su un’arma in calibro 12,7 NATO è parecchio controprodcente, perchè il rendimento è bassissimo. Per rendersi conto del problema, basta paragonare il freno montato sui Barrett (un freno a scatola), con quello montato suo McMillan (un tubo forato). Nel primo caso, l’arma è stabile, l’esplusione è dolcissima ed è possibile fare anche serie prolungate. Nel secondo caso, si rischia sul serio di farsi male, perchè l’arma rincula di brutto e la lacerazione del sopracciglio è di norma se non si sta molto attenti!! In teoria questo non dovrebbe succedere. In realtà succede perchè nel McMillan, il tubo è troppo lungo (anche se appare grosso ed efficiente) ed i gas, non solo sopravanzano la palla, ma non vengono redirezionati in maniera corretta. Dunque, se devono essere usate cartucce capaci di generare alti volumi di gas, è meglio scegliere bene quale risoluzione progettuale usare. Quello che va bene per una cartuccia “normale” (= cioè di scarsa volumetria), potrebbe non andare bene per una cartuccia esasperata.