D. che differenza c’è tra il compensatore montato sul REMINGTON MLR e quello montato sul PETERS STAHL SWS-2000 SSW? Perchè i costruttori hanno fatto scelte così diverse per fare la stessa cosa?
R. ecco un esempio pratico di come lo stesso problema (= la riduzione del rinculo) può essere affrontato in modi completamente diversi, come è stato fatto con il REMINGTON MLR ed il PETERS STAHL SWS-2000 SSW. Il primo è camerato per il 338 Lapua Magnum. Il secondo è camerato per 308 Winchester, .300 Winchester Magnum e .338 Lapua Magnum. Il primo è un prodotto interamente industriale. Il secondo è uno dei migliori prodotti semi-artigianali attualmente in circolazione sul mercato. Il confronto tra le due armi (che abbiamo provato ma che però non possediamo), non vuole essere il solito discorso da bar dello sport della serie “io ce l’ho più lungo del tuo” oppure “io piscio più lontano di te” (scusaci per il francesismo……..). Piuttosto vuole essere un modo per ragionare su come due produttori diversi, con mezzi a disposizione completamente diversi, hanno affrontato e risolto (a loro modo di vedere, si intende) il problema della riduzione del rinculo connesso all’impiego di calibri esasperati (338 LM contro 338 LM, oppure 338LM contro 300 WM). Entrambi hanno optato per quella che in teoria dovrebbe essere un sistema a camera unica con una pluralità di luci di sfogo. Quella che sulla carta sembra una soluzione univoca, è in realtà stata intepretata in maniera diversa dai due produttori. La Remington, fedele alla scuola americana (pensa alla Weatherby per esempio) ha adottato il (per loro) canonico sistema del “tubo bucato”. In altre parole la canna è stata filettata ed è stato applicato un tubo con una serie di fori multipli, in cui manca però una vera e propria paratia. Il risultato è che una parte dei gas si disperdono in maniera pressochè radiale rispetto alla circonferenza esterna della canna, ma che manca una vera a propria azione frenante, intesa in senso fisico-matematico. Inoltre non è stato rispettato il principio cardine con il quale viene parametrata la lunghezza delle camere alla lunghezza della palla. Ci permettiamo di aggiungere che la scelta compiuta dai tecnici della Remington in relazione alla canna appare essere totalmente errata. Ci rendiamo conto che si volevano contenere i costi, ma il diametro in volata è decisamente troppo piccolo per un calibro magnum. Le vibrazioni sono eccessive, ed infatti sul bersaglio questo errore si paga a caro prezzo in termini di precisione. Questi purtroppo sono i problemi (veri !!) che si hanno quando quelli dell’ufficio marketing si vogliono sostituire a quelli dell ufficio ricerca e sviluppo…………Veniamo alla Peters Stahl. Qui è stato usato un cilindro con 8 file di fori sfalsati, posti radialmente sulla circonferenza esterna. In apparenza tutto sembra essere simile al Remington. Però in questo caso però abbiamo una vera paratia, che “chiude il tubo”, contro la quale i gas di egresso urtano violentemente dopo il passaggio della palla. Anche se non è stato rispettato il principio cardine con il quale viene prametrata la lunghezza delle camere alla lunghezza della palla (perchè il tubo è parecchio più lungo di una palla), il fatto che comunque esista una paratia (almeno una) consente di avere un certo rendimento. Non si tratta di un rendimento ideale, ma è comunque superiore a quello dei freni di scuola americana. Tieni presente che sparando con il Peters Stahl, anche usando i caricamenti più esasperati, l’arma rimane pressochè immobile. Il fatto che l’arma usi una canna con un diametro in volata di oltre 30mm, fa in modo che possano essere raggiunti livelli di precisione di assoluta eccellenza.
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