D. di cosa tengono conto i progettisti per realizzare i compensatori? Su quali parametri lavorano per creare un compensatore realmente efficiente?
R. ecco qui alcune informazioni utili per la realizzazione del tuo progetto sui compensatori. Contrariamente a quanto credono in molti, fare un compensatore e montarlo, è una delle cose più difficili che esistano. Un rompifiamma (cioè un dispositivo destinato unicamente a creare una turobolenza più o meno marcata nei gas di egresso) è solo relativamente complesso. Qui oltre alla filettatura c’è solo da decidere come la vampa di bocca deve “aprirsi”. Il compensatore no. Si tratta di tutta un’altra cosa. C’è da scegliere il materiale, che dovrà essere facile da lavorare, ma in grado di resistere a lungo all’azione dei gas di egresso che, anche se non caldi come nella camera o nell’inizio di rigatura, sono comunque “abbastanza caldi”. Altro dettaglio da tenere in considerazione, è che il materiale dovrà essere scelto anche tenendo conto della finitura superficiale che si vorrà applicare. Che cosa si desidera di più? Una bella cromatura? Una fosfatazione? Una satinatura? Oppure una brunitura tradizionale? O magari una finitura al solfuro di cromo per chi abita in riva al mare e teme la salsedine? Anche l’estetica conta, per cui occorrerà ricordarsi di valutare questo aspetto. Non solo. Ci sarà poi da scegliere il materiale tenendo conto del fatto che, i professionisti, montano il compensatore “a caldo”. In altre parole, dopo che il pezzo è stato realizzato, lo si scalda (con un apposito forno) ad una temperatura modesta (di solito sui 120 – 150°C), in modo da fare dilatare il metallo al punto tale da avvitarlo sulla canna. Una volta avvitato, lo si lascia raffreddare a temperatura ambiente. Quando il raffreddamento è avvenuto, il compensatore formerà un blocco unico con la canna. Ovviamente tutto questo deriva dal fatto che viene realizzato un mircofiletto con delle tolleranze di lavorazione strettissime. Qui ci vuole un professionista delle macchine CNC per realizzare un lavoro a regola d’arte e non ci si può improvvisare in nessun modo. Un incapace o un tecnico alle prime armi farebbero solo un disastro. E’ chiaro che tutto questo discorso, implica che il compensatore e la canna siano perfettamente coassiali tra di loro. Se così non fosse, il proiettile urterebbe il compensatore durante l’uscita. con conseguente perdita di precisione (a meno che i fori di passaggio non abbiano un diametro chilometrico………..ma allora il compensatore funzionerebbe poco e male!!). Chi dice che “i compensatori sono imprecisi” o che “le armi compensate sono imprecise”, lo dice perchè (per dolo o per colpa) ha usato prodotti scadenti, che sono stati costruiti e montati da incompetenti. Altra cosa. Se vuoi montare un compensatore su un’arma sportiva/da tiro, allora avrai una maggiore libertà di azione per quanto riguarda la forma e le dimensioni. Se invece lo vorrai montare su un’arma da caccia (magari una raffinata e costosa carabina da caccia grossa), allora ci vorrà un occhio maggiore all’estetica, in modo da avere poi un prodotto finale che si raccordi nel miglior modo possibile con la forma dell’arma. Estetica a parte, c’è da ragionare su cosa provoca il rinculo in un’arma. Consideriamo come base il problema di una pistola semiautomatica. Qui il rilevamento sarà dato da :
– il proiettile che viene accelerato dentro alla canna (= è come se si colpisse la camera con una mazza da muratore)
– la differenza tra asse della canna e asse delle braccia del tiratore (= si può limitarlo usando una presa “alta”, ma non eliminarlo del tutto)
– la vampa di bocca (= cioè il fatto che tutti i gas di egresso fuoriescano dalla canna in senso parallelo all’asse della stessa)
– il moto retrogrado del carrello che sbatte contro il castello (= tutto dipende dalle masse in gioco e dalla durezza della molla di recupero)
I primi tre fattori sono determinanti. Il quarto ha un’importanza minore Passiamo al caso dell’arma lunga. Qui i fattori sono più complessi rispetto a prima, e cioè :
– il proiettile che viene accelerato dentro alla canna (= la massa di polvere è enorme paragonata a quella di una cartuccia da pistola, per cui l’effetto è fortemente amplificato)
– la differenza tra asse della canna e asse delle braccia del tiratore (= la questione è posta diversamente rispetto alla pistola, ma usando la posizione prona il problema è praticamente ridotto a zero. Non così se si spara dalla posizione eretta o seduta)
– la vampa di bocca (= qui il problema è enorme perchè la massa dei gas di combustione è nettamente superiore a quella prodotta da una cartuccia da pistola)
– pala del calcio con angolazione errata rispetto all’asse della canna o della calciatura
– calciatura marcatamente disassata rispetto all’asse della canna
– canna troppo leggera (= tutte le armi di precisione hanno canne pesanti, perchè il primo fattore di imprecisione è la formazione di un regime di oscillazione anomalo della canna durante il passaggio del proiettile)
Supponendo di essere intervenuti come possibile (ed in maniera tecnicamente ineccepible) sugli altri fattori, come deve lavorare il compensatore? Deve semplicemente deviare la più grande massa possibile di gas di combustione (= è chiaro che non si può deviarne il 100%, ma ci si deve andare il più vicino possibile con una realizzazione ad hoc del compensatore) verso l’alto. Questo costringe l’arma “a stare ferma”, facendo in modo di “premerla verso il basso” tutte le volte che un proiettile attraversa la canna. Tutto questo, ovviamente, detto in maniera altamente semplificata
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