D. che differenza c’è tra il 6,8mm SPC Remington e il .300 BLACKOUT?

R. il 6,8mm SPC Remington è un derivato parziale del preesistente .30 Remington (una cartuccia nata nel 1906 come risposta al successo commerciale del .30-30Winchester, oggi del tutto scomparsa, e dunque da non confondere con il più recente .30Remington AR) modificato al fine di sparare palle da 6,8mm di diametro.  Normalmente impiega palle da 100, 110 (o 115) e 130grs. di peso. Di fatto, le palle da 130grs. sono dedicate ad impieghi venatori, mentre quelle più leggere sarebbero destinate ad applicazioni militari. In teoria, da una canna da 16″ le palle da 100 e 110grs. dovrebbero essere accelerate fino a raggiungere circa gli 800m/s. Le palle da 130grs. dovebbero viaggiare a circa 730m/s. La cartuccia era nata per essere sparata in canne con un passo di 1 giro in 10″ e con un inizio di rigatura piuttosto brusco. Successivamente, per ridurre le pressioni in gioco e semplificare il funzionamento in condizioni di arma sporca, il passo venne portato a 1 giro in 11″, mentre l’inzio di rigatura venne reso più dolce. Le munizioni commerciali sono prodotte, tra gli altri, da Remington, Cor-Bon, Black Hills e Hornady. La scelta non è comunque amplissima. Attualmente, le armi camerate per questo calibro sono poche, così come limitata è la diffusione della munizione. Il motivo è che esso non offre vantaggi realmente significativi rispetto al .223 Remington, oltre al fatto che la palle più pesanti non possono essere utilizzate nella piattaforma AR-15, ma solo in armi a ripetizione ordinaria. Il .300 BLACKOUT (detto anche 7,62x35mm, .300AAC o .300BLK) è un derivato parziale del .223 Remington, nato attraverso una complessa operazione di accorciamento e di modifica del corpo del bossolo. E’ stato realizzato dalla AAC, la nota azienda americana produttrice di silenziatori, quale alternativa al .223 Remington da camerare nella piattaforma AR-15. L’idea era quella di poter avere, rapidamente e con poca spesa, un Colt M4 capace di sparare una munizione diversa dal .223 Remington. Ciò significava sparare una muniziine diversa, in un Colt M4, ma cambiando il numero minimo di componenti.. Le munizioni commerciali sono prodotte dalla Remington, grazie anche al fatto che la AAC e la Remington fanno parte del medesimo  gruppo industriale. Alcuni sostengono che la AAC abbia “…brutalmente copiato… il .300BLK da una preesistente  cartuccia brevettata da J.D. Jones della SSK Industries, commercializzata con il nome di .300 Whisper. Il dubbio è nato per tre motivi. Primo, perchè la AAC produce silenziatori, e il .300 Whisper è disponibile in due caricamenti, uno supersonico e l’altro subsonico (maggiormente adatto all’impiego in armi silenziate). Il secondo è che le matrici per la ricarica casalinga del .300 Whisper sono praticamente intercambiabili con quelle del .300 BLACKOUT. Il terzo motivo è che i dati di caricamento sono praticamente identici. Attualmente non è dato sapere se ciò corrisponda a verità, e quando ci sia di vero in queste affermazioni. Ad ogni modo, le armi camerate per questo calibro sono poche, così come limitata è la diffusione della munizione. Il motivo è che esso non offre vantaggi realmente significativi rispetto al .223 Remington, specie quando vengono usate le palle più pesanti. per cui molti preferiscono rimanere fedeli alla “cartuccia madre“. A livello casalingo i bossoli si possono ricavare tagliando quelli del .223 Remington sotto la spalla (cioè nel punto di giunzione tra la spalla e il corpo) e facendoli poi passare in una matrice di ricalibratura totale per il .300BLACKOUT previa apposita lubrificazione. A questo punto il bossolo va tornito a rifilato a 35mm esatti. Gli inneschi sono ovviamente del tipo small rifle standard. Entrambi sono nati come alternativa al .223 Remington nella piattaforma AR-15, il che signfica che la O.A.L. non potrà essere superiore a quella del .223 Remington.