MODALITA’  COMPORTAMENTALI DURANTE LA RICERCA DEL CONTATTO

§1 – Profili generali


Nel contesto della attività delle FF.AA., la ricerca del contatto è una fase (cronologicamente) antecedente a quella di attacco e susseguente a quella di difesa . In linea generale, questa fase comprende tutta una serie di attività che devono essere svolte in un ambiente sconosciuto e (almeno ipoteticamente) ostile. All’interno di questo ambiente il nemico può celarsi con estrema facilità, per cui il soldato ha la necessità di localizzare (preventivamente), controllare e neutralizzare il nemico in maniera razionale e preventiva Chiaramente quello che in teoria è molto facile (cioè trovare il nemico prima che lui trovi voi !!), in realtà tende a complicarsi in maniera spesso esponenziale e con incredibile velocità. Il fatto che la ricerca del contatto avvenga in un ambiente sconosciuto (N.B. è raro che la ricerca del contatto avvenga in un luogo già noto !!) la rende ESTREMAMENTE pericolosa, poichè il nemico potrebbe sfruttare questa situazione RAZIONALMENTE a proprio vantaggio, con effetti spesso letali !! Per rendere il concetto più chiaro a tutti, se il nemico si sta nascondendo nello stesso ambiente dove la ricerca del contatto deve essere effettuata, questi avrà già un enorme vantaggio tattico, perchè :


– conosce l’ambiente
– sa da dove “…potrebberro provenire i guai…”


In altre parole, pensare di soprendere il nemico a proprio piacimento è una mera illusione !! Piuttosto, si può ragionevolmente pensare di applicare gli opportuni strumenti, onde localizzare il nemico e contenerne le potnzialità letali, per poi passare immediatamente (e senza soluzione di continuità) alla fase di attacco vera e propria.



§2 – Prerequisiti fondamentali


La ricerca del contatto viene effettuata utilizzando in maniera intelligente ed integrata TRE strumenti logico-strategici fondamentali, e cioè :

– le regole fondamentali per la ricerca del contatto
– la comprensione del modo in cui si rapportano tra loro le regole per la ricerca del contatto ed il mondo reale (N.B. cioè come queste regole devono essere in concreto applicate)
– l’uso razionale di TUTTI gli strumenti di occultamento e copertura


Questi tre strumenti non devono essere concepiti come tre elementi differenziati ma come tre parti organiche di un unico insieme


§3 – Le regole fondamentali per la ricerca del contatto

Le regole fondamentali per la ricerca del contatto sono un insieme di regole che hanno essenzialmente lo scopo di MASSIMIZZARE la sopravvivenza del soldato durante la ricerca del contatto con il nemico. Lo scopo di queste regole è essere uno strumento in grado di addestrare il soldato ad avere la massima attenzione durante la ricerca del contatto, onde sviluppare la massima capacità di reazione possibile. Sviluppando la capacità di reazione del soldato, queste regole concorrono a :

– focalizzare l’attenzione sulle possibili collocazioni fisiche in cui il nemico è occultato / nascosto
– evitare errori fatali
– massimizzare la propria incolumità in un contesto altamente stressogeno (come quello della ricerca del contatto)
– massimizzare la propria attenzione sviluppando la capacità di focalizzare la propria attività psichica sulla miriade di particolari (a volte apparentemente insiginficanti) che si potrebbero incontrare durante la ricerca del contatto


In termini molto più semplificati, si può correttamente affermare che le regole fondamentali per la ricerca del contatto sono degli strumenti che servono al soldato per assicurarsi il necessario margine di TEMPO e di SPAZIO per poter sopravvivere !! Premesso ciò, le regole fondamentali per la ricerca del contatto sono così delineate (N.B. l’elenco è esaustivo, ma l’ordine con cui le regole sono espresse NON rispecchia la loro effettiva importanza poichè tutte sono ugualmente importanti !!) :


– osservazione globale dell’ambiente circostante
– pianificazione delle proprie azioni in tempo reale
– contestualizzazione della minaccia
– uso razionale e continuo di ogni strumento di copertura
– localizzazione in tempo reale dei possibili punti critici
– capacità di azione immediata


segue – osservazione globale dell’ambiente circostante


Durante la ricerca del contatto è necessario che il soldato osservi l’ambiente attorno a se, a 360°, in maniera continuativa !! Questo viene effettuato tramite l’ausilio della c.d tecnica della cupola (dome technique), tramite la quale il soldato immagina di essere al centro di una cupola e deve per tanto osservare tutto l’ambiente circostante dal suolo fino al vertice di qusta cupola immaginaria. L’uso di questa tecnica è molto importante perchè ha lo scopo di evitare che il soldato, come spesos accade, indirizzi il proprio sguardo solo “…ad altezza d’uomo…” o sotto questo livello, dimenticandosi di guadare in altre direzioni che potrebbero celare pericoli letali !! Durante l’osservazione  è importante non solo muovere gli occhi (facendo muovere la testa di conseguenza), ma anche tenere le orecchie aperte nonchè prestare attenzione continuativa ad ogni particolare. In altre parole, è necessario usare tutti i propri sensio per evitare qualsiasi cosa che possa indicare, anche indirettamente, che “…qualcosa non va per il verso giusto…” e che quindi il contatto con il nemico è imminente. Per massimizzare la capacità di osservazione, essa viene eseguita in maniera tale da NON bloccare insieme corpo, arma e testa. In altre parole, viene attuata una DEROGA al principio di allineamento oculo-motorio (o principio dle terzo occhio) in base al quale la volta e lo sguardo sono su due linee parallele, e si osserva l’ambiente circostante SENZA ruotare la testa insieme alla propria arma. Devono però farsi due importanti puntualizzazioni a tal proposito :


– l’osservazione va fatta da una posizione il più coperta o defilata possibile
– l’osservazione riguarda PRIMA lo spazio più vicino e POI quello più lontano


L’osservazione è poi PRIMA generale e POI particolare. In alti termini, prima si osserva in maniera rapida e generalizzata la porzione di terreno più vicina a se. Una volta che questa osservazione ha dato esito positivo, cioè se non vi sono segni evidenti della presenza del nemico, è possibile passare all’osservazione di tipo particolare. Questo secondo tipo di osservazione può essere eseguita con l’ausilio delle seguenti tecniche :


tecnica dell’osservazione orizzontale = il soldato individua una striscia orizzontale immaginaria e la osserva in maniera accurata da destra a sinistra e da sinistra a destra (o viceversa, l’ordine non è importante !!) onde evidenziare una possibile presenza nemica
tecnica dell’osservazione verticale = il soldato individua una striscia verticale immaginaria e la osserva in maniera accurata dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso (o viceversa, l’ordine non è importante !!) onde evidenziare una possibile presenza nemica
tecnica dell’osservazione a zone = il soldato individua una zona specifica all’interno di una zona di più ampie dimensioni entro la quale si presume possa trovarsi il nemico e la osserva in maniera accurata  usando la tecnica dell’osservazione verticale o quella dell’osservazione orizzontale (N.B. questa tecnica è molto utile se si deve osservare una zona in cui esistono zone molto ampie in cui è palese che il nemico non ci possa essere)


segue – pianificazione delle proprie azioni in tempo reale


Durante l’attività di ricerca è necessario che il soldato pianifichi in continuazione le proprie azioni. Questo è necessario perchè cercare il contatto con il nemico non significa semplicemente camminare in una certa zona guardando distrattamente qua e là alla ricerca del nemico !! In altre parole, il soldato DEVE costantemente pianificare COME effettuare la ricerca del contatto (N.B. ad esempio come muoversi lungo una strada, come attraversare una porta, come superare un ostacolo, come attraversare un fiume, etc.) e COSA fare qualora il contatto si verifichi (N.B. come agire, quali coperture scegliere, come muoversi). Per motivi di sicurezza è necessario pianificare una condotta principale più almeno due condotte alternative qualora non sia possibile dare attuazione alla condotta principale. La pianificazione è corretta se in qualsiasi momento della ricerca del contatto il soldato è effettivamente in grado di affermare “..sto eseguendo la mia attività di ricerca del contatto e so esattamente cosa fare qualora questa si verifichi, potendo contare su una serie di azioni già pianificate in precedenza…”.


segue – contestualizzazione della minaccia



Durante l’attività di ricerca è necessario che il soldato consideri il pericolo come REALE ed EFFETTIVO !! In altre parole, il soldato DEVE sempre agire pensando che il nemico possa attaccare da un momento all’altro, motivo per cui DEVE sforzarsi di avre sempre la massima attenzione su tutto quello che sta facendo. Per questo motivo, non è possibile ricorrere  a mezze misure o a condotte / azioni tatticamente illogiche !! Non è cioè possibile fare ragionamenti del tipo “…il nemico non sarà mai dietro quegli alberi…” o “…è impossibile pe il nemico nascodnersi lì dietro…”. Niente può essere lasciato al caso, poichè solo in questo modo è possibile prendere l’iniziativa e mantenerla in caso di contatto con il nemico. Un’alta cosa poi molto importante è quella di applicare sempre la regola della minaccia nascosta (o minaccia ulteriore) in base alla quale “…il combattimento non è mai finito finchè non è veramente finito…”. In altri termini, se si verifica il contatto con il nemico è necessario neutralizzarlo ma, fatto questo, NON si deve mai pensare che “…tutto sia finito…” se non si ha la certezza assoluta. Per mantenere alto il livello di attenzione occorre pensare sempre che ci possa essere un nemico nascosto nei paraggi.(c.d. minaccia nascosta) per cui occorre accertarsi che lo scontro sia EFFETTIVAMENTE finito e non si deve mai abbassare la guardia prima del dovuto !!


segue – uso razionale e continuo di ogni strumento di copertura


Durante la ricerca del contatto il soldato DEVE abituarsi ad usare COSTANTEMENTE ogni possibile fonte di copertura (o di occultamento) presente in loco. Per massimizzare la propria sopravvivenza è necessario che il soldato sia sempre conscio delle fonti copertura presenti, deve essere il più vicino possibile ad essere e deve essere sempre pronto a muoversi dietro ad esse. A volte può capitare che non vi siano fonti di copertura sfruttabili, ma ogni soldato deve adottare come abitudine principale quella di localizzare e sfruttare ogni copertura possibile in una data situazione.


segue – localizzazione in tempo reale dei possibili punti critici



Durante l’attività di ricerca è necessario che il soldato ponga particolare attenzione a quei luoghi  entro i quali potrebbe ragionevolmente celarsi il nemico. Dal momento che il soldato DEVE sempre considerare il pericolo come REALE ed EFFETTIVO , risulta fondamentale :


– osservare i luoghi in cui potrebbe trovarsi il nemico
– avvicinarsi con estrema attenzione a quei luoghi in cui potrebbe trovarsi il nemico
– fare in modo di frapporre un elemento di copertura (o comunque un ostacolo) fra la propria posizione e questi  luoghi in cui potrebbe trovarsi il nemico


Spesso capita che esistano contestualmente più punti in cui i luoghi in cui potrebbe trovarsi il nemico all’interno di una zona di più vaste dimensioni, per cui bisogna porre attenzione ad eventuali pericoli che provengono dalle spalle. Per questo motivo è necessario guardare attentamente anche quello che si è appena superato, e che semba essere inerte, nonchè mantenere un’osservazione gneralizzata a 360° (V. voce a se).


segue – capacità di azione immediata  


Dal momento che quando si effettua al ricerca del contatto questo si può verificare in qualsiasi momento, è NECESSARIO che il soldato sia capace di reagire e di decidere se è necessario sparare oppure no!! Questo risultato viene ottenuto sia manipolando correttamente l’arma che si ha a disposizione (cioè essendo in grado di passare correttamente dalla posizione di porto a quella di tiro, e viceversa), sia avendo già programmato in precedenza “…cosa fare…” in caso di contatto con il nemico. In altre parole, le qualità acquisite durante la fase addestrativa consentono al soldato di sparare prontamente SE fosse necessario, mentre la programmazione preventiva delle proprie azioni in caso di contatto IMPREVISTO consente al soldato “…di agire invece di pensare…” qualora si verifichi il contatto.

§4 – Applicazione pratica delle regole fondamentali per la ricerca del contatto

L’applicazione pratica delle regole fondamentali per la ricerca del contatto si realizza non solo conoscendo e comprendendo in maniera preventiva le predette regole, ma anche e soprattutto capendo che queste regole sono direttamente correlate con l’uso razionale delle posizioni  preliminari e delle posizioni di tiro. In altre parole, le regole per la ricerca del contatto “…funzionano nel mondo reale…” SOLO se si conoscono le posizioni preliminari e le posizioni di tiro, nonchè se è noto il modo in cui avviene il passaggio (senza soluzione di continuità) tra le prime e le seconde. Va rimarcato in questa sede che le posizioni preliminari (o di contatto) sono delle posizioni che risultano essere cronologicamente intermedie tra le posizioni di tiro e le posizioni di porto. Com’è noto, le posizioni preliminari (ready position), che devonmo essere rigorosamente apprese durante la fase primordiale dell’addestramento, sono di due tipi :


posizione bassa (low-ready position) = è una posizione che viene assunta ponendo l’arma con la canna inclinata di circa 45° verso il BASSO (da cui la denominazione di posiione bassa, posizione di pronto bassa o posizione di attesa bassa !!), il calcio appoggiato alla spalla (forte) ed il dito indice FUORI dalla guardia del grilletto
posizione alta (high-ready position) = è una posizione che viene assunta ponendo l’arma con la canna inclinata di circa 45° verso l’ALTO (da cui la denominazione di posiione alta, posizione di pronto alta o posizione di attesa alta !!), il calcio trattenuto tra il bicipite (forte) ed il torace  ed il dito indice FUORI dalla guardia del grilletto


Anche se NON esiste una posizione di preliminare “perfetta“, di queste due posizioni, quella c.d. bassa è di gran lunga quella più diffusa ed impiegata a livello mondiale, probabilmente a causa del fatto che molte persone la trovano più comoda o più naturale dell’altra. Le posizioni di tiro (firing position) sono invece le posizioni utilizzate per collocare con il necessario grado di precisione i colpi sul bersaglio. A seconda del diverso grado di pecisione espresso, queste posizioni si distinguono in :


– posizioni di tiro mirato (aimed firing position)
– posizioni di tiro non mirato (unaimed firing position / point-shooting position)


Per una trattazione ulteriore di queste posizioni si rinvia il lettore alle pagine di questo stesso sito ad esse dedicate. Quello che è improtante sottolineare in questa sede, è che le posizioni preliminari di differenziano da quelle di tiro a causa della diversa ANGOLAZIONE della volata della canna rispetto al suolo. In altre parole, mentre nelle posizioni preliminari  la canna è inclinata di (circa) 45° rispetto al suolo (in alto o in basso), nella posizioni di tiro la canna è (pressochè) parallela al suolo. Volendo usare un altro esempio :


– nelle posizioni preliminari, l’arma è attiva ma viene indirizzata in una direzione potenzialmente non letale / pericolosa
– nelle posizioni di tiro, l’arma è attiva e viene indirizzata in una direzione letale ed efficiente


Quando il soldato DEVE effettuare la ricerca del contatto, è essenziale saper passare SENZA soluzione di continuità (e quindi in maniera estremamente fluida) dalla posiozione di tiro a quella preliminare, e viceversa, via via fino a quando il contatto non viene effettivamente stabilito. A quel punto sarà necessario prendere l’iniziativa e mantenerla fino quando il nemico non sarà stato effettivamente neutralizzato. Per capire come passare dalle posizioni di tiro a quelle preliminari è necessario comprendere che la ricerca del contatto è composta da due fasi ideali che vengono denominate :


fase di localizzazione (searching phase) = riguarda l’osservazione di spazi molto ampi entro i quali devono essere individuati i possibili punti critici che dovranno poi essere avvicinati,.bonificati e superati
fase di avvicinamento a corta distanza (close-approaching phase) = riguarda l’avvicinamento, la bonifica ed il superamento di EFFETTIVI punti critici posti entro spazi di dimensioni limitate


Quando il soldato si trova nella fase di localizzazione DEVE utilizzare la posizione preliminare, mentre quando si trova nella fase di avvicinamento a corta distanza DEVE passare immediatamente alla posizione di tiro. Il motivo di questa correlazione tra posizioni e fasi, è il seguente :


– durante la localizzazione, l’arma deve poter essere resa operativa in tempi apidi ma la sicurezza (circa l’incolumità del soldato e della sua unità) ha un’importanza fondamentale, per cui DEVE essere puntata in una direzione sicura
– durante l’avvicinamento, l’arma deve poter collocare sul brsaglio i propri colpi SENZA alcuen tempo morto, per cui DEVE essere puntata verso la direzione in cui si presume possa emergere il nemico



§5 – Uso razionale di tutti gli strumenti di occultamento e copertura


La conoscenza delle tecniche per la ricerca del contatto, nonchè del modo in cui queste vanno applicate “…nel mondo reale…”. NON deve mai fare dimenticare l’importanza dello sfruttamento razionale di qualsiasi elemento di occultamento e copertura.


segue – natura intrinseca degli ambienti in cui può verificarsi il contatto


Gli ambienti in cui il soldato deve effettuare la ricerca del contatto, sono di fatto riconducibili a due modelli fondamentali :


naturale (natural environment) = è NATURALE qualsiasi ambiente che è ESTRANEO al contesto urbano e che per sua natura intrinseca presenta un elevato numero di elementi di copertura e di occultamento, unito ad un grande numero di vie di ingresso e di uscita; solitamente un simile ambiente consente una ELEVATA libertà di movimento
artificiale (constructed environment) = è ARTIFICIALE qualsiasi ambiente che è INTRINSECO al contesto urbano, che presenta un numero non trascurabile di elementi di copertura e di occultamento, unito ad u numero LIMITATO di vie di ingresso e di uscita; solitamente questo ambiente consente una SCARSA libertà di movimento


In un ambiente naturale, la ricerca del contatto viene effettuata sulla base dei seguenti principi :


– uso delle regole basiche di ricerca del contatto
– adozione della posizione preliminare in linea generale
– possibilità di passare immediatamente dalla posizione preliminare a quella di tiro per colpire ogni presenza nemica che dovesse fare la sua comparsa
– passaggio alla posizione di tiro ogni volta che si verifica l’avvicinamento ad un possibile punto critico



ATTENZIONE !!


SE LA RICERCA DEL CONTATTO VIENE EFFETTUATA IN UN AMBIENTE NATURALE, VI SONO ELEVATE PROBABILITA’ CHE IL NEMICO SI OCCULTI PER COMPARIRE ALLE SPALLE SUBITO DOPO IL VOSTRO PASSAGGIO !!

In un ambiente artificiale, la ricerca del contatto viene effettuata sulla base dei seguenti principi :


– uso delle regole basiche di ricerca del contatto
– adozione della posizione preliminare solo quando non è assolutamente necessario usare la prosizione di tiro
– tendenziale prevalenza applicativa della posizione di tiro su quella preliminare
– tendenziale applicazione marginale della posizone preliminare (N.B. ma con possibilità di passare a quella di tiro per colpire ogni presenza nemica che dovesse fare la sua comparsa !!)
– passaggio automatico alla posizione di tiro ogni volta che si verifica l’avvicinamento ad un possibile punto critico




    ATTENZIONE !!


SE LA RICERCA DEL CONTATTO VIENE EFFETTUATA IN UN AMBIENTE ARTIFICIALE, VI SONO ELEVATE PROBABILITA’ CHE IL NEMICO SFRUTI LA NATURALE LIMITATEZZA DI MOVIMENTO CONNESSA A QUESTO AMBIENTE PER CANALIZZARE I VOSTRI SPOSTAMENTI !!

segue – spostamenti da una copertura ad un’altra


Come si è già affermato in precedenza, durante la ricerca del contatto il soldato DEVE abituarsi ad usare COSTANTEMENTE ogni possibile fonte di copertura (o di occultamento) presente in loco. In altre parole, occorre usare qualsiasi elemento di copertura sia eventualmente presente. Se non è presente nessun elemento di copertura, occorre sfruttare qualsiasi forma di occultamento. Com’è noto, esiste una gerarchia che vede al primo posto la copertura ed al secondo posto l’occultamento, per cui se c’ è una copertura occorre sfruttarla, ma se non esiste occorre sfruttare immediatamente qualsiasi forma di occultamento (N.B. senza perdere tempo a pensare inutilmente !!). Ad ogni modo, il soldato NON deve mai stare in posizione eretta ed esposta, ma deve avere l’abitudine di assumere una posizione il più BASSA e DEFILATA possibile !! Se possibile, il soldato dovrebbe evitare di muoversi attraverso spazi aperti, perchè è estremamente pericoloso per la propria incolumità, in quanto potrebbe essere il nemico a stabilire per primo il contatto (guadagnando e mantenendo l’iniziativa) !! Qualora sia assolutamente necessario muoversi in uno spazio aperto, è ESSENZIALE muoversi il più fluidamente e velocemente possibile da una posizione coperta a quella immediatamente successiva !! Quando il soldato si sposta, è fondamentale effettuare un’attenta pianificazione tenendo conto dei seguenti elementi :


– scegliere la direzione lungo la quale ci si vuole muoversi e come usare gli elementi di coprtura ivi presenti
– decidere cosa fare in caso di contatto improvviso con il nemico
– decidere cosa fare qualora sia il nemico ad effettuare per primo il contatto


In altre parole, il soldato PRIMA deve decidere dove andare e POI si può effettivamente muovere dalla posizione in cui si trova attualmente alla posizione sucessiva. In  termini maggiormente precisi :


– occorre scegliere PRIMA dove andare scegliendo sempre la direzione che garantisce la migliore copertura possibile
– se vi sono più linee di movimento ipoteticamente opzionabili, occorre sempre scegliere la direzione “…più sicura…”, cioè qualla con il più elevato livello di copertura
– occorre muoversi il più velocemente possibile da una posizione ad un’altra, SENZA inutili (e pericolose !!) perdite di tempo
– occorre muoversi lungo percorsi il più breve possibile
– quando si raggiunge la nuova posizione, è NECESSARIO fermarsi, guardare ed ascoltare tutto quanto proviene dall’ambiente circostante



    ATTENZIONE !!


ANCHE SE GUARDANDO L’AMBIENTE CIRCOSTANTE IL NEMICO SEMBRA NON ESSERE PRESENTE, NULLA  GARANTISCE CHE LE COSE SIANO EFFETTIVAMENTE COSI’ COME APPAIONO ANCHE SE NON E’ VISIBILE O NON E’ EVIDENTE, IL NEMICO POTREBBE ESSERE MOLTO BEN NASCOSTO !!

Per quanto riguarda la programmazione dell’azione e della reazione, dal momento che si tratta di effettuare il contatto con il nemico, il soldato DEVE programmae cosa fare :


–  nel caso di contatto improvviso con il nemico
– nel caso in cui sia il nemico ad effettuare per primo il contatto


Per motivi di sicurezza, accanto ad un singola azione (o reazione, nel caso in cui sia il nemico a sfruttare la sorpresa e ad effettuare per primo il contatto), devono anche essere pre-programmate ALMENO due condotte alternative. Sapendo “…cosa fare in anticipo…”, a prescindere “…che le cose vadano bene o male…” il soldato NON perderà tempo inutile “..a pensare cosa fare per uscire dai guai…” e massimizzerà la propria capacità di sopravvivenza !!


segue – avvicinamento a breve distanza


Naturalmente, effettuando i vari spostamenti da una posizione all’altra, il soldaro sarà costretto spesso e volentieri ad avvicinarsi a punti particolarmente critici (Possible Threat Cover), cioè a quei punti in prossimità dei quali è ragionevole presumere che vi si possa tovare il nemico, Quando un soldato è costretto ad effettuare un simile spostamento, è assolutamente NECESSARIO applicare le seguenti regole :


– passare IMMEDIATAMENTE dalla posizione preliminare a quella di tiro
– avere bene chiaro in mente cosa fare (cioè avere già progammato una condotta principale) in senso generale  e sapere cosa fare in via alternativai (cioè avere pre-programmato almeno due condotte alternative qualora non sia possibile applicare la condotta generale)


Applicare istintivamente queste regole è importante perchè spesso il soldato potrebbe essere costretto ad attraversare di corsa uno spazio aperto per terminare il proprio movimento  a ridosso di un elemento di copertura (e solo più raramente di occultamento) dietro al quale potrebbe esserci il nemico. Applicando i due principi segnalati in precedenza, se il nemico si dovesse presentare tentando una sortita, il soldato sarebbe già in condizione di poter aprire il fuoco in maniera efficace. se il nemico non dovrebbe essere presente, il soldato potrebbe comunque proseguire nella sua opera di ricerca del contatto.


§6 – Condotta da tenere durante il contatto vero e proprio


La condotta da tenere durante è DIRETTAMENTE influenzata dalla capacità del soldato di crearsi i necessari margini di sicurezza sotto il profilo temporale e spaziale. Per questo motivo, è assolutamente NECESSARIO che il soldato rispetti i seguenti principi :

– avvicinamento e/o posizionamento occulto
– uso sistematico della sorpresa
– uso sistematico di copertura ed occultamento
– creazione di un vantaggio temporale
– priorità dell’individuazione rispetto al controllo


segue – avvicinamento e/o posizionamento occulto



Mentre si avvicina alla posizione  in cui si presume che si trovi celato il nemico, e dove quindi è ragionevole aspettarsi il contatto con esso, il soldato deve compiere ogni sforzo possibile per NON essere visto o sentito da parte del nemico. Ovviamente questo non è facile, ma deve essere compiuto ogni sofrzo utile per conseguire questo risultato. A volte si possono verificare una serie di condizioni favorevoli tali per cui è effettivamente possibile avvicinarsi o muoversi in una certa area SENZA essere visti o sentiti dal nemico. Viceversa, altre volte NON è possibile effettuare INIZIALMENTE un avvicinamento silenzioso od occulto, ma è possibile raggiungere questo risultato solo successivamente. In altri termini, potrebbe benissimo verificarsi che il soldato venga inizialmente visto (o notato) dal nemico, ma che poi questi perda successivamente il contatto visivio o uditivo. Anche se apparentemente sfavorevole, il fatto che il nemico sappia che il soldato sia presente ma che contestualmente NON conosca EFFETTIVAMENTE dove il soldato si trovi costituisce un importante vantaggio che deve essere sfruttato adeguatamente.


segue – uso sistematico della sorpresa


Per cercare e trovare il contatto in maniera soddisfacente, il soldato DEVE imparare ad usare la sorpresa durante TUTTA la fase di ricerca del contatto. Usare la sopresa significa “…costringere il nemico a pensare…” dove si trova il soldato o cosa sta facendo in uno specifico momento “…senza riuscirsi a dare una risposta precisa…”. Ad esempio, se il soldato si trova dietro un elemento di copertura ed ha necessità di osservare l’ambiente circostante, egli NON uscirà MAI semrpe alla stessa altezza e dallo stesso punto per farlo, ma quando lo farà, dovrà SEMPRE farlo in maniera diversificata (N.B. per questo motivo in alcuni manuali istituzionali di tattica si dice di essere “…sistematicamente asistematici…” !!). Viceversa, se il nemico sa COSA il soldato sta per fare o DOVE si trova in un certo momento, la sorpresa  sarà VANIFICATA ed il nemico avrà di fatto la vittoria in pugno !! Per questo motivo, il soldato DEVE sforzarsi di usare la sopresa TUTTE le volte che è possibile per massimizzare la propria sopravvivenza.


segue – uso sistematico di copertura ed occultamento


Dell’impiego di ogni strumento / fattore di copertura e di occultamento si è già parlato in precedenza. In questa sede si coglie l’occasione per ribadire che l’uso RAZIONALE di qualsiasi forma di coperura od occultamento rappresenta il PRINCIPALE strumento di sopravvivenza a disposizione del soldato !! Usare razionalmente qualsiasi strumento possibile di copertura od occultamento signfica :

– avvicinarsi o muoversi senza essere visti dal nemico
– rendere comunque critica la localizzazione visuale o uditiva da parte del nemico
– essere protetti dal fuoco del nemico
– effettuare una localizzazione del nemico in maniera maggiormente sicura


Per questo motivo è essenziale che ogni soldato apprenda ad usare la copertura e l’occultamento fin dalle prime fasi dell’addestramento nel miglior modo possibile.


segue – creazione di un vantaggio temporale


Dell’applicazione delle regole base per la ricerca del contatto si è già parlato in precedenza (V. voce a se). In questa sede si coglie l’occasione per ribadire che l’uso ISTINTIVO di queste regole consente al soldato di acquisire un importante vantaggio temporale che spesso è fondamentale non solo per effettuare la ricerca del contatto, ma è altresì importante ai fini della sopravvivenza !! La creazione e lo sfruttamento di uno specifico margine temporale permette di effettuare molte cose importanti, come ad esempio :


– osservare correttamente una certa zona
– individuare elementi di coprtura e di occultmento
– individuare possibili punti critici da superare e bonificare
– comunicare informazioni rilevanti agli altri soldati


Se il margine di tempo che si va a creare tramite l’uso delle regole base per la ricerca del contato viene usato correttamente, le azioni del nemico risulteranno rallentate, indebolite o comunque pregiudicate rispetto alle loro finalità originarie.


segue – priorità dell’individuazione rispetto al controllo (e alla neutralizzazione)


Contrariamente a quanto pensano molte persone (N.B. compresi molti “addetti ai lavori” !!), la ricerca del contatto non è una corsa sfrenata ed irrazionale verso il luogo in cui si presume ci possa essere il nemico !! Ricerca del contatto significa, in primo luogo, INDIVIDUARE il luogo in cui si trova il nemico con il maggior grado di precisione possibile!! E’ vero che a volte individuazione e neutralizzazione sono cronologicamente molto vicini, ma ciò non significa che bisogna essere presi dalla foga di “…correre in avanti per trovare per primi il nemico…”, dal momento che questo comportamento ha causato la morte INUTILE di numerosi soldati. In secondo luogo, ricerca del contatto significa dare la PREVALENZA all’individuazione in modo che questa fase preceda SEMPRE quella di neutralizzazione vera e propria !! In altre parole, PRIMA si individua il nemico e POI lo si neutralizza, perchè solo così si minimizzano le perdite e si massimizza la propria sopravvivenza.


§7 – L’individuazione del nemico in senso stretto

Per individuare il nemico nel modo migliore possibile è necessario essere in possesso dei necessari prerequisiti tattici e tecnici. In queste brevi note si darà conto dei principali prerequisiti tattici e tecnici NECESSARI per conseguire efficacemente questo obiettivo.


segue – verifica dello stato dell’equipaggiamento

Il più importante prerequisito TECNICO (N.B. in linea di massima è definitio “tecnico” un prerequisito attinente all’equipaggiamento) è quello dell’effettiva ADEGUATEZZA del proprio equipaggiamento. Il soldato DEVE meticolosamente verificare che il proprio equipaggiamento sia adeguato. In particolare è necessario verificare che :


– l’equipaggiamento sia completo in ogni sua parte
– le armi siano funzionanti
– il quantitativo di munizioni sia corretto / adeguato
– non vi siano parti dell’equipaggiamento usurate o difettose
– non vi siano parti dell’equipaggiamento che producano rumori strani od inconsulti


segue – informazioni preliminari


Il più importante prerequisito TATTICO è quello della conoscenza del maggior numero possibile di informazioni relative al nemico. Il soldato DEVE meticolosamente raccogliere il maggior numeo di informazioni possibili rispetto alla missione / attività che si appresta a compiere, dal momento che TUTTO quello che il soldato apprende può fare (e spesso fa !! ) la differenza tra la perfetta riuscita ed un totale fallimento della missione.


segue – avvicinamento a possibili punti critici


Come abbiamo già visto in precedenza, durante la ricerca del contatto può spesso verificarsi che il soldato debba avvicinarsi a numerosi punti critici (Possible Threat Cover, V. voce a se), cioè a zone in cui è ragionevole presumere che si possa trovare il nemico. In questo caso occorre passare dalla posizione preliminare a quella di tiro e fare ogni sforzo possibile per rendere il proprio avvicinamento il MENO evidente possibile !! E’ vero che NON sempre è possibile nascondere il proprio spostamento in maniera integrale, così come può verificarsi che questo avvenga solo in maniera parziale, ma è altrettanto vero che se non si tenta ogni sforzo possibile per rendere il proprio spostamento il meno evidente possibile NON si potrà mai raggiungere alcun risultato utile sotto il profilo tattico. Va dunque ribadita la necessità di :


– adottare una posizione il più bassa e defilata possibile
– rendere i propri spostamenti il meno evidenti possibile (onde cercare di perseguire l’obiettivo dell’avvicinamento “occulto”)


Ad esempio, se il soldato deve avvicinarsi ad una casa (o ad una qualsiasi costruzione) è necessario che non faccia da una direzione in cui si trovano porte o finestre. Se il soldato deve penetrare in una casa è necessario che lo faccia nel modo il più semplice e sicuro possibile. A volte il punto più sicuro potrebbe sembrare quello più usuale (N.B. la porta o il cancello), mente altre volte è necessario creare un punto di ingresso alternativo (N.B. di solito tramite dell’esplosivo). Una volta entrato in casa (o comunque nella costruzione) il soldato DEVE costantemente applicare le regole basiche per la ricerca del contatto (V. voce a se) e mantenere il massimo livello di attenzione possibile. Mantenere il massimo livello di attenzione possibile è ESTREMAMENTE stressante a livello psicofisico ma permette al soldato non solo di raccogliere informazioni tatticamente rilevanti (che sono utilissime non solo per realizzare la ricerca del contatto e per proseguire nella propria missione), ma anche di rimanere vivo !!Ancora, se il soldato deve avvicinarsi ad una zona in cui sono presenti delle ombre (o se deve attraversare una zona del genere) è necessario che ponga particolare attenzione circa il fatto che l’ombra potrebbe celare un nemico pronto a colpire (N.B. si tratta del c.d. effetto di prospettiva nascosta per cui il soldato crede di NON essere visto o di NON vedere il nemico in una certa posizione, mentre in realtà questo lo può vedere e colpire con estrema semplicità !!). In un caso del genere se c’è la possibilità di usare fonti di luce artificiale il soldato le deve usare senza esitazione (N.B. ma ovviamente in maniera tatticamente efficiente !!), mentre se non è possibile adottare questa opzione, allora sarà necessario agire in maniera diversa (ad esempio usando visori termici, amplificatori di luce stellare, effettuando un cambio di percorso, etc.) onde perseguire efficientemente nella ricerca del contatto, e soprattutto per NON essere colto di sorpresa


segue – sistematicità della condotta del soldato


Durante la riceca del contatto, e segnatamente durante la localizzazione del nemico, è ESSENZIALE che la condotta del soldato sia la più sistematica possibile !! In altre parole, il soldato NON deve MAI smettere di applicare CORRETTAMENTE le regole basiche per la ricerca del contatto, e nemmeno deve applicarle in maniera parziale, confusa o contraddittoria Per usare un modo di dire semplice ma efficace, “…se inizi a tralasciare inizi a morire…” cioè se durante la sua missione (N.B. cioè la ricerca del contatto !!) il soldato inizia ad applicare in maniera ERRATA le regole basiche per la ricerca del contatto inizia  a mettere seriamente a rischio la propria sopravvivenza. Questo DEVE essere ben chiaro a TUTTI (N.B. e si ribadisce tutti !!) i livelli di comando perchè troppe volte sono stati proprio i soggetti con funzioni di comando che si sono comportati “…in modo  tatticamente morbido…” ed hanno causato il fallimento della missione che gli era sta affidata.


segue – l’importanza dei corretti margini di tempo e di spazio



Uno dei motivi per cui l’applicazione delle regole basiche per la ricerca del contatto ha un’importanza FONDAMENTALE è che queste regole (V. voce a se) permettono al soldato di acquisire un certo margine  di sicurezza sotto il profilo spaziale e temporale. Un esempio banale di come queste regole possono funzionare è quello dell’avvicinamento ad un possibile punto critico. Se non si applicano queste regole, istintivamente si tende ad avanzare ed a muoversi in maniera del tutto illogica. Questo fa si che qualora nel punto critico si trovasse REALMENTE il nemico, il soldato non farebbe altro che “…andare a sbatterci contro…” rimanendo così quasi certamente ucciso o ferito !!Viceversa, se quello stesso spostamento venisse  fatto seguendo le regole basiche (di ricerca del contatto) il soldato avrebbe l’accortezza di creare un certo margine di spazio tra se ed il punto critico, tale per cui se il nemico comparisse all’improvviso sussisterebbe comunque la possibilità di reagire efficacemente !! Infatti, creare un margine di spazio significa IMPLICITAMENTE creare un margine di tempo e più tempo a disposizione per agire (o reagire), più elevate sono le probabilità di agire (o reagire) efficacemente !!


segue – capacità di adattamento del soldato durante l’individuazione del nemico


Come detto già più volte, durante la ricerca del contatto la priorità di maggior rilievo tattico è quella di “…capire dove si trova esattamente il nemico…” nel modo più SICURO possibile. La metodologia è tanto più sicura quanto aumenta il margine di sopravvivenza del soldato. Una volta che “…si capisce dove si trova esattamente il nemico…” allora sarà possibile neutralizzarlo. Precisato ciò, questo non deve generare l’equivoco per cui ogni cosa debba necessariamente svolgersi in maniera rigida. In altri termini, durante la ricerca del contatto il soldato DEVE si rispettare le più volte ricordate regole basiche (di ricerca del contatto) ma DEVE anche imparare ad essere BILANCIATO e FLESSIBILE al punto giusto !! I termini “bilanciato” e “flessibile” sono due facce della stessa medaglia che indicano al soldato COME occorre comportanrsi durante l’individuazione del nemico. Tanto per fare un esempio, il soldato non deve mai correre in maniera sconsiderata nella zona in cui deve effettuare la ricrca del contatto ma, allo stesso modo, se per sfortuna dovesse essere il nemico il primo ad effettuare il contatto (prendendo così l’iniziativa), il soldato DEVE sapere comunque abbandonare la zona critica (N.B. cioè quella maggiormente battuta dal fuoco nemico) correndo il più velocmente possibile onde posizionarsi dietro la prima copertura disponibile !!


segue – silenzio e sicurezza


Anche se è estremamente difficile, il soldato DEVE porre particolare attenzione al fatto di LIMITARE il più possibile la generazione ogni rumore che possa tradire la propria presenza. Chiaramente, nel mondo reale NON è possibile ridurre a zero tutti i rumori che potrebbero generarsi sul campo di battaglia (N.B. anche perchè il campo di battaglia non è un’aula dell’Accademia !!), tuttavia il soldato deve sforzarsi di rispettare i seguenti principi :


– non strisicare i piedi
– non incrociare i piedi
– non correre se non serve
– non saltare se non serve
– muoversi empre fluidamente e non a scatti


I principi testè elencati sono espressione di quella che genericamente viene definita come “disciplina del silenzio” (sound discipline, altresì detta silence discipline) in molti manuali istituzionali di tattica. Questa disciplina del silenzio non è altro che una serie di regole comportamentali finalizzate ad evitare il fatto che il soldato “…telegrafi la propria presenza al nemico …”, cioè che si riveli PRIMA del tempo vanificando così il fattore sorpresa (V. voce a se), l’avvicinamento occulto (V. voce a se), nonchè l’impiego della copertura e dell’occultamento (V. voce a se). In altri termini, tutto quello che può rivelare anzitempo la presenza del soldato al nemico, come suoni, movimenti, luci, riflessi e quant’altro DEVE essere RIGOROSAMENTE eliminato o ridotto ai minimi termini. Durante il movimento, il soldato non deve mai avanzare in maniera inconsulta, ma deve sempre :


– guardare attentamente cosa c’è DAVANTI e ATTORNO (a 360° !!) a se
– usare le tecniche corrette per superare un angolo od aggirare un ostacolo (a prescidnere che ci si trovi in un contesto urbano o non urbano)
– considerare SEMPRE l’ambiente in cui si trova nella sua interezza (N.B. ad esempio, se il soldato è dentro un immobile non si deve mai dimenticare di cosa c’è all’esterno, e viceversa !!)


Chiaramente agie in questo modo NON da MAI al soldato la certezza automatica (ed assoluta) “…di non avere problemi…”, ma comunque consente di evidenziare dei pericoli mortali di fronte ai quali il soldato potrà agire di conseguenza.


segue – stress e decadimento del livello di attenzione durante l’individuazione del nemico


Come si era già sottolineato in precedenza, la ricerca del contatto è un’attività ESTREMAMENTE stressante sotto il profilo psicofisico. Se si tiene conto del fatto che la ricerca del contatto può durare per ore, ci si può rendere facilmente conto di come sia difficile avere lo stesso livello di attenzione per un periodo di tempo così prolungato. Se a ciò si aggiunge che il soldato deve portare in continuazione un’arma nella posizione preliminare (normalmente quella bassa), oltre al fatto che che deve trasposrtare un equipaggiamento più o meno pesante, si capisce rapidamente come la ricerca del contatto sia “…un affare maledettamente complicato…”, completamente diverso da come viene presentato nei cinema o alla televisione !! L’addestramento è ESTREMAMENTE importante sotto questo punto di vista (N.B. perchè abitua alla fatica), ma putroppo non è la soluzione a tutti i problemi, perchè quando lo stress si accumula non ci sono altre soluzioni se non quella di fermarsi. In altre parole, quando la stanchezza raggiunge livelli elevati, il soldato assume una specifica posizione difensiva “…e si rilassa…” per circa 10 secondi (N.B. chiaramente questo avviene a livello di squadra tramite l’assunzione di una posizione difensiva adeguata come quella” ad anello”). In termni più precisi il soldato :


– assume una posizione adeguatamente coperta
– assume una posizione bassa e defilata
– assume la posizione di tiro (N.B. di solito il soldato assume SEMPRE  la posizione inginocchiata o accosciata per motivi di sicurezza, e MAI quella eretta)
– pone l’arma davanti a se (N.B. ovviamente la sicura è disinserita ed il dito e fuori dalla guardia del grilletto !!)
– effettua un cambio mano e articola la mano forte per (circa) 10 secondi onde diminuire la tensione muscolare
– mentre effettua questo esercizio di rilassamento, continua a guardare COSA c’è attorno a se


Un periodo di rilassamento di 10 secondi DEVE essee considerato come MINIMO. Ad ogni modo questo periodo potrà essere prolungato a seconda di quelle che sono le effettive condizioni in cui si trova il soldato.



§8 – Il lavoro di squadra


Naturalmente nell’attività di ricerca del contatto il soldato non agirà mai da solo, ma insieme ad un gruppo di persone più o meno ampio. Normalmente la ricerca del contatto avviene infatti a livello di squadra, per cui è ESSENZIALE che ogni soldato conosca alla perfezione gli elementi fondamentali del lavoro di squadra (team work). La ricerca del contatto è un’attività talmente pericolosa tale per cui non è sufficiente conoscere solo i rudimenti del lavoro di squadra, ma è viceversa richiesta una conoscenza il più ampia e dettagliata possibile di questa materia !! Quelle che seguono sono alcune puntualizzazioni su taluni aspetti pratici di rilevante importanza in tema di lavoro di squadra.


segue – relazione tra qualità individuali e qualità collettive



Una delle cose più importanti da capire quando si parla di lavoro di squadra, è il modo in cui le qualità e le abilità del singolo soldato si collegano a quelle della squadra. In termini molto semplificati, si può dire che “…la capacità di funzionamento…” della squadra dipende dal livello di preparazione dei suoi singoli componenti. Questo signfica che più i singoli soldati sono preparati, più la squadra sarà efficiente. Premessa quella che è l’importanza FONDAMENTALE dell’addestramento dei singoli soldati, altri fattori di importanza fondamentale sono i seguenti :


– il livello di conoscenza reciproca (N.B. più la squadra è affiatata e più potrà operare in maniera efficiente !!)
– la semplificazione procedurale (N.B. la squadra deve conoscere poche procedure che siano semplici ed efficienti, perchè più le cose sono semplici da fare / eseguire e più la squadra avrà la capacità di essere flessibile e di superare i vari problemi che sarà chiamata ad affrontare “…nel mondo reale…” !!)
– l’eccesso di sicurezza (N.B. l’entità numerica, qualsiasi essa sia, non deve fare credere inconsciamente alla squadra di essere invulnerabile !!)
– il livello di attenzione (N.B. l’entità numerica non deve MAI portare ad un decadimento inconscio del livello di attenzione !!)


Questi quattro fattori devono essere attentamente presi in considerazione a QUALSIASI livello di comando. Inoltre, TUTTI i soggetti con funzioni di comando devono ribadire CONTINUAMENTE la loro importanza nonchè pretendere la loro applicazione CONTINUA ai loro subordinati.


segue – supporto e comunicazione reciproca durante la ricerca del contatto


Un’altra questione di rilevante importanza in tema di lavoro di squadra è quella relativa al supporto ed alle comunicazioni tra i membri della squadra durante la ricerca del contatto. In tema di comunicazioni, la cosa più importante è assicurarsi che ogni membro della squadra comunichi CHIARAMENTE con ogni altro membro !! In altre parole, il soldato DEVE fare in modo di comunicare CHIARAMENTE a prescindere che comunichi con parole, gesti o segnali di QUALSIASI tipo / genere !! Ovviamente, se ogni soldato applica le tecniche basiche per la ricerca del contatto in maniera CORRETTA, le comunicazioni ne saranno POSITIVAMENTE influenzate e, di riflesso, anche l’intera attività di ricerca del contatto. Le comunicazioni devono essere fatte nel modo più efficiente possibile a seconda delle diverse circostanze in cui la squadra è coinvolta. Ad esempio, normalmente DEVE essere rispettato il silenzio, per cui dovranno essere utilizzati segni o gesti APPROPRIATI, ma ciò non significa che le informazioni possano essere urlate ad alta voce (N.B. ad esempio questo deve avvenire quando il contatto è stato stabilito ed il livello di rumore è elevatissimo !!). Parlando di comunicazioni, per NESSUNA ragione il soldato deve PRESUMERE che gli altri membri della squadra abbiano capito le informazioni trasmesse ma DEVE accertarsi di aver trasmesso CORRETTAMENTE quelle specifiche informazioni !! Le comunicazioni devono poi essere continue, nel senso che non appena un soldato acquisisce un informazione (osservando l’ambiente circostante), la DEVE immediamente trasmettere  a TUTTI gli altri membri della squadra !! Conclusivamente deve osservarsi che per potere comunicare CORRETTAMENTE è NECESSARIO che i membri della squadra siano tra di loro ad una distanza NON eccessiva. La distanza è convenzionalmente considerata “…non eccessia ai fini della comunicazione…” quando tra i vari membri della squadra sussiste il contatto visivo (visual contact). Questo è importante non solo per comunicare, ma anche per assicurarsi il supporto reciproco in caso di contatto con il nemico, specie se dovesse essere imprevisto. Nella malaugurata ipotesi in cui dovesse essere il nemico a trovare per primo il contatto ed a prendere l’iniziativa, questo NON avrebbe comunque la possibiltà di agire in maniera efficace.


segue – movimento e sfruttamento della copertura (occultamento) a livello collettivo


Abbiamo già visto in precedenza l’enorme IMPORTANZA dello sfruttamento della copertura (e dell’occultamento) durante la ricerca del contatto. Si è anche sottolineata l’importanza circa il fatto che i vari membri della squadra mantengano COSTANTEMENTE il contatto visivo tra di loro. Il contatto visivo (visual contact), che è essenziale per facilitare le comunicazioni e per assicurare il supporto reciproco, NON deve mai essere concepito in maniera distorta. In altre parole, i vari membri della squadra sono vicini tra di loro, ma non vicini al punto tale da diventare un bersaglio facile. Considerando la coppia come elemento base (buddy-team), la distanza (tra i due soldati che la compongono) è di circa 5 – 8m, mentre se si considera la squadra in maniera globale la distanza tra i vari soldati deve essere genericamente di circa 10 -12m . Agendo in particolare in un contesto urbano, è importante EVITARE che nel susseguirsi repentino degli eventi, i vari membri della squadra si vadano “…ad ammucchiare l’uno all’altro…” (bunching.- up) in maniera sconsiderata, diventando così un facile bersaglio. Un’altra cosa importante da evitare è che la vicinanza reciproca porti ad una PERDITA del livello di attenzione che potrebbe rivelarsi fatale !! Con riferimento specifico al movimento (movement), le tecniche che vengono utilizzate durante la ricerca del contatto sono essenzialmente due :


– tecnica del movimento continuo (continuos movement technique)
– tecnica del movimento a sbalzi (bounding over-watch technique)


La tecnica del movimento continuo è una metodologia relativamente semplice che prevede un soldato posto davati alla squadra (point-man), c.d. “uomo di testa“, ed uno posto in coda alla squadra (rear-security), c.d. “uomo di coda“, mentre tutti gli altri si occupano della sicurezza sui lati. Normalmente l’uomo di testa è il tiratore più esperto e capace, e prende le decisioni relative alla modalità con cui la squadra deve muoversi o avanzare. La tecnica del movimento a sbalzi è una metodologia relativamente più complicata in cui esistono alcuni soldati prendono posizione (N.B. adeguatamente coperta e defilata) e coprono l’avanzata di altri soldati. Questa procedura si sussegue nel tempo senza soluzione di continuità, nel senso che chi ha prima coperto l’avanzamento dovrà poi effettuare a sua volta un successivo avanzamento, e viceversa. Se durante il movimento della squadra dovesse essere stabilto il contatto, il soldato che si trova nel punto esatto in cui il contatto si verifica apre IMMEDIATAMENTE il fuoco !! Gli altri soldati aprono a loro volta il fuoco creando settori di fuoco (fire sectors) che si intersecano con il settore di fuoco primario (primary fire sector) ma che possono contestualmente proteggere la squadra da potenziali altri nemici presenti in loco (e precedentemente occultati). Deve essere cioè chiaro che anche se il problema principale è “…chi ha effettuato il contatto…”, non bisogna dimenticarsi di altre eventuali presenze nemiche. Putroppo questo è reso difficile dal fatto che sotto stress (N.B. cioè quando una persona ha PAURA perchè qualcuno gli sta sparando addosso !!) l’aumento del tasso di ADRENALINA nel sangue determina la comparsa della c.d. “visione canalizzata” (tunnel vision), cosa che rende MOLTO difficile vedere correttamente l’ambiente circostante (N.B. per una trattazione maggiormente ampia del fenomeno della visione canalizzata si rinvia al testo “Nozioni di difesa personale” edito dal GRURIFRASCA e commercializzato da Tuttostoria ), rendendo “…di fatto invisibili…” anche dei pericoli (rectius, nemici) di fatto palesi !!


§9 – Controllo e neutralizzazione del nemico

Se le regole basiche per la ricerca del contatto vengono applicate correttamente, il soldato guadagnerà il vantaggio tattico necessario (sotto il profilo temporale e spaziale) per localizzare e neutralizzare il nemico. Ad ogni livello di comando DEVE essere chiaro che il soldato deve applicare le regole basiche per la ricerca del contatto, trovare il vantaggio e mantenerlo fino a quando l’operazione non è REALMENTE conclusa. Non bisogna MAI essere superificiali, applicare le regola base per la ricerca del contatto in modo gorssolano e pensare “…che tutto sia finito…” quando NON si ha la certezza assoluta che l’intera vicenda relativa al contatto sia effettivamente conclusa !!


segue – disitinzioni concettuali tra controllo e neutralizzazione



In linea di msssima, una volta che il nemico è stato localizzato, ed il contatto stabilito, si dovrà provvedere a neutralizzare il nemico nel più breve tempo possibile. Si tratta, cioè, di applicare le tecniche di attacco già trattate in questa sottopagina (V. voce a se). La nautralzizazione del nemico implica l’esecuzione di una manovra di attacco tenicamente intesa. Com’è bene noto, essa è composta da tre sottofasi distinte :


Avanzata = si tratta del movimento compiuto dal punto in cui la squadra si è trovata per la prima volta sotto il fuoco nemico, al punto in cui  la squadra può lanciare effettivamente l’assalto finale; se le regole per la ricerca del contatto sono state applicate correttamente, è possibile avvicinarsi sfruttando il fattore sorpresa ed aprire il fuoco per primi; normalmente le avanzate avvengono sui fianchi del dispositivo nemico, per cui, debitamente posizionato il gruppo appoggio, il gruppo assalto effettuerà la propria manovra lungo il fianco più accessibile; questo non sempre è fattibile, per cui a volte il gruppo assalto dovrà avanzare lungo lo stesso asse del gruppo appoggio
Assalto = posto che per effettuare un attacco è necessario avere una superiorità di forza di 3 a 1, una singola squadra potrà solo assaltare una trincea per volta; se la forza nemica dovesse rivelarsi più ampia del previsto, è necessario chiamare tutti i rinforzi possibili  per potere continuare l’assalto; durante l’assalto è necessario fornire il massimo volume di fuoco, ed a questo scopo possono essere utili le granate a frammentazione (più pesanti e più difficili da lanciare con precisione), le granate al fosforo (più leggere  e più facili da lanciare con precisione) o addirittura le armi anticarro eventualmente in dotazione
Persistenza = l’azione offensiva va mantenuta nel tempo al fine di  occupare in maniera stabile la postazione nemica sfruttando la forza d’urto che si è generata durante l’assalto; questo è necessario perchè la postazione nemica potrebbe essere organizzata ben in profondità ed un assalto troppo breve potrebbe non sortire alcun effetto


Per ulteriori delucidazioni in merito, si rimanda il lettore alla voce “Azioni offensive e condotte strumentali al combattimento“, contenuta in questo stesso (V. voce  a se). Premesso questo, possono però verificarsi delle situazioni in cui DOPO avere stabilito il contatto, diventa necessario controllare il nemico. Il termine “controllo” è ua sintesi lessicale che indica qualsiasi cosa sia compreso tra l’ordinare al nemico di arrendersi e aprire il fuoco contro per bloccarne sul nascere i movimenti ostili (e minimizzare le perdite tra le proprie fila). Il controllo è MOLTO importante perchè una volta che è stato stabilito, il nemico dovrebbe essere posto in una condizione soggettiva tale da agire in maniera estremamente limitata. In altri termini, il nemico potrà cioè scegliere tra arrendersi, scappare o attaccare. Naturalmente questo non significa automaticamente che una volta stabilito il controllo il nemico si arrenderà, ma che, piuttosto, nella maggior parte dei casi il nemico tenderà ad arrendersi. Controllare significa quindi mettere il nemico in condizioni di scarsa mobilità ed in maniera tale che possano vedersi AMBO le mani. Se non è possibile vedere le mani molto probabilmente il nemico (o i nemici) è armato. Se viene notata un’arma è necessario ordinare di gettarla SUBITO, poichè più tempo il nemico tiene l’arma in mano e più è elevata è la possibilità di un attacco (N.B. in una condizione simile la velocità di un attacco può essere INCREDIBILMENTE elevata anche se il nemico sembra che stia per arrendersi !!) !! Un’altra cosa importante è quella di NON inziaire MAI una conversazione con qualsiasi nemico. Dovete dare SOLO ordini chiari e precisi, poichè iniziare una conversazione significa metter a serio rischio la propria vita !! Quello che è importante è capire di non accelerare MAI i tempi perchè non bisogna mai avere fretta di concludere le cose !! Se il contatto con il nemico ha un esito non violento e questo si arrende, è NECESSARIO agire come segue :


– trattate TUTTI i prigionieri in modo umano
– non pregiudicate la loro condizione psico fisica in nessun modo
-.evacuate i prigionieri dal luogo di cattura nel tempo più rapido possibile
– se non è possibile evacuare rapidamnte i prigionieri dal luogo di cattura fate in modo dii fornire loro acqua, cibo e, se necessario, pronto soccorso (N.B. per nessuna ragione somministrate generi di conforto di nessun tipo, ma occupatevi SOLO di fornire l’assistenza EFFETTIVAMENTE  necessaria !!)


La gestione post-cattura dei prigionieri (handling of Prisoners Of War) è regolata dalle seguenti regole fondamentali :


eseguire le perquisizioni = non appena la cattura è avvenuta, le perquisizioni devono essere fatte nel tempo più breve possibile; per motivi di sicurezza, la perquisizione va fatta da due soldati, in maniera tale che uno si occupra effettivamente della perquisizione, mente l’altro tiene sotto controllo il prigioniero con la propria arma; sempre per motivi di sicurezza, il prigioniero DEVE essere posto in una posizione scomoda (dalla quale è difficoltoso ogni tentativo di reazione), mentre chi esegue la perquisizione NON deve mai mettersi in direzione della volata dell’arma del proprio commilitone; la perquisizione riguarda la persona del prigioniero, il suo equipaggiamento ed i suoi vestiti; prendete armi e documenti, ma lasciate i documenti identificativi personali e le maschere antigas (N.B. questo serve in caso di presunto attacco chimico – batteriologico !!); fate in modo di correlare gli oggetti sequestrati ad ogni singolo prigioniero con lo specifico individuo dal quale provengono (N.B. questo è molto utile in sede di interrogatorio) compilando un apposito modulo; date un apposito tagliando ad ogni singolo prigioniero indicante specificamente gli oggetti che sono stati sequestrati ;
separare in gruppi omogenei = i prigionieri vanno separati per gruppi omogenei distinti in base a sesso e condizione soggettiva (militari e civili); occorre fare in modo che eventuali figure di rilievo (per motivi politici, religiosi o quant’altro) siano separate dai restanti prigionieri per facilitarne il controllo; questa separazione in gruppi omogenei va mantenuta fino a quando i prigionieri non vengono evacuati altrove
mantenere il silenzio = non lasciate che i prigionieri conversino tra di loro; questo serve come deterrente psicologico (N.B. perchè fa capire ai prigionieri che la sicurezza viene comunque mantenuta !!) e come strumento per limitare i tentativi di fuga; in qualsiasi caso, ponete SEMPRE attenzione a cosa i prigionieri fanno o dicono
velocizzare il trasferimento = dopo avere catturato dei prigionieri fare ogni sforzo per evacuarli dal luogo di cattura nel modo più veloce possibile; questo è un compito specifico del soggetto più alto in grado presente sul luogo di catura
mantenere la sicurezza = quando i prigionieri vengono evacuati dal luogo di cattura, è NECESSARIO sia evitare che i prigionieri si raggruppino eccessivamente (N.B. o che si disperdano eccessivamente, perchè questo può facilitare eventuali tentativi di fuga), sia evitare abusi e/ o maltrattamenti