SVILUPPO STORICO DEI PROIETTILI NOSLER PER ARMA LUNGA


§1 – Aspetti generali

Nel 1948, stanco della scarsa efficienza terminale degli allora “moderni” proiettili per impiego venatorio, John Nosler realizzò manualmente quello che sarebbe diventato il primo proiettile modello “Partition“. John Nosler prese una barra di Rame da .30″ di diametro, praticò due fori (alle due estremita), inserì due spezzoni cilindrici di Piombo e, infine, dette la forma definitiva al proiettile comprimendolo in un’apposita matrice di sua invenzione. Di lì a poco nacquero il primi tre proiettili da 150, 180 e 220grs., tutti in calibro .30”, della famiglia Partition. Originariamente questi proiettili erano realizzati tramite un procedimento di fresatura progressiva ma, dopo pochi anni, si passò ad un procedimento molto più complesso, in uso ancora oggi. Infatti, mentre la maggior parte dei proiettili per arma lunga sono attualmente realizzati con un procedimento di imbutitura e trafilatura progressiva (cup and draw  method), i proiettili Nosler sono realizzati con un lungo e costoso procedimento di estrusione cinetica (impact extrusion method). Si tratta di un metodo estremamente lungo, ma che consente di controllare in maniera molto precisa parametri di vitale importanza come :


– lo spessore delle pareti della blindatura
– il diametro interno del nucleo e della blindatura
– lo spessore della base
– la rastrematura della base


Il principale DIFETTO di questo metodo costruttivo è, come detto in precedenza, quello del tempo complessivamente impiegato. Se si fa un paragone con il metodo tradizionale, si vede agevolmente che per fare un proiettile modello “Ballistic-Tip” ci vuole il TRIPLO del tempo, mentre per realizzare un Partition è necessario un tempo addirittura QUADRUPLO!! Chiaramente questo si riflette sui costi di produzione, tuttavia la Nosler accetta questo stato di cose solo ed unicamente perchè consente di ottenere un prodotto qualitativamente molto elevato.


§2 – Il proiettile Nosler modello Partition


Negli USA, il primo proiettile a nucleo bipartito (partition-style bullet) di rilevanza commerciale venne realizzato nel 1948 da John  Nosler. Il primo proiettile aveva un diametro di .30″ (N.B. era destinato ad un’arma camerata per il .300 Holland & Holland Magnum), venne realizzato praticamente  a mano e pesava 180grs. Di lì a poco venne realizzata la prima famiglia di proiettili in calibro .30″, composta da tre palle del peso di 150, 180 e 200grs. Nel 1952 la linea di produzione venne espansa fino a comprendere tutti i calibri inclusi tra i 6 ed i 9,5mm (.375″) di diametro. Nel 1969 si passò dalla produzione tramite fresatura a quella tramite estrusione cinetica, in uso ancora oggi. Tramite  questo mutamento di tecnologia produttiva venne migliorata la finitura esterna e venne ottimizzato il profilo esterno.  In realtà l’idea di Nosler NON era del tutto nuova, poichè non faceva altro che ricalcare uno dei numerosi proiettili inventati da W. Brenneke (uno dei più prolifici inventori che abbiano mai operato nel settore delle munizioni) alcuni anni prima. Certo, esistevano delle differenze, com’è ovvio che sia, tuttavia il concetto di base era identico!! Così come era accaduto a John Nosler, anche Wilhelm Brenneke si era imbattuto nel PROBLEMA di realizzare un proiettile in grado di BILANCIARE nel miglior modo possibile la capacità di penetrazione con quella di espansione. Fu così che Brenneke sviluppò l’idea del nucleo bipartito, idea che venne poi ripresa successivamente da Nosler pur se con delle differenze. In sintesi:


– Brenneke usava (nella fase prototipale) una blindatura d’acciaio dolce, mentre Nosler ne usava una in lega di Rame 90/10
– Brenneke usava due nuclei separati ma “appoggiati” l’uno all’altro, mentre Nosler utilizzava due nuclei completamente separati e protetti da uno specifico elemento di separazione (dam) integrale alla blindatura


I caratteri strutturali fondamentali di un proiettile Nosler modello Partition possono essere così sintetizzati  :


nucleo anteriore in Piombo puro = il nucleo anteriore particolarmente tenero consente di iniziare l’espansione anche a velocità estremamente basse
blindatura anteriore (apicale) con sezione ridotta = la parte della blindatura immediatamente adiacente alla punta è particolarmente sottile, in maniera tale da facilitare il più possibile l’espansione del nucleo anteriore
ogiva di tipo allungato = l’ogiva è specificamente allungata al fine di fare quanto possibile per aumentare l’efficienza areodinamica della singola palla (N.B. le palle per impiego venatorio hanno un coefficiente balistico molto basso se paragonato a quello tipico delle palle destinate al tiro di precisione, e con il modello Partition la Nosler ha cercato di limitare parzialmente questo difetto)
elemento di separazione spesso e robusto = al fine di presenvare l’integrità strutturale del nucleo posteriore, è stato inserito un elemento di separazione estremamente robusto, realizzato con lo stesso materiale impiegato per realizzare la blindatura
blindatura intermedia molto spessa = la blindatura intermedia e, più in generale, la blindatura posta lungo la sezione cilindrica della palla (shank) è estremamente spessa e robusta e, in particolare, molto più spessa se paragonata a quella dei Partition classici
secondo nucleo specificamente irrobustito = al fine di massimizzare la penetrazione, il secondo nucleo è realizzato in una lega di Piombo a cui è addizionata una specifica percentuale di Antimonio
blindatura posteriore di tipo maggiorato = tutta la blindatura posteriore (N.B. più o mano quella da 3/4 della lunghezza della palla in poi) è fortemente irrobustita, al fine di evitare qualsiasi fenomeno di perdita del secondo nucleo


Dal punto di vista balistico-terminale, con il proiettile modello Partition (al pari di tutti i proiettili a nucleo bipartito per impiego venatorio), mentre il nucleo anteriore si espande (e, a seconda dei modelli, si frammenta), il nucleo posteriore rimane (protetto ed) integro e aiuta la palla a penetrare in profondità nel  bersaglio. Tendenzialmente, nel caso di animali di mole non eccessiva, in seguito all’impatto il Partition prima si espande e poi si frammenta in tanti pezzi di grosse dimensioni. Questo comportamento viene mantenuto anche qualora il bersaglio si trovi a lunga distanza, dove la velocità è giocoforza ridotta. Nel caso di animali con struttura fisica particolarmente ROBUSTA, che devono essere necessariamente affrontati a corta distanza, il Partition si espande e penetra a grande profondità, fino a raggiungere i punti vitali di queste creature. Se paragonato ad altri proiettili a nucleo bipartito di recente concezione, il modello Partition può apparire un po’ superato. Ad esempio, se lo si confronta con uno Swift modello “A-Frame” o con un Trophy Bonded modello “Bear-Claw“, il Partition mostra inequivocabilmente “…tutti i segni della sua vecchiaia…”. Per rendersene conto, basta pensare che uno Swift modello A-Frame ha una ritenzione di massa che nei peggiore dei casi si attesta sul 92% circa, mentre di norma oscilla attorno al 98%!! Questo però non toglie che tutte le volte che viene presentato sul mercato un NUOVO proiettile a nucleo bipartito, il confronto venga necessariamente fatto con “…il vecchio ma sempre valido…” Nosler modello Partition !!


§3 – Il proiettile Nosler modello (Solid-Base) Ballistic Tip


Nel 1965, John Nosler  diversificava per la prima volta la sua produzione di proiettili  per impiego venatorio introducendo il proiettile modello Zipedo. Si trattava di un proiettile di tipo PSP con un diametro esterno pari al diametro dei vuoti di rigatura, ed un solco di ritegno (crimpatura) con lo stesso diametro dei pieni di rigatura. Il solco di ritegno svolgeva una funzione importantisima perchè, introflettendosi nel nucleo, lo vincolava alla blindaura anche durante l’impatto con il bersaglio. Nel 1971 lo Zipedo veniva sostituito da un nuovo tipo di proiettile, il Solid-Base, un altro proiettile di tipo PSP con una base di tipo omogeneo e fortemente rastremata, destinato a surclassare le prestazioni del proiettile precedente. Diversamente dallo Zipedo, il Solid-Base aveva una maggiore efficienza areodinamica a causa della parte basale fortmente rastremata. Similmente allo Zipedo, però, anche il Solid-Base aveva il problema di deformarsi in caso di impatto molto violento con la rampa di alimentazione, specie nel caso di impiego di armi semiautomatiche. Per risolvere una volta per tutte questo annoso problema, nel 1985 venne introdotto il proiettile modello Ballistic-Tip (N.B. il cui vero nome è Solid Base-Ballistic-Tip, noto più semplicemente come SB-BT). Dal punto di vista tecnologico si trattava di un miglioramento del “vecchio” Solid-Base. Infatti esso incorporava la base rastremata di tipo integrale (N.B. perchè è integrale alle blindatura), od omogeneo (N.B. perchè è dello stesso materiale di cui è composta la blindatura) che dir si voglia, alla quale si aggiungeva il puntale colorato di policarbonato. Questo puntale svolge tre funzioni differenziate di primaria importanza in tre fasi distinte dell’impiego del proiettile. Esso infatti:


– facilita l’alimentazione impedendo ogni deformazione della parte apicale, cosa che con le comuni palle di tipo PSP NON è assolutamente possibile
– riduce al minimo l’area della sezione apicale del proiettile (meplat), massimizzando così il coefficiente balistico in riferimento ad ogni singolo calibro
– agisce come una sorta di cuneo, iniziando l’espansione anche a lunga distanza ed velocità relativamente basse


Sotto  il profilo costruttivo, i tratti salienti del proiettile modello Ballistic-Tip sono i seguenti:


 – puntale in policarbonato = un puntale accuminato in policarbonato colorato (a seconda del calibro) viene inserito nella parte anteriore della palla. Esso garantisce una perfetta alimentazione anche nelle armi semiautomatiche, aumenta l’efficenza areodinamica della palla e facilita l’espansione all’impatto con il bersaglio anche a velocità molto basse
blindatura anteriore con sezione ridotta = la parte della blindatura immediatamente adiacente alla punta è particolarmente sottile, in manira tale da facilitare il più possibile l’espansione del nucleo anteriore
ogiva di tipo allungato = l’ogiva è stata maggiormente allungata al fine di fare quanto possibile per aumentare l’efficienza areodinamica della singola palla (N.B. le palle per impiego venatorio hanno un coefficiente balistico molto basso se paragonato a quello tipico delle palle destinate al tiro di precisione, e con il modello Ballistic-Tip  la Nosler ha cercato di limitare drasticamente questo difetto)
cavità anteriore di tipo specializzato praticata  nel nucleo = il nucleo contiene una cavità anteriore (invisibile all’esterno) in cui trova spazio, seppur parzialmente, la parte posteriore del puntale in policarbonato. Lo spazio vuoto presente in questa cavità serve per iniziare l’espansione in seguito al movimento retrogrado del puntale del policarbonato
nucleo specificamente inserito nella blindatura = al fine di massimizzare la precisione sul bersaglio a lunga distanza, il nucleo viene inserito nella blindatura nella maniera più concentrica possibile. La composizione chimica del nucleo varia a seconda della modalità di impiego del proiettile, potendo essere più dura (per i proiettili destinati all’impiego venatorio in genere) o più morbida a seconda del caso (per i proiettili destinati all’eliminazione dei nocivi)
blindatura rastremata di spessore crescente = la blindatura è stata realizzata in maniera tale da garantire la massima integrtà strutturale anche se lanciata contro il bersaglio ad alta velocità (N.B. la resistenza di questo tipo di palla è comunque inferiore a quella, ad esempio, tipica delle Partition)
struttura basale a sezione molto ampia = questo artificio tenico consente di massimizzare l’espansione (perchè fa da freno  allo sbriciolamento del proiettile), evitare eventuali deformazioni (durante il passaggio nella canna, oppure in seguito all’impatto, anche ad alte velocità) e conservare la velocità in maniera ottimale
base omogenea di tipo rastremato = limita al massimo la turbolenza areodinamica creata dal proiettile durante il suo passagio nell’atmosfera, contribuendo così a migliorare il suo coefficiente balistico


La successiva evoluzione tecnologica ha portato ad una ulteriore diversificazione del proiettile modello Ballistic-Tip. Attualmente, infatti, accanto al proiettile originale (Ballistic-Tip hunting bullet), esiste un proiettile specificamente dedicato alla caccia agli animali nocivi di piccole dimensioni (Ballistic-Tip varmint bullet). Esteriormente i due proiettili NON sono assolutamente distinguibili l’uno dall’altro, poichè solo un loro sezionamento può metterne in evidenza la reale differenza costruttiva, costituita dal RIDOTTO spessore della blindatura tipico dei proiettili di tipo Varmint. Il codice dei colori dei proiettili Nosler modello Solid Base-Ballistic Tip è, attualmente, il seguente:


– calibro .24 (diametro .243″ / 6mm)= colore viola
– calibro .25 (diametro .247″) = colore blu
– calibro .26 (diametro .264″ / 6,5mm) = colore marrone scuro
– calibro .27(diametro .277) = colore giallo
– calibro .28 (diametro .284″ / 7mm) = colore rosso
– calibro .30 (diametro .30″ / 7,82mm) = colore verde chiaro
– calibro .32 (diametro .323″ / 8mm) = colore grigio (c.d. canna di fucile)
– calibro .33 (diametro .338″) = colore marrone scuro
– calibro .35 (diametro .358″) = colore marrone pallido
– calibro .36 (diametro .366″ / 9,3mm) = colore verde oliva
– calibro .37 (diametro .375″ / 9,5mm) = colore verde safari


Limitatamente alla famiglia “Varmint“, la suddivisione per colore è la seguente:


– calibro .22 (diametro .224″) = colore arancio
– calibro .24 (diametro .243″ / 6mm) = colore viola
– calibro .25 (diametro .257″) = colore blu


Da un punto di vista generale, i proiettili Ballistic-Tip sono realizzati per essere impiegati contro la selvaggina di taglia medio-piccola e con la pelle molto sottile. In linea di massima, se si eccettuano le palle che vanno dal calibro 8mm al calibro 9,5 mm (.375″), la Nosler ne SCONSIGLIA assolutamente l’uso contro animali di GROSSA mole come il cervo o l’alce americana. A parte l’applicanzione in campo venatorio, che risulta essere tuttora l’applicazione PRINCIPALE , il  proiettile modello Ballistic-Tip è in grado di dare ampie soddisfazioni a chi pratica il tiro di precisione su bersagli cartacei. In calibri come il .223 Remington od il .308 Winchester, grazie alle RISTRETTE tolleranze costruttive ed al coefficiente balistico molto buono (per ogni singolo calibro), questi proiettili sono in grado di dare interessanti risultati anche nel tiro di precisione, agonistico od amatoriale che sia. Va ricordato però che, limitatamente al tiro di precisione con il calibro .308 Winchester, la palla Ballistic-Tip  ha cominciato a perdere terreno in ambito commerciale dopo l’introduzione, da parte della Nosler, della nuova palla modello J4 (oggi denominata Custom Competition Bullet).


§4 – Il proiettile Nosler modello Custom Competition ( J4)


L’ultimo nato in casa Nosler è rappresentato dal proietitle modello J4. Si tratta di una palla di tipo HPBT che costituisce la risposta della Nosler al successo commerciale ultradecennale (almeno negli USA) dei proiettili “Matchking” prodotti dalla Sierra. Dal punto di vista COSTRUTTIVO si tratta di una palla di tipo HPBT con una base fortemente rastremata ed una sezione apicale (meplat) molto sottile. Secondo il portavoce della Nosler, questa palla “…dovrebbe surclassare ampiamente le prestazioni offerte dalla palla Sierra modello Matchking…”. Sicuramente si tratta di un OTTIMO prodotto, ma in realtà è DIFFICILE dire se il suo livello qualitativo è talmente elevato da superare quello offerto da circa 50 anni dalle palle per fucile di produzione Sierra. Solo il tempo potrà dire se lo slogan pubblicitario della Nosler corripsonde pienamente a verità oppure no! La Nosler sottolinea il fatto di “…avere posto una cura particolare nella realizzazione di questo suo nuovo proiettile…”, sicuramente ben superiore alla cura normalmente posta nel realizzare i proiettili che già produce da più lungo tempo. Tuttavia la Nosler NON  ha mai spiegato in cosa consiste questa “…cura particolare…”, ne quali siano le reali DIFFERENZE costruttive tra il proprio proiettile e quello realizzato dalle aziende concorrenti (N.B. il riferimento è, in particolare, alla produzione Sierra). Onde evitare confusione, va segnalato che recentemente è stata mutata la denominazione commerciale del prodotto. La Nosler è infatti passata da “J4” (denominazione di uso puramente “interno“, in uso in particolare durante la fase prototipale) a “Custom Competition Bullet” (cioè proiettile da competizione realizzato con caratteristiche “fuori serie“) o, più semplicemente CCB. Attualmente questo proiettile è messo disposizione dalla Nosler come componente di ricarica, mentre la Winchester lo rende disponibile ai suoi clienti già assemblato nella propria linea di munizioni denominata  “Supreme“.


§5 – Il proiettile Nosler modello Accubond

Il proiettile Nosler modello Accubond è una sorta di risposta tecnologica della Nosler al successo commerciale del proiettile Swift modello “Scirocco“. Si tratta di un proiettile esteriormente molto simile alle preesistenti Ballistic-Tip (V. voce a se), ma che in realtà incorpora una serie di aggiornamenti tecnologici a livello interno. Sotto  il profilo costruttivo, i tratti salienti del proiettile modello Accubond sono i seguenti:


 – puntale in policarbonato = un puntale accuminato in policarbonato viene inserito nella parte anteriore della palla. Esso garantisce una perfetta alimentazione anche nelle armi semiautomatiche, aumenta l’efficenza areodinamica della palla e facilita l’espansione all’impatto con il bersaglio anche a velocità molto basse. Paragonato con il puntale usato nelle Ballistic-Tip, quello impiegato nelle Accubond risulta più corto e tozzo all’esame visivo
blindatura anteriore con sezione ridotta = la parte della blindatura immediatamente adiacente al puntale di policarbonato è particolarmente sottile, in maniera tale da facilitare il più possibile l’espansione del nucleo
ogiva di tipo allungato = l’ogiva è stata maggiormente allungata al fine di fare quanto possibile per aumentare l’efficienza areodinamica della singola palla (N.B. le palle per impiego venatorio hanno un coefficiente balistico molto basso se paragonato a quello tipico delle palle destinate al tiro di precisione)
spazio vuoto anteriore di tipo specializzato = diversamente dalla Ballistic-Tip il cui  nucleo contiene una cavità anteriore (invisibile all’esterno) in cui trova spazio, seppur parzialmente, la parte posteriore del puntale in policarbonato (N.B. lo spazio vuoto presente in questa cavità serve per iniziare l’espansione in seguito al movimento retrogrado del puntale del policarbonato), nelle Accubond il puntale di policarbonato va “…a sfiorare…” la parte superiore del nucleo ma SENZA inserirsi all’interno
nucleo specificamente inserito nella blindatura = al fine di massimizzare la precisione sul bersaglio a lunga distanza, il nucleo viene inserito nella blindatura nella maniera più concentrica possibile. La composizione chimica del nucleo varia a seconda della modalità di impiego del proiettile, potendo essere più dura (per i proiettili destinati all’impiego venatorio in genere) o più morbida a seconda del caso (per i proiettili destinati all’eliminazione dei nocivi)
nucleo vincolato alla blindatura = al fine di massimizzare la conservazione di massa, il nucleo non viene inserito a pressione dentro alla blindatura ma è vincolato ad essa in maniera peculiare, cioè tramite un prcedimento che consente di fodnere insieme le due superfici che vengono a trovarsi a contatto. Questo artifico costruttivo si è rivelato necessario per assicurare la necessaria resistenza strutturale in caso di impatti a velocità molto alte
blindatura rastremata di spessore crescente = la blindatura è stata realizzata in maniera tale da garantire la massima integrità strutturale anche se lanciata contro il bersaglio ad alta velocità. Essa è molto spessa dalla metà del proiettile andando verso la base, mentre diventa progressivamente più sottile andando dalla metà verso la parte apicale
struttura infero-posteriore a sezione molto ampia = questo artificio tecnico consente di massimizzare l’espansione (perchè fa da freno  allo sbriciolamento del proiettile), evitare eventuali deformazioni (durante il passaggio nella canna, oppure in seguito all’impatto, anche ad alte velocità) e conservare la velocità in maniera ottimale
base omogenea di tipo rastremato = limita al massimo la turbolenza areodinamica creata dal proiettile durante il suo passagio nell’atmosfera, contribuendo così a migliorare il suo coefficiente balisticoè